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Ferion vallas

Circolo degli Antichi
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  1. Spoiler: lo si capiva gia dal trono portatile, quell'arrancar è ego solidificato XD
  2. Spoiler: qui entra in gioco l'abilità del singolo, mettiamo che al posto di fare il calmo e giocherellare con matsumoto, l'avesse ferita (ne era capace), oltre alla ferita, il peso stesso raddoppiato avrebbe provocato una uscita più veloce e violenta di sangue (anche il sangue raddoppia il peso, se viene colpita la carne). Invece per il caso di Kuchiki, nemmeno quella è imbattibile, renji l'ha provato, il rilascio dello shikai è lento e si ha tempo per colpire. Poi che il bankai di byakuya sia bestiale è un altro discorso xD Comunque ogni spada ha il suo punto debole (a parte zangetsu, quella come arma da puro corpo a corpo è forte, e anche il getsuga fa un male cane, è ichigo che è scarso di suo senza hollow, ma è un altro discorso anche quello XDD). Alla fine la più potente è quella di Aizen a prescindere, l'unico capace di fare illusioni in tutto il manga/anime. Il suo bankai sarà inimmaginabile, se ne avrà bisogno
  3. Spoiler: a me wabisuke piace assai in un mondo in cui si combatte al 90% di spada, una lama cosi finchè qualcuno non tira fuori un bankai, non può fare altro che dominare
  4. ah pensavo che cpu indicasse quanto è impegnato XD perchè nel task in prestazioni indicava che stava lavorando 100% allora, ricatalogo i problemi l'antivirus (AVG) mi dice che deve riavviare il pc per aggiornare, ma lo fa ogni singola volta, anche dopo averlo riavviato, quindi penso che ho l'antivirus non aggiornato. ogni volta che accendo mi dice trovato nuovo hardware e chiede l'installazione, e non ho assolutamente idea di quale parli, quello che uso è tutto regolarmente installato. Riavvio del pc, ma quello probabilmetne è colpa del gioco specifico (cabal online), ho cercato informazioni e non è cosa rarissima, vi sto ponendo rimedio cmq non è che è stato controllato, era stato proprio formattato xD
  5. da quel che ho capito, manca un centinaio di capitoli comunque io voglio vedere il rilascio di Halibel :Q__
  6. Aiut, non so perchè nel task manager, sotto processi, il ciclo idle del sistema mi segnala cpu 99 mentre non sto facendo assolutamente niente, e de fatto mi rallenta tutto, mentre gioco a volte o si impalla o riavvia del tutto il pc dicendo che è stato riavviato a causa di un grave errore. che vuol dire sta cosa? L'ho appena portato a sistemare, tempo un mesetto e ha più problemi di prima
  7. si quello è ovvio, boh forse parlo perchè ne ho le sfere del drago piene dell'8° replica di dragonball z in tv XD
  8. Sesshomaru si chiama il fratello di Inu
  9. inuyasha=dragonball z per fangirls XD
  10. Grazie per il commento tranquillo sul lapidario per il fatto dell'ambientazione, questa è solo il prologo, per presentarla (e inventarmela XD) c'è tutto il tempo per le frasi lunghe: io non me ne ero accorto, ma evidentemente tendo ancora a cadere nel solito errore di fare frasi troppo lunghe e arzigogolate, mi impegnerò per porci rimedio Per l'ultimo punto, si, lo scopo è quello (almeno nella prima parte della storia che ho in mente), per il momento Gabriel è qualcosa di tremendo. Se hai presente il manga Bastard, per il momento siamo ai livelli di Dark Schneider xDD. Il primo capitolo è in lavorazione, lo posterò dra qualche giorno, stay tuned
  11. ma infatti secondo me akira dovrebbe andare in pensione, a me schifa il suo stile di disegno xD per dragonball ci stava, ma vedere in giro personaggi sempre uguali a quelli del dragon palla mi da noia esempio in dragon quest 8 c'è uno dei protagonisti che è uguale a trunks XD
  12. si sta andando per la serie " io c'ho il colpo segreto, lo tiro fuori e buona li" xD
  13. è meglio il fumetto a sto punto, l'anime-videogioco è qualcosa di dragonballesco sia per il disegno che per altro tra questo Spoiler: e questo Spoiler: io preferisco di sicuro il secondo
  14. riesumo un attimo il topic anche se sono commenti assaaaaaaaaaaaaaaaai vecchi, risalenti al periodo del mio assenteismo quindi i commenti non li avevo nemmeno letti XD ti do ragione Aerys su tutta la linea xD a distanza di tempo, quello che ho scritto non mi soddisfaceva affatto, mi sono reso conto che ancora non ero in grado di scrivere qualcosa di lungo senza perdermi per strada (tendo molto a distrarmi mentre scrivo). Di per se non mi entusiasma nemmeno la trama che avevo inventato, è troppo lineare, avevo ancora la mente piena di videogiUochi al tempo, quindi la mia stesura (quella qui postata è attualmente la terza, l'ho ricominciato 3 volte in totale il tutto) ne ha risentito. Ora sto riprovando a scrivere un racconto (il ~G~ postato qualche giorno fa) sperando di essere migliorato. Spero che ci sia ancora chi abbia la voglia di commentare e criticare i miei lavori xD (il difendermi a spada tratta, cit. Merri, se n'è andato, sono cresciuto un pochino )
  15. grazie dei commenti giusto anche quel finale alternativo, del resto la psiche è qualcosa di insondabile, chi può dire che tutti noi non siamo il pensiero di qualcun altro, un sogno? xD (chi pensa a FFX sta sbagliando, chi pensa al re rosso di "oltre lo specchio" pensa giusto, quando faccio citazioni le faccio da cose di classe asd )
  16. evviva la crudeltààààà mi è piaciuto assai asd
  17. Ferion vallas ha pubblicato un messaggio in una discussione in Libri, fumetti e animazione
    Sei triste? Mi chiese lui, sorridendo giocondo come sempre, le guanciotte piene quando tirava gli angoli della bocca per sorridere sembravano ancora più piene, sembrava un criceto quando se le riempie di cibo. Si, gli risposi, e non so perchè..sento come un vuoto dentro di me..forse è l'arredamento della stanza..è un po' spoglia a dirla tutta..almeno stiamo sul morbido, aggiunsi abbozzando anche io un sorrisetto. Pazienza, disse lui, compreremo qualcosa, un divano, un tavolo, delle sedie, e che altro? Si chiese, sfregandosi il mento con un' espressione pensierosa che non riusciva a non tradire un sorrisetto bonario. Un televisore. Dissi io, contagiato dal suo buonumore. Ah gia! Esclamò lui, ma come ho fatto a dimenticarmene? Che stupido che sono, e fece una linguaccia a se stesso. Io risi. Mi mancano mamma e papà..disse d'un tratto, incupendosi di botto. Ecco, con la mia emoaggine l'avevo ammosciato..gli diedi una sonora pacca sulle spalle, per poi portarmi alle sue spalle e iniziare a fargli un tremendo e totale solletico. Ridendo mi implorava di smetterla, non ce la faceva più, aveva le lacrime agli occhi. Non mi fare il depresso, lo ammonii imitando la tata, che era solita dire tale frase guardandoci in faccia e incociando gli occhi, un contrasto di volto sciocco e voce seria che ci facevano letteralmente rotolare a terra dal ridere. Che noia però..mi sono scordato la psp a casa..anzi no avevo detto a te di prenderla mi sembra. Doh, esclamai tirandomi una manata in fronte, me ne sono scordato porca di quella porca di quella porca. E terminata quella sequela di imprecazioni, mi distesi a terra a mo' di angelo della neve. Guarda che al massimo qui puoi fare l'angelo della polvere, osservò lui. Son dettagli, ribattei sornione, iniziando a rotolare sul pavimento, finendogli addosso. Attento, signo' u' schiacciasassi, mi disse, tirandomi un leggero cazzotto nei reni. Ahiahahaauiaihaihua 'XXarola che male che mi hai fatto. Il rotolare divenne un contorcersi a terra. Esagerato, disse lui noncurante. Esagerato un paio di biglie, fu la mia risposta assieme a un analogo pugno nell'analoga zona. Tié. Dai dai non stare li a terra a contorcerti com' o shuri shuri, gli dissi..come lo shuri shuri, una frase che tecnicamente non ha senso, e per questo noi gli diamo ogni volta il significato che ci serve, per esempio, lui manca un bersaglio con la fionda e io gli dico "hai la mira di 'no shuri shuri", oppure io inciampo e lui "hai l'equilibrio di uno shuri shuri". Lui si rimise in piedi. Bon, andiamo a cacciare il drago indovino. Ok, risposi, rialzandomi in piedi e calandomi la celata sul volto, e preparatici, ci dirigemmo all'entrata della caverna. Signor drago indovinooooooooooooooooo, urlò lui, e una voce roboante ci rispose. Chi èèèèèè? Cominciamo bene, commentammo all'unisono. Non finimmo nemmeno di parlare, che il drago indovino sbucò dalla grotta, ghignando e sbuffando e soffiando dalle narici le tesserine dell'indovina chi, una delle quali per poco non mi si infilava in un occhio, mannaggia, fanno male quei cosi! Il combattimento fu epico, tremendo, la terra si spaccava sotto i passi della bestia e per i nostri violenti colpi, ed alla fine riuscimmo a vincere la tremenda belva. Ha gli occhiali? Chiese la bestia, negli ultimi respiri di vita. No, fu la nostra risposta, e con il dolore negli occhi, l'essere si accasciò a terra. Alèèèè esclamai, e ora? E ora, rispose lui, puntandomi la spada contro, e ora andrai in pasto ai pesci, topo di cambusa, vai sulla passerella. Mi ordinò, pungolandomi e spingendomi sulla traballante trave di legno che sporgeva dalla nave, sotto riuscivo a vedere gli squali che facevano a bim bum bam per vedere chi doveva mangiarmi. Ma noo, che topo di cambusaaa, ho mangiato solo due salami, tre prosciutti, cinque aringhe sotto sale e due bottiglie di vinooo, non è un danno grave dai, era solo per non morire di fameee, protestai mentre continuava a pungolarmi col suo coltellaccio facendomi andare al bordo della trave. E vabè, visto che non mi credi, io dico : AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHAAAAAAAAAAAAA E con tale violento urlo mi appesi alla liana e sfrecciai tra gli alberi, arrivando sul terrazzo della mia casa arborea costruita su un enorme banano. Io tarzan, tu pi*la, dissi battendo i pugni sul torace nudo. No, io tarzan, tu masterizzato. Rispose lui, imitando il mio gesto. Accidenti mi hai scoperto..attivare il teletrasporto! Dissi, e dopo un paio di secondi di acuta luminosità mi ritrovai nella mia astronave. Capitano! Disse lui, a due centimetri dal mio orecchio, facendomi saltare via dal sedile. La prossima volta ti strozzo! Gli dissi, che vuoi? I klingon ci attaccano! Esclamò agitato, premendo un bottone e facendo comparire l'immagine sullo schermo..ed eccoli li, con i loro abiti blu, quelle strane cose sulla testa e con in mano i loro maledetti bastoni tonanti. Incoccai la freccia tesi la corda, i visi pallidiii, urlai, scoccando la freccia e colpendone uno al cuore. Bel tiro fratello Ornitorinco ingrifato, mi disse lui, colpendone un altro facendolo ruzzolare a terra. Grazie fratello Paguro flautolento, e dopo averlo ringraziato sfoderai la mia fedele Katana chiamata "soffio primaverile che accarezza con dolcezza materna i petali di ciliegio che danzano nell'aria di maggio", o in amicizia piezz'e ferr, ed esclamai. ti pentirai di aver sconfitto il mio maestro, mio rivale Toyota-san. Lui sfoderò di rimando la sua spada LoL, che in italiano vuol dire "colui che ride assai tanto anche per motivi che non necessitano solitamente di ridere in tale maniera", non mi avrai, Honda-san, e cominciò il violento e cruento duello al sorgere dell'alba, in riva al mare estivo. Ma prima che uno dei due potesse sferrare il colpo letale, la porta si aprì, ed entrò quel signore di poco prima, quello con la penna nel taschino della giacca, e posò la mano sulla spalla del mio amico, conducendolo fuori dalla stanza, senza degnarmi di uno sguardo. Io, dal canto mio, odio essere ignorato, quindi con il broncio trotterellai dietro di loro. Lo portarono in una stanza li vicino, c'era un televisore e un videoregistratore. Lo accesero e si vide un filmato in cui c'era lui che si agitava per la stanza di prima, parlando e ridendo da solo. Che fai, scleri senza di me? Gli dissi scherzando, dopo avergli tirato un pugno alla spalla. Ahi, disse lui, ricambiando il colpo con scherzosa (ma dolorosa) forza. Vedendo ciò, l'uomo con la penna nel taschino scosse la testa. Marco, gli disse. Sai che filmato è questo? No, rispose. E' la registrazione di dieci minuti fa, disse l'uomo con la penna nel taschino, guardandolo da dietro gli occhialini rotondi. Aggrottai le sopracciglia. Mi hanno sfalcato dal filmato, protestai, convenendo però che erano stati bravi col pc a fare una cosa del genere. Si, e allora? Disse il mio amico. Dove è Carlo? Perchè non c'è. L'uomo con la penna nel taschino sospirò. Marco...Carlo non c'è nel filmato perchè lui non esiste. Inarcammo le sopracciglia. Come non esisto, Esisto esisto! Esclamai, sottolineando tale frase con un peto che non riuscii a trattenere, e Marco giu a ridere. Non esiste perchè è il tuo amico immaginario. Detto questo, l'uomo con la penna nel taschino allungò a Marco delle foto, compleanni, feste eccetera, dove lui o teneva il braccio sospeso nel vuoto, come se stesse tenendo le spalle a qualcuno, o offriva dolcetti a persone invisibili. Le guardammo sconcertati. Sorrisi amaramente. Ecco perchè tutti tranne lui mi ignorano. Faccio parte della mente di Marco.. Fummo riportati nella stanza di prima, incrociammo una o due persone vestite con una maglia dalle maniche molto lunghe che penzolavano, accompagnati da altri due vestiti di bianco. Mi appoggiai al muro. Non esistevo? Come è possibile? Io mi sono sempre sentito vivo e vegeto..come si può dimostrare che si esiste? Mentre mi assillavo con tale domanda, le lacrime iniziarono a scendermi giu per le guance. Sei triste? Mi chiese lui, non più sorridendo giocondo come sempre, le guanciotte piene quando tirava gli angoli della bocca per sorridere non sembravano ancora più piene, non sembrava un criceto quando se le riempie di cibo. Un poco, risposi. Almeno, so che sono parte del mio migliore amico. Marco Pieroni, 13 anni, uscì dal manicomio di S. Giacomo dopo 7 mesi di cura. Non ha più parlato da solo ne menzionato Carlo in nessuna occasione.
  18. Dedico questa a chi mi ignora Linkin Park - Faint I am a little bit of loneliness, a little bit of disregard Handful of complaints but I can't help the fact That everybody can see these scars I am what I want you to want, what I want you to feel But it's like no matter what I do, I can't convince you To just believe this is real So I, let go watching you turn your back like you always do Face away and pretend that I'm not But I'll be here cause you're all that I've got I can't feel the way I did before Don't turn your back on me I won't be ignored Time won't heal this damage anymore Don't turn your back on me I won't be ignored I am, a little bit insecure, a little unconfident Cuz you don't understand I do what I can Sometimes I don't make sense I am, what you never wanna say, but I've never had a doubt It's like no matter what I do I can't convince you for once just to hear me out So I, let go watching you turn your back like you always do You face away and pretend that I'm not But I'll be here cause you're all that I've got I can't feel the way I did before Don't turn your back on me I won't be ignored Time won't heal this damage anymore Don't turn your back on me I won't be ignored Hear me out now You're gonna listen to me like it or not Right now, hear me out now You're gonna listen to me like it or not Right now I can't feel the way I did before Don't turn your back on me I won't be ignored I can't feel the way I did before Don't turn your back on me I won't be ignored Time won't heal this damage anymore Don't turn your back on me I won't be ignored I can't feel Don't turn your back on me I won't be ignored Time won't tell Don't turn your back on me I won't be ignored
  19. a me sembra tanto della serie "scelgo nerull perchè mi da i poteri che mi servono e bona" uno che serve nerull non vede i Non morti come schiavi o pezzi di carne semovente, con un dio del genere io avrei una adorazione quasi fanatica per ognuna delle mie creazioni.
  20. poi magari vedi se il tuo master al posto dei guanti magici ti fa trovare i calzini magici xD
  21. doh, io l'ho sempre usata xD è arcaico per quel che so, l'ho visto in libri vecchi tipo "il giardino dei Fizi Contini" (o come si scriveva)
  22. appena ci riesco mi metto giu e provo a recuperare i livelli
  23. [Ho avuto problemi di postaggio] Ella sa cosa ha, ma non cosa non ha, e si sente lo stesso vuota. Angelo cambiò tutto..apparve un giorno alla finestra, come se fosse stata al piano terra e non a decine di metri di altezza, con un sorriso nella penombra. Tu chi sei, chiese lei a quell’ombra dai capelli rossi. Io sono la notte, rispose lui, semplicemente, con il sorriso sulle sottili labbra. Il primo uomo che vide, a parte i suoi anziani servitori, e suo padre..non sapeva nemmeno se aveva fratelli o meno.. o addirittura una madre. Aveva angelo. Lui le parlava, le raccontava le cose che suo padre teneva nascoste, il colore del cielo di giorno, il sole..ciò arrecò il danno che suo padre temeva: la tristezza.. Durante il giorno se ne stava al buio nella sua stanza, senza le candele a cullarla nella loro tremula luce, attendendo che arrivasse la vera notte per veder fare capolino dalla finestra aperta il volto di Angelo. Come un cucciolo dopo una delle sue prime ruzzolate, il suo cuoricino puro e candido batteva nel suo petto, forte, da dar quasi l’impressione che tutto il corpo tremasse, in quell’abbraccio. Ti amo, sussurrò, con una voce che lei non lo sapeva, ma poteva quasi definirsi languida, contaminata dagli ultimi sprazzi di ardore. Funziona sempre cosi..se si è inesperti, se il cuore è tenero, dolce e vulnerabile come la pelle di un neonato, è naturale che la prima forte sollecitazione, il primo forte sentimento, venga interpretato come la summa. Nella sua mente, lei lo amava. Lui rimase in silenzio, lui, che vedeva nel buio scrutava quegli occhi di cerbiatta che lo cercavano. Era sincera, lo amava. Ne sei sicura? Chiese, la voce sottile, un respiro di vento, voleva la conferma..ti amo non sono due parole che possono essere messe assieme con tanta leggerezza.. E sia. Rispose. Te lo concedo. Concluse la frase lasciata spezzata per qualche istante, come se stesse cercando le parole, o stesse ricordando un copione detto infinite volte. La risposta la sorprese..s’aspettava un anche io. Calde lacrime iniziarono a solcare le guance, non viste dai mortali, viste da Lui. La prima crepa, il primo petalo del giglio si staccava e cadeva. Non era stupida. <Si. Ne sono sicura> Disse, accomodandosi ancora su quella pelle leggermente imperlata di sudore. Era sicura, Lui lo leggeva nei suoi occhi.. Sollevò lo sguardo, non visto, guardando il ricco soffitto della stanza. <E tu? Tu mi ami?> Chiese Marie, incalzando, incoraggiata da quel silenzio, come una guerriera che cavalca per l’ultima volta verso l’esercito nemico, gridando la sua anima per l’ultima volta. Risposta non giunse, perché cigolando prepotentemente la porta di legno si aprì, non prima del risuonare chiaro di due scatti di lucchetto. La luce entrò prepotentemente nella stanza, illuminando con le candele dei servitori uno spicchio del letto, lei era visibile, ignuda tra le braccia di qualcuno, ancora innaturalmente nascosto, come se le tenebre fossero un velo di odalisca sul capo Suo. Caracollando affannosamente, il padre entrò nella stanza, stagliando la propria grassoccia ombra su quella lama di luce che tagliava il corpo di sua figlia. I servitori avevano fatto il loro dovere, avevano origliato i suoni della stanza, ed avevano fatto in tempo ad avvertire il loro padrone, prima che Lui se ne andasse via, pronto a tornare ancora e ancora, portandogli via a poco a poco sua figlia, come un cane randagio che ruba da una tavolata all’aperto, non visto. <Tu!> Esclamò, puntando un salsicciotto che protendeva dalla mano all’indirizzo di Angelo. La voce era forte, dura come mai era stata quella del tremebondo nobilotto. L’orgoglio ferito, e il pensiero di perdere sua figlia avevano cancellato per quella sera la Paura. <Io. E chi altri?> La risposta, l’ombra come comandata arretrò un poco per mostrare la smorfia di disgusto che deformava quelle labbra ancora pregne del sapore di lei. Probabilmente il servitore che reggeva il candeliere si era avvicinato alla porta per vedere chi fosse questo Tu. Altri goffi passi portarono più vicino il padre ai due amanti. Non c’è tempo per aver paura. <Perché mia figlia?>Chiese, con tono che poteva sembrare supplice, ma in realtà iracondo. <Perché la notte succede al giorno?> Fu la risposta. Si alzò dal letto, immune al senso del pudore, Marie imitò quasi meccanicamente il movimento, continuando a stare tra le braccia dell’uomo, mostrando che lui d’altezza la superava alquanto. <Figlia mia copriti per l’amor del cielo!> Abbaiò al suo indirizzo il padre <Il cielo non ha amore da dare> Le parole di Angelo furono Immediate e schiette, come un colpo di spada appena sfoderata. Lo sguardo di Marie saettava da una figura all’altra, mentre la sua mano timidamente afferrò la coperta e l’utilizzò per coprirsi il petto e il ventre, il calore se ne andava, lasciando spazio al pudore virgineo non più a lei appropriato. L’uomo nascosto dalla coltre di buio compì un gesto alquanto sprezzante, poggiando le punte delle dita alla fronte, scostando una ciocca di capelli vermigli attaccatasi allo zigomo per il sudore..tutto ciò non ebbe altro effetti, se non quello di far aumentare a livello palpabile la furia del grassoccio nemico <Che cosa vuoi fare? Tentare di uccidermi?> Parole dure e forti come pastoie bloccarono sul posto il padre, e nessuno dei presenti non poté non notare quanto fosse marcata nella frase la parola “tentare”. <Può essere> Parole degne del topo preso all’angolo risposero degnamente alla domanda, accompagnate dall’argentino vibrare di uno stiletto tirato fuori da chissà dove, la cui punta in linea d’aria indicava il cuore del nudo uomo. Come una marionetta azionata dal pensiero, uno dei servitori galoppò nella stanza e trascinò via Marie, affinché non fosse in mezzo a quella che pareva una imminente colluttazione con esiti mortali. Il padre, la cui importanza come uomo d’arme, come nobile e altro era talmente infima da limitare l’area geografica in cui lo conoscono a poche miglia, stava puntando l’acciaio contro un uomo che per contro era conosciuto in tutto il mondo.. Si leccò le labbra riarse, quella situazione, quella tensione gli aveva asciugato la gola al punto da fare atrocemente male; gli occhi porcini zigzagavano su ogni parte del corpo avversario, cercando un ipotetico punto debole dove colpire..cosa poteva mai fare contro di lui? Sperare. Null’altro. A guisa di un cinghiale alla carica il nobilotto caricò, serrando la destra sull’impugnatura intarsiata dell’arma, poggiando il palmo della sinistra sul pomolo della stessa, per imprimere tutta la sua disperata forza di paffuto ometto in quella stoccata. Chiuse gli occhi, aveva paura, oramai non era lui a colpire, ma la forza di inerzia di quella palla di grasso munita di gambe che un tempo era un corpo. Un rumore strano, metallico, nella mente del disperato aggressore per un istante si dipinse l’immagine della lama che rientra in un fodero viscido e umido. Nessun lamento. Sentendosi ancora vivo aprì gli occhi, e preferì essere morto..di gran lunga preferiva essere morto. La lama, nella sua interezza, era conficcata sotto il seno sinistro di Marie, snella s’era insinuata tra le costole, e aveva graffiato il cuore. Cinabro sangue sgorgava rigando di rosso la candida pelle, una rosa sbocciata nella neve. Un’altra era nata tra le pallide labbra di lei, e cresceva, colando sul dolce mento, andando ad allargare la pozza di petali scarlatti ai piedi dei tre. Nessuno si aspettava una azione del genere, tanto lesta quanto azzardata, anzi, forse Lui se l’aspettava, ma ciò non è dato di saperlo. Rovinò a terra, le gambe incapaci di sostenere il suo lieve peso. Suo padre ululando lasciò la presa dall’empia arma e si inginocchiò sulla figlia, scossa dalla tosse che gettava avanti a lei sprazzi di ferroso sangue, non tentava nemmeno di frenare l’emorragia, sapeva cosa aveva fatto, perché, e per chi. Si chinò anche Lui su quel candido corpicino, lei ne cercava la mano, e la trovò. <Angelo mio…perdonami, questa è l’ultima sera che potrai venire a trovarmi…> Il giglio stava sfiorendo inesorabilmente, dopo aver chiesto di essere colto. Lui non rispose immediatamente, scrutò quegli occhi di cerbiatta, non vi trovò la paura; baciò la mano che delicatamente stringeva nella sua. <Anche io ti amo> Disse. Marie chiuse gli occhi e sorrise. Null’altro. Il padre aveva perso la sua unica figlia, dopo essere rimasto vedovo. Sua moglie era morta per il difficile parto di quel malato fiorellino ingenuo. <L’hai uccisa!> Sibiliò contro colui che era causa di tutto. <Permettimi di dissentire su tale affermazione. La lama è tua, la mano è tua, la mente altrettanto. Tu l’hai uccisa> Immediata risposta. Verità, tremenda verità, fece desistere il padre da quel disperato scarica barile. <Davvero l’amavi?> Riuscì a balbettare. Lui lasciò la mano di Marie, e si alzò, dirigendosi verso i suoi vestiti abbandonati in un angolo della stanza. Rapidamente coperte le nudità, con naturalezza e compostezza, rispose. <No> Tono neutro, naturale, come se la serva avesse posto la domanda “Vuole la carne per cena?” La singola sillaba spaccò la mente del padre, come una mannaia. Spaccò la determinazione, il coraggio, tutto, lasciando spazio a ciò che coprivano: paura e disperazione. Raggomitolato sul corpo di sua figlia, il nobile di cui nessuno conosceva il nome piangeva. <Come hai potuto mentire a una fanciulla morente? Sei un mostro!> Per la prima volta uno dei servi fece sentire la sua voce, entrato nella stanza per prestare soccorso a Marie, constatando con somma tristezza che ella era gia lontana dal suo debole involucro. Un tetro sorriso carico di arroganza balenò sul volto di quello che ormai era un nemico. <Come ho potuto? Parlando, semplice> Il disgusto era palpabile sul volto del servo. <Ora è il mio momento di porre domande, e il vostro di rispondere> Disse d’improvviso, muovendo un passo in avanti, incurante di pestare l’innocente sangue di Marie. <Come, e ripeto COME, avete osato rompere il mio nuovo giocattolo?> Tono iroso, l’aria divenne pesante come ferro. <Giocattolo?> Sibilò di rimando il padre <Stai parlando di un essere umano, di una fanciulla indifesa che ti amava!> Continuò, stringendosi ancora più spasmodicamente al corpo che principiava a divenire freddo e rigido. <E’ stata lei a fare la prima mossa..indifesa non mi pare il termine più corretto. È stata una scelta della sua mente quella di amarmi. Io non ho niente a che fare con ciò, ne convieni nevvero?> <Mostro> fu l’epiteto che venne ripetuto, mentre disperato il padre, oramai solo, poggiava la sua fronte a quella di Marie, come se volesse donarle tutto il suo calore pur di farla tornare in vita. <L’hai corrotta!> Gridò. Intanto Lui scostò un'altra ciocca di capelli dal proprio volto. Chiacchiere nella piazza sotto il sole del pomeriggio. <Lo sapevi che hanno ammazzato lord Cazna?> <Chi?> <Quel trippone della reggia non lontana dalla fattoria di tuo cugino!> <Aaah allora si chiama cosi, pazienza..si sa chi è stato?> Silenzio per un istante. <Le serve sono andate nella stanza della figlia per rassettare e hanno trovato lui e lei morti, lo so perché mia sorella era una di loro> <No dai! Quella povera creatura..> <Lei aveva il pugnale del padre conficcato nelle costole> <E il trippone?> Di nuovo silenzio, timoroso stavolta. <L’hanno trovato tagliato in tre parti..un taglio perfetto all’altezza della vita lo divideva a metà, e un secondo taglio divideva ancora la parte superiore in due metà perfettamente uguali, andando a togliere anche un pezzo della parte inferiore del corpo. Tutte le parti erano a terra, adagiate a poca distanza tra loro, bastava riavvicinarle un poco e il trippone sarebbe stato nuovamente integro.. A guardarlo stando in piedi, lo spazio tra le parti, quel vuoto, disegnava una croce rovesciata. E il sangue schizzato in ogni direzione formava due larghe e lunghe macchie. Sembravano ali rosse> Il suo amico gli aveva chiesto se si sapeva chi fosse l’autore di tale efferato omicidio, ma sentendo tale dettagliata quanto macabra descrizione, esso fece intendere che aveva compreso da solo. Un nome che molti hanno paura di pronunciare. Un nome che molti amano pronunciare. Un nome che prima o poi tutti pronunciano. Gabriel.
  24. Ferion vallas ha pubblicato un messaggio in una discussione in Libri, fumetti e animazione
    Ecco il mio nuovo progetto, che probabilmente verrà abbandonato come "Le ali dell'arcangelo nero", ma sono abbastanza positivo stavolta, il personaggio che ho pronto è uno di quelli che la storia gli si crea attorno da sola xD non devo fargliele cadere addoso le rogne, se le cerca gia per conto suo. Si, ci sono contenuti a sfondo sessuale, ma non mi sembra niente di scabroso o volgare, mi sono impegnato per alludere e usare metafore, per evitare di scrivere un racconto porno xD (non che non l'abbia mai fatto, ma qui su DL mi ammazzano asd) L'ho appena finito, quindi potrebbero essermi sfuggiti degli errori. Introduzione. Castitatis Lilium Il calore di lei lo circondava, e tale calore era a sua volta circondato da quello di lui, concretizzato e solidificato nelle forti braccia, che con una delicatezza controllata, imprimevano la forza negli esili polpastrelli affondati appena nella pelle come seta della fanciulla. Come se quello fosse il gioco degli opposti, un Tao di carne dei principi Maschio-Femmina, ella quasi s’artigliava all’uomo, premendo il suo ventre contro quella parete di muscoli definiti e solidi che altro non era se non la controparte maschile di quella stessa parte del corpo. Il suo sapore ancora le riempiva le labbra, sentiva il calore muoversi in lei come se le sue vene fossero state le infinite spaccature al disotto della crosta terrestre, straripanti di Magma incandescente. Era la sua prima volta. La prima volta che un uomo arrivava sì tanto vicino a lei, al suo corpo, alla sua anima…una sensazione sublime, ottenuta al costo del sommo sacrificio. Per assaporare tale estasi fisica, quella giovane ragazza aveva sacrificato la sua purezza, lasciando consenzientemente che venisse abbattuta l’ultima barriera fisica e mentale che la separava dal crudele mondo degli adulti. Oramai aveva perso se stessa, si stava lasciando trascinare dai sussulti, al pari di una piccola imbarcazione che aveva osato avventurarsi troppo al largo e che ora doveva affrontare il burrascoso ed immenso oceano. La candela, poco lontana dal letto, tremolava, quella timida fiammella era un piccolo equilibrista che vede il suo appoggio svanire, la cera aveva quasi del tutto riempito il piccolo piattino d’argento posto sotto l’attacco del cero. Quel liquido biancastro era l’offerta per le tenebre, che giunsero silenti quando quella piccola lama, brandita da un piccolo fante d’argento decise di eclissarsi, di smettere di ardere, ritrovatasi priva di nutrimento come se quel piccolo splendore fosse legato al mondo mediante un altrettanto piccolo “do ut des”…ah, come è egoista la luce…pretende e pretende, ma illumina solo chi gli sta vicino..non si cura di tutti gli altri.. Invece la notte è gentile, carezza tutti col suo scialle nero, non fa distinzioni di sesso, di età, di vita..la notte è uguale per i vivi, la notte è uguale per i morti. Il buio è il vero giudice imparziale..è una concretizzazione intermedia dell’ancor più astratto e impalpabile concetto della morte. Davanti ad entrambi, tutti sono Uguali..o forse no. Lei, esile e inesperta, stremata s’accasciò su di lui, trovando appoggio nelle e sulle sue braccia. Il timido e mite sguardo degli occhi color dei campi cercavano quello sicuro e deciso di quelli di analogo colore, non trovandoli in quel buio, ma conscio della loro presenza. Non ricordava il suo volto..non perfettamente..per quante volte cercasse nella sua mente, ciò che trovava era penombra, se non buio assoluto.. Il crepuscolo era il loro segnale, la loro intesa, al morire del sole, nasceva l’amoroso intreccio, finalmente completatosi quella notte, le coccole e le chiacchiere sublimate nella sfera fisica. Ma era bello. Ne era sicura. Chi poteva essere brutto con una tale melodiosa voce? Con una pelle cosi morbida e profumata.. Tante volte le esili dita di fanciulla avevano sfiorato le gote glabre dell’uomo, giovane, forte, virile e innaturalmente dolce. Lei nella sua innocente mente lo chiamava Angelo. Marie, da pochi mesi aveva raggiunto l’età da marito, ma ancora nessun ragazzo le aveva fatto una proposta..nessun ragazzo l’aveva corteggiata.. Non che non fosse bella, anzi, la sua avvenenza era un dato di fatto, quella bellezza un po’ ingenua, naturale, ancora spruzzata di tracce di bambina. Un giglio puro appena sbocciato, dai petali appena sgualciti dalla notte che è stata. Pochi conoscevano il volto di lei..suo padre l’ha sempre tenuta segregata in quella sua stanza, in quella reggia immensa, dove di notte la luna non arrivava. Non crudeltà, ma affetto era la ragione di ciò..la pelle bianchissima di lei, dal candore pari a quello del latte più puro e pregiato, non poteva reggere l’ingiuria crudele dei raggi solari, nessuno sapeva perché, ma la luce solare la portava quasi alla morte, butterava quella pelle liscia come pesca, al pari di un normale umano posto sotto la canicola per ore e ore privo di qualsiasi copertura. La dolce Marie rifuggiva il sole, non per sua scelta..si era sempre chiesta di che colore fosse il cielo di giorno, nelle sue ore passate al buio. I libri, i suoi servitori le rispondevano Azzurro..ma non sapeva se fidarsi veramente di quegli sterili ammassi di carta, e di quelle parole intervallate da inchini. Marie è ricca, ma non è felice. Suo padre le ha riempito la stanza di vestiti, mobili pregiati, di giocattoli, bambole senza vita che fissano il vuoto davanti a se, incapaci di chiudere gli occhi per via del volto scolpito nel legno o modellato nella porcellana. Quella era la muta e triste compagnia di Marie, triste anch’ella, senza sapere veramente il perché..perchè suo padre, un nobilotto arricchito, aveva accuratamente evitato che le sue letture le facessero bramare l’aria del giorno, il sole, per impedirle di scivolare lentamente nella follia. Un acuto piano, indubbiamente, evitò si la pazzia alla dolce e nivea figlia, ma di certo non la depressione della solitudine, del sentire l’eco della propria voce nella grande stanza che per lei era tutta una casa. Una involontaria ma machiavellica tortura.
  25. sono un maschio A mio avviso l'intro stona poco, ma è questione di gusti e di stili di scrittura, anche io solitamente parto lentamente in un modo, la cosa si sviluppa e si stravolge durante. Diciamo che l'inizio è una prova per il lettoreXD come le prime 100 pagine del nome della rosa