La finestra scruta su un mare gelato di anime al buio,
vagano silenziose senza nemmeno guardarsi in faccia.
L'orologio scandisce i loro passi, ritmicamente,
sembra seguirli, una per una.
Piano piano la nebbia li avvolge,
incuranti seguono la loro strada,
deliziati dal profumo di quel sarà.
In una calca le anime si reincontrano e guardano al cielo stordito di stelle,
non una nube offusca i loro pensieri,
non una nube annerisce i loro cuori.
Come robot inseguono le foglie colte dal vento,
non si accorgono dove li stanno portando.
Il cielo ruggisce e piange su ciò che un tempo era chiamato vita.
Il sole si rifiuta di scaldare ciò che è rimasto.
Qualcuno grida e non vuole più muoversi.
Tutti spaventati si fermano.
La luna da lassù si chiede il motivo.
La pioggia cade su un cumulo di cenere
e due occhi vuoti rimangono ad osservare.