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i sogni mi bruceranno gli occhi mi bruceranno gli occhi non mi lasceranno dormire non mi lasceranno adolescenza sommessa troppo a lunga cercata rinnegata all'alba ritualizzata nelle notti imperiture al ritmo del cielo violaceo santificata al tramonto mai desta del tutto inutile e fulgida i sogni mi bruceranno gli occhi mi divoreranno il cuore mi bruceranno gli occhi tutti quei sogni quelle facce quei sorrisi mi bruceranno gli occhi cecità in silenzio la tua carne la tua canzone fragrante la tua pelle la luna la luna esplosioni della retina i tuoi occhi midriasi acide iride pupilla miracolo latte di luce formiche formiche formiche cane casa gabbia morte terrore farneticare le tue gambe i tuoi seni delirio le tue mani vfresche foglie di cedro la sete il tuo corpo il respiro del deserto troppo forte troppo veloce visione visione visione
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La più grande rock band
esahettr ha risposto alla discussione di darteo_silver in Cinema, TV e musica
Fra parentesi, anch'io personalmente preerisco di gran lunga i Nirvana. Essendo obiettivi, però, la spuntano di molto i Beatles... -
avremo stelle negli occhi buchi di spazio scintillante prati nel petto e fiori baci di foglie ghiande e radici gemme che piangono tutte quelle facce grigie la fotografia della morte una via di muschio laghi di luce in bocca e tombe di buio come fiaccole deserti nel cuore avremo il cielo negli occhi una voragine
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Fra quelli postati, preferisco Ligabue. Come si fa però a non mettere De Andrè?
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La più grande rock band
esahettr ha risposto alla discussione di darteo_silver in Cinema, TV e musica
Ovviamente, un discorso del genere è impossibile. Dobbiamo però dare atto ai Beatles (che non mi fanno impazzire) di avere più carte in regola di tutti gli altri per vincere questo "titolo". Quindi, voto Beatles. -
Espiazione Ed è espiazione infine l'espiazione nulla di assoluto ma è arrivata e stiamo tutti in piedi ora qui qui ed ora e qualche istante fa a brindare a nuovi rimpianti con i bicchieri vuoti un po' tristi e un po' felici un po' bambini e un po' cresciuti a brindare con i bicchieri vuoti a nuove solitudini a nuovi fuochi e a nuove malinconie una folata di luce improvvisa e silenziosa portata dal vento nella monotonia triste del crepuscolo un lumicino una speranza vana è terribile ma ci sarà un domani forse ci sarà un domani mi sveglierò anche domattina senza nessuna ragione tranne trovare una ragione l'ho cercata nella neve e nel vento nelle giungle impervie del futuro fra i pesci e sugli alberi in mare e in cielo ovunque l'orizzonte continuasse a pulsare ovunque lo sguardo riuscisse a sanguinare ovunque il mio corpo potesse essere martire ho trovato tutte quelle mattine una ragione per soffrire per svegliarmi e continuare a provare a non morire ma forse non era la ragione giusta forse il dolore non porta visioni forse le visioni sono cieli marci e prati e grigi manicomi infernali in cui bisogna vagare mi sono svegliato troppe volte con la paura di esserci ancora è il momento di trovare una ragione una vera ragione forte come le foglie e il tramonto e l'estate forse sto imparando a cercarla forse sto tentando per la prima volta di trovare me stesso l'ennesima illusione meravigliosa questa sera con un bicchiere in mano se dovessi vedere una scheggia di luce svegliarmi felice ricordami com'era buio il buio com'era triste svegliarsi dimmi com'era buio il buio e piangerò come piangevo allora
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King - La Torre Nera
esahettr ha risposto alla discussione di esahettr in Libri, fumetti e animazione
E chi potrebbe non adorarla? Imho, è IL capolavoro di King. -
La Nostra Storia - Note
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Prosa e Poesia
Dal post in supporto hardware avevo capito che ra una città, ma il post di Wolf (il primo) mi ha scombussolato le idee. In ogni caso, adesso modifico. Scusate... -
La Nostra Storia - Note
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Prosa e Poesia
Airon, io le basi le ho gettate. Vai quando vuoi, ora. -
La Nostra Storia - Fantasy
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Prosa e Poesia
E così era quella la città. L’uomo nel bosco ne aveva parlato con reverenza e venerazione, ma a lui non sembrava più grande di quelle per cui era passato, e più piccola di buona parte di esse. Era abbarbicata attorno alle sponde di un piccolo fiume, lento e limaccioso, sormontato da esili ponti di pietra. Le strade lastricate erano tortuose e luride, per quanto riusciva a vedere, le case alte e strette, cascanti, si appoggiavano l'una sull'altra dando una sensazione di vertigine. Jack socchiuse gli occhi e percorse attentamente con lo sguardo l’avvallamento inaridito ai suoi piedi. Dopo giorni e giorni di cammino, era giunto alla fine della foresta. Pochi passi davanti a lui le chiome degli alberi si schiudevano alla luce del sole che faceva capolino fra le nubi. I raggi dorati si riflettevano sui tetti di ardesia delle case, sulle vetrate e sulle cupole dei templi, abbagliandolo con il loro fulgore. La città era situata in una conca circondata da campi brulli spaccati dall'arsura e appezzamenti di nuda terra deserti e levigati come lame dal soffio incessante del vento. La polvere esalava dal terreno come fumo secco, in volute languida e pesanti. Un fiumiciattolo, poco più che un ruscello, rinverdiva la zona limitrofa; là si ergevano le case dei nobili e dei benestanti, bianche e slanciate, costruite in muratura, Sul suo greto si ergevano faggi, pruni e ontani. La costante brezza estiva cullava le loro foglie bruciate dal sole e ne scaturiva un suono remoto, lontano. L'aria fremeva per il caldo, e il cielo azzurro e luminoso lievitava come un miraggio sulla vista desolata che la circondava al limite della città, e fremeva di rimando. Jack seguì il sentiero e cominciò a scendere dal colle, dal versante opposto dal quale era venuto. Ce l'aveva fatta ancora una volta, ma, per gli Dei, se era stata una lunga scarpinata, e non delle più semplici! Rimase pensieroso e continuò a camminare di buon passo mentre il cielo si rannuvolava di nuovo. Sudava moltissimo, e non potè che contentarsi dell’arrivo di quelle nubi, che, sebbene non riuscissero a rinfrescare l’aria, gli proteggevano almeno viso e il collo nudo dal sole Fu una lunga passeggiata nei campi e Jack si sedette due volte a riposare e rifocillarsi con il cibo che aveva comprato da quell’uomo nella foresta. Il cielo concavo sopra di lui continuava a cambiare e ad alternare la cecità opprimente delle nubi a un sole spietato. A metà del pomeriggio sentì scorrere il ruscello e seppe di essere quasi giunto alla sua meta. Accelerò il passo e cominciò a scorgere i tetti di ardesia delle case dei sobborghi; il sentiero confluiva in una piccola strada sterrata, solcata ai lati dal passaggio dei carri. Giunto fra le capanne dei contadini che circondavano le mura della città, si rivolse a una donna di mezza età che stendeva il bucato su di un filo bianco. La salutò brevemente e le chiese se ci fosse un armaiolo in quel villaggio. La donna sembrò riflettere un momento prima di rispondergli, come se non intendesse alla perfezione cosa le volesse dire, poi sorrise e gli disse di rivolgersi a un tale nel centro della città. Aveva un accento strano, ma le sue parole gli risultarono perfettamente comprensibili. Prima di proseguire, venne a sapere il nome di quella città: Carat. Di sicuro non l'aveva mai sentita, ma era come se scaturisse un lievissimo rintocco nei più remoti androni della sua memoria. Non la conosceva, quella città, certo che no, ma era come se... Smise di pensarci e continuò a camminare. Arrivata alle mura della città, si accodò a una piccola folla eterogenea che attendeva il proprio turno di entrare. Le guardie all'ingresso non lo degnarono di uno sguardo e lui tirò un sospiro di sollievo. In città le case di pietra si facevano sempre più alte e strette. Molte sembravano essere sul punto di crollare su sè stessi come castelli di carta alla prima folata di vento. La casa dell’armaiolo, costruita in pietra e sormontata da una lastra di ardesia, era situata accanto a un'osteria e una conceria di pelli. Era anche la sua officina, poiché dalla porta aperta Jack udiva chiaramente il rumore del metallo che batteva contro il metallo. Si fece forza ed entrò, senza pensaci due volte. Era senza un soldo, e aveva maledettamente bisogno di un lavoro. Del resto, anche se non aveva completato nemmeno metà del suo addestramento, quando si trattava di ferro e argento, valeva tutti gli uomini del mondo messi assieme. Forse, questa era un’esagerazione, ma così gli piaceva pensare. Gli dava coraggio. -
Te ne dico dieci, ma ti assicuro che sono pochissime. Black Yellow Ledbetter Wishlist Elderly Woman Behind the Counter In A Small Town I Am Mine Once Not For You Immortality Crazy Mary Soldier Of Love Poi, come bonus track, aggiungo Last Kiss, una cover di Wayne Cochran, come mi ha spiegato il saggio Aerys.
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Ed è estate ancora lussuria d'infioriscenze febbricitanti proliferazioni malevole e verdastre fango e sangue ciechi campi di grano la musica diventa intercessione l'innocenza divora se stessa un'altra volta catatonia catatonia l'uccello pallido della luna si è immolato nel tramonto la paluda annega nei ricordi non essere triste non chinarti alla luce non sprecare la tua vita come ho fatto io non sprecare nemmeno un istante brucia in un secondo anche se è impossibile perchè è solo provandoci che sarai in pace te lo dice uno che non c'ha mai provato che non è mai stato in pace sono un'ombra vuota che la notte riempie di fiumi che di giorno impallidisce mi puoi vedere sui prati fioriti ramingo e solitario con la brace negli occhi ovunque vado fiammeggiano le nubi la loro lingua di lampi non sono mai riuscito a guardarle in faccia andrò all'inferno perchè sulla terra non ho il coraggio di meritarmi il cielo l'inferno è una torre d'avorio solinga e silenziosa la nemesi delle stelle e dello spazio è una visione silente e ovattata lo stillicidio inutile dei raggi del tempo dal primo fuoco fatuo dell'alba all'ultimo grigiore della notte all'inferno i pomeriggi sono marci e addormentati è cecità accecante l'inferno allucinazione assoluta embrione di foglie e gemme sterili file di sacchetti plastica impiccati come cigni all'inferno non si riesce a dormire perchè c'è troppo silenzio le tele dei ragni crollano su se stesse miseramente come i sogni dei bambini come i semi della quercia è pieno di polvere e non c'è lussuria nei corpi nudi dei martiri torturati dalle scimmie non c'è nessuna lussuria nelle ragazze gettate esauste nei campi come fiori fradici e appassiti per la troppa ottusità del dolore agonia d'ovatta c'è solo violenza uniforme e noia più terribile di tutto il dolore all'inferno c'è lo stesso odore di disinfettante che soffoca i manicomi l'inferno è un manicomio infinto è il tempo dell'attesa eterna un tempio alla speranza vana la mediocrità la menzogna che mio padre ha tramandato a me che suo padre ha tramandato a lui che il padre del padre di mio padre ha tramandato al padre di mio padre mio padre mio padre! tutte le loro teste immaginate nel fumo impalate allo steccato l'inferno è masturbazione meccanica coito insonne amore frustrato e frustrato e frustrato amore spalancato nello stupro è la gabbia degli inncocenti e dei cani dei papi e degli stupidi e dei ladri una distesa gigantesca di specchi vuoti all'inferno è la terra a piovere piovono ombrelli colorati sul mio capo languido il vento ha le labbra umide e piagate e i denti marci non trova mai riposo attraverso l'iride di uno stelo d'erba le legioni degli spiriti brulicano di mostri e storpi e gocce di pioggia ghiacci in putrefazione i fantasmi della tundra si bendano le braccia marce sono gli spiriti di mezzo costretti a vagare nella neve e nel vento del crepuscolo nelle viscere del fato fra gli uomini di paglia sotto la cupola scheletrica dei rami uccisi dal freddo alla ricerca di uno scintillante frammento della loro anima dormono nei boschi nei tronchi cavi degli alberi si stringono l'un l'altro per tenersi al caldo si soffiano baci sul viso perduto sorridono il nulla si addormentano sognando occhi che brillano come lampi sognano di camminare chini nella neve affilata dal vento la brace degli alberi che balugina sul capo di danzare e vorticare come cenere disperati e insonni silenziosi nell'inverno eterno della loro oscurità sognano di urlare contro le rupi immobili spazzate dal vento di urlare contro le rupi silenziose di implorare urlando una risposta fino a perdere la voce e cadere infine carponi nella neve come foglie d'acero senza fare nessun rumore non mi è rimasto il tempo di parlare del cielo di quel castello fantastico più alto del sole di quella matassa di sogni leggeri il cielo è un giardino azzurro pieno di fontane e perdono e pietà è la carezza della risaca alle onde il suo sussurro quando le implora di provarci ancora è la danza impronunciabile di tutte le cose l'estasi eterna degli angeli che si danno la mano il cielo è il sospiro della morte quando miete il grano con la falce è la sua falce di stelle sorridenti è il delirio immoto e roteante di migliaia d'immagini è il mio corpo eterno per un attimo è il mio corpo infinito in cielo gli spiriti dei disperati pascolano sbuffi di luce sulle nubi immacolate scolpite dall'amore prima dell'inizio del mondo il cielo è la danza la danza la danza l'esodo degli dei dalla foresta al deserto il mattino azzurro e dolce come la neve ci siamo rinchiusi in un'interminabile sequenza di gabbie virtuali abbiamo accecato di luci false il cielo e nessuno ha più la forza di guardare le stelle mentiamo l'un l'altro la nostra apoteosi mentiamo la nostra vita mentiamo il tempo il nostro corpo mentiamo il nostro corpo il mio corpo mentiamo la nostra sofferenza e mentiamo la morte mentiamo il nostro eterno dolore rimango a guardare con gli occhi spalancati il bosco di mio padre che brucia le sue ossa fumanti tutte le cose che non ho fatto tutte le cose che avrei dovuto fare sono nulla il tempo le ha inghiottite e più passa il tempo più mi accorgo di quanto il tempo passa e più passa il tempo più la morte si avvicina più si avvicina la fine di questo sogno pazzesco scintillante e oscuro e un giorno verrà ad abbracciarmi la morte nel sonno o nella furia o nello stordimento gli steli d'erba baceranno la casa dei miei occhi vitrei le mie labbra concimeranno la terra con il loro sangue e nessuno toccherà mai più le mie mani fredde
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Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Cinema, TV e musica
A tutta la vecchia cricca, perchè il divertimento era davvero infinito. Siamo la cosa peggiore che avremmo potuto perdere. Ooooooooohhhhhhhh! Bro Hymn Tribute - Pennywise To our best friend, Present past and beyond Even though they weren't with us too long Your life is the most precious thing that we could lose While you were here the fun was neverending Laugh a minute only the beginning Jason (my brother) Matthew Thirsk this one's for you Ever get the feeling you can't go on Just remember whose side it is that you're on You've got friends with you till the end If you're ever in a tough situation we'll be there with no hesitation Brotherhood's our rule that cannot bend When you're feeling too close to the bottom You know who it is you can count on Someone will pick you up again we can conquer anything together All of us are bonded forever if you die I die that's the way it is -
La Nostra Storia - Note
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Prosa e Poesia
Allora, quando hai tempo, abbassala di trenta centimetri, l'altezza del mio pg. Grazie. -
La Nostra Storia - Note
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Prosa e Poesia
Tnx. Non so nulla di GdR, e poco di fantasy: si vede. Purtroppo, non posso modificare. -
Non ho più nulla ormai ho visto troppe città bruciare fantastiche e sfavillanti ed eterne nel loro pianto stellato più nulla da dire il fuoco è spento e il cielo muto la fiamma è falsa sa d'incenso e sangue la fiamma è fresca e marcia e non ha volto le trasparenze si sono fatte lievi e ripetive i rimpianti hanno finito di cantare la mia carne è diventata asfissia è annegamento il mio povero spirito martoriato dalle vampe elettriche del freddo è annegamento al tramonto delle nubi ci sediamo in cerchio e vomitiamo anestesie di sorrisi in grembo alla morte con le sue mani lucenti fra i capelli la morte è pallida come la genesi dei gigli ha i capelli biondi di miele ghiacciato ci nutre tutti con il sangue dei suoi occhi il figlio del ragno è trasmutato rospo e spiriti storpi di vetro di vento danzano sui rami del fiume del suo sguardo spento il tramonto è il fantoccio esangue dell'alba che brucia se stessa non c'è nessuna stella degna della morte nessun fucile nessuna bandiera nessun amore che possa usurpare il suo scanno eterno di margherite marce troppo a lungo ho represso il mio calvario di baci sospesi mi tremano le mani per tutti gli abbracci tutte le carezze sadiche che non ho mai sanguinato per paura di sporcare il pavimento
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Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Cinema, TV e musica
A noi quattro, e me in particolare, perchè non avrei mai voluto capire cosa significa questa canzone. Adam's Song - Blink 182 I never thought I'd die alone I laughed the loudest, who'd have known? I traced the cord back to the wall No wonder it was never plugged in at all I took my time, I hurried up The choice was mine, I didn't think enough I'm too depressed to go on You'll be sorry when I'm gone I never conquered, rarely came 16 just held such better days Days when I still felt alive We couldn't wait to get outside The world was wide, too late to try The tour was over, we'd survived I couldn't wait 'til I got home To pass the time in my room alone I never thought I'd die alone Another six months, I'll be unknown Give all my things to all my friends You'll never step foot in my room again You'll close it off, board it up Remember the time that I spilled the cup Of apple juice in the hall Please tell mom this is not her fault I never conquered, rarely came 16 just held such better days Days when I still felt alive We couldn't wait to get outside The world was wide, too late to try The tour was over, we'd survived I couldn't wait 'til I got home To pass the time in my room alone I never conquered, rarely came Tomorrow holds such better days Days when I can still feel alive When I can't wait to get outside The world is wide, the time goes by The tour is over, I've survived I can't wait 'til I get home To pass the time in my room alone -
Io non sono assolutamente d'accordo. Baudelaire è un altro grande, ma se dovessi trovargli un difetto direi proprio che è eccessivo, svraccarico, ridondante. Ovviamente, queste è uno dei rischi dei simbolisti, ma Baudealire, che nè è l'archetipo, infatti, sembra caderci maggiormente.
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La Nostra Storia - Supporto Hardware
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Prosa e Poesia
Nome: Jack Yurm Razza: Gnomo Capelli: Castani Occhi: Azzurri, chiarissimi. Aspetto: Snello, agile, diciamo 1.43 Età: 17 anni Equipaggiamento: Mannaia Jack Yurm è figlio di uno dei più famosi armaioli della città di Carpol, scavata migliaia e igliaia di anni fa dai Primi Gnomi nella roccia del monte Car, dove ha vissuto fino a due anni prima dell'inizio della storia. A quindici anni, ha litigato furiosamente con il padre che lo rimproverava per aver disonorato pubblicamente Rhala, una ragazza del posto. La frattura familiare non si è più ricomposta, e qualche settimana dopo Jack fugge di casa, con in spalla un fagotto di vesti e la mannaia appesa alla cintura. Da allora ha vagabondato ovunque le sue gambe, il suo arbitrio e le sue esigenze lo spingevano. E' appena arrivato in città, per cercare lavoro come armaiolo, mestiere nel quale è superiore alla maggior parte degli uomini, sebbene abbia interrotto a metà il proprio apprendistato nella bottega del padre. -
Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Cinema, TV e musica
A me, e a Festa, e a Max, e a Pit e alla Clara, alla Ica e a Leo, alla Vicky e alla Marghe e alle Anne, e a tutti gli altri, e a tutti voi, a tutti voi. Death And Birth - Pagoda From ripe to rotten, too real to live Should I lie down or stand up and walk around again? My eyes finally wide open up My eyes finally wide open shut I finally found a sound that hears the touch of my tears Smells the taste of all we waste could feed the others But we smother each other with nectar and pucker the sour sugar sweet weather It blows through our trees, swims through our seas Flies through the last gas we left on this earth It’s a long lonely journey from death to birth Should I die again? Should I die around the pounds of matter wailing through space? I know I’ll never know until I come face to face with my own cold dead face, with my own wooden case You are with me, with me, lonely, lonely, lonely... lonely... Ready for the long lonely journey from death to birth -
Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Cinema, TV e musica
Perchè certi pomeriggi mi sento un po' così. E non so se ridere o piangere. Fire Water Burn (The Roof Is On Fire) - Bloodhound Gang The roof, the roof, the roof is on fire, The roof, the roof, the roof is on fire, The roof, the roof, the roof is on fire, We don't need no water let the motherfucker burn, Burn motherfucker burn. Hello my name is Jimmy Pop and I'm a dumb white guy, I'm not old or new but middle school fifth grade like junior high, I don't know mofo if y'all peeps be buggin' give props to my ho cause she all fly, But I can take the heat cause I'm the other white meat known as 'Kid Funky Fried', Yeah I'm hung like planet Pluto hard to see with the naked eye, But if I crashed into Uranus I would stick it where the sun don't shine, Cause I'm kind of like Han Solo always stroking my own wookie, I'm the root of all that's evil yeah but you can call me cookie, The roof, the roof, the roof is on fire, The roof, the roof, the roof is on fire, The roof, the roof, the roof is on fire, We don't need no water let the motherfucker burn, Burn motherfucker burn. Yo yo this hard-core ghetto gangster image takes a lot of practice, I'm not black like Barry White no I am white like Frank Black is, So if man is five and the devil is six than that must make me seven, This honkey's gone to heaven, But if I go to hell then I hope I burn well, I'll spend my days with J.F.K., Marvin Gaye, Martha Raye, and Lawrence Welk, And Kurt Cobain, Kojak, Mark Twain and Jimi Hendrix's poltergeist, And Webster yeah Emmanuel Lewis cause he's the anti-christ, The roof, the roof, the roof is on fire, The roof, the roof, the roof is on fire, The roof, the roof, the roof is on fire, We don't need no water let the motherfucker burn, Burn motherfucker burn. Everybody here we go, Ohh Ohh, -
La Nostra Storia - Note
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Prosa e Poesia
Oggi non riesco, ma domani posto in supporto hardware. Se volete, poi, dopo Wolf potrei postare io... Nella storia, intendo. -
Cosa sono diventato? Pascolando brughiere nelle notti piovose e luce verde a fiocchi lampioni come neve anestetizzami l'anima guarda il volto di cielo oscuro la notte i suoi occhi lucenti che piangono per tutti noi per l'obliata struggente sfavillante sfera dei nostri rimpianti
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Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Cinema, TV e musica
A parte che hai postato una canzone fantastica (), mi sembri un po' troppo rigido. E' naturale che in topic come questo si finisca postando spesso canzoni che, più che avere 'sto gran senso, ci piacciono. -
La Nostra Storia - Note
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Prosa e Poesia
Mi dispiace, se ho esagerato: sono fatto così... Aggiungo solo che la premeditazione ossessiva di questo genere è sicuramente il modo migliore per ingarbugliarci il più presto possible.