Tutti i contenuti pubblicati da Ferion vallas
- Miei racconti
- Miei racconti
- Miei racconti
-
Blue Dragon - Ral Grado
Ferion vallas ha risposto a Ferion vallas a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneah ecco perchè ral a tratti mi sembrava L XD
-
Blue Dragon - Ral Grado
Ferion vallas ha risposto a Ferion vallas a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazionea dire il vero non lo so chi lo pubblica XD l'ho intravisto nelle edicole italiane, ma in principio non mi ispirava, me lo sono letto in inglese quindi non so molto dell'edizione italiana, so solo che è uscito xD.
- Blue Dragon - Ral Grado
-
Party Dragonslair in Diablo II - Battlenet?
è troppo tardi per dire che potrebbe esserci un necro interessato?
-
Bleach!
Ferion vallas ha risposto a Gilgamesh Selfeiron a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneanche il fatto che abbia l'intelligenza di un mocassino lo rende originale
-
Bleach!
Ferion vallas ha risposto a Gilgamesh Selfeiron a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneSpoiler: aspetta aspetta
-
Fairy Tail
Ferion vallas ha risposto a NinjaFelice a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneIo sono in pari con gli Scan giapponesi, e vi dico, continuate a leggere, la trama impenna
-
Addio Claudio
Scusatemi se uppo questa discussione. Ieri, notte fonda, erano le due o qualcosa del genere..giro su deviantart, alla cavolo come al solito, e mi dico "Perchè non guardare che c'è di nuovo nella gallery di Sabaudian?", detto cosi, senza motivo, e vedo il suo disegno, leggo il suo commento, mi si gela il sangue. L'ho saputo cosi, per puro caso, in una serata di caXXeggio. Io, te, sab, black, la compagnia del ritrovo del mezzorco. Io, il PP inguaribile che faceva casini e parlava in dialetto, su(o)pportato da Takara. Sab, l'halfling che mi divertivo a tormentare Black, il paladino senza il palo dove la luce di pelor non giunge e tu, l'elfo, quello che rimetteva a posto i casini, che muoveva il gioco, che aveva sempre trovate geniali, che manteneva l'ordine. So che sono sparito senza dire niente, e quindi non vi nego il diritto di dirmi "che caXXo scrivi tu qua?" Non lo conoscevo, ho saputo mesi dopo il mio ingresso in DL che il suo nome era Claudio, ma i suoi disegni mi piacevano molto. Mi era simpatico, lo consideravo uno dei miei obbiettivi principali quando scrivevo idiozie nella chat, e quel suo LOL maiuscolo quando lo facevo ridere mi rendeva felice. Ora sono triste, mi sento in colpa ad aver abbandonato tutto qui, avevo vari amici. Ma l'importanza delle cose la si capisce quando le si perdono. Grazie Gid, hai di nuovo fatto capire qualcosa, ma stavolta non ai miei pg, ma a me. Addio è troppo brutto. Ciao Claudio
-
Puro o multiclassato?
Con Cdp se ne trovo una che mi interessa, altrimenti vado di puro ma dipende da vari fattori per esempio una cdp per incantatori la scelgo se la perdita di incantesimi vale quello che ti da, oppure per il guerriero (che stranamente sta diventando la mia classe preferita, e chi si ricordava di me come un PP senza speranza di guarigione potrebbe sorprendersi asd) vado a estetica del concetto
-
Le impalpabili catene
questo racconto può considerarsi il seguito de "lo straniero" che postai tempo fa Le impalpabili catene La violenza cessa, come il tuono che dopo la folgore squarcia l’aria, lentamente si spegne e muore. La sacra cattedrale quel giorno ospita fede, non ospita fedeli, ma morte e morenti.. Contempla l’opera sua, ne analizza ogni dettaglio, ne assapora ogni stilla che i suoi sensi accolgono. Disteso a terra, ferito, con poderosa lama poggiata sul petto egli sta, e pensa indeciso, se ridere o piangere. Poco lontano, un corpo, pallido e freddo. Poco lontano, gli angeli dell’altissimo, avvolti di luce, si avvicinano. Non mi rimane altro da fare.. Sono costretto a rimanere qui, in attesa che arrivino a prendermi, con le catene, le corde e i ferri. Non posso fare altro, se non giungere le mani innanzi al volto, chiudere gli occhi e…pregare? Si pregare..pregare..da quanto tempo non lo faccio? Troppo forse, ecco perché mi trovo dove sono ora…ma non avevo ragione di pregare, non avevo ragione di chiedere, avevo tutto, tranne l’unica cosa che potevo ottenere con le mie sole forze..la vendetta.. Ma ho sbagliato, ho vissuto nella maniera errata, ho peccato, ne ero conscio come lo sono ora, ma non avevo intenzione di chiedere nessun perdono, mi sentivo abbandonato, ingannato e deriso.. La vendetta era l’unica cosa che mi portava avanti, l’unica cosa che per me muoveva il sole nel mio mondo oramai nero come il carbone riarso. Che mi ha portato qui. E ora che l’ho ottenuta? Niente, non sento niente, nessuna gratificazione, nessuna gioia, nessuna soddisfazione, nessuna gloria.. Gloria? Quale significato ha tale parola? Non lo so.. Ho sempre fatto quello che ritenevo giusto per me o per il mio dio.. Ma per farlo, ho tradito, ho ucciso, ho mentito.. Solo ora me ne rendo conto.. Chiedere perdono? E’ troppo tardi oramai..è giusto che io raccolga quello che ho seminato ed innaffiato col sangue, arando la terra con la mia spada. La mia spada…la sto stringendo a me, la abbraccio, come se fosse una dolce amante, incurante del suo filo che mi morde la carne come le crudeli zanne di una tigre..è l’unica fonte di calore che ho, calda come è, permeata di cinabro e fresco sangue appena spillato. Ho vinto questa battaglia, ma ho perso tutto…allora questa vittoria che senso ha dico, CHE SENSO HA? La voce di costui riecheggia varie volte, tornando al suo orecchio nascosto dalla lunga chioma, pensieri divenuti grida, muoiono come sono nati, andando a fare parte delle cose mal celate. Ho ancora la mia voce…anche la mia voce ha portato morte, quante volte con poche parole ha causato la morte? Troppe, che fossero canzoni, che fossero ordini, che fossero sentimenti.. Si alza in piedi, malfermo sulle gambe lacere, la punta della spada, usata come supporto, stride sul marmo della cattedrale. Ho bisogno di voltarmi, non riesco a mantenere lo sguardo in quella direzione. Non se i tuoi occhi spalancati continuano a fissarmi.. Perché del tuo cadavere, gli occhi si sono mantenuti intatti? Non posso sostenere il vitreo sguardo di quegli smeraldi, non ci riesco, è inutile, la mia forza di volontà vacilla, si infrange come vetro al sol vedere i tuoi occhi, quegli occhi che conosco bene, quegli occhi malinconici, pieni di profonda tristezza, di chi conosce la perdita.. Muove qualche passo incerto, appoggiandosi pesantemente a una colonna scheggiata, facendo scorrere le affusolate dita sporche di sangue sul segno di una bruciatura nel marmo. I tuoi occhi sono come i miei, lo so io, lo sapevi tu, lo sapevano tutti quelli che ci conoscevano… La spalla scivola, e cade rovinosamente a terra, con clangore di metallo divelto. Sputa sangue. Noi due siamo sempre stati destinati al dolore, alla perdita, ne eravamo ben consci, ne abbiamo avuto le prove.. Prospettive diverse, ma le perdite sono le stesse, la stessa persona abbiamo perso.. Abbiamo perso chi amavamo, chi ci amava davvero.. Si alza a sedere, lasciando la presa sulla raffinata impugnatura della spada. Nel silenzio siamo caduti...odio il silenzio, nel silenzio i ricordi iniziano a parlare, e non hanno belle cose da dire.. Si afferra il capo con le mani, come se lo volesse stritolare, tappandosi le orecchie nel tentativo di mettere a tacere invisibili voci udite solo da lui e da nessun altro. Inutile, le voci lo assordano, lo piegano come un vecchio curvo sotto il peso degli anni.. è un peso che le spalle di nessuno possono sostenere. Piccole campane echeggiano in lontananza, che sia illusione partorita dal mescolarsi di ricordi, tale vibrante sinfonia di metallo? Oppure sono solo i suoni della lotta che echeggiano ancora nella mente e nell’anima di costui, che sofferente e morente ancora evita di volger lo sguardo verso la vittima della quale pare carnefice? In quegli attimi di agonia, rilascia il suo capo, tra le dita scorrono le lunghe e lisce ciocche, che morbide ricadono impiastricciandosi del sangue sulle braccia. La sua mano si posa su una piuma per terra, la afferra delicatamente e la rimira. Nera..o bianca? Non riesco a capirlo, è carbonizzata.. Si guarda attorno, evitando di incrociare gli occhi del corpo. In questo scenario di morte, siamo circondati dalle piume delle nostre ali..non c’è più distinzione tra ali bianche e ali nere, niente più a dire che siamo nemici, l’unica cosa che lo dice, è il sangue sulle nostre spade.. E senza le ali a dire che siamo nemici, quale senso ha mai avuto la tua morte? Quali ragioni mi hanno spinto a ucciderti? Lascia andare la piuma, ed essa appesantita della fuliggine e del dolore cade a terra velocemente, risuonando nel silenzio. Non potevo odiarti, non ne avevo il diritto, non è colpa tua se eri come eri, ma colpa del cuore degli uomini, che è debole, che facilmente cade nell’errore e difficilmente ne esce.. Poggia la fronte alla mano, trema, trema convulsamente, per il freddo che si conficca nelle sue membra, mentre il calore viene strappato via con violenza ad ogni goccia di sangue che cade a dipingere il pavimento. Le gambe si intorpidiscono, divengono gelide, l’aria fredda, che pare cibarsi avidamente del calore della vita, si insinua nella carne, lambisce pigramente le ossa, a tratti scoperte, a tratti coperte da veli di sangue coagulato. Tenta di rialzarsi, fallisce, a sottolineare la miseria che la sua anima stava assaporando in quei momenti, mentre sentiva che a poco a poco cessava di essere quella che un tempo era.. Sapore di sangue nella bocca, ma di chi era? A quale dei due corpi apparteneva quel sapore metallico, amaro e dolciastro allo stesso tempo? Dischiude le labbra, disgustato dal ferroso aroma, e cinabri rivoli colano per il delicato mento. Non mi rimane molto tempo… Conscio dell’inutilità e della codardia del suo evitar lo sguardo vitreo della vittima, finalmente, come se a smuovere il suo capo vi fossero catene arroventate, volge il capo verso il corpo. Era li, immoto, dove si era fermato il suo cuore quando la lama intinta e dissetata di sangue uscì dal suo petto cosi come era entrata, in un solo, fulmineo gesto. Non un lamento, non una parola fu rivolta dal vinto al vincitore, a sottolineare la miseria che la sua anima stava assaporando in quei momenti.. Si avvicina, trascinandosi, strisciando come l’antico serpente, conscio del proprio peccato, punito a stare sul ventre dal sommo. Si avvicina e raggiunge il corpo. Lo guarda, ne fissa il volto, stampa in fondo ai proprio occhi, quelli di lui che come in uno specchio, sono uguali. Sente i suoi, ancora vivi, bruciare come il fuoco. Lacrime amare, involontarie, roventi in quel corpo freddo oramai mosso dal puro dolore dell’anima che ancora per poco avrebbe albergato li. Le sente, gli rigano il volto, con violenza, come se tali gocce di dolore fossero la punta di taglienti bisturi arroventati. Perché ti ho ucciso? Si chiede, la domanda riecheggia violentemente, divenendo quasi ossessione. Protende le mani verso quel volto, si posano sulle gote, le sente fredde, gelide, morte. Avvicina il suo capo a quello di lui, continuando a fissare quegli occhi privi di ogni luce. Forse perché ti consideravo.. Con il dorso della mano scosta una ciocche di capelli insanguinati dal volto di entrambi, i colori sono irriconoscibili, coperti dal rosso della vita che ha smesso di scorrere. ..la parte di me stesso che ho rifiutato.. Sospira. Trova buffo che man mano che la vita abbandona il suo corpo, piano piano la verità entra nella sua mente, quasi a compensare la forza vitale con la vibrante e amara potenza del vero. Tristemente buffo, tristemente sorride. Chi è l’angelo in quel momento, che di gloria divina si circondava un tempo, chi è il demone, che tra i roventi inferni echeggiava col suo ridere? Un tempo egli lo sapeva, ma in quel momento, la linea che li separa gli sembrava infima, ridicola, inesistente, linea al quale entrambi tendevano, l’uno elevandosi, l’altro decadendo, andando a raggiungersi all’orizzonte degli eventi, oltre il quale, essi sarebbero cambiati; ma tale orizzonte mai potrà arrivare, ora che il crudo acciaio segna il limite invalicabile. Poggia la fronte a quella del cadavere, quasi a volergli donare l’ultima stilla di vita che ancora arde in lui. Chi è Kaziel, e chi è Ashgatoth? Chi è il serafino, e chi l’inferico drago dalle picee ali nato e scaturito dal dolore dell’angelo? In questo momento non lo so. Sento vacillare ogni mia certezza, come se tutta la mia vita fosse stata un sogno. Un effimero sogno...che alle prime luci dell’alba svanisce e diventa impalpabile polvere... Il cuore rallenta i suoi battiti, il torpore si arrampica verso il petto. Allontana la sua fronte e delicatamente con le dita chiude gli occhi dello sconfitto, ne chiude la bocca, ed il volto diviene quieto, come quello di un dormiente, ma nel silenzio della sala non echeggiavano i suoi respiri. Comprendo in parte, ma forse fa parte della mia punizione non giungere alla verità completa.. Quello che so, è che non ho ucciso un mio avversario, ho ucciso una parte di me stesso, e ho impedito il giungere della mia libertà.. Solleva lo sguardo al soffitto sfondato della cattedrale sconsacrata dal sangue, raggi di luce bianca filtrano, discendono dal cielo e avvolgono i due, per mostrare a tutti la miseria che la sua anima stava assaporando in quel momento.. Abbassa lo sguardo, abbagliato dal chiarore, e posa lo sguardo sulla vittima. China il capo, e posa sulle fredde e livide labbra un bacio fraterno. Perdonami Sussurra. Il cuore smette di battere, chiude gli occhi e si poggia sul compagno, mentre la luce divina rivela tra i suoi capelli tinti di sangue uno scintillio argenteo.. Gli angeli dell’altissimo, invano ora viaggiano.
-
Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco
Ferion vallas ha risposto a Joram Rosebringer a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazionei poteri di Megres sono astrusi, non sono stati usati nella maniera corretta avrebbe dovuto pensare meno a pensare e più ad allenarsi viene sfollato da sirio per un errore tattico suo cmq da me alla fine lost canvas non arriva, meno male che l'ho gia letto -.-
-
Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco
Ferion vallas ha risposto a Joram Rosebringer a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazionegia io non ce l'ho, ma mi dissero che sono 2 capitoli alla volta ._. per arrivare al mio caro Manigoldo ce mettiamo n'era geologica ._.
-
Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco
Ferion vallas ha risposto a Joram Rosebringer a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneallora starai da dio con il lost canvas non è tutto fuuuuuuuuulmineeeeee dipeeeeeeeeeeggggasuuuuuuuuus ci sono mazzate pesanti gia ai primi capitoli 8) (io al momento sto seguendo gli scan giappo, si è ancora al 67)
-
Saint Seiya - I Cavalieri dello Zodiaco
Ferion vallas ha risposto a Joram Rosebringer a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazionein totale, a gennaio le serie in corso sono 3 La perfect edition del manga originale. Episode G, la saga dei cavalieri d'oro contro gli dei antichi e finalmente la stampa italiana del lost canvas (iniziata oggi), che parla della precedente guerra sacra tra Athena e Hades, con personaggi diversi anche se simili a quelli soliti di Kurumada(l'autrice non è il kuru grazie al cielo e i personaggi fanno una porca figura, anche quelli sottovalutati dall'autore originale, esempio, Cancer e Pisces sono i più amati per ora grazie alla Shiori ) non ci sono notizie per la quarta serie del fumetto, il next dimension che parla della stessa guerra del lost canvas, ma questo è disegnato da kuru, quindi è sia di storia sia di disegni infinitamente inferiore esempio pratico Next dimension Spoiler: Lost Canvas Spoiler: edito e aggiungo il fatto che tra pochi giorni parte in tv l'anime
-
Serve aiuto per yughi? Eccomi
Ferion vallas ha risposto a Miki-boss a un messaggio in una discussione Altri Giochi di carte collezionabilinel caso di waboku, il mostro muore, perchè solo i danni al giocatore vengono ridotti a 0, non dice niente sui danni ai mostri
-
Le ali dell'arcangelo nero, capitolo 1
Ferion vallas ha risposto a Ferion vallas a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazione<Non intendo diventare sacerdote per brama di potere,ma per fede,e comunque non celebrerò le cerimonie,entrerò subito nell’ordine delle lame lucenti>disse. Sorella Sil strinse la testa di Ferion tra le braccia,e vi sfregò le nocche delle mani,mentre Ferion si lamentava. <Eccolo il nostro Ferion,gia me lo vedevo con il tunicone bianco dietro all’altare…dovevi dirlo subito che volevi diventare un sacerdote guerriero!>Disse Sil,infierendo senza pietà sul cuoio capelluto di Ferion,che attraverso la chioma scura era diventato rosso. <Eh gia…>disse una voce alle loro spalle. Sil mollò Ferion e si girarono,e videro Fratello Soya,il volto anziano provato dalla dura nottata. <Ferion sarà un grande combattente,sempre se voi non lo ammazzate prima…>disse,vedendo Ferion che si massaggiava la testa<Andate a pranzare..>disse,con un gesto della mani,indicandogli tre posti liberi nella lunga tavola che andava riempiendosi velocemente di Vallas assonnati e affamati. Ferion,Sil e Kart si sedettero,e Soya prese il proprio posto a capotavola;con un gesto della mano zittì la confusione che si era creata. <Stanotte…>iniziò<I Vallas hanno vinto per l’ennesima volta>iniziò con la sua solita voce tonante<Gli aggressori sono stati totalmente annientati,nessuno può nulla contro il sangue dei draghi!>arrivarono vari servi che iniziarono a riempire le coppe dei presenti,quando vide che tutti avevano da bere,alzo la propria coppa<A Pyrabos!>brindò. <A Pyrabos!!!>fu il tuono in risposta,e dopo avere bevuto il dolce vino,iniziarono a mangiare le pietanze che venivano portate su grandi vassoi d’argento. Il pranzo continuò allegramente,e i Vallas,affamati come lupi,in breve ripulirono tutto,tra il rumore di stoviglie,risate improvvise,e altri brindisi,molti altri,e i servi che dovevano portare il vino facevano fatica a stargli dietro. Verso la fine,Fratello Kart,un po’ alticcio,si alzò traballando,sollevando con il braccio sano la sua coppa,piena fino all’orlo,facendone cadere buona parte. <Un brindisi>disse con la voce lievemente impastata<A ciò che Ferion ha combinato stanotte…Non me lo sarei mai aspettato da uno come lui,oh cielo,proprio no….ci sono rimasto di sasso,ho pensato:NOOOOOOO non è Ferion quello li….però sono rimasto zitto zitto a guardare…e ho capito che era proprio Ferion!>sembrò perdersi nei propri discorsi. Ferion e Sil si guardarono,nervosi,i muscoli delle gambe tesi,pronti alla fuga. Fratello Kart mimò un fendente tenendo la coppa come una spada,lanciando il liquido scarlatto dappertutto. <HA PROPRIO TAGLIATO A META QUEL PUZZONE DI UN ORCO!!!>urlò mettendosi a ridere. <A Ferion>continuò e si rovesciò in bocca il vino,mancò la bocca e quasi si affogò <A FERION!!>fu la risposta,che coprì l’attacco di tosse di Kart Per Ferion e Sil fu come essersi tolti un macigno dal cuore,visibilmente sollevati,si unirono al brindisi,ridendo agli occhi rossi di Kart. Per un attimo Ferion aveva avuto davvero paura. I giorni seguenti passarono piuttosto allegramente,il cielo si mantenne sereno,e finalmente l’enorme giardino tornò agibile,dopo che i cadaveri degli orchi furono portati fuori del cancello e bruciati,anche se la puzza di orco carbonizzato era ancora percepibile. Ferion,Sil e Kart,che aveva tolto la fasciatura al braccio,trascorrevano la maggior parte del loro tempo all’aperto,giocando come bambini,correndo,allenandosi con i bastoni (anche se Ferion,ora che si impegnava,riusciva a battere entrambi ogni volta),e parlando allegramente del tempo che era trascorso prima della cerimonia,anche se a Ferion dovettero strappare le informazioni con le pinze. Kart e Sil erano diventati guardie di palazzo da poco tempo,ma si erano subito distinti per il loro valore,e vennero promossi in fretta a fino a ottenere l’incarico di proteggere la vita del re stesso. <Un vero vecchiaccio..> disse Sil,quando Ferion chiese loro che tipo fosse il re.<Sembra più decrepito lui del trono su cui si siede..>aggiunse <In effetti…>disse Kart<E’ veramente vecchio..ha superato i novanta anni…>disse,dopo aver fatto un brave calcolo mentale <E…come governa?>chiese Ferion,Kart lo guardò stupito. <Ma non sai nulla?> <No...una volta entrato nella cattedrale scarlatta non se ne esce finche non si ha finito l’addestramento...e le notizie che passavano erano davvero poche..> <Ah,beh..allora..incredibilmente riesce a governare con lucidità..ma ha un carattere orrendo e dispotico..>Spiegò Sil. L’attimo di curiosità di Ferion si spense,e cambiò discorso,e ripresero a parlare del più e del meno,dei salvataggi eroici di Sil e Kart,proteggendo il re da assassini e sicari. Trascorse un’altra settimana,il giorno della partenza di Ferion giunse. Per l’avvenimento tutti si erano vestiti elegantemente e attendevano nel grande atrio, sotto il magnifico affresco di Pyrabos che li guardava con i suoi profondi occhi zaffiro. Tutti quanti erano intenti a fare congetture sul futuro di Ferion, aspettandosi grandissime cose da lui, soprattutto Soya era sicuro che sarebbe diventato qualcuno di importante. I minuti passavano, ma Ferion ancora non si era visto.. Sil si offrì di andarlo a cercare, ed iniziò a guardare in tutti possibili posti in cui avrebbe potuto essere: iniziò dalla sua stanza, e rivedendo il letto sentì una piccola stretta al cuore, ma Ferion non c'era…i servi avevano gia portato i suoi bagagli sulla carrozza preparata davanti all’ingresso.Provò nella stanza della cerimonia,ma neanche li nulla,lo cercò infine nella stanza dove avevano combattuto con i bastoni giorni fa,e lo trovò. Ferion stava in piedi al centro della stanza,con Lothrien in mano e gli occhi chiusi,in stato di grande concentrazione,ma quando sentì arrivare Sil si risvegliò e la guardò incuriosito. <Che c’è?>chiese gentilmente. <Devi andare…ti aspettano tutti>rispose Sil,vestita di un raffinato abito azzurro, sulla quale risaltavano i suoi capelli neri,e che cozzava contro i comodi abiti da viaggio di Ferion. <Ah…è gia ora?>disse Ferion sorpreso. Con un gesto del braccio rinfoderò Lothrien,e camminò ad ampi passi verso Sil e le diede un veloce bacio. <Arrivederci,Sorella Sil>disse,guardandola e scendendo i primi gradini al contrario,per poi voltarsi e sparire inghiottito dalla scala. <Arrivederci,Fratello Ferion..>sussurrò,sorpresa da quel gesto spontaneo. Ferion comparve nell’atrio,tra le acclamazioni generali. <Era ora!>esclamò Kart,un po’ seccato. <Che c’è?Hai fretta di vedermi partire?>chiese Ferion ridacchiando e dirigendosi all’uscita. Tutti uscirono,e osservarono Ferion salire sulla carrozza nera che era stata preparata per lui. Non entrò subito,ma si aggrappò al tetto,con una mano e rimase pericolosamente in bilico. <Gli addii sono troppo impegnativi...anche se la maggior parte di voi mi ha visto per la prima e ultima volta..Arrivederci,dunque>esclamò,e diede ordine al cocchiere di far partire la carrozza,mentre lui rimase così appeso fino a quando raggiunsero il grande cancello,appena ammaccato dall’assalto degli orchi. Un istante prima di rientrare nella carrozza,guardò i Vallas che si erano ammassati davanti all’ingresso,e vide sulla porta Sil,che lo salutava felicemente. <Arrivederci..>disse Ferion tra se e se.
-
Le ali dell'arcangelo nero, capitolo 1
Ferion vallas ha risposto a Ferion vallas a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneCapitolo 4 Arrivederci <Dormito bene?>chiese Dorella Sil a Ferion,mentre camminavano nell’atrio. <Si…>rispose Ferion,sbadigliando. Era quasi mezzogiorno,e la pioggia si era interrotta subito dopo la fine della battaglia,il sole aveva picchiato duro quella mattina,ma non riuscì ad asciugare del tutto il pantano,ora simile ad una palude,i cadaveri degli orchi ancora galleggiavano nell’acquitrino,e iniziavano a puzzare,ma date le condizioni del giardino,non mandarono nessuno a pulire. <Ben alzato,Ferion>esclamò Kart dietro di loro,con il braccio ferito fasciato e legato al collo. Tutti e tre avevano molto sonno,dato che la battaglia finì un paio d’ore prima dell’alba,e la stanchezza veniva manifestata con frequenti sbadigli. <Sil…perché non hai combattuto stanotte?>le chiese fratello Kart <Sei matto a pensare che io possa uscire con un tempo come quello>le rispose aspramente Sil <Comunque...>sbadigliò<Che si fa oggi?>chiese Ferion. <Nulla…>disse Kart<Nulla di nulla,tutti dormono,di fuori non si può uscire…anzi…duello con le armi imbottite?>propose <Ma non sei ferito>chiese Ferion,anche piuttosto stanco di combattere. <Ovviamente,ma io dicevo fra voi due...devi mostrarmi la danza del drago,ricordi?>disse Kart indicando Sil con un cenno della testa. <Si…ma non contro Sorella Sil>cercò di spiegare Ferion. Sorella Sil si infervorò. <Perché??Cosa c’è che non va in me??> Ferion si ficcò un pugno un bocca,rendendosi conto della stupidaggine detta. <Intendevo non contro chi mi è amico...è molto pericolosa,e trattenersi la rovina>. <E allora non trattenerti!!!>esclamò Sil a voce molto alta,disse battendo il pugno sul petto,coperto da un nuovo vestito,questa volta una camicia comoda accompagnati da un paio di pantaloni. I tre si diressero verso una scalinata che saliva verso una specie di terrazzo,chiuso con grandi finestre attorno,che prendevano la luce del sole a picco. Il pavimento era di assi di legno e attorno appoggiate a terra vi erano vari bastoni,con le estremità o quasi totalmente avvolti da stoffa,piena di bitorzoli che stavano a indicare che sotto la stoffa c’era un certo strato di imbottitura. Sil si diresse a passo sicuro verso un bastone che dalle dimensioni doveva rappresentare uno spadone,e Ferion fece lo stesso. Lei tenne il bastone alto sopra la testa,invece Ferion lo tenne basso,come contro gli orchi. Niente pioggia o fango,pensò Ferion,sarà una cosa più veloce. Sil caricò con un colpo obliquo,e Ferion piegò nuovamente la schiena evitando il colpo,ma Sil interruppe l’attacco a metà trasformandolo in un attacco orizzontale diretto alle parti basse di Ferion. Fu colto di sorpresa,ma fece in tempo a mettere il bastone in mezzo per difendersi. Fratello Kart scoppiò a ridere,vedendo Ferion caduto a terra con il bastone fra le gambe. <Fa sul serio,Ferion>disse Kart. <Esatto,e vedi di farlo anche tu Ferion>intimò sorella Sil a Ferion,il quale si era rialzato con un balzo e rimesso in posizione. <Va bene..>sospirò Ferion. Sil attacco nuovamente,ma Ferion evitò il colpo con una piroetta,appoggiando la spada sulla nuca di Sil. <Contenta?>chiese Ferion,togliendo l’arma dal collo della avversaria,Kart fece un verso di delusione. <Sil,impegnati!!>disse per incitarla,e lei ruotò su se stessa per colpire Ferion,che parò l’attacco tenendo il bastone con una mano sola. Tra i due iniziò una veloce serie di attacchi e contrattacchi,ma ovviamente Ferion non si impegnava al massimo,facendo attacchi molto spettacolari,ma di scarso effetto,invece Sil aveva preso la cosa molto seriamente e metteva molta foga in ogni colpo. Passarono vari minuti,e Ferion ritenne che Kart avesse visto abbastanza,con un complicato ed elegante movimento della “spada” disarmò Sil,e il suo bastone volò in alto,per poi essere preso da Ferion,che incrociò le due armi davanti al collo della Sorella. <Ecco la danza del drago>disse Ferion,mantenendo la posizione e guardando Kart. <Si..>disse Kart un po’ deluso,si aspettava una replica del combattimento contro l’orco… <Spettacolare,non c’è che dire>continuò <che cosa ti sei persa stanotte,Sorella Sil..>. Un silenzio imbarazzante calò nella stanza. Ferion lasciò cadere i due bastoni e guardò il sole attraverso le finestre. <E’ ora di pranzo…>disse,raccogliendo i bastoni e rimettendoli al loro posto<Andiamo a mangiare>disse con voce alta,per coprire il rumore del proprio stomaco. Gli stomaci di Sil e Kart risposero in loro vece. Tutti si diressero verso la cucina,dove i servi si affaccendavano per preparare il pranzo. Ferion si diresse verso il cuoco,un omone dal viso rubicondo,tanto largo quanto alto. <C’è niente di già pronto?>chiese. <No,mi spiace…se avete proprio fame posso darvi del pane…e un po’ d’olio…al massimo..> I tre affamati sospirarono,presero il pane e la boccetta dell’olio e tornarono nella stanza dei banchetti,dove ancora c’era qualche panca per sedersi. <Ci siamo scordati di prendere un coltello>disse Sil,guardando affamata la grossa pagnotta di pane integrale. Kart estrasse dalla tasca un piccolo pugnale e lo porse a Ferion,che iniziò ad affettare. Consumarono il magro pasto in silenzio e rimasero ad aspettare che gli altri Vallas si svegliassero,per pranzare davvero. Mentre i tre rimanevano seduti sulla panca in silenzio,Ferion pensava a varie cose,prima fra tutte il momento del suo ingresso nel tempio di Ariel. Da sempre,chi raggiungeva la maggiore età,doveva vivere un anno al tempio per imparare i dogmi superiori di Ariel. Si attendeva la maggiore età perché quella di Ariel era si la religione più importante,ma l’appartenenza alla sua chiesa era volontaria,quindi si attendeva che la persona avesse abbastanza giudizio. Trascorso l’anno,era possibile scegliere se continuare e divenire sacerdote,o interrompere. Fratello Kart e Sorella Sil avevano interrotto,e ora svolgevano il compito di guardie del palazzo reale. Invece Fratello Garuf aveva continuato per altri tre anni,per poi rinunciare anche lui. Non per mancanza di fede hanno interrotto,ma il rigore di vita di un sacerdote era molto rigido,e da sempre i Vallas sono stati piuttosto dediti ai divertimenti. <Ho deciso di continuare il sacerdozio..>disse Ferion,vedendo i primi Vallas che iniziavano ad arrivare. <Si,come no..>disse Kart senza guardarlo,invece Sil prese molto seriamente le sue parole. <Sei sicuro di volerlo fare?>chiese <Si…>rispose Ferion,deciso. <E perchè?>chiese Fratello Kart,iniziando a credere alle parole del giovane dracone. <Perché voglio farlo>tagliò corto Ferion<E poi,almeno ogni tanto un Vallas deve riuscire a diventare sacerdote,non credete?>disse,con un mezzo sorriso. Il volto di Sil si rabbuiò. <Vuol dire che per un bel po’ di anni non ci rivedremo…> Ferion sospirò. <Gia…almeno cinque anni,se tutto va bene….>ammise Ferion. Anche Kart sospirò. <Non ci siamo visti per anni,e ora non ci vedremo di nuovo..>disse,un poco intristito. Ferion,che era seduto tra Sil e Kart,mise le braccia attorno al loro collo e li scosse leggermente. <Suvvia..>esclamò allegramente<Passeranno in fretta> <Comunque è uno spreco…>disse Kart<Un emomante guerriero come te,dovrebbe impiegare il tempo migliorando le proprie arti,perché vuoi cimentarti anche nei poteri sacri?> Ferion parve scandalizzato.
-
Le ali dell'arcangelo nero, capitolo 1
Ferion vallas ha risposto a Ferion vallas a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneLokna compì un grande balzo,nonostante la mole,permesso dai potenti muscoli della sua gente e iniziò a correre,seppur rallentato dalla acqua,versò il dracone muovendo per aria la sua spada,che venne calata in un deciso fendente,e sibilando si scontro duramente contro la lama temprata di Lothrien;le ginocchia di Ferion si piegarono e si ritrovò con l’acqua alla gola. I due iniziarono nuovamente a scambiarsi violenti colpi,finche non iniziò una prova di forza tra i due,le loro spade mandavano scintille mentre si sfregavano tra di loro,nei loro occhi la stessa smorfia di concentrazione. Lokna riuscì a spostare la spada del dracone e a sferrargli un calcio nel petto,buttandolo nell’acqua,e voltò la punta della spada verso il basso,per il colpo di grazia, cercando di conficcarla nel suo petto privo di difese,ma colpì solo il pavimento della fossa. Istintivamente iniziò a sferrare veloci stoccate nelle varie direzioni in cui avrebbe potuto spostarsi,ma sentì che tutti i colpi erano andati a vuoto. Il timore iniziava a farsi strada nel suore di Lokna,la pioggia gli impediva di notare i movimenti dell’acqua e gli sporadici fulmini che illuminavano il campo di battaglia lo accecavano per brevi ma fatali istanti. Si guardò attorno,i fulmini rendevano spaventose le statue che emergevano dall’acqua come mostri marini,il suo sguardo si fermò sulla statua del cavallo rampante che aveva di fronte,un fulmine vicino,seguito immediatamente dal suo tuono,illuminò gli occhi del cavallo rendendoli terrificanti ed assetati di sangue,e la creatura sembrava chinarsi su di lui,sempre di più. Lokna si gettò di lato,rendendosi conto che la statua gli stava cadendo addosso,la grande massa di marmo sollevò una massiccia quantità d’acqua,che lo spinse contro il piedistallo di un’altra statua. Riemerse dall’acqua,sputando la fanghiglia che gli era entrata in bocca e guardò la statua caduta,le gambe del cavallo erano state tagliate di netto. Mentre guardava stupito il cavallo semi immerso nell’acqua,sentì il rumore che prima il tuono aveva coperto,l’acciaio che cozzava contro qualcosa di duro,e con un cupo rombo la statua di un guerriero in armatura crollò verso il generale orco,la spada di marmo levata in aria. Lokna la evitò più facilmente della precedente,aspettandosi un'altra mossa del genere,mentre riprendeva una posizione adatta vide una lama lurida dirigersi verso di lui in un colpo di punta,tenuta da una figura indefinibile,tanto era ricoperta di fango. Parò il colpo a fatica,e la sua spada si spezzò,mentre quella del nemico si conficco nella sua spalla. Il braccio che impugnava il pezzo di spada era in una posizione che gli impediva di colpire con il moncone della lama,mosse il braccio e colpi al volto l’avversario con il pomo della spada. Quello indietreggio,estraendo la spada dalla sua spalla,sputò sangue in un altro fulmine sparì. <Anche le creature di fango sanno evocare > pensò Lokna,maledicendo il dracone per avere rovinato un bel duello con la magia,anche se lui di queste cose non ne capiva nulla. Li attorno era rimasta un’ultima statua,una dama a braccia aperte,e Lokna se ne teneva sufficientemente lontano. Scrutava attentamente le acque,girando attorno alla statua,ma l’ennesimo fulmine proiettò un’ombra su di lui. La creatura di fango era sopra la statua,che lo fissava ghignando con i suoi occhi terrificanti,sollevò la propria lurida spada sopra la testa e spicco un balzo per colpire. <Ineeherl Pyrabos rievuntè!!!!!!!>Gridò nella sua sconosciuta lingua,mentre la sua spada calava. Lokna istintivamente si coprì con le braccia,e poté sentire la fredda lama che penetrava nella carne,oltrepassare le ossa delle braccia e del cranio,mordendo il cervello,per fermarsi contro la scapola destra. <Per la gloria di Pyrabos!!!!!!!> gridò Ferion,mentre con un attacco al volo mozzava le braccia e metà capo all’orco. I pezzi caddero nell’acqua,e l’orco negli ultimi spasmi di morte agitò le braccia,schizzando sangue addosso al già sporco di fango Ferion. Il cadavere si accascio sulla superficie dell’acqua,tingendola di rosso cupo. Ferion si affrettò ad uscire dall’acqua,convinto che se non lo avesse ucciso l’orco lo avrebbe fatto la polmonite,mentre tutti gli altri Vallas gli correvano incontro,urlando complimenti. Kart gli saltò in braccio <Sei stato fantastico!!!Una cosa pazzesca>gridò,su di giri. Ferion starnutì,Fratello Soya si intromise. <Meglio portarlo al caldo,altrimenti muore di freddo>disse. Tutti corsero dentro la villa,zigzagando tra i cadaveri,ormai dire che erano sporchi e fradici era un eufemismo,varcarono la grande porta e si ritrovarono nell’atrio,gocciolanti di acqua e fanghiglia. <Penso che quello che si è meritato il primo bagno sia Ferion,che ne dite?>disse Soya rivolto agli altri compagni. Ringraziando,Ferion si diresse verso i bagni,dove i servi prepararono la grande vasca di pietra,riempiendola di acqua riscaldata su un braciere e erbe e balsami profumati. Ferion diede Lothrien ad un servo orinandogli di portarla a pulire,si spogliò e si immerse nella calda acqua piena di schiuma,e i suoi pensieri ripresero a vorticare nella sua testa,tornando a pensare a Sorella Sil. Guardava intensamente le bolle sulla superficie dell’acqua,che sembravano esplodere al suo pensiero. Lui fin da piccolo era stato educato severamente alle regole dei Vallas,non da suo padre,ma dal fratello della madre,che pur non appartenendo realmente ai Vallas aveva imparato le loro complesse leggi,ma non è detto che gli abbia dato la giusta interpretazione.. Scosse la testa,la colpa era di Sorella Sil,lei aveva ceduto alla lussuria. Ma lui non doveva arrabbiarsi così,il sentiero di Ariel impone di ricondurci quelli che lo abbandonavano. Non era la prima volta che per lui le leggi dei Vallas e quelle di Ariel si scontravano,ma aveva sempre sfruttato l’interpretazione più utile a seconda delle situazioni. Ma ora non trovava quella giusta. Da un lato l’aver mantenuto il rispetto delle leggi Vallas,dall’altra il suo comportamento orribile,mentre continuava a pensare si puliva dal fango e dal sangue,nella sua mente si ripeteva in continuazione la scena della sua sfuriata,e la paura nel volto di Sorella Sil. Improvvisamente la verità fu chiara:aveva reagito così per paura…paura di cadere in tentazione e infrangere le regole. Una volta che tutto gli fu chiaro,uscì dalla vasca, si asciugò e indossò gli abiti puliti che gli avevano preparato,e se ne andò,passando accanto agli altri Vallas che si riscaldavano attorno ad un grande camino. E si diresse velocemente verso la propria camera,e si fermò davanti alla porta,incerto,e bussò…nessuna risposta. Aprì la porta lentamente ed entrò,la luce era ancora accesa. Ferion vide Sorella Sil,stesa sul letto,che stringeva al petto la coperta per coprire lo strappo del vestito,dormiva,ma il cuscino era bagnato,segno che aveva pianto a lungo dopo che Ferion l’ebbe lasciata. Ferion si sedette accanto a lei e le guardò il viso,triste anche nel sonno,le accarezzò i capelli,dispiaciuto per averla fatta soffrire cosi tanto. Sentendo il contatto di Ferion,Sil si svegliò e vedendo Ferion si spaventò. <Tranquilla…non sono più arrabbiato>disse gentilmente<Anzi…volevo chiederti scusa,per prima,ho reagito troppo violentemente>disse distogliendo lo sguardo dai suoi occhi azzurri come i suoi. Lei le appoggiò la delicata mano sulla spalla. <E’ colpa mia…ho mancato alle regole della famiglia,ma non sono pentita di aver tentato…>sussurrò Sil Ferion e Sil si guardarono per interminabili istanti,senza respirare. <Un bacio…>disse Sil<Un solo bacio e sarò felice>continuò appoggiando l’altra mano sull’altra spalla di Ferion,tirandolo delicatamente a se. <Si…>concesse Ferion,poco prima che le loro labbra si incontrassero. Se accadde null’altro,dopo quel bacio,nessuno potrà mai saperlo,il segreto è celato nei loro cuori.
-
Le ali dell'arcangelo nero, capitolo 1
Ferion vallas ha risposto a Ferion vallas a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneCapitolo 3 Il battesimo dell’acciaio “Mai guardare un Dracone negli occhi,se regge una spada!!” detto orchesco Ferion,mentre avanzava a grandi passi per il corridoio,si sentiva male,non per le azioni di Sorella Sil,sapeva che ormai era una regola che nessuno oramai rispettava. Stava male per la sua reazione violenta,che non è per niente propria per un servitore della luce. Nei primi momenti dava colpa al sangue di Pyrabos che ancora non si era assestato e bruciava nelle sue vene,ma un dubbio iniziò a insinuarsi nella sua mente. Ferion,come ultimo discendente della prima linea di sangue,era stato educato meglio degli altri al rispetto delle regole dei Vallas... Il suono di una campana interruppe i suoi pensieri. <L’allarme!!> Esclamò Ferion e si precipitò nell’atrio,tenendo Lothrien in mano per non farsi male con il suo movimento. L’atrio era pieno di Vallas,raccolti attorno al cocchiere di Garuf,quest’ultimo gridava in maniera confusionaria quello che i guardiani del cancello gli dissero di riferire. Ferion cercò con lo sguardo Fratello Kart e si fiondò da lui. <Cosa succede??> Gli chiese con un leggero fiatone. <Arrivano i compagni degli orchi che hai ucciso…>disse Kart con lo sguardo fisso sul cocchiere,che sbracciava davanti al vecchio. Ferion si spostò accanto al vecchio. <Fratello Soya,quanti sono?> chiese con una impercettibile punta di eccitazione nella voce. <Costui afferma che sono più di noi> rispose il vecchio Soya,riferendosi al povero e infreddolito cocchiere,poi si rivolse agli altri <Fratelli!Equipaggiatevi per la battaglia,li attenderemo nel cortile,se non avete niente dietro,potrete usare l’armeria della magione,niente armature pesanti o affogherete in quel pantano!>disse ai presenti,si rivolse nuovamente a Ferion <Non puoi usare l’emomanzia,vero?>. <Gia…la pioggia diluirebbe troppo il sangue rendendola inutile,non sono un idromante,anche se qualcosa dovrei poter fare..> disse Ferion a disagio <Ma Lothrien e la danza del drago sono sufficienti> continuò con un sorrisetto sul volto. Alcuni Vallas si fiondarono nel corridoio che conduceva all’armeria,ma altri portavano gia le armi sotto il mantello blu, e Ferion teneva la mano appoggiata sul pomo di Lothrien,sentendo con le dita i vari denti appuntiti della decorazione a testa di drago. <Dove sono?>chiese a Soya. <Al momento stanno cercando di abbattere il cancello,è molto robusto,abbiamo il tempo di organizzare la difesa….Ora tutti fuori!!>. Fratello Soya spalancò il pesante portone e tutti iniziarono ad uscire e a organizzarsi in file serrate. In prima linea c’erano anche Garuf,Kart e Vielr,assieme a Soya e Ferion,che non aveva fatto in tempo a mettersi il mantello,e i suoi lunghi capelli si erano attaccati alla camicia oramai inzuppata. La falange difensiva era pronta. <FORZA CON QUELL ARIETE!!!Sfondate la porta dei sangue-misto> gridò il generale Lokna ai vari orchi che si affannavano con un grosso tronco. I sei umanoidi fecero vari passi indietro,sorreggendo a fatica il peso del legno fradicio,e grugnendo si scagliarono contro il pesante cancello di acciaio temprato,che si mosse appena,nonostante la violenza del colpo. <Mandate qualcuno ad aprire il cancello>ordinò Soya,e uno dei guardiani sfrecciò verso la guardiola che conteneva il meccanismo per aprirlo. <Ah,ci aprono la strada!!>disse il generale nella rozza lingua degli orchi. I portatori dell’ariete lo lasciarono a terra con un tonfo unito al viscido rumore del fango che ormai gli arrivava alle caviglie,e sganciarono le loro armi dalle corde che usavano come cinture per sorreggere i loro stracci coperti da placche di metallo grezzo tenute insieme da lacci di budello. Con un potente ruggito il generale ordinò la carica,e i possenti mostri iniziarono a correre,quasi accecati dalla pioggia insistente,verso la schiera di nemici,che ancora non avevano ancora impugnato le armi. Soya alzò il braccio. <Piromanti in prima linea!!!> Un piccolo gruppo di persone si portò davanti a loro e iniziò recitare varie formule,e numerose sfere di fuoco scaturirono dalle loro mani,che sibilando colpirono gli orchi,carbonizzandone molti e scaraventandone lontano altri. <Ora i combattenti!> Tutti sfoderarono le loro spade,tutte lame ricurve,e i piromanti si scansarono,lasciando spazio alla lenta ma decisa avanzata dei guerrieri. Gli orchi continuavano a correre,ansimando con la bava che colava dalle loro zanne gialle,ruotando sopra le loro teste le loro rudimentali armi,gridando incomprensibili maledizioni rivolte alla ordinata squadra che avanzava ordinatamente tenendo alte le armi,cantando preghiere in coro. Quando gli orchi furono abbastanza vicini e affaticati dalla loro corsa sfrenata,ad un grido di Soya i guerrieri si separarono e si disposero individualmente,mettendosi in posizioni adatte al proprio modo di combattere,solo Ferion e Soya continuarono a avanzare,ma alla fine anche soya si fermò. Ferion continuava a camminare,cantando gli inni sacri di Ariel,tenendo Lothrien bassa,pronta a colpire. Lokna si era unito alla carica dei suoi compagni,molti dei quali uccisi dagli spara fuoco dei sangue misto,l’odore della carne bruciata era percettibile anche sotto la pioggia dai grossi e sensibili nasi degli orchi,e veder volare via pezzi dei loro compagni li faceva solo accelerare ed urlare ancora di più. I loro pesanti passi sollevavano grandi spruzzi di acqua e fango,lasciando profonde impronte sotto il pelo dell’acqua,che divenivano piccole fosse nella quale qualche orco più indietro inciampava. I loro muggiti producevano nuvolette di vapore dalla bocca,dato il freddo intenso della pioggia. Lokna vide che un suo compagno,quello più avanti,si apprestava a colpire un sangue misto che continuava ad avanzare verso di loro che,da quello che aveva capito degli umani,era un giovane adulto. Il compagno alzò la picca sopra la testa,inarcò la schiena e ruggendo calò l’arma intenzionato a rompere il cranio al sangue misto Ferion si fermò e guardò l’orco,i muscoli delle braccia tenuti tesi,pronti al colpo. La picca scendeva a grandissima velocità,fendendo il muro d’acqua che separava i due guerrieri,un fulmine squarciò il buio,e Lothrien colpì: Ferion piegò la schiena di lato,rimanendo coi piedi fermi,la picca sibilò accanto al suo orecchio,e la sua spada passò parallela all’arma ,mozzando il braccio e metà torace dell’orco,e penetrando sempre di piu nel corpo finche si scontrò con la dura spina dorsale della creatura,rimanendo ferma nello squarcio del petto. Ferion tirò a se la spada e il sangue schizzò copioso,mentre con una piroetta si allontanava per affrontare il prossimo orco. Un unico colpo,un unico colpo!!Quel sangue misto aveva abbattuto uno tra i più tra gli grossi di questo gruppo,con un unico colpo. Lokna si fermò di colpo,quasi pattinando sulla melma. <Attaccate gli altri e lasciate a me quello>urlò ai compagni,che si sparpagliarono,dirigendosi verso gli altri sangue misto. Lokna si diresse verso quel moccioso,il cuore che batteva per l’eccitazione della sfida,le mani serrate attorno all’impugnatura della spada. Ferion vide quello che dalle decorazioni tribali paresse il capo avvicinarsi a lui,e raccolse la sfida. Entrambi caricarono,urlando per dare forza al colpo e le due spade si scontrarono a mezz’aria. La spada di Lokna era sufficientemente grande e spessa per resistere al filo di Lothrien,e il suo portatore aveva sufficiente esperienza per non farla spezzare. Sorrisero. Ferion ruotò su se stesso,la sua lunga chioma lo avvolgeva come un mantello,e colpì,ma la melma e la pioggia rallentarono l’esecuzione di quello che sarebbe dovuto essere un attacco fulmineo,e venne parato,anche se sul volto di Lokna si delineò lo stupore per la potenza del colpo. Il Dracone continuò ad attaccare con una veloce serie di colpi ad ampi archi,incatenati ad angolo acuto, piroette e balzi per cogliere di sorpresa il nemico:era iniziata la danza del drago. Un urlo distrasse Ferion,Fratello Kart era stato ferito al braccio dalla scure di un orco. Approfittando della disattenzione da parte del nemico,Lokna iniziò ad attaccare con colpi potenti,ma precisi,con uno stile ed una bravura rara per un orco. Mentre i due si affrontavano in equilibrio,nel resto del cortile l’ago della bilancia era spostato di gran lunga in favore dei Vallas,gli orchi morivano come mosche,mentre i draconi al massimo avevano ferite superficiali. Nei loro volti era dipinta una gioia selvaggia,che proveniva dall’ebbrezza del combattimento,dall’uccidere quelle creature orrende che li avevano invasi. Ai piedi di Sorella Vielr giacevano numerosi pezzi e cadaveri nemici,falciati dai rotanti fendenti della sua spada,e li accanto Garuf si destreggiava con la spada e una scure rubata ad un nemico e anche Kart riusciva a difendersi con un braccio solo. Gli orchi iniziavano ad arretrare,ma i Vallas li inseguivano urlando,scappavano in preda al panico,venendo colpiti alle spalle e aggiungendosi alla palude di fango e cadaveri che andava crescendo col passare dei minuti. L’aria,nonostante la pioggia,era impregnata del tanfo di morte,unito all’odore di fradicio causato dalla eccessiva pioggia,che non accennava a diminuire,nonostante fosse quasi mattino. <Dannato me e chi me l’ha fatto fare>pensò Lokna con rabbia,si rese conto che attaccare i Vallas nella loro casa,era stata una enorme idiozia,ma lui eseguiva solo gli ordini,non poteva farci niente…se non liberarsi di quello che da vari minuti lo stava impegnando tanto bene,o morire con onore. L’ultimo orco si stava allontanando abbastanza in fretta,ma venne colpito alla nuca da un lancio fortunato della scure da parte di fratello Garuf,che dopo aver visto l’orco cadere a terra gorgogliando,si diresse ad aiutare Kart,mentre gli altri Vallas si erano messi a fissare il primo vero combattimento di Ferion,che affrontava qualcuno che avrebbe dato problemi a chiunque tra loro. Fratello Soya guardava ammirato la tempesta di acciaio che si scatenava tra i due;Ferion era abile,ma l’orco,che dalle decorazioni che aveva sull’armatura sembrava il capo di quest’orda,aveva dalla sua parte anni di esperienza bellica,e Ferion avrebbe dovuto agire d’astuzia. Ferion disincastrò le lame e con un balzo si portò lontano per evitare un attacco al ventre,e iniziò a correre attraverso il cortile,nella parte piena di statue. Quella parte di giardino era in depressione,così si era creato uno stagno,con l’acqua melmosa che arrivava alla vita di Ferion . Ferion iniziò a guadare il lago,il gelo dell’acqua gli penetrava nelle ossa,ma quel punto del giardino era lastricato,almeno i suoi piedi non erano più intrappolati dal fango. Rabbrividendo arrivò vicino ad un gruppo di statue. <Hai paura dell’acqua?>Urlò beffardo all’orco,vedendolo incerto sulla “riva”.
-
Le ali dell'arcangelo nero, capitolo 1
Ferion vallas ha risposto a Ferion vallas a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneSorella Sil conosceva quella canzone,era sempre stata una delle sue preferite,e varie volte aveva chiesto al suo tutore di cantarla,ma non avrebbe mai raggiunto il livello di Ferion,la cui splendida voce faceva impallidire il rombo dei tuoni,che non osava sovrastare la sua melodia cantata con il cuore. Ferion continuò a camminare per vari minuti,la sua stanza era la più lontana,ma alla fine arrivò davanti alla porta,girò la maniglia dorata ed entrò,il pesante legno sui cardini cigolava in maniera lamentosa. Cercò a tentoni sul muro finche non trovo una sfera,che si accese illuminando di luce azzurrina tutta la stanza e il grande letto a baldacchino e la cassapanca che stava ai suoi piedi. Chiuse la porta,si slacciò la cintura appoggiando Lothrien sulla cassapanca e iniziò a levarsi la veste,sfilandola da sopra;mentre era avvolto da quel mare di stoffa sentì la porta aprirsi e chiudersi un’altra volta,e lo scatto della serratura. <Chi c’è?>urlò,non essendo ancora riuscito a togliersi la veste. Nessuna risposta. Alla fine riuscì a levarsela e la gettò a terra con rabbia,e vide davanti a se Sorella Sil davanti a se,con la chiave della stanza in mano. <Che vuoi?>chiese ,anche se stava iniziando a farsene un’idea. <Passavo di qua…>disse lei indifferente Ferion con uno scatto cercò di afferrare la chiave,ma Sil tirò un attimo la stoffa della scollatura e vi fece cadere dentro la chiave,rabbrividendo leggermente per il contatto col freddo metallo. <Prova a prenderla….>disse lei con tono malizioso,allargando le braccia per invitarlo. <E’ proibito,sorella…>disse Ferion avvicinandosi. <E chi lo dice?Noi siamo di due linee di sangue diverse,Il sangue del drago si è mischiato e non siamo come parenti…i Vallas oramai sono solo una potente setta>esclamò con voce troppo alta,che rifletteva ciò che le bruciava dentro. Ferion,rimasto solo con i pantaloni,si avvicinò a Sil che si diresse al letto,dove si sdraiò,attendendo;in un attimo Ferion le fu sopra,la sua bocca che si avvicinava,e lei aprì la bocca e chiuse gli occhi pronta a ricevere il bacio,tremando dall’eccitazione. Il bacio non arrivò mai,la bocca di Ferion si avvicinò all’orecchio dei lei per sussurrare qualcosa. <Mi disgusti…> <Cosa??> esclamò Sil,aprendo gli occhi. Ferion la tirò su e la sbatté contro il muro,il suo bel volto una maschera di rabbia. <Cagna!>sibilò a denti stretti <Come osi insultare la tua stessa famiglia,dicendo idiozie e cercando di commettere incesto con un tuo fratello?Mi fai schifo!>disse continuando a premere sulle sue spalle,schiacciandola contro la parete. Sil rimase paralizzata dal terrore,e iniziò a piagnucolare;Ferion afferro la stoffa dell’abito e con uno strattone lacerò il tessuto,scoprendo il seno di sorella Sil. Non guardò neanche,e si girò appena sentito un piccolo tonfo metallico,dove era caduta la chiave. Prese Lothrien,aprì la cassapanca con un calcio e prese la prima camicia che trovò,la indossò,riallacciò la cintura e ci agganciò lo spadone, uso la chiave sulla porta e la aprì ed uscì,richiudendola con violenza;Appena fuori dalla stanza,Ferion sferrò un pugno al muro:la mancanza di rispetto alla famiglia e alle sue regole lo aveva riempito di una rabbia bestiale,che avrebbe potuto concludersi in tragedia se non se ne fosse andato. Un altro pugno contro il muro,molto più forte,il suo tonfo echeggiò nel corridoio mentre Ferion se ne andava,e Sil rimase nella stanza a piangere.
-
Le ali dell'arcangelo nero, capitolo 1
Ferion vallas ha risposto a Ferion vallas a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneCapitolo 2 Frenare gli istinti Il vecchio guardò i presenti,che si stavano alzando per andarsene. <Fratelli>tuonò<Non vorrete andarvene con questo tempo?> Tutti si voltarono verso di lui <Abbiamo abbastanza stanze per tutti,passate la notte qui,cosicché si possa festeggiare ancora!> La proposta fu accolta calorosamente dai presenti,e nella mente di Sorella Sil iniziarono a delinearsi vari modi per festeggiare. Ci vollero varie ore per pulire la stanza dal lago di sangue che si stava incrostando sullo splendido pavimento della stanza circolare,e per prepararla ad una festa,smontando il palco e spostando i tavoli,lasciando lo spazio libero per ballare,poi con l’ingresso delle ballerine,la festa iniziò. Nel frattempo Sorella Sil vagò per tutta la villa alla ricerca dell’oggetto del suo desiderio proibito. <Hai visto dove è andato Ferion dopo che è uscito?>chiese a tutti quelli che incontrava,ma ottenne negazioni e risposte discordanti. Alla fine,disperata,decise di abbassarsi a parlare con i servi,per quanto questo le riempisse la bocca di bile. Inizio a girare per gli interminabili corridoi di quell’immenso edificio,tra armature antiche e decorate,quadri e vasi di grande valore,finche non vide una serva intenta a spolverare un busto di marmo. Le si avvicinò silenziosamente e le afferrò il braccio;la serva urlò e per poco fece cadere il busto,ma Sorella Sil le intimò di calmarsi. <ZITTA stupida!Calmati>la serva si voltò e riconobbe la Vallas . <C-Che desidera padrona?> chiese lei ancora scossa. <Dove è Ferion?>chiese bruscamente. <L’ultima volta che l’ho visto si stava dirigendo verso l’atrio….>disse la serva. Sil la buttò da parte in malo modo e si fiondò nel corridoio che conduceva all’atrio. Lo attraversò correndo,sollevando l’orlo dell’abito da festa per non inciampare,accanto a lei saettavano i quadri dei Vallas più importanti,tra i quali sicuramente ci sarebbe stato anche Ferion. Sil mugolò di piacere perverso;nella sua mente scorrevano le immagini dei suoi desideri. Si era distratta;battè violentemente il bassoventre contro il corrimano della scalinata e passò oltre,cadendo da vari metri di altezza,senza neanche avere il tempo di cominciare ad urlare. Cadde fra forti e sicure braccia. Sorella Sil tremava,guardò chi l’aveva salvata da una morte ridicola. <Ferion!!>esclamò,con troppa gioia,ora era fra le sue braccia. Ferion la posò a terra con delicatezza. <Che stavi facendo??>chiese Ferion irritato <Si guarda avanti quando si corre,non credi?>. Sil scoppiò a piangere e saltò addosso a Ferion,stringendolo. <Ho avuto tanta paura…..grazie>singhiozzo lei,sincera. Ferion fu un attimo sorpreso,ma le diede dei colpetti sulle spalle,per consolarla. <Perché correvi?>chiese più dolcemente <Ti cercavo> <E perchè?>chiese Ferion curioso. Sil non poteva dire la verità,almeno non ora. <Non ti vedevo alla festa…sei l’ospite d’onore,andiamo?> Ferion pensò per un attimo,poi sospirò. <Va bene,andiamo…>disse,rassegnato <Ma…cosa facevi qui?> chiese Sorella Sil prendendo a braccetto Ferion Ferion guardò il magnifico affresco del drago,terrificante e maestoso allo stesso tempo. <Guardavo Pyrabos…e ringraziavo Ariel dei doni che mi ha fatto..> “Gia…gran bei doni….” pensò Sil,col cuore che accelerava i suoi battiti. Sil rallentava apposta il passo di Ferion,per stare il più possibile con lui,intanto salirono le scale e attraversarono i vari corridoi,ma Ferion iniziava a spazientirsi di tale lentezza. <Se camminiamo cosi piano arriveremo quando la festa sarà finita>disse e aumentò notevolmente il passo,con Sorella Sil che faticava a rimanergli vicino. Dopo la cerimonia,Ferion si era cambiato,ora indossava una lunga tunica azzurra,con vari ricami argentati,e per vezzo,Lothrien era agganciata alla cintura nera. In quella camminata frenetica,la veste ondeggiava come mossa da un forte vento,e Lothrien sbatteva contro la gamba, e più di una volta rischiò di colpire i vari oggetti lungo il corridoio. In un quarto del tempo che avrebbero impiegato per giungervi al passo di Sil,arrivarono nella stanza circolare,ora completamente trasformata,addobbata in maniera allegra per la grande festa,i tavoli non c’erano più,al centro della sala,ballavano numerosi Vallas,chi allegramente con amici e amiche,e qualche fortunato, con le ballerine;in un angolo della sala vari musicisti suonavano violini e flauti,spandendo la loro melodia grazie all’acustica della sala. Ferion rimase ad aspettare Sil sull’entrata,che arrivo ansimando qualche istante dopo. Si aggrappò a Ferion per sorreggersi,senza fiato,con un certo fastidio di quest’ultimo. <Eccoci alla festa….>disse lui,staccandosi da lei. <Balliam…>cercò di chiedere Sorella Sil,ma Ferion era gia sparito. <Fratello Kart!>esclamò Ferion andando ad abbracciarlo. <Fratello Ferion>disse allegramente,ricambiando il gesto. Accanto a loro c’era Fratello Garuf,che portava istintivamente la mano dove prima c’era la borsa delle monete,ma ora scomparsa. Fratello Kart lo guardò. <Ah,gia,Ferion…la tua parte> disse lanciando a Ferion un sacchetto grande la metà di quello originale. Fratello Garuf li guardò strabiliato. <Ma eravate d’accordo!!>Urlò senza ritegno,tutti si voltarono <No…ci conosciamo da quando siamo piccoli,anche se non sapevo che fosse della prima linea di sangue..>disse Kart mettendo via la sua parte di monete. <Ne mancano due…> disse Ferion soppesando il sacchetto,e Fratello Kart,visibilmente scocciato tirò fuori il sacchetto e diede le due monete a Ferion,che le lascio cadere nel suo sacchetto facendole tintinnare. <Bravo…>disse Ferion a Fratello Kart <Sono anche piuttosto contento che tu abbia scommesso contro di me,Garuf…> disse Ferion sorridendo<La tua faccia è stata la cosa più appagante,oltre a entrare fra i Draconi> <Vedendoti qui,ne deduco che Sorella Sil ti abbia trovato>Disse Garuf,non volendo pensare alla cospicua somma perduta<Ti ha cercato per tutta la villa>. <Gia….>Ferion si guardò attorno<E’ rimasta indietro…> <Sono qui!!> disse Sil,comparendo all’improvviso da dietro Ferion;aveva dovuto attraversare tutta la stanza per raggiungerli. <Sorella Sil….>la salutò Fratello Kart. Ferion si sentì trascinato per il braccio destro da Sorella Sil,al centro della pista,che prese la sua mano e se la mise sul fianco. <Ti condurrò io,non ti preoccupare>sussurrò avvertendo del disagio in Ferion. La canzone suonata fino a quel momento fini,per venire rimpiazzata da un'altra dal ritmo molto energico. Sorella Sil venne trascinata dalla partenza di Ferion,che volteggiava in maniera perfetta,facendola sfigurare di fronte a tutti,ma lei non si sentiva in imbarazzo,anzi,più di una volta cercava di vedere gli sguardi invidiosi delle altre donne,ma stranamente non ne vedeva,anzi,qualcuna scuoteva la testa. Una piccola pressione sul fianco da parte di Ferion la invitava a non distrarsi,dopo che gli aveva pestato un piede varie volte nello stesso passo. Nello stesso istante in cui la musica finì,Ferion si stacco da Sil e tornò dai suoi compagni;mentre lei lo guardava allontanarsi vide passare davanti a lei una ragazza con un calice di vino in mano e le venne un idea. <Era ora Ferion…volevi rimanere minorenne per tutta la vita?> gli disse Kart mettendogli il braccio attorno al collo <Eeeeh questi ragazzi..>continuò <Crescono cosi in fretta..>fece finta di piangere<Un giorno hanno paura del buio,e quello dopo sono emomanti>fece finta di soffiarsi il naso sulla veste di Ferion. <Ma smettila!!>esclamò Ferion ridendo<Sei stato iniziato soltanto due anni fa,e ti comporti da nonno…> <Tecnicamente sei il più piccolo>disse Kart scompigliandogli i lunghissimi capelli neri<Il nostro cucciolo di drago…> <Anche se per l’altezza ti supero di una spanna buona….>Disse Ferion,dando delle piccole pacche sulla testa di Kart,che lo lasciò fare. <Eh,gia…sei alto,bellissimo persino per i Vallas,bravo a combattere,emomante,colto, …appena comincerai il servizio per madre Ariel le sacerdotesse ti moriranno dietro…>disse allegramente,senza invidia. <Mah…io preferirei trovare quella giusta,piuttosto che avere infinite avventure senza significato..>disse Ferion pensando a quello che aveva detto Kart. <E anche romantico..>aggiunse Fratello Kart alla lista di pregi di Ferion,dandogli una pacca sulla spalla. <Io ora andrei a dormire,se domani hai finito di elogiarmi,vienimi a svegliare>Disse Ferion sorridendo. Fratello Kart rise,e alla risata si unì anche Garuf,che aveva sbollito la rabbia. <Ma si…sono ricco,chi se ne importa di quel sacchetto..>porse la mano a Ferion <Magnifica esibizione,i miei più sinceri complimenti>. Ferion strinse la mano,con gioia. <Cosa hai fatti negli ultimi dieci anni?>chiese fratello Kart a Ferion,curioso. <Niente di che,ho studiato l’emomanzia alla cattedrale scarlatta,e nel tempo libero mi esercitavo nella settima forma degli stili di Namraeil>disse lui con leggerezza. <La danza del drago??ma è difficilissima!!>dissero Kart e Garuf stupefatti. <In effetti ho qualche incertezza in vari punti,ma tutto sommato riesco ad usarla> <Ah,ma allora devi mostrarcela,quando fuori si sarà asciugato quel pantano…> <Oh bè certo!>disse Ferion <OPS!!> urlò Sorella Sil,inciampando nella sua gonna e rovesciando un bicchiere di vino addosso a Ferion,inzuppandogli la manica della sua splendida veste azzurra. Ferion lanciò un esclamazione,perché il vino era freddo,e anche la stanza non era esattamente calda. <Ma che ….>si interruppe quando vide Sorella Sil stesa a terra,con la gonna che nel volo era arrivata a coprirla la testa,scoprendo così le gambe. <Sorella!!>si affrettò a soccorrerla Garuf,che era veramente suo fratello di sangue. Sil si rialzò e si riassettò il vestito. <Sto bene,sto bene>disse lei,rialzandosi. Ferion era intento a guardare la macchia scura che si espandeva sul suo braccio. <Vado a cambiarmi..>Disse. <Va bene> disse Kart. Ferion si voltò e si avviò verso l’uscita,passando agilmente fra i ballerini che piroettavano al centro della stanza,seguito furtivamente da Sorella Sil. Ferion passò un’altra volta per l’atrio e salì un’altra scalinata che si dirigeva più in alto,infilandosi nell’ennesimo corridoio,questa volta decorato con un enorme dipinto di una immensa prateria,dove angeli e uomini vivevano in armonia,sotto s’era una targhetta con scritto “i campi eterni”. Ma l’altra parete era piena di grandi finestre,che mostravano come ancora li fuori infuriasse il temporale. L’insistente scrosciare della pioggia copriva il rumore dei goffi passi di Sil,che riusciva a fare più rumore di quanto ne avrebbe fatto camminando normalmente. Ferion,nella solitudine di quei lunghi corridoi,iniziò a cantare una malinconica canzone d’amore. Sono giorni che ti inseguo fra gli affilati rami della foresta tra i rovi che mi feriscono le gambe ti ho vista vagare tra le querce attraversata dalla luce lunare lo sguardo rivolto al cielo la tua anima pesante come le montagne ti ancorava alla realtà cercai di avvicinarmi ma tu mi sfuggisti ma il tuo sguardo, triste e saggio mi pregava di non rinunciare abbandonai la spada mia unica compagna a terra,nel fango e continuai ad inseguirti nei miei occhi, l'immagine fissa dei tuoi che mi pregavano di continuare ti seguii in luoghi che non conoscevo nelle dimore degli elfi tra gli alberi nei loro antichi castelli da giorni non mangiavo da giorni non bevevo, solo la tua presenza mi incitava a continuare più dolce del nettare divino le mie mani,protese ad afferrarti sfioravano l'aria i miei piedi doloranti il mio cuore batteva il ritmo di quella corsa infinita ti seguii in un castello magnifico ed antico nella sala del trono dove tu seduta come regina mi offrivi il posto dei re mi sedetti su morbido velluto tu ti alzasti,e mi porgesti la mano riuscii a toccarla e capii tu regina immortale,mi hai scelto per essere il tuo re ti ringrazio per il dono non persi nulla e ora siamo re e regina eterni nella dimora degli elfi
-
Componimenti Fantasy di Ferion
Ferion vallas ha risposto a Ferion vallas a un messaggio in una discussione Libri, fumetti e animazioneSpoiler: Echi, di notte, di buio, nell’ombra Canzoni, suadenti, di morti lontane Sangue,interiora, odio e violenza Cadon con grazia da mani mozzate Gocce, di odio, di febbre, di male Cadon sui tetti di case bruciate Sterpi che soffocan la tenue speranza Che un giorno lontano il sole risplenda Corvi scheletrici, malati e bramosi Volan su teste, posate su vasi Innaffiate ogni giorno con ambrosia marcia Volti contratti di ebbro piacere Lussuria Arroganza Accidia e vendetta Bambino, ora corri, su ponti di vene Piangi, disperi, imprechi e cresci Corri, e ricorri, ad ogni espediente Non vedi non senti non parli ma vivi Perché?