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Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
Te la dovevo, questa, zio. Te la dovevo. Te la ricordi? Sì che te la ricordi. E' stata colpa mia. Hev fan con la Ju, hai la la mia fottu*a approvazione, e la mia benedizione, per quanto ve ne possa fregare. City Of Angels - Distillers Its going down tonight in this town Cause they stare and growl THey all stare and growl I take a scar everytime i cry Cause it aint my style no it aint my style Going down to the gravel head to the barrel Take this life and end this struggle Los ANgeles come scam me please Emptiness never sleeps at Cliftons 6 am With your bag lady friend and your mind descending Stripped of the right to be a human in control Its warmer in hell so down we go They say this is the city The city of angels All i see is dead wings Its a ghost town rabid underworld Dionysian night vitriolic twilight A mirage comes up it never ends Once you get burnt youre never the same Left behind erased from time AInt no decency in being boxed up alive Look around aint no R.I.P. signs here We dont rest in peace We just disappear So here we are Los Angeles No angels singing in your valley of unease I watch the sun roll down the pacific Over hookered sunset strip Theres a black moon tonight Aint shining down on the western neon lights They say this is the city The city of angels All i see is nothing
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Libertà
Ma chi ca*** te la scrive una poesia, eh? Eccheccazz!!! Ti strappa il cuore e lo fa a fette con un coltello da cucina ma tu non te ne accorgi perchè quando lei è in una stanza la stanza svapora come cenere la stanza scompare come fumo soffiato dal vento impetuoso il tempo si ferma e il mondo comincia a vorticare rombando di desiderio tu sei incantato cotto stordito e l'unica cosa che puoi fare è adorarla amare ogni atomo della sua pelle vellutata e non vedi niente tranne la luce puoi soltanto rimirare l'ossessione martellante il delirio del suo corpo che sfiora il tuo di un'onda sinuosa come l'oceano le sue mani fredde sul tuo petto che respira il suo fiato caldo il tuo petto che ondeggia stremato dal sortilegio ancestrale delle tue labbra incandescenti come neve fiammeggiante puoi soltanto fissare i suoi capelli incandescenti sviscerare l'alfabeto delle tue infime carezze sapendo di non poterla toccare mai dilaniare il regno dei tuoi baci di strada alla ricerca di quello che vada bene per lei E mentre ti inebri del suo profumo della canzone conturbante dei suoi occhi come lampioni di sole sotto un crepuscolo perlaceo ti strappa il cuore e lo fa a fette con un coltello da cucina e tu sei contento come non sei mai stato e mentre vomiti un fiotto di sangue e ti premuri con tutto te stesso con tutte le slegate vestigia del tuo corpo morente e la tua mente agonizzante di non sporcarle i vestiti arriva la morte e muori contento di morire al suo cospetto e muori contento del tuo amore sofferente e sprecato il tuo amore di polvere
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Libertà
Canzone per il Futuro Questa è per quello che sarò stato per il ragazzo che sarò stato per la mia rabbia trasparente per quando levigo con l'alcol la mia solitudine perchè non si trova altro per il ragazzo incerto e dubbioso così maledettamente incerto e così pieno di rabbia di risentimento così pieno d'amore per quell'amore struggente e inespresso per la necessità e la mortificazione poetica per il ragazzo incapace di esprimersi e incapace d'amare per l'amore che non riesco ad amare questa poesia è per tutte le sbronze tristi e per le canne inutili per le illuminazioni di mezzanotte o delle tre e tre quarti del pomeriggio per il bisogno di avere bisogno di avere bisogno per tutta la vodka da poco che sa di medicina da ciarlatano per tutta la vodka trangugiata a forza per non pensare per quella volta che comprammo tre bottiglie e il vecchio commesso ci guardava come fossimo pazzi (e forse lo eravamo) per le seg*e a denti stretti per lo zaino che porto sempre sulle spalle pieno di mologhi e deliri e poesie e racconti e romanzi mai scritti per le pomposità e per l'esibizionismo infantile e per l'autocelebrazione vuota per le battute razziste e per le barzellette sporche che mi hanno sempre fatto venire voglia di piangere per la lunga fila di bottiglie rotte e mozziconi e rimpianti e rimorsi e paure e occasioni andate sul mio davanzale questa è per l'illusione di potersi accendere a comando per le notti in cui non riesco a dormire e di colpo incomincio a brillare ma sono troppo stanco per dare ascolto per tutti i pomeriggi di sole sprecati davanti a uno schermo a tentare di ingabbiare il fuoco fatuo la maledetta scintilla intermittente il lampione lunatico il fuoco d'artificio svogliato la stella pigra che mi ossessiona e mi comanda e mi fa sognare sogni di claustrofobia infinita il tarlo che mi divora tutto da quando ha raggiunto la cosiddetta ragione la necessità assoluta di dovermi accendere di dover brillare per l'interruttore nello stomaco che non troverò mai per la chiave spezzata nel fegato che ho frantuamato a forza di porcate e che forse non ho mai avuto per la porta introvata che separa la mia mente dalle luci fantastiche per quella porta che qualche volta la musica fa socchiudere per la fucina spenta il vulcano ipotetico per il profeta delle ventitrè e trenta per la pupilla dilatata e per la pupilla a spillo per la pupilla dilatata del sabato sera che mi dà tanti probelmi con le vecchie benpensanti e i genitori degli amici per il ragazzo scontroso seduto in fondo alla camera mentre gli altri si abbracciano sul letto e contano le stelle finte per lo sguardo vuoto fisso sull'immensità candida del muro che ho guardato per tanto tempo senza capirla mai fino in fondo questa poesia è per quando vado a droga per quando piango e prometto e giuro e spergiuro e piango e giuro per tutte le volte buone mai concretizzate per quell'unica volta buona che non verrà ma se verrà la sentirò rintoccare per il ragazzo che da sobrio non riesce a spiccicare parola e fugge da solo nel parco a biascicare incantesimi o nel retro di qualche cortile a pisciare in un parcheggio vuoto e silenzioso e buio per fissare di nuovo il muro per quando gli altri parlano e io non riesco a dire nulla per quelle manciate di conversazioni degne di questo nome quando davanti agli occhi aggrottati dei secchioni della città sviscero con nonchalance tre quarti della filosofia mai scritta e la getta nel fiume ancora incandescente della mia condiscendenza per tutti i deliri sul nuovo misticismo sincretista che salverà la Terra dal materialismo occidentale e dalla pigrizia buddista questa poesia è per gli amici che mi avranno lasciato troppo presto lo so per tutti i profeti del tramonto che se ne saranno andati sorridendo a sorgere per sempre fra le stelle per i loro ricordi trasformati in fantasmi della notte dall'ineffabile incanto della morte per le loro ombre struggenti che non mi lasceranno dormire non mi lasceranno in pace e al mattino si disintegreranno nel sole come polvere per i loro poveri spiriti martoriati dalla morsa del gelo della tenebra per tutti i profeti che cercavano l'arcobaleno che volavano troppo alto Dio gli ha bruciato le ali hanno sbattuto la testa contro il tetto dell'etere per tutta l'ansia per le botte per la Paranoia la Paranoia la Paranoia la Paranoia
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Recensioni
Ieri non avevo sbattimento di vedere gente, così ho preso e mi sono comprato la nuova edizione del Pasto nudo di Burroughs. Mi ci sono messo e l'ho finito. E' un'opera immensa, a mio avviso, assolutamente pazzesca. Mi sembra straordinario come un uomo completamente preda della propria tossicodipendenza sia riuscito a scrivere in modo così lucido, cristallino, fotografico. Non c'è trama, e i vari episodi (inframmezzati da qualche appunto delirante ma non fine a sè stesso sulla condizione dell'autore) hanno come unico filo conduttore un pugno di personaggi che spesso si scambiano l'uno con l'altro, e uno stato ferocemente parodistico nella sua crudeltà melliflua e programmata. Gli spunti da cui partire sono infiniti; questo è uno di quei libri da leggere e rileggere decine di volte. Le descrizioni dei luoghi, dei personaggi e delle sensazioni sono dei piccoli capolavori di forza visionaria. Burroughs lo sa, e nonostante la pretesa da lui espressa nel finale quando dice di "ripudiare l'intrattenimento", ci gioca, facendo rimandi e strizzando l'occhio al lettore più attento. E' un libro caleidoscopico questo, un'opera di altissimo livello, spesso sottovalutata per le sue scene "pornografiche" o ripugnanti, che consiglio a tutti. Ne sentiremo ancora parlare, di Burroughs, fra cent'anni. Se c'è qualcuno che l'ha letto, si faccia sentire...
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Harry Potter in generale
Mi sembra prestino, ma non è impossibile. In Finlandia, il Mezzosangue uscì il 22 settembre.
- Anni 2000 in retrospettiva
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Dedicato a...
Beccatevi questa, è pazzesca. Eliot - Il Mercoledì delle Ceneri Perch'i' non spero più di ritornare Perch'i' non spero Perch'i' non spero più di ritornare Desiderando di questo il talento e dell'altro lo scopo Non posso più sforzarmi di raggiungere Simili cose (perché l'aquila antica Dovrebbe spalancare le sue ali?) Perché dovreí rimpiangere La svanita potenza del regno consueto? Poichè non spero più di conoscere La gloria incerta dell'ora positiva Poichè non penso più Poichè ormai so di non poter conoscere L'unica vera potenza transitoria Poichè non posso bere Là dove gli alberi fioriscono e le sorgenti sgorgano, perché non c'è più nulla Poichè ora so che il tempo è sempre il tempo E che lo spazio è sempre ed è soltanto spazio E che ciò che è reale lo è solo per un tempo E per un solo spazio Godo che quelle cose siano come sono E rinuncio a quel viso benedetto E rinuncio alla voce Poichè non posso sperare di tornare ancora Di conseguenza godo, dovendo costruire qualche cosa Di cui allietarmi E prego Dio che abbia pietà di noi E prego di poter dimenticare Queste cose che troppo Discuto con me stesso e troppo spiego Poichè non spero più di ritornare Queste parole possano rispondere Di ciò che è fatto e non si farà più Verso di noi il giudizio non sia troppo severo E poi che queste ali più non sono ali Atte a volare ma soltanto piume Che battono nell'aria L'aria che ora è limitata e secca Più limitata e secca della volontà Insegnaci a aver cura e a non curare Insegnaci a starcene quieti. Prega per noi peccatori ora e nell'ora della nostra morte Prega per noi ora e nell'ora della nostra morte. II Signora, tre leopardi bianchi giacevano sotto un ginepro Nella frescura del giorno, nutriti a sazietà Delle, mie braccia e del mio cuore e del mio fegato e di quanto Era stato contenuto nel cavo rotondo del mio cranio. E Dio disse Vivranno queste ossa? vivranno Queste ossa? E tutto quanto era stato contenuto Nelle ossa (che già erano aride) disse stridendo Per la bontà di questa Signora E, per la sua grazia, e perché Ella onora la Vergine in meditazione, Noi risplendiamo con tanta lucentezza. E io che sono Qui dismembrato offro all'oblìo le mie gesta, e il mio amore Alla posterità del deserto e al frutto della zucca. E' questo che ristora Le mie viscere le fibre dei miei occhi e le porzioni indigeste Che i leopardi rifiutano. La Signora si è ritirata In una bianca veste, alla contemplazione, in una bianca veste. Che la bianchezza dell'ossa espii fino all'oblìo. In esse non c'è vita. E come io sono dimenticato e vorrei essere Dimenticato, così vorrei dimenticare Consacrato in tal modo, ben saldo nel proposito. E Dio disse Profetizza al vento, al vento solo perché Il vento solo darà ascolto. E le ossa cantarono stridendo Col ritornello della cavalletta, dicendo Signora dei silenzi Quieta e affranta Consunta e più integra Rosa della memoria Rosa della dimenticanza Esausta e feconda Tormentata che doni riposo La Rosa unica Ora è il giardino Dove ogni amore finisce Terminato il tormento Dell'amore insoddisfatto Più grande tormento Dell'amore soddisfatto Fine dell'ínfinito Viaggio verso il nulla Conclusione di tutto ciò Che non può essere concluso Linguaggio senza parola E parola di nessun linguaggio Grazia alla Madre Per il Giardino Dove tutto l'amore finisce. Sotto un ginepro le ossa cantarono, disperse e rilucenti Noi siamo liete d'essere disperse, poco bene facernmo l'una all'altra, Nella frescura del giorno sotto un albero, con la benedizione della sabbia, Dimenticando noi stesse e l'un l'altra, unite Nella serenità del deserto. Questa è la terra che voi Spartirete. E né divisione né unione Hanno importanza. Questa è la terra. Ecco, abbiamo la nostra eredità. III Là dalla prima rampa della seconda scala Mi volsi e vidi in basso La stessa forma avvinta alla ringhiera Sotto la nebbia nell'aria fetida In lotta col demonio delle scale Dall'ingannevole volto della speranza e della disperazione. Alla seconda rampa della seconda scala Li lasciai avvinghiati, volti in basso; Non v'erano più volti e la scala era oscura, Scheggiata ed umida, come la bocca guasta E bavosa di un vecchio, o la gola dentata di un antico squalo. Là sulla prima rampa della terza scala Una finestra a inferriata con il ventre gonfìo Come quello di un fico e al di là Del biancospino in fìore e della scena agreste Quella figura dalle spalle ampie vestita in verde e azzurro Affascinava il maggio con un flauto antico. Sono dolci le chiome arruffate, le chiome brune arruffate sulla bocca, Lillà e chiome brune; Lo sgomento, la musica del flauto, le pause e i passi della mente sulla terza scala, Svaniscono, svaniscono; al di là della speranza e al di là della disperazione La forza sale sulla terza scala. Signore, non son degno Signore, non son degno ma di' una sola parola. IV Colei che camminò fra viola e viola Che camminò Fra i diversi filari del variato verde In bianco e azzurro procedendo, colori di Maria, Parlando di cose banali In ignoranza e scienza del dolore eterno Che mosse in mezzo agli altri che già stavano andando Che allora fece forti le fontane e fresche le sorgenti Rese fredda la roccia inaridita e solida la sabbia In blu di speronella, blu del colore di anni Maria, Sovegna vos Ecco gli anni che passano in mezzo, portando Lontano i violini e i flauti, ravvivando Una che muove nel tempo fra il sonno e la veglia, che indossa Luce bianca ravvolta, di cui si riveste, ravvolta. Passano gli anni nuovi ravvivano Con una splendida nube di lacrime, gli anni, ravvivano La rima antica con un verso nuovo. Redimi Il tempo. Redimi La visione non letta nel sogno più alto Mentre unicorni ingioiellati traggono il catafalco d'oro. La silenziosa sorella velata in bianco e azzurro Fra gli alberi di tasso, dietro il dio del giardino, Il cui flauto tace, piegò la testa e fece un cenno ma non parlò parola Ma la sorgente zampillò e l'uccello cantò verso la terra Redimi il tempo, redimi il sogno La promessa del verbo non detto e non udito Finché il vento non scuota mille bisbigli dal tasso E dopo questo nostro esilio V Se la parola perduta è perduta, se la parola spesa è spesa Se la parola non detta e non udita E' non udita e non detta, Sempre è la parola non detta, il Verbo non udito, Il Verbo senza parola, il Verbo Nel mondo e per il mondo; E la luce brillò nelle tenebre e Il mondo inquieto contro il Verbo ancora Ruotava attorno al centro del Verbo silenzioso. 0 mio popolo, che cosa ti ho fatto. Dove ritroveremo la parola, dove risuonerà La parola? Non qui, che qui il silenzio non basta Non sul mare o sulle isole, né sopra La terraferma, nel deserto o nei luoghi di pioggia, Per coloro che vanno nella tenebra Durante il giorno e la notte Il tempo giusto e il luogo giusto non sono qui Non v'è luogo di grazia per coloro che evitano il volto Non v'è tempo di gioire per coloro che passano in mezzo al rumore e negano la voce Pregherà la sorella velata per coloro Che vanno nelle tenebre, per coloro che ti scelsero e si oppongono A te, per coloro che sono straziati sul corno fra stagione e stagione, tempo e ternpo, Fra ora e ora, parola e parola, potenza e potenza, per coloro che attendono Nelle tenebre? Pregherà la sorella velata Per i fanciulli al cancello Che non lo varcheranno e non possono pregare: Prega per coloro che ti scelsero e ti si oppongono 0 mio popolo, che cosa ti ho fatto. Pregherà la sorella velata fra gli alberi magri di tasso Per coloro che l'offendono e sono Terriffcati e non possono arrendersi E affermano di fronte al mondo e fra le rocce negano Nell'ultimo deserto e fra le ultime rocce azzurre Il deserto nel giardino il giardino nel deserto Della secchezza, sputano dalla bocca il secco seme di mela. 0 mio popolo. VI Benché non speri più di ritornare Benché non speri Benché non speri di ritornare A oscillare fra perdita e profitto in questo breve transito dove i sogni si incrociano Il crepuscolo incrociato dai sogni fra nascita e morte (Benedicimi padre) sebbene non desideri più di desiderare queste cose Dalla fìne finestra spalancata verso la riva di granito Le vele bianche volano ancora verso il mare, verso il mare volano Le ali non spezzate E il cuore perduto si rinsalda e allieta Nel perduto lillà e nelle voci del mare perduto E Io spirito fragile s'avviva a ribellarsi Per la ricurva verga d'oro e l'odore del mare perduto S'avviva a ritrovare Il grido della quaglia e il piviere che ruota E l'occhio cieco crea Le vuote forme fra le porte d'avorio E l'odore rinnova il sapore salmastro della terra sabbiosa Questo è il tempo della tensione fra la morte e la nascita Il luogo della solitudine dove tre sogni s'incrociano Fra rocce azzurre Ma quando le voci scosse dall'albero di tasso si partono Che l'altro tasso sia scosso e risponda. Sorella benedetta, santa madre, spirito della fonte,. spirito del giardino Non permettere che ci si irrida con la falsità Insegnaci a aver cura e a non curare Insegnaci a starcene quieti Anche fra queste rocce, E'n la Sua volontarie è nostra pace E anche fra queste rocce Sorella, madre E spirito del fiume, spirito del mare, Non sopportare che io sia separato E a Te giunga il mio grido.
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Pimp my ride
Orrendo, imho.E inutile, non penso che ci sia bisogno di aggiungerlo.
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Harry Potter in generale
Sono d'accordo su tutte tranne che su quella dell'Horcrux, che mi sembra troppo telefonata. Spoiler: Ah, e poi io dico che il povero Ron, invece, è probabile che vada nella radura alla fine del sentiero, per dirla con Stephen King.
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Il personaggio più great di FF
Auron. Unico e inimitabile. Poi, sotto, Cloud.
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Libertà
L'ultima volta che hanno sco*ato è stato quattordici anni fa quando hanno concepito la figlia poi era solo dormire separati (a casa della famiglia di lei) e poi lanciarsi le stoviglie e una volta un tostapane farle volare da una parte all'altra della cucina ampia e sporca e disordinata ma c'erano sempre le cene e il Rotari e gli amici di famiglia (anche se lui si era sempre sentito inferiore) e andavano tutti in chiesa alla domenica quasi sempre tutti tranne il figlio che dormiva (poverino era stanco e la scuola era difficile) e poi non c'erano più i soldi per compararne altre per comprare altre stoviglie lui non pagava le tasse ma finchè andava a lavorare era riuscito a stare fuori dai casini poi l'incidente e i Valium e i Prozac e tre pacchetti di Marlboro rosse al giorno tre pacchetti di cicche al giorno tutti i giorni mentre tornava bambino davanti al computer e giocava e giocava e giocava e non pensava all'incidente e non pensava che avrebbe potuto studiare di più quando era giovane e non pensava che abitava da diciotto anni a casa di sua moglie sua moglie che non riusciva neanche più a sco*are e giocava ed era qualcun altro era un elfo un mago un orco e lo rispettavano tutti e non pensava e fumava e si faceva di Valium e il Valium gli lobotomizzava l'uccello e la vita e l'anima mentre lui era un elfo il vuoto lo inghiottiva e lui sorrideva e faceva sì con la testa per la riuscita dell'incantesimo lei faceva finta di fare il giudice ma era ricca di famiglia e aveva la casa e suo marito aveva fiuto per i soldi aveva la casa di suo padre e prendeva anche qualche affitto certo la casa era un po' in disordine ma era grande era grande e la rumena veniva a pulire solo quattro ore alla settimana e poi lei doveva occuparsi di sua madre della nonna che erano quindici anni che aveva il tumore ma non si decideva a espletare l'ultima formalità a firmare l'ultimo pezzo di carta della sua vita di firme di pezzi di carta non era proprio la buona vecchia borghesia (quella che stuprava sorridendo e NON DICEVA PAROLACCE) proprio no però non stavano male in fondo (ah, se solo fossero riusciti a farlo di nuovo come una volta! a farlo di nuovo!) e anche se in casa non avevano tanti libri come in casa dell'amico di suo figlio (quegli intellettuali un po' la inquietavano a dire il vero ma suo figlio era un tipo responsabile e c'erano già abbastanza casini) e anche se quei comunisti avevano più libri loro avevano la TV più grande (i Totem sono importanti) il vuoto la inghiottiva e lei avrebbe tanto voluto sco*are (o che sua madre morrisse o entrambe le cose) c'era un figlio di sedici anni che si sfondava il cervello tutti i sabati sera (a volte anche il mercoledì pomeriggio) si sfondava il cervello di qualsiasi me*** riuscisse a trovare in giro (c'entrava qualcosa anche l'amico con i genitori tanto colti forse) un figlio di sedici anni che una volta era tornato a casa con due pupille così due occhi neri grandi come meloni due abissi in cui annegare era tornato a casa con la mascella da raccogliere con il cucchiaino muovendo la testa a scatti e visto che non se n'era accorto nessuno aveva deciso di andare avanti così visto che suo padre non alzava neanche la testa dal computer quando tornava a casa il sabato sera (verso le tre mezzo di mattina) e non riusciva ad addormentarsi fino alle dieci e poi dormiva fino a ora di cena (surgelata) il vuoto lo inghiottiva e lui pensava che tre cartoni il prossimo sabato non glieli avrebbe tolti nessuno tre bei cartoni di quelli buoni (anche perchè questi non li aveva ancora provati) c'era una figlia un po' più piccola era bionda e carina e aveva un sorriso malizioso e già a dodici anni le erano venute le tette era carina e in città quelli più grandi quelli più grandi se la sco*avano un po' tutti in città mentre i suoi gentori dormivano in stanze diverse tanto la casa era grande ("pechè papà russa") si faceva tutti quelli decenti del liceo e quando quelli decenti finirono incominciò con gli altri suo padre non entrò mai in camera sua quando scappava (aveva la finestra comoda) e sua madre nemmeno e così non videro il diario strappato non videro le pagine stampate da Intenet così non videro sotto il letto il test di gravidanza (positivo) il vuoto la inghiottiva e lei pensava a dove ca*** andare ad abortire e così un giorno un giorno che arriva sempre per tutti per tutti i maledetti figli di putta*a del buon Dio ma che per qualcuno è peggio un giorno la Guardia di Finanza parcheggiò la macchina nel giardino mal curato incolto e pieno d'erbacce di casa (di casa di lei) il vuoto li inghiottì gli pignorarono la Jaguar con i sedili di pelle bianca ormai marroni e gli pignorarono i tappetti persiani (di sua moglie) gli pignorarono la TV da cinquanta pollici (ne avevano altre due ma più piccole) e i videogiochi del figlio (che quella mattina non era a scuola ma al parco perchè era arrivata l'erba e che appena tornò a casa andò a controllare il bong da mezza milionata) e gli pignorarono il computer (quello no quello lo distrusse era la goccia che fece esplodere il vaso togliergli il computer quella fu la dannatissima fine il suo computer la fine) il vuoto li masticò e non li trovò di suo gradimento un giorno lui se ne stava sul divano a guardare la TV (era più piccola e non prendeva neanche tutti canali e non si vedeva neanche bene) mentre suo figlio in camera arrotolava una banconota mentre sua figlia si guardava la pancia allo specchio mentre sua moglie in cucina piangeva in silenzio e prese venti o trenta o quaranta pasticche di sonnifero e le buttò giù con tutto l'alcol che il figlio aveva risparmiato il vuoto li risputò (a pezzetti) non proprio la buona vecchia borghesia quella che strangolava cantando le canzoni dello Zecchino D'Oro lo trovarono morto nel cesso un paio d'ore dopo aveva vomitato la pizza surgelata del pranzo (probabilmente era scaduta) suo figlio (ancora abbastanza incastrato dalla keta e presangendo la propria dipartita di lì a due anni al parco della stazione con una siringa nel braccio) pensò che lui se ne sarebbe andato sorridendo sua figlia (che di lì a sei mesi avrebbe scodellato una rosea e piangente sopresa a mamma) pensò che avrebbero dovuto sco*are di più i suoi (e lei di meno ca*** il pancione cosa faccio) sua moglie (con gli occhi rossi di pianto) pensò che le lasciava solo debiti e scoprì di averlo sempre odiato e lo odiò per sempre
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Libertà
Andremo nelle notti candide sotto il sorriso materno della luna andremo sul greto del fiume il fiume inquieto e scintillante e smeraldino sotto i ponti di legno andremo sul greto del fiume a raccogliere sassi colorati a fingere che siano ancora incandescenti sul fiume di smeraldo che sogna senza dormire andremo insieme con i capelli spenti con i capelli spenti che fingeranno di ardere ancora e squarciare il manto della notte andremo al fiume la sera tardi sul greto a guardare la processione delle lucciole o l'agonia a vederle sguazzare nelle piazze vuote a vederle ansimare sorridendo sorridendo di un falso sorriso ansimando fra gli annegati e cavalcandoli (le lucciole hanno dimenticato hanno dimenticato la loro luce e la loro regina le lucciole si credono falene e si dipingono il viso di luce finta per coprire il loro scintillio) andremo insieme insieme insieme come siamo andati per migliaia d'anni per miliardi di costellazioni di volte fianco a fianco spezzando il pane e mangiando la carta vetrata andremo ancora una volta nel respiro quieto dell'estate sul fiume sul fiume dove tu una volta vedesti una lucciola antica tu la vedesti e io mentii e dissi di vederla andremo insieme impalpabili ed effimeri ed eterni sotto lo splendore delle stelle artificiali fra le vere stelle invisibili andremo invulnerabili alle calcificazioni del tempo sanguinante al suo cristallo imperdonabile andremo come siamo andati per anni nei campi di calcio dell'ultimo guizzo dell'innocenza andremo nel buio sorridendo sorridendo un po' e i portali della notte si apriranno per noi faranno un'eccezione andremo cantando una vecchia canzone e io non cercherò nel cielo il fantasma dell'arcobaleno andremo ignari della nostra piccolezza taceremo delle occasioni perdute alle spalle ormai sommerse ed espiate come gli schizzi di un bambino sulla spiaggia andremo assieme negli spazii infiniti della memoria
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Harry Potter in generale
[spoiler*]Senza l'asterisco, ovviamente. Se vuoi farlo veloce, ti basta cliccare la penultima icona in alto a destra, quella con il cartello giallo con il punto esclamativo su sfondo blu.
- Tool
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Harry Potter in generale
Ma se quando è uscito il Mezzosangue La Repubblica titolava: Spoiler: Ecco come muore Albus Silente... ! Ecco se spoilerano, i media.
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Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
A chi dice che il rap è tutta me***, perchè Eminem scrivere sa scrivere, e pure cantare. Sing For The Moment - Eminem These ideas are nightmares for white parents whose worst fear is a child with dyed hair and who likes earrings Like whatever they say has no bearing Its so scary in a house that allows no swearing To see him walking around with his headphones blaring Alone in his own zone, cold and he don't care He's a problem child, what bothers him all comes out When he talks about his fuckin' dad walkin out Cos he hates him so bad that he blocks him out But if he ever saw him again, he'd probably knock him out His thoughts are whacked, he's mad so he's talkin' back Talkin black, brainwashed from rock and rap He sags his pants, 2rags and a stocking cap His step-father hit him so he socked him back And broke his nose, this house is a broken home There's no control, he just lets his emotions go Come on! Sing with me, sing for the year Sing for the laughter, sing for the tear Sing with me, just for today Maybe tomorrow, the good Lord will take you away Entertainment is danger, intertwine it with gansters In the land of the killers, a sinner's mind is a sanctum Only you're unholy, only have one homey Only this gun, lonely, cuz you only need one homey But everybody just feels like they can relate I guess words are motherfucka, they can be great or they can degrate or even worse they can teach hate Its like kids hang on every single statement we make Like they worship us, plus all the stores ship us platinum Now how the fuck did this metamorphasis happen? From standin' on corners and porches just rappin' To havin' a fortune, no more kissin' ass But then these critics crucify you, journalists try to burn you Fans turn on you, attorney's all gonna turn it to To get their hands on every dime you have They want you to lose your mind every time you mad So they can try to make you out to look like a loose cannon You need to spew, dont hesitate to produce air-guns Thats why these prosecutors wanna convict me Swiftly just to get me offa these streets quickly But all their kids been listen'n to me religiously So i'm signing CDs while police fingerprint me They're for the judges daughter, but his grudge is against me If i'm such a fuckin' menace, this shit doesnt make sense It's all political, if my music is literal and i'm a criminal, How the fuck can i raise a little girl? I couldn't. i wouldn't be fit to You're full of shit too, Guerrera, that was a fist that hit you! They say music can alter moods and talk to you But can it load a gun for you and cock it too? Well if it can, then the next time you assault a dude Just tell the judge it was my fault, and i'll get sued see what these kids do, is hear about us toting pistols and they want to get one, cos they think the shit's cool not knowin' we're really just protectin' ourselves We're entertainers, of course this shit's affecting our sales You ignoramus. but music is reflection of self We just explain it, and then we get our cheques in the mail It's fucked up ain't it, how we can come from practically nothin' To bein' able to have any fuckin' thing that we wanted It's why we sing for these kids that don't have a thing Except for a dream and a fucking rap magazine Who post pinup pictures on their walls all day long Idolise their favourite rappers and know all they songs Or for anyone who's ever been through shit in they lives, So they sit and they cry at night, wishing they die Till they throw on a rap record, and they sit and they vibe We're nothing to you, but we're the fuckin' shit in their eyes That's why we sieze the moment, and try to freeze it and own it Squeeze it and hold it, 'cos we consider these minutes golden And maybe they'll admit it when we're gone Just let our spirits live on, through out lyrics that you hear in our songs And we can ...
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Creative o Apple?
Sono due ottime marche, non mi pronuncio nemmeno io. Forse, a livello di design, la Apple la spunterebbe, però un lettore MP3 deve funzionare, non essere bello... Quello al limite è una cosa in più...
- Tool
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I figli dell'Armageddon
Ero tentato anch'io di prenderlo, ma con Brooks non mi ci voglio infognare. Ho letto le sue prime tre trilogie, che, nonostante una manciata di grandi momenti, nell'ultima parte si sono rivelate un tricheco attaccato... Lì... Se mi dite che è un capolavoro, comunque, lo prendo.
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Eragon
Purtroppo, quando l'autore non rilacia dichiarazioni, è decisamente molot più probabile che la data auspicata sia ottimistica...
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Final Fantasy: IL TOPIC
Giuro: il XII me lo compro entro un paio di settimane...
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Libertà
La vita è un fiume in secca in cui immergersi da morti per soffocare nella polvere le ossa Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!! Trapasso assordante di rami secchi e riarsi dalla dodecafonia del vento Lucono i fantasmi sull'autostrada di campagna e riflettono la tua immagine distorta e ghignante e folle e curva come cucchiai di lacrime traslucide e ricordi incoerenti Mangiare le stelle non è più necessario di cagare mangiare le stelle è molto meno necessario di cagare oh mio Dio! Traimi dalla mer*a mio Dio! Fuori di qui! LO SPIRITO FUORI DI QUI è scritto sulla porta del tempio con l'inchiostro dei grattacieli Non troverai l'urgenza fino alla sera del coro delle falde capovolte E' tardi e la barista è vecchia e stanca così stanca Francesco doveva un centone a troppa gente Era urgente? Poetaaaaaaaaaaa!!! Era urgente? Urgente il suo incisivo sinistro a dissanguare la smalto sul selciato? Sull'asfalto della periferia della città dei cavoli avariati? Erano urgenti le sue costole incrinate? Era uno che doveva troppi soldi in giro e andrà all'inferno con me perchè doveva un centone a quelli sbagliati Feci un sogno e lo dimenticai perso sono rivoltanti gli androni dei sogni e marci nessuno si specchierà mai nel loro muco nessuno tranne noi che amiamo noi che cuciniamo i pipistrelli del Messico noi che amiamo te come io credo che sia sano amarti Ricordo il lamento degli spiriti a cui rubai la radura era lo strepito fantasma di tutte le tombe inedificate (e struggente) Biascicavano incanti dimenticati nella musica approfittando del nostro stordimento erano gelosi della radura gli spiriti amici miei della radura e degli alberi e dell'erba e della linfa della linfa più di ogni altra cosa erano gelose le dita delle ombre ma noi lasciammo un sacchetto di plastica e una bottiglia di plastica la bandiera universale del progresso (quando non ribolle di sangue giallo rappreso) è di plastica Curiosi i colori e singolare la loro danza lieve d'acquerelli trafugati da case morte frammisti a sapore di tempera cibernetica Si chiude la tela fagocitante non più sogni invocati da un battito di ciglia come roghi o perle di vomito si chiude su sè stessa estinguendosi al contrario con l'ansito goloso dell'orgasmo incompiuto e lascia schiudersi il sogno intrappolato nel mezzo si schiude il sogno con i suoi petali e tentacoli e con le sue braccia impersonali intrappolato nel mezzo della tela e si dibatte danzando la danza d'agonia della mosca sanguinando sulle nostre teste Sognai un sogno convesso o forse lo sogno ancora il sogno convesso che sognai sto ancora sognando un sogno quel sogno è quel sogno o il successivo o un altro ancora un sogno Un sogno? Le loro ali multiformi? Lo svolazzo carezzevole dei tuoi capelli onirici e fintamente a caschetto perchè lo hai baciato? Il bacio è l'anagramma tarlato del sogno e la sua chiave e il suo riposo
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Dedicato a...
Eliot mi fa impazzire. Ero indeciso tra questa e Ciò che disse il tuono, ma ormai... Gli uomini vuoti I Siamo gli uomini vuoti Siamo gli uomini impagliati Che appoggiano l'un l'altro La testa piena di paglia. Ahimè! Le nostre voci secche, quando noi Insieme mormoriamo Sono quiete e senza senso Come vento nell'erba rinsecchita O come zampe di topo sopra vetri infranti Nella nostra arida cantina Figura senza forma, ombra senza colore, Forza paralizzata, gesto privo di moto; Coloro che han traghettato Con occhi diritti, all'altro regno della morte Ci ricordano - se pure lo fanno - non come anime Perdute e violente, ma solo Come gli uomini vuoti Gli uomini impagliati. II Occhi che in sogno non oso incontrare Nel regno di sogno della morte Questi occhi non appaiono: Laggiù gli occhi sono Luce di sole su una colonna infranta Laggiù un albero ondeggia E voci vi sono Nel cantare del vento Più distanti e più solenni Di una stella che si spegne. Non lasciate che sia più vicino Nel regno di sogno della morte Lasciate anche che porti Travestimenti così deliberati Pelliccia di topo, pelliccia di cornacchia, doghe incrociate In un campo Comportandomi come si comporta il vento Non più vicino - Non quel finale incontro Nel regno del crepuscolo III Questa è la terra morta Questa è la terra dei cactus Qui le immagini di pietra Sorgono, e qui ricevono La supplica della mano di un morto Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo. E' proprio così Nell'altro regno della morte Svegliandoci soli Nell'ora in cui tremiamo Di tenerezza Le labbra che vorrebbero baciare Innalzano preghiere a quella pietra infranta. IV Gli occhi non sono qui Qui non vi sono occhi In questa valle di stelle morenti In questa valle vuota Questa mascella spezzata dei nostri regni perduti In quest'ultimo dei luoghi d'incontro Noi brancoliamo insieme Evitiamo di parlare Ammassati su questa riva del tumido fiume Privati della vista, a meno che Gli occhi non ricompaiano Come la stella perpetua Rosa di molte foglie Del regno di tramonto della morte La speranza soltanto Degli uomini vuoti. V Qui noi giriamo attorno al fico d'India Fico d'India fico d'India Qui noi giriamo attorno al fico d'India Alle cinque del mattino. Fra l'idea E la realtà Fra il movimento E l'atto Cade l'Ombra Perché Tuo è il Regno Fra la concezione E la creazione Fra l'emozione E la responsione Cade l'Ombra La vita è molto lunga Fra il desiderio E lo spasmo Fra la potenza E l'esistenza Fra l'essenza E la discendenza Cade l'Ombra Perché Tuo è il Regno Perché Tuo è La vita è Perché Tuo è il E' questo il modo in cui finisce il mondo E' questo il modo in cui finisce il mondo E' questo il modo in cui finisce il mondo Non con uno schianto ma con un lamento.
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