Quando anche l’ultimo bagliore arancione della coda del gatto scomparve, Xarioki gli si rivolse di nuovo –Nhemesis se la caverà- disse. –E’ un essere dotato di grande intelligenza, estremamente scaltro, non preoccupiamoci per lui.
Il ragazzo senza nome allora rispose –Cosa possiamo fare allora per tentare di salvare questa città?- E indicò le fiamme azzurrine, ormai in prossimità delle mura esterne.
-Non lo so- rispose Xarioki. –Ero un mago, anche se ho dimenticato la maggior parte delle cose che sapevo. Ma, dannazione, ero un mago! Spetta a me risolvere situazioni come queste-. Prese a calci un frammento di lamiera per la frustrazione.
-Sei sicuro di non riuscire più a compiere incantesimi potenti?- chiese il ragazzo senza nome.
-Non si può mai essere sicuri finchè non si prova. Ma il prezzo di un uso inadatto dell’Arte è, come tutti sanno, la morte- rispose il Xarioki.
-Quindi, nel caso in cui dovessi fallire, moriresti?
-Sì. Morirei.
-Ma come fate voi maghi a sapere se un incantesimo richiede troppa energia?- chiese il giovane.
-Non lo sappiamo. Ci basiamo sugli antichi testi di magia, scritti da altri stregoni o incantatori arcani, che ci suggeriscono come agire e fino a che punto osare. Ma la certezza assoluta non esiste. Non è mai esistita. Questo è il motivo per il quale l’Arte è così rischiosa e complicata.
-E cosa ti fa pensare di non essere in grado di fermare le fiamme?- disse il ragazzo.
-Non sento l’energia fluire nel mio corpo a sufficienza. Percepisco le fiamme come superiori alla mia energia vitale. Non è una certezza, è più una sorta di sensazione, di presentimento.
-Quando eri in pieno possesso dei tuoi poteri, saresti riuscito a fermarle?- chiese avido di sapere il giovane.
-Non lo so. Ho perso la memoria di quello che ero. Ho solo vaghissimi ricordi, una sorta di reminescenza di una vita lontana- rispose il mago.
Troppo stupito da ciò che aveva appena udito, il ragazzo preferì tacere. Un orribile sospetto si faceva largo nella sua mente. Un’ipotesi che non voleva nemmeno incominciare a considerare, ma che insisteva nella sua mente, come una flebile voce malefica, che non si mette in pace finchè non ti ha reso folle.
Cercando di non rendere palese il proprio stato d’animo, il ragazzo disse –Mentre parliamo, Aalborg sta bruciando. Dobbiamo fare qualcosa.
-Hai ragione, dobbiamo agire prima che sia troppo tardi, in qualche modo- disse Xarioki. Poi il mago ebbe un’illuminazione. –La biblioteca!- gridò nella notte rischiarata dalle fiamme. –La biblioteca!-
Senza aver capito il motivo dell’agitazione e dell’euforia del suo compagno, il ragazzo senza nome seguì Xarioki che camminava con passo svelto e deciso per le strade della città in tumulto.
Arrivati davanti al portone della biblioteca, si accorsero di non essere soli. Per un momento i due ebbero paura, poi videro un lampo arancione uscire da dietro un angolo, mentre un nano lo seguiva lentamente. Tirarono un sospiro di sollievo.