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I.N.S. - In Nomine Simplex - Gruppo II
Ammucchiate le panche per bloccare la porta. Questo vi dà il tempo di fuggire ma sapete benissimo che i morti raggiungeranno la navata in poco tempo. Correte compatti verso l’altro lato della chiesa. Urla e versi disumani si elevano attorno a voi, non sapete da dove vengono. Superate l’altare e vedere il sangue sulla coppa che inizia a traboccare, come se si stesse generando al suo interno. C’è del sangue anche sulle statue...o meglio ...stanno piangendo sangue. Raggiungete la sacrestia. In quella stanza ci sono due porte. Una è aperta è conduce ad un corridoio. L’altra porta invece è chiusa ma qualcuno, dall’altra parte, la colpisce proprio in questo momento con una motosega circolare. Avete sentito solo in questo momento il motore accesso di quella motosega. Il panico aumenta. Decidete di percorre il corridoio oltre la prima porta. Svoltate un paio di angoli e trovare l’uscita. Scappate dalla chiesa e vi riversate su una via polverosa e gremita di cadaveri. Sono tantissimi e non riuscite neanche a contarli. Avanzano verso di voi, allungano le braccia nella vostra direzione. Hanno abiti logorati e la pelle ha assunto un colore che va da nero al grigio. I loro corpi sono coperti di ferite varie, escoriazioni, segni di morsi e altro ancora. Alcuni di loro hanno organi e ossa visibili all’esterno. Cristina urla per la paura e dice non vuole diventare come loro. Giovanni ha intravisto uno spiraglio tra il mucchio di cadaveri. Afferra per un braccio Cristina e la trascina con se. Correte anche voi, seguendo Rei. Nella fuga vedete i morti stringervi a voi. Un paio di loro vi toccano e vi sfiorano i vestiti. Con un po' di fortuna, Giovanni riesce a portar via tutti voi. Tornare di fronte alla chiesa e continuate a correre ma Dorotea inciampa. Avete percorso altri cinque metri prima di accorgervi che la donna è caduta. Si tocca la caviglia e non riesce più ad alzarsi. Vi fermate e la guardate. Alle sue spalle, a circa otto metri di distanza, ci sono i morti che vi stanno inseguendo. Adriano torna indietro per raccoglierla. Dorotea piange e urla all’uomo di scappare. E’ disperata perché sta chiedendo al cacciatore di mettersi in salvo lasciandola ad un orribile destino. Lui ignora il suo comando e si china per sollevarla… ma non ha tenuto conto della velocità dei morti. Alcuni di loro infatti sono in grado di correre. Andriano non riuscirà mai a sfuggire da loro. Il terrore si impadronisce della sua mente. Non gli resta altro da fare che abbracciare Dorotea e aspettare di essere straziato dai morsi dei morti (non ha pensato di suicidarsi con la pistola, la sua mente manca di lucidità). I cadaveri però ignorano i due uomini e continuano a correre verso di voi. Siete scioccati ma le sorprese non finiscono qui: in questo momento sentite qualcuno alle vostre spalle urlare. E’ stata pronunciata una parola in una lingua straniera. I morti si bloccano all’istante. Vi voltate e vedete tre uomini (vivi) in mezzo alla via. Vestono di nero, avranno circa quarant’anni e portano i capelli lunghi. Sono a sei metri da voi. Due di loro vi puntano un mitra mentre quello al centro non ha in mano alcun’arma. E proprio quest’ultimo che parla, rivolgendosi a voi: allora… chi di voi ha letto il libro?
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La Spada e La Strega (2)
E’ molto difficile, se non impossibile, trovare Luthien in questo luogo. Con le maschere non si riesce a riconoscere quasi nessuno. Hinox inizia a star vicino alle donne che hanno il colore dei capelli di Luthien, ma della ragazza non vi è alcuna traccia. Sole si dirige verso un generale. E’ facile riconoscerlo, dato che espone una spilla della gilda del ferro con il marchio del suo rango. Quest’ultimo è circondato da diverse persone e tutti lo stanno ascoltando mentre racconta qualche sua impresa in guerra. L’uomo rivela poco sulla situazione a Ovest. Vuole evitare di smorzare gli animi gioiosi della festa. L’unica cosa che dice è che la guerra prosegue ma Eltheria è forte e vincerà sicuramente lo scontro. Ascolta infine le imprese di Sole ma non ha commenti da fare a riguardo. Il chierico poi si avvicina ad alcune dame e riesce infine a ballare con una di loro. Caradoc intanto sta parlando con alcuni di voi e con Astilla. La ragazzina indossa la maschera di un volatile variopinto e ascolta le parole dell’esiliato. Alla fine si volta verso di voi, non sa cosa rispondere. Alla fine però si rivolge a Caradoc: la gilda del fuoco si comporta spesso come voi avete affermato… è che non sono abituata ad avere un guardiano tutto per me. Per quanto riguarda quello che mi è successo durante il viaggio per Incradis… bhè… non credo che io sia la persona più adatta per rispondere. Devo inoltre conoscerla meglio, altrimenti come potrei fidarmi a pieno di voi? Zantes preferisce tenere ancora per un po' l’anello e si allontana per qualche minuto dalla sala da ballo. Oloth invece sta cercando una persona in particolare tra i presenti ma non riesce a trovarla. L’uomo si sta pian piano convincendo che questa persona non è stata invitata al ballo. Lei risponde: attenzione, signor guerriero. Il nome è cosa preziosa di questo mondo, non divulgatelo e non chiedetelo con così tanta leggerezza. La donna che sta ballando con Herlan si separa da lui. Aveva bisogno di un “cavaliere” per poter raggiungere il centro della sala. Compie diverse rapide piroette mentre continua ad avanzare verso un punto della stanza. I suoi movimenti sono ipnotici, tant’è vero che nessuno si accorto del pugnale ricurvo che ha appena estratto e che ha usato per squarciare la gola di una persona intenta a ballare. Si tratta di una donna con una maschera da cerbiatta, ossia l’unica figlia del re. Qualcuno urla, attirando così l’attenzione di tutti. La musica si interrompere. La principessa di Icrandis leva la testa all’indietro e inclina il corpo. Il sangue inizia a zampillare verso l’esterno, spinto dalla pressione e dai battiti del cuore. Inonda e tinge di rosso un lato della maschera di coniglio indossata dalla sua assassina. Quest’ultima non si è mossa da quando ha sferrato il mortale fendente, come se volesse godersi il momento. La principessa avvicina una mano alla ferita ma non riesca a toccarla. Le forze la stanno abbandonano rapidamente. Crolla terra. L’impatto con il terreno le provoca dolore. La ragazza sembra così aver ripreso delle energie… sufficienti solo per afferrarsi il collo e agitarsi nel suo stesso sangue. I suoi movimenti ricordano quelli di un pesce fuori d’acqua. Inarca il corpo un'ultima volta, si irrigidisce e infine muore. Le urla del sovrano sovrastano tutti gli altri rumori. Il re è disperato, incredulo e furioso. Si è sporto sul corrimano del balcone interno e i suoi soldati lo trattengono, impedendogli di cadere di sotto. Il sovrano ordina ai suoi uomini di uccidere l’assassina. Diverse lance vengono scagliate contro la donna. La trafiggono e la bloccano in un reticolo di aste di legno e punte di metallo. Il sangue inizia a sgorgare dal corpo come un fiume che straripa dai suoi argini. Il re è disperato e non smette di urlare. Un capitano della gilda del ferro si avvicina al cadavere dell’assassina per sfilarle la maschera. Quando lo fa, il corpo della donna si dissolve. Un simulacro! Esclama il capitano fissando in direzione del balcone interno, come se cercasse delle nuove indicazioni da parte del sovrano. Quest'ultimo grida: cercate dappertutto! Il vero assassino non deve essere lontano. Ha ragione, poiché i simulacri possono essere comandati solo a corta distanza. Il resto dei presenti, nel frattempo, non osano muovere un muscolo… ecco perché i passi di una donna attirano l’attenzione di tutti. Si trova in fondo alla stanza, circondata da diversi invitati. Tutti si voltano verso di lei e si scansano lasciandole così libero il passaggio per il centro della stanza. Quella donna veste di nero, è bassa, magra e indossa la maschera di un cervo. C’è un gran silenzio, adesso, nella stanza. Si può udire solo il crepitio del fuoco nei bracieri e i passi della donna. Anche il re è incuriosito da quella figura. Lei raggiunge il centro della sala, alza lo sguardo in direzione del balcone e dice: io comandavo il simulacro! Il re esplode dalla rabbia: chi sei? E come hai osato uccidere mia figlia? Meschina bastarda che attacca senza mostrare il volto. Vuoi vedere il mio volto? Con un gesto delicato, la donna fa passare la sua mano all’altezza del volto, come se rimuovere un velo invisibile di fronte a lei. Per magia, la maschera da cervo scompare, ad eccezione delle corna, rivelando sotto di essa la presenza di una maschera, da gufo. Ecco il mio volto! Risponde lei. La sua voce è cambiata ora che ha rimosso la maschera da cervo: sembra essere doppia, come se un eco sinistro e inquietante accompagnasse ogni sua parola. Il re è spaventato ma pur sempre accecato dalla rabbia. Urla sempre più forte: folle scellerata che cerchi di imitare "lei"! Vuoi attirare le "sue" attenzioni? Rimuovi quella maschera! La donna non risponde. Il re si rivolge ora al capitano della gilda del ferro: uccidetela! L’uomo infatti è vicino a lei. Il guerriero però ha paura è fissa il suo sovrano con un’espressione pietosa sul volto. Il re allora si rivolge a tutti i presenti: ascoltatemi! Lei non è "chi cerca di farci credere"! Io offro un desiderio al primo che mi porta la sua testa! E’ una proposta molto ghiotta, ma nessun soldato ha il coraggio di fare la prima mossa. Il dubbio attanaglia le loro menti.
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I.N.S. - In Nomine Simplex - Gruppo II
Giovanni risponde: ma non sappiamo se c'è una via di uscita nei sotterranei... maledizione! Non resisterò ancora per molto (si riferisce al fatto di trattenere la porta).
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I.N.S. - In Nomine Simplex (Parte 2)
@Vittorio (flashback) @Michele - (tutti) Nota: leggete tuti la parte dedicata a Michele poiché l’inquisitore ha chiesto di essere aggiornato sulle ultime novità di Ivrea (anche gli altri pg saranno informati su quello che è accaduto in città durante la vostra assenza). In questo modo evito di ripetermi nel post. Della Torre, una volta nel duomo, convoca nel suo ufficio padre Bartolo e padre Guglielmo (due dei tre parroci presenti a Ivrea… escludendo gli inquisitori). I due uomini spiegano che a Ivrea sono iniziati i lavori per la riconquista della città perduta. Si tratta di un progetto fortemente voluto e in parte finanziato da Augusto Sibillini (il ricco vedovo che si è trasferito da Biella e che ha comprato la casa di caganzzo). Ci sono stati diversi attacchi di morti ma, per miracolo, nessuno degli abitanti di Ivrea è rimasto ucciso o ferito gravemente… merito degli interventi provvidenziali dei cacciatori e degli excubitores. Le due forze di difesa stanno imparando a coordinarsi e a cooperare tra loro. Chi ha diretto le operazioni di difesa (schierando e comandando sia gli excubitores che i cacciatori) è stata la portavoce Laura Fiamma. Seppur molto giovane, la donna ha dimostrato tutto il suo valore e la sua astuzia. Durante l’assedio, Fiamma aveva già conquistato notorietà e simpatie… ma ora tutto il paese la vede come un’eroina se non addirittura come la vera protettrice della città. Ci sono però diversi gravi problemi. Il freddo dell’inverno si è abbattuto senza pietà su Ivrea e il raccolto scarseggia. Ciò è dovuto (ancora una volta) ai danni provocati dall’assedio di Eleonora. Durante quella notte, infatti, la bambina ordinò ad alcuni morti di dare alle fiamme il campo agricolo. Oggi il cibo scarseggia sempre di più e gli aiuti da parte di Torino sono miseri. L’arcidiocesi ha prestato diversi uomini, soldi e materie prime ad Augusto per la riconquista della città perduta… e ora si rifiuta di aiutare Ivrea per quanto riguarda il cibo e le medicine. Un’eventuale epidemia potrebbe mettere in ginocchio il vostro paese una volta per tutte. La fame e la scarsità di materie prime hanno incrementato il numero di crimini a Ivrea. Il triste risultato però è uno solo… ossia un aumento di condanne e pene eseguite nella pubblica piazza. I due parroci colgono l’occasione per lamentarsi con l’inquisitore della condotta di padre Gabriele. (Padre Gabriele è il giovane frate giunto da Novara insieme ai leoni) Costui infatti si dimostra sempre più indulgente verso i peccatori. Inutile dire che, con il suo comportamento, il giovane frate si è accattivato le simpatie del paese e sono sempre di più gli uomini che vogliono farsi confessare da lui. Durante questo periodo sono arrivati dei nuovi uomini nel paese. Si sono trasferiti a Ivrea e hanno subito trovato delle abitazioni. Tra di loro vi anche dei cacciatori di morti. Infine, ci sono stati altri quattro avvistamenti del “diavolo”. I testimoni affermano di aver visto un uomo con la testa di caprone andare in giro per i boschi che circondano Ivrea. Negli ultimi venti giorni però non c’è stato alcun avvistamento. Dopo il colloquio, Michele consegna i documenti preparati dal papa a Della Vela. L’inquisitore italo-spagnolo ha ora il permesso di andare a Torino per ricevere cure migliori per la sua invalidità. Della Torre viene informato che in città sono appena arrivati i tuoi nuovi conversi. @tutti Ivrea è a conoscenza di ciò che è successo a Roma, questo grazie alle testate giornalistiche. Ovviamente nessuno sa che Andrea Vera è morta. L’incendiaria inoltre dovrà nascondere per qualche altro giorno la sua vera natura femminile. Chianciano infatti dovrà preparare dei (falsi) documenti che possano giustificare il suo comportamento. Il gran maestro templare vuole far credere al Santo Impero che Andrea Vera, per tutto questo tempo, ha lavorato per lui in segreto, spacciandosi per un uomo. Chianciano è stato costretto a comportarsi in questo modo per poter porre rimedio alle omissioni di Alessandro Leoni prima del processo. Adesso Andrea è tornata a spacciarsi per un uomo a Ivrea e si chiede, preoccupata, se i paesani sanno che lei in realtà è una Ombrosi. @Vittorio – Felice Felice ha proposto ad Alessandro di andare al bar. Il romano è depresso per essere stato cacciato dall’ordine. Per tutto il viaggio sul treno, Raffaele non ha fatto altre che parlare con lui nel tentativo di rincuorarlo. Il templare fiorentino approfitta dell’invito di Felice per trascinare Alessandro al bar… nella speranza di farlo distrarre un po' (altrimenti non avrebbe mai accettato l’offerta). Nel locale, che dà sulla piazza del duomo, si è recato anche Vittorio e LaFayette. Manfredi ha appena finito di far vedere la città alla francese. E’ andato a salutare Claudia e sua figlia (presentando anche la francese) e ha portato i bagagli nella sua villa. Ora il cacciatore di morti è libero di tornare nel suo tanto amato locale. Il proprietario del bar lo accoglie stringendogli la mano e confidandogli che aveva sentito la sua mancanza. L’uomo ne approfitta per rivelare a Vittorio un po' di pettegolezzi: lo informa che la villa accanto alla sua (disabitata da molti anni) è stata appena comprata da un cacciatore di morte appena trasferitosi a Ivrea. A quanto pare Vittorio tornerà ad avere un vicino di casa. Il proprietario del bar, in modo molto discreto, rivela a Manfredi che questo cacciatore sta occupando la sedia del locale riservata proprio a Vittorio. Tale cacciatore non sa che è seduto su una sedia riservata. Vittorio gli rivolge uno sguardo. Sul tavolo riservato a lui c’è una donna e un uomo. Potranno avere circa sessantacinque anni. Lui è a dir poco imponente. I tratti del volto sono nascosti da una folta barba grigia, baffi e sopracciglia. Argentati sono anche i suoi capelli. Ha mani possenti e un corpo così grande che, a confronto, tutti gli oggetti a contatto con lui (sedia, tavolo, boccale) sembrano minuscoli. Veste abiti scuri e sopra le spalle indossa un cappotto imbottito con la lana di una pecora nera… il che lo rende ancora più grande. Siede scomposto, curvo in avanti e con i gomiti sul tavolo. La donna che sta facendo compagnia al gigante è un’elegante ed esile signora vestita con abiti scuri. Ogni suo movimento rivela la sua educazione e la sua appartenenza a una casta aristocratica. Il suo abito è lungo, sobrio e di un tessuto raro da vedere in questi tempi. I suoi capelli sono coperti da un cappello la cui forma ricorda un turbante. Lei e il gigante stanno parlando. Da quello che sentite, scoprite che i due si sono appena conosciuti… ma all’uomo già piace moltissimo quella raffinata signora. Lei gli rivela che un tempo, in gioventù, era un’attrice. Gli racconta del teatro, di alcune sue opere come Macbeth. Lui le dice che viveva tra le montagne e gli spiega come far nascere un vitello. I due, nonostante vengano da mondi completamente diversi, sembrano diversi molto. Infine la signora chiede di formulare una domanda personale: perché siete diventato un cacciatore…a quest’età? Il gigante guarda fuori dalla finestra: lo vedete? E con un cenno del capo indica un ragazzino di appena sette anni che gioca con altri bambini in piazza. Si, risponde lei. E’ mio nipote. Non mi rimane altro che lui. Ho bisogno di difenderlo e di guadagnare qualcosa per lui. E voi, signora, come mai avete deciso di diventare un cacciatore? Perché, mio caro, a me non è rimasto niente. Il proprietario del locale, intanto, spiega a Vittorio che è proprio quella donna anziana la cacciatrice che ha comprato la villa vicino la sua casa. Manfredi e LaFayette siedono su un altro tavolo. La francese inizia a parlare con Vittorio: dunque è qui che ti sei nascosto per tutto questo tempo?! Mi ricordo che un giorno ti dissi che avrei voluto vedere Ivrea con te… cerco non mi aspettavo di farlo in queste circostanze. Ma sentitemi… sempre triste e noir come sempre! Parlami di Miriam… sorride …cosa c’è tra voi due? Felice, Alessandro e Raffaele hanno preso un altro tavolo del locale. Con loro c’è anche Alice. La ragazzina si volta verso il proprietario del bar, alza una mano e ordina una birra. Raffaele le fa scendere delicatamente il braccio e, sorridendo, risponde: tu prendi acqua minerale. Sono grande per bere! Hai mai bevuto alcolici? Chiede Alessandro leggermente interessato a quello che capita attorno a lui. Si, parecchie volte! Raffaele non sa se la ragazzina dice il vero o vuole solo pavoneggiarsi. Ad ogni modo il fiorentino prova a convincerla con un'altra tattica: se bevi con noi degli alcolici allora dovremmo informare Spina… e lei non ci darà più il permesso di parlare con te. Allora non dirgli nulla. Raffaele si accascia sullo schienale della sedia e ridacchia: mi arrendo! Un sorriso beffardo si forma anche sulle labbra di Alessandro. Lui e il fiorentino però smettono di ridere e restano sorpresi quando Alice, rivolgendosi a Felice e Alessandro, dice: allora a Roma vi hanno silurato, eh?!... ora guarda solo Felice …e adesso vuoi fondare un gruppo di cacciatori. Per prima cosa devi diventare cacciatore… e per farlo devi inviare una richiesta all’arcidiocesi. Loro ti manderanno una risposta e una lettera convocazione. Allora dovrai recarti a Torino per iscriverti come cacciatore di morti e ricevere il foglio di via, dopodiché dovrai presentare altri uomini con il tuo stesso documento e fondare il tuo gruppo… che non dovrà mai superare i dieci iscritti, te compreso. Per accelerare i tempi e per accattivarti le simpatie dell’arcidiocesi dovresti chiedere ad alcuni uomini di inviare a Torino delle lettere di raccomandazione nei tuoi confronti. Questi uomini dovranno essere capi di altre squadre di cacciatori, ecclesiastici o al massimo portavoce. @tutti Anche se siete appena tornati a casa non avete molto tempo per riposarvi. E’ richiesta la vostra presenza a Vercelli. I templari e i cacciatori di Ivrea stanno decidendo chi tra loro dovrà partire per quella città. ------------------- Effetto film
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La Spada e La Strega (2)
@Herlan
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La Spada e La Strega (2)
@Herlan Qualcuno ti ha preso per mano e ha iniziano a spingerti. Si tratta di una donna vestita con lussuosi abiti rossi e ha il volto coperto da una maschera di coniglio. Ti porta al centro della sala e inizia a ballare con te (molti altri stanno danzando in questo momento). Lascia condurre me! Senti la sua voce sotto quella maschera.
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La Spada e La Strega (2)
@tutti È un nuovo giorno ad Icrandis. La mattina presto ha piovuto e fa molto freddo. Poche ore fa in una delle piazze principali sono state eseguite delle condanne a morte per un gruppo di uomini che avevano commesso diversi crimini: sono stati impiccati due uomini accusati di stupro e un ragazzino della gilda del fuoco accusato di omicidio plurimo. I loro corpi resteranno a penzolare per un giorno intero. Giunti alla sera vi recate nel palazzo del re. Entrate nel salone con indosso le vostre maschere. Ovviamente siete stati privati di tutte le vostre armi. Selexia non è con voi poiché la dragonessa non aveva l’invito. La sala in cui si svolgerà il ballo delle bestie è grande, ben illuminata e scarsamente arredata per renderla il più spaziosa possibile. Su una delle quattro pareti vi è un balcone interno dove è stato posto il trono per il re, insieme ad altre sedie per i suoi consiglieri più fidati e per la sua unica figlia (la regina è morta anni fa). L’unica erede al trono di Icrandis non si trova su quel balcone ma è scesa per ballare ed indossa una maschera da cerbiatta. Un gran manipolo di nobili vi circonda e il perimetro della stanza è costantemente presidiato dai campioni della gilda del ferro e dai migliori guerrieri di una confraternita (lottatori dell’arena) al servizio del re. Per ordine di sua maestà anche i membri della gilda del fuoco di Icrandis sono stati invitati a questo evento. @Caradoc @tutti Viene suonata della musica e le danze hanno inizio. Di tanto in tanto, tra un ballo e l’altro, il re si alza dal trono per alcuni suoi discorsi: nomina un cavaliere, rinnova un’alleanza con un altro nobile… In un altro dei suoi discorsi, il sovrano dice che tra i presenzi si trova una donna della gilda del fuoco chiamata Luthien. La saluta (non rivelando la sua identità) e informa i presenti che lei si trasferirà a breve in una città di nome Faisson. Il re si complimenta questa donna e le augura tutta la fortuna del mondo. A quanto pare il trasferimento a Faisson è da considerare un grande onore. Il sovrano si congratula anche con il padre di questa ragazza. Quest’ultimo si trova sul balcone vicino al re: è un uomo basso, gobbo e con un rubino al posto dell’occhio (alcuni di voi dovrebbero ricordarlo). Il sovrano ha anche delle parole per alcuni di voi. Il vostro coraggio contro il mimic non è passato inosservato. La gilda del ferro di Icrandis quindi ha deciso di promuovere Sole, Leidorl e Herlan. Costoro riceveranno le spille dell’ordine del ferro. Potranno fregiarsi di tale onore e acquistare oggetti magici… ma non sono ancora entrati del tutto nella gilda. Ciò vieta loro di partecipare alle missioni dell’ordine e di fare carriera in qualche esercito. Se volete potete parlare tra di voi e dirvi cosa avete fatto/scoperto il giorno prima.
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La Spada e La Strega (2)
@Herlan @Sole @Rhaen
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La Spada e La Strega (2)
@Rhaen @Herlan @Sole – Zantes @Oloth
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La Spada e La Strega (2)
@Rhaen @Sole – Zantes
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La Spada e La Strega (2)
@Oloth @Rhaen @Sole – Zantes @Herlan
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La Spada e La Strega (2)
@Caradoc @Rhaen
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La Spada e La Strega (2)
@Rhaen
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La Spada e La Strega (2)
@Caradoc @Oloth
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La Spada e La Strega (2)
@Rhaen @Oloth @Herlan @Caradoc @Sole @Zantes
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I.N.S. - In Nomine Simplex - Gruppo II
Correte verso l’uscita della chiesa ma un morto vi sbarra la strada. E’ appena apparso sull’uscio della porta (vi ha raggiunto passando su una delle strade attorno la chiesa). Si tratta del cadavere di un uomo adulto. Indossa abiti logori e la sua carne è in pieno stato di decomposizione. Gli manca un occhio e diverse sezioni di pelle, muscoli e altri tessuti. I vostri compagni urlano per lo spavento. Il cadavere, mentre si lamenta e geme, afferra per le spalle Giovanni. Uno scarafaggio esce dall’orbita dell’occhio mancante per poi scivolare sulla schiena di quel morto. Adriano spinge via il cadavere liberando Rei. Da fuori la chiesa si accalcano altri morti. Non avete il tempo per vedere quanti sono. I vostri compagni chiudono la porta della chiesa e cercano un modo per sbarrarla. I cadaveri si accalcano contro l’esterno della porta e cercano di entrare. Decine di braccia in necrosi vengono infilate tra le ante della porta e si protraggono verso di voi. Altri morti invece battono nelle vetrate. Siete circondati. Usate i vostri corpi per bloccare la porta ma non potete star lì in eterno.
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La Spada e La Strega (2)
@Oloth
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La Spada e La Strega (2)
@Oloth
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La Spada e La Strega (2)
@Sole – Zantes
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La Spada e La Strega (2)
@Rhaen @Herlan @ Hinox @Zantes @Zantes – Sole @Caradoc @Oloth
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I.N.S. - In Nomine Simplex (Parte 2)
@Massimo – Felice Provate in ogni modo a salvare la vita di Furio. Quando Felice crede di aver stabilizzato le ferite del templare, corre a cercare aiuto. Al suo ritorno però trova il fratello privo di vita. La scheggia è entrata troppo in profondità nel collo. Massimo spiega che ha tentato di salvarlo. Ogni suo sforzo però è stato vano. @Michele Sonia approfitta del tuo invito per girare tutta Roma. Sa benissimo che un’occasione come questa (probabilmente) non tornerà mai più. Visitate i monumenti più importanti e girate per i negozi fino all’ora del coprifuoco. Per la prima volta hai visto il lato femminile e felice di Sonia. -.-.-.-.- 03 – 02 – 1958 Effetto film 04 – 02 – 1958 Effetto film 05 – 02 – 1958 Siete stati chiamati tutti quanti nella rocca templare di Roma. Chianciano deve emanare la sentenza per fratello Felice. Il gran maestro legge la sentenza che tutti voi vi aspettavate: Felice è stato cacciato fuori dall’ordine dei templari ma non la sua pena non viene inasprita ulteriormente per l’omicidio di Antonio Dalmasso. Chianciano però ha altro da aggiungere: anche Alessandro Leoni viene cacciato dall’ordine per aver mentito al gran maestro. Questa è una notizia che stravolge il romano. 06 – 02 – 1958 Poco prima delle luci dell’alba vi radunate nella stazione di Termini per prendere il Serafino. Siete ancora nella fascia oraria del coprifuoco ma, in via del tutto eccezionale, potete uscire fuori dai vostri alloggi per salire sul treno. Fa molto freddo, c’è anche un po' di nebbia e tutti voi indossate capi pesanti. Non sarete gli unici passeggeri del Serafino. Con voi infatti salgono diversi cacciatori di morti che dovranno trasferirsi a nord. Fosciani, impeccabile come sempre, è in anticipo rispetto a voi. Controlla i vostri biglietti e fa salire le donne prima degli uomini, a cominciare da Iolanda D’Aquino. La portavoce di Firenze infatti è ancora in convalescenza e non deve affaticarsi molto. Anche Miriam è una delle prime a salire sul treno. Astore, negli ultimi giorni, si è dimostrata distaccata e assente… specialmente nei confronti di Vittorio. Uno alla volta salite sul Serafino e prendete posto. Raffaele sta per salire anche voi ma qualcosa attira la sua attenzione: arrivo subito! Vi dice. Effetto film -.-.-.-.-.- Abbandonate Roma. Il viaggio è tranquillo e senza alcun problema. Vi fermate per qualche minuto a Firenze per poter lasciare Iolanda. Raggiungete Torino e, a mezzogiorno, ritornare a Ivrea. Il sole è parzialmente coperto dalle nuvole e fa molto freddo. Vi sorprendete nel vedere che molti uomini si trovano nell’Ivrea perduta. In vostra assenza infatti sono iniziati i lavori per riconquistare (e ristrutturare) questa porzione di città. Molti sono i lavoratori intenti a sgomberare le strade dalle macerie. Alcuni cacciatori di morti stanno presidiano i confini. Altri invece si trovano tra i lavoratori, per poterli difendere da possibili morti nascosti negli edifici. C’è persino Alice Soli. La ragazzina non si è ancora ripresa del tutto (frattura alla caviglia) ma è tornata a camminare e ad abbracciare i fucili. Tra i cacciatori vedete anche Iorio. L’ultima volta che l’avevate visto era svenuto per la paura. L’uomo ha i capelli completamente bianchi. Anche cagnazzo si trova tra i cacciatori di morti nell’Ivrea perduta. L’uomo si è fatto istallare una protesi di legno al posto dell’arto amputato. Il braccio finto è piegato di novanta gradi verso il torace, così da poterlo usare per reggere la doppietta quando deve ricaricarla.
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La Spada e La Strega (2)
@Oloth @Rhaen @Sole @Herlan @Hinox @Caradoc @Zantes
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La Spada e La Strega (2)
@Zantes @Tutti – flashback (la sera prima) Selexia ha appena preso Zantes nella locanda e lo ha portato con lei nella sua stanza. Poco dopo sentite il senzanome alzare la voce. Sembra ribellarsi ai capricci di Selexia. Subito dopo però sentite la dragonessa reagire e pestare il vostro compagno… che ora urla e piagnucola mentre Selexia continua a infierire. ---- @Oloth @Herlan – Leidorl @Sole @Rhaen @Hinox @Cardoc
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I.N.S. - In Nomine Simplex - Gruppo II
Giovanni apre bocca per rispondere poi però si blocca. Dopo un po' risponde: bhè… a questo non ci avevo pensato! E’ ovvio che il sangue non è del suicida. Laerte continua: è semplice… qualcuno è stato appena ucciso o ferito …e noi non abbiamo controllato tutta la chiesa. La sua osservazione vi fa riflettere. Vi rendete conto che vi trovate in un’area che non è sicura. Non avete controllato tutte le stanze della chiesa. La paura inizia a giocare brutti scherzi. Lì dove ci sono semplice ombre, voi vedete mostri e creature intente a osservarvi. Ci stiamo facendo solo condizionare… dice ad alta voce Dorotea nel tentativo di calmarsi. Un rumore fuori dalla chiesa vi fa sobbalzare. Qualcosa sembra essere precipitata al suolo. Questo però non è frutto della nostra immaginazione… dice pidocchio …tutti abbiamo sentito quel suono! Giovanni si affaccia per controllare. Si rilassa poco dopo e dice: tranquilli! E’ caduta una vecchia finestra. Laerte però vuole essere scrupolo ed esce dalla chiesa per controllare meglio il perimetro, restando comunque vicino all’entrata della chiesa. Pidocchio e Giovanni lo seguono. Cristina risponde: ma sei sicuro di voler scendere di sotto? E’ troppo rischioso. Dorotea però interviene: siamo venuti fin qui… tanto vale controllare! Non vorrai mica tirarti indietro? E perché no?! Torniamo a Venezia e denunciamo tutto all’arcidiocesi. Nel frattempo Marco trova un’inferriata tra due colonne. Attraverso quelle sbarre è possibile vedere una scalinata di pietra che scende verso il basso e scompare nel buio pesto. L’inferriata è bloccata da una catena e un grosso lucchetto arrugginito. Domenico intanto controlla la croce dietro l’altare. Si tratta di un crocefisso alto più di due metri. Alla sua base c’è un piccolo cassetto. Era usato dal prete per conservare il calice e tutto l’occorrente per la comunione. Domenico apre quel cassetto e al suo interno trova un libro nero. E’ vecchissimo e in pessimo stato. Avete l’impressione che possa “sbriciolarsi” da un momento all’altro. Posate il libro sull’altare. Il titolo è appena leggibile: Damnati. Lo aprite e lo sfogliate. Sulle pagine c’è un alfabeto -> Click che non avevate mai visto. Ora non vorrete dirmi che questi scarabocchi sono delle parole? Chiede incredulo Adriano. Siete troppo rapiti dalla scoperta per dar peso alle sue parole. Chiunque abbia maneggiato il libro (prima di voi) ha allegato e incollato su alcune pagine alcuni fogli con delle note personali. Queste sono scritte in italiano e sembrano recenti. Alcune note Tra le pagine del libro trovate un’altra nota. Si tratta della traduzione di un’intera pagina… che presenta solo un numero molto ristretto di frasi. La traduzione (questa volta) non è in italiano. Si tratta della stesura della pronuncia di quelle frasi. Santo cielo!... esclama Adriano …ma che roba è? Cristina tocca quella nota con l’indice e legge ad alta voce la prima parola: Kanda… Passate altro tempio a studiare quel libro ma una violenta raffica vi sa sobbalzare. Il vento ha spalancato la porta della chiesa e vi ha investito. Le stranezze non finiscono qui. Un ruggito disumano e sempre più cupo si solleva dalla scalinata dietro l’inferriata. Gli altri vostri compagni rientrano nella chiesa e si fermano sull’uscio della porta. Che cavolo era “quello”? Chiede Giovanni riferendosi al ruggito. Dorotea ha notato un movimento sospetto sulle travi sopra il soffitto, proprio vicino l'uscio della chiesa. Afferra la torcia di Laerte (l’aveva lasciata sull’altare) e punta un fascio di luce in quella direzione. La luce si riflette negli occhi di una creatura rannicchiata sulle travi. Sembra un uomo piccolo e deforme, senza capelli e vestiti. Ha la testa grande, il corpo magro e torto, le gambe arcuate, le braccia lunghe e gli artigli affilati. Si è innervosito quando gli è stata puntata la luce. Ruggisce verso di voi e scappa via. Il suo era un verso stridulo e acuto. Alcuni di voi urlano per la paura. Qualcuno, in questo momento, si accanisce contro la porta sotto la botola (dove dovrebbe trovarsi il suicida). Nel primo piano della chiesa, qualcun altro inizia a correre. Sentite quei passi mentre si avvicinano verso di voi. Nel calice sull’altare intanto è ricomparso del sangue.
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La Spada e La Strega (2)
@tutti Selexia è capricciosa e pretende una taverna di lusso. Non c’è ne sono molte aperte a quest’ora (tarda notte) ma ne riuscite a trovarne una in periferia, in un posto tranquillo e lontano dal centro di Icrandis. All’interno della locanda non c’è nessun cliente (sveglio). Il locandiere può dedicarsi interamente a voi. Prendete un tavolo all’angolo della taverna, proprio vicino a una grande finestra le cui piastre in vetro (dai riflessi verdognoli) non permettono di vedere all’esterno, salvo qualche ombra. Un gran fuoco proietta per tutta la stanza una luce ambrata. Ciò crea una calda e accogliente atmosfera. Mangiate carne speziata e bevete da calici di metallo. Oloth sente dolore a ogni morso (per via del pestaggio subito). Selexia è tra di voi. Si mette a suo agio vicino a Herlan e Leidorl. Si rivolge a tutti voi: per farla corta… circa novant’anni fa, Eltheria era sotto il dominio delle creature del Buio. L'essere umano viveva arroccato in diversi feudi sparsi per tutto il regno. Erano delle vere e proprie città-stato con un proprio re e delle proprie leggi. Un giorno, il figlio di un signore di una di queste città, si levò contro il Buio. La sua casata era ad un passo dalla caduta e quel figlio di nobile doveva far qualcosa per evitare il triste destino. Ovviamente quel figlio era Armac… Selexia interrompe il suo racconto perché l’oste ha portato al vostro tavolo altro idromele. La dragonessa continua poco dopo: sappiamo tutti come è andata a finire la storia: Armac e la strega dei gufi riescono a sconfiggere il Buio, Armac diventa il re e fa esiliare la strega. Quest’ultima si vendicherà su re scagliandogli la famosa maledizione -> Click. Ora… dovete sapere che il Buio era capitanato da un essere malvagio! E’ quello che in passato veniva definito un “signore del Buio”. E’ una creatura che comanda sui mostri e può usare l’oscurità per alimentare la sua magia. L’ultimo signore del Buio è stato ucciso da Armac molti anni fa… questo è certo! Ma a quanto pare un nuovo signore del Buio ha fatto la sua comparsa su Eltheria… e, ascoltando i vostri racconti, ha già conquistato un soprannome: re teschio, giusto? La fiamma della candela sul vostro tavolo trema e si rimpicciolisce… poi torna ad ardere come prima. Se il re teschio è furbo… e lo è …prima di scagliare il suo attacco contro Eltheria, deve prima recuperare l’eredità del precedente Signore del Buio. Ciò consiste in quattro obiettivi: l’arma, l’esercito, il destriero e ovviamente i luogotenenti. Il re teschio deve recuperare tutto ciò prima di poter iniziare la sua guerra. Non c’è modo per impedirgli di formare un’armata. Per un Signore del Buio infatti è facile richiamare a se i mostri dell’oscurità. Per quanto riguarda l’arma e il destriero… bhè …sono venuta qui a Icrandis per scoprire cosa vuole il re teschio. In altre parole: a Icrandis ci sono dei libri che possono indicarmi che tipo di arma e che tipo di destriero può aver suscitato l’interesse del re teschio. E ora arriviamo alla parte peggiore di tutta questa storia… i luogotenenti. Armac non riuscì a ucciderli ma li imprigionò in alcuni luoghi perduti sparsi per tutta Eltheria. Il re teschio, per liberarli, deve compiere un rituale… rituale che prevede anche un sacrificio nel luogo in cui i luogotenenti riposano. Selexia si avvicina a voi, dal suo sguardo capite che la dragonessa trova stimolante questo racconto (anche se sa benissimo che non deve trovarci nulla di divertente): non si devono sacrificare normali creature viventi… ma esseri denominati “chiavi”. Io sono riuscita a individuare sei di queste chiavi… Due erano al servizio di re teschio. Sto parlando di Bracciodilama e Mezzafaccia. Le altre quattro chiavi sono qui, al tavolo con noi: Zantes, Sole, Oloth e Herlan. Voi quattro venite da un’altra realtà… me ne sono accorta …questo vi permette in qualche modo di risvegliare i luogotenenti tramite il sacrificio della vostra vita. Selexia si alza di colpo, non riesce a smettere di sorridere: mi sono stancata… ho parlato anche troppo. Mi ritirerò nelle mie stanze. Domani, se ne avrò voglia, continuerò il resto del mio racconto. Pagate voi anche me. Mentre abbandona il tavolo, la dragonessa afferra Zantes dal colletto (dietro la testa) e lo costringe ad andare con lei. Astilla è stata così rapita dalla storia di Selexia che si volta verso di lei, prende un po' di coraggio, e dice: ma io ho ancora delle domande. Le domande a domani! Taglia corto la dragonessa senza degnarla di uno sguardo. @Zantes @tutti Il giorno dopo. Fa freddo nonostante il sole brilli su un cielo limpido. Icrandis viene definita “la città bianca” per via delle caratteristiche pietre bianche usate per creare le strade, i primi edifici e le mura. Queste però non sono più bianche poiché sono state ristrutturate (dopo essere state danneggiate da decine di assedi) usando pietre scure e più resistenti. La maggior parte della città è stata costruita su una pianura e un fiume attraversa il suo centro. Le strade principale sono grandi e spaziose. Da loro si diramano tantissime vie secondarie, formando una caotica ragnatela di stradine che si irradiano nei quartieri. Incrandis è anche famosa per essere un punto di riferimento per ogni viandante. Molti stranieri passano per questa metropoli prima di intraprendere un viaggio nella nazione. Questo è dovuto al fatto che a Icrandis passa un’importantissima arteria commerciale che collega il regno al resto del continente. Si può benissimo dire che la “città bianca” è l’anticamera di Eltheria. Il re di Icrandis è un vedovo e capo della casata Akrones. Si tratta di una delle famiglie più controverse del regno. Cento anni fa, i parenti del re di Icrandis tentarono di fermare l’ascesa al potere di Armac… poi però gli offrirono i loro servigi quando si resero conto che l’uomo stava trionfando contro il Buio. Gli Akrones quindi capirono che potevano ottenere molto potere se avrebbero appoggiato Armac nella sua battaglia contro l’oscurità. Approfittando della ghiotta occasione, gli Akrones riuscirono ad accattivarsi le simpatie di Armac e quest’ultimo, una volta divenuto re, volle ricompensargli donandogli il comando di Icrandis. Gli Akrones sono uomini molto religiosi (devoti a Cosm). Si vocifera che siano stati loro a suggerire ad Armac di esiliare la strega dei gufi dal regno di Eltheria… ma questa storia è molto confusa e piena di irregolarità. Parlando di religioni… Icrandis è una metropoli ricca di credi e templi. E’ possibile trovare, in questa città, moltissime chiese dedicate a un gran numero di divinità, persino quelle minori. Non mancando neanche piccoli santuari dedicati a Kratoa (data la vicinanza con l’omonimo vulcano). Si tratta però solo di monumenti volti ad abbellire Icrandis. Il culto di Kratoa infatti non è più seguito in città. Ultimamente a Icrandis si sta dando la caccia ad un assassino. Si tratta di un ragazzino di tredici anni. E’ scappato dalla Casa della scintilla (c’è una Casa anche in questa città) e con il suo potere del fuoco è riuscito a uccidere, durante la sua latitanza, cinque guardie reali. La taglia sulla sua testa, vivo o morto, è di cinquemila monete d’oro. Viene descritto come un ragazzo piuttosto alto per la sua età, magro, con capelli corti e castani e occhi color nocciola. L’ultima volta che è stato avvistato indossava un lungo e logoro vestito bianco. @Oloth @Sole @Herlan – Leidorl @tutti