Quanto dolore!
Ariaston era ancora disteso a terra, la testa che gli pulsava di un dolore tremendo, figlio dell'urto a terra nel semipiano.
La sentiva crescere e rimpicciolirsi, come la gola di una rana, ritmicamente e stordirlo ogni volta di più.
Ma non era questo il dolore che lo preoccupava.
Era il dolore che aveva percepito quando la ragazzina si era messa a piangere sul suo petto!
Aveva cominciato a provare emozioni forti, come solo il suo pugnale riusciva a fargli provare. Ma era diverso, era riuscito a sfogarsi in un pianto involontario, naturale, e di dolore puro, quasi in simbiosi con Alathariel.
E intanto Trebor si sacrificava per loro, l'elfo steso a terra, inutile a tutti, impossibilitato a intervenire. Come quella volta...quell'altra volta..
Voltò la testa, con un dolore incredibile, e guardò il gruppo di persone che circondava il ladro, quel simpatico ladro, mentre esalava l'ultimo respiro.
Chiuse gli occhi, e sospirò. Quanti amici aveva perso cosi?? Troppi, e ormai non faceva neanche più troppo male..
Ma questa volta era più doloroso; doveva la sua vita a quell'uomo, come tutti loro, e questo cambiava le cose. Era la prima, anzi la seconda, volta che qualcuno lo salvava...
Aixela sembrò svenire, sfinita dagli ultimi sforzi, e dal terribile avvenimento.
Perenor si prodigò per un po' per svegliarla, e poi si rese conto che in realtà la ragazza aveva bisogno di riposo, per riuscire ad andare avanti.
Allora la lasciò dormire, sistemandola su una panca poco più in la, aiutato da Sturmir.
La nuova ragazza piangeva, ancora concentrata sul corpo di Trebor, accompagnata dalla piccola Alathariel, in una sinfonia deprimente.
Ariaston si concentrò, poi si sedette per terra, sentendo nuovamente ondate di stordimento navigare nella sua testa, che come arieti sbattevano violentemente contro le pareti del suo cranio.
Si tenne le tempie qualche istante, poi Perenor gli si avvicinò, tentando di pulire la ferita alla testa dell'elfo, con uno straccio e un po' di acqua, probabilmente trovata li fuori. La frescura del liquido lo ristorò un poco e dopo qualche minuto era più in forze, forse anche per merito dell'intervento del chierico.
Si alzò, e andò a vedere l'umano steso a terra. E allora si accorse del kender, seduto in un angolo poco più in la, al buio, senza farsi vedere da nessuno, che osservava afflitto il ladro.
Ariaston si mosse, e andò a prendere la tovaglia che era sopra al tavolo poco più in la. La prese e coprì Trebor, per toglierlo alla vista di Lirian e Alathariel.
Vederlo causava solo altro dolore!
E poi accese il cervello.
Stupido! Che fai? non pensi?? questa casa è abitata...perenor ha preso l'acqua da quel catino, e la tovaglia è pulita; siamo in casa di qualcuno..
"ehi..ascoltatemi!" disse attirando l'attenzione dei compagni..
"qui siamo in casa di qualcuno..ora sembra non esserci nessuno, ma prima o poi torneranno..dobbiamo prepararci alla loro venuta, perchè immagino che nessuno di voi sappia dove siamo.."
Sturmir stava già guardando fuori dalla finestra, forse aveva capito prima di loro la situazione. Si girò:
"beh..ho dato un occhiata ai libri qui dentro..parlano tutti di magia. E non di magie semplici!
Mi sa che siamo finiti in una casa, forse, pericolosa.
E dal sentiero sta arrivando un uomo, accompagnato da una bambina; tra poco saranno qua. Dobbiamo prepararci alla loro venuta..." disse il nano, spostandosi dalla finestra, e andando a sistemarsi vicino al corpo incosciente di Aixela..