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aykman

Circolo degli Antichi
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  1. aykman ha risposto a Jhon31 a un messaggio in una discussione Cerco master/giocatori via Forum
    Io prenoto un posticino. Qualche idea per i punteggi di caratteristica: standard o buy point?
  2. Elizabeth Tiro fuori un minuscolo fazzoletto di cotone ricamato e mi asciugo le labbra, allungando il boccale verso l'oste con un sorriso discreto: non mi sono accorta di aver già mandato giù la prima pinta, e devo contenermi, non sarebbe il caso di dar spettacolo appena arrivati. Grazie, oste, obbligatissima mi rivolgo appena melensa all'uomo, quando mi riempie il boccale. Accavallo le gambe e chiedo, con fare distratto Avete delle camere adatte a una signora, buon uomo? Sbatto le ciglia un paio di volte O potreste consigliarmene una? Con la mano mi liscio la gonna, attenta a che non scopra ancora più centimetri di pelle, e sfioro Mary delicatamente ma con intenzione. @Vortex Surfer/Mary
  3. Ritiro la candidatura, sorry
  4. Interessato anche io. Stanotte butto giù due righe
  5. Elle Troppa gente ancora e troppo casino. Avrei preferito il silenzioso vuoto che fa da sipario ad un'imboscata che questo. E' più facile passare inosservati, il problema è che vale sia per noi, che per le guardie. Mi sento tutto ad un tratto come fossi uno di quei personaggi di cui raccontava mio padre, che prendeva una lancia in quattro e remavano a tutta forza, di notte, al riparo del plenilunio, tra le maglie dei doganieri di ronda lungo la costa, per contrabbandare ogni ben di dio potesse starci in un guscio di noce di duecento libbre. Lascio scivolare il commento di Deneb su di me, so che lo sta dicendo per farmi incazz@re e distrarmi, e mi concentro sul nostro percorso e la banda di halfing ubriachi. Direi che è l'ora che vai. Comincia ad incamminarti, quando sei pronto dammi il segnale.
  6. Elle Sottile come il bastione di una fortezza interloquisco a bassa voce rivolta al nano. Non c'è cattiveria, è una semplice constatazione: che Floki si trovi meglio con un'ascia in mano, coperto di sangue su una pila di cadaveri mutilati piuttosto che seduto ad un tavolo a sproloquiare sui massimi sistemi è risaputo; d'altronde, non mancano certo le situazioni in cui questo talento è richiesto. Sorriso appena, annuendo alle domande semplici ma pertinenti di Diejo, e mi volto nuovamente verso Mary e Guillame, impaziente di avere risposte. Mi limito a guardarli e commentare Vi siete dati da fare, per il poco tempo che siete stati qui... avete già fatto scappare tre dei vostri... ridacchio divertita, nascondendo la bocca dietro una mano candida e abbassando per un solo istante lo sguardo ... Mary, dovresti essere più gentile... non tutti sono audaci come te...
  7. Adesso sei anche tenero e coccoloso
  8. Bwuahhahahahaha. È proprio lui, cucciolo
  9. Elle Mi lascio abbracciare da Deneb, accolgo anzi tutto quel calore e lo uso per trovare una parvenza di rifugio dalle preoccupazioni, ma in un lampo siamo fuori dal locale, in strada. Mi fermo un'attimo, trattenendo Deneb proprio sull'uscio, lo guardo da sotto in su e piano gli dico Non farti ammazzare stanotte La voce roca e gli occhi lucidi stonano col sorriso e il tono canzonatorio, ma danno la giusta idea del contrasto di sentimenti che provo. Mi alzo in punta di piedi e gli do un minuscolo bacio sulla guancia, poi lo spingo via e mi allontano a passo svelto verso l'altro lato della strada, così da poter vedere lungo la strada da una diversa prospettiva rispetto ai galeotti che aspettano nella stanza del Tabaxi il via libera per concludere la fuga @Bellerofonte
  10. Elizabeth Sorrido raggiante alla cavalleria per nulla affettata di Giullame, poi lo seguo nella taverna. Il tipico locale sorto in un porto, con un ambiente scuro e fumoso e il tipico odore misto di umanità poco pulita, salsedine e birra stantia; a suo modo decoroso alla luce del sole, di notte sicuramente prende il sopravvento uno stile più grezzo e ancora più scuro, ottimo per fare ogni genere di affari senza dar troppo nell'occhio. Il mio abito comunque dice il perfetto contrario, attirando sguardi da ogni angolo, non ultimo quello che i miei compagni abbiamo occupato. Prendo un calice sporgendomi sul tavolo e lo alzo per il brindisi, pregando che la bevanda non mi faccia rimpiangere quel poco di vino che ho lasciato sulla nave A noi dico appena, la mia voce sommersa da quelle tonanti degli uomini e del nano. Bevo un sorso e storco il naso, ma solo un poco: è meglio del vino ed è gratis, non ho di che lamentarmi per ora. Mi libero della pesante borsa, infilandola sotto la tavola di fronte alla sedia, e mi accomodo dando le spalle al resto del locale, così evito un pò di pubblicità nella nuova cittadina a tutto favore dei miei compagni. Alla fin fine, mi piace che la gente mi guardi e desideri, come donna mi riempie di orgoglio; e inoltre, dopo tanto tempo costretta a vestire certi panni, una si trova ad essere impermeabile alle frecciatine velate e non che gli piombano addosso da tutte le parti. Allora Mary, qual buon vento vi ha portato qui? chiedo in tono colloquiale E' stato un bel colpo incontrarci così, appena sbarcati, neanche avessimo un appuntamento...
  11. Elizabeth Lentamente seguo i ragazzi verso la taverna, lasciando che si allontanino e isolandomi un pochino, mentre mi volto ripetutamente verso Mary e Guillame. Non mi sento affatto in difficoltà o in imbarazzo, sono abituata ai porti (tutti uguali, in fin dei conti) e anche agli sguardi (che siano lascivi o di riprovazione); benché sia passato del tempo da quando ho lavorato in un ambiente simile, mi ricordo ancora le regole che si giocano in un terreno come questo, e infatti, mentre un passetto per volta mi avvicino alla taverna e mi faccio raggiungere da Mary, noto le prostitute che si avventurano senza imbarazzo tra la folla, puntando i ricchi mercanti raramente, i marinai con le tasche gonfie (e non solo le tasche) più sfacciatamente. Sanno (o dovrei ammettere un più appropriato "sappiamo") perfettamente come spennare un pollo, e i marinai al rientro da lunghe spedizioni, che esse siano fortunate o meno, scendono a terra con le tasche pesanti e due sole esigenze: alcool e sesso. In un porto così affollato, non mancano luoghi e persone che vendono entrambi. Le ragazze però sembrano effettivamente un pò più coperte rispetto a me, forse la milizia non è entusiasta di questo mercato, perlomeno alla luce del sole. Dovrò chiedere a Mary e Guillame, che sono qui da un pò, di darmi qualche ragguaglio in proposito e un paio di dritte sui ricchi e potenti del luogo... è finito il tempo in cui dovevo concedermi per pochi spiccioli agli angoli delle vie più malfamate, la disperazione negli occhi e la fame come sprone. Mi fermo a pochi passi dall'ingresso, mi volto ancora e sollevo le mani verso la coppia di amici che mi sta raggiungendo, sorridendo al sole del casino che già arriva dalla taverna, raddoppiato nell'istante in cui il nano ha guidato la nostra piccola banda all'interno. Sospiro e a voce alta quanto basta perché i due in arrivo mi possano sentire, esclamo Se ancora non vi siete fatti un nome, fra poco lo sapranno tutti. Floki è già andato alla carica, e quei due scapestrati gli tengono bordone. Sorrido, ad un tratto felice di essermi lasciata alle spalle un mondo per questo completamente nuovo, nascondendo la tristezza che accompagna la consapevolezza: scappare non serve se l'infermo ce lo portiamo dentro noi stessi.
  12. Elle Come tutti i piani fatti di fretta, anche questo presenta lacune e difetti, difficilmente sormontabili, uno fra tutto il nostro artista dei tetti che ad un certo punto dovrà per forza tornare sulla strada per attraversarla: la locanda sta dalla parte opposta rispetto alla Loggia. Studio mentalmente il percorso, analizzando i punti critici della navigazione e pregando in cuor mio per una traversata tranquilla e priva di eventi di nota: nonostante tutto, agogno ad un pò di riposo, la guardia si è prolungata più del previsto e un pò di coccole tra le coperte mi rilasserebbero molto più di questo piano di salvataggio sbilenco. Sospiro, pensando a quante volte oggi l'ho fatto, e mi chino a raccogliere lo zaino Se non avete altro da aggiungere, noi ci muoviamo. Aspettate che arriviamo al crocevia per muovervi dalla stanza: è lì che io Deneb ci separeremo. Si gode di un'ottima visuale in tutte le direzioni, io riesco a vedere la locanda e anche voi mi vedrete bene. Deneb andrà fino alla porta invece, appena avrà una buona visuale della strada che sale dal porto mi darà il segnale. A quel punto voi due vi muovete fino alla prima boa, cioè da me; se non ci sono problemi, continuate spediti, io mi attardo a fare da retroguardia una decina di passi dietro a Tholin. Dritti spediti verso la Loggia, mentre Deneb tiene la posizione aperta per voi. Non ci fermiamo finché non siamo dentro, sarebbe stupido farsi arrestare sull'uscio perché vi attardate a salutare qualcuno. Tutto chiaro, uomini? Involontariamente, ho preso quel tono secco e la parlata priva di fronzoli di mia madre. Una parte di me prova un caldo sentimento di vicinanza e orgoglio all'idea. Guardo Deneb e allungo la mano sinistra verso di lui, mentre con la destra armeggio con la maniglia. Voglio quel contatto disperatamente, ho bisogno che mi calmi un pò, di sentire in altri la stessa tensione che provo io, eccitazione e preoccupazione allo stesso tempo.
  13. Elle Stringo le braccia al petto, accarezzandomi le braccia come se avessi freddo, esattamente la mossa indicata da Deneb, solo che il mio è un riflesso quasi involontario al brivido di terrore che mi è corso lungo la schiena. Non pensavo che la mia prima missione per la Loggia sarebbe stata far evadere due prigionieri. Quasi mi scappa una risata isterica. Guardo tutti, uno per uno, con deliberata calma, cercando nei loro visi segni di tentennamento. Quando non ne trovo, mi chino sullo zaino, assicurando bene tutti i lacci e le bretelle, quindi controllo la borsa dove tengo nascosti gli shuriken, sul fianco destro, e la spada su quello sinistro. Va bene mormoro piano State qui e teneteci d'occhio dalla finestra. Quando ci separiamo io e Deneb, muovetevi alla porta lancio un'occhiata indecifrabile al gigante o sul tetto e aspettate il segnale di Deneb: terrò le braccia strette finché non sarà certo del via libera, e aspetterò che Tholin mi superi per seguirvi... devo supporre che terrai il suo passo, non mi metterò a guardare in giro, non sia mai che qualcuno ci controlla. Va bene? Prendo per un momento un'aria smarrita, come se avessi appena ricordato qualcosa di importante, poi aggiungo Adesso a voi: ci serve un segnale di pericolo anche da parte vostra, non potete semplicemente mettervi a correre urlando "alle guardie, si salvi chi può" se qualcosa va storto o siete in difficoltà. Qualche idea?
  14. Elle MI mordo le labbra con fare pensieroso e mormoro piano, pianissimo, quasi a me stessa Non mi piace questa cosa... né di dividere il gruppo, né di portare lui incappucciato... così non possiamo fare nessun picchetto, ci dovremmo affidare completamente alla fortuna... e se ci beccano, saremo automaticamente bollati come loro, nessuna possibilità di negare o defilarci... sospiro indecisa, guardando Deneb
  15. Elizabeth Con passo calmo e ancheggiando appena, scivolo fino a quella bella comitiva. Se già il viaggio mi ha esaurito col suo sapore di rimpatriata, l’accoglienza ora non è da meno. In compenso, una presenza molto più che gradita mi aspetta raggiante, e tutti quei sorrisi mi riscaldano ben più del sole o degli ultimi bicchieri. Pare che il tema portante della rimpatriata sia l’alcool, e visto che non ci trovo nulla di male a scambiare quel pessimo chiaretto di bordo con qualcosa di più sano e corposo, mi unisco all’entusiasmo per la baldoria. Quando alle mie spalle Diejo mi prende in giro, replico con nonchalance Mi sa che è troppo piccolo per certe cose… come per le altre aggiungo maliziosamente Ma non preoccuparti, posso sempre bere per due… senza neanche voltarmi, quindi approccio i due che ci stavano aspettando …Ciao ragazzi, come va? chiedo avvicinandomi a Mary. Le sorrido studiandone il volto abbronzato. Mi sei mancata, Mary. Poi mi volto ad affrontare Diejo Visto? Hai già fatto uscire dai gangheri il primo... il tuo talento non smette mai di stupire il mondo... adesso per punizione paghi il primo giro. Gli dico in tono di disapprovazione, indicandogli al contempo la schiena di Julio Avanti, fare ammenda aggiungo, prendendo a braccetto Mary e avviandomi dietro a loro.
  16. Elle Già, il tempo. Sembra che siano ossessionati dal tempo, come se una qualche catastrofe fosse incombente come la notte. Rinuncio all'idea di farglielo pesare ora, comunque, c'è altro che dobbiamo fare. Bé, io direi che è ora di muoverci. e' buio abbastanza per camuffarsi e scivolare via da qui. Potremmo organizzarci in picchetti: voi siete ricercati, io e Deneb no. Andiamo noi per primi e ci piazziamo a intervalli regolari lungo la strada fra qui e l'ingresso della Loggia: ci accordiamo per un segnale di pericolo e uno di via libera. Quando vi diamo quest'ultimo, voi partite di corsa, senza fermarvi, dritti filati fino alla porta. Deneb potrebbe andare avanti, al picchetto lontano, così da aprirvi la strada e coprire la via oltre la porta. Io posso fare invece il primo, facendovi uscire di qui e poi coprendovi le spalle appena passate. A meno che non abbiate un'idea migliore. Li guardo ad uno ad uno, aspettando responsi o nuove idee, magari migliori: di certo non posso vantare tutte quelle degli ultimi mesi.
  17. @tutti Ragazzi il mio personaggio ha una doppia identità, come ho spiegato nel background. Voi, come compagni di avventura, ne siete al corrente, però vorrei specificare un particolare: l'identità da pirata che uso raramente (per cui mi faccio chiamare Teschio, a causa della maschera a foggia di teschio bianco) è un segreto che voi avete acconsentito di custodire. a meno che non ci sia qualcuno contrario alla cosa. Thanks
  18. Elle Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. Ho pregato che Deneb non mi sputt@nasse e poi ci ho pensato io da sola. Arrossisco e mi arrabbio con me stessa e la mia lunga lingua. Piano piano rispondo, cercando di svicolare Ho passato molto... risolino isterico ... tempo, già. Ci sono nata. E ci ho vissuto più tempo che a terra. Sospiro e mi allargo appena, poggiandomi pesantemente alla porta e lasciando scivolare a terra lo zaino Sono arrivata qui, a Capo Ventura, proprio ieri notte... li guardo con aria di sfida ...attraversando tutto il continente, da ovest ad est, navigando da sola su un guscio di noce. Direi che non sono stata un passeggero... mai negli ultimi vent'anni. Abbasso lo sguardo, un'attimo prima fiero e altezzoso, quasi tutt'a un tratto provassi vergogna. Incubo è quel guscio di noce... sospiro ancora ... non è una nave. E' un giocattolino. Se sapessimo a cosa andassimo incontro, e fossimo certi anche del dove, allora potremmo farci affidamento. Guardo i due nuovi compagni di avventura con faccia colpevole E' questo che intendevo con problemi di vettovagliamento più che di uomini. Se dovessimo andare da qui a la, una cosa di un giorno o due... potremmo svuotarla di tutto il superfluo tranne cibo e acqua e armi, caricare venti o venticinque persone, e tentare l'impresa... a patto naturalmente che un manipolo di venti basti ad assaltare la nave. Più si allunga la missione, più abbiamo necessità di vettovaglie, e lo spazio per la truppa si assottiglia. La voce è andata via via scemando, facendosi sempre più debole. Tiro su col naso e aggiungo Non so quanto siate bravi a combattere, ma anche se fossero solo goblin senza streghe al loro fianco... non potremmo mai farcela in cento contro uno... e neanche in cento contro quattro, per quanto abili a menar le mani. Dobbiamo scoprire quant'è grande quella nave, prima di progettare... se no, si chiama sognare, e con i sogni non si costruisce nulla.
  19. Era il primo post, mi ci sono applicato più del solito anche io. 😄 sono favorevole al "chi ben comincia è a metà dell'opera"
  20. Elle Mi blocco sulla porta quando Tholin commenta la missione, o almeno il prospetto teorico della missione. Lo guardo, incuriosita e perplessa, ma davvero non ce la faccio più. Sussurro un rapido Solo un momento, torno subito prima di scivolare rapida in camera mia. Più in fretta che posso, espleto le funzioni corporali impellenti che mi hanno portata qui, mi do una lavata e raccolgo la mia roba. Lascio socchiusa la porta della camera quando l'abbandono, ritornando in camera di Deneb con lo zaino su una spalla e la mani alla cintura, dove armeggiano coi lacci del fodero di una piccola spada: tutti sembrano riflettere, dubito che abbia persa molto della discussione. Proprio per questo mi rivolgo a Tholin Temo che il problema stia tutto li. Se sapessimo già che tipo di nave è avremmo anche un'idea dei numeri che ci tocca affrontare. Allo stesso modo, qualcosa di un pò meno vago come posizione ci aiuterebbe: nord-est è una rotta, ma quanto lontana? Un giorno? Due? Dieci? Rimugino anch'io sulla faccenda, cercando di trovare risposte al problema, quando un dato fornito da Tholin focalizza i miei pensieri Avete detto che è una... ecco... che i goblin sono controllati da un incantesimo... quindi ritenete il loro capo, questa halfling, una strega... e la mia mente malata corre subito alla necessità di presentarci di nuovo da Naesala e, mio malgrado, dalla sua assistente, per avere ragguagli e dritte sulla cosa. Sbuffo e cerco di scacciare dalla mente la cosa, la magia non è il mio campo e preferisco lasciare ad altri questo compito. Invece, rispondo a Tholin sulle probabilità di uno scontro navale In realtà non è necessario armare una nave grossa quanto quella nemica... anzi, sarebbe peggio, rischieremmo di trasformare una battaglia in un inseguimento nel momento in cui non si possa abbordarla, una gara di resistenza in cui il primo che perde una vela o un'asta perde anche la corsa. Sbuffo di nuovo, cambiando tono in uno più esitante e palesemente infelice Non è poi così difficile distruggere una nave, tutte temono il fuoco sopra ogni cosa, un incendio può ridurre in cenere la più possente signora dei mari in dieci minuti: il legno è stagionato e verniciato; le vele sono di tela; la metà dei cavi e la coperta catramati spiego paziente e calma, ma un brivido mi scorre lungo la schiena: un incendio a bordo è il peggior incubo di un marinaio, testa a testa con quello di finire alla deriva senz'acqua. Tutta roba che non ha bisogno di aiuto per bruciare... anche solo una vela che brucia è sufficiente a condannare tutta l'alberatura. Mando giù a vuoto, lo sguardo corrucciato Con un'imbarcazione non troppo grossa ma molto veloce si potrebbe arrivare di soppiatto... una notte senza luna, o un pò di foschia... scateniamo l'incendio e lo usiamo come diversivo... mentre tutti corrono a domarlo, noi corriamo a cercare il nostro halfling... il rischio è di condannare a morte tutto l'equipaggio e noi stessi, se non siamo rapidi... cala il silenzio appena chiudo la bocca, ma oramai tanto vale concludere il discorso ...il problema è, ancora una volta, la strega... se si accorgesse di noi mentre ci avviciniamo, la partita si chiuderebbe prima ancora di aprirsi
  21. Elizabeth Chiusa nell'angusta cabina, sto accoccolata sull'amaca con un gamba che sporge fuori, dondolando leziosamente. Sento perfettamente in trapestio e le urla di ordini, così poco comuni nella navigazione d'altura, così caratteristiche delle manovre in porto. Incurante, rimango abbandonata a quel vago torpore portato dall'alcool, aspettando la conclusione delle fasi di attracco: non ho nulla da fare, quindi inutile agitarsi. Mi sono svegliata all'alba, quando quell'accozzaglia di scimmie ammaestrate chiamata ciurma ha preso a lavare i ponti con pietre e redazze, mi sono lavata, truccata e ho disfatto e rifatto la valigia per l'ennesima volta: è pronta, tutti i miei averi - e tanto altro di perfettamente inutile - all'interno o affastellati e assicurati all'esterno; più che una valigia vera e propria si tratta di uno zaino, ma alcuni marinai, veramente bravi ad intrecciar corde e lavorare con ago e filo, mi ci hanno aggiunto una lunga tracolla sagomata, così da poterla portare come una borsetta, anche se notevolmente più pesante e voluminosa. Le uniche cose fuori posto sono una borsa portamonete di pelle usurata, spigolosa in maniera innaturale, e uno stiletto dalla guardia stretta chiuso in un fodero lucido, poggiati sopra la valigia; appeso ad un baglio, il mio abito, spazzolato e stirato alla bell'e meglio, le scarpette con l'alto tacco in un angolo. Bevo un altro sorso di vino, la mia unica colazione durante la traversata, un pessimo chiaretto annacquato che pare far braccetto con la pessima qualità del vitto di bordo. MI ritrovo a riflettere sul mio stato: non sono ubriaca, neanche sbronza ad esser sinceri - il vino non abbastanza forte o troppo adulterato - quando l'urlo di Floki spezza il vociare e i miei pensieri. L'euforia del nano è stancante per quelli costretti a subirla, ma non posso negare che talvolta è coinvolgente: adesso ad esempio, o quando si siede a bere con me. Scrollo via le fantasie rimaste attaccate tenacemente, fantasie di camere ampie e arieggiate, letti enormi e bicchieri colmi di divino nettare. Mi alzo e stiro le membra nude, ignorando gli ultimi rumori cavernosi di quel guscio di noce che si stringe alla banchina. Mi passo le mani sui seni e scendendo sul ventre piatto, mormorando piano Mie care ossicina, dove tutto vi ho portato. Entro nel vestito, attenta a non sgualcirlo e a non incastrarmi da qualche parte, sistemo bene il top e lo riannodo al collo, giudicando con occhio critico il generoso décolleté: eccessivo per il porto, ma il resto del mio guardaroba è finito chissà dove, probabilmente dato alle fiamme. Mi liscio l'abito sul ventre e la gonna, ignorando il fatto che scopra troppa pelle, quindi calzo le scarpe e chiamo piano Topino... topino dove sei? Ho bisogno di un piccolo favore, topino Non mi lascio ingannare dall'attesa, al contempo troppo breve e troppo lunga. Durante questo breve viaggio sono stata guardata, spiata e abbordata più o meno velatamente, nonostante il breve tragitto e le mie uscite di cabina ridotte al lumicino: ci sono abituata, fa parte del gioco; ma non mi aspettavo certo tutte quelle attenzioni da parte di un mozzo, un mocciosetto di dieci anni o poco più addetto alla pulizia dei ponti, habitué di una fessura tra i pannelli della cabina da cui spiare... lui e chissà quanti altri. Ma oggi ero certa che fosse lui, nascosto dietro la paratia della cabina, e proprio per questo sono rimasta nuda tutta il tempo, a far le valigie e poi li stesa a riposare: che guardasse pure, un premio alla sua temerarietà. Ed ora, con altrettanta giustizia, il costo di tanta spavalderia: allaccio alla cintura il pugnale e il portamonete, quindi spalanco la porta. E' lì ad aspettare, il rossore nascosto dall'abbronzatura, a fissarmi con un misto di desiderio e terrore. Ricambio lo sguardo con mite pazienza, inserendo la modalità innocente fanciulla e frugando dalla borsa un pezzo di rame Eccoti qui, ma dov'eri finito. Suvvia, da bravo, accompagnami a terra. Siamo arrivati, non è vero? gli lancio la moneta e proseguo Porteresti la valigia, per favore? E' davvero troppo pesante perché io possa riuscirci, in questi stretti corridoi. Esco dalla cabina in un fruscio soffuso di seta ritmato dai piccoli tonfi sordi dei tacchi sul legno, avendo cura di far scivolare la mano sul petto del ragazzo e sul suo braccio, sussurrando Così forte, il mio topino prima di proseguire senza guardarmi indietro. Salgo la scaletta uscendo sul ponte, accompagnata dall'ansimare del ragazzo dietro di me, e proseguo senza indugio e senza salutare verso la passarella assicurata alla murata: troppi occhi si sono voltati sul ponte a guardare, e non è mia intenzione aumentare tensione e tentazione. Mi limito a sollevare appena il braccio e chiedere Topino, topino mi terresti la mano, per favore... non vorrei mettere il piede in fallo e finire in mare... saresti così gentile da reggermi? Sei così forte... il mio Ercole... aggiungo cinguettando piano ed impedendo così che qualche altro bellimbusto si faccia avanti a prenderne il posto. Metto piede a terra accompagnata da sguardi increduli, che si fanno addirittura risentiti quando, sfilata la valigia di mano al mio accompagnatore, lo congedo con un fugace bacio sulla guancia Mio eroe... spero di rivederti capitano un giorno. Lo lascio lì imbambolato sulla banchina, ai piedi della passarella, mentre mi dirigo verso la voce tonante del nano.
  22. Guys, domani mattina sarò irraggiungibile. mi farò vivo nel pomeriggio
  23. Elle Mio malgrado sorrido alla domanda, non fosse per altro che finalmente si sente il dubbio in una voce priva di volto. Chi è...? Un'idea... ecco cos'è, un'idea disperata, da scegliere solo in mancanza di alternative... ma fattibile se troviamo le vettovaglie... molto più che gli uomini... vi spiegherò meglio alla Loggia... butto giù in un sol sorso quel che resta della mia birra ... meglio evitare le orecchie... troppo lunghe concludo con un cenno vago. Quindi mi alzo, ripongo ciotola e boccale e mi avvicino alla porta. La socchiudo appena, gettando un'occhiata nel corridoio Vogliate scusarmi... ho bisogno di un momento... dico, poggiando la mano sul basso ventre e arrossendo appena @Bellerofonte
  24. Hola, mi nombre es Inigo Montoya. Tu hai ucciso mi padre. Preparati a morir
  25. Spam @Gigardos possiamo chiamare il tuo pg "Ocho", come il numero dei nomi che ha?