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zelgadiss

Circolo degli Antichi
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  1. perchè non dovrebbe essere possibile? in teoria, i componenti del gruppo dovrebbero intervenire. personalmente, come DM, non vedo motivo per fermarli. se i due hanno avuto diverbi in game è giusto che li risolvano in game, interpretando al meglio il loro personaggio. bye bye.....
  2. ne abbiamo già parlato in privato e la mia idea a riguardo l'ho già esposta. visto che il periodo va bene in generale continua su questa linea. per la parte problemi ti ripeto che secondo me non sei in errore e sono convinto che la cosa si sistemerà con un po di tempo e quando ci saranno stati i giusti chiarimenti. ciao bello!
  3. zelgadiss

    Incremento di Taglia

    i due incantesimi si cumulano perchè entrambi incrementano la taglia. non è che ti fanno diventare di una taglia predefinita. bye bye.....
  4. zelgadiss

    -Noi- (IV)

    cuciti in casa.....dalla mamma....in tre giorni bye bye....
  5. zelgadiss

    -Noi- (IV)

    abbastanza. c'era veramente tanta gente O_O eheh....me l'hanno detto tutti...dover sembrare il più bambino possibile e come promesso, eccomi con la mia socia (immagine un po pesante) "] bye bye.....
  6. in linea di massima gli oggetti non conferiscono talenti e non c'è nemmeno l'opzione di inserimento alla fine del manuale del DM, in quanto un talento non è monetariamente valutabile. ti tocca usare in fantomatica metodo spannometrico . bye bye.....
  7. zelgadiss

    -Noi- (IV)

    per la felicità di tutti eccomi qua in versione Peter Pan per il carnevale 2008 bye bye..... PS: sì, lo so...senza la mia degna compagna Trilli (domani cercherò di postarvela) posso facilmente essere confuso con Robin Hood
  8. sul manuale dei mostri 2 e 3 ce ne sono diversi e forse anche su qualche manuale di eberron (five nations e manuale base direi). bye bye.....
  9. zelgadiss

    Il Monaco

    si fa. ma non credo che tu riesca a sfruttare molto le due cose insieme, dato che il sudden strike non funziona se fiancheggi. no, non stackano. è scritto nella descrizione dell'abilità del ninja bye bye.....
  10. l'azione immediata mi pare sia stata inserita in manuali successivi (per esempio sul complete arcane c'è, nella sezione degli incantesimi). bye bye.....
  11. abbastanza, ma come dicevo prima, non mi scandalizzo dato che trasmettevano i griffin alle 13, orario prediletto dai ragazzi di tutte le età. bye bye.....
  12. ok...tenetevi pronti...qualcuno dovrà prendere una reputa negativa: devo provarla prima che la tolgano . scherzi a parte vedo che bene ho male non ci sono stati cambiamenti e anche se fondamentalmente della cosa non mi importa credo che la scelta sia giusta per i più. non avendo seguito il topic sulla reputazione posso solo intuire cosa si sia detto e anche qui sinceramente non mi cambia molto dato che non mi interessa più di tanto la cosa, ma immagino che la scelta di togliere la reputazione in quanto tale sia stata dettata dal fatto che questa fama dovrebbe essere percepita in maniera diversa (che poi credo sarebbe l'idea originale per cui nasceva la reputazione, ma che molti hanno stravolto soprattutto per quanto riguarda quella nagativa). perciò approvo con piacere anche questo! infine, solo una domanda: quando si attiveranno i cambiamenti? bye bye.....
  13. anche a me piace abbastanza. molto diretto (fin troppo, ma considerati i griffin alle 13 ormai non credo si possa fare peggio ) e abbastanza "realistico" nel ricreare le situazioni famigliari. i giocatori di ruolo sono discriminatissimi . bye bye.....
  14. Tomi Willowman, Ladro 5°, Halfling Tomi è nato in un quartiere di halfling all’interno di una delle città più grandi del continente. La sua vita non si presentava sicuramente facile per via delle sue origini e soprattutto delle condizioni della sua famiglia. Infatti i suoi genitori lavoravano come contadini presso un grande proprietario terriero e lo stipendio bastava appena per sopravvivere. Il futuro di Tomi era già segnato: avrebbe prima aiutato e poi sostituito il padre nelle terre coltivate. La sua infanzia non fu certamente facile, ma i suoi genitori la resero perlomeno serena e divertente. Tutte le sere, al rientro dal lavoro, la famiglia si riuniva a tavola a mangiare le poche verdure cotte che c’erano a disposizione e ogni tanto i due vecchi spendevano i loro risparmi per comprare al piccolo halfling un dolcetto. Diventato un bambino ormai grandicello (ma non abbastanza per accompagnare il padre nei campi), Tomi decise, dimostrando una buona dose di maturità, di aiutare economicamente la sua famiglia nonostante la sua giovane età. E fu così che Tomi Willowman divenne il giocoliere più famoso di tutto il quartiere halflinf della città. Giocava con sassi, palline e torce infuocate, con grande stupore della gente, ma col tempo imparò anche ad aggiungere nuovi numeri: era in grado di liberarsi da corde e manette apparentemente indistruttibili, per non parlare della capacità di tirare con l’arco e di svuotare le tasche della gente senza che queste se ne accorgessero, salvo poi restituire la refurtiva un attimo dopo. Tomi si divertiva un mondo e la sua famiglia cominciò a cavarsela egregiamente con cibo e vita quotidiana grazie ai suoi soldi. Ma l’età avanzava e presto avrebbe dovuto raggiungere il padre nel campo. Così decise di dedicarsi completamente al suo lavoro momentaneo, cercando di accumulare un bel gruzzoletto da mettere da parte e soprattutto appassionandosi sempre di più ai suoi numeri. Ma la rovina venne proprio dai suoi numeri. Era diventato talmente bravo a fingere di borseggiare la gente che ormai lo faceva in automatico, ma spesso si scordava di restituire la refurtiva perché non accadeva durante lo spettacolo. E questo non fu che l’inizio, ben presto cominciò a svaligiare le case degli amici che lo invitavamo per divertirsi insieme. Ma il giovane Tomi si accorgeva dei furti solo una volta arrivato a casa. I suoi genitori preoccupati da questo suo atteggiamento chiamarono il vecchio medico del quartiere, ma questo non fece altro che dire che era una malattia inguaribile dai farmaci comuni. Anzi, ad essere sinceri disse qualcos’altro, ma lo disse alle guardie del quartiere dopo essere arrivato a casa e scoprire di non avere nemmeno la piuma con cui scriveva le lettere. Le guardie presero Tomi senza alcuna fatica, tra le urla del padre e la disperazione della madre. Ma Tomi non oppose resistenza perché odiava se stesso per le malefatte che commetteva e si odiava ancora di più per non avere la forza di reagire a tutto quello che aveva fatto e che stava causando tanti tumulti tra la sua gente. Solo dopo una settimana di prigione Tomi si risvegliò dal suo stato di torpore e capì cosa avrebbe dovuto fare: scappare da quel posto, da quella città dove nessuno lo voleva più ormai, fuggire lontano e fare l’unica cosa che era in grado di fare e che gli piaceva: fare divertire la gente coi suoi numeri da giocoliere. E così, appena ce ne fu l’occasione, uscì agilmente dalla cella e scappò lontano. Scappò per uno due, forse tre giorni finché la fame non lo costrinse a fermarsi. Cercò rifugio in un piccolo paese ma si rese conto di non avere un soldo e così fece l’unica cosa che sapeva fare: il giocoliere! Dopo poco tempo la sua vita aveva raggiunto un momento di stabilità e, con suo grande stupore si rese conto che erano quasi due settimane che non derubava nessuno. Alloggiò in locanda ancora per qualche tempo, per poi partire alla scoperta del mondo con uno zaino in spalla e i suoi oggetti da giocoliere. La svolta della sua vita avvenne quando un giovane uomo lo fermò, subito dopo averlo visto esibire per strada e gli propose di seguirlo con il suo circo: un giocoliere era proprio quello che mancava nella sua compagnia. Tomi, sconvolto, non potè fare altro che accettare: finalmente poteva fare ciò che gli pareva senza troppi problemi e i furti involontari erano ormai una storia lontana. Questo non vuol dire che Tomi non fu più grado di derubare nessuno, anzi: la sua abilità migliorò ulteriormente, ma lo stesso accadde con il suo autocontrollo. E così da quel giorno Tomi non fa altro che ringraziare Sargas, il giovane uomo che l’ha accolto nel suo circo, seguendolo ovunque. Ora Tomi è un tipo decisamente allegro e scherzoso, come quello di una volta. Ha trovato ottimi compagni di buffonate nel pazzo Wally e nello stralunato Marlow. Stando a quanto dice sono diventati amici inseparabili, anche se ogni tanto il giovane mago perde qualche componente per le sue magie per poi ritrovarlo qualche ora dopo nel posto in cui l’aveva lasciato. E ovviamente Tomi è con Wally a ridersela di gusto. La sua abilità nel tirare con l’arco è molto apprezzata da Thora, la nana barbuta e lo stesso sembra essere confermato dagli apprezzamenti di Tamor: è con loro che Tomi si allena quando ha un po’ di tempo da dedicare ai combattimenti. Ma il compagno preferito non può che essere Sargas, colui che l’ha aiutato a realizzare quello che può essere considerato il suo sogno di fare l’unica cosa che più lo aggrada: il giocoliere. E non è un problema se ogni tanto c’è da fare qualche extra come mercenario. A voi per commenti di ogni genere.
  15. E fu così che nacque una forte amicizia tra i tre, un’amicizia basata sul divertimento, la voglia di combattere e di fare e, perché no, quella di guadagnare una discreta somma per vivere in pace. Dopo pochi lavori da manovale, Sargas, l’uomo dell’annuncio, decise di farlo diventare uno dei suoi uomini di spicco: sarebbe stato l’uomo forzuto e una bel falchion faceva proprio al caso loro per rendere l’idea. Col tempo Tamor imparò ad affilare e preparare le proprie armi e la sua vita aveva raggiunto un momento di tranquillità, anche se le missioni ogni tanto si rivelavano più dure del previsto. Ma, con sua grande sorpresa, dopo un anno di peregrinazioni, Sargas si presentò davanti a lui con una lettera: era Eogan. Finalmente lo avrebbe rivisto. Tamor è uno che cerca sempre di mettersi alla prova, di sfidare se stesso e gli altri. Non ha paura di rischiare. Pensa solo a migliorare la sua forma fisica e le sue prestazioni. Passa molto tempo ad esercitarsi e a prepararsi ad un futuro ipotetico scontro. Non riesce a stare troppo con le mani in mano e cerca di passare al più presto alle vie di fatto. Spesso la sua rabbia controllata lo rende impaziente di giungere ad uno scontro, ma la presenza del suo nuovo gruppo lo aiuta ogni volta. Fondamentalmente è una persona di animo buono che cerca di proteggere come può i suoi compagni, coloro che lo hanno accettato per come è, ma il suo carattere irruento e focoso non gli facilita i rapporti con il resto del mondo, nonostante la gente rimanga stupita ogni volta dalle sue esibizioni. Nonostante gli insegnamenti di Eogon il suo linguaggio è molto sgrammaticato, ma ormai ci sono tutti abituati. Non smetterà mai di ringraziare Sargas per ciò che ha fatto per lui e l’amicizia che ha stretto con lo gnomo è ferrea, nonostante spesso fatichi a comprendere cosa abbia da ridere il piccoletto. La presenza della nana è un toccasana per i suoi allenamenti e per la sua voglia di mantenersi in forma. Ovviamente è molto legato anche agli altri membri del gruppo e sarebbe disposto a dare la vita per loro. Thora Foltovello, Barbaro 1°/Guerriero 4°, Nana, Interpretato da Balder Nata è cresciuta sotto il regno nanico all'interno delle montagne. La sua famiglia (Clan Piedediporco) faceva parte di una lunga stirpe di nani berserker, ma questo stile di combattimento non era certo adatto ad una come lei e così decise di specializzarsi in uno stile più tecnico e più calibrato, molto più adatto alla “finezza” di una nana. Divenne soldato del regno e visse per un certo periodo servendo il suo monarca e la sua divinità: Morandin. Poi un giorno, girovagando per il mercato della città della superficie vicina al regno, conobbe un chierico un tale Sargas che vide in Thora UN valente e nerborutO nano per lavori di forza da impiegare nel suo circo itinerante. Thora decise di seguirlo per abbandonare finalmente la vita di montagna e quel suo clan che ancora le rinfacciava di averlo abbandonato, per vedere il mondo esterno, quello al di fuori delle mura in pietra nelle quali era cresciuta, ma soprattutto perché era rimasta affascinata dai modi e dalla bellezza di Sargas. Per sua sfortuna Sargas si accorse presto dell'equivoco. Al posto di un nano nerboruto si trovava di fronte una nana con una folta barba. Mosso a compassione decise di tenerla e di esibirla come fenomeno da baraccone, rassicurando Thora che in questo modo l’avrebbe aiutarla a superare le sue difficoltà riguardo a questo piccolo problema fisico. Fisicamente Thora è in tutto e per tutto simile ai coetanei maschi della sua razza (la quantità di pelo è pressoché uguale, superiore in certi casi). Questo ovviamente le procura problemi relazionali e la rende introversa e soggetta a scatti d'ira e cambiamenti di umore. Si invaghisce di qualsiasi essere maschile le rivolga la parola ma data la sua timidezza si chiude facilmente su se stessa. È burbera e scontrosa, mostra pietà solo verso coloro che considera veri amici, ma certe volte si abbandona alla furia delle sue origini che ancora scorre in lei. In combattimento si getta in mischia mischiando tecnica a furia barbarica. Ha fede in Moradin e nel suo clan e soprattutto in una sana bevuta, il modo migliore per chiudere una giornata. La nana ha una passione mal celata per il furbo Sargas, ma ovviamente lui non se ne è mai avveduto dato che non ha mai mostrato nemmeno un minimo interesse se non riguardante gli affari del circo reale e non. È in buonissimi rapporti col grande mezzorco Tamor per via delle loro capacità combattiva e spesso si allenano insieme (nonostante Thora preferirebbe fare ben altro con quella affascinate massa di muscoli). Trova lo gnomo un po’ pedante per via della sua lingua che pare non riuscire a rimanere ferma per più di 10 secondi, ma in fondo gli vuole bene. Lo stesso vale per l’halfing, tranne quando i due nanetti non mettono insieme a fare scherzi a chiunque. Considera Marlow un pazzo, ma se Sargas ha fiducia in lui, lei non può che essere d’accordo.
  16. Marlow Deckard, Divinatore 5°, Mezzelfo, Interpretato da Padishar Marlow è figlio di una donna e un elfo, ma nonostante il suo retaggio di sangue misto è stato been accolto in una piccola comunità di elfi, insieme a tutta la sua famiglia, compresi i suoi fratelli, molto più vecchi di lui. Le possibilità di emergere in quella famiglia erano pressoché nulle considerato che i suoi due fratelli erano uno un famoso guerriero in carriera presso la corte elfica e l’altro un grandissimo esperto di erbe, ormai in grado di gestire i suoi affari; a tutto ciò va aggiungo che suo padre lo riteneva ancora troppo giovane per qualsiasi attività extra-famigliare (in fondo cosa sono 10 anni per un elfo?). Il dubbio attanagliava il giovane Marlow. Come fare ad emergere?? E fu così venne la sua prima predizione. Una mattina, scendendo in sala da pranzo, si avvicinò alla su anziana nonna e le disse: ”Attenta nonna, nel giro di un’ora potresti cadere” E così accadde. Dopo pochi minuti in cui l’anziana signora stava preparando il pranzo, si sentì un gran tonfo. Ovviamente il giovane mezzelfo diede una spinta al fato tramite una sottile cordicella appesa ai due lati di una porta. Dopo quell’evento all’apparenza casuale, in casa Dekard fu un continuo susseguirsi di sedie a cui cedevano le gambe,oggetti che sparivano e quant’altro, il tutto preannunciato dalle predizioni di Marlow. I genitori, umili e tranquilli contadini, dapprima furono quasi divertiti dalla cosa,ma in seguito iniziarono a vedere la cosa con paura, come qualcosa di inquietante. Pensando giustamente che potesse essere loro figlio a fare tutto ciò iniziarono a tenerlo d’occhio, ma senza successo. Non lo scoprirono mai. Iniziarono a credere che i poteri del figlio fossero reali. Spaventati e intimoriti (ormai in tutto il paese tutto lo credevano un portatore di sventura), lo affidarono all’età di 12 anni alle cure del vecchio mago che risiedeva poco oltre i campi. Ovviamente egli comprese sin dall’inizio che tutto era una mera finzione, ma nonostante ciò insegnò le Arti Arcane al giovane Dekard: in fondo si era dimostrato un abile intrattenitore e truffatore e in lui c’era qualcosa di speciale. Si trasferì dal vecchio mago per tutta la durata del suo tirocinio. Marlow ricorda gli anni passati dal vecchio mago Balthazar con affetto, soprattutto perché fu lui ad esaltare la sua predisposizione nel predire il futuro, facendo di lui un abile manipolatore della nobile arte della divinazione. All’età di vent’anni Marlow ritornò a casa. Ma la sua vecchia fama di portatore di sventure tornò a perseguitarlo. Vedendo che i familiari lo evitavano come se fosse stato malato, decise dopo poche settimane di lasciare la casa paterna per cercare fortuna in città. Qui si guadagnò una certa fama nell’unico modo che conosceva: predicendo il futuro nelle fiere e nei mercati. E fu così che fece la conoscenza di Sargas. Una sera stava scappando da alcuni clienti non troppo soddisfatti da alcune previsioni “andate male” e, troppo preoccupato di correre piuttosto che guardare avanti, andò a sbattere addosso al vecchio uomo che ne prese immediatamente le difese per misteriosi motivi. Subito dopo l’uomo spiego che era da tempo alla ricerca di persone strane e lui sembrava proprio fare al caso suo. Da allora Marlow seguì fedelmente il vecchio circense, che inizialmente lo faceva lavorare presso il suo circo, ma ben presto lo fece entrare anche in quel club ristretto di circensi che erano sotto copertura. Fu così che conobbe la strana coppia (lo gnomo Wally e l’halfling Tomi) con la quale si diverte a raccontare strane storie in continuazione, il potente Tamor del quale ha un gran fifa, per via dei suoi modi scorbutici e della sua ira facile e la “bellissima” (nome con il quale le si rivolge) Thora. Marlow si diverte moltissimo a fare predizioni catastrofiche sulla nana e forse è per quello che non sembra averlo molto in simpatia, anche se il giovane mezzelfo non sembra darci alcun peso. A tutti questi nuovi amici va aggiunta Sir Bis, una piccola vipera che il giovane Marlow ha accolto come suo compagno di avventure dopo averla salvata da qualche bambino durante uno dei tanti viaggi del circo. La vipera è cresciuta pochissimo da quando l’ha trovata, ma è divenuta un elemento essenziale delle esibizioni di Marlow, soprattutto quando il mago si è accorto che il piccolo animaletto era in grado di parlare con lui e di dividerne i suoi poteri. E così insieme sono diventati una coppia affiatatissima: l’uno predice e l’altro parlo, uno incanta con lo sguardo e l’altro gli fa schivare incantesimi. Marlow è un tipo gioviale, adora fare il saputello della situazione e fare predizione in continuazione (di imminenti guai,morte e catastrofi,…) spesso false o poco più. È un tipo piuttosto egocentrico e si diverte molto a curiosare nel futuro delle persone, ma soprattutto ad ingannarle. Ma a parte questo suo carattere un po’ particolare è molto legato a Sargas e a tutti gli altri elementi del circo, forse proprio perché qui è riuscito a farsi un nome e tutti lo apprezzano per ogni cosa che, a differenza della sua vecchia dimora. Tamor, Barbaro 5°, Mezzorco Tamor non ha mai saputo chi furono i suoi genitori. Il primo ricordo della sua infanzia è un bel fuoco scoppiettante in una casa buia fatta in legno e mattone. La prima persona di cui ha ricordo è un uomo adulto seduto a fianco del suo letto. La prima azione che affiora nella su mente è quella di lui, piccolo mezzorco che salta addosso all’adulto in preda ad un’ira sconosciuta, senza motivo alcuno, come se si volesse proteggere da forze oscure ed invisibili. La prima botta di cui ha ricordo è quella subita qualche istante dopo, dal pesante bastone dell’uomo. Questo è l’inizio della vita di Tormar. L’uomo si chiamava Eogan e viveva ai margini del bosco da molti anni in completa solitudine, fino al momento in cui trovò tra l’erba alta una piccola creatura: era ferita, brutta e tristemente sola. Era Tamor.Nessuno dei due seppe mai come avesse fatto a finire lì, dopo pochi mesi di vita, ma non fu mai un problema. Eogan insegnò a leggere e scrivere a Tamor, gli insegnò le basi dell’arte della scherma, ma la prova più difficile che i due riuscirono a superare fu ottenere il completo controllo di quella rabbia improvvisa che il giovane mezzorco covava dentro di se. Fu così che Eogan divenne il primo e unico allievo di Tamor, che lo considerava più come un fratello che come un padre. I due viaggiavano molto spesso in lungo e in largo in aiuto ai piccoli paesi che ne avevano bisogno, ma qui nessuno poneva fiducia in quella grande massa di muscoli finché non entrava in azione. Fu per questo motivo che i due si separarono a malincuore con la promessa di reincontrarsi: Tamor non sopportava questo trattamento e aveva paura che la sua rabbia sarebbe potuta tornare a prevalere sulla sua ragione. Fuggì lontano, senza sapere dove, forse alla ricerca di suoi simili o delle sue origini. Il suo viaggio si fermo nei pressi di una città di discrete dimensioni; in una locanda poco fuori Tamor trovò un messaggio, una richiesta di aiuto in bacheca. Era un uomo di nome Sargas che stava cercando uomini valenti e che non avessero paura della fatica, uomini di ogni genere, meglio ancora con caratteristiche strane. Certo l’annuncio era particolare, ma Tamor decise di presentarsi. Il giorno dell’appuntamento si trovò di fronte ad un uomo piuttosto giovane e al suo fianco c’era un piccolo gnomo.
  17. Come dicevo nell'altro post qui i contenuti si sono evoluti alla ricerca di un filo conduttore (anche se ancora una volta leggermente forzato). In questo caso la stesura è passata tutta in mano al sottoscritto (a meno di un paio di personaggi che ho solo revisionato) che ha tentato di modellare i personaggi sui giocatori che li avrebbero ricevuti, con piccole note e variazioni proposte dagli stessi. Ancora una volta i background sono singoli e raccontano molti eventi della vita (per questo dico che c'è una evoluzione di contenuti, ma manca quasi completamente quella stilistica). Anche i personaggi hanno subito una leggera evoluzione dal punto di vista potenza, considerate le difficoltà da trovare in torneo. Qualche nota sul torneo: 8 su 31 e avventura molto bella anche se un po pesante (non siamo riusciti a finirla). Beh, stavolta vi auguro una buona lettura, mettendo una piccola nota iniziale (così mi risparmio di postarvi le schede): - Marlow Deckard: chiromante - Thora Foltovello: la donna barbuta - Tamor: uomo forzuto - Tomi Willowman: giocoliere e acrobata - Wally Winglefinglon: presentatore Wally Winglefinglon, Bardo 6°, Gnomo, Interpretato da zelgadiss Wally Winglefinglon è nato in una grande comunità di gnomi del nord, una città famosa per la forte presenza di artigiani di ogni genere. Wally è l’ultimo di tredici fratelli: sei maschi (Walter, Walty, Willy, Trash, Wully e Welly) e sei sorelle (Wilma, Wanda, Wendy, Winny, Winky e Wynona). Suo padre Raggott è il famosissimo (almeno presso i suoi famigliari) inventore dello scaldapenne1, nonché di molte altre scoperte, ritenute però più marginali da lui e dal resto di tutta la comunità. Tutti i fratelli di Wally hanno sempre lavorato presso altri artigiani della città imparando molto rapidamente l’arte del lavorare e soprattutto portando a casa qualche soldo tintinnante per mantenere se stessi e la famiglia. Ovviamente Wally non poteva essere da meno, ma a contrario di tutti loro il giovane gnomo non aveva alcuna voglia di lavorare, era un vero e proprio fannullone: l’unica cosa in cui era veramente bravo e in cui si dileggiava era fare ridere la gente, a cominciare dalla sua famiglia. I giorni che preferiva in assoluto erano i ritrovi di famiglia e le feste cittadine: lì poteva sfoggiare tutta la sua comicità intrattenendo la gente con lunghi spettacoli e teatrini di imitazioni e barzellette. Suo padre era assolutamente entusiasta della passione del figlio, tant'è che fece di tutto per poterselo togliere di mezzo, cercandogli una compagnia teatrale: una bocca in meno da sfamare e un figlio soddisfatto. Nient’altro avrebbe potuto rendere il vecchio Raggott più felice. E lo stesso ovviamente valeva per Wally: appena il padre gli comunicò il suo intento, il giovane gnomo (aveva “solo” 52 anni) esplose in una danza di felicità che lo portò a travolgere qualsiasi cosa fosse in giro per caso, invenzioni del padre comprese. E fu così che dopo soli 14 giorni Wally entrava nell’accademia delle arti più famosa della sua città. Il giovane divenne ben presto noto a tutti gli studenti per la sua comicità e per la sua bocca che non rimaneva chiusa per più di trenta secondi. Era un talento naturale e non sopportava dover rimanere rinchiuso all’interno di una scuola che dopo due anni non gli aveva insegnato nulla di nuovo, niente che non sapesse già fare, se non sfruttare la sua arte per affascinare i suoi spettatori, il suo pubblico. E così, pieno della sua comicità e del suo entusiasmo, preparò i suoi bagagli e scappò da scuola, scappò dalla città in cui era nato senza nemmeno salutare Walter o Walty e nemmeno Willy e Trash, per non parlare di Wully e Welly; e come dimenticarsi della sua sorella preferita Wynona, della vecchia Wilma, della stupenda Wanda, della pazza Wendy e delle gemelle Winny e Winky. E il suo ultimo pensiero mentre buttava dentro un vecchio costume, volò al vecchio padre che tanto aveva fatto per realizzare il suo sogno. Ma il suo sogno era lontano da lì, in una compagnia di veri teatranti. Ben presto però il piccolo Wally si reso conto di quanto fosse dura la vita sotto l’ala protettiva del vecchio e dei fratelli. Il primo problema che incontrò fu la fame: era abituato ai manicaretti della madre e delle sorelle e tutto quello che riuscì a mangiare la settimana dopo la sua fuga era carne e secca e pane azzimo. Lo gnomo rantolò al meglio delle suo possibilità fino alla prima città che riuscì a trovare: era una città di umana; era grande, molto più grande della comunità in cui era vissuto fino a quel momento. Entrò nella prima locanda e ordinò cibo e bevande fino a scoppiare: finalmente del cibo nel vero senso della parola. Ma a quel punto accadde ciò che chiunque avrebbe previsto, chiunque tranne Wally: l’oste gli si presentò davanti e gli chiese i soldi per il pranzo. A memoria di gnomo non ci fu caduta da uno sgabello più eclatante di quella. Rovistò nelle tasche, nelle vesti; svuotò la sua borsa di viaggio, rovistò nelle mutante ma non ci fu verso: nemmeno un soldo l’aveva accompagnato dall’accademia fino a lì. Finendo di mettere a posto le sue cose ai piedi dell’oste infuriato, lo gnomo disse sconsolato: “Se solo sapesse chi sono io” e un avventore urlò: “E chi sei tu?”. Fu come un fulmine a ciel sereno e Wally balzò in piedi e cominciò il suo spettacolo: “Io sono un famoso attore, un comico. La mia gente mi considera un eroe della risata….” E così continuò fino al momento in cui la gente non chiese pietà, gli chiese di fermarsi perché se avessero riso ancora sarebbero morti dal ridere. E fu così che lo gnomo si pagò il pranzo. Mentre l’oste gli offriva l’ennesima birra, lo gnomo notò un annuncio affisso in bacheca, un foglio che era non c’era quando era entrato stremato. Il foglio recitava: “Cercasi gente di spettacolo, abili e senza paura. Presentarsi…”, ma quando Wally chiese chi lo avesse affisso nessuno gli seppe rispondere. Si presentò all’incontro il giorno stabilito e si trovò al fianco di un enorme (almeno rispetto a lui) mezzorco che aveva la sua stessa espressione interrogativa “Anche tu qui per quello'annuncio?” chiese. Il mezzorco accennò un sì con la testa. “Hai uno stivale slacciato” continuò. Il mezzorco abbassò la testa e rimase un attimo immobile e Wally esplose in una fragorosa risata: il mezzorco era scalzo e il suo unico commento fu un sonoro “Sgrunt!”. Lo gnomo se la rideva di gusto quando davanti a loro si presentò un giovane uomo: disse di chiamarsi Sargas. E fu da quel momento che i tre viaggiarono insieme, legati da una profonda amicizia. E fu subito, durante la prima trasferta, che Sargas rivelò la sua vera identità e il vero obiettivo della compagnia circense: era sì un circo, ma per arrotondare si sarebbero venduti come mercenari: purtroppo l’arte non paga più e per sopravvivere occorre abbassarsi ai livelli dei mercenari. La compagnia viaggiò e si allargò, fino all’arrivo di quella strana lettera, una lettera di un vecchio amico a quanto pare. Come visto finora Wally è un tipo decisamente allegro. Non è assolutamente in grado di starsene zitto un secondo e, se proprio vogliamo essere sinceri, le sue battute non sono nemmeno bellissime: è più il suo modo di raccontarle che fa ridere. Lo gnomo è decisamente curioso (sicuramente eredità del padre) e spesso stressante, soprattutto coi suoi compagni di viaggi che mettono a dura prova il loro limite di sopportazione con lui in giro. Grazie a Sargas, Wally ha finalmente cominciato il cammino nel suo sogno e per questo è infinitamente grato al giovane chierico, soprattutto perché egli ha deciso di farne il suo braccio destro se così si può dire, il suo aiutante negli affari e nella risoluzione dei problemi cittadini o meno. Lo gnomo, durante il viaggio, ha raffinato ulteriormente le sue arti grazie agli innumerevoli esercizi (se così li vogliamo chiamare) sui suoi compagni di viaggio. Wally è legato da una profonda amicizia anche con Tamor, suo primo compagni di circo, ma anche i nuovi venuti lo divertono molto, soprattutto Tomi e Marlow, coi quali si diverte un mondo a raccontare baggianate alla gente. Thora invece, sembra il bersaglio ideale per le sue battute migliori, ma lei non sembra farci molto caso se non quando lo gnomo riesce a sfornarne una serie di cinque o sei una dietro l’altra. Un’ultima nota va fatta sui suoi progressi. Oltre alla parlantina e alla comicità, Wally è diventato un abile travestitore e mettendo il tutto insieme viene fuori un bellissimo pagliaccio, dai vestiti e dalle trovate sgargianti. 1 Lo scaldapenne è un dispositivo utilizzato per sciogliere l’inchiostro secco che rimane sulle penne di uccello dopo che queste vengono utilizzate per scrivere (può funzionare anche con i pennini). Sargas Slythern, Chierico 5° di Olidammara, Umano Slythern. Un antico casato agli ordini dell’imperatore da ormai sei generazioni. Ma la fine di questa dinastia è ormai vicina: l’attuale capo famiglia Karol, unico figlio del vecchio Adam, è gravemente malato. Ma nessuno prenderà il suo posto: il vecchio è ormai impotente e non ha alcun figlio legittimo in grado di fare valere i propri diritti di successore. Il problema non sarebbe nemmeno nato se dieci anni prima Sargas, primo e unico figlio di Karol, non fosse misteriosamente scomparso nel nulla senza fare ritorno, lasciando il suo futuro regno nello scompiglio più totale, di fronte ad una guerra di successione. Nessuno seppe più niente di lui. Ma questo non vuole dire che lui abbia fatto una brutta fine. Ed è per questo che quelli come voi possono leggere questo breve racconto della storia della sua vita. Già perché Sargas non era fuggito, ma era, molto più semplicemente, scappato di casa alla giovane età di 17 anni, alla scoperta del mondo semplice che tanto amava, delle passioni della vita, ma soprattutto dell’arte fine a se stessa, arte del divertimento, dello spettacolo e della dialettica. Fin dalla tenera età il futuro erede fu istruito dai migliori maestri di lingua, storia, letteratura, geografia e qualsiasi altra materia passasse nella testa di suo padre. Sargas era un ragazzo sveglio e assimilava gli insegnamenti in modo impressionante, lasciando più volte i suoi insegnanti senza parole. Ovviamente non potevano mancare insegnamenti di portamento, dizione, oratoria e arte della scherma; e come dimenticare il vecchio Bill, stalliere da una vita che gli fece imparare a cavalcare e ad occuparsi al meglio di qualsiasi cavalcatura, dal mulo ai grandi cavalli puro sangue. Fu per la sua abilità straordinaria in ogni cosa che Karol decise di farlo suo primo consigliere alla giovane età di 12 anni: il più giovane consigliere che l’impero potesse ricordare. Da quel momento Sargas fu sempre in viaggio con il padre: incontri diplomatici, continue trattative, direzione di parti importanti dell’esercito. Sagras si stava preparando perfettamente alla successione in un futuro non troppo lontano e il padre era soddisfatto di lui più di ogni altro. Ma cosa ne pensava il giovanissimo Sargas? Non aveva mai avuto il coraggio di dire al padre che, nonostante il suo impegno e la sua bravura, quella vita non faceva per lui. Era tremendamente annoiato da tutti gli incontri e le serate passate tra la nobiltà, ma nessuno lo sapeva. Nessuno sapeva della sua passione per lo spettacolo, per le rappresentazioni teatrali che aveva visto fin da bambino nei palazzi di famiglia, ma che suo padre consideravo un simpatico modo per trascorrere le noiose serate. Ma una di quelle sere Sargas riuscì a raggiungere un gruppo di attori (persone comuni, gente del popolo che Sargas non aveva nemmeno mai visto dal vivo) e lì rimase fulminato dalla loro semplicità, dalla loro spensieratezza e dall’unica cosa che li accomunava: la voglia di piacere alla gente d tutto il mondo con la loro abilità. Fu per questo che Sargas fuggì: per imparare ad essere un uomo di spettacolo e dare vita alla sua compagnia. Ma non è facile quando sei solo e hai sempre vissuto coccolato e riverito. Fuggì per qualche settimana camuffato come meglio poteva per non farsi riconoscere, finché non giunse in una grande città, un posto dove i feudatari nemmeno esistevano e dove la gente diceva di sentirsi libera. Appena entrato, la prima cosa che si trovò davanti fu un piccolo edifico: sembrava quasi volesse nascondersi tra tutti gli altri palazzi e molta gente sembrava nemmeno sapere della sua esistenza. Era sera ormai e lui non aveva nemmeno un soldo e così decise di entrare per cercare riparo, almeno per quella notte. Era un edificio composto da una sola stanza. Due brevi file di panche erano disposte lasciando un corridoio centrale e in fondo c’era un piccolissimo altare con un libro sopra. Sargas lo prese e cominciò a leggerlo: era un diario e narrava la grandezza di Olidammara, divinità del divertimento, del girovagare ed entità completamente sconosciuta al giovane aristocratico. Sargas rimase affascinato, ma ci si addormentò sopra. Uno strano sogno disturbò i suoi sogni: lui che gestiva qualcosa, che girovagava con un gruppo di persone strane, appartenenti a razze non comuni e poco conosciute al resto dell’umanità. Ma cosa gestisse non lo ricordò al mattino: l’unica cosa che ricordò di quel mattino fu il simbolo di Olidammara, raffigurato nell’ultima pagina del diario. Ma la cosa che lo colpì fu che la notte prima era sicuro di essere rimasto a metà libro e sarebbe stato impossibile girare le pagine nel sonno visto che ci stava dormendo sopra. Al mattino Sargas finì di leggere le pagine e il suo sconvolgimento fu addirittura maggiore: nel libro era trascritto esattamente il suo sogno, ma senza riferimento a lui o a qualcun altro e l’ultima frase del libro recitava: “E’ tempo che l’arte del divertimento e dello spettacolo torni agli antichi splendori”. Fu così che Sargas intraprese il suo viaggio solitario alla ricerca dello spettacolo: imparò l’arte del camuffamento, sfruttò le sue doti di contrattatore e divenne un abile gestore di fondi. E Olidammara era al suo fianco, perché da quel momento in cui si incontrarono in quell’edificio, il giovane divenne in grado di fare appello ai poteri della sua divinità che sembrava averlo scelto per raggiungere i suoi scopi, scritti in quel diario che sta sempre al fianco di Sargas. Ma purtroppo lo spettacolo non pagava molto e Sargas fu costretto a cercare compagni dopo 5 anni di peregrinazioni solitarie per potere tirare avanti: decise di mettere su un circo e cominciò ad affiggere richieste in tutte le locande in cui si riposava. L’unica particolarità era che nell’avviso non veniva menzionata in nessun punto il fatto che il circo si sarebbe venduto come gruppo mercenario se ci fosse stato bisogno di fondi. Già, perché era ormai da tempo che Sargas svolgeva questa doppia occupazione, perché l’arte non pagava più come un tempo. Il primo membro lo trovò in una piccolo locanda poco fuori dalle porte di una grande città: era un piccolo gnomo ed era veramente esilarante. Il giorno dell’incontro coi suoi futuri compagni però fu una totale delusione: solo lo gnomo e un forzuto mezzorco si presentarono. Ma quello fu solo l’inizio, l’inizio di una vera amicizia unita dalla voglia di fare, di stupire e di trovare un gruppo in cui essere accettati. E fu così che lo gnomo Wally divenne il comico e il pagliaccio della situazione, mentre Tamor il mezzorco l’uomo forzuto che faceva sfoggio dei suoi muscoli. I tre ripresero il viaggio tra spettacoli e missioni e il gruppo cominciò lentamente ad allargarsi. Un giorno particolarmente fortunato Sargas, alla ricerca di un nuovo carretto con cui trasportare le cose per i viaggi, si imbattè prima in quello che credeva essere un forzuto nano, ma che si rivelò essere una pelosa nana (e così il circo ebbe anche la sua donna barbuta, Thora), poi in un giovane mezz’elfo inseguito da un gruppo di forsennati. Il giovane decise di dare una mano al fuggiasco che presto rivelò la sua vera natura: un abile divinatore in grado di prevedere il futuro (qualche volta). E il circo ebbe anche Marlow, il chiromante. Ormai il circo mercenario aveva bisogno di un nome e Sargas decise per La Compagnia degli Esclusi, per via delle origini razziali e delle storie di vita di ognuno dei suoi componenti. L’attuale sesto membro si è unito da poco tempo: è un halfling, Tomi, e Sargas è rimasto veramente impressionato nel vedere la sua abilità di giocoliere mentre si esibiva per strada in cerca di qualche spicciolo con cui mangiare. E così i sei accomunati dalla fuga dalla loro vita precedente perché non riuscivano a sopportare la quotidianità della vita e, soprattutto, dalla voglia di riportare lo spettacolo al vecchio splendore che Sargas aveva trasmesso a tutti, partirono con il loro carretto e col vecchio mulo Mulo (è il suo nome) per fare divertire i popoli del mondo. Unico evento di cui vogliamo narrare è l’arrivo di una strana lettera per il grande Tamor, proprio mentre il circo stavo smontando per ripartire da Vlekstaadt: una lettera dal suo vecchio mentore, Eogan, che vorrebbe incontrarlo dopo tanto tempo. E quale occasione migliore per divertire anche la gente di Montigliano sul Summaco! Wally Winglefinglon, in arte Wally Winglefinglon Sargas non ha un vero e proprio ruolo all’interno della compagnia circense: è semplicemente colui che gestisce e fa andare avanti tutto, il presentatore. Ma nonostante questo tutti i componenti sono molto legati a lui perché ognuno di loro è stato aiutato in situazioni di difficoltà. I suoi rapporti con gli altri membri sono molto saldi e lui è legato ad ognuno di loro, perché è convinto delle sue scelte e soprattutto delle loro capacità. Ma certe volte Sargas sembra isolarsi da tutti loro, probabilmente perché l’unico veramente legato in profondità al ritorno ad un ruolo importante dello spettacolo: quello è il suo obiettivo, quello per cui lo stesso Olidammara lo ha scelto e a lui non interessano i problemi del mondo. Solo i soldi sono utili per la continuazione del suo progetto e a malincuore è costretto a compiti da mercenario. Non ha parlato con nessuno delle sue origini, se non al piccolo gnomo che tanto lo diverte e al quale si trova più legato rispetto agli altri componenti, ma niente e nessuno riesce a tirargli fuori molte parole sul suo passato o sul suo privato. Il circo è nomade e si sposta di città in città portando con se solo un carretto con tutte le cianfrusaglie necessarie e il vecchio Mulo (nessuno sapeva che nome dargli e così…). Al momento la compagnia non ha molti fondi e tutti sono in mano a Sargas che cerca di amministrarli nel migliore dei modi.
  18. lol freppi....anche se non hai tutti i torti ....cmq ve l'avevo detto di stare pronti. già col prossimo post ci sarà un bel miglioramento, soprattutto per i contenuti. lo stile non avrà una grande evoluzione. bye bye.....
  19. si trova sul manuale di ambientazione di eberron. in pratica il forgiato "perde" quel poco di umano che ha per diventare una macchina da guerra: un vero costrutto praticamente. bye bye.....
  20. beh, sono proprio contento per te caro....e mi raccomando, non fare come me: tieni attivo il blog
  21. beh, per un buon tanck da corpo a corpo c'è anche il classico jaggernaut. ovvio che finisci per andare sulle armature pesanti e per abbandonare qualsiasi tipo di magia. bye bye.....
  22. anche il difensore nanico concede una buon RD....magari con una build mista con guerriero e barbaro viene fuori qualcosa di interessante. bye bye.....
  23. Ed eccoci a narrare del primo torneo a cui la compagnia a partecipato. Eravamo solo quattro, spensierati e senza pretese e alla fine abbiamo finito per arrivare 12 su 31 squadre partecipanti. Ho riletto proprio ora i BG e ho pensato solo una cosa: che schifo!!! Per non togliere niente a nessuno si era deciso che indicativamente ognuno avrebbe scritto il proprio BG. Risultato: pessimo! (senza nulla togliere ai miei compagni) Brevi, banali, scritti con poca fantasia, così come lo erano i personaggi. Incredibile come siamo riusciti a dare un tocco speciale a questo obrorio che avevo scritto. Piccola nota: il nostro DM fu Azar, già conosciuto allora su altri lidi (Dragone.net) e finalmente visto dal vivo per un'avventura che ci siamo tutti divertiti a giocare (almeno per quanto riguarda noi), nonostante siamo morti verso la fine (a dimostrazione del fatto che i personaggi non erano questa gran cosa). Venendo al lato tecnico, i BG è singolo per ogni personaggio, quindi ve li posto così. ah, non ho fatto correzioni ne grammaticali, ne lessicali per farvi vedere la miseria della cosa. Don Mighelandalf, Chierico 6° di Elhonna, Umano. Interpretato da Balder Mighelandalf nasce in un piccolo villaggio agricolo del nord, confinante con una foresta e quindi la sua infanzia è stata vissuta direttamente a contatto con la natura. Figlio di contadini da generazioni, visse la sua giovinezza tra il lavoro dei campi e la contemplazione delle meraviglie del creato che lo hanno mai abbandonato: sentiva una specie di legame spirituale con tutto ciò che lo circondava, alberi, piante, fiumi e ogni giorno si convinceva sempre più che tutto ciò provenisse da una fonte divina. Non trovando né risposte né appoggio dagli anziani del villaggio, abbandonò tutto per cercare di sciogliere ogni suo dubbio. E le risposte furono trovate nel preciso momento in cui le porte del tempio di Elhonna si pararono davanti ai suoi occhi, nelle profondità della foresta. Entrò, seppe e finì per seguire gli insegnamenti della Dea delle Terre Boschive, sempre a contatto con il Sole, fonte sostentatrice di ogni essere vivente, e con il Bene, che guida ogni azione dell’ormai non più ragazzo Mighelandalf. Dopo alcuni anni di assiduo servizio per la Chiesa, Mighelandalf era finalmente pronto per intraprendere missioni in nome di Elhonna. E fu la prima che sconvolse la sua vita. Fu mandato a controllare alcune zone a nord della foresta, perché giravano voci che un gruppo di praticanti arcani stesse creando problemi nel cuore della natura. Arrivato sul luogo ha scoperto che in realtà le voci erano infondate, perché era semplicemente insediato un gruppo di nomadi e tra loro alcuni avevano una naturale dote di praticare arti arcane. Il comune amore per la natura e per tutto ciò che vive fece presto fare amicizia tra Mighelandalf e il capovillaggio, ma ancora di più col figlio, il giovane Kelen. Purtroppo Mighelandalf avrebbe dovuto lasciare il villaggio entro breve. Al momento della partenza Kelen, fuggendo dalle responsabilità di futuro capo villaggio, si unisce ha Mighelandalf per andare alla scoperta del mondo. E i due non si sono più separata. Don Mighelandalf un tipo semplice e riservato, di poche parole ma fondamentalmente buono. Difficilmente prende decisioni per il bene comune e spesso preferisce dedicare i suoi pensieri alla preghiera per Elhonna. Nonostante tutto, non si tira mai indietro nel momento del bisogno, soprattutto se è per aiutare gli amici. Padishar, Ladro 6°, Umano. Interpretato da Padishar Padishar è nato in una famiglia normale in stato di benessere; avrebbe dovuto proseguire l’attività di famiglia nella bottega paterna e lo attendeva una vita normale. Ma non l’hai né cercata né voluta. Ricorda quando litigava con padre. Lui lo voleva un esperto mercante. I suoi genitori furono le tue prime vittime. Il pugnale usato è ancora perfettamente conservato. Piangeva mentre li uccideva, ma non aveva scelta. Non era libero e il prezzo per la sua libertà fu l’amato sangue sulle sue mani. Se ne andò dal suo paese e vagò per un anno di città in città vivendo di quello che riusciva a procurarsi in maniera più o meno lecita. Arrivò in una grande città. Tentò di derubare chi non doveva e i capi della gilda dei ladri non perdonano. Ma non lo uccisero; per loro era un buon soggetto da affiliare alla gilda. Ora è un ladro a pagamento, i rapporti che condivide con le altre persone sono inerenti solo al suo lavoro e non vanno oltre. Ma si senti solo. Accetta di affiancarsi a gruppi che vogliano avere un buon ladro di supporto per provare ciò che dentro di se non avrebbe mai avuto mai. Ed è proprio per questo che si è unito ad un gruppo proveniente dal nord. Sembrano dei buoni compagni, ma Padishar ha imparato a non fidarsi delle apparenze. Sembrano competenti. Ma la cautela non è mai troppa quando si parla d’avventure. D’altra parte meglio salvare la pelle che fare gli eroi. Padishar è un tipo schivo, molto riflessivo ma quando c’è bisogno di trattare con le persone giuste, è uno dei migliori nel campo. Lurtz, Barbaro 6°, Mezzorco. Lurtz è nato da uno stupro, durante una razzia di una piccola orda di orchi in un piccolo villaggio delle montagne del nord. La madre morì durante il parto e, per la sua diversità fu abbandonato tra i monti dagli altri umani. Per sua fortuna un gruppo di barbari, abitanti dei monti lo trovò, indifeso nel freddo del nord e decise di portare con se il piccolo fagotto, nonostante la sua evidente diversità. Il nome Lurtz gli venne dato in onore del forte sangue degli antenati, sangue che Lurtz ha sempre ripudiato, ma che ha sempre utilizzato per fare del bene per coloro che lo hanno amato. Purtroppo la sfortuna sembra perseguitare il giovane mezz’orco; dopo 15 anni vissuti imparando a sopravvivere alla dura vita dei monti e sotto gli insegnamenti dei suoi genitori adottivi, Lurtz dovette confrontarsi di nuovo con le sue origini. Gli orchi non avevano mai abbandonato quelle terre e proprio in quel periodo avevano ricominciato con razzie e scorribande, giungendo fino al felice accampamento della tribù di barbari. Anche questa volta non ci fu possibilità, nonostante la sua ira furente, che aveva imparato a controllare, Lurtz vide i suoi cari trucidati solo per piacere e non gli rimase che la fuga, insieme a pochi sopravvissuti. Nel corso della sua fuga, Lurtz chiese ospitalità per se e per i suoi compagni, ma la loro fama di selvaggi non gli tornò utile. Nonostante tutto il giovane mezz’orco non si arrese e non provò mai rancore nei confronti degli uomini che non lo accettavano. Dopo mesi di viaggio, finalmente un po’ di fortuna: trovò alcuni suoi simili, che per paura del rifiuto non avevano mai chiesto ospitalità ad un gruppo nomade poco lontano. Lurtz decise di tentare e tutto il gruppo chiese ospitalità a questo gruppo e questa volta non gli fu negata. I nuovi venuti furono presto accettati e Lurtz strinse una forte amicizia col figlio del capo tribù, suo coetaneo, Kelen, ch aveva spinto in particolare modo per accoglierli. I due vissero giorni felici insieme, fino a quando, casualmente il mezz’orco sentì il dialogo tra l’amico e il sacerdote Mighelandalf, da poco arrivato per aiutare il villaggio. Kelen aveva intenzione di partire, ma lui non lo avrebbe abbandonato. La sera della partenza Lurtz, seguì i due e solo dopo qualche giorno decise di rivelarsi, pregando i due di portarlo con loro. E da quel momento i tre non si sono mai più divisi, con grande gioia di Lurtz che ha così la possibilità di dare il suo aiuto a chi ha bisogno e di stare col suo amico. Lurtz non è in grado di serbare rancore. Difficilmente si arrabbia e l’unico modo per scatenare la sua ira è mettere in pericolo la vita dei suoi compagni, in particolare quella di Kelen. È un tipo molto chiacchierone e nonostante tutto le sue parole sono chiare, anche se non sempre precise. Kelen, Stregone 6°, Umano. Interpretato da zelgadiss Kelen è figlio di un capo nomade e quindi futuro capo. Il suo gruppo nomade è fermo in una zona a nord, poco all’interno di una foresta. Ha vissuto in questo posto da quando aveva 10 anni ed ormai è particolarmente affezionato a queste zone e ai suoi boschi. La caratteristica speciale di Kelen sono le sue innate capacità magiche; i suoi antenati svilupparono naturalmente alcuni poteri che sono poi stati sviluppati nel corso dei decenni fino a perfezionarsi grazie a suo padre e a se stesso. Ma la vera passione del giovane Kelen sono le creature; non sa per quale strano motivo ma animali e mostri si trovano stranamente bene con lui e, il ragazzo ha sviluppato la capacità di richiamare a se queste creature nel momento del bisogno, oltre che ad evocare qualche altra forza magica per difendersi. La prima svolta nella sua vita è venuta pochi anni or sono, quando un gruppo di mezzorchi giunse in prossimità del campo nomadi, dopo essere fuggito dalle montagne in cerca di un posto tranquillo dove potere vivere, lontano dai loro progenitori orchi. Lurtz guidava la compagnia, un giovane mezz’orco, particolarmente scaltro, nonostante la sua vita barbara e vagabonda. Lurtz ed il suo gruppo si integrarono presto con i nomadi e Lurtz e Kelen, pressappoco della stessa età, divennero inseparabili. Kelen si confidava solo con Lurtz e solo a lui aveva svelato il suo sogno: vagare per il mondo, sempre a contatto con la natura e con le bestie tanto amate. Ma erano solo sogni, perché molto presto avrebbe dovuto sostituire suo padre come guida del gruppo nomadi. Ma per sua fortuna una seconda svolta arrivò nella sua vita. Un chierico, Don Mighelandalf, mandato dalla chiesa di Elhonna a controllare quelle terre, divenne presto amico dell’intera comunità e, al momento della sua partenza, Kelen prese la grande decisione. Chiese al chierico di portarlo con se nei suoi viaggi e nelle sue missioni, fuggendo dalla sua tribù e dai suoi odiati doveri, ma abbandonando il povero Lurtz. Mighelandalf accettò, a patto che il ragazzo non creasse problemi. I due viaggiarono qualche giorno prima di scoprire di essere stati seguiti: era Lurtz che, avendo sentito il dialogo tra l’amico ed il chierico, non era riuscito ad abbandonare a se stesso l’amato Kelen. Così i tre vagarono per qualche mese fino a diventare un vero e proprio gruppo e solo negli ultimi tempi, i tre hanno assoldato un esperto di trappole, Padishar, per completare il gruppo alla perfezione. Kelen è un ragazzo entusiasta, sempre allegro finché riuscirà a girovagare per il mondo anche se difficilmente esterna i suoi veri sentimenti, la tristezza per avere abbandonato la sua famiglia. Ma ormai ha deciso di non tornare indietro. Un legame quasi fraterno lo lega a Lurtz. Ed ecco tutto...riguardandoli ancora mi fanno sempre più schifo: stereotipati, collegamenti forzatissimi e chi più ne ha più ne metta. A voi gli insulti!
  24. zelgadiss

    Premessa

    Diciamo che questa sezione sarà morta a breve o comunque per un lungo periodo, perchè per il momento non ho tempo per scrivere elaborati BG per i tornei. Fatto sta che al momento ho solo in mente un progetto faraonico che dovrebbe risultare, nella mia testa, il mio BG perfetto, non tanto per la storia, quanto per la tipologia di stesura e per lo sfruttamento massimo delle mie scarse qualità di scrittore. Premesso ciò, come ormai avete intuito, vorrei postare in questa sezione tutti i BG dei tornei fatti con il mio gruppo. I post saranno ordinati cronologicamente e nell'arco di tempo penso che noterete un'evoluzione potente dei BG: il primo, scritto in singolo-pg, buttato lì a caso giusto per non presentarsi a mani vuote alla nostra prima esperienza ai tornei; l'ultimo un vero proprio racconto che, me la tiro un po, si è portato a casa il premio per Miglior Background al Torneo Chimera di Ludicamente 2007. Detto ciò, spazio ai racconti!
  25. tutto dipende da quanda destrezza ha. fatto sta che non c'è niente di più conveniente del mithrala a livello di costo-abbassamento percentuale di fallimento, secondo me. in alternativa, c'è la proprietà per le armature Twilight. costa un bonus d +1 e abbassa la percentuale di fallimento (cumulabile eventualmente con il mithral). si trova sull'explorer'd hadnbook. bye bye.....
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