Olbeon aveva appena finito di rivestirsi, quando sentì la confusione.
Era stato tutto sommato fortunato: aveva vinto lo scontro con quell'orco, e questo gli aveva dato una soddisfazione enorme.
E come conseguenza aveva potuto fare un bagno, avrebbe da li a poco mangiato e bevuto gratuitamente, e gli era tornata voglia di birra.
Tutto sommato un pomeriggio proficuo.
Però sapeva che la calma sarebbe durata poco, il tempo che gli amici di quell'orco decidessero che era il caso di fargli la pelle.
Sperava solamente che finisse presto il temporale, e poi avrebbe potuto andarsene da quella città, e riprendere il suo eterno errare.
Quel gatto gli si era affezionato, e quindi magari avrebbe potuto trovare dei compagni di viaggio in que Xarioki e nel suo amico.
Mentre scendeva le scale però le urla lo raggiunsero. Si inginocchiò sullo scalino, in modo da vedere quanto succedeva nella stanza di sotto.
Vide un ragazzo armato di spada ingaggiare una furiosa battaglia con una serie di bestioni, che a quanto pare ce l'avevano nuovamente con il mago.
beh, forse me ne andrò prima del previsto, se ce l'hanno con lui per via dello scherzo di prima..
Il nano tornò in camera sua di corsa, afferrò tutta la sua roba, e guardò fuori dalla finestra.
Sotto di lui c'erano 3-4 metri di vuoto, forse qualcosa di più, e sotto un lago di pioggia e fango. Poco di fianco, sotto alla finestra della camera di fianco alla sua, c'era una pianta cespugliosa che avrebbe potuto attutire la caduta.
Olbeon tornò sulle scale di corsa, guardò il tafferuglio nella stanza grande, e si rese conto che stava diventando troppo seria, per i suoi gusti, la cosa.
devo fare in fretta..
Si girò di scatto, e si lanciò di peso contro la porta della camera di fianco, per sfondarla.
Era aperta!
La spallata spalancò la porta di colpo, lasciandolo a volare nel vuoto della camera, mentre la porta sbatteva contro il legno e rimbalzava contro lo stipite.
Cozzò contro il letto con la schiena, sbattendolo violentemente contro il muro e spaccandolo.
Ci mise 20 secondi a rialzarsi, stordito e imprecando rumorosamente.
Afferrò l'ascia e furioso colpì il letto.
Si era completamente dimenticato del casino di sotto, voleva solamente spaccare tutto.
Dopo un paio di colpi si riprese, tutto arrossato, e spostò il letto.
Si avvicino alla finestra e guardò di sotto. Il cespuglio era alto un paio di metri, e avrebbe funzionato bene. Pioveva ancora a dirotto, e sentiva anche odore di fumo che non capiva da dove venisse.
Non sentiva più rumori provenire da sotto, ma quasi non se ne rese conto, impegnato com'era a imprecare contro il tempo atmosferico, e alle sfortune che lo colpivano.
Aprì completamente la finestra, imprecò più forte, molto più forte, e mettendo un piede sulla finestra si lanciò di sotto.
Sfondò il cespuglio con tutto il suo peso, finendo tra le foglie bagnate e spaccando tutti i rami.
All'inizio pensò di aver sbagliato i calcoli, notando che i rami non rallentavano assolutamente la discesa.
Poi man mano che si avvicinava alla base rallentò la caduta e l'impatto fu ben assorbito.
Sbattè comunque contro un ramo un po' più grosso, con la spalla destra, e il colpo gli tolse il fiato per qualche secondo.
Poi rotolò di fianco, e si trovo disteso a terra, di schiena, con le gambe ancora incastrate tra i rami, e la testa più in basso in una pozzanghera.
Mentre muoveva rabbiosamente le gambe per cercare di liberarsi e rimettersi dritto vide qualcosa muoversi sopra di lui.
Allora si fermò, per osservare meglio.
Il gatto lo osservava, dalla finestra della sua camera, con un espressione strana e stupita.