Da Tema dell'Addio, Milo De Angelis
Trovare la vena
Nessuna gloria in excelsis, ma un groviglio
nervoso
un raschiare di suoni e occhi
fissi all’ingiù, quel niente
che tiene freddo il pensiero, quel tremito
di lampadine e aghi, qualcosa
che s’incarcera dove grida. Il viso
toccava già la sua terra, vedeva lo scorrere
pallido dei fenomeni
oh dormi, dissi, dormi
eppure io ero con te
e tu non eri con me.
*
I battiti carnali si stringono a una doccia,
chiedono una tregua, una posizione
per il sangue, a strappi, a morsi, gli aghi
entrano in te che cerchi
di stare con le cose.
Ci dev’essere un’alba
terrena, dicevi, un seme intatto,
una fiammella, un preludio che esce
dagli ospedali, suonato da una piccola mano,
una corona di spighe regalata al guaritore.
*
Toccandoti la fronte sentivi il mare,
parlavi di un mattino aperto come in guerra
nel buio dell’ora smarrita parlavi
senza domani e senza libri, parlavi
alla presenza assoluta di una lacrima,
una rapida memoria di ulivi e di luce,
una gloria dell’uno e di ogni altro, ma
non si trova la via per la sorgente, ma
non si trova la vena, dio mio, non si trova.