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Dorotea risponde: non ho mai visto quell’uomo in vita mia… ma da come mi mangia con gli occhi non credo sia un timido verginello. Farina annuisce: non credo abbiamo dei posti letto pronti per voi… se non consideriamo il nostro ospedale, portate lì la bambina. Sonia prende in braccio Eleonora e dice: penso io a lei, non preoccupatevi. -.-.-.- @Gabriele – Riccardo I feriti di Ivrea sono stati portati all’ospedale. Avete la sensazione che questa struttura non assomiglia assolutamente agli ospedali che siete abituati a vedere nelle città del santo impero. Ora che Farina e l’inquisitore sono andati via, attendente il loro ritorno seduti sulle pietre tra le vie di Dite. Vi siete anche allontananti di qualche metro dal resto degli abitanti di Ivrea per avere un po' di spazio… del resto, in questo momento, anche gli abitanti di Ivrea vogliono stare per conto loro. Con voi c’è Dorotea e Isabella. La strega è ancora bendata. Sentite ora un picchiettio farsi sempre più vicino. Si tratta di una donna che si sta avvicinando a voi. E’ alta, dalla pelle chiara e i capelli corvini e mossi. Ha occhi scuri e veste abiti in pelle nera… ma è il suo prosperoso petto che attira l’attenzione più ogni altra cosa. La donna vi raggiunge con fare spavaldo e si siede su una pietra, proprio di fronte a Isabella. Lei indica la strega e dice: qui non serve tenera benda su occhi. Dal suo accento e dal suo modo di parlare capite che è straniera. Forza, togli benda, a Dite si è liberi di essere chi volete. La strega, che ha ancora gli occhi coperti, chiede: ma chi sta parlando? La straniera però continua: qui occhi rossi non è condanna a rogo. Isabella si irrigidisce: m-ma come fai a saperlo?! Si può sapere chi sei? Interviene anche Dotorea, che scruta la straniera con fare sospetto: si… chi sei? Hai una faccia nota. Mi chiamo Maddalena Schwarz. Dorotea cambia espressione, ha riconosciuto quella donna. Si volta verso di voi e dice: lei è Maddalena Schwarz, lei è… mmm …come posso dire?! La protetta di un inquisitore chiamato Della Rovere. Maddalena annuisce e continua: Della Rovere è finto inquisitore. Io e lui siamo abitanti di Dite. Voi nuovi abitanti? @Michele – Luca Umberto Farina vi conduce in una piccola dimora. Entrate in una piccola sala con scarso arredo. Vi sedete a un tavolo rotondo e dice: verrò subito al dunque… la Culla crede di poter continuare le tappe dell’apocalisse grazie ai rituali del Codice dei dannati. Mi spiego… la Culla ha una copia incompiuta di quel libro… e in quel libro ci sono diversi rituali. Io non ho mai letto quel tomo ma sembra che al suo interno ci sono dei rituali in grado di… bhè …lo avete visto pure voi a Ivrea: pioggia di sangue, giganti, orde di morti… Sotto Torino si trova una gigantesca e antica catacomba. La Culla ha usato quella catacomba per generare un’arma di morti. Risvegliare tutti quei cadaveri… e mostri …è stato possibile grazie alla loro copia del Codice. La tappa successiva della Culla sarà occupare il territorio dominato dall’arcidiocesi torinese. Le mie conoscenze si fermano qui. Non so cosa vuole fare la Culla ora che hanno preso Torino e non so cosa succederà a questa terra. Però posso dirvi una cosa: prima di sferrare quest’attacco, l’Antico si era opposto e per questo è stato tradito dal resto della Culla. Morte ha organizzato un attentato nei confronti dell’Antico e non ho ancora scoperto se è riuscito a fuggire o è stato ucciso… ucciso “definitivamente”, non so se mi sono spiegato.
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Inseguite l’uomo e Magnus lo colpisce alla schiena con un colpo d’ascia. A dargli il colpo di grazia però è Gul: il suo giavellotto gli perfora la nuca uscendo dalla bocca. L’allarme del fuggitivo è stata comunque percepita dagli abitanti del monte. Li vedete in lontananza mentre discendono il fianco della montagna. https://i.imgur.com/UBnTBdE.jpg [tra voi e il monte c'è una zona collinare che ospita diverse caverne. Alle vostre spalle invece si trova la foresta che avete appena attraversata.]
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dunque... uno dei due pg difficilmente torna a giocare, mentre l'altro dovrebbe essere attivo fin da ora. Se torna in attivo allora il suo pg è ancora in mezzo a voi. Il tizio invece inizia a correre verso il monte
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@Tutti Dorotea fissa Riccardo per poi incrociare le braccia per poi rispondergli sussurrando: non so… tu a cosa ti riferisci? Dalla sua domanda retorica si capisce tutta la sua irritazione. Umberto intanto invita tutti i presenti a seguirlo. Percorrete diversi corridoi fino a raggiungere una grande porta metallica a due ante. L’avete costruita voi? Chiede Raffaele a Umberto. Quest’ultimo risponde: no, questa era una base segreta edificata negli anni trenta e ampliata in un arco di quindici anni. Perché proprio qui? Logistica. E’ vicina a Torino, ben nascosta e inoltre comunica con una vasta rete di caverne sotterranee. Non sapevo che ci fossero delle grotte qui. In pochi lo sanno… tutti conosco le grotte di Remeron o di Rescia ma quasi nessuno sa che anche qui c’è un mondo sotterraneo. Un altro motivo per creare qui sotto una base segreta. Quanto sono profonde queste grotte? Nessuno di noi lo ha mai capito. Avventurarsi è pericoloso. Pericoloso? Stiamo parlando di un sistema di caverne che probabilmente nessuno ha mai esplorato. Possono verificarsi dei crolli o delle fughe di gas naturale… senza contare il rischio di perdersi, di restare intrappolati in qualche strettoia o di morire affogati. Vi ricordo che dei corsi d’acqua calda viaggiano sottoterra e riscaldano questo luogo… un po' come le vene di un corpo umano. Inoltre… nelle profondità della terra c’è qualcosa che non deve essere disturbato ma non è questo il momento per parlarne. Superata la grande porta metallica entrate in un luogo lugubre e spettrale. E’ un dedalo di corridoi metallici stretti e claustrofobici. Le porte sono spesse e ognuna di loro ha dei grandi oblò come spioncini. Sembra di trovarsi in un vecchio manicomio abbandonato. Umberto vi spiega che questa è la prima parte della base costruita durante l’epoca del fascismo ma gli abitanti di Dite non la usano. La considerano una sorta di anticamera per la vera città. Una delle pareti presenta un grande foro, capite che è stato creato con una detonazione. Oltre quel buco si può vedere una luce ambrata. Da questa parte, dice Umberto mentre supera quell’apertura. Scendete per una rampa di scale ed entrate nelle grotte che il capo di Dite aveva descritto poco fa. Sono caverne enormi, così grandi che la luce delle torce a stento raggiunge il soffitto disseminati di stalattiti. Attorno a voi si irradiano pilastri di roccia e tra di loro sono presenti delle costruzioni artificiali: case, negozi e altre strutture. Sono stati edificati con materiali di scarto e illuminati con lanterne e lampade ad olio. Ogni lampada sembra emanare una luce diversa e la città sotterranea di ammanta così di un aurora di mille colori. Gli abitanti vi fissano come se foste delle creature a loro sconosciute. Umberto avanza spavaldo tra le colonne e le costruzioni artificiali: il combustibile naturale delle lanterne proviene dalla superfice, così come il cibo, i medicinali e altri beni di prima necessità. Per il ricambio d’aria usiamo il sistema di aerazione della base in disuso, lo abbiamo modificato e ampliato per soddisfare le nostre necessità. Usiamo i fiumi sotterranei sia per la nostra acqua potabile che per il nostro sistema fognario. Attualmente la città di Dite conta poco più di duemila anime e tutti loro vivono in questo livello delle grotte. Esistono altri due luoghi che compongono la nostra città: su questo stesso piano c’è un grande spiazzo che usiamo per alcune… ecco …assemblee cittadine e per i nostri tribunali. A un piano sopraelevato da questo conserviamo i nostri viveri, armi, medicinali e ogni altro genere di provvista. In questo mondo a voi alieno raggiungete ciò che sembra essere la piazza principale della città. Lì Umberto chiama dei suoi uomini e gli ordina di soccorrere i feriti. Il signore di Dite si avvicina poi a Neri e gli chiede di restare con lui, poi si rivolge all’inquisitore: credo che le autorità della mia città e le autorità di Ivrea dovrebbero parlare… in un luogo più tranquillo. @Gabriele
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Vedete l'espressione dell'uomo mutare. Ora è spaventato... tentenna e vi volge le spalle per poi iniziare a fuggire e a suonare l'allarme attraverso un corno.
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Mentre state ancora discutendo sul da farsi, sentite qualcuno che si avvicina a voi. E' un passo leggero e costante, chiunque sia non sente il bisogno di nascondersi (forse non vi ha visti o sentiti). Provate a nascondervi ma non fate in tempo... da dietro un albero spunta fuori un uomo. Non un orco, non un ogre... un uomo. Indossa pelli di animali e dietro la sua schiena porta un enorme spadone. Sul volto sono presenti dei pigmenti tribali. L'uomo vi guarda perplessi e vi dice: ma come vi siete conciati?... poi si volta e concluce ...non restati lì a non far nulla, muovetevi.
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Gabriele si rivolge a Isabella. La strega si guarda attorno e nota lo sguardo di molte persone su di se. Per questo motivo preferisce tacere e non portare avanti il dialogo con Gabriele. L’uomo di Dite intanto vi invita a seguirlo ma ci sono alcuni abitanti di Ivrea che si rifiutano di scendere a patti con lui (nonostante le parole dell’inquisitore). Siete costretti a separarvi da loro… non li rivedrete mai più. -.-.-.-.- Durante il viaggio verso la temuta città di Dite, “distribuite” le vostre forze attorno al corteo degli abitanti di Ivrea: i cacciatori di morti, i templari, l’inquisitore e i suoi uomini aprono la fila. Cagnazzo e alcuni uomini armati si trovano nel cuore del corteo e in fondo ci sono Cesare e i suoi excubitores. Durante il viaggio Sonia passa a Isabella una benda che la strega userà per coprirsi gli occhi (dato che Dite si trova sottoterra e sarebbe sospetto indossare occhiali da sole). Camminate nel bosco per un’altra ora, poi l’uomo vi mostra un complesso di rocce. Nascosto tra quei massi c’è un’entrata per il sottosuolo. Vedete una rudimentale scalinata discendere verso il basso, verso l’oscurità. Molti uomini che sono voi diventano riluttanti e impiegate diversi muniti per convincerli a scendere con loro. La scalinata è ripida e percorrerla tutta si rivela una vera impressa… anche perché avete con voi anziani, feriti e persone paralizzate dal terrore. Una volta sottoterra, l’uomo di Dite accende diverse torce e le consegna ad alcuni uomini. Potete guardarvi attorno e scoprire che vi trovate all’interno di un grande e lungo tunnel. Sul soffitto vedete dei cavi della corrente e qualche lampadina rotta o impolverata. Avete l’elettricità? Chiede un uomo di Ivrea al cittadino di Dite. Lui risponde: non essere sciocco. Nessuno ha più la corrente. Questo posto era un vecchio rifugio costruito vent’anni fa. Noi di Dite lo abbiamo… ecco …ampliato. Avanzate nella galleria e dopo un po' Raffaele commenta: cerco che qui fa caldo! Perché è la tana del diavolo! Replica una donna mentre stringe tra le mani un rosario. L’uomo di Dite la guarda divertito e dice: o forse sono delle flussi d’acqua calda che risalgono dalle viscere della terra e riscaldano la grotta. Delle torce appaiono all’orizzonte. Dieci uomini armati vi raggiugono. Al centro di questo piccolo gruppo c’è Umberto Farina. E’ alto, calvo e con occhi color nocciola. Nella penombra assumono un sinistro scintillo ambrato. L’uomo guarda Raffaele e lo saluta con un cenno del capo per poi dire: tosco! La tua loquela ti fa manifesto. Il templare, perplesso, si punta l’indice al petto e domanda: s-stai parlando con me? Umberto annuisce e continua: ho riconosciuto il tuo accendo toscano. In effetti sono di Firenze, la conosci? Ci sono stato quel tanto che basta per innamorarmi di quello splendido borgo. Umberto guarda poi l’inquisitore e tutti gli uomini attorno a lui: benvenuti a Dite. La sua voce è squillante, riempie tutta la grotta. Raffaele continua: come… tutto qui? Questa è la famosa Dite? Cosa ti aspettavi? Fiamme infernali e tombe infuocate? Notate che lo sguardo di Umberto indugia “più del dovuto” su Dorotea.
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Lo scontro si conclude rapidamente con la violenta morte di tutti gli orchi. Uno solo riesce a fuggire ma la sua corsa dura pochi istanti poiché Logan riesce a colpito al collo con una freccia. Gli orchi avevano un sacchetto con settantadue monete d’oro, probabilmente rubati ai mercanti da loro aggrediti. Prendete quell’unico oggetto di valore e continuate il vostro viaggio verso l’ovest. Le pianure cedono il posto a fitte foreste. Entrate in un bosco e lo attraversate in poco tempo. Una volta fuori potete vedere un grande monte ergersi solitario in una pianura imbrunita da erba rinsecchita. Il monte è scuro e privo di vegetazione. Non è tanto alto e sulla sua sommità l’ingresso di tre grotte. Quelle aperture assomigliano agli occhi e alla bocca di un mostro ruggente. Dal loro interno viene emanato una sinistra luce rossa. Scorgete inoltre la sagoma di qualche orco e ogre entrare e uscire dalle tre aperture.
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L’uomo di Dite risponde: posso capire il vostro stato d’animo… avete appena vissuto l’inferno a Ivrea, siete stanchi, spaventati e in lutto. Ma non pensate che noi di Dite stiamo cercando di approfittare della vostra condizione. Non siamo noi a mettervi con le spalle al muro e non siamo noi ad avere il coltello dalla parte del manico… perché se è vero che la Culla ha bruciato la vostra città è anche vero che la Culla vorrà bruciare anche Dite. Noi siamo sopravvissuti fino a oggi prendendo tutto quello che potevamo prendere… Intendi saccheggiare e aggredire il popolo del Santo Impero! Un’ammonizione si solleva dalla folla. L’uomo di Dite annuisce senza nascondere tali crimini e risponde: per noi sono occasioni… così come lo sono tutti i rifiuti gettati via dalla brava gente del Santo Impero. E indovinate un po'?! Ora siete voi gli “avanzi” di Ivrea… potete diventare uomini di Dite e Dite quindi sarà più forte. Un vero e proprio atto caritatevole! Urla un altro uomo con rabbioso sarcasmo. Si sollevano urla furiose e dissensi contro l’uomo di Dite. Quest’ultimo indica un punto a sud, oltre il bosco, e continua: quella è la strada più rapida per raggiungere Torino. Se non ricordo male è la città abitata più vicina a voi. Andate e scoprirete che è stata ridotta a ferro e fuoco. Menzogne. Noi di Dite sapevamo del piano della Culla… ma non ne abbiamo fatto parte poiché avevamo scoperto che la Culla voleva massacrare anche noi. Ivrea non esiste più, questo significa che Torino è stata distrutta e ora le fiamme della Culla si stanno spargendo in tutta la regione. Non volete credermi? Allora andate a Torino o cercate un riparo altro… chi vi trattiene?! Ma sappiate solo che avete sempre la valida alternativa di seguirmi a Dite. No… urla una donna tra la folla …questa è una prova di Dio a non cedere alle lusinghe del demonio o in questo caso a uno dei suoi servi. Altre urla si elevano contro l’uomo di Dite. Anche quattordici anni fa Dio ha voluto mettere alla prova i suoi figli risvegliando i morti… e quanti uomini sono stati divorati vivi? Allora, prego, andate e affrontate questa seconda prova. Capisco il vostro scetticismo nei miei confronti… del resto voi siete sempre stati sotto le leggi del pontefice. Egli dice di chinare il capo e di obbedire… io invece vi dico: “ecco le vostre opzioni, scegliete ciò che volete”. La libertà di poter decidere da soli fa paura… lo so. -.-.-.-.- Controllate gli alberi attorno a voi ma non vedete altri uomini. Sonia risponde all’inquisitore: Santhià è un paesino disabitato da molti anni e le mura sono danneggiate in diversi punti. Però è vicina a Vercelli, magari possiamo riposare a Santhià e poi raggiungiamo l’altra città… Nel sentire quelle parole, Isabella rabbrividisce. Dorotea prende parte alla discussione: non possiamo andare lì. Santhià viene usata dalla Culla per i loro riti. Quando fui rapita dalla Culla ricordo che mi portarono lì… e in una chiesa abbandonata ho visto un membro della setta con il volto coperto da una maschera. Mentre parla, Dorotea si stringe la camicia all’altezza del petto. Che maschera aveva? Chiede Sonia. Era come una maschera anti-gas ma senza i filtri per respirare e aveva un becco lungo… avete presente le maschere antiche dei medici della peste? Ho capito chi hai incontrato a Santhià. Si tratta del Medico, uno dei “cinque”. Ad modo non credo sia questo Medico la nostra priorità… cosa facciamo? Seguiamo l’uomo di Dite o troviamo un’altra città?
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Vedete una sinistra scintilla negli occhi dell’uomo di Dite quando Riccardo gli fa notare che è venuto da solo. Lui scende dalla roccia mentre. Sembra sereno e tranquillo. Guarda Riccardo e Gabriele per poi domandare: e voi chi siete? Insomma… che ruolo ricoprite per avere il diritto di parlare? Si avvicina poi all’inquisitore, attende qualche secondo e poi gli sussurra: non vi fidate di noi? Volete avere un altro incontro con Farina per essere più tranquillo? Ma l’ex portavoce allontana Michele da quell’uomo. I conversi e altri uomini si avvicinano all’inquisitore e iniziano a discutere sul da farsi. Uno di loro dice che conosce una strada tra le montagne per raggiungere il paese di Bard. Bard?... chiede uno dei presenti …non so neanche cosa sia? So io cos’è Bard! Esclama (seppur continuando a sussurrare) uno dei conversi. Sputa per terra per poi continuare: è la casa di una strega, ecco cos’è! E mi riferisco a una strega vera. Vuoi spiegarti meglio? Chiede uno dei presenti. Nel frattempo anche gli altri abitanti di Ivrea iniziano a parlare tra di loro. Alcuni commentano le risposte che avete dato all’uomo di Dite, altri propongono le loro idee su cosa fare… Vedete Cesare Carrin prendere in disparte il suo gruppo e rivolgersi a loro. Il converso risponde: sono nato e cresciuto in Val D’Aosta e conosco abbastanza bene quel posto. A Bard vive una strega e gli abitanti hanno abbandonato la via del Santo Impero per stare con lei. In che senso? Che lei comanda il paese e i suoi abitanti. Questa si che è nuova… e perché la chiesa non fa niente? Come fai a mandare degli uomini tra le Alpi se non riesci a scovare degli eretici a Torino?! Bard è difficilissima da raggiungere. Abbiamo perso i contatti con molti paesi delle montagne. E sai com’è fatta la strega? So solo che ha una voce infernale. Cioè? Metallica… sinistra. Riecheggiante... si, insomma ...la bocca è una ma da lì è come se uscissero due voci all'unisono. E cosa sa fare? Non lo so… ma moltissimi uomini hanno detto che la strega fa esperimenti sulle persone. Taglia pezzi dei loro corpi e Dio solo sa cosa ci faccia! Ha iniziato questa pratica leggendo dei libri di medicina scritti dal Maligno in persona in una lingua assurda, con lettere stranissime... lettere dell'inferno vi dico! Santo Cielo! Ben detto! E che vada al diavolo la strega! Che muoia… che muoiano tutte. Isabella si allontana da quel gruppo di qualche metro.
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Sbucate allo scoperto e sorprendete gli orchi. Logan scocca una freccia ma il dardo si conficca su un pezzo di carne che un orco stava per addentare… lo stesso orco viene raggiunto da Denaos e colpito a morte mentre era ancora seduto. Magnus fracassa il cranio di un secondo nemico mentre Gul sventra un terzo orco che cade all’indietro e finisce sul falò. I ROUND
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La pioggia di sangue continua a infuriare su Ivrea. Raggiungete la porta meridionale e vi immergete nella marea di persone che si stanno accalcando per abbandonare il paese. Superate la porta e vi precipitate sul ponte. La folla continua a urlare e a spingere. Diversi uomini cadono dal ponte e finiscono nel fiume. Altri invece inciampano e vengono calpestati dalla folla… uno di loro perde la vita e si risveglia immediatamente. Agguanta un uomo per i polsi e gli addenta il collo. Uno schizzo di sangue zampilla in aria, disegna un arco rosso per poi ricadere sulla folla. Il panico serpeggia tra i presenti mentre alcuni excubitores si radunano attorno a quel morto. Una volta superato il ponte vi riversate tra le vie dell’Ivrea perduta, ossia la porzione del paese che fu abbandonato (e mai ripopolato) quattordici anni fa. Vi allontanate anche dall’Ivrea perduta e solo in questo momento potete fermarvi e voltarvi. La città è avvolta dalle fiamme. Da lì si elevano ancora i suoni delle armi da fuoco e i ruggiti dei giganti. Vi dirigete in una foresta per nascondervi ai vostri aggressori ma il panico non ha ancora abbandonato i cittadini di Ivrea. Molti dicono che sono state lasciate delle tracce e altri sostengono che i morti non hanno bisogno di impronte per braccare i viventi. Diversi altri uomini, sostenuti anche da Cesare Carrin, propongono di abbandonare i feriti gravi poiché rallentano la vostra fuga… inoltre possono bloccare l’avanzata dei morti che di sicuro si fermeranno per banchettare con la loro carne. Il popolo di Ivrea (o ciò che rimane di loro... poco più di cento anime) continua a discutere… quando una voce che si eleva dalla foresta attira l’attenzione di tutti i presenti. Tra gli alberi spunta fuori un uomo che non avete mai visto. E’ alto e grosso, con una rudimentale pelliccia grigia per proteggersi dal freddo. E’ calvo, con una folta barba e un occhio bianco attraversato da una cicatrice. Nella mano destra stringe un grande fucile dall’aspetto vecchio e rovinato. L’uomo si posiziona su un masso per farsi vedere meglio da tutti. Qualcuno tra gli abitanti di Ivrea gli chiede di rivelare il suo nome. Ma l’uomo risponde: chi sono io non ha alcuna importanza. Per chi lavoro è importante. Il suo discorso viene interrotto da una donna tra la folla: un solo tipo di uomo vive in questi boschi! Gli (ex) abitanti di Ivrea iniziano a inveire contro quell’uomo, chiamandolo “verme di Dite”. Quest’ultimo non nasconde di essere un membro della setta degli Abitanti di Dite e continua: non immaginavo di trovare superstiti di Ivrea… ma dato che vi ho trovato voglio offrirvi un riparo nella mia città. Un uomo tra la folla urla: noi non scenderemo a patti con gli eretici che hanno depredato e attaccato il popolo del Santo Impero. E l’uomo risponde: noi eretici non dovremmo dare un riparo a coloro che ci hanno perseguitato e bruciato. Ma ora eccoci qui… io ho una casa che può accogliere tutti voi! E voi avete appena perso la vostra casa. Chiamatela come volete: coincidenza, fortuna, destino, volontà divina… Blasfemia! Bestemmia! Altre urla si levarono al cielo. L’uomo non si scompone: io vi offro solo un riparo… accettatelo o restate nel bosco!
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[Il sole è ancora alto nel cielo] Ritornate nelle terre degli orchi e avete l’impressione che l’aria si sia fatta più pesante. Avanzate nella radura, la superate ed entrare in un luogo caratterizzato da alte e aspre colline rocciose. Vedete poi un fumo alzarsi al cielo a diversi metri da voi. Dalla forma del fumo capite che si tratta di un fuoco curato. Qualcuno, oltre una collina, ha acceso un falò. Senza fare rumore vi muovete attorno al colle per poi far capolino dall’altra parte. Vedete, a venti metri da voi, un gruppo composto da sette orchi. Si sono accampati attorno a un falò e stanno cucinando della carne allo spiedo. Una mano umana sulle fiamme vi fa capire che gli orchi stanno cuocendo pezzi dei mercanti che hanno aggredito poco fa.
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Memorizzate bene i luoghi contrassegnati nella mappa per poi distruggere le tavolette di legno su cui è stata incisa. Vi preparate e infine partite verso nord-ovest. Dopo due giorni di cammino nella radura raggiungete un luogo tra un complesso di monti (sud) e il limitare di una foresta (nord). Una volta superato questo passaggio naturale tornerete nei domini degli orchi. Di fronte a voi, a diverse centinaia di metri di distanza, vedete qualcosa. Vi avvicinate con le dovute precauzioni e scoprite che si tratta di una carrozza. E’ stata assalita diverse ore fa. Il carro è distrutto e riverso su un fianco. Probabilmente trasportava delle merci che sono state portate via. Uomini e cavalli sono stati uccisi e smembrati. Le loro componenti sono state accumulate in un unico orrido mucchio e su di loro svetta la bandiera del cranio spezzato di Grull. Con il sangue degli uomini, gli orchi hanno scritto la parola “guerra” sulla testa del cadavere posto più in alto nel mucchio dei morti. Tracce di orchi sono ben visibili, si dirigono verso l’interno dei domini orcheschi.
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@Denaos Lo gnomo scuote la testa per poi risponderti che la gemma al posto del suo occhio è solo ornamentale. Ad ogni modo lo gnomo dice che non esistano gemme oculari magiche. Per la pergamena ti offre dieci monete d’oro… commentando che ti sta facendo un favore perché gli sei simpatico. @Tutti Anche il resto del gruppo raggiunge la biblioteca del complesso di templi di Pelor. Alcuni di voi stanno finendo di parlare con un sacerdote del sole in merito alla congrega delle tre streghe a cui appartiene il simbolo che avete trovato sul forziere. Il chierico spiega che il simbolo non ha alcun potere e che i tre cerchi rappresentano le streghe e le linee che li congiungono sono un allegoria del legame di queste maghe. Il chierico continua: purtroppo non abbiamo idea dell’aspetto delle tre streghe ma sappiamo che non hanno la stessa età e che hanno rubato al cavaliere nero un solo oggetto. Nessuno conosce la natura di quest’oggetto ma ho sentito che le streghe lo hanno spezzato in tre parti e ora ognuna di loro sta custodendo la propria parte nelle loro rispettive dimore. Per sfuggire alle ire del cavaliere, le streghe si sono nascoste e nessuno conosce le loro case… neanche loro. Ma esiste una mappa che rivela l’ubicazione delle tre case. E la mappa si trova in un forziere che è andato perduto nel fondo del mare e il cavaliere nero lo sta cercando disperatamente e sembra aver incaricato un suo fedele di nome Axhort per ritrovare il forziere. Axhort è un ogre che vive nelle terre degli orchi a ovest. [click -> per farla semplice...] Il chierico ora si rivolge a Hans: non conosco i dettagli della morte di quest’uomo (testarotta) ma è plausibile che quel gatto era in realtà il famiglio delle tre streghe o addirittura una di loro trasformata... oppure siamo fuori strada. Quello che voi dite è plausibile… ma nei libri e nei racconti dei forestieri non ci sono informazioni a riguardo. Purtroppo non posso aiutarvi. @Hans
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@Gabriele – Riccardo – Michele Il converso che tiene in ostaggio la strega ascolta le vostre parole. Lo vedete perplesso e insicuro. Bhe… dice mentre inizia ad abbassare la pistola …magari… magari, padre Michele… magari a Vercelli, la strega, non poteva chiamare rinforzi. Torna di nuovo a puntare la pistola sulla fronte della donna. A Vercelli era debole, stremata e per quasi tutto il tempo stordita dalle droghe. La Culla non ha mai attaccato Ivrea… poi un giorno portiamo questa tro.ia ed ecco che la Culla mette a ferro e fuoco la città! Alle vostre spalle, gli abitanti che vi hanno seguito, iniziano a bisbigliare tra di loro. La strega alza la sua mano tremante in segno di pace e si rivolge al suo aggressore. Il converso però, non appena sente il suo della sua voce, la zittisce urlando: taci! Non provare a parlare! Non userai le tue parole per stregarmi la mente. Ma davvero quella donna può fare una cosa del genere? Sussurra uno dei tanti cittadini alle vostre spalle. Secondo me, si! Risponde un altro. Isabella parla al converso: la tue mente è già stregata dalla paura… la sua voce è debole. Ti ho detto di tacere! Urla di nuovo l’uomo mentre mostra i denti. Tira indietro il cane della pistola e preme con forza la pistola sulla fronte di Isabella. Lei impallidisce dalla paura e trema ancora di più. Nel frattempo siete andati a soccorrere il converso ferito. Scoprite che ha un proiettile nel ventre e a prima vista non sembra aver toccato dei punti vitali. Avete bisogno di spazio e tranquillità per medicarlo. Gabriele è al fianco di Riccardo mentre soccorrono il ferito. L’uomo si rivolge alla strega e lei gli risponde in un perfetto spagnolo che è innocente. Sonia affianca l’inquisitore e si rivolge all’uomo che continua a tenere in ostaggio Isabella: ora ascoltami… uccidendo la strega non farai ritirare le truppe della Culla. Se uccidi la strega ti macchierai solo di omicidio. Non è questo il modus operandi di un uomo al servizio di un inquisitore. Non sarebbe giusto prendere la strega ed esaminare il suo caso? Non negare al tuo inquisitore un processo, un indagine e… che Dio ci assista …ottenere la verità su questo attacco? Ora fa come ti ha detto il tuo inquisitore. Lentamente, il converso abbassa la pistola, china il capo e rilassa la testa. Anche la strega sembra risollevarsi ma è ancora vigile e traumatizzata. Teme che ogni suo piccolo movimento possa ravvivare nel converso la sua rabbia. Un esplosione fa tremare il palazzo e colonne di polvere scendono dal soffitto. Le gente alle vostre spalle urla e impreca. Il converso ferito dice: se la Culla è arrivata fin qui… significa che l’intera Ivrea è caduta. Dobbiamo andarcene! Dice Dotorea, posta tra voi e gli abitanti di Ivrea. @Dante – Massimo Massimo svolta per le vie più strette del paese pur di rendere impegnativa la caccia del gigante. Ogni strada però presenta degli ostacoli per l’auto: macerie, gente in fuga, morti che vi corrono contro… Il gigante vi segue mentre cambiate strada, scivola e impatta contro una casa. Il muro crolla e il colosso ruggisce per poi tornare all’inseguimento. Oramai avete superato il centro di Ivrea e vi siete immessi nella zona occidentale del paese, dove la guerra non ha ancora devastato nulla. Qui la guida si fa più dolce anche Massimo continua a schiacciare l’acceleratore. C’è un silenzio irreale all’interno dell’auto e LaFayette nota che Spia è assai pensierosa. A cosa stai pensando? La novarese risponde: combattere il mostro come l’altra volta ci prenderà molto tempo. Possiamo ucciderlo… ma nel frattempo il nemico avrà preso Ivrea e noi faremo la fine del topo. Allora tagliamo per il ponte e usciam… anche LaFayette si blocca. Ci sei arrivata anche tu?! Si… risponde la francese con rammarico …la nostra unica via di fuga è il ponte. Ma è anche la via di fuga di tutti gli abitanti. Se andiamo lì allora il gigante ci inseguirà, distruggerà il ponte e condanneremo tutti coloro che non sono ancora fuggiti dal paese. Spina osserva Alice. Lei è distesa con il volto sul grembo di LaFayette e l’occhio sinistro avvolto dalle garze. Dopo altri secondi, Spina fissa Massimo. Il suo sguardo è ambasciatore della terribile richiesta della donna. Massimo guida l’auto, Massimo deve decidere se salvare lui e tutti coloro all’interno del mezzo, condannando così gli abitanti ancora nel paese… oppure sacrificarsi per loro continuando a lottare contro il gigante e gli invasori.
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La spesa delle stalle è compresa nel prezzo che avete già pagato. Non dovete preoccuparvi dei cavalli [questo vale anche per tutte le prossime locande a cui farete visita]. -.-.-.- Chiede sia ai presenti della locanda che ai passanti per strada dove trovare una biblioteca. A Nanareth infatti ne sono state erette parecchie ma di sicuro la più grande è quella che sorge nel complesso di templi Pelor. Nei tempi antichi, quando Nanareth era poco più che un villaggio dalle case di terra e paglia, i primi chierici fondarono una chiesetta adibita alle guarigioni degli ammalati. Quei saggi uomini iniziarono a ricercare e custodire ogni testo riguardante l’arte medica. Con il passare del tempo la chiesetta si è trasformata in un abazia, in una cattedrale per poi divenire il complesso di templi di quest’epoca. E’ costituito da una serie di scuri edifici circondati da solide mure. Un giardino interno collega tra di loro i templi. I colori dei fiori e delle piante vanno a ravvivare l’atmosfera che aleggia in questo luogo. Al centro del complesso svetta un grande obelisco che accoglie alla sua cime un enorme disco d’oro dai raggi ondulati. Una magia fa ruotare il disco in modo che rifletta sempre la luce del sole. La biblioteca si erge vicino all’obelisco ed è l’edificio più sgargiante tra tutti. Al suo interno trovate serre e ruscelli inseriti come ornamenti. Diversi uomini sono intenti a consultare libri e pergamene e quasi tutti sono scortati da un sacerdote del Dio del sole. Anche voi venite supportati da un chierico del luogo: un uomo che veste una tonaca bianca con ampie maniche. Ha capelli scuri e barba folta dello stesso colore, con una scia grigia al centro. L’uomo vi scorta in un ala della biblioteca proprio sotto una delle grandi vetrati a forma di cupola. Al centro della sala c’è un alto piedistallo con sopra la statua del primo fondatore della biblioteca. Era un sacerdote guerriero e la statua lo raffigura mentre saluta il sole sollevando le braccia tese verso l’alto. La vostra guida ascolta le vostre domande e dopo una breve ricerca trova il libro che fa al caso vostro. Vi mostra tra quelle pagine lo stesso simbolo che avevate trovate nel forziere rubato agli orchi. L’uomo non ha bisogno di leggere quel tomo poiché conosce bene quella storia. Il simbolo appartiene a una congrega di tre streghe che un tempo servivano il cavaliere nero. Sono loro che hanno edificato il suo castello, nella lontana città morta di Tsurdas. La storia narra che da qualche anno le streghe si sono allontanate dal cavaliere e ora vivono in luoghi nascosti nel continente. Si dice che, prima di voltare le spalle al cavaliere nero, le streghe hanno rubato qualcosa di molto importante dal suo castello. @Denaos
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@Denaos
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@Michele – Gabriele – Riccardo Michele sprona il cavallo e si dirige verso la zona meridionale di Ivrea. Sul destriero si trovano anche Sonia e Eleonora. L’ex portavoce copre Eleonora con un mantello e cerca di farla rinsavire ma ogni suo tentativo risulta vano. Michele percorre delle strade parallele alla piazza centrale. Un colpo di cannone impatta con il terreno vicino a lui. Il cavallo si imbizzarrisce ma l’inquisitore riesce a farlo calmare. Mentre prosegue con la sua cavalcata, Michele svolta l’ennesimo angolo per poi incrociarsi con Gabriele e Riccardo. I due uomini sono in compagnia di Dorotea (ferita al torace) e di un gruppo di abitanti di Ivrea. Questo piccolo fiume di uomini seguono l’inquisitore fino al grande complesso vicino alle mura meridionali del paese. Qui Michele smonta da cavallo ed entra nell’edificio seguito da Gabriele e Riccardo. -.-.- L’atrio del grande palazzo è messo a soqquadro. Qui si è consumata una scena di lotta. Le pareti sono pervase da fori di proiettili e schizzi di sangue. Oltre questa stanza ci sono due rampe di scale marmoree che conducono ai piani superiori. Le scalinate sono disseminati di cadaveri impossibilitati a muoversi. Sul pianerottolo di una delle due scalinate ci sono i due conversi di Michele. Uno di loro è ferito al ventre ed è così debole che non riesce a muoversi. L’altro invece tiene in ostaggio “la strega” Isabella. Lei è seduta a terra mentre l’uomo gli punta una pistola sulla testa. Vedendo l’inquisitore arrivare, il converso urla che è stata Isabella a chiamare quest’esercito contro Ivrea. @Dante – Massimo Ritornate in macchina e vi allontanate il più velocemente possibile dall’ospedale e dalla piazza del duomo. La pioggia rossa continua a riversarsi su Ivrea. Dante è al fianco di Massimo e quest’ultimo guida l’auto. Svolta verso una strada ma una casa crollata blocca il passaggio. Decidete di prendere un’altra via per raggiungere la rocca e proprio in questo momento la strada sotto di voi inizia a tremare. Da dietro di voi compare uno dei tre giganti. Sta ricorrendo proprio voi.
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@Logan Il locandiere controlla ogni cliente che entra ma nessuno sembra corrispondere alla descrizione che gli hai dato. @Tutti (tranne Denaos) Vi aggirate tra i tavoli della locanda e parlate con i vari presenti. La birra e la serena atmosfera del posto sciolgono la lingua dei vari clienti. Molti di loro hanno delle teorie (strampalate) su quello che sta accadendo al confine con gli orchi ma ciò che vi interessa sono delle informazioni che tutti confermano: Grull è stato oltraggiato da alcuni umani che sono entrati nelle sue terre per derubarlo. Grull ha inviato i suoi cacciatori nelle terre degli uomini e costoro hanno trovato le tracce dei ladri dirigersi verso Lirith. Nanareth sta inviando dei cavalieri alla difensa del paesino e al controllo dei confini con gli orchi. Sono partiti giusto ieri. @Hans @Denaos Entri in un negozio di magia molto piccolo ma completamente riempito di oggetti vari. In tutto quel caos noti un’armonia di forme e colori degli articoli in vendita che si confondono tra di loro. Ci sono altri tre clienti oltre a te e il proprietario del negozio e uno gnomo con un cappello rosso sulla testa, una folta barba bianca e una gemma al posto dell’occhio sinistro.
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@tutti
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@tutti
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@Minsc Impiegate otto giorni per arrivare a Nanareth. La strada per quella città attraversa delle morbide e soleggiate colline e, per vostra fortuna, non incontrate nessun orco. Superate le solide mura pallide di Nanareth ed entrate in città. Qui le strade sono fatte di pietra, gli edifici alti e le piazze ampie e abbellite con statue e fontane. Un grande fiume attraversa la città. Molte navi solcano quelle acque e un grande porto sorge sul lato meridionale del corso d’acqua. Nonostante le dimensioni e l’importanza di Nanareth, la vita non è frenetica. Qui le persone sembrano tranquille. Non ci sono solo umani ma anche molte altre razze tra cui nani e mezz’orchi. Entrate in una locanda chiamata Gadwin. L’insegna del locale raffigura una grande carpa dalla bocca spalancata. L’interno è ben illuminato e completamente di legno. Molti clienti chiassosi brindano e ridono. Alcuni preferiscono ascoltare le canzoni di un trio di bardi che si esibisce vicino al camino (spento). Altri clienti invece stanno parlando un gruppo formato da quattro mezz’orchi. Si vede che sono girovaghi e da poco si sono fermati in città. Stanno parlando proprio delle attività di Grull. Sentite dalle loro storie che l’orco sta ricercando un gruppo di umani e pensa si siano rifugiati a Lirit. Per difendere il paese, Nanareth ha deciso di inviati alcuni soldati in avanscoperta.
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Partite durante un’afosa giornata. Attraversate una strada che taglia a metà un enorme campo colmo di erba dorata. Il canto di migliaia di cicale vi accompagna per tutto il viaggio. Vi fermate nei pressi di una locanda edificata vicino alla strada. In realtà, più che una locanda, si tratta di una piccola casetta in cui uomo cucina e vende dei piatti ai viandanti. La maggior parte di loro si ferma a mangiare su grandi massi squadrati messi lì di proposito, una sorta di panca di pietra. Mentre mangiate potete vedere una bacheca posta vicino la piccola locanda. Sulla bacheca è esposto un editto che mette in guardia i viaggiatori poiché le attività degli orchi si stanno facendo più intense a ovest. Alcuni avventurieri stanno proprio discutendo in merito a quell’editto. Secondo loro gli orchi sono dei folli nel tentare questa invasione verso le terre umane, poiché potrebbero attirare su di loro le attenzioni del cavaliere nero. Altri viaggiatori invece credono che il cavaliere non voglia scomodarsi per un pugno di orchi e per questo motivo Grull sarà liberò di razziare i villaggi di questa regione. Il discorso volge poi sulla morte di testarotta. Si dà il caso che uno dei viaggiatori presenti in questo momento era amico di Bronn e preferisce ricordare l'uomo attraverso un racconto. Il viandante infatti parla di come testarotta si sia meritato questo soprannome. Una notte il ladro si era introdotto nel castello di una ricca vedova e aveva raggiunto la sua grande cassaforte di metallo. A un certo punto però Bronn iniziò a starnutire così forte da far scattare la testa in avanti e colpire violentemente la cassaforte. E’ proprio lì che l’uomo ha riportato la sua famosa cicatrice. La ragione della sua scarica di starnuti era da attribuire alla presenza dei gatti della vedova. Bronn soffriva di una grave allergia per i gatti.