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Latarius

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di Latarius

  1. Jonathan Hekmatyar Cerco la donna con lo sguardo e quando la individuo faccio spaziare la vista altrove, evitando di guardarla direttamente. «Facciamo quello per cui siamo venuti ed andiamocene...» dico agli altri a bassa voce. Quando Nick fa per nascondersi lo trattengo, afferrandolo per la manica della giacca. Giusto un secondo poi lascio, per farmi ascoltare «Salite le scale tu ci servi, se andiamo parte il conto alla rovescia e non possiamo perdere tempo così».
  2. Il mio sguardo interdetto diventa di fuoco nell'arco di un secondo, se il mio sguardo potesse uccidere sarebbe morto sul posto. Non reagisco finendo la mia tazza di caffè in silenzio, con tutta la calma del mondo «Meglio che vada a cambiarmi prima che gli spari» esclamo lasciando la tazza sul tavolo ed uscendo dalla cucina. Prendo la valigia e mi chiudo in bagno. Sfilo la fondina ed i pantaloncini ma tengo la t-shirt. Indosso un jeans blu scuro e sostituisco la fondina ascellare con una coppia di fondine rigide da cintura ad estrazione rapida. Copro la maglietta e le fondine con una felpa grigia con cappuccio ed una giacca a vento nera; una di quelle super-sottili e sempre stropicciate che se appallottolate non diventano più grandi del mio pugno chiuso. La mia copertura ha retto fino ad ora ma non voglio più rischiare di essere riconosciuta dai russi, quindi da adesso andrò in giro con il contenuto della busta. E fancul0 se i Sigurdson mi vedono così. Indosso la parrucca, di ottima qualità e di quelle che non si sfilano nemmeno se sei a testa sotto, e le lenti a contatto. Concludo il tutto con un po' rossetto nero e trucco sotto gli occhi della medesima tonalità, per fare la parte della ragazzina con problemi con i genitori. In effetti guardandomi allo specchio mi rendo conto che così sembro decisamente più giovane di quanto già non sia. Poi rimetto tutta la roba che non mi serve nella valigia ed esco dal bagno lasciando il bagaglio sul divano-letto. Mi infilo le scarpe e torno in cucina «Possiamo andare».
  3. Non reagisce al dolore e la cosa non mi piace «Hai ancora i ricettori spenti?» domando per poi guardarlo a mia volta con aria interdetta. Lancio un'occhiata a Ian e poi torno a prestare attenzione a lui cercando di capire se stia scherzando o meno.
  4. Quando mi versa il caffè sollevo leggermente la tazza come a fargli un cenno di ringraziamento. Faccio un lungo sorso assaporando la bevanda scura ed amara poi pianto l'indice della mano libera sul petto di Elliot. Non con forza ma con decisione, per osservare la sua reazione.
  5. «'Giorno» esclamo entrando in cucina a tutti gli effetti «C'è del caffè pronto?» aggiungo avvicinandomi al tavolo e fregandomi un biscotto da quelli di Elliot. «Di cosa si discute?»
  6. Quando mi rendo conto che è tutto tranquillo resto stesa per un altro paio di minuti a fissare il soffitto, poi mi metto seduta ed infilo la doppia fondina ascellare. So che dovrò togliermela di nuovo per cambiarmi ma non vado da nessuna parte senza, neanche in casa mia. Mi alzo e scalza vado ad affacciarmi in cucina per vedere chi è sveglio.
  7. Ma non ha senso che noi proseguiamo senza Nick, senza di lui non possiamo aprire la bara ed il tempo passa meanwhile xD
  8. Morvoren nin Taerin alt a Camora Quando Anton si avvicina a Samara faccio lo stesso anche io, continuando a camminare senza perdere il passo. «Rendetemi partecipe, sono curiosa! Ricordi cosa c'era scritto?» aggiungo infilandomi di prepotenza nella discussione e pressando la ragazza. Quando arriva il segnale di Skaar mi fermo sul colpo. Nel sentire il lucertolone impugno lo spadone «Se riesco a raggiungerlo posso provare a bloccarlo. Conosco qualche trucchetto anche io...» aggiungo alle parole di Anton.
  9. Esco dalla doccia asciugandomi con gli accappatoi, dovrei cercarmi un phon per i capelli dopo averci pensato su brevemente realizzo che preferisco correre il rischio di svegliarmi con i capelli tutti arricciati. Mi infilo qualcosa di comodo rapidamente, prendendo le prime cose utili dalla valigia. Un pantaloncino ed una t-shirt anonima e sgualcita. Colmo il vuoto nella valigia con gli abiti che mi sono tolta e poi torno in salotto. Lascio la valigia su un lato del divano-letto affiancata dalla fondina, il tutto coperto dal lungo trench nero. Nascondo i documenti ed il cellulare da lavoro sotto il cuscino e lascio gli stivali con i pugnali celati a terra, vicino a me dove posso raggiungerli. Imposto la sveglia sul telefono, quello per Elliot, per le otto e mezza e poi lo getto sul letto vicino la valigia. Alla fine mi stendo e lascio che il sonno e la spossatezza prendano il sopravvento, sperando di evitarmi un'altra dannatissima incursione.
  10. Direi che ora come ora vale la pena di farsi una doccia e al diavolo il rischio di un'incursione nel frattempo. Persino io che sono abituata a guardarmi sempre e comunque le spalle inizio ad avere le spalle indolenzite per la tensione. «Sciogliere un po' i nervi mi farebbe maledettamente bene...» esclamo accettando gli accappatoi per poi annuire alla successiva domanda. Quando mi lascia da sola porto tutto in bagno, inclusa la valigia. Getto gli abiti alla rinfusa sul bagaglio ma appendo le armi da qualche parte in modo da potervi accedere anche dal box doccia. Poi mi ficco sotto l'acqua calda e vi rimango fin quando non mi libero della tensione accumulata.
  11. «Meglio dormire ora che posso farlo...» esclamo scostandomi dal mobile «Visto come è andata a finire ieri notte potrei non avere questo lusso nelle prossime notti...» raccolgo la valigia che avevo lasciato per terra, rovesciata su un lato da quando era svenuto Elliot. Mi fermo sulla soglia voltandomi verso l'uomo «Per le nove allora...» dico più come un'affermazione che come una domanda, poi vado verso il posto letto che mi hanno appioppato, che sia lo stesso letto dove hanno messo Elliot, un divano o una poltrona non ha molta importanza.
  12. Quando Johana scoppia a ridere abbozzo anche io un sorriso, assisto a quel loro botta&risposta fatto come se non fossi presente «Perché stare con lui vi sembra un'idea saggia?» esclamo per nulla offesa, poi scrollo il polso scostando l'orologio da sotto la manica per controllare l'ora.
  13. «Beh, non che inzupparsi d'acqua fino alle mutande sia un risultato migliore...» sposto il peso del corpo sulla gamba destra «Se fossero delle vie di fuga da usare in caso di emergenza allora avrebbero senso ma, da usare per entrare ed uscire così? Non è cosa. Se non ci sono altre opzioni accetterò quel passaggio...» termino rivolta a Ian.
  14. «Se sono otto piani di caduta libera per forza di cose è una porta sul retro a senso unico. Altro modo che non includa il ridursi uno straccio non c'è?» domando con il tono di chi si aspetta già una risposta negativa. Se ci fosse non mi avrebbero proposto prima quella.
  15. «Salire e scendere sono due facce della stessa medaglia...» poi mi volto verso l'uomo con fare interessato «Più o meno, ma di solito non include un atterraggio bagnato?»
  16. Inarco un sopracciglio lanciandole un'occhiata eloquente come a dirle: Ma dai?!. «A meno che tu non intenda farmi scalare il NCMC il movimento verticale non è un problema»
  17. «Piuttosto scomodo? Spiegati» rispondo incuriosita all'intervento dell'altra donna.
  18. «Oh, questo lo so. In fondo ho dovuto farlo ricucire ieri notte. Se comunque è impossibile farlo ragionare, magari da drogato è più facile da gestire». Resto in silenzio a studiare il telefono di Elliot mentre decido cosa fare. Alla fine opto per il non chiamare il biondino, se è vivo si farà vivo domani all'incontro. «A proposito, domani mattina devo incontrare una persona. Serve che io esca ed entri senza farmi scarrozzare in giro da nessuno evitando i posti di blocco ed il Grande Fratello...»
  19. Allargo le braccia come a dire "Vedi?! Cosa ti avevo detto?!". «Non mi preoccupo per voi, magari che trovino lui tramite voi ma, non per voi...» dico facendo affiorare in superficie un po' del mio lato sociopatico «Senza offesa...» aggiungo dopo qualche secondo lanciando un'occhiata in direzione della camera dove riposa Elliot. «Sedarlo potrebbe essere un'idea» esclamo mentre gli angoli della bocca si arcuano lievemente in un sorriso nel ripensare a come si comportava da strafatto.
  20. Mi chiedono se mi abbiano offerto il lavoro «Non mi abituerò mai a tutto questo...» esclamo tornando ad appoggiarmi ad uno dei mobili della cucina. Alla fine annuisco «Si. Lui vivo, voi morti. Temono che possa averne parlato con altri. La taglia è pubblica ed è aperta a tutti. Se è passata in una notte da due a venticinque pezzi da mille non ci metterà molto a cancellare lo spauracchio delle vostre agenzie. C'è altro caffè?».
  21. Ace appena morto? Cosa? Resto in silenzio inizialmente, mi aspettavo che ci trovassero ma non così in fretta, mi sarei aspettata di avere almeno una notte di tempo. «Mh, quindi niente viaggio inutile per quel contentino del c4zzo. Meglio così» gli attacco il cellulare in faccia, blocco il dispositivo e torno ad infilarlo in tasca. In una situazione diversa mi sarei incazzata come una belva per un cliente che mi affida un lavoro e poi lo fa portare a termine da altri. Ma questo era un lavoro di merda, lo avevo trascurato ed anche abbandonato. Quindi non mi importa. Più che altro non mi tornano le tempistiche. Che l'abbiano ucciso mentre ero al telefono con Rowahn? o forse credono di averlo ucciso? Esco dalla stanza tornando verso i padroni di casa «Benvenuti sulla lista nera dei Compagni Rossi!»
  22. «E a me non piace essere presa per il culo! Potrei mandarti a farti fottere e trovarmi altro ma ho passato mezza nottata e tutta la giornata a seguire la sua dannatissima scia di sangue. Quindi se hai qualcosa da dirmi ora fallo...»
  23. «Pasticcino al tritolo? Te le prepari prima o ti vengono sul momento?! No, non mi serve altro, è ok così...» faccio per attaccare per poi bloccarmi «Ah, avvertimi se salta fuori una taglia sulla mia testa. E grazie Row'» poi attacco. Studio il cellulare per qualche secondo per poi comporre il numero del russo e far partire la chiamata.
  24. «Principessina ci chiami la Signora Rowahn!» esclamo ghignando tra me e me «Cos-? No! Non voglio sapere cosa altro sa fare. Non voglio immaginar- Ah, al diavolo...» sospiro «A proposito l'adorabile signora mi ha chiesto di dirti di tornare più spesso a casa...» resto in silenzio per una quindicina di secondi abbondanti «È maledettamente difficile chiederti un secondo favore mentre ti ringrazio per il primo. Ci sono due tizi russi che sto cercando, Domovoj e Sergey Lobanov, ma so unicamente che sono a NC. Drizza le tue antenne e fammi sapere se scopri qualcosa».
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