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Latarius

Circolo degli Antichi
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  1. Gli occhi mi brillano dietro gli occhiali a specchio nero mentre mi si accende ancora di più, in mente, la consapevolezza di dover muovere il culo. Afferro la chiave della motocicletta e corro verso il blocco del parcheggio.
  2. La donna si siede su uno dei ceppi d'alberi e si china in avanti prendendo un pugnale da dietro la schiena. Lo conficca nel terreno ed inizia ad abbozzare i contorni approssimativi della foresta. «Non andiamo di solito oltre la metà settentrionale della Kitcjar...» alza gli occhi su di te, poi si corregge nella lingua comune «La... foresta nera. Solamente in inverno, quando le fenrje... le bestie... si rifugiano più a meridione...» Scrolla le spalle «Per un'armata la via usabile è una sola, ma questo lo sai già vero.... miskì?» lancia un'occhiata agli uomini dietro di lei e poi riprende a parlare, quasi inizia a venirti il dubbio che a parte lei gli altri non sappiano la lingua comune. «C'erano altre via una volta, che scendevano dalle montagne. Ma i passi divennero impraticabili e la foresta reclamò quelle piste. Kitcjar ontia skyntie...» pronuncia le ultime parole, che non comprendi quasi come se fosse un qualcosa di religioso o comunque qualcosa in cui le creda fermamente. «La Kitcjar è vasta e non ci sono due luoghi uguali. In alcuni punti così fitta che il giorno è come la notte. Ma ci sono radure, piccole e grandi. E la vegetazione varia dal permettere il passo a cavallo ad ostacolare persino un uomo appiedato. Niente ripari. Una vecchia torre sorgeva nella foresta. Ora solo pietre coperte da un tappeto di erba. Una vecchia fortezza abbandonata sul passo ad est, mai avvicinata, troppo lontana. Morta». «Dipende» risponde alla domanda sul corso d'acqua «A settentrione solo un punto capace di sostenere molti uomini ed animali. Se si parla di piccoli rifornimenti ci sono molti rivoli d'acqua e qualche piccolo ruscello». Quando parli di luoghi degni di nota si incupisce «Krom Kjruach oni'niskye. L'antro di Krom Kjruach...» quando te lo accenna uno degli uomini, il più vecchio tra loro, le afferra un braccio e le parla nella loro lingua, non riesci a capire se sia spaventato o arrabbiato; lei per tutta risposta gli risponde freddamente e libera il braccio con uno strattone tornando a rivolgersi a te «Un luogo proibito. Lì l'erba non cresce e gli animali non osano avvicinarsi. Ma non ti servirà a nulla, miskì». Scuote il capo quando chiedi se li hanno visti ma non ti da ulteriori spiegazioni in merito. La donna tira su rumorosamente con il naso prima di risponderti «Quindici inverni, miskì. Meglio di noi solo la Luna e le Stelle».
  3. Mi guardo intorno continuando a cercare i russi, anche se ho fatto il prima possible dubito di aver fatto comunque in tempo. Essendo il loro un volo privato, avrà sicuramente tempi di atterraggio e sbarco di gran lunga ridotti, questo ignorando anche il non dover aspettare per i bagagli. Lancio un'occhiata fuori per capire se scorgo i miei obiettivi o l'aereo in questione. Poi sposto l'attenzione sul pianoforte soffermandomi alla citazione western Non sparare al pianista, eh? Alzo le spalle e mi avvicino al vecchio seduto davanti al pianoforte.
  4. «Grazie infinite! Lei è il mio eroe!» esclamo attirandolo a me per schioccargli un improvviso bacio sulla guancia prima di fuggire via verso il Terminal 7. Quando sono lontana dalla sua vista prendo il cellulare e mando un veloce messaggio alla venditrice: Terminal 7.
  5. Ah, ma quindi niente pensione su personale isola privata* per Jade dopo tutto sto lavoro a titolo gratuito!? *Shhh. Che non c'ho 'na lira e non ci credo manco io...
  6. «La ringrazio!» esclamo mandandogli un sorriso caldo e prendendogli la mano tra le mie «Da Night City, doveva atterrare a mezzogiorno... un volo privato...» piego un po' la testa di lato continuando con gli occhioni.
  7. Mi affretto verso il ragazzo con un'aria chiaramente affannata. «Senta! Guardi, mi deve aiutare! La prego, la prego!» Esclamo mangiandomi le parole di fretta, vista la mia non-altezza mi viene naturale potermi premere contro il bancone sporgendomi verso il ragazzo. Mettendo ancora più in mostra la mercanzia che già si alza e si abbassa, come la marea, per via del respiro affannato. «Mi deve aiutare la prego! Ho preso il volo di corsa per fare una sorpresa ad un... amico...» guardo di lato fingendomi imbarazzata prima di tornare a guardare il giovane con occhi da cerbiatto «Doveva arrivare poco fa ma non so il terminal o il gate di arrivo. La prego. Devo assolutamente raggiungerlo prima che lasci l'aeroporto!»
  8. Kaeros'nyn - Rei Hououmaru La guardo torva senza proferire parola, se al mio posto ci fosse stato un altro fratello, più intransigente, non mi sarei meravigliata se avesse preso la sua pelle per usarla come tendaggi per il museo. Quella risata è tale da innervosire persino me, ridere di una tale ferita, mai guarita e antica di eoni, è un qualcosa di molto difficile da lasciar correre. Ma resto in silenzio, anche quando Zaida si rivolge al mio alleato ed al suo nuovo amico.
  9. In memoriam.
    Avocato.
    Press F to pay respect.

     

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    2. Pippomaster92

      Pippomaster92

      Si, è un piccolo grande spoiler!

      Io l'ho apprezzato più per il lato drammatico che per quello comico, e un paio di cose non mi sono piaciute troppo (KVN è praticamente Claptrap di Borderlands). Secondo me comunque merita molto, ha un'ottima colonna sonora e alcune scene sono costruite davvero bene. 

      @Mezzanotte Gravity Falls vale la pena vederlo, fidati di me!

    3. Latarius

      Latarius

      Neanche io se è per questo ho visto Graviti Falls. Comunque la musica è stata fatta proprio per la serie (o quasi), l'album della tizia con 'sta canzone è tipo in fase di preordine.

      Si, comunque sono d'accordo con Pippo. Parte come una serie dall'aspetto demenziale, eppure ha dei lati tragici che ho davvero amato. 

    4. Pippomaster92

      Pippomaster92

      E anche dei momenti molto epici: la puntata da cui viene questa traccia ha delle scene fichissime!

      GF lo consiglio a tutti, è molto intrigante. La prima stagione è completamente composta da episodi autoconclusivi, o quasi, molto belli comunque; ma la seconda stagione (sono solo due) è fenomenale. 

  10. Jonathan Hekmatyar Scoppio a ridere fragorosamente. «Va bene, va bene. Ma non ti arrabbiare! Poi ti rovini la pelle e ti ricopri di rughe Splendore! Comunque ora si che riconosco la Vipera!» lancio un'occhiata al russo fermandomi a riflettere un attimo «Ve li consegniamo ma... vogliamo una parte del compenso oppure niente! Ci si vede qui a - ... - allora! Adios! Ah... no... quello era spagnolo...» Esclamo prima di staccare definitivamente la comunicazione. L'idea è quella di indicare loro una location plausibile ma che faccia perdere loro un bel po' di ore mentre noi continuiamo tranquillamente per la città.
  11. Recupero la mia sacca e vado alla ricerca di uno sportello dove chiedere informazioni o dove effettuare il check-in. Ne cerco uno dove l'addetto sia un uomo, ancora meglio se giovane. Mentre cammino frettolosamente mi abbasso la zip della giacca di pelle, scoprendo un'abbondante dose di scollatura. Camminando comunque non mi faccio sfuggire i dintorni nella speranza di essere così fortunata da intravedere un gruppetto di russi dall'aria incattivita.
  12. Riconosci le loro origini senza troppe difficoltà, per via della loro statura, acconciature di barbe e capelli oltre che per alcune rune tatuate sui loro corpi, che si intravedono sotto gli abiti. Sembrano abitanti delle isole Skuld, nel più lontano Nord-Ovest del regno. Piccole isole di marinai, pirati e talvolta razziatori non affiliati a nessun regno. Cosa che ti sorprende visto che siete sul versante orientale del regno, nell'entroterra. È sempre la donna a parlare. «Ci comporteremo bene Uomo del Nord, ma non siamo tuoi. Le tue regole sono tue e soltanto tue, noi seguiamo le nostre...» Poi si volta e parla con gli altri in una lingua, probabilmente la loro natia, che non ti riesce di comprendere. Una lingua dura, composta a quanto pare anche da un gran numero di gesticolazioni. Poi si volta di nuovo verso di te e ti fa segno di fare strada, lasciato l'accampamento vi fermate in un piccolo slargo dove numerosi alberi sono stati tagliati alla radice. «Fai le tue domande» ti dice la donna.
  13. Jonathan Hekmatyar «Ehm... beh... mi spiace Splendore...» mi fermo un attimo cercando di ricordare chi abbia già chiamato in questo. Era Guad? Stellina? Oppure la Rosa...? «Comunque... al tuo caro bonbon piace scommettere...» Faccio una pausa, guarda il russo e poi torno a concentrarmi sul microfono. «Se mi dici, con quella voce, che verrete tutti dietro ad un Signor-Nessuno come me... me lo fate venire duro!» Poi scoppio a ridere.
  14. Abbandono il frullato, ho mangiato e mangerò così tanto cibo spazzatura che non sarà di certo un rivoltante frullato ad allungarmi la vita.
  15. La donna annuisce «Yertha» si presenta ed infine ti stringe la mano, anche se a modo. Non ti afferra la mano ma l'avambraccio, dal lato esterno.
  16. «Milleotto. Mezzogiorno. Ti aggiorno sul terminal» attendo la sua risposta e poi stacco la conversazione. Mi accomodo contro la poltrona e ripongo il cellulare per il lavoro, spengo quello personale e ripongo anche quello. Poi finalmente, mi decido a provare questo maledettissimo frullato dal mango a chilometro zero.
  17. «Prendo la fuoristrada da mille. Dovrò danzarci per parecchio con quello. Affidabile ma nulla di particolare o alla moda. E fa in modo che non mi lascino a piedi, entrambi...» esclamo riferendomi al mezzo, all'arma ed alle munizioni. «Tutto sulla moto. Quanto?»
  18. «Quanto le moto?» faccio una pausa «Mi servirebbe anche un pezzo lungo, ma comodo e non ingombrante, ripiegabile. Casual. Anche produzioni russe o ispirate»
  19. La donna avanza guardandoti dall'alto in basso, esaminandoti attentamente. Alza un sopracciglio quando gli tendi la mano ma non te la stringe. Fa un cenno del capo verso qualcosa dietro di lei; delle lettighe di legno che stavano trascinando, cariche di pelli. «Lasceremo uno di noi in città ad occuparsi della vendita. Gli altri tre verranno con te...» ti dice come se non fosse affatto una richiesta, alzando il mento come se ti stesse sfidando.
  20. Potrei commentare che non ho affatto detto di aver ricevuto quel numero da poco, ma non ha importanza e quindi mi astengo. «Per mezzogiorno, all'aeroporto; sarò più specifica all'atterraggio. Mi serve un veicolo prima di tutto, pratico e non appariscente. Cosa hai per le mani?»
  21. I pochi uomini che hai con te ora si limitano a sghignazzare o a sbuffare, per nulla sorpresi da quello che hai detto loro. Mandi Drax in cerca del ragazzo e lo trova dopo alcuni minuti, insieme ad una caterva di occhiatacce e commenti pungenti dei militari. Ha un occhio nero, dono delle vostre agognate guide, a quanto pare i soldati trattenendoli non hanno concesso loro di entrare in città per scambiare le pelli delle loro prede. E gli animi si erano scaldati fino a scatenare una piccola rissa. Alla fine riesce a portarti gli uomini che stavi cercando. Sono quattro tra cui una donna. I colori dei capelli variano dal marrone al rossiccio-arancione per la donna. Sono tutti di statura imponente e sicuramente non del posto. Gli uomini hanno i capelli lunghi e selvaggi e le barbe, altrettanto selvagge, ma intrecciate da curiosi ninnoli d'osso, piccole perline oltre a rozzi anellini di legno o ferro con sopra rune intarsiate. La donna invece ha i capelli raccolti in una lunga e spessa treccia che le ricade sul davanti, sopra la spalla sinistra. Non portano armature, ovviamente, ne spade con se. Sono vestiti in modo semplice ma pratico. Stivali, alcuni di cuoio ed uno di pelli. Abiti da cacciatore dalle tonalità che variano dal verde scuro al marrone. Corti archi di frassino pendono dalle loro spalle, dalla cintura della donna pende un'ascia dal manico lungo mentre accette dalle cinture degli altri, pugnali e coltellacci pendono da cinture, da collane appese al collo o dagli stivali. Hanno tutti e quattro mani forti e coperte di calli. Oltre alle nocche arrossate e sbucciate, in particolare la donna. Il giovane si tiene alla larga, più mortificato che spaventato.
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