"Burp!"
Olbeon si svegliò così, ruttando, e con la testa pulsante.
Tossi, cercando di riprendersi.
Dopo qualche secondo di intontimento respirò a fondo, maledendo la pioggia che lo aveva svegliato.
Si sentiva fradicio e puzzolente.
Si alzò in piedi o almeno ci provò.
Non si accorse neanche di cadere in avanti, mentre sentiva un dolore leggero all'inguine.
Si ritrovò disteso appoggiato sulla spalla destra, con la barba che tingeva nel fango.
Ci mise un po' a rendersi conto di cosa stesse succedendo, e più di qualche minuto a liberare un polso dalla corda che glielo stringeva.
Quando riuscì infine ad alzarsi era impregnato di acqua piovana e fango, e gli abiti erano praticamente da buttare.
Non l'avrebbe di certo fatto, ma si rendeva conto che avrebbe dovuto.
Si diresse barcollante verso l'entrata, senza sapere quanto tempo fosse passato da quando era volato fuori dall'entrata, con il solo scopo di tornare alla sua camera e dormire, dopo essersi dato una lavata veloce.
Per fortuna aveva ancora un po' di soldi avanzati dall'ultima missione, quindi avrebbe potuto permettersi la vasca con l'acqua e un altra notte in locanda, prima di dover cercare qualche lavoro.
Oltrepassò la porta barcollando, dopo essere rimasto due minuti appoggiato alla parete esterna, cercando di fermare il mondo che gli girava attorno.
Appena entrò il frastuono lo colpì. Rimase in piedi all'entrata, in attesa dell'oste che sicuramente sarebbe arrivato a insultarlo nuovamente.
Attese per qualche minuto, come in trance, perso tra le pulsazione dell'alcol nella testa, come delle campane a mezzogiorno, e la voglia di una dormita seria.
Poi si riscosse, quando all'improvviso si rese conto che l'oste non accennava ad arrivare, e che invece tutta l'attenzione degli avventori era rivolta ad un angolo della locanda.
Cercò di capire cosa stesse succedendo, ma la confusione e il suo mal di testa glielo impedirono. Allora decise di avvicinarsi, incuriosito.
Dopo qualche passo barcollante giunse all'angolo dove si era formato un cerchio di persone; al centro della cerchia si trovavano un mezz'orco puzzolente e all'apparenza incazzato, e un umano con i capelli neri, piazzato di fronte a lui.
Alle sue spalle uno strano gatto, malconcio.
Olbeon intuì subito che sarebbe passato poco tempo prima che iniziassero ad usare le mani, e si chiese come mai l'oste non accennasse a intervenire come aveva fatto con lui.
Si guardò attorno, alla sua ricerca, e poi capi: a incitare l'orco alla rissa erano proprio gli energumeni che poco prima l'avevano sbattuto fuori dalla locanda aiutando l'oste.
Olbeon ci mise solo pochi istanti a decidere: fece un passo in avanti, portandosi in vista al centro del cerchio.
E poi si mise a ridere sonoramente, guardando il mezz'orco.
"Beh, che credi di fare, testa vuota?
Pensi di usare la tua mazza contro un avversario degno, o vuoi giocare con i ragazzini?"
Il silenzio scese nella locanda, e permise al nano di rendersi conto di che mal di testa si ritrovava.