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Godric il Paladino

Circolo degli Antichi
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Inserzioni blog inviato da Godric il Paladino

  1. Godric il Paladino
    E' stato approvato il disegno di legge secondo il quale non sarà più possibile per le minorenni sottoporsi a un intervento di mastoplastica additiva. Inoltre verrà istituito un registro dove attraverso un codice si potrà rintracciare la protesi e sapere in quale istituto si è svolto l'intervento.
    Il disegno di legge avrebbe lo scopo prevenire danni alla salute, in quanto la mastoplastica additiva sarebbe un intervento rischioso e delicato, e soprattutto si vuole impedire un approccio superficiale da parte delle minorenni, giudicate ancora non in grado di decidere se sottoporsi a un intervento del genere.
    Per le minorenni l'intervento non sarà possibile nemmeno qualora ci fosse il consenso dei genitori.

    Il disegno nasce dopo l'incredibile boom di interventi registrato in questi ultimi anni, dei quali il 5% riguarda pazienti minorenni.
    A quanto pare le giovanissime italiane non chiedono più ai genitori il motorino ma un seno nuovo, e quindi, colto da un incredibile slancio di protezione, il governo decide di tagliare la testa al toro impedendo alle minorenni per legge di ritoccarsi.

    Questa proposta, a mio parere assurda, è solamente figlia del moralismo e del bacchettonismo tipico della società italiana.

    Con la scusa del "proteggiamo i nostri figli da..." ogni nuova tendenza diventa un mostro, a partire da facebook, o comunque internet, passando per la televisione, adesso anche la bellezza è diventata una minaccia alla sana crescita morale delle italiche figlie.

    Ma oramai il mondo va verso un certo messaggio che mette in primo piano l'apparire e il riscontro visivo, possiamo chiederci se questo è giusto o no, e forse è qui che la morale dovrebbe intervenire, se vuole impedire il fenomeno, e non in maniera invasiva e coercitiva come con il disegno di legge.

    Che siano posti freni alle decisioni che un uomo possa prendere per il proprio corpo lo trovo una inaccettabile intrusione della sfera privata.
    Perchè una ragazza di 16-17 anni, insicura di se stessa, che non si piace, che è infelice, non può, in accordo con i suoi genitori, provare a ritrovare felicità e fiducia in se stessa?
    Ma anche se fosse solo una questione estetica, una voglia di cambiare fine a se stessa, anche per moda, perchè non dovrei poterlo fare?
    Cosa gli importa al governo?

    Certo forse a 16 anni è troppo presto, (anche se in America si ritiene che a 16 anni si è già abbastanza responsabili per guidare) però se ci sono dei genitori che sono favorevoli, non ha senso vietare l'intervento.

    La motivazione sui rischi sanitari non sta in piedi, perchè se è un intervento rischioso allora è rischioso per tutte le età, non solo per le minorenni.

    Non ci sono assolutamente le basi per questo disegno di legge, è solo l'ennesima gravissima intrusione del governo nella sfera privata dei cittadini figlia di una moralità ipocrita usata solo quando fa più comodo.
    I talk show dove si parla di chirurgia estetica sono dei monumenti all'ipocrisia: si mettono in guardia le ragazze, decidendo per loro, dicendo che la vera bellezza è al naturale, di non lasciarsi ingannare dal mondo delle favole.
    Detto poi da conduttrici con palesi ritocchi lascia anche il tempo che trova.

    La bellezza, soprattutto quando si tratta di se stessi, è la cosa più soggettiva del mondo e penso sia sacrosanto avere la libertà di decisione per il mio corpo e di renderlo bello secondo il mio canone di bellezza.
    Se a 15-16-17 anni mi si ritiene troppo giovane e superficiale per decidere una cosa del genere ci sono sempre i miei genitori, quindi non vedo perchè il governo debba metterci il naso.
    Per i tatuaggi fino ai 18 ci deve essere il consenso familiare e il tatuaggio è per sempre, invece la mastoplastica, che è retroattiva, è vietata nonostante l'eventuale consenso, solo a me sembra un controsenso?

    Se anche le tette sono oggetto di intrusione e regolamentazione, bisogna fermarsi un attimo a pensare.
    Perchè di questo passo tra qualche anno, cosa saremo realmente liberi di fare?

    Bisognerà sempre chiedere a mamma e papà governo?

    N.B. sono stato "sul pezzo" perchè la notizia della messa in vigore del disegno è fresca, e in più non ho avuto molto tempo per scrivere perchè la palestra chiama, quindi scusate i vari orrori.
  2. Godric il Paladino
    Venerdì sera in Via Padova a Milano un giovane egiziano di 19 anni viene accoltellato da un membro di una gang di giovani latini dopo una lite per futili motivi. Scoppia la rivolta: gli egiziani, amici e connazionali della vittima scendono in strada e devastano il devastabile nel quartiere, minuti di follia, di paura e violenza.
    Non è la prima sommossa che si vede a Milano, qualche anno fa furono i cinesi di via Paolo Sarpi a rivoltarsi, anche qui il caos scoppiò per un futile motivo: una contravvenzione da parte di un vigile a un commerciante cinese.

    Milano oggi non pare molto diversa dalla New York di metà 800 del celebre film di Martin Scorsese, dove gang rivali si affrontano per il controllo della città e lo Stato sembra assente.
    Succede quasi esattamente la stessa cosa tutti i giorni e ovviamente ci deve scappare il morto perchè la cosa abbia risalto.
    Ma a Milano è routine che bande di Latinos si fronteggino per il controllo di un quartiere, è routine che i cinesi, quasi alla luce del sole, aprano attività illegali, è routine lo spaccio in stazione centrale da parte dei nordafricani, gli stupri ecc ecc e finchè ognuno se ne sta buono nella sua zona "poco male", ma se succede che qualcuno fa il passo sbagliato nella zona sbagliata ci scappa la violenza di strada il morto e la rivolta.
    Milano è una città multietnica, ci sono 200000 extracomunitari regolari e 40000 clandestini: numeri pesanti. Il vice sindaco De Corato dice che "sono troppi" ed è difficile tenerli a bada.
    Si potrebbe capire, il problema è che non si è mai visto un tentativo da parte del Comune e prima ancora dello Stato, di combattere queste problematiche.
    Io stesso sono stato nella Chinatown, non si vede passare una volante nemmeno di passaggio, sono stato in viale Certosa, dove in pieno giorno, con i miei occhi ho visto clienti di trans brasiliani in fila davanti a portoni di palazzi trasformati in case chiuse abusive.
    Ci dicono che hanno mandato l'esercito: io questo esercito, a parte il soldato di guardia all'entrata laterale del Duomo, non l'ho mai visto.
    Non parliamo girare Milano di notte.

    Questa rivolta, l'ennesima e sicuramente non l'ultima, è il simbolo della debolezza del nostro intero sistema politico in materia di integrazione e di sicurezza: quando si arriva a perdere il controllo della città o di alcune parti di essa, bisogna seriamente porsi delle domande e sedersi a un tavolo per trovare delle soluzioni.
    La ghettizzazione degli stranieri in un quartiere ha creato come una sorta di territori dove ci si governa da soli e l'ordine pubblico ha difficoltà a farsi rispettare.
    Non voglio pensare a uno Stato di Polizia, perchè penso che la violenza genera violenza, di certo un rafforzamento delle forze di Polizia, controlli più severi e mirati nelle zone malfamate, e la presenza dell'esercito in pattuglie, anche già la sola presenza forse avrebbe già un effetto deterrente a chi agisce per delinquere contro ogni autorità.
    L'altro effetto collaterale è che gli italiani residenti cadano, in preda alla disperazione, in atti xenofobi e razzisti, anche contro chi onestamente e nel pieno rispetto delle regole, cerca portare a casa uno stipendio per vivere degnamente con la propria famiglia.
    Le gangs of Milano vanno combattute però anche con l'aiuto degli stranieri onesti, perchè coprire i connazionali delinquenti quasi li pone sullo stesso piano, se davvero gli stranieri vogliono essere tutelati dalla criminalità facciano il loro dovere di cittadini.
    Ma prima di tutto questo, dei controlli, dei provvedimenti, della Polizia, della collaborazione, bisogna agire a livello governativo, rivedere tutte le procedure di integrazione, a partire dall'accoglienza fino alla stabilizzazione dello straniero, quindi controlli capillari, burocrazia chiara nel rilascio dei documenti e espulsioni dei delinquenti facendo in modo che non ritornino ovviamente.
    A me piace che Milano sia multietnica, oramai ogni città moderna ha una grossa parte della popolazione fatta da cittadini stranieri, secondo me questo non è un problema ma una risorsa e io trovo che sia una opportunità culturale eccezionale il contatto con esponenti di altre realtà, l'incontro e il confronto tra diversi stili di vita, e sono per il dare a ogni straniero onesto una onesta chance per cambiare vita, come altri paesi hanno dato una onesta chance a noi italiani.

    Il Ministro Maroni dice che non c'è il pericolo che Milano rischi una situazione stile banlieu parigine. Per adesso ancora no però l'inerzia volge proprio in quella situazione e come al solito le cose si fanno perchè hai gli occhi puntati addosso, anche se ho paura che appena la cosa non farà più notizia cambierà poco o niente.

    Le gangs of Milano per ora continuano a combattere per i Five Points.
  3. Godric il Paladino
    Venerdì sera in Via Padova a Milano un giovane egiziano di 19 anni viene accoltellato da un membro di una gang di giovani latini dopo una lite per futili motivi. Scoppia la rivolta: gli egiziani, amici e connazionali della vittima scendono in strada e devastano il devastabile nel quartiere, minuti di follia, di paura e violenza.
    Non è la prima sommossa che si vede a Milano, qualche anno fa furono i cinesi di via Paolo Sarpi a rivoltarsi, anche qui il caos scoppiò per un futile motivo: una contravvenzione da parte di un vigile a un commerciante cinese.

    Milano oggi non pare molto diversa dalla New York di metà 800 del celebre film di Martin Scorsese, dove gang rivali si affrontano per il controllo della città e lo Stato sembra assente.
    Succede quasi esattamente la stessa cosa tutti i giorni e ovviamente ci deve scappare il morto perchè la cosa abbia risalto.
    Ma a Milano è routine che bande di Latinos si fronteggino per il controllo di un quartiere, è routine che i cinesi, quasi alla luce del sole, aprano attività illegali, è routine lo spaccio in stazione centrale da parte dei nordafricani, gli stupri ecc ecc e finchè ognuno se ne sta buono nella sua zona "poco male", ma se succede che qualcuno fa il passo sbagliato nella zona sbagliata ci scappa la violenza di strada il morto e la rivolta.
    Milano è una città multietnica, ci sono 200000 extracomunitari regolari e 40000 clandestini: numeri pesanti. Il vice sindaco De Corato dice che "sono troppi" ed è difficile tenerli a bada.
    Si potrebbe capire, il problema è che non si è mai visto un tentativo da parte del Comune e prima ancora dello Stato, di combattere queste problematiche.
    Io stesso sono stato nella Chinatown, non si vede passare una volante nemmeno di passaggio, sono stato in viale Certosa, dove in pieno giorno, con i miei occhi ho visto clienti di trans brasiliani in fila davanti a portoni di palazzi trasformati in case chiuse abusive.
    Ci dicono che hanno mandato l'esercito: io questo esercito, a parte il soldato di guardia all'entrata laterale del Duomo, non l'ho mai visto.
    Non parliamo girare Milano di notte.

    Questa rivolta, l'ennesima e sicuramente non l'ultima, è il simbolo della debolezza del nostro intero sistema politico in materia di integrazione e di sicurezza: quando si arriva a perdere il controllo della città o di alcune parti di essa, bisogna seriamente porsi delle domande e sedersi a un tavolo per trovare delle soluzioni.
    La ghettizzazione degli stranieri in un quartiere ha creato come una sorta di territori dove ci si governa da soli e l'ordine pubblico ha difficoltà a farsi rispettare.
    Non voglio pensare a uno Stato di Polizia, perchè penso che la violenza genera violenza, di certo un rafforzamento delle forze di Polizia, controlli più severi e mirati nelle zone malfamate, e la presenza dell'esercito in pattuglie, anche già la sola presenza forse avrebbe già un effetto deterrente a chi agisce per delinquere contro ogni autorità.
    L'altro effetto collaterale è che gli italiani residenti cadano, in preda alla disperazione, in atti xenofobi e razzisti, anche contro chi onestamente e nel pieno rispetto delle regole, cerca portare a casa uno stipendio per vivere degnamente con la propria famiglia.
    Le gangs of Milano vanno combattute però anche con l'aiuto degli stranieri onesti, perchè coprire i connazionali delinquenti quasi li pone sullo stesso piano, se davvero gli stranieri vogliono essere tutelati dalla criminalità facciano il loro dovere di cittadini.
    Ma prima di tutto questo, dei controlli, dei provvedimenti, della Polizia, della collaborazione, bisogna agire a livello governativo, rivedere tutte le procedure di integrazione, a partire dall'accoglienza fino alla stabilizzazione dello straniero, quindi controlli capillari, burocrazia chiara nel rilascio dei documenti e espulsioni dei delinquenti facendo in modo che non ritornino ovviamente.
    A me piace che Milano sia multietnica, oramai ogni città moderna ha una grossa parte della popolazione fatta da cittadini stranieri, secondo me questo non è un problema ma una risorsa e io trovo che sia una opportunità culturale eccezionale il contatto con esponenti di altre realtà, l'incontro e il confronto tra diversi stili di vita, e sono per il dare a ogni straniero onesto una onesta chance per cambiare vita, come altri paesi hanno dato una onesta chance a noi italiani.

    Il Ministro Maroni dice che non c'è il pericolo che Milano rischi una situazione stile banlieu parigine. Per adesso ancora no però l'inerzia volge proprio in quella situazione e come al solito le cose si fanno perchè hai gli occhi puntati addosso, anche se ho paura che appena la cosa non farà più notizia cambierà poco o niente.

    Le gangs of Milano per ora continuano a combattere per i Five Points.
  4. Godric il Paladino
    A 18 anni fuori di casa. Semplice no?
    Per il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, la cosa si può fare, anzi: deve essere fatta.
    Basta con questi ragazzi che a 20, 25, 30 anni sono ancora sotto il caldo, sicuro e sopratutto comodo abbraccio materno, basta con questa poca intraprendenza, con questa paura di mettersi al mondo, di questa poca voglia di farcela da soli.
    Italiani sveglia! E' ora di uscire di casa e fare muovere l'economia.

    Come darLe torto Signor Ministro? Vedere questi giovani italiani, nel fiore degli anni, stipati nelle loro camerette è avvilente.

    Come non comprendere la sua frustazione?

    Bisogna chiedersi: perchè i giovani italiani non escono di casa anche fino a 30-35 anni?Cosa li tiene fermi?
    Ho provato a rispondere, e le ragioni sono molteplici. Ad esempio: che noia prepararsi da mangiare da soli, lavare i piatti, lavare e stirare abiti, chi glielo fa fare? A casa c'è la mamma che lo fa, tutto tempo guadagnato!
    Secondo me questo è il motivo principale, non c'è la voglia di occuparsi delle faccende domestiche, uno scoglio veramente importante da superare.

    Poi ci sarebbero altri motivi ma non credo siano così gravi come quello già esposto, motivi secondari, del tipo che i prezzi delle case sono troppo alti, i mutui sono insostenibili, gli affitti sono alle stelle e sono preda della più becera speculazione, la difficoltà nel trovare un lavoro stabile che possa garantire la nascita di una famiglia...però non posso pensare che siano questi i veri problemi.
    Del resto uno studente universitario fuori sede, ad esempio, deve lavorare per pagare l'affitto e nel contempo laurearsi, quindi in media ci mette 6-7 anni se non di più. Se si conta che a Milano una stanza arriva a costare 600 euro al mese, che poi è lo stipendio di un precario, uno studente dovrà allungare non poco la carriera scolastica. Può essere una valida motivazione per cui uno poi si affida ai genitori visto che non ce la fa? Assolutamente no. Non ha voglia. E' questa la verità.

    Va bene, lasciamo perdere il sarcasmo, e cerchiamo di essere seri.

    Signor Ministro le chiedo: ma davvero crede in quello che ha detto?
    Immaginiamo un ragazzo di 18 anni che, come dice Lei, deve uscire di casa.
    Perfetto: cosa ci vuole per uscire di casa? Una casa innanzitutto e un lavoro per pagarla e per pagare il necessario per vivere.
    Come può un ragazzo fresco di diploma essere in grado di costruirsi una vita da solo? E non parlo di maturità, di competenze ecc ma di possibilità economiche, questo Stato non permette assolutamente una cosa del genere è già difficile a 25-26 anni.

    Io ho 25 anni e sono un bamboccione, crede che sono io a volerlo? Sono fidanzato da 6 anni con una ragazza e vogliamo una nostra vita, ma io mi sto laureando in Storia e dovrò continuare a studiare perchè, mi scusi il francesismo, con una Triennale ti sputano in faccia, figurarsi in Storia. Quindi saranno 2 anni di specialistica. Poi se Dio vuole che riesca anche in quello, dovrò trovare lavoro o nell'insegnamento o nell'editoria, se non voglio buttare 6 anni di studi, ma sappiamo come funzionano le cose: gli insegnanti non solo non vengono assunti ma vengono tagliati, vittime del precariato e il giornalismo è un mondo chiuso e selettivo. Ci metterò almeno altri 5 anni da adesso per arrivare a uno stipendio fisso.
    Quindi si suppone che a 30 anni io esca di casa, e forse mi è anche andata bene.

    Sono io bamboccione di mio o forse lo sono diventato?

    Non crede invece che sia da reputare al Governo l'alto numero di bamboccioni nel Paese? Non tutti certo, ma la maggioranza?
    Non crede che sia troppo comodo scaricare su di noi la colpa del nostro immobilismo?
    Non si è mai chiesto che magari è la debolezza economica di questo Paese la causa del fatto che i giovani non se la sentano di rischiare?

    Con tutto il rispetto Signor Ministro, ha una bella faccia tosta a proporre queste cose, e magari il 18 le è scappato d'impulso, ma anche con 20, 22, 26, 27 le cose sarebbero uguali sostanzialmente.

    Sono sicuro che Lei sia abbastanza intelligente da capire che per tantissimi giovani, bamboccioni si diventa, o meglio si è costretti a esserlo.

    Forse è il caso di farsi un piccolo esamino di coscienza e vedere si è fatto tutto il possibile per evitare che tanti giovani cerchino ancora il latte materno.
  5. Godric il Paladino
    "Buoooooooooooooooooongiorno Italia!!!Sono le 09:00 in punto, io sono il vostro (mi devo scegliere ancora il nome d'arte) ed eccoci pronti per le notizie del giorno.

    Fabrizio Corona è stato condannato a 3 anni e 8 mesi di carcere, lui commenta:"mi vergogno di essere italiano" bè è già un passo avanti, prima non sapeva che cosa fosse la vergogna. Facciamo progressi.

    Berlusconi contro tutti dopo le violente reazioni al suo discorso al Ppe e dice "Ce l'hanno tutti con me, me ne hanno dette di tutti i colori dal Presidente della Camera, al Presidente della Repubblica, al capogruppo del Pd alla Camera". Strano davvero, di solito questi organi sono sempre d'accordo con lui...

    Sgarbi viene condannato a pagare 30000 euro a Travaglio per averlo insultato. Gli altri si mettano in fila con il numero. Grazie.

    La pillola u486 viene messa in commercio. Il Medioevo si rammarica e commenta:"Increscioso! Questo Paese non ha memoria storica, dove andremo a finire?".

    Manifestazioni da tutto il Mondo per il No B Day: onde viola da Francia, Germania, Ighilterra e perfino in Australia. La questura minimizza: "solo 90000".

    Notizia Flash: Balotelli si sfoga su Sportweek "Lasciatemi in pace". Le curve avversarie rispondono:"e ma poi allo stadio cosa ci andiamo a fare?"

    Morgan dei Bluvertigo non pensa di tornare a fare il giudice di X-Factor:"mi mette in una posizione troppo aristocratica, io non sono un oratore" dice il cantante che aggiunge:"perchè se vogliamo fare un discorso tecnico, la qualità dei cantanti in Italia ha un potenziale eccezionale, ma manca forse un pò di passione, di dinamismo, di eccentricità. Prendiamo un diamante grezzo, ha un valore enorme, ma è brutto da vedersi, allora il nostro compito è di trasformare questo diamante, e dargli quella purezza che lo rende degno di tale nome. Quello che voglio dai ragazzi è un'esplosione di sentimento, la tecnica è importantissima ma sola non basta se non c'è cuore..."

    Gossip: continuano a spuntare amanti su amanti del numero uno al mondo nel golf Tiger Woods. Oltre a diverse ragazze occasionali, si parla anche di prostitute. La moglie intanto lo costringe a una scelta: "o me o il golf". Tiger medita il ritiro: lo sport gli toglie troppo tempo alla vita sentimentale... L'imbarazzo è che non si capisce a quale delle 2 vite toglie tempo.

    Per oggi tutto arrivederci a domani dal vostro (nome work in progress)

    SOLITO N.B.

    Non so se considerarlo un articolo, ma guardando stamattina su Sky "Gooooooooooood Morning Vietnam". L'energia di Robin Williams (Cronauer nel film) mi ha pervaso ed è nato questo pezzo scritto abbastanza di impulso, ma la comicità (a prescindere se faccia ridere o no, questo spetta a voi deciderlo) non è una cosa che si costruisce ma viene da dentro. Certo in questo caso la componente vocale è importantissima e venendo a mancare l'effetto comico è molto ridimensionato.

    Se creatività, idee, comicità (nel caso l'avessi) e altre cose permettendo, si può pensare alla rubrica "secondo me" come un programma stile radiofonico con sfondo comico-satirico sull'attualità. Se non funziona si torna ai soliti articoli.

    E ora vai con la gogna!!!
  6. Godric il Paladino
    Chissà se era questa l'Italia che Mazzini sognava.

    Chissà se era questa l'Italia che per la quale lui e altri patrioti hanno combattuto, sofferto, dando la loro vita perchè fosse unita e libera.

    La domanda che mi pongo spesso, alla luce di quello che accade oggi, cosa penserebbe Mazzini (o gli altri padri della Patria) del suo Paese oggi? Sarebbe contento? Oppure no?

    Proviamo a immaginare allora che per volere divino o di chi volete voi, ho uno speciale permesso per l'aldilà, una specie di percorso dantesco, che mi porti al cospetto di uno dei padri della Patria, per una speciale intervista.

    Cado in un sonno profondo e mi risveglio in un luogo a me sconosciuto. Una voce mi dice che il mio desiderio verrà esaudito e avrò l'alto onore di andare lassù e intervistare Giuseppe Mazzini.
    Quindi ascendo verso l'alto, e arrivo al luogo dell'incontro. Sono molto nervoso e intimorito.

    La location è tranquilla, forse un pò troppo monotematica, troppo bianca e troppo azzurra, ma ha il pregio di rilassare e dare un senso di assoluta pace, io aspetto in piedi, un pò un pò a disagio, e molto emozionato. Ecco Mazzini che arriva, una figura ordinata e distinta, sguardo fermo, rassicurante.
    Accenna un sorriso mi porge la mano, una stretta decisa, anche troppo. Mi fa accomodare su una nuvoletta che assomiglia a una poltrona, molto comoda.

    Sono timido, ma cerco di non farlo trasparire, esordisco:

    IO:"Signor Mazzini, che piacere incontrarla, non so proprio come ringraziarla per l'incredibile occasione che mi sta offrendo. Per me è più che un onore. Davvero gentilissimo."

    GM:"Non mi ringrazi, anche per me questo è un momento molto interessante e particolare, un confronto con un italiano del 2009 non potevo certo rifiutarlo."

    IO:"La prego mi dia del tu, mi sentirei più a mio agio"

    GM:"Come vuoi."

    IO:"Entriamo subito nel merito del nostro incontro, come lei saprà, sono qui per intervistarla, per chiederle cosa ne pensa dell'Italia di oggi. Lei è informato su quello che succede oggi in Italia?"

    GM:"Si mi ritengo informato e aggiornato, diciamo che ho molto tempo libero per farlo." (sorride n.d.r.)

    IO:"Forse questa domanda dovevo tenerla per ultima, ma voglio iniziare subito forte, quindi, basandosi su ciò che vede e che sente ogni giorno le chiedo: questa l'Italia, L'Italia di oggi, le piace?"

    GM:"Veramente molto poco ci sono molti aspetti decisamente orribili e inquietanti, assolutamente inconcepibili con la visione di Italia che avevo e che ho. Al momento non sono assolutamente soddisfatto, non posso dire che sia questa l'Italia che volevo."

    IO:"Allora prima di analizzare gli elementi negativi, cosa salva dell'Italia di oggi?"

    GM:"A parte la gastronomia, i monumenti e le belle donne?"(sorride ancora n.d.r)

    IO:"A parte quello" (sorrido anche io n.d.r.)

    GM:"Guarda, da salvare io credo che ci sia veramente poco, forse nulla, diciamo che salvo gli italiani che ogni mattina si alzano dal proprio letto e vanno al lavoro mandando avanti il loro paese, anche se quest'ultimo non gli riconosce questi sforzi, o peggio gli rende più difficile la vita, ma si alzano lo stesso, ogni giorno, con grande dignità, perchè hanno un grande senso del dovere e amor di Patria. Sono loro, dall'operatore ecologico all'operaio, dallo stagista al dirigente, che mandano avanti l'Italia nel 2009. E' veramente ammirevole la forza con cui tanta gente riesce a dare tanto, nonostante legga sul giornale o guardi in televisione cose deplorevoli che succedono nel loro paese. Arrivano veramente dei macigni giganteschi sulle spalle, ma loro vanno avanti."

    IO:"Bè un quadro povero di cose positive. Tanto cuore certamente ma in un contesto veramente drammatico. Da che cosa dipende tale contesto?"

    GM:"Sul banco degli imputati prima di tutti ci va la politica, la classe politica. Ma in generale da tutti quegli italiani individualisti, opportunisti e delinquenti. Mi duole molto dirlo ma l'Italia è un paese ricco di storia e di cultura, dovremmo essere più in alto di quello che siamo, e invece la politica è in mano a una elitè di privilegiati, che perdono tempo a aumentare i loro benefit e allargare le loro prerogative, mettendo davanti i loro interessi a quelli dei loro concittadini. Senza distinzioni tra Destra e Sinistra. E come se non bastasse, si contano molti politici che hanno problemi con la giustizia nel Parlamento. Come può essere che dei delinquenti facciano leggi? Tutto ciò è permesso da una giustizia lenta e imbavagliata, asfissiata dalla burocrazia e attaccata dai politici senza scrupoli che vogliono sottrarsi a essa. E la gente non sa o fa finta di non sapere: giornali e televisioni omertosi e servilisti, perchè di proprietà della politica anch'essi, non fanno abbastanza per dire al popolo cosa non va o lo fanno male. Continuano a dire che va tutto bene, oppure lanciano lo scandalo per poi affossarlo nell'oblio. Quelli che ci provano a dire qualcosa vengono azzittiti. Insomma non c'è una politica pulita e onesta, non c'è una informazione libera, non c'è etica, non c'è una giustizia efficace...Come si fa a essere positivi?E potrei andare avanti.

    IO:"Lei credeva molto nella democrazia, base imprescindibile per un paese forte e unito, con il popolo vero protagonista. Vede nell'Italia di oggi questa democrazia, vede il popolo protagonista?

    GM:"Assolutamente no, ma la mia visione di democrazia è inattubile nell'Italia di oggi. La mia democrazia vedeva il popolo vero legislatore, una compartecipazione di tutte le classi sociali al governo della nazione. Cosa che oggi non si può fare, tra il popolo e la legge ci sono i partiti. C'è questo filtro che blocca l'energia popolare. Io penso che se proprio ci devono essere, devono fare molto meglio di quanto stiano facendo ora, ho proprio l'impressione che tengano veramente poco in considerazione il popolo, tendono a essere un organismo a se stante, una oligarchia celata. Decidono loro, impongono spesso le loro decisioni senza interpellare a volte i loro stessi elettori. Voglio dire: se un partito vuole discutere une legge prima bisogna vedere se questa legge va d'accordo con gli interessi degli elettori, sembra banale, ma a volte lo si da per scontato, oppure se un partito avversario propone una legge, prima di decidere se opporsi o appoggiarla bisogna sapere cosa ne pensa l'elettorato. Ho proprio paura che il popolo sia messi ai margini e usato solo quando si tratta di votare, poi una volta eletti i partiti fanno come credono, e grazie a propaganda demagogica, attraverso un imponente bombardamento mediatico, li si convince che va tutto bene, che stanno lavorando per loro, quando spesso non è così. C'è bisogno di più dialogo tra popolo e partito, se quest'ultimo vuole essere davvero il rappresentante del cittadino italiano deve ascoltarlo, perchè è il cittadino il datore di lavoro del politico.
    Il popolo italiano non è protagonista, è sostanzialmente un organo sotto il controllo dei partiti, che attraverso i media fanno una sorta di lavaggio del cervello.
    Per non parlare poi di certi partiti secessionisti, xenofobi, che governano l'Italia con sentimenti anti-italiani, si commentano da soli...

    IO:"E' solo la politica quindi? O nel seno dell'Italia si celano altri cancri, altre malattie?

    GM:"Hai presente un virus? Il virus entra nell'ospite e si riproduce intaccando tutte le altre cellule. Immaginiamo che la politica sia il virus e l'Italia è l'ospite, una volta intaccato la malattia si diffonde, se la politica è malata di conseguenza tutto il resto si ammala. I privilegi, il nepotismo, lo sfuggire alla giustizia, l'attaccamento alla poltrona che c'è in politica si trasmette negli altri settori, quindi abbiamo dirigenti messi ai posti di comando grazie a qualche telefonata, che magari sono totalmente incompententi, alcuni posti importanti passano di padre in figlio infischiandosene di graduatorie e concorsi...e questo modo di fare invece che essere combatutto è preso da esempio. Una cosa che mi fa molto arrabbiare che l'italiano è visto come un profittatore, come un individualista, che rispetta alla lettera il detto "l'occasione fa l'uomo ladro". Se c'è la possibilità di accedere, anche in maniera illegale, al potere, anche un uomo onesto cade nella trappola, e si fa traviare da questo circolo vizioso. Perchè poi, tu fai un favore a me e io lo faccio a te, se vuoi essere qualcuno, difficilmente è perchè lo meriti, ma è perchè conosci qualcuno che conosce qualcuno, e questo chiude la porta a tanta brava gente che con fatica, passione e dedizione cerca di arrivare a un traguardo che non vedrà mai.
    E ci sono altri mali, il divario Nord-Sud, che c'è da quando ancora ero in vita, la mafia che spadroneggia e che ha o ha avuto, a quanto sta uscendo adesso, contatti con lo Stato stesso, ma siamo sempre li, se hai un problema che parte dall'alto, gli altri sono solo conseguenze. Se non si cura il male primario si rimarrà sempre malati.

    IO:"Capisco. E allora che cosa si può fare?Come si possono risolvere questi problemi?

    GM:"Anche qui userò una metafora medica. Siamo alla stregua di un tumore talmente radicato e profondo dall'essere inoperabile. Servirebbe un cataclisma, una rivoluzione culturale, un cambiamento nel modo di pensare e di fare. Bisognerebbe che al potere salisse gente veramente onesta, gente con voglia di fare, entusiaste, pure e altruiste, che ascoltasse davvero i problemi della gente, e eliminare, radere proprio al suolo tutto ciò che dà accesso ai privilegi e alla brama di potere. Ci sono persone così in Italia e sono tante, ma vengono affossate da chi ha il controllo, per mettere gente di fiducia. E' veramente inconcepibile quello che succede in Italia. Quello che si può fare è portare pazienza e aspettare che si risvegli negli italiani quel senso di voglia di libertà, quella voglia di vera democrazia che ha alimentato me e gli italiani della mia generazione. Una Italia pulita, fatta di gente onesta. Io voglio credere che prima o poi qualcuno farà qualcosa, perchè questo sistema porterà davvero il paese sull'orlo del collasso, e a quel punto sarà troppo tardi.

    IO:"Lei è stato sicuramente uno dei primi grandi europeisti, sognava una confederazione europea guidata da liberi popoli in armonia, tanto che fondò la Giovine Europa per perseguire questo progetto. Oggi l'Europa è unita nella UE e di fatto una collaborazione c'è e più o meno il suo progetto si è realizzato. Parlando appunto di Italia e Europa Le chiedo: Come giudica il rapporto tra Italia e Europa?Come vede il nostro paese nell'Unione Europea?

    GM:"Il mio giudizio è anche qui purtroppo non è buono.
    A livello economico siamo insufficienti, sono state anche aperte delle inchieste UE sul nostro altissimo debito pubblico, abbiamo una economia lenta, fatta anche di sprechi e di orrori a livello gestionale, peccato perchè le nostre maestranze sono riconosciute, ci sono marchi italiani riconosciuti in tutto il mondo ma ancora una volta la nostra politica malata non ci permette di arrivare dove potremmo, di esprimere tutto il nostro potenziale.
    Sul piano politico l'Italia non è assolutamente credibile. Come potrebbe esserlo? In Italia succedono cose che in altri paesi nemmeno si immaginano: se in Germania, in Inghilterra, un premier subisce un processo, è il primo a dimettersi, e se non lo fa è caldamente invitato da stampa, elettori, opinione pubblica. Se un politico usa patrimonio pubblico per usi personali nel Regno Unito, la stampa lo demolisce e il giorno dopo è fuori. Un giornalista italiano che osa scrivere su un politico, deve farei i conti con querele, garanti della privacy, multe... Non son ancora compiute alcune libertà fondamentali, la gente non sa! Se al tavolo europeo ti presenti con questo curriculum è chiaro che non puoi avere un ruolo primario, al quale potremmo tranquillamente ambire se ci fosse più trasparenza.

    IO:"Sicuramente chi può cambiare il futuro sono i giovani, c'è qualcosa che vuole dire alla nuova Giovine Italia? Un appello che vuole fare ai ragazzi che si stanno formando?"

    GM:"La situazione della gioventù italiana è difficile, ci sono tanti bravi ragazzi che con enormi sacrifici studiano, lavorano, molto spesso studiano E lavorano e non riescono a trovare la giusta ricompensa per tanta fatica, per tutto quello che ho detto prima. A loro voglio dire questo: ragazzi italiani, sapete voi per primi che l'Italia siete e sarete voi, chissà quante volte ve lo hanno già detto e chissà quante volte avete scosso la testa demoralizzati. Ma non smettete di credere e non smettete di lottare. E' vero, lo so, vi si sta dando in mano una Italia malata, una Italia debole, una Italia anche divisa tra correnti filosofiche e politiche, ma lo era anche prima che fosse unita, e appena dopo l'Unità, ma allora gli italiani non si arresero e piano piano hanno costruito una nazione importante, che è arrivata a molti traguardi, ma oggi quell'entusiasmo si è perso. Si è perso perchè il bene di pochi è tornato più importante del bene del popolo. Ritrovate l'entusiamo e con esso la voglia di cambiare questa situazione, costruite una mentalità di unione e fratellanza, senza distizione tra ricchi e poveri o altri criteri di suddivisione. Ogni italiano deve dare il massimo per cambiare questa mentalità individualista. Senza un patria libera nessun popolo può realizzarsi, oggi l'Italia è libera come nazione indipendente ma seppur nel 2009, non ci sono altre libertà fondamentali e questa mancanza impedisce la piena realizzazione e la piena maturazione del nostro popolo.
    So che è già dura sopravvivere per la maggior parte di voi, addirittura in molti lasciano il paese per cercare fortuna, perchè qui sono sorpassati da privilegiati o non hanno abbastanza aiuto per andare avanti, ma se ritrovate l'entusiasmo e abbattete tutto il marcio che sta uccidendo le nostre istituzioni, le cose miglioreranno. Non succederà domani, non succederà tra un anno, non succederà tra 5 anni, ma se rimarrete passivi, e rimarrete a guardare pensando solo al vostro tornaconto, l'Italia sprofonderà nel baratro.

    IO:"Un appello importante, speriamo venga accolto. L'ultima domanda che le faccio è personale, me la faccio da tempo e spero di potermi permettere. Volevo chiederle: lei ha dato tutta la sua vita, ha rischiato, ha sofferto, è stato esiliato, ha combattuto per la sua patria. Guardando l'Italia di oggi, lo rifarebbe? ne è valsa la pena? Quali sono i suoi sentimenti?

    GM:"Io ho sempre ritenuto essenziale la libertà dei popoli e la democrazia, e come sai non ho solo contribuito alla lotta per l'indipendenza italiana ma anche per quella di altri popoli europei oppressi. Quando arrivi a questo risultato non c'è spazio per ripensamenti. Non ho rimpianti, non ho rimorsi, rifarei tutto quello che ho fatto e si, ne è valsa la pena. Vedere l'Italia finalmente unita sotto una unica bandiera è stata ed è la più grande soddisfazione della mia vita, sono sereno, perchè ho fatto la mia parte con coscienza pulita e in maniera coerente. Peccato non aver fatto in tempo a vederla Repubblicana in vita, ma mi accontento: meglio tardi che mai.
    Oggi mi fa certo male vederla ridotta così, non era questa la mia Italia certamente.
    Sarebbe facile arrabbiarsi e ritenersi offesi, ma non sono ne offeso e ne arrabbiato, sono un pò deluso certamente.
    Deluso perchè con quello che siamo e con quello che abbiamo potremmo arrivare molto più alto, come ho già detto in precedenza, deluso dagli italiani che non hanno amor di patria e sono accecati dall'egoismo, e ancora peggio da quelli che addirittura insultano l'inno e la bandiera, dichiarandosi fieri delle loro origini regionali, insultando e sentendosi superiore di chi abita a 200 km più a Sud, ma hanno lo stesso sangue e la stessa storia.
    Non mi arrabbio perchè amo tutti loro in quanto miei fratelli, anche se hanno gravi difetti, ma in fondo, a volte molto in fondo, gli italiani hanno davvero un grande cuore. E su questo faccio molto affidamento per il futuro.

    IO:"Bene, l'intervista è conclusa. Grazie davvero Signor Mazzini, spero che le sue parole vengano accolte e condivise. Grazie per oggi e per ieri."

    GM:"Grazie a te per questa chiacchierata. Sii felice e pieno di entusiasmo."

    NOTA PER I LETTORI/CORRETTORI.

    Si lo so, mi sa che a sto giro l'ho fatta di fuori.

    Innanzitutto voglio dire che sono conscio dell'arroganza che ho dimostrato. Oltre a Dante non conosco altri scrittori che sono andati artisticamente nell'aldilà a dialogare con illustri defunti. Sicuramente altri lo hanno fatto, meglio così risulterò forse meno arrogante.
    A mia discolpa posso dire che ho cercato di non essere prevedibile e scontato, ho cercato qualcosa di insolito e ho pensato a questo, non ho deliri di onnipotenza, ho voluto farlo per mettermi alla prova, senza malizia.
    L'obiettivo era proprio cercare di scrivere quello che Mazzini avrebbe risposto, non c'è il MIO pensiero nell'intervista, io non riesco a raccogliere l'appello di positività e entusiasmo, e poi io e Mazzini, filosoficamente, abbiamo altre divergenze. Ho cercato, informandomi sul suo pensiero e basandomi su quello che so di capire come mi avrebbe risposto cercando di scrivere l'attualità in maniera insolita, cioè una intervista a un illustre defunto che guarda l'Italia di oggi avendo vissuto quella di ieri. Attualità che si sa già non è tanto una questione di scrivere qualcosa di nuovo dal nulla ma di non scrivere il "solito articolo".


    Mi scuso per la lunghezza.

    Speriamo che le vostre coronarie reggano.

    Evitiamo perbenismo e bacchettonismo del tipo "come ti permetti tu, ignobile scribacchino, di scomodare e infangare la memoria di un grande personaggio bla bla bla, non hai rispetto, bla bla bla" Non terrò in considerazione tali espressioni. So quello che ho fatto, non mi devo giustificare e non credo di aver scritto oscenità tali per simili espressioni.

    L'unico a cui chiedo scusa è Mazzini stesso, se per caso non avessi scritto cose affini al suo pensiero, vuoi perchè non l'ho interpretato bene, vuoi perchè non ricordo qualcosa ecc ecc ecc. Poi mi scuso per eventuali errori che lui sicuramente non avrebbe commesso e sopratutto mi scuso per averlo preso in causa nei miei deliri giornalistici.

    Ci ho messo 2 giorni, ho riletto più volte, ho un pò di mal di testa, non li vedo ma sicuramente ci sono altri errori, ma ve lo do in pasto bello crudo. Buon divertimento.
  7. Godric il Paladino
    Chissà se era questa l'Italia che Mazzini sognava.

    Chissà se era questa l'Italia che per la quale lui e altri patrioti hanno combattuto, sofferto, dando la loro vita perchè fosse unita e libera.

    La domanda che mi pongo spesso, alla luce di quello che accade oggi, cosa penserebbe Mazzini (o gli altri padri della Patria) del suo Paese oggi? Sarebbe contento? Oppure no?

    Proviamo a immaginare allora che per volere divino o di chi volete voi, ho uno speciale permesso per l'aldilà, una specie di percorso dantesco, che mi porti al cospetto di uno dei padri della Patria, per una speciale intervista.

    Cado in un sonno profondo e mi risveglio in un luogo a me sconosciuto. Una voce mi dice che il mio desiderio verrà esaudito e avrò l'alto onore di andare lassù e intervistare Giuseppe Mazzini.
    Quindi ascendo verso l'alto, e arrivo al luogo dell'incontro. Sono molto nervoso e intimorito.

    La location è tranquilla, forse un pò troppo monotematica, troppo bianca e troppo azzurra, ma ha il pregio di rilassare e dare un senso di assoluta pace, io aspetto in piedi, un pò un pò a disagio, e molto emozionato. Ecco Mazzini che arriva, una figura ordinata e distinta, sguardo fermo, rassicurante.
    Accenna un sorriso mi porge la mano, una stretta decisa, anche troppo. Mi fa accomodare su una nuvoletta che assomiglia a una poltrona, molto comoda.

    Sono timido, ma cerco di non farlo trasparire, esordisco:

    IO:"Signor Mazzini, che piacere incontrarla, non so proprio come ringraziarla per l'incredibile occasione che mi sta offrendo. Per me è più che un onore. Davvero gentilissimo."

    GM:"Non mi ringrazi, anche per me questo è un momento molto interessante e particolare, un confronto con un italiano del 2009 non potevo certo rifiutarlo."

    IO:"La prego mi dia del tu, mi sentirei più a mio agio"

    GM:"Come vuoi."

    IO:"Entriamo subito nel merito del nostro incontro, come lei saprà, sono qui per intervistarla, per chiederle cosa ne pensa dell'Italia di oggi. Lei è informato su quello che succede oggi in Italia?"

    GM:"Si mi ritengo informato e aggiornato, diciamo che ho molto tempo libero per farlo." (sorride n.d.r.)

    IO:"Forse questa domanda dovevo tenerla per ultima, ma voglio iniziare subito forte, quindi, basandosi su ciò che vede e che sente ogni giorno le chiedo: questa l'Italia, L'Italia di oggi, le piace?"

    GM:"Veramente molto poco ci sono molti aspetti decisamente orribili e inquietanti, assolutamente inconcepibili con la visione di Italia che avevo e che ho. Al momento non sono assolutamente soddisfatto, non posso dire che sia questa l'Italia che volevo."

    IO:"Allora prima di analizzare gli elementi negativi, cosa salva dell'Italia di oggi?"

    GM:"A parte la gastronomia, i monumenti e le belle donne?"(sorride ancora n.d.r)

    IO:"A parte quello" (sorrido anche io n.d.r.)

    GM:"Guarda, da salvare io credo che ci sia veramente poco, forse nulla, diciamo che salvo gli italiani che ogni mattina si alzano dal proprio letto e vanno al lavoro mandando avanti il loro paese, anche se quest'ultimo non gli riconosce questi sforzi, o peggio gli rende più difficile la vita, ma si alzano lo stesso, ogni giorno, con grande dignità, perchè hanno un grande senso del dovere e amor di Patria. Sono loro, dall'operatore ecologico all'operaio, dallo stagista al dirigente, che mandano avanti l'Italia nel 2009. E' veramente ammirevole la forza con cui tanta gente riesce a dare tanto, nonostante legga sul giornale o guardi in televisione cose deplorevoli che succedono nel loro paese. Arrivano veramente dei macigni giganteschi sulle spalle, ma loro vanno avanti."

    IO:"Bè un quadro povero di cose positive. Tanto cuore certamente ma in un contesto veramente drammatico. Da che cosa dipende tale contesto?"

    GM:"Sul banco degli imputati prima di tutti ci va la politica, la classe politica. Ma in generale da tutti quegli italiani individualisti, opportunisti e delinquenti. Mi duole molto dirlo ma l'Italia è un paese ricco di storia e di cultura, dovremmo essere più in alto di quello che siamo, e invece la politica è in mano a una elitè di privilegiati, che perdono tempo a aumentare i loro benefit e allargare le loro prerogative, mettendo davanti i loro interessi a quelli dei loro concittadini. Senza distinzioni tra Destra e Sinistra. E come se non bastasse, si contano molti politici che hanno problemi con la giustizia nel Parlamento. Come può essere che dei delinquenti facciano leggi? Tutto ciò è permesso da una giustizia lenta e imbavagliata, asfissiata dalla burocrazia e attaccata dai politici senza scrupoli che vogliono sottrarsi a essa. E la gente non sa o fa finta di non sapere: giornali e televisioni omertosi e servilisti, perchè di proprietà della politica anch'essi, non fanno abbastanza per dire al popolo cosa non va o lo fanno male. Continuano a dire che va tutto bene, oppure lanciano lo scandalo per poi affossarlo nell'oblio. Quelli che ci provano a dire qualcosa vengono azzittiti. Insomma non c'è una politica pulita e onesta, non c'è una informazione libera, non c'è etica, non c'è una giustizia efficace...Come si fa a essere positivi?E potrei andare avanti.

    IO:"Lei credeva molto nella democrazia, base imprescindibile per un paese forte e unito, con il popolo vero protagonista. Vede nell'Italia di oggi questa democrazia, vede il popolo protagonista?

    GM:"Assolutamente no, ma la mia visione di democrazia è inattubile nell'Italia di oggi. La mia democrazia vedeva il popolo vero legislatore, una compartecipazione di tutte le classi sociali al gioverno della aazione. Cosa che oggi non si può fare, tra il popolo e la legge ci sono i partiti. C'è questo filtro che blocca l'energia popolare. Io penso che se proprio ci devono essere, devono fare molto meglio di quanto stiano facendo ora, ho proprio l'impressione che tengano veramente poco in considerazione il popolo, tendono a essere un organismo a se stante, una oligarchia celata. Decidono loro, impongono spesso le loro decisioni senza interpellare a volte i loro stessi elettori. Voglio dire: se un partito vuole discutere une legge prima bisogna vedere se questa legge va d'accordo con gli interessi degli elettori, sembra banale, ma a volte lo si da per scontato, oppure se un partito avversario propone una legge, prima di decidere se opporsi o appoggiarla bisogna sapere cosa ne pensa l'elettorato. Ho proprio paura che il popolo sia messi ai margini e usato solo quando si tratta di votare, poi una volta eletti i partiti fanno come credono, e grazie a propaganda demagogica, attraverso un imponente bombardamento mediatico, li si convince che va tutto bene, che stanno lavorando per loro, quando spesso non è così. C'è bisogno di più dialogo tra popolo e partito, se quest'ultimo vuole essere davvero il rappresentante del cittadino italiano deve ascoltarlo, perchè è il cittadino il datore di lavoro del politico.
    Il popolo italiano non è protagonista, è sostanzialmente un organo sotto il controllo dei partiti, che attraverso i media fanno una sorta di lavaggio del cervello.
    Per non parlare poi di certi partiti secessionisti, xenofobi, che governano l'Italia con sentimenti anti-italiani, si commentano da soli...

    IO:"E' solo la politica quindi? O nel seno dell'Italia si celano altri cancri, altre malattie?

    GM:"Hai presente un virus? Il virus entra nell'ospite e si riproduce intaccando tutte le altre cellule. Immaginiamo che la politica sia il virus e l'Italia è l'ospite, una volta intaccato la malattia si diffonde, se la politica è malata di conseguenza tutto il resto si ammala. I privilegi, il nepotismo, lo sfuggire alla giustizia, l'attaccamento alla poltrona che c'è in politica si trasmette negli altri settori, quindi abbiamo dirigenti messi ai posti di comando grazie a qualche telefonata, che magari sono totalmente incompententi, alcuni posti importanti passano di padre in figlio infischiandosene di graduatorie e concorsi...e questo modo di fare invece che essere combatutto è preso da esempio. Una cosa che mi fa molto arrabbiare che l'italiano è visto come un profittatore, come un individualista, che rispetta alla lettera il detto "l'occasione fa l'uomo ladro". Se c'è la possibilità di accedere, anche in maniera illegale, al potere, anche un uomo onesto cade nella trappola, e si fa traviare da questo circolo vizioso. Perchè poi, tu fai un favore a me e io lo faccio a te, se vuoi essere qualcuno, difficilmente è perchè lo meriti, ma è perchè conosci qualcuno che conosce qualcuno, e questo chiude la porta a tanta brava gente che con fatica, passione e dedizione cerca di arrivare a un traguardo che non vedrà mai.
    E ci sono altri mali, il divario Nord-Sud, che c'è da quando ancora ero in vita, la mafia che spadroneggia e che ha o ha avuto, a quanto sta uscendo adesso, contatti con lo Stato stesso, ma siamo sempre li, se hai un problema che parte dall'alto, gli altri sono solo conseguenze. Se non si cura il male primario si rimarrà sempre malati.

    IO:"Capisco. E allora che cosa si può fare?Come si possono risolvere questi problemi?

    GM:"Anche qui userò una metafora medica. Siamo alla stregua di un tumore talmente radicato e profondo dall'essere inoperabile. Servirebbe un cataclisma, una rivoluzione culturale, un cambiamento nel modo di pensare e di fare. Bisognerebbe che al potere salisse gente veramente onesta, gente con voglia di fare, entusiaste, pure e altruiste, che ascoltasse davvero i problemi della gente, e eliminare, radere proprio al suolo tutto ciò che dà accesso ai privilegi e alla brama di potere. Ci sono persone così in Italia e sono tante, ma vengono affossate da chi ha il controllo, per mettere gente di fiducia. E' veramente inconcepibile quello che succede in Italia. Quello che si può fare è portare pazienza e aspettare che si risvegli negli italiani quel senso di voglia di libertà, quella voglia di vera democrazia che ha alimentato me e gli italiani della mia generazione. Una Italia pulita, fatta di gente onesta. Io voglio credere che prima o poi qualcuno farà qualcosa, perchè questo sistema porterà davvero il paese sull'orlo del collasso, e a quel punto sarà troppo tardi.

    IO:"Lei è stato sicuramente uno dei primi grandi europeisti, sognava una confederazione europea guidata da liberi popoli in armonia, tanto che fondò la Giovine Europa per perseguire questo progetto. Oggi l'Europa è unita nella UE e di fatto una collaborazione c'è e più o meno il suo progetto si è realizzato. Parlando appunto di Italia e Europa Le chiedo: Come giudica il rapporto tra Italia e Europa?Come vede il nostro paese nell'Unione Europea?

    GM:"Il mio giudizio è anche qui purtroppo non è buono.
    A livello economico siamo insufficienti, sono stati anche aperti delle inchieste UE sul nostro altissimo debito pubblico, abbiamo una economia lenta, fatta anche di sprechi e di orrori a livello gestionale, peccato perchè le nostre maestranze sono riconosciute, ci sono marchi italiani riconosciuti in tutto il mondo ma ancora una volta la nostra politica malata non ci permette di arrivare dove potremmo, di esprimere tutto il nostro potenziale.
    Sul piano politico l'Italia non è assolutamente credibile. Come potrebbe esserlo? In Italia succedono cose che in altri paesi nemmeno si immaginano: se in Germania, in Inghilterra, un premier subisce un processo, è il primo a dimettersi, e se non lo fa è caldamente invitato da stampa, elettori, opinione pubblica. Se un politico usa patrimonio pubblico per usi personali nel Regno Unito, la stampa lo demolisce e il giorno dopo è fuori. Un giornalista italiano che osa scrivere su un politico, deve farei i conti con querele, garanti della privacy, multe... Non son ancora compiute alcune libertà fondamentali, la gente non sa! Se al tavolo europeo ti presenti con questo curriculum è chiaro che non puoi avere un ruolo primario, al quale potremmo tranquillamente ambire se ci fosse più trasparenza.

    IO:"Sicuramente chi può cambiare il futuro sono i giovani, c'è qualcosa che vuole dire alla nuova Giovine Italia? Un appello che vuole fare ai ragazzi che si stanno formando?"

    GM:"La situazione della gioventù italiana è difficile, ci sono tanti bravi ragazzi che con enormi sacrifici studiano, lavorano, molto spesso studiano E lavorano e non riescono a trovare la giusta ricompensa per tanta fatica, per tutto quello che ho detto prima. A loro voglio dire questo: ragazzi italiani, sapete voi per primi che l'Italia siete e sarete voi, chissà quante volte ve lo hanno già detto e chissà quante volte avete scosso la testa demoralizzati. Ma non smettete di credere e non smettete di lottare. E' vero, lo so, vi si sta dando in mano una Italia malata, una Italia debole, una Italia anche divisa tra correnti filosofiche e politiche, ma lo era anche prima che fosse unita, e appena dopo l'Unità, ma allora gli italiani non si arresero e piano piano hanno costruito una nazione importante, che è arrivata a molti traguardi, ma oggi quell'entusiasmo si è perso. Si è perso perchè il bene di pochi è tornato più importante del bene del popolo. Ritrovate l'entusiamo e con esso la voglia di cambiare questa situazione, costruite una mentalità di unione e fratellanza, senza distizione tra ricchi e poveri o altri criteri di suddivisione. Ogni italiano deve dare il massimo per cambiare questa mentalità individualista. Senza un patria libera nessun popolo può realizzarsi, oggi l'Italia è libera come nazione indipendente ma seppur nel 2009, non ci sono altre libertà fondamentali e questa mancanza impedisce la piena realizzazione e la piena maturazione del nostro popolo.
    So che è già dura sopravvivere per la maggior parte di voi, addirittura in molti lasciano il paese per cercare fortuna, perchè qui sono sorpassati da privilegiati o non hanno abbastanza aiuto per andare avanti, ma se ritrovate l'entusiasmo e abbattete tutto il marcio che sta uccidendo le nostre istituzioni, le cose miglioreranno. Non succederà domani, non succederà tra un anno, non succederà tra 5 anni, ma se rimarrete passivi, e rimarrete a guardare pensando solo al vostro tornaconto, l'Italia sprofonderà nel baratro.

    IO:"Un appello importante, speriamo venga accolto. L'ultima domanda che le faccio è personale, me la faccio da tempo e spero di potermi permettere. Volevo chiederle: lei ha dato tutta la sua vita, ha rischiato, ha sofferto, è stato esiliato, ha combattuto per la sua patria. Guardando l'Italia di oggi, lo rifarebbe? ne è valsa la pena? Quali sono i suoi sentimenti?

    GM:"Io ho sempre ritenuto essenziale la libertà dei popoli e la democrazia, e come sai non ho solo contribuito alla lotta per l'indipendenza italiana ma anche per quella di altri popoli europei oppressi. Quando arrivi a questo risultato non c'è spazio per ripensamenti. Non ho rimpianti, non ho rimorsi, rifarei tutto quello che ho fatto e si, ne è valsa la pena. Vedere l'Italia finalmente unita sotto una unica bandiera è stata ed è la più grande soddisfazione della mia vita, sono sereno, perchè ho fatto la mia parte con coscienza pulita e in maniera coerente. Peccato non aver fatto in tempo a vederla Repubblicana in vita, ma mi accontento: meglio tardi che mai.
    Oggi mi fa certo male vederla ridotta così, non era questa la mia Italia certamente.
    Sarebbe facile arrabbiarsi e ritenersi offesi, ma non sono ne offeso e ne arrabbiato, sono un pò deluso certamente.
    Deluso perchè con quello che siamo e con quello che abbiamo potremmo arrivare molto più alto, come ho già detto in precedenza, deluso dagli italiani che non hanno amor di patria e sono accecati dall'egoismo, e ancora peggio da quelli che addirittura insultano l'inno e la bandiera, dichiarandosi fieri delle loro origini regionali, insultando e sentendosi superiore di chi abita a 200 km più a Sud, ma hanno lo stesso sangue e la stessa storia.
    Non mi arrabbio perchè amo tutti loro in quanto miei fratelli, anche se hanno gravi difetti, ma in fondo, a volte molto in fondo, gli italiani hanno davvero un grande cuore. E su questo faccio molto affidamento per il futuro.

    IO:"Bene, l'intervista è conclusa. Grazie davvero Signor Mazzini, spero che le sue parole vengano accolte e condivise. Grazie per oggi e per ieri."

    GM:"Grazie a te per questa chiacchierata. Sii felice e pieno di entusiasmo."

    NOTA PER I LETTORI/CORRETTORI.

    Si lo so, mi sa che a sto giro l'ho fatta di fuori.

    Innanzitutto voglio dire che sono conscio dell'arroganza che ho dimostrato. Oltre a Dante non conosco altri scrittori che sono andati artisticamente nell'aldilà a dialogare con illustri defunti. Sicuramente altri lo hanno fatto, meglio così risulterò forse meno arrogante.
    A mia discolpa posso dire che ho cercato di non essere prevedibile e scontato, ho cercato qualcosa di insolito e ho pensato a questo, non ho deliri di onnipotenza, ho voluto farlo per mettermi alla prova, senza malizia.
    L'obiettivo era proprio cercare di scrivere quello che Mazzini avrebbe risposto, non c'è il MIO pensiero nell'intervista, io non riesco a raccogliere l'appello di positività e entusiasmo, e poi io e Mazzini, filosoficamente, abbiamo altre divergenze. Ho cercato, informandomi sul suo pensiero e basandomi su quello che so di capire come mi avrebbe risposto cercando di scrivere l'attualità in maniera insolita, cioè una intervista a un illustre defunto che guarda l'Italia di oggi avendo vissuto quella di ieri. Attualità che si sa già non è tanto una questione di scrivere qualcosa di nuovo dal nulla ma di non scrivere il "solito articolo".


    Mi scuso per la lunghezza.

    Speriamo che le vostre coronarie reggano.

    Evitiamo perbenismo e bacchettonismo del tipo "come ti permetti tu, ignobile scribacchino, di scomodare e infangare la memoria di un grande personaggio bla bla bla, non hai rispetto, bla bla bla" Non terrò in considerazione tali espressioni. So quello che ho fatto, non mi devo giustificare e non credo di aver scritto oscenità tali per simili espressioni.

    L'unico a cui chiedo scusa è Mazzini stesso, se per caso non avessi scritto cose affini al suo pensiero, vuoi perchè non l'ho interpretato, vuoi perchè non ricordo qualcosa. Poi mi scuso per eventuali errori che lui sicuramente non avrebbe commesso e sopratutto mi scuso per averlo preso in causa nei miei deliri giornalistici.

    Ci ho messo 2 giorni, ho riletto più volte, ho un pò di mal di testa, non li vedo ma sicuramente ci sono altri errori, ma ve lo di in pasto bello crudo. Buon divertimento.
  8. Godric il Paladino
    Riproviamo.

    Quante cose si possono fare in 60 minuti?Beh molte. Si può giocare a calcetto con gli amici, giocare alla Play Station, pranzare, leggere, scrivere, imparare la cultura e la religione islamica...e tante altre cose.

    Lo spinoso problema dell'integrazione si risolve anche insegnando a scuola la religione islamica. O questa è l'idea che hanno le personalità al governo.

    Ma molteplici dubbi annidano la mente.

    La cultura islamica è oggettivamente una cultura affascinante, ricca di storia e di tradizione, non mancano i suoi lati negativi, ma questo dipende anche dai punti di vista.

    Gli stessi punti di vista offrono una dicotomia anche per quanto rigarda il popolo islamico, che sembrerebbe avere due volti: il volto storico, che descrive gli islamici come un popolo fiero, di grandi scienziati, filosofi, guerrieri, letterati e artisti, e il volto attuale, dove si risaltano di più i lati negativi, e quindi abbiamo degli integralisti, invasori, criminali, terroristi, intolleranti.
    La visione negativa che si ha verso un popolo, soprattutto quando tanti individui del suddetto arrivano nel nostro paese in cerca di fortuna, rende difficile quello che noi chiamiamo "processo di integrazione".
    Fare in modo che due popoli con usi, costumi, religione completamente diversi convivano non è facile, non lo è mai stato, nessuno vuole rinunciare al proprio retaggio culturale, e ovviamente nessuno vuole che l'uno prevalga sull'altro.
    Quello dell'integrazione è un problema storico. Parlando di Islam, la Storia ha dimostrato che in molti casi, quando i seguaci di Maometto sottomettevano le popolazioni cristiane, lasciavano amplissima libertà di culto e di studio e lasciavano quasi intatte le strutture amministrative, cosa che i Cristiani non erano molto avvezzi a fare, le Crociate ad esempio sono stati quasi 2 secoli di crudeltà.

    Il tempo passa e le cose cambiano, ma il problema rimane ed è un problema importante. Concentriamoci sull'Italia: l'emergenza è evidente, la nostra penisola geograficamente ben si presta ai "viaggi della speranza" e ogni anno tantissimi immigrati arrivano in cerca di migliorare le proprie condizioni sociali.
    Questo comporta tante problematiche (criminalità, abusivismo, nomadismo, posti di lavoro insufficienti...) che sommate fanno nascere malcontenti e quella sensazione di essere invasi.
    Il bombardamento mediatico su queste problematiche fa il resto, facendo nascere il sentimento di paura e ostilità, e si arriva, purtroppo, alla generalizzazione. Tutti gli islamici sono "cattivi".
    Risultato: anche i tantissimi islamici per bene da integrare hanno difficoltà a farlo, è inutile girarci intorno: c'è un sentimento anti-integrazione, anche se non vale, ovviamente, per tutti gli italiani.

    Per spazzare via questo sentimento e permettere una integrazione funzionale e completa, è stato fatto molto lavoro e sono state avanzate molte proposte, che vanno dalla creazione delle classi per soli stranieri, alla concessione del voto agli immigrati (e questo non vale solo per i musulmani) fino ad arrivare all'istituzione dell'ora di religione islamica a scuola.

    L'obiezione che si vuole fare a quest'ultima proposta è che non risolve affatto il problema, neanche lontanamente, e i motivi sono tanti.

    1)La prima obiezione è di tipo sensoriale, questa ora sa tanto di "conosci il nemico". Certo è di quelle estreme, ma in un delicato contesto di paura, dedicare un'ora scolastica a una religione comune a molti immigrati, come se fosse nata ieri, da adito a delle perplessità.

    2)E' riduttivo insegnarla solo agli studenti, anzi, paradossalmente sarebbe meglio insegnarla agli adulti, perchè manifestazioni di intolleranza verso stranieri integrati e per bene da parte di soggetti non più alle prese con gli studi, è frutto di ignoranza.

    3)E' discriminatorio e irrispettoso verso le altre religioni, visto che allora bisognerebbe istruire gli studenti con un'ora di Cristianesimo Ortodosso, Buddismo, Induismo, Scintoismo, Protenstantesimo e via discorrendo, visto che ci sono immigrati anche di quelle religioni.

    4)La materia è facoltativa e indirizzata a studenti sia islamici e cristiani ora:
    4a)Quanti cristiani la frequenteranno? Le statistiche dicono che molti studenti italiani disertano l'ora di religione classica, figuriamoci quella di religione islamica...
    4b)Quali docenti la insegneranno?se saranno docenti italiani c'è il rischio che un genitore islamico possa pensare che si stia indottrinando il figlio a una visione islamica deviata dallo Stato. Anche questa una visione abbastanza estrema, ma possibile.
    Se invece anche l'insegnate è islamico, bè ci sono già le scuole coraniche, a che serve?sarebbero soldi spesi quasi inutilmente.

    Sia chiaro che si ritiene importante e fondamentale l'apprendimento della cultura islamica, ma non è questo il modo, e non aiuta a risolvere il problema dell'integrazione.

    Se si vuole insegnare questo argomento magari si potrebbe farlo durante le lezioni di Storia, con delle ore integrative sull'Islam, quando con il programma si arriva a parlarne.

    Ma il punto più discusso è il target a cui si vuole fare apprendere tale argomento.

    Cosa sa un italiano medio dell'islam?

    Ha una preparazione sociologica, antropologica e storica o forse ha solo quello tramandato dai media e cioè che uccidono le donne adultere, che fanno mettere alle donne il burqa, che si fanno esplodere ecc? Oppure un ibrido tra le due?

    L'integrazione passa prima di tutto dalla conoscenza, e non una conoscenza del tipo "conosci il nemico" per sopraffarlo, ma conosci l'altro per capirlo, e possibilmente accettarlo.

    Se non si ha conoscenza si è preda della propaganda che pensa per la gente e la fa agire in maniera predeterminata.

    Non si vuole avere l'arroganza da dare una soluzione a un problema storico, però è facile (sulla carta) indicare il punto di partenza. Conoscere. Vale sia per gli islamici che per i cristiani.

    L'incontro tra due culture è sempre traumatico all'inizio, ma ci sono paesi dove questa unione ha fatto la forza.

    In un'ora si può veramente imparare tanto, basta usarla con criterio.

    Nota per i correttori: ho cercato una stesura più formale, senza parlare in prima persona, anche se lo preferisco. Ho cercato di aggiustare punteggiatura e forma e ho eliminato le espressioni tipo "secondo me" e di iniziare e concludere un discorso.

    Speriamo sia andata meglio.
  9. Godric il Paladino
    Quante cose si possono fare in 60 minuti?Bè direi molte. Si può giocare a calcetto con gli amici, o giocare alla Play Station, pranzare, leggere, scrivere, imparare la cultura e la religione islamica...e tante altre cose.

    La risoluzione allo spinoso problema dell'integrazione si risolve anche insegnando a scuola la religione islamica. O questa è l'idea che hanno ai piani alti.

    Molteplici dubbi annidano la mia mente.

    Premetto che a me affascina molto la cultura islamica. Ha i suoi lati che non mi piacciono ma è soggettivo.

    Un popolo storicamente fiero, grandi scienziati, filosofi, guerrieri, letterati e artisti

    Oggi più che altro invasori, criminali, terroristi, intolleranti.

    Fare in modo che due popoli con usi, costumi, religione completamente diversi convivano non è facile, non lo è mai stato, nessuno vuole rinunciare al proprio retaggio culturale.

    Quello dell'integrazione è un problema storico. Ma parlando di Islam, la Storia ha dimostrato che in molti casi quando i seguaci di Maometto sottomettevano le popolazioni cristiane più che altro iberiche lasciavano amplissima libertà di culto, anche libertà di studio e lascivano quasi intatte le strutture amministrative. Cosa che i Cristiani non erano molto avvezzi a fare, le Crociate ad esempio sono stati quasi 2 secoli di crudeltà.

    Le cose oggi sono diverse, non voglio dire che è il contrario, ma il tempo ha cambiato molte cose.

    Ma concentriamoci sull'Italia, il problema è evidente e ognuno propone soluzioni diverse.

    E' stata avanzata l'idea delle classi per soli stranieri, ad esempio, o se concedere o no il voto agli immigrati (e questo non vale solo per i musulmani) e per ultimo l'ora di religione islamica a scuola.

    Di fondo a tutto, diciamolo chiaramente, c'è la paura. E' la paura che smuove i cuori e causa manifestazioni negative. Si sentono attentati di musulmani kamikaze ai nostri soldati nelle zone di guerra, o quelli che si fanno esplodere qua, violenze e stupri compiuti da questi stranieri ecc.

    Ovvio che si ha paura ed è ovvio che si vuole sicurezza, e via con le ronde, con le leggi sul reato di clandestinità ecc.

    Questa ora di religione per me è abbastanza insulsa, non risolve affatto il problema, neanche lontanamente e i motivi sono tanti.

    1)La prima obiezione è di tipo sensoriale, a me questa ora sa tanto di "conosci il nemico". A pelle. Sbaglierò...

    2)Non è assolutamente agli studenti che bisogna insegnarla, o meglio NON SOLO ma anche agli adulti, perchè manifestazioni di intolleranza verso anche stranieri integrati e per bene è frutto di ignoranza.

    3)E' discriminatorio e irrispettoso verso le altre religioni, visto che allora bisognerebbe istruire i bambini con un'ora di Cristianesimo Ortodosso, Buddismo, Induismo, Scintoismo, Protenstantesimo e via discorrendo

    4)la materia è facoltativa e indirizzata a studenti sia islamici e cristiani ora:

    4a)diciamoci la verità:quanti cristiani la frequenteranno?La mia personale esperienza vuole molti studenti italiani disertano l'ora di religione classica...pensate l'ora di religione islamica...
    4b)Quali docenti la insegneranno?se docenti italiani c'è il rischio che un genitore islamico possa pensare che si stia indottrinando il figlio a una visione islamica deviata dallo Stato. Se invece anche l'insegnate è islamico, bè ci sono già le scuole coraniche, a che serve?sarebbero soldi spesi quasi inutilmente.

    Non sono contro all'apprendimento della cultura islamica, ma non è questo il modo, e non si risolve così l'integrazione. Io penso sia meglio tipo farlo durante le ora di Storia, dove appena si arrivare alla formazione dell'Islam fare una o più lezioni su esso. Mia ipotesi personale e ampliamente opinabile.

    Ma soprattutto il target è sbagliato, o come dicevo prima, MOLTO INCOMPLETO.
    Ok magari le generazioni future sapranno comportarsi a modo una volta appresa la cultura, ma l'apprendimento serve ora e a tutti.

    Proviamo a chiederci cosa sappiamo dell'Islam noi. Un italiano medio cosa sa dell'islam?

    Forse che uccidono le donne adultere, che fanno mettere alle donne il burqa, che si fanno esplodere, ie altri nsegnamenti della cronaca. Cose vere, ma l'Islam è una nazione immensa con migliaia di sfaccettature ed è inutile dire che ci sono musulmani e musulmani.

    L'integrazione passa prima di tutto dalla conoscenza, e non una conoscenza del tipo "conosci il nemico" per sopraffarlo, ma conosci l'altro per capirlo, e possibilmente accettarlo.

    Se non si ha conoscenza si è preda della propaganda che pensa per te e ti fa agire in maniera predeterminata.

    Non sono uno statista ne un politico, non sono così arrogante da dare una soluzione a un problema storico, però è facile (sulla carta) indicare il punto di partenza. Conoscere. Vale per noi e per loro, anche loro non ci conoscono.

    L'incontro tra due culture è sempre traumatico all'inizio, ma ci sono paesi dove questa unione ha fatto la forza.

    In un'ora si può veramente imparare tanto, basta usarla con criterio.
  10. Godric il Paladino
    Il 9 ottobre 2009 viene assegnato il Premio Nobel per la Pace al Presidente degli Stati Uniti Barack Hussein Obama. Una decisione presa all'unanimità dal comitato premiante, con la seguente motivazione:"«per il suo straordinario impegno per rafforzare la diplomazia internazionale e la collaborazione tra i popoli».

    Egli si dice onorato per il prestigioso riconoscimento, (quasi tutta) la stampa di tutto il mondo celebra il primo Presidente afroamericano, complimenti e plausi da tutti i leader del Pianeta.

    Ma non è tutta all'acqua di rose, sono in molti a non pensarla come il comitato che ha premiato il presidente, motivando lo scetticismo che nulla di concreto è stato fatto per far si che il premio fosse meritato.
    "Assurdo" attacca il Times da Londra, "Rischioso" per il Time di New York, "Prematuro" per il Financial Time, addirittura Michael Moore che pur complimentandosi con il Presidente, dichiara "ora se lo guadagni" e così via. Insomma la stampa USA è scettica e altre perplessità si innalzano dal giubilo.

    Uno scetticismo che quasi trova d'accordo lo stesso premiato il quale si dichiara sorpreso e non sicuro di meritarselo.

    Analizzando i fatti, quelli che servono, quelli che si possono verificare e che sono fondamentali per dare tale premio, si evince che c'è buon potenziale, primi timidi passi in una strada che porti gli USA e il mondo a dei miglioramenti, prove di dialogo, accordi sul nucleare, risanamento dell'economia sono stati fatti però...mi sento di accodarmi a Obama e alla sua "sorpresa".

    Ma non mi sento nemmeno di attaccare come ha fatto un pò tutta la stampa Stars and Stripes.

    Può avere certamente ragione però a mio modo di vedere criticare apertamente non fa bene.
    Il Presidente ha un bel peso sulle spalle, questo premio gli è stato dato sulla fiducia, per cose che deve ancora portare a casa, non credo sia producente un atteggiamento scettico.

    Spronare all'azione come Moore mi trova più d'accordo, c'è lavoro da fare, le aspettative sono tante, ma ricordiamo che Obama è in carica da meno di un anno.

    Mi piace questo premio perchè si basa sulla fiducia.

    Gira un pò tutto intorno a questo, la fiducia.

    Penso che anche l'Accademia di Oslo sia conscia della prematurità del premio, ma penso che sia certa che i risultati arriveranno.

    Viviamo in una società dominata dal gretto materialismo, scetticismo e egoismo, dove contano solo i risultati buoni e in poco tempo, nessun margine di errore e nessuna pazienza.
    La fiducia nel prossimo è un azzardo che in pochi sono disposti a rischiare, per come vanno le cose ogni errore può essere fatale.
    E ne si avrebbe ben donde, chi si fiderebbe di un bancario dopo Lemhan Brothers o Madoff?Chi si fiderebbe di un premier dopo Mills?Chi si fiderebbe di un industriale dopo Cirio e Parmalat?Chi si fiderebbe di un politico dopo la P2?

    E la lista è lunga...

    Ma se si va avanti così si innesta una catena di diffidenza che porterà agli stessi danni di un azzardo.


    Fiducia, chi al giorno d'oggi può dire "io di tizio mi fido ciecamente"? Non lo so...in tanti lo dicono nascondendo un buonismo di facciata e nicodemico, il vecchio detto "fidardi è bene ma non fidarsi è meglio" ha quasi sempre la meglio.
    Altri ci credono ma la vita è bastarda e ci si prende la cara vecchia tranvata (per non usare un'altra più colorita espressione).

    Sono sicuro che in tanti mi direbbero "io mi sono fidato e trac!!!Fregato!".

    Succede. Penso sia una costante nella vita.

    Ma è bene chiudersi in una nube nera di diffidenza?
    E' bene fare tutto da solo?

    Paentesi personale: forse anche ingenuamente e stupidamente ho rinnovato fiducia a qualcuno che mi ha tradito, perchè sono un incrollabile ottimista e credo che in fondo tutti abbiamo diritto a una seconda possibilità. Certo dipende anche dalla gravità del danno.
    E devo dire che fin'ora mi è andata bene, i "perdonati" si sono dimostrati degni della mia fiducia. Hanno capito lo sbaglio?Sono semplicemente fortunato?

    Questo per dire che a volte va bene, a volte si arriva al traguardo, quindi perchè non credere?
    Perchè non credere a un uomo che è palesemente diverso dal passato, un uomo con le caratteristiche giuste per traghettare gli USA e il mondo nel nuovo millennio?
    Fidiamoci invece di attaccare, crediamoci invece di criticare, è anche un modo per fare la nostra parte, incoraggiando Obama, nel nostro piccolo gli daremo una mano, è un uomo, alla fine, come tutti, e ha bisogno di altri uomini al suo fianco.

    Banale, ma fino a un certo punto.

    Esprimo contentezza e fiducia, poi si vedrà le critiche devono arrivare al momento giusto, nei tempi giusti. Se Obama non farà nulla per meritarsi lo stesso premio di uomini come Martin Luther king come Mandela e altri illustri premiati, gli ricorderemo i suoi doveri.

    Per ora fidiamoci. E' difficile, è rischioso ma perchè non farlo?
  11. Godric il Paladino
    Arriva sempre per ognuno di noi il momento di decidere seriamente la strada professionale che sarà poi il tuo lavoro, che ti darà sostentamento per tutta la vita.

    Tutti noi sogniamo un lavoro che ci piaccia, che unisca passione e guadagno, anche perchè, fare per 40 anni un lavoro che non ti piace è davvero terribile.

    Da quando ho cominciato a pensarci a oggi, nella mia mente sono passati mille lavori diversi, volevo fare l'archeologo, volevo fare l'avvocato, il militare di carriera...

    Alla fine la passione per un qualcosa spesso ti fa decidere il lavoro che farai, per quanto mi riguarda è la storia. E studiando storia e se Dio vuole arrivi a laurearti altro non puoi fare che insegnare, no bè non è vero ci sono altri sbocchi ma io voglio insegnare.
    Perchè sono un tipo prima di tutto socievole, mi piace un confronto, mi piace il contatto con la gente, mi piace il dialogo e la possibilità di trasmettere un sapere è veramente una prospettiva che mi attira.

    Ma tra dire e il fare si sa, c'è di mezzo il mare, e non è facile come bere un bicchiere d'acqua. Ci vuole impegno dedizione, insomma la mia parte è difficile. Ma la mia parte si ferma allo studio. Dopo viene lo Stato.
    E devo rivelare, cari lettori, che sono un pò preoccupato, la strada burocratica, giuridica ecc che porta all'insegnamento è difficile e tortuosa.
    Dopo la Laurea triennale ci vuole la specialistica, quindi a quanto risulta la SILSIS, che appare e scompare ogni quarto d'ora, poi ci sono i concorsi, una graduatoria, le supplenze e se tutto procede bene, in una decina d'anni ce la fai. Se tutto va bene.
    Ma io in 10 anni mi devo mantenere, una laurea in Storia oggi è una laurea di serie B, difficilmente ti dà da mangiare, o comunque è più difficile di certo trovare un lavoro che con un laurea in ingegneria. Ma che volete farci? io e i numeri proprio non andiamo d'accordo.

    E cosa fare nel frattempo? E se le difficoltà buro-giuridiche sono un ostacolo insormontabile?

    Ho dovuto pensare a un ripiego, un lavoro alternativo, che unisse quello che sono a quello che voglio fare.

    Pensando e ripensando io sono a cui piace mettersi in gioco, dare la mia opinione, che è aperto al confronto, interessato ai fatti del giorno e al futuro.

    Uno sbocco possibile è il giornalista, e immagino qualche lettore che è scoppiato a ridere, a leggere questa mia ipotesi.

    La laurea in Storia, secondo la guida alla Facoltà, apre anche in questa strada, e devo dire che è una strada molto allettante.

    Il giornalismo apre a tante possibili diramazioni, cronaca, divulgazione scientifica, politica, sport, economia, estero ecc, tutti campi che mi interessano.

    Per diventare un giornalista, anche qui la strada non è facile, ci sono delle tappe obbligatorie, innanzitutto c'è la divisione tra pubblicisti e professionisti, per questi ultimi ci vogliono 18 mesi di praticantato in scuole adibite, con rette non trascurabili poi ti iscrivi all'ordine ecc ecc.

    Potrebbe spaventare, ma le regole sono regole, e questo non è un problema, o meglio lo è ma c'è di peggio. Ed è attualità.

    Il problema è voler entrare in un sistema, quello dell'informazione italiana, che ha dei cancri profondi, già a partire dal concetto stesso di informazione in Italia.

    Mi imbatto in questo video, l'uomo che parla è un personaggio pubblico, si può essere d'accordo o no con lui, a me sembra che quello che dica sia attendibile. Fa un confronto fra il giornalismo italiano e quello statunitense.

    http://www.youtube.com/watch?v=6e-ExZ5Q-Js

    Ora non mi interessano i giudizi politici, ma proprio le differenze.

    Se io volessi occuparmi di politica, dare opinioni, giudizi, occuparmi di queste cose qui non lo posso fare, come si può accettare il fatto che a fare il proprio lavoro qui in Italia si subiscano SEMPRE ripercussioni se si toccano ALCUNE persone?

    E' veramente sconcertante.

    Cose come libertà di informazione, diritto di cronaca sono messe in pericolo, parole come servilismo, omertà sono quasi normali nel sistema.

    L'ultima frase è agghiacciante: "E' fare i giornalisti che non conviene".

    Ma non mi interessa fare politica, io ho 2 professioni che mi interessano che mi sono bloccate, per un motivo o per l'altro dallo Stato, e non sono le uniche.

    Ma se la prima sono intoppi che si traducono solo in tempi lentissimi, l'altra tocca zone delicatissime. E non nascondo la mia paura, è veramente brutto che si debba aver paura a realizzare un progetto, che Stato è uno Stato che ti mette nelle condizioni di dire:"Ok vuoi farlo?Fai...ma attento quello che dici e su chi dici..."

    Uno shock che mi ha portato a sfogarmi qui.

    Ma l'uomo del video ha parlato senza un contradditorio, se il mio lettore, vorrà dire la sua, e magari darmi una speranza, sarò ben felice di ascoltarlo. E avere un confronto.

    Mi sa che la friggitrice del Mac Donald ha cominciato a scaldare l'olio...
  12. Godric il Paladino
    Come ho espresso nel post precedente, una carriera giornalistica opinionistica sarebbe nei miei programmi nel futuro.

    Per questo motivo ho aperto il mio blog, che sto intendendo come rubrica e/o come editoriale.

    Essendo la DL un palco ottimo dal punto di vista culturale, grammaticale, livello di informazione, opinionistico ecc non potrei avere critici migliori per questi miei "articoli" (con 10000000000 elevato alla 100000 virgolette)

    Ma per i prossimi post non mi è possibile farveli vedere su questa piattaforma, per il contenuto politico e altri temi che questo forum non permette.

    E io da garante delle regole non posso certo imbattermi nel conflitto di interessi .

    Perciò chiunque avesse 2 minuti per leggere e darmi il suo giudizio critico mi scriva qua sotto, mi contatti via MP o Skype gli farò avere i post e mi dirà.

    Grazie per la collaborazione.
  13. Godric il Paladino
    Prendete un bambino ai primi anni di vita. Ha i suoi bisogni le sue esigenze, e ovviamente un genitore buono fa di tutto per accontentarlo.

    Quando si è troppo buoni e si dice sempre si, si rischia che il bambino diventi viziato e faccia sempre i capricci.

    Gli togli il giocattolo e il bambino si lamenta, si sente perseguitato e vittima della malvagità paterna e materna.

    Prendiamo una casa, che chiameremo Italia, nella quale cameretta, che chiameremo Roma, c'è un bambino (il nome mettecelo voi), che gioca con i suoi giocattoli, che chiameremo Legge, Costituzione, Camera, Senato, Ministeri, decreti e tanti altri giocattoli.
    Il bambino è abiutato a giocare sempre con questi giocattoli, si diverte molto, può fare quello che vuole, i genitori che chiameremo Capo di Stato e Corte Costituzionale, fino a poco tempo fa sono stati permissivi lasciando giocare anche troppo il bambino.
    Ma si sa, a volte dal dito ci si prende la mano, il bambino si è concesso troppe libertà, gli zii cattivi che chiameremo opposizione, stampa e giornali giustizialisti e magistrati rossi (o almeno così li chiama il bambino) cercano di dire ai genitori che così non si può andare avanti, il bambino e i suoi amici dell'asilo degli "imprenditori con reati in Parlamento e fuori condannti in primo grado e/o in via definitiva" non rispettano le regole della casa. Ma i genitori hanno il cuore troppo grande e per anni hanno lasciato passare un bel pò di cose, pedagocamente è sbagliato forse, ogni tanto la sculacciata ci vuole.

    E arriva finalmente questa sculacciata, arriva perchè il bambino dovrebbe fare i compiti che chiameremo processi, assegnatoli dalla maestra cattiva, che chiameremo magistratura. Ma il bambino non li vuole fare, vuole continuare a giocare, e cerca un modo per non farli, grazie a una grande idea che chiameremo Lodo Alfano il bambino cercava di rimandarli finchè era nella cameretta, adducendo il motivo che era molto impegnato prima a occuparsi dei problemi più gravi e i compiti venivano dopo.

    Eh no dissero i genitori, i compiti si devono farli, le regole valgono per tutti, il padre Corte Costituzionale, dopo averci riflettuto per 2 giorni disse al bambino che il Lodo Alfano non può essere una scusa per non fare i compiti e perciò li si dovranno fare.

    E' dura per un genitore dire di no al figlio ma stavolta ci voleva davvero.

    Il Bambino mise il muso, battè i piedi e si lamentò, insultando tutti, genitori, e zii cattivi (stampa, televisioni ecc) dicendo che sono tutti di sinistra, che sono tutti giustizialisti, (non vi dico poi cosa ha detto alla zia Rosy Bindi) insomma a questo bambino nessuno vuole più bene.

    Depresso e triste il bambino esce dalla cameretta piangendo ma viene consolato dagli amici del parco giochi che chiameremo PDL e Lega Nord, dicendogli che ha ragione. Purtroppo però, nonostante la solidarietà il bambino ora dovrà andare a scuola che chiameremo Tribunale con i compiti da fare, fortunamente c'è il suo amico più bravo che lo aiuterà, che chiameremo Ghedini.

    Che poi questo bambino di che ha da lamentarsi? Di compiti ne ha fatti e sono sempre stati buoni, non ha mai preso castighi, insomma si è sempre dimostrato uno studente modello.

    In effetti è comprensibile:il tempo che si toglie ai compiti è tanto, che noia!

    Saranno stati troppo severi?Alla fine il bambino altro non voleva fare che giocare con i suoi giocattoli...
  14. Godric il Paladino
    Auff! Pensavo che tenere un blog fosse più facile e invece mi accorgo che è difficile trovare il tempo per scrivere qualcosa.

    Ma oggi un qualcosa la scrivo, prima di cimentarmi sui di libri per l'esame di Antropologia.

    Scrivo perchè insomma dall'ultimo post di cose ne sono successe e un "secondo me" bisogna anche dirlo.

    Come ho già detto ma ripeterò fino alla morte, prendo sempre con le pinze le cose che sono più grandi di me, però quando le suddette fanno parte della tua vita e in qualche modo ti condizionano, devi farti una opinione.

    C'è una cosa che mi frulla in testa da un pò di tempo, ho fatto questa riflessione: al giorno d'oggi ci sono alcuni concetti che vengono sbandierati in vari contesti ma che per me sono assolutamente superati. Concetti tipo: xenofobia,omofobia,razzismo. Sono sempre stati all'ordine del giorno e lo saranno ancora. In Italia poi...

    Quello che voglio dire ma anche domandare al mio lettore è questo: come è possibile nel 2009 parlare ancora di queste cose?

    Vado a spiegare, ho passato la mia giovinezza traboccando di ideali, che ancora non mi hanno del tutto abbandonato e sempre sull'onda dell'ottimismo. Sarà populistico, ma mi è sempre piaciuto pensare che gli uomini tutti siano uguali in diritti e doveri. La Storia può raccontare pagine dolorose su questo punto, ma si sa l'uomo passa la sua vita imparando dagli errori che fa, perchè errare è umano ma perseverare...

    Come è possibile che ancora nel 2009 ci siano ancora differenze, barriere, ideologie e paure?

    La globalizzazione può piacere o non piacere ma sta facendo una cosa inevitabile e infermabile: sta facendo diventare i cittadini di una città, di uno Stato in cittadini del Mondo. E da cittadino del Mondo sono tenuto a rispettare un altro cittadino di qualsiasi parte del Mondo come mio pari, come mio concittadino, come se fosse il vicino del piano di sotto. Perchè biologicamente sono come lui ne più ne meno, un cuore, 2 polmoni, 1 cervello occhi ecc... il colore della pelle o altri tratti somatici sono dettagli ininfluenti.

    A questo punto il mio lettore dirà "che bravo...hai scoperto l'acqua calda!"

    Eppure mi accorgo sempre più che tra un pò questa acqua calda dovrò brevettarla...perchè in pochi la stanno scoprendo.

    Esperienza personale: io ho una maglietta di Malcom X e avevo un braccialetto in caucciù di Martin Luther King con su scritto la sua famosa frase "I have a dream". Alla vista di queste cose un conoscente con idee abbastanza opposte a quelle palesate con questi oggetti mi ha detto con un tono che sono ancora riuscito a capire se scherzoso o no "Non farti più vedere con quelle robe addosso" e per tutta risposta gli ho detto "Ma nel 2009 ti preoccupi ancora di queste cose?"

    E' una domanda che mi si potrebbe girare contro perchè se per me non fosse una preoccupazione nemmeno io avrei dovuto portare addosso certe cose.

    Per me non è un problema, il problema è che questo tema è visto come un...problema.

    Nel 2009 ormai 2010, l'uomo occidentale, che ha la fortuna di avere qualcosa, dovrebbe pensare a cose molto più gravi, la crisi che manda in rovina migliaia di uomini, la Terra e le sue malattie di inquinamento, il terrorismo, le guerre... non perdere tempo a innalzare barricate per una divisione tra eguali.

    La scienza ha più volte dimostrato che le razze sono uguali nessuna ha superiorità sull'altra, la cosa finisce qui, chi la pensa diversamente è sostanzialmente un ignorante.

    E se pensavo che fosse il razzismo il primo fra i mali dell'ignoranza bisogna riconoscere che la xenofobia sta guadagnando molto terreno.

    La xenofobia oltre l'ignoranza e la generalizzazione ha dentro l'ipocrisia.

    In Italia nel 2010 il problema cardine è lo STRANIERO, questa parola evoca terrore e paura, e la Storia insegna che facendo perno su queste emozioni sono saliti al potere uomini dei quali non esistono aggettivo troppo negativi per descriverli.

    Purtroppo l'uomo a volte NON impara dagli errori e continua a perseverare. L'Italia purtroppo, in piena libertà di parola lo dico, fa scuola nel perseverare. Abbiamo una formazione politica che dichiaratamente è xenofoba addirittura verso i suoi stessi concittadini che altro non hanno colpa di essere nati sotto il Po, figurarsi per quelli che non sono italiani. Oggi ho letto che alcuni individui di questa formazione, zelanti nel loro impegno politico, a Venezia, ubriachi picchiavano contro la vetrina di un ristorante hanno picchiato 2 camerieri albanesi che ovviamente hanno chiesto di smetterla, previa la richiesta di fargli vedere il permesso di soggiorno. (La legge prima di tutto).
    (Non ho ancora capito cosa si aspetti a dichiarare tale formazione incostituzionale e firmare lo stato d'assedio non lo so)

    E ma gli stranieri struprano, rubano, piacchiano...invece gli italiani sono santi, non le fanno mai di queste cose.

    OVVIAMENTE lo straniero che viene qui e fa queste cose VA SEVERAMENTE PUNITO. Ma da qui al TUTTI gli stranieri sono...il passo è breve.

    Ma in tutto questo l'ipocrisia di cui parlavo dove sta? Bè è un altro insegnamento della Storia.

    Non c'è o sono pochissimi i Paesi del Mondo che non hanno avuto fiumane di uomini che hanno fatto i clandestini per cercare fortuna in altri Paesi e l'Italia non è da meno, ma si sa l'italiano deve fare di più esportando la cultura...la pizza...gli spaghetti...la mafia...la Ferrari. Ho detto Mafia?OPS!

    E' chiara dove sta l'ipocrisia.

    Chi siamo per giudicare? sono convinto che gli americani pensavano di noi le stesse cose che noi ora pensiamo dei marocchini, tunisini ecc.

    Ma nonostante tutto l'America è diventata grande anche perchè ha fatto di un problema una risorsa, le grandi democrazie si fondano anche su questa capacità.

    Se un Paese che sta male economicamente e socialmente mette al primo punto, come primo problema lo STRANIERO è veramente indicativo, è mascherare le cose e portare l'attenzione della gente (impaurita e terrorizzata) dove vuoi tu.

    La Storia insegna che...bè insomma chi la sa ha capito cosa succede quando si fa questo.

    Se per riportare l'Italia verso la guarigione bisogna "sparare al gommone" bè...il coma sarà veramente lungo.

    E' vero, ci sono problemi legati a essi, sono troppi, delinquono, c'è difficoltà a integrarsi, ma sono problemi che altri stati hanno aggiustano, non dico risolto, ma ci hanno messo delle belle pezze.
    Non voglio fare il santo, io abito a Milano, la culla dei problemi per gli stranieri, in metropolitana avverto un disagio anche io, le faccie che fanno paura, tipi poco raccomandabili, e poi vedo però il ragazzo di colore che pulisce per terra tenendo in mano la scopa con tanta dignità. Perchè a delinquere non ci pensa nemmeno e deve portare a casa la giornata per se stesso e la sua famiglia.

    Ho fatto demagogia spicciola, come è facile fare eppure questo tipo discorso, in teoria normale...eppure non funziona in una discussione tra amici e non riesco a capacitarmi del perchè.

    E mi spingo più in la perchè molti che mi danno ragione in realtà mostrano un nicodemismo che ha del vergognoso e quantomeno anacronistico; nella Controriforma il nicodemismo per lo meno ti salvava la vita...aveva un perchè.

    Insomma il futuro è nero, se concetti assolutamente superati come questi hanno il primo piano c'è da aver paura, il Mondo va verso il collasso economico e ambientale, e un tempo per risolvere i problemi c'era la classica unione che faceva la forza...ora?
  15. Godric il Paladino
    Lo so, lo so un titolo assolutamente incomprensibile. Cosa significheranno quelle 4 parole prima di ready?

    Base...Base USA? Base NATO? boh...

    Under...vuol dire sotto...sotto cosa? sotto un tavolo?

    Florida...lo stato USA con Miami, ma tranquilli non mi sono spostato da Milano (MAGARI!!!)

    Cloud...nuvole...oddio piove ancora!!!noooooooo:lol:

    La spiegazione a suo tempo.

    Questo post esce fuori tema dalle tematiche solite, dall'intento iniziale per il quale ho aperto queste pagine virtuali, ma mi sembra il posto ideale per scrivere e condividere un piccolo evento che ricorderò per tutta la vita.

    Lo scrivo in colpevole ritardo perchè è successo sabato scorso, ma è stata una settimana dura.

    Sabato scorso sono a Ostia, per giocare contro i Marines Lazio per la 6° giornata di Italian Football League.
    I Marines sono 3° in classifica, hanno una ottima squadra con buoni americani e ottimi italiani, giocano un Football eccellente.

    Noi Rhinos siamo in settima posizione ma veniamo da 2 vittorie consecutive, l'ultima proprio contro i primi in classifica, i Panthers Parma.

    Sarà uno scontro veramente duro.

    In pullman c'è serenità e tranquillità, sicuri dei nostri mezzi siamo convinti di fare una buona gara e di compiere l'impresa di battere anche i terzi classificati.
    Io sono tranquillo, la sfida è troppo importante, non giocherò, come ho fatto finora, i miei 60 e poco più chili e la poca esperienza non mi permettono di giocare nella massima serie del Football Americano Italiano.
    E così sarà per molto tempo. Ma sono contento, ogni cosa è una esperienza, un allenamento, un consiglio dal tuo compagno americano...è giusto così, in tanti miei compagni hanno aspettato tanto...

    In spogliatoio la concentrazione è alta, gli americani hanno il loro modo di concentrarsi, il running back ascolta hip hop in cuffia e canta, i Linebackers sono immersi in un silenzio tombale, il nostro Quaterback è fuori per infortunio...damn
    Sulla stessa riga noi italiani più o meno.

    Riscaldamento e controllo cartellini degli arbitri, discorsi dei coach e KICK OFF.

    Subiamo una meta quasi subito, dopo un drive tambureggiante dei capitolini, il loro Quaterback americano sa il fatto suo e hanno una batteria di ricevitori di tutto rispetto, l'84 italiano è bravissimo.

    Ma rispondiamo subito con una corsa di 50 yard del nostro running back americano, che fulmina la difesa romana e porta il punteggio in parità.
    E' la partita delle difese, i nostri Linebackers americani seminano la morte in mezzo al campo ma anche i loro non sono da meno e tra meta e risposta finisce il primo tempo sul 20 a 20. Ma qualcosa si vede che non va, i romani hanno nel loro stile un gioco prontato sui nervi, colpi duri e provocazioni, alle quali due nostri giocatori cascano e vengono espulsi, in più perdiamo un linebacker americano per infortunio quindi siamo in svantaggio di 2 titolari e un americano.

    E la cosa alla distanza esce, il secondo tempo è una lenta disfatta il nostro attacco non produce e la difesa orfana di giocatori vitali cede...vendiamo cara la pelle fino alla fine comunque.

    Mancano una manciata di minuti alla fine della partita, i Marines sono in attacco, peridiamo 34-20 il mio Defensive Coordinator mi guarda e mi fa "scaldati"...colpo al cuore..."ma come???io???? "

    Atro che farfalle nello stomaco, ho gli elicotteri chinook...

    Non mi scaldo...ero quasi pietrificato, ma non ho tempo per pensare, il coach mi richiama e mi dice lo schema da dire al capitano della difesa da chiamare in Huddle e entro...

    Non capisco perchè sono emozionato, anche se sbaglio la partita è persa ma non riesco a restare calmo, corro in campo e dico lo schema al capitano che chiama la difesa e dice

    "Base - Under - Florida - Cloud...READY???"

    Si parte, è il primo gioco davanti a me il Receiver italiano, l'84 che ci ha sparato 3 mete solo lui, lo fisso, lo sguardo è cattivo, so già a che sta pensando:"ma dove vuoi andare tu, che pesi come un moscerino?"
    Lui ha almeno 15 chili più di me ed è più alto, ma in qualche modo dovrò fermarlo...

    SET HUT!!!

    Parte l'azione indietreggio e già compio l'errore di guardare il QB e togliere per un secondo lo sguardo dal ricevitore, un secondo...ma è troppo e pago l'errore perchè ricevo uno spintone e cado a terra goffamente.

    Una gran bella figura di m...

    Ma fortunatamente era una corsa centrale, bloccata subito, il mio errore non ha avuto conseguenze oltre alla magra figura.

    Mi rialzo e penso: "ah si è?giochiamo così? ok"

    SET HUT!!!

    Corsa esterna sul lato opposto al mio, corro per dare una mano ma non riesco a arrivare in tempo, TOUCHDOWN MARINES!!!40-20.

    Dannazione!!!

    Ora bisogna bloccare l'extra point...ma un momento:IO NON L'HO MAI FATTO,nemmeno in allenamento, cosa devo fare?!?!?!
    Mi dicono buttati e cerca di prendere la palla con ogni mezzo.
    L'emozione non mi fa capire nulla e prima che mi raccapezzo hanno già tirato, sbagliano, ma la cazziata del mio compagno la subisco lo stesso, giustamente.

    L'arbitro fischia partita finita, perdiamo di 20, riesco a trovare la consolazione di un esordio assolutamente inaspettato anche se brutto...ma pur sempre esordio.

    Il ritorno a casa è un misto di felicità,tristezza e riflessione sugli errori. E' sempre brutto perdere ma ho ottenuto più di quanto mi aspettassi, esordire nella massima serie, con soli 8 mesi alle spalle, una partita vera, con gli americani!!!
    Non era certo così che me lo ero immaginato, mi vedevo svettare in cielo intercettando una bomba riportandola in meta, invece è stata una serie di errori e brutte figure. Ma va bene così.

    Domani altra sfida. Chissà...
  16. Godric il Paladino
    Lasciando stare per un momento i massimi sistemi, vorrei concentrarmi per un attimo su qualcosa più vicino a me.
    Come le piccole cose scontante e ripetitive che si fanno ogni giorno, tipo prendere il treno e la metro per andare al lavoro o all'università.
    Vivendo a Milano, o meglio, in periferia ma andando in centro per studiare, è sempre un'esperienza, a volte è talmente automatico che non te ne accorgi però se ci pensi, nonostante il gesto sia uguale e i luoghi siano le stesse c'è sempre una variabile: le persone. Un universo in un solo uomo.

    Per questo durante l'ora di pranzo esco dall'università prendo un panino e mi siedo sugli "scalini del Duomo".
    C'è il sole, fa caldo, mangi e osservi.

    Un formicaio di persone che attraversano in diagonale, verticalmente o orizzontalmente la piazza, entrate della Metro che vomitano o inghiottiscono centinaia di individui ogni secondo.

    Ce n'è per tutti i gusti, manager, studenti, stranieri, turisti. Mi concentro sulle giacche e cravatte. Non riesco mai a capire se compatirli, individiarli o detestarli, forse faccio tutte e 3 le cose contemporaneamente.
    Li compatisci perchè li vedi al telefonino, la faccia stressata, impartiscono direttive, si arrabbiano, devono pensare e agire in fretta anche in pausa pranzo, non deve essere facile, chissà quante responsabilità, chissà quanti soldi possono essere bruciati o guadagnati per una singola decisione.
    Li invidi perchè sicuramente hanno tutto quello che un uomo mediamente desidera, un bella casa, un macchinone, si fanno le crociere ai tropici...alla fine la responsabilità paga.
    E li detesti, li detesti perchè hanno anche un pò l'atteggiamento di chi crede che il Mondo sia un pò in mano loro, chi ha il potere di decidere degli altri, insomma un atteggiamento di sufficienza.
    E' anche vero però che servono uomini come loro, in fondo.

    Mando giù un altro boccone, lo sguardo si sposta sugli studenti, anche qui ne abbiamo per tutti i gusti, vedi lo studente con la maglietta di Che Guevara, sorrido perchè ce l'ho anche io, nel cassetto, e non ero molto diverso da lui, non sono diverso da lui, ma ho perso quella radicalità che avevo al liceo, ci accomunano gli ideali, l'utopia, la voglia di cambiare il mondo, il bisogno di credere in qualcosa e combattere per esso, con le manifestazioni o con il pensiero. Ha il sorriso sulle labbra, difficilmente glielo si può togliere.

    Poi passa lo studente modello, ordinato, camicia bianca, sguardo serio e fiero, lui ha già capito tutto della vita, non sta più a guardare o a pensare a cose astratte come utopie o ideali, sa che il mondo ormai va in una certa direzione e che non bisogna perdere il treno, perchè passa una volta sola, bisogna studiare, laurearsi e mandare curricula. Gli si può dare torto?

    E siccome l'occhio vuole la sua parte, si guardano anche le studentesse, a Milano grosso modo il modello è unico, ragazze belle con addosso vestiti firmati, che portano grosse borse con bene in vista la casa stilistica che le ha prodotte.
    Nel buco tra una lezione e l'altra vanno in giro per negozi, mi chiedo sempre da dove prendano tutti quei soldi, camminano fiere e mi fanno un pò ridere perchè l'atteggiamento è da quelle "ce l'ho solo io" ma se solo si guardassero intorno la sola piazza Duomo è colma di fotocopie femminili. Però loro ci credono, ogni ragazza del genere sa di essere imbattibile, sa di essere sempre più avanti, più al passo con i tempi, più alla moda, più insomma. La competività tra donne è forse l'unica cosa sicura che si può comprendere nell'universo femminile di oggi, sono pronte a pugnalarsi sulla schiena, a spu**anarsi a vicenda in qualsiasi momento, e questo è veramente ipocrita perchè poi quando fa comodo eccole unite sotto il vessillo del femminismo a invocare la parità. Non parliamo poi del loro rapporto con gli uomini, non adesso, aprirò un discorso a parte perchè ci sono molti "secondi me" sul tema.
    Fortunatamente non sono tutte così, guai a generalizzare, però a Milano che vuoi trovare? il 90% è di questo tipo, ma sto solo osservando, speriamo che la famosa apparenza inganni.
    La densità di ragazze diverse queste è scarsa, ci sono le corrispettivi femminili del ragazzo di sinistra che non differiscono dalla controparte maschile in quanto atteggiamento, perchè a loro non interessa essere femminili, interessa far sapere a tutti cosa pensano, prima ancora di far sapere a tutti che sono donne.

    Ne passano sotto gli occhi davvero di tutti i tipi, ognuno ha una storia, quello che è singolare è che nella mezz'ora di un panino e una bottiglietta d'acqua scorre sotto i tuoi occhi lo spettro della società moderna, dal livello più infimo al livello più alto e solo osservando si capiscono molte cose, le conseguenze di tanti meccanismi e fenomeni in atto.

    E poi ci sei tu, perchè osservi, ma sei anche osservato, che posto hai in tutto questo? Sei come chi? Sarai come chi? Quando tra 10 anni passerai in piazza Duomo il ragazzo in pausa pranzo seduto sugli scalini a mangiare un panino, come ti vedrà? che penserà di te?

    Sono come quello "di sinistra", come lo studente modello?
    Sarai il manager invidiato e detestato?

    Io un'idea di me tra 10 anni ce l'ho, ma il bello della vita è che non si può mai sapere, chissà quanti di questi manager da ragazzi sognavano di fare altro...magari hanno iniziato anche loro con la maglietta di Che Guevara ma piano piano hanno cominciato a indossare la camicia, i sogni svaniscono, contano i soldi ed eccoli a parlare con il telefonino nevroticamente, ma con la Maserati parcheggiata davanti all'ufficio.

    Chissà...

    Poi il panino finisce, è ora di andare, tra poco c'è lezione.
  17. Godric il Paladino
    O per meglio dire: "quello che ne rimane della Terra" secondo me.

    Secondo me, ma non credo di essere il solo a pensarla così, è in corso un inesorabile conto alla rovescia, e nemmeno tanto lento, ricordo di aver letto un articolo sulla pagina virtuale de "La Repubblica" che nel 2050 avremo finito tutte le risorse del Pianeta e avremo bisogno di una nuova Terra.

    2050. Praticamente è domani.

    Ma il bello è che lo sappiamo, ma a quanto vedo non si fa nulla, o si fa veramente poco: siamo ancora aggappati ai combustibili fossili, deforestiamo che è un piacere, devastiamo ecosistemi e senza dare il tempo di rigenerarsi.

    6 miliardi di persone, e di certo aumenteranno e le risorse finiscono: quando sarà finito tutto che succederà? Ho in mente alcuni scenari; il primo ed anche più facile è che il mondo sarà in guerra totale per accaparrarsi quelle briciole rimaste, alleanze e amicizie vecchie di secoli distrutte per l'istinto di sopravvivenza. Si tornerà indietro, quando l'uomo agiva in base ai bisogni alimentari, proprio allo stadio primitivo, cavernicoli moderni che si uccidono per sopravvivere.
    Un altro scenario è un incrocio del film Wall-E ma SENZA nave interplanetaria, e del film Io sono leggenda senza virus, il mondo è una palla nera inquinatissima completamente disabitato, perchè semplicemente non ci saremo più.

    Perchè se non si inverte radicalmente direzione, ADESSO, finiremo tutti male. E secondo me...un pò ce lo meritiamo. Anzi: ce lo meritiamo.

    Secoli di sfruttamento indiscriminato per raggiungere sempre più benessere ha dato i suoi frutti, ma la natura, non capisco perchè molta gente ignori questa cosa, vince sempre.
    Vince a danno nostro, con i terremoti, i maremoti, le eruzioni, le alluvioni e noi siamo ancora li a maltrattarla e la uccideremo, ma anche da morta avrà la sua vittoria perchè noi andremo con lei.

    Altisonanti paroloni cercando di instaurare un positivismo alle masse che se ne fregano, si sente parlare di nuove energie rinnovabili...energia eolica...energia solare...macchine a idrogeno...non dipenderemo più dal petrolio...bah io non vedo niente di tutto questo, anzi se non ricordo male in Italia ci si sta preparando a un ritorno del caro vecchio nucleare. E beh.

    E' banale...è banale dire "invece che devolvere tot PIL per gli armamenti, per le grandi opere di cui si può fare a meno, per trovare il bosone di Higgs (), e tanti sprechi, diamo soldi ai cervelli che si vogliono impegnare davvero a trovare una soluzione"
    E' banale, populista, qualunquista, demagogico ecc... però insomma è sbagliato?

    Anche perchè il Pianeta su cui stiamo è la base della vita, se muore, muoriamo tutti. Non capisco come faccia a non essere la priorità o una delle priorità dei governi.

    Aspetteremo che il conto alla rovescia dica "0" poi lassù discuteremo di cosa si poteva fare, e chiederemo scusa ai nostri figli per avergli lasciato un Pianeta così.

    Catastrofista?

    Io ho paura, perchè nel 2050 sarò ancora vivo e nemmeno tanto decrepito, avrò 65 anni, come si vivrà nel 2050? ma anche prima del 2050, cioè io dico, paesi come gli Stati Uniti, la Cina succhiano la metà di quello che la Terra può offrire, e all'oggi litigano se è lecito che la Corea possa fare o non fare test nucleari, dovrebbero pensare, io credo, al fatto che la loro popolazione più di ogni altro paese è come le locuste, mangiano e quando non ne avranno più, come già fanno ora se lo andranno a prendere fuori dai confini, loro per primi e poi tutti dietro e una guerra nel 2050 non si può nemmeno pensare cosa possa comportare in termini di devastazione.

    Ho paura, non lo nego, e forse mi sta facendo dire cose troppo negative, speriamo che mi si smentisca in qualche modo. Sarò felicissimo di non avere ragione.
  18. Godric il Paladino
    Il Mondo è un continuo spunto se vuoi scriverci su, e questa è una cosa abbastanza banale da dire.

    Non mi piace parlare di cose che sono più grandi di me, un tempo lo facevo spesso, anche con fare arrogante, ma non me ne rendevo conto.

    Oggi dò la mia se interpellato e chi mi conosce sa che non mi risparmio e se ho un'idea, quella è e la difendo. E' un difetto lo so.

    Nel contempo non vorrei che passasse l'idea che del Mondo non me fregasse nulla, per quanto possa essere più grande di me scriverci su, ci sono tuttavia cose che richiedono che una persona ci pensi su e si faccia un'idea, del resto sul Mondo ci abito, avere un'idea su di esso lo sento come mio diritto.

    Dante diceva che per i peccatori di ignavia c'è pronto un posticino all'Inferno.

    E quindi parte la carrellata di "secondo me", carrellata che non ha punto preciso di inizio, vado in ordine sparso, partendo dicendo che secondo me la crisi è figlia degli errori di chi ha troppi soldi, di un capitalismo portato all'estremo, di chi ha voluto avere di più del tanto che ha aveva già senza pensare alle conseguenze, ai lavoratori che potevano perdere il lavoro, mi piace ciò che disse il Presidente Obama, che incolpa i ricchi, ma non per l'essere ricchi in se, ma per la loro avidità e irresponsabilità, ora è giusto che pensino agli errori e paghino di più. Certo non è solo colpa loro, il sistema ha avuto falle piuttosto profonde, grosse e sbagliate speculazioni bancarie, investimenti completamente sbagliati, sovrapproduzione in alcuni settori. La cosa in comune è che in ogni settore dove ci sono stati gli "errori" vengono dalle decisioni di chi ha i capitali e vuole avere più capitali e fare gli interessi di pochi, non prendiamoci in giro, l'economia è nelle mani delle persone agiate, chi ha in mano tanti soldi spesso ha grosse responsabilità, se non le si sanno gestire si fanno errori e gli errori generano errori e dopo un pò prevenire non è stato possibile, ora bisogna curare, non sono un economista e in termini economici non potrei indicare un modo preciso, penso che a questo punto bisogna mostrare al Mondo solo la cooperazione e la solidarietà possano aiutare a uscire dal tunnel, menti sveglie e responsabili alla guida dei posti dove ci sono in ballo i miliardi, aiuti per i più deboli e sacrifici da chi ha di più.
    Ho parlato di Obama, apro una parentesi, mai come adesso sono veramente contento e plaudo gli americani, hanno scelto il migliore sulla piazza, un uomo con dei principi, con dei valori, che rappresenta la vera America comparsa e scomparsa con la Rivoluzione, riapparsa un pò con Kennedy e sparita fino a adesso. Sono contento che siano crollate quelle barriere sulla razza (ma che nel piccolo sopravvivono purtroppo) ora si che si può cominciare parlare di uguaglianza. Buon lavoro Signor Presidente.

    Tornando alla crisi, io ci penso spesso, anche se non sembra, leggo di milioni di posti di lavoro persi e posti di lavoro che si perderanno, in Italia e nel Mondo...questi disoccupati dove li si mettono? come li si aiuta? Se c'è una cosa veramente brutta che possa succedere è quando la disperazione si trasforma in violenza, perchè è infermabile, e qualcosa già si vede, proteste violente, manager rapiti e picchiati ecc...sono azioni deprecabili e disdicevoli ma la disperazione fa fare cose che anche il più mite al mondo non penserebbe mai di fare...
    E' qui che ogni uomo che può deve mettersi una mano sul cuore e trovare la soluzione, chi può in politica ha il dovere istituzionale di proteggere costoro, chi ha i soldi deve cercare di metterli a disposizione, non regalandoli ma a creare nuovi investimenti che possono creare posti di lavoro, investire nelle nuove tecnologie, in nuove energie, anche rischiando qualcosa, ma è con un atteggiamento propositivo che si va avanti. Bisogna rivoluzionare modi di fare obsoleti e che danno profitto solo ai pochi, abbattere le falle del sistema bancario e regolamentarlo ecc.
    E' più facile a dirsi che a farlo, e poi parlo facile io, qui a digitare sul pc e mi arrogo il diritto di dire cosa si deve fare...è per questo che dico che non mi piace parlare di cose più grandi di me, ma questa è la risposta che darei alla domanda "che ne pensi della crisi".

    E' la risposta di un cittadino del mondo, non esperto del settore, un pò demagogica e utopistica ma sincera, seppur conscio del fatto che ormai la sincerità non basti più.

    (NOTE AI COMMENTATORI, accetto volentieri, anzi spero che arrivino, critiche sulla forma e l'ortografia dello scritto e anche il vostro pensiero sui contenuti ma facendo in modo che questo non diventi un topic sulla crisi, visto che c'è già)
  19. Godric il Paladino
    Ci sono svariati motivi per aprire un blog. Tra l'altro io ne ho già un altro su un'altra piattaforma (tanto per essere molto vaghi ), li ci scrivevo, uso l'imperfetto perchè ormai non ci scrivo più, della mia vita, come nel diario segreto, solo che non era segreto. Mi sono messo in gioco ed è stato costruttivo farlo, è servito a qualcosa...credo.

    Il testimone passa a questo blog, che apro per altre ragioni, tra le quali cambiare argomento e avere un pubblico in tutti i versi più severo, più critico sia per i contenuti, sia per la scrittura e provare...provare a vedere se sarò in grado di fare questa cosa che da un pò di tempo mi gira per la testa.

    Questa "cosa" per ora non è data saperla, se la dicessi adesso provocherei risate generali, ma sono dell'idea che questo blog possa essere propedeutico.

    Questo blog è semplicemente un luogo dove scrivo quello che mi pare su ciò che mi pare.
    L'uomo si fa sempre delle opinioni, e una opinione non vale molto se non la condividi e non la metti in discussione.

    Bene la presentazione è finita. Ho detto tutto e non ho detto niente, ma l'attesa, si dice, rende le cose più belle.

    Alessandro
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