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Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Certo che sei strano. Replico incupendomi Ti ho già detto che Incubo non è una zattera. Ed è molto permalosa, si offende facilmente. Potresti anche mostrare un po' di rispetto. Dubito saresti felice se qualcuno ti chiamasse nano. Alla sola idea, un sorriso mi illumina la faccia cupa, donandomi un'espressione giocosa e irriverente. Mi lego i capelli con un pezzetto di sagola, alti sulla nuca, e gli chiedo seriamente ma ancora col sorriso stampato in volto Jevlan tu sei un cacciatore. E come molti cacciatori lavori da solo. A cosa ti servo io? È palese che non mi vuoi con te. Ti servo solo per la barca? Spengo il sorriso e lo guardo intensamente. Vorrei dire altro, ma potrebbe solo peggiorare le cose. Mi limito quindi a fissarlo, facendo scorrere le mani lungo il legno della barca fino ad incontrare le drizze. Saggio la tenuta tirandole verso di me, caricando il mio peso per esser certa che non siano mollate, senza perdere di vista l'elfo. Con gesti agili, tendo le drizze mollate nelle bigotte, tenendo d'occhio l'albero, quindi ripeto tutto dall'altro lato. Controllo anche gli stalli mentre ci passo accanto, quindi la disposizione del carico: il barile con la carne salata, quello della frutta secca, i due barili d'acqua e il barilotto del succo di limone. Mi sembra tutto in ordine, più o meno, anche la piccola cala delle gomme e, ridotta ad un ammasso informe di cordame e bozzelli. Corruccio appena la fronte, pensando agli eventi della notte prima. Jevlan, quando mi hai trovata, stavo risalendo dal fondo lungo una corda attaccata ad un barile. Li hai per caso recuperati? Magari non tutti gli attrezzi sono andati perduti mormoro sconfortato, pensando a quanto mi costerà ripristinare l'armo di una seppur piccola imbarcazione come la mia baleniera. -
Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Mi stiracchio lenta e languida, il calore del sole che mi scalda la pelle. In un primo momento non capisco cos'è la sensazione di disagio che provo, stranita dalla notte di sonno ininterrotto così diversa dalle ultime avute. Salto in piedi di soprassalto, spalancando gli occhi per guardarmi intorno disperata riconoscendo la sensazione: non sto navigando, la barca non beccheggia. Solo dopo un manciata di secondi la mente accetta ciò che gli occhi vedono, quello che il senso dell'equilibrio ha registrato: il fatto che sono ancora sulla sabbia, Incubo arenata a pochi passi dall'acqua, l'elfo intento a caricare materiale nell'imbarcazione. Emetto un sospiro di sollievo, cinguetto un buongiorno a Jevlan e mi spoglio veloce, quindi mi tuffo in acqua. L'effetto è immediato, mi sento fresca, sveglia e viva, intensamente viva. Faccio qualche bracciata sott'acqua, quindi buco la superficie e rimango un attimo ferma a guardare l'orizzonte, un sorriso stampato in volto. Torno rapida a riva, mi asciugo veloce con uno straccio tirato fuori da un bugliolo e mi rivesto. Solo allora guardo l'elfo e il carico che sta stivando sulla mia barca. -
Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Non sono ancora soddisfatta, di fatto non si è scusato per l'offesa, neanche il minimo accenno di imbarazzo. Capisco bene però che questo è un elfo selvaggio, vissuto a stretto contatto con la natura ma non certo con degli umani, quindi incapace di capire cosa può significare l'amore sviscerato che qualcuno ripone in qualcosa di costruito con le proprie mani. Cerco di accettare la cosa, anche se non riesco ad esimermi dal replicare un acido Anch'io porto un'appellativo, e certo non sono maestosa come un'albero. Sospiro, lasciando uscire il nervosismo oltre all'aria. Un velo di tristezza mi ricopre da testa a piedi, lasciandomi stanca come se avessi nuotato controcorrente per un'ora intera. E dormiamo. Tanto. E ci consumiamo, molto più in fretta degli elfi. Per questo siamo tanto impazienti, prendo fiato e talvolta avventati. Mi lascio scivolare lungo il fianco della barca, piantando nella sabbia umida la torcia. Solo una piccola parte della figura dell'elfo è ancora nel mio campo visivo. La fisso con ostinazione, sperando in un qualche genere di replica, poi metto a frutto la verità appena rivelata sull'impazienza, aggiungendo Bisogna voler capire per poter capire. "Mai" significa che manca la volontà di voler capire. Io posso sforzarmi di capire voi, messer Jevlan. Voi invece? Voi volete capire? mugolo infine poche parole a voce più bassa, stanca persino di parlare Forse dite di non capire, ma in parte l'avete già fatto. -
Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Osservo affascinata il lavoro dell'elfo: ho visto spolpare carcasse di balena fin da bambina, conosco i gesti, anche se alcuni difficilmente li riesco a collegare ad una certa utilità. Osservo sparire uno dopo l'altro parti su parti di mostro, in sacchetti che, una parte della mia mente mi suggerisce, sembrano preparati appositamente a questo scopo. Sto in silenzio, anche se so che è una sciocchezza: non sarà la mia voce a distrarre dall'opera l'elfo. In un tempo relativamente breve il lavoro giunge a conclusione; un buon lavoro, e anche se in un primo momento penso che abbia fatto straordinariamente veloce, so che la carcassa del mostro non è all'altezza dell'enorme massa di una balena e dell'immane volume di lavoro richiesto per averne ragione. Tuttavia la mia pacata approvazione per il buon lavoro è di colpo subissata dall'orrore alle parole di Jevlan. Come hai detto, prego? sputo fuori in un ammasso contorto di parole, l'indignazione che fuoriesce da ogni mio poro. Il primo pensiero che si fa strada senza ostacoli e sbatte sulla mia coscienza è l'assoluta mancanza di educazione dell'elfo: chiamare zattera la mia baleniera! Con orgoglio ferito sibilo in maniera indecorosa Incubo non è una zattera! Questo zoticone bifolco. Come osa insultarci così. Come osa prendersi gioco delle migliaia di miglia che abbiamo attraversato. Neanche mi rendo conto di aver completamente ignorato la richiesta, quasi l'avessi già qualificata come insolvibile, eppure si fa largo piano piano nella mente. Mi faccio avanti, ponendomi tra Jevlan e la baleniera, ricambiando lo sguardo calcolatore dell'elfo con uno fosco carico di ansia, preoccupazione e determinazione. Lei non va da nessuna parte senza di me. Qualunque cosa tu voglia, io non la abbandono, né la lascio in mano a sconosciuti. Mi avrai anche salvato la vita, una volta, ma lei lo ha fatto molte più volte. Un sorriso truce, deformato dalle fiamme delle torce, mi stira il viso. Ho un debito con te. Né ho altrettanti con lei. -
Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
La mancanza di attenzioni non mi offende, ma è palese che la comunicazione sia stentata, nonostante la mancanza di barriere linguistiche. Seguo i movimenti dell'elfo senza avvicinarmi troppo né interferire coi suoi gesti, anche se non riesco a dargli un significato preciso. Mentre comincia ad armeggiare attorno alla carcassa dell'essere subacqueo, tento di riprendere il discorso Grazie per avermi salvato. E grazie per aver salvato la mia piccolina, aggiungo avvicinandomi ad Incubo Non vorrei sembrarvi importuna, ma ci terrei tanto a conoscere il nome del mio salvatore. Sarebbe un ben magro gesto ringraziare gli dei del mare per un'altro giorno passato tra i flutti dimenticando di menzionargli il nome di chi ha permesso che così fosse. Vi devo la vita aggiungo con trasporto, aggirando l'imbarcazione e avvicinandomi ancora di più allo scoglio. -
pbf Capo Ventura - Topic di Servizio
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approvo e condivido -
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@Bellerofonte Novità? -
Capitolo Zero: Incubo
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Deglutisco anche se sento la gola secca. Fisso l'essere bluastro senza muovere un muscolo, cercando di intuire le sue intenzioni. Non sembra minaccioso, ma anche l'essere negli abissi non sembrava ciò che era in realtà. Ehm, salve spezzo infine il ghiaccio, incapace di sostenere ancora la tensione. Mi muovo appena di lato, in maniera da non dare le spalle alla casupola, senza distogliere lo sguardo dal nuovo arrivato, la torcia ancora alta ad illuminare perfettamente la scena, la sinistra poggiata ancora sulla spada. Ciò mi da da pensare: farsi beccare a gironzolare furtivamente e con la mano su un arma in un posto in cui magari neanche dovrei stare non è il massimo della diplomazia. Mi schiarisco la voce e levo la mano dall'elsa, imbarazzata dal mio essere così tesa. Salve. Non ho intenzioni ostili. Mi spiace averla disturbata. M..mi chiamo Elle. La voce, partita spavalda si affievolisce man mano che le parole escono fuori, accavallandosi l'una sull'altra. Muovo nervosamente le gambe, avvicinandole e accarezzando l'una con l'altra, tentando di non avere una faccia colpevole. Una parte della mente ribadisce il fatto che non ci sia nulla di cui essere colpevole. Siete stati voi a ..... chiedo accennando col capo alla barca e alla creatura decapitata al limite della portata della luce, cercando di mantenere un saldo controllo sulla voce stavolta. -
Capitolo Zero: Incubo
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Prendo tempo, fissando le casupole che danno accesso a reconditi abissi, per nulla tentata di fargli visita a così breve dall’ultimo, disastroso viaggio nelle profondità marine. Mi guardo attorno, gironzolando furtivamente alla ricerca di qualche indizio che possa illuminare in qualche modo le tenebre della mia ignoranza a proposito dei possibili abitanti. Un angolo della mente ragiona sul fatto che, viva e col cadavere dell’ultimo predatore che ha cercato di mangiarmi steso in bella vista di fianco a me, chiunque mi ha salvata non mi avrebbe messo dalla padella alla brace, almeno consapevolmente. Un altro angolo, mi suggerisce senza pietà di camminare ben lontano dai buchi, mandandomi visioni di tentacoli viscidi che spuntano fuori dall’acqua a caccia della mia carcassa. Rabbrividisco, mentre ricomincio un altro giro di ispezione degli edifici senza prender una decisione. Troppe emozioni tutte in una volta, troppa tensione accumulata e non sfogata, troppa stanchezza a pesare sull’anima oltre che sulle spalle. Un vago senso di disagio per la mia mancanza di decisione mi sconvolge: mi ritrovo a pensare che quando sono partita ero molto più decisa anche se inconsapevole di cosa aspettarmi dal mondo oltre l’orizzonte, ed ora invece, al primo ostacolo e quasi fallimento, mi sento come se avessi perso tutto il coraggio e l’ardore che mi hanno portato a voltare le spalle ad una vita tranquilla in famiglia per l’avventura. Torno a passi strascicati da Incubo, mi accascio sui talloni, fissando la linea di prua dolcemente sprofondata nella sabbia. Con mano ferma accarezzo il dritto di prua e la bella stellatura panciuta della barca, canticchiando tra i denti la ninna nanna preferita di mia madre. Come un balsamo, la nenia mi riporta indietro nel tempo, quando ancora per guardare in viso mia madre dovevo rovesciare il capo all’indietro; e lei, quel suo sguardo profondo e saggio, fiducioso e impavido di chi è pronto a lottare per te contro qualunque cosa, senza la minima esitazione o paura, mi riportano la voglia di farmi avanti, di non mollare. Do un paio di pacche alla barca, sorridendo, e le sussurro Siamo testarde entrambe, quindi non lamentarti. Prendo un paio di corde dalla barca e, dopo un momento di riflessione, anche la spada. Mentre torno verso la prima casupola, mi lego in vita la corda e assicuro la spada al fianco, quindi avvolgo l’altra estremità ad una roccia vicino alle torce, prima di volgermi decisa verso la pozza. Bè, speriamo bene aggiungo a nessuno in particolare, avvicinandomi furtivamente al baratro per guardarci dentro, la sinistra sull’elsa della spada, la destra a reggere bene in alto la torcia; la parte più cinica del mio cervello replica alle mie parole con un lapidario “niente barili pieni d’aria qui, cara mia”. -
pbf Capo Ventura - Topic di Servizio
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
@BellerofonteScusa per il ritardo capo, ho perso internet da tutte le piattaforme. Posto in un minuto -
Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Mi muovo cauta, tastandomi qua e là alla ricerca di ferite e altri danni palesi: la pelle nuda tira dove il sale si è asciugato, brucia appena dove la creatura che mi fissa con occhi vitrei mi ha afferrato e tirato. Dopo essermi assicurata di essere viva e intera, cedo l'attenzione al paesaggio attorno. Tossisco un poco, la gola e i polmoni ancora in fiamme. L'essere mi restituisce un'occhiata vuota quando mi soffermo un volta ancora a fissarlo: è sgraziato ora, fuori dall'acqua e con la testa recisa, ma ancora in un certo modo affascinante, tentatore e più alieno che sott'acqua; il gioco di luci delle torce, liquide e guizzanti sul corpo lucido, gli conferisce ancora un che di vivo. Rabbrividisco un'altra volta, conscia della fortuna sfacciata che mi ha assistito. Mi sollevo lentamente, insicura sulle gambe, e lo sguardo mi cade su Incubo. La mia piccolina è lì, a pochi passi, illuminata appena dalle torce sullo sfondo. Lacrime di gioia spuntano agli angoli degli occhi arrossati, il petto pieno di un fiotto d'amore per quel catorcio testardo e fedele, spiaggiato indifferentemente e con aria svagata, quasi fosse normale atterrare così. Registro appena la presenza delle casupole in fondo al sentiero mentre mi avvicino alla barca, incurante che qualcuno possa venir fuori e vedermi lì, nuda come mamma mi ha fatto, e invece accarezzo e faccio le moine ad Incubo, controllando che stia bene come me. I miei abiti sembrano ancora lì, e così pure la fiasca. Bevo in abbondanza, anche se l'acqua brucia più dell'aria nella gola e nei polmoni. Solo dopo che ho svuotato la fiasca e mi sono riposata un poco mi decido a dare un'occhiata in più in giro. Mi rivesto e spazzolo via la sabbia dai capelli e dalla pelle, poi mi sciacquo il viso e le braccia, rinfrescando la pelle bollente e ridandomi vigore. Cerco i sandali, nascosti chissà dove nella barca, finché non rinuncio: al buio è un impresa trovarli, e così pure valutare oggettivamente i danni di Incubo. Mi avvicino alla prima torcia del sentiero, guardando in direzione delle capanne: casette di pescatori, mi sembrano ad un occhiata superficiale. Prendo la torcia e ispeziono rapidamente la barca, recuperando altresì i sandali. Con un senso di vergogna e ribrezzo, mi avvicino ancora all'essere mutilato, a verificare che sia morto. Solo dopo essermi persa in contemplazione di quel corpo sinuoso e alieno per dei lunghi minuti, accetto il fatto che non può più farmi del male. Assicuro Incubo con un bel traversino, così che la marea non me la possa portar via, e mi avvio lungo il sentiero alla volta del villaggio. -
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aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Auguri Bello -
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aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Io sono un grande appassionato di vela d'altura, l'ho studiata a scuola prima, a Greenwich dopo. Come riferimento è simpatico: le navi di Colombo, a livello velico, hanno viaggiato a circa 4,5 nodi, una velocità di tutto rispetto non lontana dal massimo consentito alla vela pre-rivoluzione industriale. Il massimo comunque ottenuto a vela senza ausilio di motori non è poi così lontano (la media era circa il doppio, cioè 8 nodi), con punte attorno a 12-14 nodi (21-25 km/h per intenderci). Questo per navi di dimensioni utili a navigare in qualunque mare, e non esclusivamente da "corsa" (quindi mercantili e militari, con queste ultime in grado di stabilire le velocità migliori; dopo la rivoluzione industriale e l'avvento dell'acciaio per scafi e alberature, i mercantili presero il sopravvento, più che altro perché le imbarcazioni militari passarono velocemente al vapore ). Alla velocità della Eurus (17-23 nodi, cioè 32-43 km/h) subentrano problemi di armo velico: è impossibile navigare a quelle velocità con armo a vele quadre, bisogna per forza scegliere armo aurico perché la velocità "di prua", cioè la pressione dell'aria all'avanzamento, fa ruotare la direzione del vento reale verso prua appunto, riducendo l'angolo d'entrata del vento sulla vela e quindi rendendo le vele quadre inefficienti. -
Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Le gambe si fanno rigide, le braccia pesanti. Una sensazione di caldo diametralmente opposta al freddo dell'abisso mi avvolge, una luminosità in aumento, inspiegabile con le mie bracciante sempre più stanche, un colore caldo, di sole, completamente opposto dalla luce fredda, bluastra, aliena della creatura tentacolare. Mi affanno, ma sento perdere la presa con la realtà. Non capisco cosa succede. Mi aggrappo alle ultime forze, cercando disperatamente l'aria, e ottengo solo acqua. Mi brucia in gola come fuoco ma quasi non me ne accorgo. Il poco di realtà a cui sono legata scivola via. -
Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Sguscio via per miracolo alla presa, e senza pensare anche solo un momento alla vendetta, mi lancio disperata in avanti, in cerca di luce e aria. Muovo freneticamente le gambe, le braccia due macchie confuse che aprono la strada, in mente solo l'obbiettivo di risalire. Senza la luce della donna pesce il mare sembra scuro e vuoto, ma i miei occhi fissano in alto, cercando di percepire il cambio di luminosità che contraddistingue la superficie; non spreco nemmeno un secondo a controllare indietro se l'essere mi segue ancora; non spreco nemmeno un briciolo di energia mentale a darmi della stupida, tutto il mio essere è nelle bracciate e nel trattenere il fiato un attimo in più. Prego di trovare al più presto la corda, il barilotto potrebbe salvarmi la vita: una volta stappato, potrei recuperare ossigeno e affrontare la salita con una guida sicura. Una volta a bordo, recuperarlo sarà faticoso, ma non impossibile, anche se certamente più pesante; il rischio di perdere gli attrezzi, tutti o in parte, trascurabile: l'unica cosa da non perdere ora è la vita. -
Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Panico. Stiamo andando giù, troppo in fretta, troppo sotto. Sono una stupida. Solo un marinaio d'acqua dolce si lascia abbindolare così, e quello sono, altrimenti non avrei fatto una cosa tanto stupida. Mentre lacrime roventi si perdono in un mare di altre lacrime, sempre più ghiacciate, la paura si fa più piccola nella mente e monta la rabbia: un cocente desiderio di rivedere ancora i miei, di non lasciarli così presto, infonde vigore e volontà alle mie membra. Tento di forzare la presa, sfruttando quel poco che posso la mia agilità per sfuggire al tentacolo, per difendermi, per non lasciarmi morire inerme come un cucciolo di foca, ma lottando come un'otaria anche se la lotta non può condurre alla vittoria. -
Capitolo Zero: Incubo
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Guardo stupefatta la visione luminosa, mentre il terrore e la meraviglia mi assalgono in egual misura. So di non avere molto tempo a disposizione per decidere cosa fare, quindi pondero affrettatamente le mie possibilità: aspettare potrebbe essere peggio. Raccolgo il coraggio e fisso la corda con intensità per un momento fugace, riponendo in lei la mia speranza di riguadagnare la superficie in tempo. Mi volto e mi spingo sotto, verso la figura luminosa in candide vesti. Una sola bracciata e sono li ad un palmo dalla figura, combattuta sul toccarla oppure no. Il terrore mi assale, irrazionale e immenso: il terrore di non fare a tempo a risalire; l'attrazione per l'abisso, oscuro ed enorme; la figura fluttuante a portata di mano, luminosa e così...così... reale. Non so come comunicare, non so nemmeno se comunicare, non so cosa sto facendo. Mi limito ad ascoltare quella voce angelica e impossibile, resistendo all'idea di allungare la mano e toccare quell'essere, una tentazione enorme mentre riecheggiano nella mia mente leggende di sirene tentatrici che col loro canto hanno portato alla rovina i marinai. -
pbf Capo Ventura - Topic di Servizio
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
@Bellerofonte Aggiornerò la scheda appena posso, così da renderla più pratica e scorrevole. Adesso scappo a lavoro -
Capitolo Zero: Incubo
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La rabbia mia assale, quasi sopraffacendo la mia capacità di giudizio. Come di riflesso, svento la vela, perdendo immediatamente abbrivio, viro e mi metto in panne col vento in prua. Prendo un pò d'acqua e mi sciacquo la faccia, mentre la tristezza sostituisce la rabbia. Una minuscola parte del cervello registra l'evento come rarità: è arduo farmi adirare, ma una volta surriscaldata, è anche peggio farmi sbollire; altro dato degno di nota, sono davvero stanca se un tramonto e un pò di nostalgia bastano a mettermi ko. Sospiro, prendendo un'altra bracciata d'acqua e lasciandola scorrere dal volto al collo, bagnandomi le spalle e il petto, cercando di risvegliarmi. Mi guardo attorno, giudicando la posizione non troppo sbagliata: mi chino a dare un bacio alla falchetta di Incubo, aggiungendo un roco Brava piccolina mentre rifletto sulla buona stella che ha fatto di questa bagnarola un'essere sgraziato e lento, ma resistente tanto al mare quanto alla voglia di cambiar rotta. Prendo la fiasca, ripensando alla sete che avevo così felicemente placato durante il sonno e che ora torna prepotente a farsi sentire, mentre calcolo quanto ancora manca. Dopo un paio di sorsi la fronte si distende e così pure la rigidità delle spalle. Solo un paio d'ore in più. Forse è il caso che ci mettiamo in panne e aspettiamo l'alba, tesoruccio. Chino lo sguardo sul profilo della vela. Sono troppo stanca, e lo sei anche tu. Ma se ci facciamo un'altro viaggetto come quest'ultimo, rischiamo di non arrivare altro che sul fondo. Rabbrividisco appena mentre una folata di vento di terra porta una zaffata dell'odore di roccia e vegetazione fino a me. Mi aggrappo automaticamente ad un paterazzo per evitare che il rollio mi mandi gambe all'aria, pensando ai preparativi per la notte, quando la luce pulsante sotto di me si impone finalmente ai miei occhi. La guardo con un misto di timore ed eccitazione, un qualcosa tanto inatteso quanto bello e affascinante. Rimango imbambolata a fissarla attraverso i flutti, combattuta tra la tentazione e la paura. Tanto non arrivo comunque prima di notte fonda esclamo scrollando le spalle. Giudico la profondità con occhio critico, consapevole di essere una nuotatrice capace ma poco resistente, quindi raccolgo una bracciata di corde e le annodo insieme. Dopo averne stretto due assieme ed aver fissato alla galloccia un'estremità, mi do da fare a cercare qualcosa da usare come peso. Mi spazientisco un poco notando che la luce si affievolisce pian piano, ed urlo un Vuoi collaborare per favore rivolgendomi ad Incubo con tono di rimprovero, fino a che lo sguardo non si posa sul secchio degli attrezzi. Sono di ferro urlo giubilante. Mentre li ficco rapidamente in un barilotto vuoto e lo chiudo battendoci contro i pugni, continuo con tono più pacato Lo so che non è la mossa più furba del repertorio, grazie tanto. Adesso stai tranquilla e fai la guardia. Torno in un momento....Spero Mi slaccio il busto con movimenti frenetici e levo il top, buttandoli sul fondo della barca, la gonna li segue un attimo dopo. Fisso ancora la luce sul fondo stringendo il barile, cercando dentro di me il coraggio per tuffarmi. Guardo un'ultima volta attorno, il vasto mare infinito, interrotto solo dalla costa a nord. Lascio cadere il barile, facendo scorrere un paio di braccia di cavo prima di tuffarmi e farmi tirare giù. -
Capitolo Zero: Incubo
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Guardo il cielo pensierosa, la mente che vaga senza riuscire a fissarsi su nulla. Un'altro tramonto, un'altra notte, un'altro giorno; avanti e sempre avanti, cocciuta e testarda peggio di un mulo. L'eccitazione è sfumata oramai, persa tra sudore, acqua di mare, fame, sete e stanchezza. Che stupido azzardo, mettersi in mare con una scialuppa vecchia e decrepita, da sola e senza nulla più di una speranza, un sogno. Sospiro, uno sbuffo stanco e piuttosto pacato portato via dalla brezza di terra. Arriccio appena il naso quando percepisco l'odore di vegetazione e roccia calda insinuarsi sotto le onnipresenti note di mare. Guardo verso terra, l'affascinante profilo delle colline dietro la spiaggia, quella terra immobile e immutabile così diversa da Solyst. Un crampo di nostalgia mi assale e istintivamente quanto stupidamente mi volto a ovest, guardando la scia di Incubo allungarsi fino a quell'orizzonte lontano che nasconde la mia casa. Rimugino sulla casetta scalcinata, l'eremo di famiglia aggrappato a viva forza alla roccia, ma così vicino al mare da non dover fare 20 passi per arrivarci; e mentre ci penso, mi arrampico sulle sartie fino alle crocette, per avere una visuale migliore. Solo quando ci arrivo asciugo con rabbia una lacrima, con un veemente gesto del braccio e un secco Ma ti pare? La voce esce bassa e roca di bocca: sono settimane che non ho nessun interlocutore, a parte qualche raro pescatore con cui mi sono intrattenuta brevemente solo per scambiare cibo e posizione. Ancora seccata con me stessa, rivolgo l'attenzione alla prua, puntata a una quarta a nord di est, cercando di discernere le forme di un abitato sulla costa, sperando con tutto il cuore che sia questo il giorno in cui finalmente toccherò terra: nonostante abbia passato più tempo in mare, agogno sinceramente a fermarmi finalmente, avere un pasto caldo e un bagno dove lavare via il sale dalla pelle. Indugio ancora a lungo sull'albero, fin quando le speranze si fondono con le certezze di luci, luci lontane che bucano l'oscurità che arriva da est. Il cuore comincia a bussare forte e lo stomaco a contrarsi, l'eccitazione dei primi giorni torna a gran voce a farsi sentire, in coro con le speranze, le aspettative e il timore della vita che l'aspetta in quella città da favola di cui ho tanto sentito parlare. Scivolo giù da un paterazzo, bevo un sorso e con fare deciso libero la scotta dalla galloccia, cazzandola mentre porto il vento al traverso e la prua un pò più a nord, verso il faro. Tengo a bada la tensione mangiando freneticamente un boccone dietro l'altro di pesce sotto sale, innaffiandolo di tanto in tanto con l'acqua, sapendo benissimo che non devo più razionarla: la città che man mano va crescendo nel buio incombente è la più grande che ho visto, e le numerose luci che me la indicano semplici da seguire. Non mi prendo nemmeno la briga di terzarolare la vela, sono smaniosa di arrivare. Perdo tempo unicamente per accendere i fanali, concessione alla sicurezza strappata con difficoltà all'ardente fiamma dell'eccitazione che mi abbaglia. Un sorriso orgoglioso mi illumina il viso quando finalmente viro per entrare nel porto scarsamente trafficato, visto il tardo orario. Ringrazio il nervosismo che mi tiene sveglia mentre porto Incubo verso un gruppo di pescherecci ormeggiati ad un piccolo molo, l'unico che ho notato ancora trafficato a quest'ora: forse uno di loro che ha tardato, obbligando i portuali a rinunciare ad un paio di pinte per scaricare. Spero che qualcuno sia ancora sveglio sussurro piano, le labbra meno screpolate e la voce più fluida, ora che mi sono idratata a dovere, rivolgendo il pensiero agli ufficiali del porto e pregando in cuor mio che le mie parole siano profetiche. L'idea di dormire anche stanotte in barca mi sembra intollerabile tutto ad un tratto. Accarezzo piano il legno della fiancata, mentre con tono di scusa aggiungo piano Ti voglio bene, lo sai, sei la mia piccolina, ma per una notte puoi anche dormir sola. Sei cresciuta adesso. Sei una signorina, non una mocciosa. Sei grande e forte. Ti prometto che domani sarò qui a darti il buongiorno. Ripenso fugacemente alla quantità stupidamente elevata di problemi, avarie e sfortune che hanno costellato la traversata sul mio piccolo guscio di noce, e alla fortuna che mi ha accompagnata sana e salva fino a qui. Senza, non so proprio come avrei potuto tenere unito quell'ammasso di legno, pece, tela e corde che mi ha fatto attraversare l'intero continente da una parte all'altra. Calo la vela, lasciando che l'abbrivio mi porti verso la banchina, e nel frattempo preparo le cime per l'ormeggio: un paio di portuali mi hanno finalmente notato e tra grida e gesti mi stanno guidando a terra. Di nuovo, la stanchezza scivola via mentre l'eccitazione cresce, il sorriso si allarga mentre lo stomaco si stringe. -
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aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Grazie bro. Ho modificato la scheda ripetutamente, per adattarla con l'idea del personaggio (a scapito delle meccaniche di gioco). Quando modifico salvo sempre più copie dei lavori, ma facendolo alle 3 del mattino, dopo il lavoro, va sempre a finire che qualcosa me la perdo strada facendo. Appena ho tempo scarico la nuova scheda che hai fatto e la preparo nuovamente in bella copia. Adesso scappo, se no faccio ritardo al lavoro. Mi farò vivo dopo mezzanotte. -
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aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
https://drive.google.com/file/d/1_CYYz0XY2hGziPNaTlkLLez9BzWs5fbW/view?usp=sharing Update della scheda eseguito. -
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aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
ok, faccio update della scheda e te la rimando, se riesco già domattina. ne approfitto per fare anche una domanda: essendo Elle una ragazza, ha bisogno di un oggetto particolare, e cioè un piccolo set da toeletta (qualche trucco, una spazzola, ecc...), qualcosa di compatto, formato viaggio, e non troppo ricercato. Mi puoi buttar giù un'idea di prezzo e peso, così lo aggiungo all'equipaggiamento scalandolo dalle monete che ho? Grazie mille. -
pbf Capo Ventura - Topic di Servizio
aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
https://drive.google.com/file/d/1aQ8MO9SeW1Ff9neCX0I04i6QddUKiDh6/view?usp=sharing Se ho fatto le cose in maniera giusta, questo è il link al mio PG. Stavo anche pensando di rinunciare all'aumento di caratteristica (+1dex e sag) per un secondo talento (Mente Acuta) non molto sinergico ma buono tematicamente per un navigatore. -
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aykman ha risposto alla discussione di Bellerofonte in Cronache di Capo Ventura in Advenit Ventum Orientis
Non intendevo piratata, semplicemente manuali in formato digitale open source o a pagamento, non volumi cartacei: se entra un altro libro in casa mia, la mia ragazza mi manda a vivere sotto un ponte... Cheers buddy, appreciate