Quando riaprì gli occhi fu a causa dell'urto contro il terreno, mentre la gamba posteriore sinistra della sedia aveva ceduto.
Si ritrovò a scuotere la testa per riprendere il controllo, dopo il sonno.
Quando fu in se capì che la sua idea aveva avuto successo: ora era libero, mentre centinaia di tarli continuavano a nutrirsi della sedia secondo i suoi ordini.
Si liberò dalle corde che lo tenevano stretto, e velocemente si diresse verso il suo mantello, non ancora rassegnato all'idea di essere senza il suo pugnale.
Quando lo sollevò capì subito dal poco peso, che l'arma non c'era.
Lo lasciò cadere a terra, sollevando un po' di polvere, e si rassegnò all'idea.
Controllò al collo, e notò di essere anche senza l'amuleto che lo avrebbe aiutato nella fuga.
Imprecò mentalmente, e si diresse verso la porta. Decise che era il caso di procedere cautamente, lentamente, sia per non commettere errori, sia per non affaticarsi troppo visto le lesioni alle caviglie e ai polsi.
Controllò la ferita alla testa e senti di essere tutto incrostato di sangue rappreso. Era gonfio e la ferita gli pulsava, richiedendo cure immediate.
Arrivò alla porta, e sbirciò dietro di essa alla ricerca di rumori o pericoli.
C'era un corridoio lungo e poco illuminato, da torcie che stavano finendo.
Ma non c'era nessuno. In fondo v'era un altra parete verticale, senza porte, e non notava altre stanze.
Decise di percorrere quel corridoio, per capire meglio dove si trovasse. Si mosse silenziosamente e lentamente, fino in fondo, senza trovare anima viva.
E a quel punto il panico si impadronì di lui.
Era in un vicolo cieco, senza uscite ne altre strade da seguire.Il soffitto di terra si estendeva sopra lui, e nessun altra possibilità si presentava davanti, tranne quella di tornare nella stanza precedente.
Per la prima volta si senti completamente perso.