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anime Recensioni Anime Giapponesi
Latarius ha risposto alla discussione di Minokin in Libri, fumetti e animazione
Ho l'impressione che posterò un casino in questo thread, così posso spammarvi tutti i miei anime preferiti. Però sono pigro, quindi lo faccio in maniera ridotta rispetto a prima. KATANAGATARI TRAMA E BREVE DESCRIZIONE La serie è ambientata nel Giappone del XVIII secolo, in epoca Edo, e più precisamente nel periodo di massimo splendore degli shogun. Nel corso della sua carriera nel periodo Sengoku, il prodigioso fabbro Shikizaki Kiki ha creato mille spade: le sue ultime dodici forgiate sono considerate da tutti come i suoi capolavori, per la loro bellezza ma soprattutto per i loro temibili e distruttivi poteri. Associato a questi poteri vi è anche un devastante veleno che si dice riesca a corrompere ogni possessore di una delle dodici katana leggendarie. A Togame, ambiziosa stratega agli ordini dello Shogun, viene ordinato di trovare le dodici spade leggendarie. Precedentemente erano stati mandati combattenti di ogni tipo per recuperare i capolavori di Shikizaki, ma ognuno di essi, corrotto dal veleno, volle tenere per sé la rispettiva katana, rendendo così ancora più difficile il loro ottenimento. Sarà proprio questo il difficile compito dell'autonominata stratega Togame, la quale chiederà aiuto a Yasuri Shichika, ultimo erede della scuola Kyotōryū, uno stile che permette al ragazzo di combattere con efficacia a mani nude contro avversari armati di spade. Comincia quindi la loro avventura assieme. Tra romanticismo comico ed avventura si svolgeranno le ricerche delle dodici katana. La storia inizia in modo leggero e così sembra essere tutto l'anime, ma nasconde una certa profondità e nel corso della storia avviene una crescita emotiva dei personaggi abbastanza rara nei soliti anime che girano (non per nulla Nisio Isin). In particolare Shichika cresce ed impara ad ogni episodio, sviluppandosi completamente verso la fine della serie. La serie è divertente, i personaggi sono ben fatti (molto vari e particolari) ed i combattimenti sono molto curati. Ma al contrario di quanto sembri il combattimento non costituisce il fulcro di ogni episodio, ma più il momento culminante: ben più importante è come i personaggi vi arrivano e come si preparano. Katanagatari, o letteralmente Storia di Spade, è la trasposizione animata di una serie di light novel scritte dal genio Nisio Isin (scrittore della più famosa serie Monogatari). La serie è lunga dodici episodi da circa un'ora l'uno ed è stata trasmessa unicamente in Giappone nel 2010. Ogni episodio prende il nome da una delle dodici spade di cui sopra. I disegni (i volti in particolare) possono risultare molto strani all'inizio ma vi consiglio seriamente di cimentarvi in questo viaggio accompagnati da Togame la Stratega e Yasuri Shichika, ultimo erede del Kyotōryū. DO IT FOR THE CHEERIO! -
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Latarius ha risposto alla discussione di Tayan Chingachgook in Discussioni in Cyberpunk 2020 - It's not the end of the world but you can see it from here
Quando vedo i russi mi blocco, tendendo il braccio per fermare anche Elliot. Mi faccio subito dietro l'angolo per sfuggire alla vista dei russi. Il brivido percorre tutta la spina dorsale e per qualche strano motivo mi porta alla mente uno strano ricordo. La vetrina di un negozio di giocattoli davanti alla quale sono passata tempo fa, in una giornata fredda ed uggiosa in un quartiere molto più agiato di quello in cui mi trovo ora. Ricordo di aver notato un curioso orsetto di peluche con indosso impermeabile e cappello anni '50, lo associo immediatamente ad Elliot. Ora rimediamo, Misha... dico sussurrando. Vediamo di fare le cose in modo pulito dico prima di controllare che non ci siano telecamere in zona. Poi prendo una delle pistole e avvito rapidamente il silenziatore sulla volata della pistola. Mi appiattisco contro il muro passando la pistola nella mano tesa a contatto con il muro. -
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Latarius ha risposto alla discussione di Minokin in Libri, fumetti e animazione
Ghost In The Shell *Amv dal primo film iconico della serie. TRAMA e AMBIENTAZIONE Ambientato nel XXI secolo Ghost in the Shell è un thriller poliziesco fantascientifico che segue le vicende dell'agente Motoko Kusanagi e della Sezione di Sicurezza Pubblica numero 9, conosciuta più semplicemente come "Sezione 9". L'unità in questione è specializzata nella risoluzione di casi e di crimini in relazione all'informatica e alla tecnologia. Nell'universo di G.I.T.S. l'ingegneria robotica e le nanomacchine sono la normalità, e la gran parte degli uomini sono collegati alla rete, a cui possono accedere non soltanto mediante terminali fisici, ma soprattutto attraverso impianti situati nel loro stesso cervello. I cyber-cervelli per l'appunto permettono non solo di connettersi al web, ma anche di utilizzare la propria memoria con la stessa elasticità di quella di un computer, cancellando eventi, sovrascrivendoli o addirittura immagazzinando libri con estrema facilità. Diversi uomini sono diventati cyborg, ovvero esseri in parte organici in parte robotici. Quello che differenzia un cyborg integrale da un robot è la presenza di un cervello umano e di un ghost, ovvero dell'anima, qualcosa di intrinseco e inspiegabile che permette agli uomini di "sentire" sensazioni particolari. Il ghost è l'istinto non mediato dai calcoli. Lo sviluppo dell'intelligenza artificiale e un'onnipresente rete computerizzata sono il palcoscenico per la rivoluzione dell'identità umana e dell'unicità di sé stessi. In particolare, il manga affronta direttamente queste problematiche: Kusanagi e i suoi colleghi devono affrontare minacce esterne, e soffrono conflitti interni dovuti alle loro proprie nature. L'ambientazione di Ghost in the Shell è distintivamente cyberpunk o postcyberpunk, simile a quelle della Trilogia dello Sprawl dello scrittore di fantascienza William Gibson, sebbene l'opera di Shirow sia maggiormente focalizzata sulle ramificazioni etiche e filosofiche della fusione tra l'umanità e la tecnologia. Ma cosa accade se le AI diventano tanto evolute da rivendicare esse stesse i diritti di un essere umano? Questo è uno dei fili conduttori di Ghost in the Shell, capace di proporre, oltre a racconti di azione e investigazione, anche notevoli problemi etici e religiosi. PERSONAGGI La serie fa dell'ambientazione, della trama e della costruzione dei personaggi il suo punto di forza maggiore. Alcuni dettagli dei personaggi variano da film a film, quindi mi limiterò ad una breve descrizione di ognuno di essi. Daisuke Aramaki è a capo della Sezione di Sicurezza Pubblica numero 9. Ha reclutato Kusanagi dall'esercito con lo scopo di creare un'unità specializzata nella risoluzione di casi e di crimini in relazione all'informatica e alla tecnologia. Motoko Kusanagi è il protagonista principale della serie e leader dell'unità a cui appartengono gli altri personaggi principali. Viene chiamata Maggiore dai suoi sottoposti per via appunto del suo grado o Gorilla per via dei suoi modi bruschi e spesso molto poco femminili. Da piccola a causa di un incidente è stata costretta a sostituire il suo corpo con uno totalmente cibernetico, divenendo così un cyborg completo. Precedentemente era nelle Forze di Terra di Autodifesa e ha partecipato a numerose operazione segrete, è inoltre un hacker di classe superwizard, è specializzata nell'hacker i sensi cibernetici degli avversari durante il combattimento. Ishikawa è il primo membro ad essere stato reclutato da Motoko per la squadra. Ha servito nel contigente di terra delle forze di autodifesa giappose dell'UN insieme a Batou e Motoko. È specializzato nella guera elettronica e ricopre un ruolo per lo più di sopporto. È anche uno dei personaggi principali meno approfonditi della squadra. Batou è il secondo in comando dopo Motoko ed è stato il secondo ad essere stato reclutato nella squadra, dopo Ishikawa. Oltre ad aver servito con Ishikawa ed il Maggiore, ha un passato da ex-ranger. Si è guadagnato il soprannome di Batou the sleepless eye per via dei suoi occhi cibernetici, inoltre tutti e quattro i suoi arti sono protesi cibernetiche. Oltre ad essere tra i migliori combattenti della squadra è il secondo personaggio principale e partner effettivo del Maggiore. In particolare il suo nome viene pronunciato in maniera diversa in base ai film o alle serie tv. Varia da Bato, Batou a Batò (Bateau in francese). Togusa è l'ultimo membro ad essere arruolato nella sua squadra e l'unico a non avere un passato da militare. È il più giovane ed anche quello più umano del gruppo, avendo solamente qualche piccolo potenziamento cibernetico al cervello. È un ex-detective dalla polizia, è sposato e ha una figlia piccola. Saito è il miglior tiratore di precisione dell'unità, ed anche uno di quelli con il minor numero di protesi cibernetiche. Solamente un braccio e l'occhio sinistro, che è stato sostituito l'Hawkeye, un occhio cibernetico in grado di collegarsi in tempo reale ai satelliti per una precisione di tiro millimetrica. Ha incontrato il Maggiore su un campo di battaglia, ma erano ai lati opposti del fronte: in fatti è stata lei a portargli via l'occhio ed il braccio. Borma è uno dei personaggi meno approfonditi. Si sa che ha avuto un passato nelle forze di autodifesa come esperto in demolizioni. Spesso ricopre un ruolo di supporto ed è quello che si occupa delle armi pesanti o della realizzazione di vaccini per i virus dei cervelli cibernetici. Si sa ugualmente poco di Paz (Pazu), nella serie GITS S.A.C. si scopre avere un passato in numerose gang della yakuza. È capace nel combattimento all'arma bianca ed è una sorta di factotum nella squadra. ADATTAMENTI CINEMATOGRAFICI E SERIE TV La serie è talmente vasta che serve una sorta di guida alla visione, per evitare di fare confusione e non capirci molto. Nonostante questo il rischio di capirci poco è molto alto comunque, soprattutto se non si è esperti dell'ambientazione Cyberpunk. Ghost in the Shell è il primo film d'animazione della saga ad essere stato prodotto, è stato distribuito nel 1995. Nel 2008 ha subito un restyling con un pesante uso della CGI e distribuito nuovamente come Ghost in the Shell 2.0. Ghost in the Shell - L'attacco dei cyborg (o Innocence nella versione inglese\originale) è il seguito del film del '95\2008. È stato distribuito nella sale giapponesi del 2004. Ghost in the Shell - Stand Alone Complex (o S.A.C.) è la prima stagione animata ad essere stata realizzata. È formata da 26 episodi ed è stata distribuita in giappone a partire dal 2002. Rispetto ai film di cui sopra è ambientata in un universo alternativo. Ghost in the Shell - Stand Alone Complex 2nd GIG è il seguito della prima stagione animata. Formata sempre da 26 episodi è stata distribuita in giappone a partire dal 2004. Ghost in the Shell - Stand Alone Complex - Solid State Society è un film d'animazione che fa da seguito a GITS SAC 2nd GIG, è ambientato due anni dopo la fine della seconda serie tv. Ha una durata di poco più di 100 minuti ed è stato distribuito a partire dal 2006. Ghost in the Shell - Arise è una serie di quattro oav della durata di 50\60 minuti circa distribuiti nelle sale italiane nel periodo che va tra il 2014 ed il 2016. La serie fa da prequel sia a Stand Alone Complex sia ai primi film usciti. Tuttavia cambia alcuni particolari della storia passata dei protagonisti, in particolare di Batou e del Maggiore. I nomi dei quattro oav sono: Ghost Pain, Ghost Whispers, Ghost Tears e Ghost Stands Alone. Da questa serie di oav è stata tratta anche una miniserie animata di 10 episodi, chiamata Ghost in the Shell - Arise Alternative Architecture (o Ghost in the Shell AAA). Arise porta alcune novità oltre alle storie inedite, in particolare ha una veste grafica totalmente nuova e ha portato con se un cambio dei doppiatori (italiani). Ghost in the Shell - The Rising è un film d'animazione che conclude la storia di GITS Arise. Rilasciato a fine dicembre 2015. Dove reperirli in streaming legali: I primi film e tutta la serie Stand Alone Complex sono disponibili su VVVVID. Tutta la serie Arise è invece disponibile su NETFLIX. È tutto completamente in lingua italiana. N.B.: è in produzione un film sulla serie di Ghost in the Shell, con la Scarlett Johansson nei panni del Maggiore. N.B.2: Nota di merito per Inner Universe, l'opening di GITS SAC, ad opera di Yoko Kanno. Che è già famosa per le opening di altre opere come Cowboy Bebop, Wolf's Rain, Darker than black, Escaflowne, ecc... -
videogiochi Life Is Strange - Episode 5
Latarius ha risposto alla discussione di Latarius in Videogiochi e Informatica
Comunque il finale dell'episodio quattro è così infame che su youtube ci sono i reaction video di alcuni youtuber (piewdiepie e co.). Tu li hai giocati tutti insieme ma non hai idea dell'inferno che è stato finire il quarto capitolo e poi essere costretti ad aspettare mesi per l'uscita del quinto. Mai più acquisterò un gioco ad episodi al lancio. Un altro gioco che si prospetta veramente figo sulla stessa linea di LIS è Detroit Become Human. P.S.: Che poi mi chiamo Max (Maximilièn) anche io, quindi non poteva non piacermi il gioco! e.e -
videogiochi Life Is Strange - Episode 5
Latarius ha risposto alla discussione di Latarius in Videogiochi e Informatica
Mi sa che il mio commento sarà interamente sotto spoiler (solo per quelli che hanno finito il gioco) :V Comunque ormai Obstacles dei Syd Matters è diventata una droga, e la ascolto in loop 24/24. In breve è la canzone che lei mette con le cuffie quando lascia l'aula. -
videogiochi Life Is Strange - Episode 5
Latarius ha risposto alla discussione di Latarius in Videogiochi e Informatica
Allora intanto ti butto il trailer sub ita di Remember Me. Il gameplay è totalmente diverso, è action e si buttano mazzate. Non saprei descrivertelo esattamente, una sorta di roba alla DMC con combo e cose così. Dal video si intravedono delle boss fight, ricordo che erano fighe ma sono passati quasi quattro anni quindi... (anzi mo lo riscarico). Se con LIS giochi con il tempo qui giochi a rimescolare i ricordi delle persone, ad hackerare le loro menti ed i loro ricordi. Ricordo che il gioco mi piacque un casino, ma dopo tutto sto tempo non ricordo molto xD L'ambientazione e la trama sono ben fatte, ma non ti dico di più altrimenti spoilerz. Comunque si merita, peccato che il prezzo del gioco sia ancora altino, quasi 30Euro. Tornando a LIS non posso risponderti come vorrei senza farti spoiler, quindi mi astengo. È meglio che finisci prima il quarto capitolo. Il finale del terzo è stato un colpo al cuore? Eh. Non hai visto nulla. Comunque il gioco mi è piaciuto per come riesce a farti immedesimare in Max, per come riesce a farti sembrare tutto reale. Ti fa entrare nella storia e quando devi fare una scelta, non è Max a farla, ma sei tu. Questo anche grazie al modo maestoso in cui tutta l'ambientazione è stata costruita, dettaglio dopo dettaglio. I post-it, le note al computer, i biglietti, gli sms. Raramente ho visto ambientazioni così vive, io ho tipo speso 30-40 minuti in ogni location per fare tutti i dialoghi, esplorare ogni cosa, leggere le note e scattare tutte le foto. BTW Warren RIP in friendzone. -
Ho provato a mandarti un messaggio, ma mi dice che non puoi. Quindi ti scrivo qui.
Per caso hai ancora da qualche parte il materiale di Dust to Dust relativo ai mech? Perché un utente del foro cercava consigli in tal senso (come gestire i mech in una campagna) ed a parte aver dato qualche consiglio mi ero ricordato appunto di 'sta vecchia campagna deceduta xD
Se lo hai ancora potrei girarglielo.
A parte questo come vanno le cose? :V
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ambientazione D&D con mecha....si può fare?
Latarius ha risposto alla discussione di Gordan in Ambientazioni e Avventure
Ti suggerisco per prima cosa di andarti a vedere il D20 Modern e Future, del primo a questo indirizzo trovi l'srd base tradotto quasi interamente in italiano. Le meccaniche sono esattamente le stesse della 3.5 con qualche piccolissima differenza. Del secondo potrai trovare un po' di spunti credo, ma dovrai recuperarlo per vie traverse. Comunque a mio avviso l'idea per creare dei mech non è così difficile. Più o meno saranno come golem. Crei una scheda per i mech, come se fossero creature. Gli dai delle statistiche (solo fisiche ofc), velocità, punti ferita, durezza, classe armatura, armi e così via. E quando il personaggio è all'interno del mech usa le caratteristiche e stats del mech al posto delle sue, più o meno come funziona per la metamorfosi nella 3.5. Poi ci ficchi l'abilità a caso Pilotare Mech nel caso sia necessario fare robe strane, stunts. Proprio come nel D20 Modern esiste guidare, pilotare veicoli, navi, ecc... Sul forum stavo giocando tempo fa una campagna del genere, se riesco a recuperare il materiale dal master te lo passo. -
I Nostri PG, Storie e Background
Latarius ha risposto alla discussione di erikpiccolo in Ambientazioni e Avventure
Essendo il thread in evidenza suppongo che nessuno verrà a picchiarmi fin sotto casa per averlo riesumato. Ma in ogni caso è cosa buona e giusta continuare la tradizione. Porto uno dei pg che mi ha servito molto bene per una campagna durata quasi due anni, ha fatto una fine gloriosa dopo aver retto da solo un boss per poi finire ammazzato da un alleato quando aveva circa 3HP. Ma faccio una premessa (come se questo non bastasse): Umano draconico (non quello ufficiale, ma una versione homemade del master per l'ambientazione) - Bardo\Warblade - CN Il nome è una citazione ad un libro\personaggio che ho amato, Jack of Shadows di Roger Zelazny. La ballata a cui si fa riferimento nel BG è un'altra citazione ad un libro, o per meglio dire alla serie di romanzi de La ruota del tempo, dove appunto si cita il personaggio di cui sopra. Cit-inception insomma :V Comunque a parte questo è tutta farina del mio sacco. Vi metto la ballata (quella del libro) in spoiler, se siete curiosi. La vita non è mai facile per nessuno e Jack di certo non fa eccezione, infatti il marchio dell'antico retaggio draconico ha influenzato la sua vita fin dalla nascita. È nata all’interno di un piccolo villaggio sorto all’incrocio di due vie commerciali, l’ignoranza e la superstizione hanno fatto si che quel simbolo di grandezza fosse interpretato come un qualcosa di malvagio, come un qualcosa di demoniaco, un essere più mostruoso che umano. La sua famiglia, o per meglio dire, la coppia di umani che l’aveva messa al mondo possedeva una locanda in città dove si fermavano i mercanti ed i viaggiatori in transito. Non si sa perché loro non si siano liberati di quella loro figlia “maledetta”, ma suppongo che in fondo ne avessero persino paura; comunque la relegarono nella mansarda della locanda. La relegarono lì e non le permisero mai di uscire, per terrore che qualcuno la vedesse e che il loro “sporco segreto” venisse a galla. Il padre in particolare, che eccedeva spesso con l’alcol, era solito maltrattare la figlia quando qualcosa gli andava storto, nella sua mente distorta era lei ad attirare le sciagure. Un giorno, la locanda era quasi finita incendiata a causa di una furiosa lite scatenata da un gruppo di mercenari ed il padre, al termine della giornata, salì dalla figlia per scaricare su di lei la sua ira e frustrazione. Ma quella sera quel piccolo essere rinchiuso nella mansarda reagì a quegli occhi iniettati di sangue e folli per l’ira, per la prima volta tentò di difendersi. Ma a causa della sua inesperienza non sapeva come dosare la forza e come usare quegli artigli, così colpendo a caso ferì l’uomo alla gola, mentre il “padre” crollava a terra in una pozza di sangue lei, terrorizzata, cominciò a correre (vestita unicamente di una lacera sottoveste) lontano dalla locanda e dalla città. Continuò a correre lungo la strada fin quando le ginocchia non le cedettero e solamente allora si abbandonò ad un pianto isterico ed incontrollato. Non aveva neanche quattordici anni, a stento era in grado di parlare e non sapeva nulla di quel mondo oscuro ed immenso che ora la circondava, la madre infatti a stento i rudimenti della comunicazione le aveva insegnato. Durante gli anni alla locanda l’unico suo divertimento era quello di ascoltare, con l’orecchio premuto al suolo, le ballate e le canzoni dei menestrelli che si fermavano alla locanda. Ogni volta che ne sentiva una, non avendo altro da fare, cominciava a ripeterla all’infinito fin quando non ne sentiva un’altra; anche se non capiva cosa volessero dire. Mentre piangeva venne vista da un uomo, quasi un vecchio, che si dirigeva verso la città che lei aveva abbandonato. L’uomo si fermò, indossava abiti sgargianti e portava un flauto appeso al collo. Provò a calmarla a lungo e vi riuscì solamente quando prese il flauto e cominciò ad intonare un motivetto; il motivetto di accompagnamento della ballata preferita dalla giovane, Jack delle Ombre. Quando si calmò lui gli chiese cosa fosse successo e lei gli fece capire un po’ a gesti ed un po’ a parole quello che aveva fatto, il vecchio per tutta risposta le sorrise ed alzando le spalle le disse di seguirlo. L’uomo si prese cura di lei e nel corso degli anni le insegnò per prima cosa a parlare ed a scrivere una moltitudine di lingue diverse, poi le insegnò a cantare ed a suonare ogni tipo di strumento, le trasmise una caterva infinita di poemi e ballate che lei non conosceva. Le insegnò anche a difendersi ed a raggirare il prossimo. Il vecchio cercò anche di trasmetterle la sua visione del mondo, essendo un uomo profondamente buono, ma l’animo di lei si era già chiuso ed indurito. Con il tempo il vecchio si ammalò e lei che in tutta la sua vita si era sentita legata unicamente a quella persona si prese cura di lui, come una volta lui aveva fatto con lei. Ma lui non si riprese mai più e continuò ad indebolirsi fino ad esalare l’ultimo respiro, lei senza versare una lacrima raccolse quel corpo ormai così leggero e lo seppellì insieme ai suoi amati strumenti. Quando le viene chiesto il nome la risposta che concede è: Jack o Jack delle Ombre se vuole creare interesse. La sua vita alla locanda è una parte della sua storia che intende dimenticare ed assumere quel nome è il suo modo per passare “una mano di bianco sulla tela e ricominciare”, tanto più che non le è mai stato assegnato un nome vero e proprio. Jack è un’umana (circa) profondamente cinica e senza alcun rispetto per i valori umani. Deride gli uomini credenti e sfrutta l’ingenuità delle persone che credono nell’onore e nella lealtà. Non è malvagia, solamente egoista e menefreghista. L’unica cosa che ha valore per lei è la sua vita, la sua libertà e la sua musica… gli altri sono esseri da usare per sopravvivere e per raggiungere i suoi scopi, quali che siano. Jack è una persona seria e severa che non da confidenza a nessuno, non si lascia intimidire e risponde velenosamente alle provocazioni. Ovviamente è perfettamente in grado di adattarsi alle situazioni e di modificare il suo modo di comportarsi in base alle necessità. L’aspetto di Jack è tanto appariscente quanto lei è riservata, la prima cosa che salta alla vista sono i capelli di un viola acceso e gli occhi. Le pupille infatti sono color giallo\oro e le iridi sono verticali e molto affilate, al punto che sembrano quasi delle lame; come quelle di un drago. Sul viso affilato vi sono alcuni tatuaggi del medesimo colore dei capelli: una piccola striscia verticale sul labbro inferiore ed alcune saette stilizzate sotto l’occhio sinistro. Sul lato destro del viso indossa una maschera nera di merletto e piume di corvi, un lungo orecchino argentato pende invece dall’orecchio sinistro. Anche gli abiti sono in linea con il resto del suo aspetto. La cotta di maglia è celata alla vista da una giubba in cuoio nero formata interamente da stringhe e strisce di cuoio che si intrecciano, una cappa violacea pende sulla spalla sinistra ed è agganciata sull’altra spalla grazie ad una vistosa spilla che fa risaltare il colore degli occhi. Sotto indossa un pantalone di pelle nera aderente e stivali alla moschettiera in cuoio nero alti fino al ginocchio. Dei guanti scuri coprono le mani e gli artigli che stranamente hanno una tonalità violastra come i capelli. Un grosso liuto con dei rinforzi in metallo è appeso alla sua schiena ed un corno d’osso è agganciato alla cintura, sempre da questa pendono anche due armi: una scimitarra ed una sorta di grosso pugnale ricurvo. P.S.: L'aspetto particolare è appunto dovuto al colore del drago da cui discende. -
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Latarius ha risposto alla discussione di Tayan Chingachgook in Discussioni in Cyberpunk 2020 - It's not the end of the world but you can see it from here
Più o meno gli dico rientrando nell'appartamento. Mi premo il telefono sul petto mentre chiedo ad Elliot di che gruppo sanguigno sia, poi riferisco a Rowahn la risposta. Non hai idea del casino in cui mi sono cacciata... il tono di voce che dovrebbe essere preoccupato è invece eccitato Fammi sapere se salta fuori una taglia sulla mia testa gli dico come se fosse una battuta. Grazie vecchio, ci si vede attendo la sua risposta per poi staccare la conversazione. Ho trovato da chi andare dico ad Elliot. Prima di andare voglio prendere un po' di roba, non mi piace l'idea di farlo davanti a lui ma non posso fare altrimenti. Gli lancio un'occhiata mentre prendo il grosso borsone con l'equipaggiamento da dove lo avevo nascosto. Svuoto due dei caricatori di riserva e sostituisco le munizioni standard con quelle perforanti, giusto per essere pronta ad ogni evenienza; prendo anche due granate a frammentazione. Poi rimetto tutto a posto, tornando a nascondere il borsone dietro il pannello del soffitto. Mentre prendo la roba faccio finta che lui non ci sia. Andiamo? -
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Nessuna battuta pungente nei primi dieci secondi di conversazione? Mi stai deludendo Barbanera! esclamo sorpresa. Ti senti male o è solo la vecchiaia che incombe? È la fredda mano scheletrica che senti sulla spalla a tenerti sveglio, o è soltanto la prostata? ridacchio per poi tacere per alcuni secondi. Quando riprendo a parlare il tono si fa serio, come a dirgli che l'intermezzo comico è finito. Mi serve un bisturi, qui a NY. Per una trasfusione. Qualcuno di fidato o che conosci. E mi serve maledettamente in fretta aggiungo dopo qualche secondo. Potrei dirgli di più, ma per ora mi fermo così. Anche se è quanto di più vicino abbia ad un amico a parte Elliot. -
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3.000. Se i tuoi agenti non sono disponibili. Devo staccare, aggiornami se lo rintracciate. Poi termino la chiamata, lancio uno sguardo preoccupato ed eccitato alla porta da dove sono uscita. Non poso il cellulare, ma anzi compongo il numero di Rowahn sperando che il vecchio barbone sia già in piedi. -
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Faccio qualche passo sul pianerottolo per non restare proprio di fianco la porta. Quanto ben pagato? Spero non come l'ultima volta. Se lo rintraccerete presto a cosa vi serve un freelance? -
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Decido cosa fare mente infilo nuovamente i vestiti che mi ero tolta prima per non macchiarli di sangue. Lo strano messaggio capita troppo a pennello, mi irrigidisce subito il fatto che sappia che mi hanno ingaggiato per Mallen. Non sono stata così attenta a quanto pare... è sospetto. Anche che questo sconosciuto sappia di Price, non ne ho mai parlato con nessuno... neanche con Rowahn che conosco da otto anni. Ma a questo punto non penso che chiamare possa peggiorare la situazione. Faccio una telefonata dico a Price mentre esco dalla porta da cui siamo entrati. Mi chiudo la porta alle spalle e faccio partire la chiamata verso il numero sconosciuto. Chi sei? chiedo appena rispondono, se lo fanno. -
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Lo dici solamente perché ti sei evitato ago e filo. Prima di lasciarlo andare gli tolgo il sangue da dosso con una pezzetta, se ne ha ancora. Poi rimetto tutto a posto rapidamente. Riporto le pistole in camera Devi smetterla di fare il macho, se hai qualcosa che non va me lo dici. Non migliori le cose se mi svieni all'improvviso dico guardandolo con fare torvo. Per la perdita di sangue serve una trasfusione... ed io non conosco nessun bisturi in città. Tu? Se mi risponde negativamente prendo il telefono che uso per lavorare, lo accendo e provo a chiamare Rowahn. -
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È brutta... non lo dico ad alta voce ma tradisco uno sguardo preoccupato. Un bel po' di tempo fa, ogni tanto, mi toccava ricucire una persona. Alla fine ha iniziato a smettere di farsi sparare per non farsi ricucire da me... diceva che sembravo un macellaio gli faccio l'occhiolino prima di mettermi al lavoro. -
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Per tutta risposta mi limito a lanciargli uno sguardo torvo, di disapprovazione. Se proprio devi sprecare fiato, fallo per dire qualcosa di intelligente... Pronta ad estrarre l'arma entro e controllo che l'appartamento sia effettivamente vuoto prima di fare entrare anche lui. Chiudo a chiave la porta dietro di lui. L'appartamento è piccolo e relativamente ordinato, non c`è alcuna traccia di alcun oggetto personale. È tutto funzionale, ma grigio ed incolore. Mi alzo i capelli bloccandoli sulla fronte con gli occhiali, getto lo spolverino nero sul letto subito seguito dal giubbotto e dalla fondina ascellare doppia. Vai in bagno e togliti la camicia gli dico mentre caccio da sotto al letto la grossa scatola rossa del kit di pronto soccorso. Porto quella e le armi in bagno, appoggio la prima a terra mentre appendo le armi al lavandino. Lo faccio sedere a terra con il braccio ferito all'interno della vasca mentre io siedo a cavalcioni del bordo. Inizio ad aprire il kit preparando il necessario per poi scoprirgli lentamente la ferita. Vedo se il proiettile è uscito e cerco di capire quanto è grave la ferita e se è stato intaccato l'osso. Vediamo un po'... -
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TU? Problemi con il capo? Non ci posso credere! gli dico con un tono scioccato palesemente ironico. Mi metto alla guida e parto non appena lui sale in macchina. Guido in modo tranquillo per non attirare l'attenzione e per non irritare la sua ferita. Rimango in silenzio per un po' prima di decidermi a parlare. Andiamo da me, non dovremmo avere problemi lì dico atona ...almeno non così presto. Ma non dovrai fare il poliziotto, almeno non con me. Altrimenti ti riporto a casa, in modo che tu possa illuminare sulla situazione gli agenti che saranno sicuramente già arrivati sul posto. Fermo l'auto ad un isolato di distanza dal mio rifugio, normalmente l'avrei parcheggiata ancora più lontana ma, non voglio far camminare troppo Elliot. Mentre guido e mentre lo conduco all'appartamento faccio attenzione a capire se siamo seguiti o meno. Vado alla porta sul retro e controllo che non sia stata forzata o scassinata, controllo anche la maniglia sia semi-alzata nella posizione in cui l'avevo lasciata. Mentre faccio questi controlli non rimango in piedi come un'idiota davanti alla porta ma mi mantengo sempre vicino al muro di fianco. -
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Latarius ha risposto alla discussione di Tayan Chingachgook in Discussioni in Cyberpunk 2020 - It's not the end of the world but you can see it from here
Chi è il tuo amico? gli domando anche se ho l'impressione di conoscere già la risposta. Visto che sembra conoscerli già rinuncio a perquisirli. Alla sua ultima frase scoppio a ridere Perché secondo te quando non sono qui a farti compagnia cosa faccio? Mi diletto con l'uncinetto? poi faccio per lasciare l'appartamento. Se devono spararmi addosso almeno che sia per un buon motivo dico con sarcasmo. Andiamo? faccio come se nulla fosse ma la realtà è che sono incazzata come una bestia. Non per come è andata, visto che ce la siamo cavata egregiamente, ma per come poteva andare. La mia lista nera si è appena allungata e non so neanche io di quanto, probabilmente di un bel po`. -
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Erano russi, non credo sia difficile capire chi li manda. Per prima cosa mi avvicino alla porta di ingresso e con la pistola spianata mi affaccio dalla porta e controllo che sia libero. Poi recupero le mie cose e le metto da parte, prima di tutto le pistole. Non restare lì imbambolato e mettiti qualcosa gli dico prima di andare in bagno. Getto la camicia ed in fretta e furia mi tolgo il più del sangue da dosso con un asciugamano bagnato, poi mi rivesto e mi riequipaggio di tutto punto. Per la roba di questa notte ti sei guadagnato una taglia sulla testa, dal poco che hanno detto credo cercassero solo te. Forse è il caso di vuotare il sacco? Tanto oramai col cavolo che vado dietro a Mallen... Senso civico del c@zzo aggiungo uscendo dal bagno. Cerco rapidamente sui corpi alla ricerca dei documenti e dei portafogli. -
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Inizialmente lo guardo senza vederlo realmente e per un paio di secondi punto l'arma contro di lui. Poi mi riscuoto e la abbasso. Un sorriso mi si dipinge in volto, sia per il fatto di vederlo vivo sia per l'adrenalina che avverto solo ora. Non ti hanno mai detto che russi la notte? è l'unica cosa che mi esce. Senza contare che non mi sento sexy per nulla, conciata di schifo e ricoperta del sangue di due persone. Guardo i russi per terra, i due che ho ucciso sono andati sicuramente, ed anche l'ultimo che ha steso lui visto che posso vedere il pavimento attraverso il suo petto. Ne resta uno, il primo ad essere stato colpito. Dalla quantità di sangue credo sia morto ma comunque mi avvicino per controllare che non ci sia battito. Mentre lo faccio non abbasso la guardia e sono pronta a sparare nel caso si muova. Mi serve una doccia aggiungo dopo un po' e a te un medico. -
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Prima ancora che l'uomo si schianti al suolo, ruoto su me stessa rivolgendo la mia attenzione sul corridoio. Il braccio che regge la pistola non è teso, ma piegato per mantenere la pistola vicina. Mi preparo a far fuoco sull'ultimo uomo rimasto mentre il mio cervello realizza che dovrei essere già stata falciata da una raffica. -
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Uccido l'uomo senza provare nulla, non c`è nessuna emozione a rallentarmi e non percepisco nemmeno l`euforia dovuta all'adrenalina. Nulla turba la maschera di marmo che è il mio volto, gli occhi glaciali ed il sangue mi donano un aspetto molto spettrale. Strappo la pistola dalle mani dell'uomo, il tutto è accaduto così velocemente che il suo corpo non si è ancora accorto di essere morto. In un istante ruoto la pistola e la punto, reggendola con la sinistra, contro l'uomo che è appena comparso sulla soglia. Facendomi scudo con il corpo dell'uomo ed il muro del corridoio miro alla sua faccia, esattamente in mezzo agli occhialoni. Faccio fuoco due volte. -
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Scivolo nella stanza silenziosamente, estraggo il pugnale mantenendomi bassa. Supero il lavandino gli armadietti e mi muovo rasente il muro a sinistra per mantenermi il più possibile fuori dal suo angolo di visuale. Stringo il pugnale fino a sbiancarmi le nocche, faccio un profondo respiro mentre mi preparo. A costo di rimanerci nessuno di loro uscirà vivo da qui. Mi concentro cancellando dalla mia mente qualsiasi cosa che non sia ammazzare i russi. Entro lentamente in modalità killer, come la chiamo io. Immagino una divampante e brillante fiamma in una stanza, l'aria in quella stanza sono le mie emozioni, i sentimenti, il dolore, l'autoconservazione. La fiamma rapidamente consuma tutto l'ossigeno ed io mi svuoto di qualsiasi cosa non sia l'istinto omicida. Arrivo abbastanza vicina all'uomo e scatto verso di lui, sfruttando tutto il peso del corpo per piantargli il coltello in gola. Mi focalizzo sullo spiraglio tra l'elmetto e la corazza che gli protegge il petto. -
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Merda, merda, merda... Tutto questo mi è servito solamente per evitarmi una raffica da 5.56 in petto, peccato se la sia beccata lui. Merda... Infilo momentaneamente i pugnali del pantalone, per non scivolare. Mi faccio contro il bordo opposto della scala, scatto verso il muro e salto, a metà del salto poggio un piede sul muro e faccio forza per darmi ancora più spinta. Raggiungo la finestra con le mani e mi tiro su.