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esahettr

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di esahettr

  1. Lo faccio. E' una decina di minuti che mi ronza in testa quest'idea parecchio pensosa, e, davvero, non riesco a resistere. Sono sempre stato tocco, sapete... Ad Harry Potter, Severus Piton e Albus Silente. A J. K. Rowling: grazie. Richard Seeger - We Shall Overcome We shall overcome, we shall overcome, we shall overcome some day. Oh, deep in my heart, I do believe we shall overcome some day. We shall live in peace, we shall live in peace, we shall live in peace some day. Oh, deep in my heart, I do believe we shall overcome some day. We'll walk hand in hand we'll walk hand in hand we'll walk hand in hand some day. Oh, deep in my heart, I do believe we shall overcome some day. Black and White together, black and white together. black and white together some day. Oh, deep in my heart, I do believe we shall overcome some day.
  2. esahettr

    Libertà

    assordati dall'oscurità degli schermi accesi voci senza parole e rovine di significati con dentro un'invincibile forza che, come i cani, non conosceremo mai il numero 23 ha sognato se stesso (un verde sogno) impiccato a carnose labbra rosse in un cielo di terra riflessa imprigionato nelle radici sopra città color zafferano pini pini pini ombre impietrite dalla radiazione lunare universi gelati di ragni morti e petardi o mia dolce terra disperata in che modo le tue guglie hanno offeso il cielo? non c'è neve sui tetti spioventi delle case sulla strada solo il bruno grigiore silenzioso dell'innaturale i puntini bianchi delle luci a valle, trappole per le falene sempre giù a valle a corrodere: in quelle case muiono nel sonno creature tremanti come me schiave dei loro sogni e allora costruiamo noi stessi con la carne dei morti ergiamoci sulle pile dei milioni oltre le mura infinite del cimitero infinito chissà se questo prato giallastro marrone d'inverno postnucleare se una volta in questo campo isterilito dal freddo senza neve se le sere di giugno sul tardi i tossici o gli innamorati se alle feste di paese grida di bambini mai visto innamorati qui sopra un corvo, una volta ho visto splenderci le stelle su questo campo a dicembre ho pensato che erano morte anche loro le donne chiudono gli occhi e sentono la dolcezza nei colpi di tosse la miseria delle nostre menti affogate nell'elettrcità le donne son tutte sirene e regine oh, ma il giorno che non dimenticheremo i morti lontani! che piangeremo per le mosche e pregheremo per i batteri! dare la vita per la più insignificante delle malattie! Libertà!
  3. Finito ieri sera. Con gli occhi che bruciavano un pochino, vi dirò. Alur... Alcune delle trovate hanno un sapore di già visto e a tratti la trama sembra un po' forzata rispetto alla precisione da orologio svizzero a cui la Row ci aveva abituato: ecco i difetti. D'altro canto è un libro potente e con un grande impatto emotivo, pervaso da un senso di addio e da un ammiccante malinconia, con un bell'inizio e un grande finale. Alcune delle rivelazioni, anche se non del tutto insaspettate, ci rivelano per la prima volta il reale spessore di personaggi che pensavamo già di conoscere. Un libro strano, ripeto, ma bello, grande, potente come ce lo si aspettava. Spoiler: Piton, come ho sempre detto, è il miglior personaggio della saga. Imho, la Row poteva rispiarmiarsi la faziosa resurrezioni di Harry e farlo cadere eroicamente, magari dopo aver ucciso Nagini e lo stesso Voldemort, oppure accomodando in questa direzione. La conversazione con Silente sarebbe potuta avvenire ugualmente, con Harry che, poi, sarebbe andato avanti. Le pagine che precedono il sacrificio di Harry sono le migliori della saga e mi è dispiaciuto vederle vanificate a favore del consueto lieto fine.
  4. Vai con Dio, Aerys. Anche se piena di difetti, lo vedrai, è una grande saga.
  5. esahettr

    Libertà

    un giorno si muore dicono te ne vai più lontano della cima dei monti fra le sirene, forse ma io mi sono sempre chiesto se non si tratti di un'altra bugia come quelle che ti dicono a scuola mi sono sempre chiesto se forse, in realtà non ti ritrovi laggiù sotto due metri di terra prigioniero del legno massiccio nel buio più assoluto a rimuginare su tutto il male che hai fatto ossessionato dalle labbra che non bacerai mai della ragazza che amavi quando avevi quindici anni forse non si muore affatto - questo penso, a volte quando non riesco a dormire - forse la morte è un atteggiamento eternamente mal interpretato e non c'è nulla di divertente nella disperazione del tuo pianto silenzioso per tutti i prati del mondo su cui non ti sei mai rotolato e allora, forse quando capiscono la maledizione i miscredenti pregano e i santi bestemmiano perchè nessuno nessuno mai si accorgerà dell'errore
  6. Sono a pagina 560 e conto di finirlo stasera. Un libro strano, per ovvi motivi diverso dagli altri, difficile da giudicare. Bello però, se non all'altezza dei migliori, sicuramente superiore all'insipido Mezzosangue... Domani vi dirò...
  7. All'anno (quasi) passato. A tutti voi, faccevocianime del 2007. Pronti a trascinarci nel futuro, un sospiro più stanchi. A nuove luci, fratelli! Drain You - Nirvana One baby to another said, I'm lucky to have met you I don't care what you think Unless it is about me It is now my duty to completely drain you A travel through a tube And end up in your infection Chew your meat for you Pass it back and forth in a passionate kiss From my mouth to yours because I like you With eyes so dilated, I've became your pupil You've taught me everything Without a poison apple The water is so yellow, I'm a healthy student Indebted and so grateful - Vacuum out the fluids Sloppy lips to lips You're my vitamins because I'm like you
  8. Non quanto è uguale, perchè il problema sta proprio nell'essere troppo uguale. Hanno voluto pigiare un'infinità di cose in cento minuti. Risultato: un film formalmente pulito, ma senz'anima, con personaggi di cartapesta, proprio il contrario del libro.
  9. Visto. Se fossi stato Philip Pullman avrei rifiutato di riconoscere la paternità del soggetto. Uno stupro. Un film senza anima. Ineccepibili gli effetti speciali.
  10. Dato che quel drittone di mio padre ha molto intelligentemente deciso di stanotte dopo il derby per affari di caldaie & patti con i parenti e quindi vi devo salutare fino alla Befana, dato che sono preso bene per Gestern Abend e Heute Nachmittag, beccatevi questa. Yellow Ledbetter - Pearl Jam Unsealed on a porch a letter sat then you said, I wanna leave it again once I saw her on a beach of weathered sand and on the sand I wanna leave it again yeah on a weekend I wanna wish it all away yeah and they called and I said that I want what i said and then I call out again and the reason oughta' leave her calm I know I said I know what I wear not the boxer or the bag ah yeah can you see them out on the porch yeah but they don't wave I see them round the front way yeah and I know and I know I don't want to stay make me cry I see ooh I don't know why there's something else I wanna drum it all away oh I said i don't I don't know whether I was the boxer or the bag ah yeah can you see them out on the porch yeah but they don't wave but I see them round the front way yeah and I know and i know I don't wanna stay at all I don't wanna stay yeah I don't wanna stay I don't wanna stay I don't don't wanna oh yeah ooh ohh
  11. Il 'bando' del concorso diceva max 20.000 caratteri. Il mio racconto è di circa 13.00, quindi dovrebbe andare... Ho dovuto spezzarlo a causa del limite di 10.000 per post... Obviously, no intention di urtare la sensibilità di nessuno.
  12. I Gesù impiccato a un albero di Natale. Flash di macchine fotografiche, risate di scherno, fischi nella piazza. Sopra, un cielo da neve. Lo scatto secco del ramo che si spezza sotto i suoi piedi. Filmalo mentre scalcia e manda tutto a youtube. Guardatelo! Si dimena, svoltola, come una mosca in una ragnatela, come una trota presa all’amo. Hai mai visto Dio con la bava alla bocca? Ecco, non si muove più. Avvicinati, controlla che sia davvero morto. Ancora più vicino, OK, così va bene. Ricordi di percosse sul petto nudo. Le manette hanno lasciato segni sui polsi. Occhi bianchi, di morte, da antilope. Chiudili, qualcuno potrebbe vedere che ci si riflette il cielo. Il tempo per un ultimo sguardo al suo sorriso animale, ebete, distratto. Mentre la folla si disperde e io mi me ne vado per la mia strada, comincia a nevicare. Andiamo in ufficio, adesso, andiamo a scuola. Lassù, nel cielo – probabilmente – un cartellino da timbrare. II Il Bene e Il Male giocano a scacchi nel buio assoluto e silenzioso. Tutto è pervaso di elettricità, carico di aspettativa, fremente di incosciente intenzionalità. (No, non credo ci sia bisogno di dirvi chi usa i bianchi). - Perché? - chiede il Male. La solita vecchia domanda. Non si stufa mai, la piattola. - Perché sì. – La solita vecchia risposta. Il Male rimane pensieroso per un po’, poi dice – Perché di nuovo? Perché, tutto, ancora, maledettamente ancora? Nemmeno riesco a ricordare l’ultima volta che abbiamo combattuto faccia a faccia, io e te, soli, le mie forze contro le tue. Voglio farla finita. - Sei proprio un ragazzino, Male. – Il Bene non trattiene un sorriso. Il vecchio pargolo vuole fare la lotta. –Credi davvero ancora di poterla risolvere a cazzotti? Hai continuato a sperare in una conclusione? Lo sai bene, non può esserci alcun risultato; non è contemplata la fine. - Se solo potessimo tornare nel nulla che ci ha generato, e ricongiungerci! – ricomincia a lagnarsi il Male. - Oh, dimenticare gli antichi dissapori, l’ancestrale inimicizia impostaci dalle circostanze, di cui non conosceremo mai la ragione, e dissolverci!- Ogni volta il Male fa simili discorsi, e non si sa se a forza di ripeterle, ha sul serio cominciato a credere alle cose che dice. - Non ci è permesso, lo sai bene quanto me. – Il Bene tenta di essere ragionevole. - Il nulla ci è precluso, per sempre. La porta è sbarrata, chiusa per sempre. -Chiusa? Certo che è chiusa! Quel figlio di ******* ci si è barricato dentro! E noi dobbiamo starcene qui fuori a sgobbare, costretti in forme tangibili, soffocati nella materialità, dilaniati in milioni di simboli! E lui, loro, si gode la pace del vuoto per l’eternità. E’ ingiusto! - C’è del vero in ciò che dici, fratello. – Il Bene fa buon viso a cattivo gioco. Conosce i suoi polli e sa come prenderli. – Eppure, io non sarei così severo nei suoi confronti. Bello sforzo, davvero, dev’essere stato crearsi da soli! Non mi stupisce che necessiti di un riposo tanto lungo. - Ma riposa per l’eternità, quel maledetto, lo capisci?! Per tutto il dolentissimo sempre, il bastardo! L’eternità del nulla per un solo istante di riconoscimento! – L’avrà detta due dozzine di trilioni di volte, una cosa del genere, il Male, eppure riesce sempre a sembrare davvero arrabbiato. I trucchi del mestiere! D’altronde, è il Male. - Ma quanto puro è stato quel riconoscimento quanto doloroso quell’istante! – tenta di convincerlo il Bene, ormai dal limite della sopportazione. Proprio non lo regge, quando fa così. E dato che fa così praticamente sempre… - Più di tutte le ore di tutti i tempi, forse! – continua. - Questa discussione non ha mai portato a nulla: non capisco perché ti incaponisci ogni volta. Le nostre parole, forse, schiudono d’un battito d’ali di farfalla il catenaccio sulla porta del nulla? Non è così. Siamo e non possiamo far altro che essere, essere, essere. Tanto varrebbe abituarcisi. Per un istante il Bene si concede il lusso di pensare di averla avuta vinta, ma dentro di sé sa che non può essere così facile. Ha a che fare con un piantagrane d’eccezione, un fuoriclasse ineguagliato. - E se per la prima volta ci rifiutassimo? - chiede puntualmente il Male con il solito tono lamentoso. - Se osassimo ribellarci? Tempesteremmo di pugni l’involucro del nulla finchè ci daranno una risposta! - Non ci sentirebbero, perché non sono più. – Il Bene alza gli occhi al cielo e stringe i pugni, facendo pensieri ben poco consoni a un’astrazione del suo immacolato candore. - E se fossero non potrebbero sentirci, perché tutte le voci tacciono nel nulla. E se anche potessero sentirci, non vorrebbero fare nulla, e nemmeno sarebbero in grado. Se mai hanno avuto più potere di noi, ora non è più così. - Dannazione, dannazione, dannazione! – Con un gesto della mano il Male spazza via le pedine e rompe la scacchiera a metà. Il solito bamboccio capriccioso. Il Bene si morde le labbra nel tentativo di reprimere l’irresistibile impulso di prendere il suo interlocutore a calci in faccia. La scacchiera si ricompone da sola e i pezzi tornano a posto. - A volte mi trovo quasi a desiderare di esistere – continua il Male, disgustosamente tronfio per aver saputo trovare un’argomentazione di tale solidità. – Avrei il privilegio di illudermi di morire, l’ingannevole certezza di dovermi estinguere, prima o poi. - Esistere, però, - suggerisce il Bene (dando prova di un discreto autocontrollo, forse dovuto a lunghe eternità intermedie trascorse a fare calcoli del tutto inconcepibili) – per noi deve essere semplicemente insopportabile. E poi, che delusione scoprire che non ci si può sottrarre, che non c’è libertà… Poveri mortali! Che immensa, terribile condanna per una colpa che non hanno commesso, che forse non ha commesso nessuno! - Ecco i risultati dell’astenersi dal mondo tangibile per troppo tempo! – Il Male starnazza le sue claudicanti deduzioni, giulivo come una Pasqua. - Nemmeno questo ricordi più, caro mio? Loro non sanno, mai, mai! Non sanno nulla! Vivono obnubilati da se stessi, sopraffatti dallo straripare di ciò che li circonda; talmente afflitti dall’incomprensibile, da costruirsi un’illusione per non pensarci. Tutti, nessuno escluso, sono accecati dalla barriera d’inganno che loro stessi hanno creato! Nessuno, nemmeno il più semplice di loro, sa leggere la verità scritta nel suo corpo, tanto è ricoperto di menzogne! - Eppure – ribatte, esasperato fin nel profondo del suo santissimo midollo, il Bene, che, detto per inciso, ricorda tutto alla perfezione. – Eppure i loro corpi sono intessuti di verità. Davvero importa la consapevolezza? Davvero l’illusione soccombe alla colpa? Esiste, forse, la realtà, o non è altro che un’illusione individuale? Cosa è e cosa appare, e chi stabilisce il confine? Vivono, queste microscopiche strutture di polvere, vivono, trincerate nel sogno della loro illusione, e trascorre l’inganno delle loro molteplici vite separate dalla morte. Non puoi negare che ci sia qualcosa di meraviglioso, nella menzogna dello scorrere di questa eterna stasi. – Sempre, a questo punto, il Bene non può fare a meno di commuoversi, non sa se per il pathos del discorso o per la gioia di averlo inchiodato. - Meraviglioso da vedere dall’esterno, forse, - chiosa il male con la voce nasale di un bambino che si rifiuta di ammettere di essere sull’orlo delle lacrime. - Per noi che siamo senza apparire, sostanzialmente risparmiati dal battito della vita. Nessuna illusione può cancellare del tutto la colpa, e io ho pietà di loro, eternamente costretti a chiedersi: perché accadde di esistere, quale perversa casualità gira questa incancellabile ruota? - Io credo che vivere sia un grande atto di coraggio – risponde il Bene. - E, nonostante tutto, nulla fu più giusto e irrinunciabile e sacro di quell’inintenzionale contrarsi di energia, del momento senza tempo in cui una parte del nulla si avventurò nella materialità. Tutta la polvere forma un infinito eterno corpo che risplende della sua stessa luce vitale. – Ti ho fregato, vecchio mio, pensa. Fregato, di nuovo. Indugia su pensieri vittoriosi per qualche dorato secondo, poi si riscuote e si ripromette di cercare di essere più virtuoso, d’ora in avanti. - Facciamolo- dice il Male. –Facciamolo di nuovo. – Dipinto sulle labbra, ha il solito vecchio tragico indecifrabile puerile sorriso. III E allora per la miliardesima volta si misero all’opera e mossero gli invisibili cardini dell’essere, quei cardini che avevano sempre toccato senza mai comprendere del tutto. Il buio cominciò a cantare e si sedettero nello spazio ormai fremente, brulicante di visioni passate, presenti e future (sempre le stesse, più o meno, le conoscevano a memoria). Il cantò si fece più forte e l’infinito si piegò come un foglio di giornale, poi di nuovo, ancora, e ancora, di nuovo, ancora, e ancora e ancora, sempre più velocemente finchè non fu tutto racchiuso in un punto grande come un granello di sabbia. Il Male cercò la mano del Bene e la strinse. Alla fin fine, erano vecchi amici. Il canto cantò la luce e luce fu dappertutto. Piani, ombre, tempo, dimensioni, colpa, vento, entropia, distanze, universi, amore, incomprensione, istanti esplodevano in tutte le direzioni, più veloci di qualsiasi altra cosa. Le visioni si schiudevano al canto come uova. Una di queste, di certo non la più potente, assolutamente non la più maestosa, era per gli uomini, gente fra le più sconosciute, che abitava un minuscolo anonimo pianeta azzurro slavato, l’ultima ruota del carro di una trascurabile galassia in universo del tutto insignificante. E la visione era… Un bambino che piange sotto la stella cometa. IV Da qualche tempo in città bazzica un tipo che si fa chiamare Gesù. Non porta vestiti e dice cose senza senso. Un giorno sale sui rami più alti del grande albero di Natale nella piazza e parla a una piccola folla di curiosi, che si è radunata lì sotto. Anch’io mi fermo a guardare, attirato dalla stranezza della situazione. - Io vi assolvo, lastricato di porfido della piazza, vecchia fontana, decrepita statua di marmo scadente ricoperta di ***** di piccioni, liscio e grinzoso asfalto delle strade, calce e intonaco delle case, panche delle chiese, cubetti dei vicoli, chiazze di vomito di periferia, angoli di sera illuminati dalla luce dei lampioni, panchine nei parchi o sul ciglio delle strade, città, banchi verde scuro del mercato settimanale, negozi di vestiti alla moda, supermercati insanguinati, cessi delle discoteche, stoffa colorata dei cappelli di lana dei bambini. La folla è visibilmente a disagio, ce ne vorremmo andare, ma qualcosa ci trattiene, siamo come paralizzati. - Vi assolvo, impiegati, *******, ignoranti, vecchi, disoccupati, uscieri del tribunale, quindicenni, panettieri, attori, assassini, banchieri, re, streghe, idioti, diseredati, spacciatori, studenti, malati, ricchi e poveri, frigidi o laidi. Qualcuno scuote la testa, altri lanciano occhiate torve all’uomo sull’albero. - Voi che chiedete l’elemosina e voi che cambiate strada per non vedere i poveri, voi che lanciate da lontano un tozzo di pane raffermo o una moneta e credete per questo di meritarvi il cielo, voi che espiate vivendo per chi non sa farlo da sé, alla ricerca di qualcosa, che sognate nei cimiteri, sulle panchine levigate dalle lacrime o sotto terra, nei regni dei lombrichi, non fa alcuna differenza, vivete odiando e ve ne andate nell’azzurro, voi che affollate i bordelli e pregate nelle radure e ballate per dimenticare fino all’alba. La folla è schiumante, piangente di rabbia, pesta i piedi. Guarda, due passi davanti a te un sampietrino della pavimentazione è allentato. Prendilo in mano. - Io assolvo la madre che abbandonò il figlio rottame dell’amore in un bidone della spazzatura, una fredda notte piovosa, assolvo il traditore e l’infanticida, non nati e mai vivi. - Io, Gesù Cristo, vostro padre, fratello, amante e figlio, vi assolvo. - Frugatevi il cuore e troverete una spugna. Potrete lavarvi via la colpa, e innocenti perdonare. Io vi assolvo. Prendi la mira. - Frugatevi la mente e troverete una candela. Potrete vedere oltre l’illusione, e illuminati illuminare. Voi siete liberi. Tiraglielo addosso, ora. In mezzo agli occhi. Non sbagliare mira. - Voi siete… Un sasso lo colpisce sulla fronte e Gesù si accascia all’indietro. La folla annuisce sorridendo, liberata, finalmente. Tutti mi guardano con ammirazione. Una ragazza carina, vestita di fuxia, mi masturba con gli occhi. Sotto l’albero si raduna una folla sempre più grande, cittadini e turisti di tutte i ceti e le età, intirizziti dal freddo, gli occhi spiritati, le labbra screpolate. Un signore sulla cinquantina, con una fascia iridata a tracolla e una corona d’oro in testa, mi dà una corda. E’ un attimo, un attimo per il mio agile corpo di ragazzo, salire lassù e mettergli un cappio attorno al collo, legare la corda a un ramo che tenga. E in un baleno sono tornato a terra, commosso dalla gratitudine di tutte quelle pupille innaturalmente dilatate. E’ questione di minuti, prima che il suo peso spezzi il ramo sui cui l’ho sdraiato. Intanto, mi godo il respiro della fama nelle farneticanti acclamazioni della folla. Mentre l’arancione metafisico degli autobus fa avanti e indietro sulle strade di porfido e nella buia città illuminata la gente per un attimo interrompe le compere di Natale... V Dall’altra parte della luna – probabilmente – inconcepibile lamento di strazianti case umane e vento delle rovine fra le finestre rotte nell'oscurità.
  13. esahettr

    Compito di Italiano

    La metrica, di una poesia, è il respiro. Se non respiri, muori. Scrivi con eccitazione, in fretta, fino ad avere i crampi, in accordo alle leggi dell'orgasmo. diceva Jack. Trattandosi di un compito, mi pare difficile.
  14. esahettr

    Libertà

    Un anno di ipotetiche ipnosi gente colorata che non ha ricordi fingere di non mentire. Lo so, ora: siamo meno delle ombre che ci insegnarono ad accoltellare, dei sorrisi con le teste di gallo. Sputato nella polvere finchè le forme prendevano sembianze. E quando mi infilavo nel letto ad abbondanti mezzanotti alcoliche per mia madre, in realtà quattro di mattina dilaniate e isteriche, le cicatrici del dopovita nel cervello di fuoco spezzato. E così in testa avevo questo covo d'insetti inventati e ogni tanto gli alberi al parco ci ficcavano dentro un dito, uno sputo, un lamento. Ma perchè perchè perchè ho creduto nelle forme? E io io che trangugiavo sospiri e credevo di averle raggiunte, le ragazze del cielo nero d'ottobre, tremanti punti di domanda. Credevo che quella fosse la notte e vi costringevo, calpestare ferro senza tempo. Gioventù gioventù gioventù, l'anima accecata dallo spirito. Sceglievamo i giorni di pioggia per rubare le convulsioni del bianco. Nel ghiaccio d'inchiostro, la fine nelle orecchie - cresceranno le stelle alpine le stelle alpine le stelle alpine e inaccessibili fiori del mare nel sangue degli alberi reclusi. Non è questo il cranio? Assordante, l'energia del silenzio, no? Pistola di nulla, sparami il vuoto. Fermo, ora. Larva, dolcemente, larva. Era inconcepibile che il buio non avesse sorgenti. Tanto per cambiare, il mio miglior amico è mio padre, mio seme, mio amante. Pregava per la catarsi, una via d'uscita nei ceffoni dei tuoni. L'ho crocifisso all'albero della giovinezza, materna convulsione di capelli lattei. Ho detto: angeli, che ne sapete dei vermi? Pensate che uno scelga i volti lunghi, l'altro sia un commerciante di prigioni? Svegliatevi, cittadini del tempo. Spaccatevi gli incisivi contro le sbarre. Inventatevi un corpo! Scopate col cuore il nulla dentro le stelle e con una carezza abortite gli dei. Quando la spirale di cera vedrà il re dei morti, starò zitto, fantasmi. E a questo non potrete reagire, e questo vi darà da scricchiolare. Tenterò il nulla per annichilirvi.
  15. Io non l'ho ancora visto, ma la trilogia Queste Oscure Materie, oltre a essere l'opera emblematica della mia infanzia e primissima adolescienza, è un ambiziosissimo capolavoro: una storia meravigliosa e un apriscatole per il cervello, contemporaneamente. Sono sei anni che lo urlo a squarciagola... Fammi un regalo di Natale, Sheldom, tu che ami leggere. Rimetti sulla libreria il libro della Troisi che hai sul comodino e comprati la trilogia di Pullmann. Spoiler: Dai che scherzo, de gustibus, però Pullman lo devi leggere!
  16. Sicura? Su ibs non ne fa menzione... http://www.internetbookshop.it/ser/serpge.asp?type=keyword&x=torre+nera+king
  17. esahettr

    Kafka

    Data l'affluenza strabiliante (), mi sento in obbligo di annunciarvi che ho testè terminato di leggere la sua opera omnia. Quello che più mi ha colpito è l'ossessività naturalistica con cui descrive la realtà, che attraverso un'infinita serie di minuzie estenuanti prende la forma dell'onirico scenario per una disfatta universale non priva di grottesco umorismo ebraico. Mai come nelle sue opere è evidente la crisi del romanzo e della forma letteraria tradizionale, da Kafka completamente stravolta. Ogni frase, opionione, supposizione viene soppesata, scomposta in tutti i suoi aspetti, osservata e commentata da infiniti punti di vista, eppure non si giunge mai a nulla, l'incomunicabilità regna sovrana. I personaggi si muovono come automi in un universo iperrealistico fino al delirio, agiscono, amano e muoiono nella totale incomprensione di qualsiasi cosa, fatalmente stupidi nella loro ferrea consequenzialità razionale. Siamo di fronte a una delle teste (e delle penne) migliori del secolo: un genio assoluto, un inconsapevole profeta dell'inconscio il cui sguarda disperatamente divertito continua a tormentarci. Un inchino, prego. Insomma, il mio scrittore preferito, adesso.
  18. esahettr

    Libertà

    Questa roba l'ho scritta un paio di mesi fa, una domenica mattina insonne tra le 4 e le 6. Avevo sempre sperato di riuscire a inserirla da qualche parte, ma così non è stato... Fate voi, a me fa piuttosto schifo. albe a notte a sfregiata gerani rossi a profusione come fontane di insetti nel mare sei la tua ombra o la tua ombra è diventata te? lacrime rigettate dai fantasmi risucchio nel bianco un gemito e il rumore infine tramortiti a metà ti ricopro di stelle morte io che sono spento e non ho poesia da darti dimmi che sei pura il generasogni ha partorito un mostro sempre la vecchia questione fra te, mio fratello e me e il vecchio ontano ubriaco il delirasogni ha sognato gli alberi le sognanti cavalcate dei primordi il puro sogno quando era d'oro è compromesso dalla sua genesi sbiadisce urlando e ancora indugio a non voler tornare come la finestra impazzita vergine implorare i tuoni mia piccola essenza tremante lingua in bocca le stesse smisurate pupille mi scrissi sulla mano ho sragionato molto meglio di voi tu sei mio padre ma mio padre è anche il ragno io ricordo solo i vetri rotti Vostro Onore è così che la gente muore brucia! I bambini morti! Per il freddo e la neve! Tutti pazzi come pecore! Pecore e fantasmi il pastore è morto ed è meglio così il definitivo congedo del guerriero sii giovane altrove e ama che di dovere l’ultimo viaggio dell’embrione nell’incubo fosforescente gli Uomini delle Stelle dalle lunghe braccia verdi siedono sulle montagne affranti dall’ottuso dolore del cosmo nessun bambino degno del loro incerto dono nessuno che possa incarnare l’Errore annientate le vostre dolenti dissonanze date fuoco alle sinfonie del pianto possa il silenzio ammantarlo Sua Maestà il Quasi Re delle mezze incompiutezze che generò in sogno suo malgrado sopravvissuto alla notte e ricoperto di escrementi hanno giocato a sfregiarmi con inesistenti pezzi di vetro dicevano che mia madre era morta il buio della sua unica stella come milioni di soli marci perpetrerò il tuo ricordo fino a dimenticare chi canticchiava piangendo quando deliravo? Nessuno nessuno nessuno baciami ti ho generata nel non detto ho vomitato me stesso nell’incomprensibile fine del viaggio nei luoghi del sogno rinuncio alla purezza
  19. Spoiler: Sono discretamente sicuro che si tratti di Bejen Stark, per quanto riguarda Manifredde. Non ho mai avuto dubbi sul fatto che Jon sia figlio di Rhaegar e Lyanna e di conseguenza Azor Azhai: il figlio del Ghiaccio e del Fuoco, come il titolo della saga... Inoltre neL'ombra della profezia Martin si lascia (volontariamente, di sicuro! sfuggire un indizio. Nel ricordare i tempi in cui sembrava probabile un suo matrimonio con Rhaegar, Cersei dice qualcosa come "... non avrebbe mai posato gli occhi sulla ragazza lupo...". Ora, non credo che ci voglia Ainstanio per intuire di chi potrebbe trattarsi. Le tre teste del drago? Io propenderei per la triade Jon-Daenerys-Tyrion, gli adulti protagonisti. Non mi stupirebbe scoprire una traccia di sangue Targaryen nel Folletto. Addirittura, a volte, mi sono baloccato con l'idea che potesse essere frutto della segretissima unione fra Aerys II e la moglie di Tywin Joanna (ebbravo il nostro Arturo! ), che, sempre secondo quest'ipotesi piuttosto delirante, potrebbe non essere morta di parto.
  20. Zero. E non esistono nemmeno in economica...
  21. Sì. Devi.
  22. Leggere l'ultimo è uno shock, ma come ha già scritto qualcuno, non poteva che finire così... In ogni caso, devi farlo.
  23. esahettr

    King

    Io quest'estate ho letto L'ombra dello scorpione (il cui titolo originale, peraltro, è The stand), nell'edizione non tagliata. Gran bel libro, comunque, nonostante la trama non sia al livello di quelle di altre sue opere, uno dei più umani del Re. Soprattutto è superlativa la caratterizzazione dei tantissimi protagonisti, buoni o cattivi che siano, perchè King te li fa amare, te li fa odiare, ti rende impossibile separartene. Consigliato.
  24. Bud e terence, ovviamente. Guardate un po' i risultati...
  25. esahettr

    Trilogie

    Ritorno al futuro.
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