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Maaaaa vaaaaa!!!
Mi sembrava, infatti, di avertelo sentito dire, una volta, tanto tempo fa... Vabbè, oh, se per caso lo dovessi vedere digli che quaggiù c'è un bolzainer che lo stima, ma tanto proprio... Bella piri
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notte della polvere, luce delle loro membra, non ricordo che la mente tutte le donne senza amore erano con noi come le cellule e ogni cosa fischiava bruciava ogni nome nella bocca della morte i fiori non sanno più piovere le nuvole non sanno più niente loro non sono più niente, io non sono niente, e che vagabondassero, che non morissero come la polvere, che commettesero adulterio! non sono Tuoi servi *** kakas come te era la ragazza degli ultimi giorni se amavi il nodo dei suoi occhi la rete che ha pescato le ragioni della vita dal nulla; oppure il modo, ecco cos'era, il modo che hanno gli innocenti come ti pregano, disperatamente, e da qualche parte qualcuno lacerante nello sguardo che non si può più dire "il falegname in silenzio è un giardino per sempre", kakas, e qualunque cosa sia, notte o luce (nessuna delle due, magari) a cui vai incontro, tempie vuote dell’oblio o infinito dell'attimo, (tutto è eterno) non chiedere perdono per noi
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Non l'ho visto, ma già lo odio. E' il fenomeno mediatico più gonfiato degli ultimi 6 mesi. Bile.
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Questa è la tua canzone... Two non lo sai...
esahettr ha risposto alla discussione di Aerys II in Cinema, TV e musica
On The Other Side - The Strokes I'm tired of everyone I know, of everyone I see on the street and on TV. On the other side, on the other side nobody's waiting for me. On the other side I hate them all. I hate them all. I hate myself for hating them, so I'll drink some more. I love them all. I'll drink even more. I'll hate them even more than I did before. On the other side, on the other side nobody's waiting for me. On the other side. I remember when you came, you taught me how to sing. Now, it's seems so far away. You taught me how to sing... I'm tired of being so judgemental of everyone I will not go to sleep. I will train my eyes to see that my mind is as blind as a branch on a tree. On the other side, on the other side. I know what's waiting for me. On the other side. On the other side, on the other side I know you're waiting for me. On the other side. -
fiction La mia lettura del momento
esahettr ha risposto alla discussione di Aerys II in Libri, fumetti e animazione
Bellissimoooooooooooo -
fiction La mia lettura del momento
esahettr ha risposto alla discussione di Aerys II in Libri, fumetti e animazione
Il Nobile Corano!!! Bello bello un'umiltà dolcissima, da formica, po' anche ribadita, eh!; ma ci sta ci sta 'sta apoteosi della passività ci stanno anche gli anatemi anti-infedeli (preferisco Jahvè però); e mi ritaglio, anche, il riserbo di pensare, da free spirit presuntuoso quale sum, che pauloni 'sti uomini: hanno una sola religione e la frammentano hanno un'unico Dio e poi ci si ammazzano. -
Cosa sembravo, Kirsten, sorridendoti per la prima volta dal buio del mio cuore ancora gonfio della faccia di mio padre il giorno che partii, (la seconda volta che l'ho visto piangere, e anch'io piangevo, in strada, impalato come un fantasma a guardare gli Erker e il portone di casa, a guardarli con furia, per imprimerli per sempre nel ricordo), ancora sanguinante dell'alba di Malpensa - spietate speranze! - quando capii che non c'è nulla sotto il sole di più ingrato di dover partire, che non c'è nulla in questa vita di più disperato della carne del figlio separata dalla carne della madre? In ogni bacio, ogni parola a denti stretti ti urlavo la mia terra, non sentivi?, e avrei voluto che vedessi il giardino con l'albero di caco e lo squallore tenero dei Portici un novembre a mezzanotte, ma i tuoi occhi, did I tell ya?, ne ho sempre avuto paura: per te era tutto un gioco, no?, l'eterno giugno senza morte della barzelletta incomprensibile su quel mio sosia felice che tutte le notti ride e canta e vomita e si addormenta sotto alla pensilina e ogni mattina si risveglia in America, nel tuo letto.
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La notte che è morta la neve non dormivo, mi rigiravavo nel letto e non tremavo e ascoltavo il mio cuore, batteva troppo forte, come se avessi paura, ma non ne avevo e pensavo alla neve: a come finisce ogni cosa e nulla rimane, il piacere e il dolore, l'orrore e la gioia e i cavalli e le case e il Natale, e anche gli occhi, sì, anche i baci sugli occhi nel buio. Il mattino la neve era scomparsa, fuori dalla finestra vidi solo la strada grigia, come uno spazio vuoto quando manca una parola o l'hai dimenticata. E così dimenticai: solo allora piansi.
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Cavalcavano gli istanti - dicesi giovinezza, degli altri - e non c'era niente, niente che potessi fare per cavarli alla nullità della gioia, al cuore sordo e sconosciuto dell'esistere che bacia la neve che muore e barcolla dentro le montagne, ubriaco in primavera esplodendole di fiori e le carezza e le tormenta nella beatitudine della notte. Morire pieno di gioia all'inizio di ogni cosa in ogni crepa, ogni brandello... e non può smettere, non può morire... Mezza favilla ingrata questa vita indistruttibile e sbagliata, intravista per errore questa vita mai vissuta, e neanche, in qualche modo, brutta da non valere un sguardo spudorato, un suicidio, un all-in "Ma non fare male" sento gli occhi delle foglie, nel vento che è qualsiasi cosa, nella disperata apnea d'argento che la luna tossisce sulla solitudine gelata della strada, e il fervore delle edere, nero, annuisce, e grida l'ossigeno del cielo. la follia delle particelle, lo spirito insensato che ovunque ad ogni istante muore per la vita, risorge per la morte (sempre e dappertutto) sorride.
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sangue vuoto è delle mele. sorridendo ci ammonì per degli anni per disgusto per amore che mentre leggeva suo malgrado sfolgorando le nasceva dagli occhi un tumore, quasi morì ma visse (sempre con lo stesso uomo) e tornò a splenderle la mente bellissima di fiori consequenziali e perfetti sbocciati come per miracolo nello svanire del tempo come un'ultima primavera onnisciente che non dimenticassimo, per questo era tornata, marcisse pure ogni letteratura ma che non dimenticassimo e non l'apodosi nemmeno leopardi ma la libertà incolmabile del ridere la pietà d'oro delle rose che si fa beffe del livore del mondo
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Questa è la tua canzone... Two non lo sai...
esahettr ha risposto alla discussione di Aerys II in Cinema, TV e musica
Sally - Fabrizio De Andrè Mia madre mi disse - Non devi giocare con gli zingari nel bosco. Mia madre mi disse - Non devi giocare con gli zingari nel bosco. Ma il bosco era scuro l'erba già verde lì venne Sally con un tamburello ma il bosco era scuro l'erba già alta dite a mia madre che non tornerò. Andai verso il mare senza barche per traversare spesi cento lire per un pesciolino d'oro. Andai verso il mare senza barche per traversare spesi cento lire per un pesciolino cieco. Gli montai sulla groppa sparii in un baleno andate a dire a Sally che non tornerò. Gli montai sulla groppa sparii in un momento dite a mia madre che non tornerò. Vicino alla città trovai Pilar del mare con due gocce d'eroina s'addormentava il cuore. Vicino alle roulottes trovai Pilar dei meli bocca sporca di mirtilli un coltello in mezzo ai seni. Mi svegliai sulla quercia l'assassino era fuggito dite al pesciolino che non tornerò. Mi guardai nello stagno l'assassino s'era già lavato dite a mia madre che non tornerò. Seduto sotto un ponte si annusava il re dei topi sulla strada le sue bambole bruciavano copertoni. Sdraiato sotto il ponte si adorava il re dei topi sulla strada le sue bambole adescavano i signori. Mi parlò sulla bocca mi donò un braccialetto dite alla quercia che non tornerò. Mi baciò sulla bocca mi propose il suo letto dite a mia madre che non tornerò. Mia madre mi disse - Non devi giocare con gli zingari del bosco. Ma il bosco era scuro l'erba già verde lì venne Sally con un tamburello. -
Sragionamenti (più o meno riusciti ) di 2 anni fa. vaddavata vaddavata la morte è risorgere il ferito scorrere inganno per facce di vetro forma carta d'algebra bronco considerabile visto stretto la linea degli scacchi * se il flusso poi i ciechi degli occhi dirami o ascenda è un altro ciclo d'occhi che non cantiamo finchè l'estate cinta di niente dell'erba oscura l'imperfetto disincanto proiettando ieri cancri di delfini e te * architetture sul filo terreni quando spargeranno volontà smagliante la torre oltre colore dei numeri inutili che socchiude l'urlo acri mi creano disumanamente cose mutilate dei punti per la trascendenza ma la mano la tazza credente spigolano taglio di sostanze * chissà chissà slegati percorressimo muta evacuazione tombe giungle evaporate di nervi al solstizio non per dimenticare ma forse * teneramente teneramente separato estrasse dall'andare i raggi dello specchio morire nella carne e disse
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stamattina stavo così male mi son detto, no?, scriviamo una poesia, anche se non ti viene niente, ne hai scritte tante, tu, che non vengon da niente; scrivi una poesia anche se non vale niente, ne hai scritte tante, tu, che non valgono niente... stavo così male stamattina: scrivi, ho pensato, che tanto è inutile e anche il resto, poi, non serve a niente, dai, scriviamo 'sta poesia, su, che sia anche piccola, anche insignificante, ma, ti prego, non farla incomprensibile, stavolta non farla incomprensibile
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fai finta di crederci al dioniso che rompe i tavoli urli bestemmie entri rotolando lanci le candele becchi una tipa senza accorgertene – vuole un deca per la tintoria – tu non capisci – la barista! le sputi addosso provi a fartela è la petra ma piange ti tirano via non te ne accorgi le stai per prendere ti trascinano fuori provi a farti la jasmine la milly il cane di qualcuno, boh, poi sei all’uni ondeggi pressi il loncho ai fischbaenk ti stanno insultando ora te le prendi sul serio vai giù di faccia nemmeno te ne accorgi ridono ti danno un fazzoletto dici sono caduto in bici
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teneri figli di qualsiasi cosa, fu così che sbagliammo a tornar nella luna persi nel magma della vita orlo sempre brulicante di vermi e tempo e noi, noi tumidi noi irrimediati primordiali esseri nel vuoto della montagna del tuo cuore annullata dal pianto di generazioni perdute miriadi fiorite in un rintocco castigato lei sì che è la sua maschera prima di un delirio di morti erano loro semi-addormentati semi-intatti mentre il canto nella brace la ragione della casa nitida pioveva sere e notti d'oro in un unico fiume indimenticabile battere umido della nostra stella messa ai tuoi morti futuri!
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il diavolo e l'amore vedo poveri teschi sbrecciati e poveri tossici sbruffoni come piccioni appesi a corde di baratro; vedo croste impregnate di fuliggine meraviglia e schegge d'indicibile nel grido giallo della terra; vedo valvole di nulla vongole che sognano la distruzione un capriccio di filigrana il loro cuore è mille la loro morte è essere insieme parole dell'inferno pericoloso è il sonno non corrisposto e radunato agli astri finisce nelle viscere dobbiamo rapprendere signori il catrame delle vostre gambe marce che cadono per l'attimo luciferino della gioia tratta la mente come il corpo sbaglia il trascrivere riso sacro delle foglie mangia il cielo il diavolo è l'amore
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per la noia della morte ogni parola ogni brandello nei suoi occhi neve e tormento è un cero la miseria della folla e le sillabe finestre assassinate a mani legate, come ma scabro è il lamento la carne si fende non è benedetta; alla fine nemmeno le cose
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Pensando a cosa sarebbe, che sarebbe il fare senza ma e dunque e ma, alla… ma in fondo dire e cosa e sempre e l’enigma/ un'altra storia della vita Non so cosa sia il suolo per le armi gli universi a tripla stella che erano nostri e le risa, le risa della gente sugli alberi un vecchio ricordo Vidi nel nulla la luce, del mondo, era bello, ridicolo e bello, alzarsi, alle sei, con la sveglia, preparare il caffè, poi in giardino l’attesa, virgola, gli uccellini cantare il sorriso del tempo, semplicissimo E poi cosa verrà?, pellegrino 1 si uccise alle porte, e nessuna risposta, un convergere morto di forze il silenzio è pulviscolo se lo spirito è il cielo. ma Dio dove hai nascosto la neve, che è un bel modo di dire, ma potrà non ammetterlo, per un figlio e disperato del suono del suono più morto Questo era il loro perdersi piacerebbe parlarti, nelle pendici le rose un domani fu facile leggere il viso del viaggio, niente oro ricorrere Il crogiolo lanciato nelle bestie occhi moon contro il pane delle vergini, ica, sono svegli al terrore degli strappi tutti i modi del corpo Maxxxxxxx: l’imprendibile neve nel pollice ha chiosato le reti, ora segna un vagito le nubi e sul corso i ruggiti la piana di sole di macchine morte Miraggio, al macello chi irride il cuore sciolto, e seguendo i pianeti giù fino allo straccio, eravate proiettili vi ho tenuti nel fuoco Piccole profondità ingiuste il saluto e poco altro si rapprende tornando nelle loro teste, categoria del volere, e gela, volare irrimpianti per il sacro ridente nelle loro teste la spina la mia luna era scomparsa E non la più pallida idea di niente, sai il dolore dei sassi e dei prati solo neve lontana, e so che è parte cruciale gioventù ci sarebbe ancora e allora basta
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subissano nel trauma d'oro il nullo fragore dell'origine, nemmeno il nero ridicolo dei sogni e quel fervore che di vergine, di vetro nella carta arrideva alle lune, lume campanario. tutte le notti che non avrebbe dovuto e sviscerano il qualcosa, la deriva lungo la sera lungo gli spigoli, nel karma, dei servi che guardardavano e guardavano dagli interstizi nella croce, sporcizie della croce, i loro occhi grossi, i cappelli educatamente attoniti. sono il puro cuore annichilito, nei drogati, respiro, come. questo libro miserabile. per le madri che annienteranno testa fulmine indulgenza, questo groppo, come, di nervi ridenti, errori ridenti a malincuore per sarcasmo. e ora so la cosa, seme nero, casa palindromo dei testi, capro infame nelle rughe; so, ora, il chiasmo tutto, di Manciuria, la sottrazione intera delle loro vite, poveracci, imbecerati di tormento a dirsi cose e chi le ascolta, neanche loro. falso sempre il pianto e sulla soglia, sulla soglia e non più oltre si gioca questo svenamento, beati loro che non sanno o che lo accologono, o mai nessuno in pace amen.
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Non sono mai stato un Tarantiano, ma questo gli è uscito davvero bene. Strepitosa la fotografia, ottima la colonna sonora, bravi gli attori, carina anche la storia... Al di là dei soliti discorsi sulla vanità e sulla mancanza di sfondo che sarebbero da fare per il 99% dei registi respiranti oggidì, al di là delle seghe contenutistiche di uno che schifa l'universo sensibile e non legge un libro se non è un classico intramontabile - mi è proprio piaciuto.
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dentro il barrito delle luci e la statale la notte tutta a piedi la statale e noi è la cosa migliore che mi sia mai capitata cercare il distributore camminare questa notte con te piangevi ridevi, cadevi venivi delle macchine che quasi ci falciavano, di tutte quelle stelle sprecate dentro il tuo seno; e che cosa vuol dire che tu mi stia toccando cosa sono le sere le mani, dove sono i miei morsi? avevi capito. era notte in un vicolo... sono solo una troia non ti credo, sputavi, l'universo, non c'è niente, mai, non ci credo e i poeti sono vecchi bugiardi e anche tu sei bugia, non so cosa mi è preso, siete come mia madre non strapparti i capelli, sai sposare il respiro, tu sei cielo ed istante e non solo per noi che proviamo a impazzire sdraiati in un vicolo, che la vita la buttiamo nel cesso e per noia cerchiamo la morte, perchè è una bella parola
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Questa è la tua canzone... Two non lo sai...
esahettr ha risposto alla discussione di Aerys II in Cinema, TV e musica
Neanche la musica abbiamo noi, Kate. Da pianto. Leonard Cohen - Chelsea Hotel I remember you well in the chelsea hotel, You were talking so brave and so sweet, Giving me head on the unmade bed, While the limousines wait in the street. Those were the reasons and that was new york, We were running for the money and the flesh. And that was called love for the workers in song Probably still is for those of them left. Ah but you got away, didn't you babe, You just turned your back on the crowd, You got away, i never once heard you say, I need you, i don't need you, I need you, i don't need you And all of that jiving around. I remember you well in the chelsea hotel You were famous, your heart was a legend. You told me again you preferred handsome men But for me you would make an exception. And clenching your fist for the ones like us Who are oppressed by the figures of beauty, You fixed yourself, you said, "well never mind, We are ugly but we have the music." And then you got away, didn't you babe... I don't mean to suggest that i loved you the best, I can't keep track of each fallen robin. I remember you well in the chelsea hotel, That's all, i don't even think of you that often. -
fiction La mia lettura del momento
esahettr ha risposto alla discussione di Aerys II in Libri, fumetti e animazione
Secondo me i personaggi dei Buddenbrook sono fra i più belli del Novecento... (Sto leggendo, Gogol, io. Le anime morte.) -
A chi l'ha scritta. Arturo C. - Istante Folata di luce sospetto di Sole Profumo di casa LA # minore Dieci anni di musica al televisore Ricordo tre strofe ripenso alla vita Odore di pranzo di storie passate Stridio di matita Ragazza d'estate Seicento parole Il mondo su un dito Poi l'attimo cessa e tutto è svanito.
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