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Harry Potter in generale
esahettr ha risposto alla discussione di esahettr in Libri, fumetti e animazione
[spoiler*]Senza l'asterisco, ovviamente. Se vuoi farlo veloce, ti basta cliccare la penultima icona in alto a destra, quella con il cartello giallo con il punto esclamativo su sfondo blu. -
Ma tu che sei un grande fan di entrambi i gruppi e li conosci così bene non puoi dirmi una cosa del genere! Identici non sono, ma imvho c'è ben più di una lontana somiglianza... I tempi dispari... Il dilatamente della forma-canzone stile pop (nel vero senso del termine)...
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Harry Potter in generale
esahettr ha risposto alla discussione di esahettr in Libri, fumetti e animazione
Ma se quando è uscito il Mezzosangue La Repubblica titolava: Spoiler: Ecco come muore Albus Silente... ! Ecco se spoilerano, i media. -
Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
esahettr ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Cinema, TV e musica
A chi dice che il rap è tutta me***, perchè Eminem scrivere sa scrivere, e pure cantare. Sing For The Moment - Eminem These ideas are nightmares for white parents whose worst fear is a child with dyed hair and who likes earrings Like whatever they say has no bearing Its so scary in a house that allows no swearing To see him walking around with his headphones blaring Alone in his own zone, cold and he don't care He's a problem child, what bothers him all comes out When he talks about his fuckin' dad walkin out Cos he hates him so bad that he blocks him out But if he ever saw him again, he'd probably knock him out His thoughts are whacked, he's mad so he's talkin' back Talkin black, brainwashed from rock and rap He sags his pants, 2rags and a stocking cap His step-father hit him so he socked him back And broke his nose, this house is a broken home There's no control, he just lets his emotions go Come on! Sing with me, sing for the year Sing for the laughter, sing for the tear Sing with me, just for today Maybe tomorrow, the good Lord will take you away Entertainment is danger, intertwine it with gansters In the land of the killers, a sinner's mind is a sanctum Only you're unholy, only have one homey Only this gun, lonely, cuz you only need one homey But everybody just feels like they can relate I guess words are motherfucka, they can be great or they can degrate or even worse they can teach hate Its like kids hang on every single statement we make Like they worship us, plus all the stores ship us platinum Now how the fuck did this metamorphasis happen? From standin' on corners and porches just rappin' To havin' a fortune, no more kissin' ass But then these critics crucify you, journalists try to burn you Fans turn on you, attorney's all gonna turn it to To get their hands on every dime you have They want you to lose your mind every time you mad So they can try to make you out to look like a loose cannon You need to spew, dont hesitate to produce air-guns Thats why these prosecutors wanna convict me Swiftly just to get me offa these streets quickly But all their kids been listen'n to me religiously So i'm signing CDs while police fingerprint me They're for the judges daughter, but his grudge is against me If i'm such a fuckin' menace, this shit doesnt make sense It's all political, if my music is literal and i'm a criminal, How the fuck can i raise a little girl? I couldn't. i wouldn't be fit to You're full of shit too, Guerrera, that was a fist that hit you! They say music can alter moods and talk to you But can it load a gun for you and cock it too? Well if it can, then the next time you assault a dude Just tell the judge it was my fault, and i'll get sued see what these kids do, is hear about us toting pistols and they want to get one, cos they think the shit's cool not knowin' we're really just protectin' ourselves We're entertainers, of course this shit's affecting our sales You ignoramus. but music is reflection of self We just explain it, and then we get our cheques in the mail It's fucked up ain't it, how we can come from practically nothin' To bein' able to have any fuckin' thing that we wanted It's why we sing for these kids that don't have a thing Except for a dream and a fucking rap magazine Who post pinup pictures on their walls all day long Idolise their favourite rappers and know all they songs Or for anyone who's ever been through shit in they lives, So they sit and they cry at night, wishing they die Till they throw on a rap record, and they sit and they vibe We're nothing to you, but we're the fuckin' shit in their eyes That's why we sieze the moment, and try to freeze it and own it Squeeze it and hold it, 'cos we consider these minutes golden And maybe they'll admit it when we're gone Just let our spirits live on, through out lyrics that you hear in our songs And we can ... -
hardware Creative o Apple?
esahettr ha risposto alla discussione di Fërdil in Videogiochi e Informatica
Sono due ottime marche, non mi pronuncio nemmeno io. Forse, a livello di design, la Apple la spunterebbe, però un lettore MP3 deve funzionare, non essere bello... Quello al limite è una cosa in più... -
Imho hai ragione su tutte e tre le cose. Riguardo ai Dream, sono d'accordo, i Tool ne sono la versione cupa e nichilista...
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I figli dell'Armageddon
esahettr ha risposto alla discussione di Caleidon in Libri, fumetti e animazione
Ero tentato anch'io di prenderlo, ma con Brooks non mi ci voglio infognare. Ho letto le sue prime tre trilogie, che, nonostante una manciata di grandi momenti, nell'ultima parte si sono rivelate un tricheco attaccato... Lì... Se mi dite che è un capolavoro, comunque, lo prendo. -
Purtroppo, quando l'autore non rilacia dichiarazioni, è decisamente molot più probabile che la data auspicata sia ottimistica...
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videogiochi Final Fantasy: IL TOPIC
esahettr ha risposto alla discussione di Serghuio in Videogiochi e Informatica
Giuro: il XII me lo compro entro un paio di settimane... -
La vita è un fiume in secca in cui immergersi da morti per soffocare nella polvere le ossa Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!!!!!! Trapasso assordante di rami secchi e riarsi dalla dodecafonia del vento Lucono i fantasmi sull'autostrada di campagna e riflettono la tua immagine distorta e ghignante e folle e curva come cucchiai di lacrime traslucide e ricordi incoerenti Mangiare le stelle non è più necessario di cagare mangiare le stelle è molto meno necessario di cagare oh mio Dio! Traimi dalla mer*a mio Dio! Fuori di qui! LO SPIRITO FUORI DI QUI è scritto sulla porta del tempio con l'inchiostro dei grattacieli Non troverai l'urgenza fino alla sera del coro delle falde capovolte E' tardi e la barista è vecchia e stanca così stanca Francesco doveva un centone a troppa gente Era urgente? Poetaaaaaaaaaaa!!! Era urgente? Urgente il suo incisivo sinistro a dissanguare la smalto sul selciato? Sull'asfalto della periferia della città dei cavoli avariati? Erano urgenti le sue costole incrinate? Era uno che doveva troppi soldi in giro e andrà all'inferno con me perchè doveva un centone a quelli sbagliati Feci un sogno e lo dimenticai perso sono rivoltanti gli androni dei sogni e marci nessuno si specchierà mai nel loro muco nessuno tranne noi che amiamo noi che cuciniamo i pipistrelli del Messico noi che amiamo te come io credo che sia sano amarti Ricordo il lamento degli spiriti a cui rubai la radura era lo strepito fantasma di tutte le tombe inedificate (e struggente) Biascicavano incanti dimenticati nella musica approfittando del nostro stordimento erano gelosi della radura gli spiriti amici miei della radura e degli alberi e dell'erba e della linfa della linfa più di ogni altra cosa erano gelose le dita delle ombre ma noi lasciammo un sacchetto di plastica e una bottiglia di plastica la bandiera universale del progresso (quando non ribolle di sangue giallo rappreso) è di plastica Curiosi i colori e singolare la loro danza lieve d'acquerelli trafugati da case morte frammisti a sapore di tempera cibernetica Si chiude la tela fagocitante non più sogni invocati da un battito di ciglia come roghi o perle di vomito si chiude su sè stessa estinguendosi al contrario con l'ansito goloso dell'orgasmo incompiuto e lascia schiudersi il sogno intrappolato nel mezzo si schiude il sogno con i suoi petali e tentacoli e con le sue braccia impersonali intrappolato nel mezzo della tela e si dibatte danzando la danza d'agonia della mosca sanguinando sulle nostre teste Sognai un sogno convesso o forse lo sogno ancora il sogno convesso che sognai sto ancora sognando un sogno quel sogno è quel sogno o il successivo o un altro ancora un sogno Un sogno? Le loro ali multiformi? Lo svolazzo carezzevole dei tuoi capelli onirici e fintamente a caschetto perchè lo hai baciato? Il bacio è l'anagramma tarlato del sogno e la sua chiave e il suo riposo
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Schiantare nel fango l'agonia delle stelle e divorarla farneticando suggere il midollo dolciastro la neve azzurra addentare con fremito d'ossa stridenti al sole il pomo vermato dell'universo e imputridire
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Eliot mi fa impazzire. Ero indeciso tra questa e Ciò che disse il tuono, ma ormai... Gli uomini vuoti I Siamo gli uomini vuoti Siamo gli uomini impagliati Che appoggiano l'un l'altro La testa piena di paglia. Ahimè! Le nostre voci secche, quando noi Insieme mormoriamo Sono quiete e senza senso Come vento nell'erba rinsecchita O come zampe di topo sopra vetri infranti Nella nostra arida cantina Figura senza forma, ombra senza colore, Forza paralizzata, gesto privo di moto; Coloro che han traghettato Con occhi diritti, all'altro regno della morte Ci ricordano - se pure lo fanno - non come anime Perdute e violente, ma solo Come gli uomini vuoti Gli uomini impagliati. II Occhi che in sogno non oso incontrare Nel regno di sogno della morte Questi occhi non appaiono: Laggiù gli occhi sono Luce di sole su una colonna infranta Laggiù un albero ondeggia E voci vi sono Nel cantare del vento Più distanti e più solenni Di una stella che si spegne. Non lasciate che sia più vicino Nel regno di sogno della morte Lasciate anche che porti Travestimenti così deliberati Pelliccia di topo, pelliccia di cornacchia, doghe incrociate In un campo Comportandomi come si comporta il vento Non più vicino - Non quel finale incontro Nel regno del crepuscolo III Questa è la terra morta Questa è la terra dei cactus Qui le immagini di pietra Sorgono, e qui ricevono La supplica della mano di un morto Sotto lo scintillio di una stella che si va spegnendo. E' proprio così Nell'altro regno della morte Svegliandoci soli Nell'ora in cui tremiamo Di tenerezza Le labbra che vorrebbero baciare Innalzano preghiere a quella pietra infranta. IV Gli occhi non sono qui Qui non vi sono occhi In questa valle di stelle morenti In questa valle vuota Questa mascella spezzata dei nostri regni perduti In quest'ultimo dei luoghi d'incontro Noi brancoliamo insieme Evitiamo di parlare Ammassati su questa riva del tumido fiume Privati della vista, a meno che Gli occhi non ricompaiano Come la stella perpetua Rosa di molte foglie Del regno di tramonto della morte La speranza soltanto Degli uomini vuoti. V Qui noi giriamo attorno al fico d'India Fico d'India fico d'India Qui noi giriamo attorno al fico d'India Alle cinque del mattino. Fra l'idea E la realtà Fra il movimento E l'atto Cade l'Ombra Perché Tuo è il Regno Fra la concezione E la creazione Fra l'emozione E la responsione Cade l'Ombra La vita è molto lunga Fra il desiderio E lo spasmo Fra la potenza E l'esistenza Fra l'essenza E la discendenza Cade l'Ombra Perché Tuo è il Regno Perché Tuo è La vita è Perché Tuo è il E' questo il modo in cui finisce il mondo E' questo il modo in cui finisce il mondo E' questo il modo in cui finisce il mondo Non con uno schianto ma con un lamento.
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Ripeto: Lateralus. prendi quello e ascoltalo con il dovuto rispetto. Non ti deluderà.
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Sfogliare l'inverno sul divano e un toast e giocare tennis e va bene così finchè va bene così finchè c'è una prateria da sognare sfogliare l'inverno sul divano tappato in casa con la scusa del freddo sfogliare l'inverno sul divano e immergersi e piangere e dimenticare sfogliare l'inverno sul divano al caldo di una coperta gialla affogato nella carta trascinato dall'inchiostro sfogliare l'inverno sul divano e cullarsi sorridendo a volte cullarsi nella speranza di cambiare un giorno nella speranza che quel giorno sia lontano sfogliare l'inverno sul divano sperando che non cambi mai niente di non cambiare mai sfogliare l'inverno sul divano e sai già che ti mancherà ti mancherà il tramonto sul deserto e la fontana zampillante e hai già un po' di nostalgia sfogliare l'inverno sul divano e pensi al mutamento e alla rendenzione alla felicità e all'amore per un tempo lontano sfogliare l'inverno sul divano e far finta di volere la primavera sperando che non venga mai e un giorno però la primavera arriva con il suo vetro verde di alberi in fiore e con il miele azzurro e i prati intessuti di sole con il bel tempo e con le maniche corte e l'inverno è finito è finito prima che tu sia potuto arrivare all'ultima pagina arriva la primavera e hai nostalgia dell'inverno ti manca già il torpore e il buio e il divano arriva la primavera ed è una gran seccatura la luce era molto più bella al buio e il caldo era molto più caldo al freddo arriva la primavera e la gente non è migliore ora che è passato un anno arriva la primavera e già la odi si è portata via un paio di amici e una ragazza arriva la primavera e sei solo un po' più disperato
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Adesso, non ci allarghiamo troppo...
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Le luci si stagliano e baluginano in eterno nel parco buio e fluente sono grumi siderali di diamanti sono noci stellate dell'archetipo del cristallo contro l'anelito muto del cielo ancestrale contro la il cielo nero come la cecità e la notte freme d'immoti sussulti di statica elettricità galattica e di tempeste cibernetiche nell'orgasmo d'acciaio della mia retina nello sfrigolio frizzante della mia pupilla "le luci" disse lo zingaro "le luci" e poi non più una parola cercarono la sua anima in lungo e in largo la cercarono in tutto l'universo si era persa fra le stelle lucenti cieca fra gli astri ciechi si era persa d qualche parte nello scrigno del cielo e questo è il meglio che riesco a ricordare la fiamma e le insegne storte e le case pendenti e mia madre a rovescio mia madre a rovescio e questo è il meglio che riesco a ricordare questo è il meglio che riesco a dire le mie mani il mio viso di gomma i miei occhi fondi come un pozzo da poterci annegare una formula ritorta una catena introvata di suoni e vibrazioni è la tua bocca o la mia? e non mi ricordo quando come e se davvero quando? andiamo via tuffiamaoci respiriamo le strade le case gli stadi e la gente respiriamoli a piene mani e fuggiamo andiamo via di qua c'è uno sbirro che ci sta seguendo e sa che sono pazzo c'è uno sbirro di Dio che ci segue e sa che siamo pazzi ma lassù fiammeggia ancora fiammeggerà per sempre questa notte senza sopra e sotto il sotto è a destra? a sinistra? fiammeggerà per sempre per noi questa notte accecante e cieca il tuo viso spezzato rifulge dello scintillio radioattivo del battito delle ali di mille lucciole d'idrogeno che si suicidano nello stesso istante e arderanno i fuochi fatui nel cielo arderanno nel cielo per sempre i fuochi fatui delle luci febbricitanti e fredde il delirio glaciale e immoto e lontano delle stelle elettriche il grido muto e la geometria assordante dei controni graffiati degli autodromi folli baluginanti a scatti nel cielo senza parole senza parole singhiozziamo risa isteriche e insane e risa attorcigliate con sottili fili d'argetno risa invece che parole senza parole senza parole senza parole le prigioni delle Cose la follia immobile del cielo graffiato dai graffi freddi e drittii ed elettrici della luce l'archetipo del cielo e l'archtipo del graffio e l'archetipo della luce ma anche qualcosa di più l'insieme che è archetipo di insieme e non riesco a dirlo come merita meglio senza parole scusate sono un uomo scusate non riesco a dirlo come merita polvere elettrica di stelle polvere elettrica di stelle polvere elettrica di stelle non riesco a dirlo come merita.
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E' il compleanno della morte oggi il festante anniversario dell'archetipo di tutti i roghi ardono i verdi cunicoli della mia indifferenza ardono i brulli sterpi e gli alberi disseccati ardono i soli nel cielo grigio dietro le nubi ardono e si spengono e le stelle sono fragili e le stelle sono impotenti e le stelle sono inutili ardere ardere ardere cantano le stelle (non le ho mai viste così tristi, credimi!) cantano le cicale cantano i rami stuprati dal vento cantano le dita sanguinanti della brezza cantano e cantano e cantano una poesia che pende dalle spirali di versi sbilenche il mantra idiota e ripetitivo e fiammeggiante della Distruzione la canzone dell'Estinguersi
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Dopo quattro ascolti posso dirlo tranquillamente: Vitalogy è un capolavoro. Quasi tutte le canzoni sono riuscite alla perfezione. Pazzesco. Il live non l'ho ancora sentito perchè voglio farlo per bene e per ora non ne ho avuto il tempo. Rimedierò stasera. EDIT: è fantastico pure il live. PS: sono o non sono un ometto coi fiocchi? Invece di fare un altro post ho modificato!
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Detto per inciso, anche Spin The Black Circle è da paura. Not For You è da lacrime e anche il libretto è figo. C'è da dire che da quanto posso dedurre da quelle trenta o quaranta canzoni che ho scolatato dei Pearl Jam, hanno mantenuto uno standard altissimo per anni e anni. Ammirevole.
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Lateralus. Compra quello. E' un'esperienza mistica, più che un album, e i testi sono semplicemente poesia. Aenima è più "facile", più "rock", (e contiene l'omonima Aenima, la loro canzone più famosa e, forse, riuscita) ma Lateralus è il loro vero capolavoro. 'unica cosa è che devi ascoltarlo almeno cinque o sei volte per capirlo abbastanza. Al primo ascolto ti sembra solo un meraviglioso groviglio di suoni sena capo nè coda.
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Ho preso Vitalogy (l'ho appena iniziato ad ascoltare. Last Exit è favolosa) e il bootleg doppio del concerto di san Diego. Mi dicono tutti che live sono da paura, così ho messo gli occhi su questo 28 tracce! Ten non c'era.
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Danza la Regina delle Lucciole Radioattive danza sulle sue ali d'alba incartapecorite da tutte le priavere dell'universo danza nel caleidoscopio di rugiada della sua Corte perduta danza e il suo ronzio è il murmure cibernetico dell'agonia di un milione di computer suicidi nella città perduta dove uomini morti camminano a scatti per le strade marcescenti hanno gli occhi a spirale e vomitano catarifrangenza hanno gli occhi a spirale che girano e girano e ti ci puoi perdere se vuoi e i lampioni si accendono al contrario e danzano con la Regina danzano di pixel rossi e verdi e blu plasmando la notte di fumo di macchine spettrali battezzando la nebbia alla vita di un'anemone violaceo e molle segui l'uomo alto e incappucciato l'uomo agli occhi talmente dilatati da far impazzire chi lo guarda il Senzanome lo Zingaro delle Dimensioni che sbanda e incespica e ride e cade sull'asfalto e sanguina marciume dalle ginocchia e ride seguilo fino alla collina del cimitero guardalo cospargere le tombe di polvere di stelle guarda i morti levarsi a vita ancora seguilo fino al granaio guardalo cospargere l'orzo di polvere di stelle guarda levarsi gli spiriti
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L'ho visto mesi fa e l'ho trovato meraviglioso. Un inno struggente e anomalo a Kurt Cobain. Non è piaciuto praticamente a nessuno (perchè sono delle teste di ca*** insensibili! ). Coraggiosa e riuscita la scelta di non utlizzare nessun pezzo dei Nirvana per la colonna sonora, che d'latra parte è fantastica. Mi aspettavo la solita tronfia celebrazione del bello, fatto e dannato, all'inizio, ma poi quando ho visto che era un film di Gus Van Sant mi sono rilassato. E' uno dei migliori della Hollywood 'indipendente'. Bello bello bello, mi è proprio piaciuto tanto. Spoiler: Enorme la scena in cui il giardiniere lo trova morto e si vede la sua anima nuda che scala l'edificio e va in cielo.
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Ora che ci ripenso, è proprio una delle sue migliori. Non dico al livello del Bateau Ivre, o dell'Oraison Du Soir, per dirne da paura, ma è gran bella anche questa. Il Male Mentre gli sputi rossi della mitraglia Fischiano tutto il giorno nell'infinito azzurro del cielo; E scarlatti o verdi, accanto al re che li deride I battaglioni crollano in massa nel fuoco; Mentre un'orrenda follia massacra Centomila uomini in un mucchio fumante; Poveri morti! Nell'estate, nell'erba, nella tua gioia, Natura! Tu che santamente creasti questi uomini!... C'è un Dio, che ride sulle tovaglie damascate Degli altari, fra l'incenso, fra i grandi calici d'oro; Che cullato dagli osanna si addormenta, E si risveglia quando madri, raccolte Nell'angoscia, piangendo sotto la vecchia cuffia nera Gli offrono qualche moneta nel loro fazzoletto.
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Adoro l'oscurità di Celan. Porto- Celan Risanato: do-, se tu fossi come me, nel sogno incrociato da colli di bottiglie d'acquavite al tavolo delle meretrici. Coi dadi la mia fortuna raddrizza, chioma marina, l'onda ammucchia che mi regge, negra ingiuria, rompiti il varco tra le viscere più calde, penna di glaciale affanno, do- ve mai non verresti per giacere con me, fin sulle panche di mamma Clausen, certo lei sa quanto spesso con la forza del canto fino alla tua gola risalii, trallalli, come nel suo blu di mirtillo il domestico ontano fronzuto, luttrallallà, tu, come astrale flauto da spazi oltre il dosso del mondo – anche laggiù nuotammo, nudi nudi, nuotammo sulla fronte infocata i versetti dell'abisso – incombusto si scavava l'infero flutto dell'oro le sue vie verso l'alto –, qui, con cigliate vele, pur la memoria sfilava, gli incendi balzavano oltre a rilento, divisa, tu, distaccata sulle nero-azzurre chiatte del ricordo, eppure spinte tuttora dal plurimo arto con cui ti tenni, incrociano dinanzi a bettole stellari le nostre ancora ebbre, le sempre protese bocche di un mondo accessorio – nomino soltanto loro – finché laggiù, sulla torre-orologio color verde-tempo, la rètina, il quadrante senza un suono si sfaglia – un dock di follia, alla deriva, su cui le maiuscole delle gru giganti stampano in bianco anti-mondo un nome nullo, su di esso s'arrampica , per il tuffo suicida, il carrello Vita, e tutto lo dragano a vuoto, passata mezzanotte, le frasi avide di senso, ad esso getta il nettunio peccato la sua gomena color acquavite, tra dodecafoniche gementi boe d'amore – allora erano brezze tra carrucole di pozzo, con te canta nel coro che non è più d'entroterra – giungono danzando le navi-faro da lontano, da Odessa, la linea d'immersione, che con noi affonda, fedele al nostro peso, frange in burla tutto questo all'insù e all'ingiù – perché no? risanato, do-, quando – di là e per di qua e di là. Aureola di cenere dietro le tue sconvolte-annodate mani al trivio. Tempo trapassato al Ponto: qui, una goccia, sull'affogata pala di remo, in fondo alla promessa pietrificata, lo risolleva, stormente. (Lungo la verticale corda di respiro, a quel tempo, più in alto che in alto, tra due groppi di dolore, mentre la fulgente luna tartara s'inerpicava fino a noi, io m'internavo in te e in te.) Aureola di cenere dietro a voi, mani del trivio. Orrendo, ciò che, da Oriente, il caso vi gettava davanti. Nessuno testimonia per il testimone. * * * Una volta, la morte ebbe accesso, tu ti nascondesti in me. * * * Preconscio sanguina due volte dietro la tenda, conscio stilla.