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bobon123

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  1. Considerando che con Resilient (Cos) prendi solo il +1 alla caratteristica, e con HAM prendi il +1 alla caratteristica e 3 danni in meno per ogni attacco, credo non ci sia molto da discutere su quale sia meglio, a meno che non ti piaccia prendere danni 🙂 Un'altra opzione è Skill Expert: expertise in una skill è un grosso vantaggio, cambia molto il gioco specie ai livelli alti.
  2. Non ho capito perché prendi resilient (cos) se hai già competenza nei tiri salvezza su cos essendo guerriero. Come consiglio minore, è meglio prendere +2 for e +2 cos invece di +1/+1 due volte, visto che prendendo +2 hai uno dei due bonus subito, vari livelli prima. Per il resto sì, è una build molto classica proprio perché eccellente: controllo del terreno, danno, resistenza.
  3. Ma non è importante quanto sia complicato, l'importante è che sia più complicato del viceversa. Quando si crea la GUI per un'applicazione o un sito internet, si spendono molti soldi per cercare di minimizzare il tragitto del mouse mettendo vicino le funzioni che spesso vengono usate in successione*. Quanto costa all'utente andare con il mouse altri venti pixel a destra? Non molto. Ma l'esperienza di uso meno stressante, sommando tutti i vari click, diventa più piacevole. Se è possibile girare le regole per avere bonus positivi invece di negativi, ed è gratis, non c'è motivo per lamentarsene. Il fatto che in 4E ci stessero pensando, mi fa pensare ad un prodotto più rifinito e a te fa pensare a giocatori che non sanno fare le sottrazioni. È sicuramente vero che a volte per ridurre la complicazione si riduce anche la complessità, ad esempio... Le meccaniche di vantaggio e svantaggio non sono neutre: quando parli di cambiare la granularità non sono più modifiche neutre per il sistema, in termini di profondità e complessità strategica. Ma l'esempio che facevi non era la sostituzione di un bonus granulare con una meccanica diversa, che è avvenuta in 5E, ma l'attenzione a evitare sottrazioni in favore delle addizioni, che era discussa per la 4E. Su vantaggio e svantaggio è questione di gusti (anche io non sono pienamente convinto), su addizioni e sottrazioni meno. Come esempio, il passaggio da AD&D2E a 3E credo sia il passaggio meno discutibile, per la parte che riguarda invertire THAC0 e rendere le meccaniche delle skill uguali con il sistema d20. Rendere il check unico e additivo, per skill o tiri per colpire, da confrontare con una soglia, non ha cambiato nulla della complessità ma ha abbassato il costo d'ingresso e lo stress mentale, rendendo omogenea una regola che non lo era semplicemente per tradizione: non c'è una diversa complessità strategica ad usare il d100 a scendere per le abilità e il d20 a salire per colpire, è solo complicato. Il gioco, per quella parte, funziona chiaramente meglio.
  4. La cosa bizzarra è che concordo con quasi tutto quello che scrivi, tranne l'ultima frase dopo il ma. Vogliono rendere il gioco più appetibile e diminuire il costo d'ingresso. Cosa c'è che non va? Potrei capire il problema se questo portasse ad una riduzione della profondità strategica. Ma gli esempi che fai sono proprio solo di complicazione. Se fare le sottrazioni è più stancante e meno immediato di fare le addizioni (e lo è), se si può gestire la stessa regola senza averle, chi ci perde? Non è che a me diverta particolarmente fare sottrazioni. Mi sembra che per il game design si applichi una strana metrica, per cui sia un merito per il giocatore riuscire a capire e giocare una regola complicata e difficile, e non un difetto di chi ha scritto il gioco che va limato nella fase di test. Non applichiamo lo stesso criterio ad altre attività umane. Anche se riusciamo a leggere questo testo, Non imorpta in che oridne apapaino le letetre in una paolra, l’uinca csoa imnorptate è che la pimra e la ulimta letetra sinao nel ptoso gituso, richiediamo che chi scriva stia attento a evitare errori di battitura che rendono la mia lettura, cioè l'uso del prodotto, più facile. Esigiamo che un testo sia chiaro, facile da leggere, senza errori. Non immagino nessuno dire di un libro senza errori di battitura "Ammetto che l'editing e la revisione di bozze facilitino la lettura, ma se qualcuno non riesce a leggere una frase con un po' di typo qualcosa che non va c'è...". Non vedo perché irritarsi se chi crea i sistemi che acquistiamo faccia in modo di rendere più facile il nostro gioco. Posso rimpiangere il THAC0 al contrario per le prime due sessioni, perché ci ero affezionato. Ma dopo che mi sono abituato al cambiamento, ben venga! Se chi pensa alle regole investe del tempo per modificare il sistema di modo che non abbia sottrazioni, e questo mi risparmia mezzo secondo ogni volta che tiro il dado, posso essere poco impressionato. Ma difficilmente ne sarò irritato.
  5. Oltre all'ottimo post riassuntivo di @Bille Boo, provo a fare un esempio. Carta-forbici-sasso è un gioco semplice, sia nel senso che è poco complicato (ha una sola regola: scegliere tra tre opzioni) sia nel senso che è poco complesso (la profondità strategica è una sola, capire quello che l'avversario farà). È meglio o peggio del gioco degli scacchi? Questione di gusti! Il gioco degli scacchi offre molta più complessità strategica, e più complicazione. Cosa sia da preferire, è questione di gusti e di situazioni. Non giocherei una partita bullet a scacchi per decidere chi tira il calcio d'inizio a calcetto, e non passerei un pomeriggio a studiare vecchie partite di carta-forbici-sasso. Non c'è un vincitore, e siamo nel reame del soggettivo. Ma posso dire con certezza che RPS25, il gioco come Carta-Forbici-Sasso ma con 25 opzioni da ricordare, sia inferiore a Carta-Forbici-Sasso. L'essenza del gioco è ben esplicitata dalle tre mosse: la complicazione delle 25 mosse non aggiunge complessità, aggiunge solo sforzo mnemonico e annacqua la meccanica di base. Diventa difatti impossibile provare a influenzare l'avversario e prevedere la sua psicologia, che è l'essenza di Carta-Forbici-Sasso. Più complicato, ma non più complesso. Bocciato (dalla storia e da me). Non sto assolutamente dicendo quindi che 5E sia oggettivamente meglio di 3.5E: non ho neanche discusso né quale versione sia più complicata né quale sia più complessa. Ma dire che volere un sistema poco complicato sia dovuto all'instupidimento dell'utenza vuol dire non aver capito niente di game design: ridurre la complicazione inutile del gioco serve a evidenziarne la complessità strategica, ed è il primo obbiettivo del game designer.
  6. Mi devo essere spiegato proprio male, perché il punto del mio intervento era proprio che la complessità e profondità di un sistema è positiva, ma non è l'unico contrario di semplice. Vi sono sistemi inutilmente complicati, che non aggiungono niente alla complessità. Per rispondere anche a @Nyxator, non siamo necessariamente nei gusti. Sono assolutamente d'accordo che sia solo gusto scegliere tra un sistema poco complesso e poco complicato e un sistema molto complesso e molto complicato, e tutta la gamma tra i due estremi. A volte mi piace giocare ad un sistema meccanicamente invasivo e complesso, e quindi anche un po' complicato, a volte a giochi estremamente semplici o anche ruleless. Ma a parità di complessità, un sistema meno complicato è semplicemente meglio. Se riesco a rendere con poche regole semplici e chiare gli stessi trade-off strategici, il sistema migliora. Se riesco a rendere con un tiro di dado confrontato con un numero quello che altrove necessita di tirare dadi su tre tabelle, senza perdere in complessità strategica, il sistema migliora. C'è il gusto, e c'è la teoria del game design. Andare all'essenza del gioco e eliminare quello che è inutile non vuol dire semplicemente eliminare il più possibile. As simple as possible, but not simpler. L'esempio con la scrittura credo aiuti. Un buon testo, che spieghi bene e convinca chi legge, è un testo lungo o un testo corto? Un testo complicato e con parole difficili, o un testo grammaticalmente semplice e con parole facili? Questione di gusto! Il testo lungo e difficile può rendere concetti più complessi e tutte le sfumature in modo più preciso, ed è appunto gusto decidere se ne valga la pena. Ma se riesco a rendere lo stesso concetto con meno parole e frasi più semplici, senza perdere in precisione e sfumature, è sicuramente un vantaggio. Io tendo sicuramente a essere prolisso qui sul forum, proprio perché non spendo il giusto tempo per ridurre e semplificare. Ma credo che sia facile vedere come questo post potrebbe essere scritto in modo molto più efficace spendendo una mezz'ora a asciugarlo e togliere il superfluo. È invece solamente gusto discutere se vi sia stata riduzione della complessità tra 3.5E e 5E, o se preferisco il rapporto complessità/complicazione di 3.5E o 5E. Ma sul principio generale, esplicitato anche nell'esempio finale che una feature o un'icona in più in un'applicazione sia sempre meglio, credo si possa parlare con tutta l'oggettività che permettono le scienze soft.
  7. Alkidámas Sono preso alla sprovvista, e mi ritrovo a balbettare per qualche secondo. Siravice un brigante? Per fortuna Remiel, colto da furia sacra, prende la parola e trovo il tempo di ricostruire le idee, riprendere il filo. Sento solo di sfuggita il discorso di Remiel, e sono sicuro che un giorno potrò ridere del suo riferirsi a me come il "nobile Alkidamas"... un giorno lontano, quando non sarò più terrorizzato da questa situazione. Ma ho tempo di costruire la mia risposta. Con attenzione cerco di costruire una maschera di esagerato finto stupore, prima di riprendere la parola. Mi chiedi chi sia stato il nostro mandante, nell'andare dai Satiri? Mi dici che siamo andati di nostra spontanea volontà ad uccidere satiri, come se ne trovassimo qualche giovamento? Continuo con la maschera di esagerata indignazione. Sbuffando, e alzando le mani al cielo, continuo. Cerco Clearto con lo sguardo. Questi sono i primi mercanti che protestano quando vengono trattati troppo duramente i briganti che li assalgono! Perché siamo andati dai satiri chiedete? Siamo andati dai satiri chiamati da un amico di Clearto, un mercante. I satiri avevano rubato il suo carico e rapito il figlio. Abbiamo intimato con onore ai Satiri di arrendersi e restituire il carico e l'ostaggio: non è nostro diritto essere giuria e boia, lo capisco bene. Ma non erano semplici banditi: oltre al carico, avevano rubato e custodivano una delle Lance Scarlatte. E hanno preferito attaccarci, piuttosto che restituire il rubato. Immagino che a quel punto avremmo dovuto chiedergli scusa, e pregarli di continuare ad attaccare i mercanti lungo la via. Senza interrogarci del perché i Satiri si sentano ora in diritto di derubare i mercanti, proprio prima di un'invasione alle porte. Guardo Vur. E sì, la mia compagna li ha minacciati di mangiarli. Li ha minacciati di cavargli gli occhi. Non è bello, ma le minacce si usano per far perdere coraggio. Non vuol dire che volesse veramente mangiare un satiro la mia voce va sempre più a calare mentre finisco questa frase, che termino a mezza bocca con un ...o almeno credo. appena udibile dalle prime file. Faccio per andarmene al mio posto, ma fatti due passi vedo quello che ho visto questa mattina nel fuoco, vedo tutti i futuri possibili, e capisco che devo finire il discorso. Senza smettere di camminare, faccio un giro e torno sul palco, come una guardia che avesse fatto un giro di ricognizione. Riprendo con il tono di star chiudendo il discorso Parlare all'Apella è un onore e un onere, mi spaventa, non sono abituato, non me lo sarei mai aspettato nella mia vita. Lo faccio senza guadagnarci una moneta di rame. Se domani la città venisse invasa, tra le case distrutte non ci sarà la mia e non saranno i miei negozi ad essere saccheggiati. Tra gli schiavi uccisi, non ci saranno i miei, né verrò io né le mie figlie fatti schiavi. Eppure sembra che, tra noi, sia io che abbia tutto da perdere, che vi prego di salvarmi la vita. Sembra che sia io a dovermi scusare se ho fermato i briganti che rapivano mercanti. Alzo le mani. Certo, può essere che io sia stato ingannato: non lo posso sapere. Ma non sarò io a pagarne il prezzo, né se ho ragione né se ho torto. È la vostra città, se non vi interessa a voi di salvarla, figuratevi se vi devo pregare di farlo.
  8. Sono davvero in totale disaccordo con questo post 🙂 Si confondono quattro contrari di "semplice": "complicato", "complesso", "ricco", e "difficile". Non sono la stessa cosa: voglio un software o un sistema ricco e complesso, ma non lo voglio complicato o difficile da usare. Einstein ha detto* che un modello deve essere As simple as possible, but not simpler. Più semplice possibile, ma non tanto semplice da perderne il senso, la complessità emergente. Semplificare, sintetizzare, togliere il grasso e lasciare il muscolo, trovare il modo più diretto per far funzionare una meccanica, è la chiave per rendere esplicita la complessità del sistema, la ricchezza di opzioni, ma togliendo tutte le parti superflue che aggiungono solo complicazione inutile e annacquano il gioco. Creare un sistema semplice (non complicato, non difficile) ma non-semplice (complesso, ricco) prende tempo ma migliora il prodotto: lo distilla. Non bisogna fare l'errore di pensare che scrivere tanto, fare più regole per gestire ogni aspetto, così come mettere più opzioni in un software, prenda necessariamente più tempo che scrivere meno o mettere meno regole e meno opzioni. Può essere ovviamente: qualcosa può essere semplice nel senso di non complicato, non difficile, ma anche non complesso e non ricco. Ma non è necessariamente il caso. Ne è la prova questo mio post, lungo tre paragrafi, che diluisce e basta la citazione di sette parole di Einstein* e la rende meno efficace. Per forgiare quelle sette parole, è stato speso sicuramente molto più tempo e talento che per scrivere questo mio post. Finisco con un'altra citazione, di Pascal, che termina la lettera al cugino (mi pare) con Questa lettera è più lunga delle altre perché non ho avuto tempo di farla più breve. * Non ci sono prove in realtà che abbia detto proprio questa elegantissima frase, pare sia una efficace sintesi giornalistica di Roger Sessions di un pensiero meno chiaro e conciso: Einstein scriveva bene, ed era molto arguto, ma non era il suo talento principale.
  9. Amedeus Annuisco alle parole di Wit e dell'elfa scura, poi mi rivolgo a N4. Non c'erano strategie migliori, se non agire con più calma dall'inizio. Non possiamo entrare e attaccare una ragazza a caso solo perché sta uscendo da una locanda. Comunque è inutile discutere di quello che sarebbe potuto essere. Mi rivolgo poi a tutti. Sembra una succube, e può mutare forma. Non vedo come possiamo catturarla, ed abbiamo già passato troppo tempo: può essere andata ovunque, e avere qualsiasi aspetto. Guardo poi Wit. Hai visto se qualcuno la conosceva? Guardo ora tutti. Possiamo chiedere in taverna se qualcuno la conosceva. Ma se nessuno ha in mente piani ragionevoli per catturarla, denuncerei il fatto al borgomastro - se puoi dimostrare il tuo potere N4 - e poi girerei con gli occhi aperti, ma niente più. Purtroppo aver gridato in taverna che la cercavamo significa che non abbiamo nessun vantaggio: noi sappiamo di lei, ma lei sa di noi. Poi guardo il datore di lavoro. Detto questo, se non abbiamo altro da fare che girare a caso cercando la succube, direi che possiamo anche andare a liberare il vigneto: una direzione vale l'altra.
  10. Alkidámas Ascolto e accolgo gli applausi. Alkidámas l'oratore. Quasi sorrido, quando il mercante inizia a farmi domande a cui non mi sono preparato. Ma la domanda finale mi interessa accademicamente. Beh, non lo so in effetti perché abbiamo scoperto i piani di invasione. C'è chi crede al fato, chi al caso. Goblin d'avanguardia attaccavano i mercanti, e Siravice di Perva ci ha invitati - previo pagamento - a liberare il passo. Abbiamo fatto il nostro dovere, e trovato i piani di invasione nella grotta dei goblin. Che gli Dei abbiano deciso di proteggere la città, o che sia stata la cupidigia dei goblin che non hanno saputo aspettare a razziare, o che sia stato il nostro valore a decretare il fallimento dell'attacco a sorpresa, non mi è dato saperlo. Alzo tre dita. Se, tocco il primo dito con l'altra mano perché, tocco il secondo e da chi e finisco toccando il terzo dito siano stati aizzati, purtroppo non mi è dato saperlo: vedo talvolta il futuro, ho il dono degli auguri, ma non il passato. Ma non serve il dono per vedere che i goblin stiano arrivando, e vanno comunque fermati. Se c'è un incendio, non credo abbia senso cercare il piromane e fargli un processo mentre la casa brucia. Suggerisco di cercare chi avesse appiccato il fuoco dopo aver spento l'incendio. Penso per un istante, e poi aggiungo. Però avete ragione, non potremmo saperlo se qualcuno ci avesse ingannato, per definizione: se lo sapessimo, non ci avrebbe ingannato. Annuisco soddisfatto, quasi dimentico del perché della domanda originale.
  11. Concordo con altri che sia questo post di CP sia quello di JC prima sono cose abbastanza tautologiche e ovvie, che non dovrebbero aprire particolari polemiche. Ogni opera che viene scritta in un universo condiviso ispira le altre, viene considerata dalle altre, ma la piena consistenza è importante ma non può essere un valore assoluto. È fondamentale che sia consistente nella stessa opera, è importante che le opere della stessa edizione siano consistenti, ma man mano che si cerca materiale poco conosciuto e lontano nel tempo la piena consistenza non può essere un vincolo a produrre un prodotto migliore. Se una via cambia nome, perché oggi suona strano e all'epoca non suonava strano, migliora l'esperienza e non da fastidio a nessuno. Se Lonza oggi fosse un modo volgare di definire il sesso orale non censureremmo Dante, ma eviteremmo di chiamare la nostra strada fantastica Via della Lonza perché distrae e fa ridere. Le cose cambiano, e si aggiorna il franchise. L'esempio del MCU mi sembra molto chiaro: i temi son quelli, la ricchezza del franchise è la sua storia e non si butta, ma in ogni riedizione qualcosa cambia, si aggiorna con il tempo, si modernizza. L'idea che sia tutto cumulativo è impossibile da tenere per cinquant'anni: non è solo questione di politically correct, gli stili narrativi si aggiornano e la roba vecchia spesso puzza di vecchio. C'è un feeling anni '70 nelle storie dei FR, come nella fantascienza Urania o negli XMen di Chris Claremont, che va ripulito un po' di alcuni elementi se si vuole attrarre un pubblico nuovo senza che sembri "la roba che si legge mio padre", che è la peggior pubblicità per le nuove generazioni. Se non possono toccare nessun evento, il film (per esempio) viene parecchio brutto - le storie dei FR sono infarcite di cliché e non hanno sicuramente una qualità del livello richiesto dal cinema moderno. Potrei fare delle supposizioni specifiche sui cambiamenti su cui CP e JC stanno mettendo le mani avanti, che sarebbero scelte ovvie e di buon senso, ma trovo il clima talmente bizzarramente polarizzato che preferisco non farle: darebbero adito a discussioni infinite su questioni che ancora non esistono.
  12. Ops, ho seguito il commento precedente senza riguardare il nome. Edito.
  13. Amadeus Ascolto le parole del fratello del locandiere con attenzione, ma il battibecco tra Wit e N4 prende il sopravvento. Vino o immondo? A prescindere da quale tema sia il più importante, è chiaro quale sia il più urgente da discutere. Alzo la tesa del cappello, e inizio a pettinarmi i baffetti con le dita. Un secondo solo, ci interessa ma questo è urgente, dico al nostro datore di lavoro. N4, non dobbiamo solo trovare l'immondo, dobbiamo anche dimostrare lo sia. Non siamo la legge in questa città. Dobbiamo essere sicuri dell'identità della creatura, e agire. Cerchiamo di essere efficaci, finire alla berlina in piazza non ci aiuta a catturare la creatura. Mi volto verso Wit. Dacci qualche informazione sulla ragazza, chi era? Era nuova in città, o era conosciuta? Qualche segno identificativo che potrebbe rimanere se dovesse cambiare forma? Aveva uno scopo in città? Poi, rivolto a tutti. Qualcuno ha visto qualcun altro uscire, oltre alla ragazza?
  14. Alkidámas Mi accorgo dopo un istante che tutti mi guardano, faccio per alzarmi ma cambio idea, mi blocco a metà e ritorno a sedere. Deglutisco, inizio un suono come se iniziassi a parlare, ma lo strozzo. Ho mai visto qualcuno parlare seduto? Sembra arrogante? Mi convinco, mi alzo, faccio un passo verso il palco. Posso andare sul palco? Forse no, mi blocco, mi scivola leggermente il piede ma non perdo l'equilibrio. Respiro profondo. Puffff. Sento qualcuno che ride? Vedo solo ora che Stentore mi sta facendo cenno con la mano di raggiungerlo sul palco, e mi affretto a raggiungerlo. Stimati nobili, sacerdoti, cittadini. Tossisco per la corsetta, ma riprendo subito a parlare. Siamo qui ad Akrys, a parlare all'assemblea, ed è un onore che non credevo avrei vissuto in vita. Parlo all'assemblea, parlo per supportare una causa che non è la mia, ma la vostra. Parlo per convincervi che il nemico arriva, e per convincervi a non sottovalutare il nemico che arriva. Prendo una pausa, respiro, e poi continuo con più sicurezza. Sottovalutare sarebbe facile. Akrys è l'esercito più famoso e potente del mondo. Come vedete sono un elfo, e lo abbiamo imparato bene. E il nemico? Goblin e hobgoblin al di là delle montagne, al di là del Valico del Troll: non sono mai stati un pericolo - come non sottovalutarli? Sono una moltitudine infinita, ma non sono organizzati. Sono come la bonaccia - nelle teorie atomiche di Pernadime le singole parti dell'aria vanno veloci nella bonaccia quanto durante la tempesta, ma andando ognuna in direzione contraria la vela non si tende e la nave non si muove. Mentre parlo mi rendo conto che forse sto perdendo il pubblico... possibile che non conoscano l'opera di Pernadime? Ma le cose possono cambiare rapidamente. I venti si allineano, e la tempesta spezza la vela. Si vede dalle piccole cose, come l'acqua che si increspa intorno alla barca. Per prima cosa, abbiamo trovato i piani per l'invasione in atto. Mostro le carte. Sono in arrivo a breve. Siravice, il capovillaggio di Parva, le ha visionate, e concorda che siano autentiche. Il Triarca indico il nostro protettore le ha corroborate separatamente. Non solo goblin, ma satiri e centauri. Quanti sono? Sono organizzati? Pensando potesse avere informazioni dirette, abbiamo cercato e acquistato uno schiavo hobgoblin che viveva nei territori sino alla settimana scorsa. Si è venduto liberamente. Introduco Kresk, accennando a mezza bocca pagato 35 monete d'oro di tasca nostra per poi preseguire a voce alta Potete fargli domande liberamente, ha vissuto i preparativi. Un culto goblin ha unito le tribù: invece di combattere tra loro, marciano insieme. Gli hobgoblin si sono riuniti a sud. I capi sono stati sostituiti con capi fedeli. La moltitudine che prima andava a caso, marcia compatta, allineata. Il vento si alza, la vela si gonfia, e siamo qui a chiedere a Akrys di essere Akrys. Dopo la bonaccia il vento che spezza gli alberi maestri si alza, piega la nave. Togliete la vela e tirate fuori i remi, perché c'è da menare le mani. Noi non siamo qui per noi, siamo qui solo perché è nostro dovere morale fare la cosa giusta. Cerco con gli occhi Arellio e il padre di Ealla.
  15. Amadeus Annuisco all'uomo, salto giù dalla panca, e aspetto. Dove preferisci. Ma non credere che un altro posto sarà diverso: non è il posto che attira lunatici, siamo noi. Guardo N4, cercando di domandargli con uno sguardo L'immondo?
  16. Alkidámas Chino la testa verso il Triarca, in un movimento di cui io stesso non sono sicuro sia un inchino o un assenso. Grazie, sì... cioé, no, nessuna domanda. Tutto chiaro. Non inizio benissimo la mia oratoria.
  17. Il mio avatar è il mio nano mago, giocato in 3.X, uno dei personaggi a cui sono più affezionato, sicuramente non per vantaggi numerici. Non dover pagare un prezzo in termini di essere meno forte meccanicamente per poter giocare il personaggio che voglio giocare, migliora il gioco. Ovviamente vale anche al contrario: se il nano mago è ora troppo forte, si paga un prezzo in termini meccanici per giocare un mago umano, e non va bene uguale. Purtroppo, come ho scritto, la pezza di Tasha non è perfetta. Abilità e caratteristiche particolari, che rendono il gioco interessante e caratterizzano un nano guerriero da un umano guerriero, sono assolutamente ben volute. Bonus numerici piatti, che servono solo a evitare o far pagare un prezzo meccanico per accedere a determinate combinazioni classe/razza senza caratterizzare meccanicamente il personaggio, li trovo solo dannosi per il gioco.
  18. Non credo sia qualcosa di generazionale, e credo che, almeno un po', questo argomento sia legato alla distorsione che il tempo applica ai ricordi. D&D ha un aspetto strategico/meccanico che è presente sin dalla nascita come gioco da schermaglia, e trovo che ci siano molti più spunti di interpretazione nelle edizioni moderne che nella scatola rossa: non ci saranno momenti storici in cui lo stile murder hobo e lo stile EUMATE sarà di nuovo comune quanto nella scatola rossa. Ho iniziato con la scatola rossa come molti di quelli che stanno scrivendo qui e ho la stessa impressione di altri che la 4E mancasse di personalizzazione meccanica. È un problema? Dipende dal sistema. Il motivo per cui è stato un problema è che 4E è un gioco che, quantomeno durante il combattimento, prevede che le meccaniche informino la fiction, e non il viceversa. Ha regole molto strutturate, puoi attaccare con un balzo e una giravolta, ma alla fine il risultato sarà un attacco. Puoi gestire l'effetto di aver subito 14hp in modo diverso, ma alla fine sarai sempre 14hp più vicino a cadere a terra. Non dico sia così in qualsiasi sistema, ma è così in D&D4E. In sistemi in cui la fiction guida le meccaniche, le meccaniche sono meno strutturate e la fiction guida la storia. In quel caso, le meccaniche devono essere più semplici e omogenee possibili, e la mancanza di eterogeneità meccanica di D&D4E non sarebbe un problema. Questo è stato il problema con 4E: è un gioco con molta struttura meccanica, ma non ha eterogeneità meccanica corrispondente. La conseguenza era che ognuno aveva le stesse scelte da fare, perché la scelta in D&D4E è prima di tutto meccanica, e ogni personaggio era simile: un mago sceglieva se lanciare una palla di fuoco o un raggio di gelo, il ranger se lanciare una pioggia di frecce o una freccia mirata; entrambi dovevano scegliere in funzione delle stesse categorie di gestione delle risorse. E l'effetto sulla narrazione era lo stesso, perché l'effetto in un gioco come D&D4E è prima meccanico (perdi 14hp) e successivamente interpretato narrativamente, non il viceversa. In un altro sistema, non sarebbe stato un problema. TL;DR Non sono i giocatori che non si interessano a personalizzazioni non meccaniche il problema, il problema è che se il sistema prevede meccaniche che guidano la fiction deve prevedere anche meccaniche eterogenee se vuole delle sensazioni di gioco diverse.
  19. Alkidámas Provo a rilassarmi sulla sedia della taverna, ma sto pensando a cosa dire domani, non riesco a seguire la conversazione. Quando sento la domanda di Remiel, sono preso di sorpresa dall'essere interpellato, e ci metto un istante per rimettere a fuoco la conversazione. Per fortuna Procione interviene, e ho il tempo per riallacciarmi alla discussione. Ma, guarda, onestamente se cerchi soldati, ce ne è solo una, dico indicando Vur, per il resto io me la cavo con la spada, e ho studiato i manuali di strategia bellica, ma non credo vi siano definizioni di soldato sufficienemente ampie o sarcastiche da includermi. Anche il ragazzo qui dico indicando Bernabeus è una stella nascente della fucina, ma non credo definirebbe se stesso un soldato. Dubito anche sullo gnomo. Quindi, tutto sommato, credo che il Triarca quando ha pensato a questo compito per voi a dimostrato che o vi odia e vi piace vedervi fallire, o vi stima moltissimo e vi considera capace di atti miracolosi.
  20. A1615 Non mantiene nulla meccanicamente del personaggio, è a tutti gli effetti un mostro appena creato con lo statblock del mostro: qualsiasi capacità di classe, di razza, competenze, caratteristiche, talenti... praticamente tutto quello che è scritto sulla scheda tranne l'allineamento, il background e la descrizione della sua personalità, non conta. L'unica zona leggermente meno chiara è sugli effetti di classe in corso (come ira del barbaro), ma il consenso RAI - informato da alcuni tweet di JC anche loro non chiarissimi - è che si interrompano pure loro. Puoi immaginarlo che contuinui a essere arrabbiato, ma senza la capacità del barbaro di sfruttare questa ira in modo efficace la tua rabbia non offra più bonus meccanici al combattimento.
  21. bobon123

    Shadowfell shard

    Concordo con @Lord Danarc, in particolare tutte le metamagia scrivono "When you cast a spell", e quindi ovviamente funzionano (cast a spell avviene necessariamente prima del save), mentre Empowered è l'unica che fa eccezione con "when you roll damage" (che avviene necessariamente dopo il save).
  22. Amadeus Guardando l'elfa scura approcciare il capitano mi imbarazzo. È proprio vero, ognuno è abituato a standard sociali molto diversi, da dove viene. Alzo gli occhi al cielo, poi abbasso la tesa del cappello e mi metto a sedere su una panca. Forse è il momento di provare questo vino di cui tutti parlano... se ne mettono tre o quattro in galera forse non è un male.
  23. Alkidámas Beh, dico dando una pacca sulla spalla a Kresk, sembra che la salvezza della città sia costata 35 monete d'oro. Sono informazioni preziose, domani ripeti esattamente questo all'assemblea e cresceremo di status, e tu con noi. Lo guardo dritto negli occhi. Ti sei venduto come schiavo, avevi sicuramente le tue ragioni. Non so quale siano i tuoi desideri ora, ma presto potrebbero diventare realtà. Andiamo? dico agli altri Mangerei e poi a dormire, che dobbiamo prepararci per l'assemblea.
  24. La regola è il metodo più semplice per ottenere il risultato voluto e desiderabile, cioé permettere un nano mago e altre combinazioni poco comuni. Non è perfetta, perché il sistema chiaramente non è pensato organicamente per questo e questa è appunto una pezza, ma l'alternativa sarebbe stata riscrivere tutte le razze. Tutto sommato dò un giudizio positivo, date le condizioni di partenza, le alternative, e lo spirito dell'edizione: 5E ha sempre cercato la strada più semplice rispetto a quella più completa e raffinata. Piccole pezze aggiuntive per aggiustare questi piccoli problemi possono però essere giustificate. Ad esempio mi sembra ragionevole aggiungere la pezza alla pezza, che se una razza decide di usare la regola di Tasha ma ha più di +2/+1, diventano +2/+1. Il nano mago rimane competitivo, ma non è chiaramente superiore alle altre razze.
  25. Non amai 4E quando uscì, rimasi a giocare a 3.5E. La provai poco, e se mi chiedo ora perché non mi piacque ci devo onestamente riflettere: non era male. Un punto, che menziona @Bille Boo e avevo già menzionato in passato, è sicuramente il fatto che le meccaniche tra le classi sono troppo simili, rendendole poco interessanti. Ma da tanti punti di vista, è molto ben fatta. Le regole sono ben bilanciate, i contenuti aggiuntivi sono di ottima qualità, molte delle innovazioni nelle regole che piacciono in 5E vengono da 4E. Viene tacciata di essere troppo strutturata sul combattimento, come se nelle altre edizioni vi fosse una qualsiasi struttura legata al dialogo, alla persuasione, all'interpretazione del personaggio. Il problema credo fosse di comunicazione: 4E faceva chiaramente l'occhiolino a WoW (i ruoli come tank, support, damage dealer) e ad alcuni giochi strategici basati su schermaglie. Diceva esplicitamente "sono un gioco strutturato sul combattimento", e questo faceva storcere il naso. Perché non sembrava D&D, anche se in effetti non aveva né più né meno regole che fornivano struttura al di fuori del combattimento rispetto a qualsiasi altra edizione.
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