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viridiana

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di viridiana

  1. è veramente de Crescenzo.......... per ricordare questo pomeriggio.......grazie...... Eduardo De Crescenzo - Ancora E' notte alta e sono sveglio sei sempre tu il mio chiodo fisso Insieme a te ci stavo meglio e più ti penso e più ti voglio Tutto il casino fatto per averti per questo amore che era un frutto acerbo e adesso che ti voglio bene io ti perdo.. Ancora ancora ancora perché io da quella sera non ho fatto più l'amore senza te e non me ne frega niente senza te anche se incontrassi un angelo direi: Non mi fai volare in alto quanto lei E' notte alta e sono sveglio e mi rivesto e mi rispoglio mi fa smaniare questa voglia che prima o poi farò lo sbaglio di fare il pazzo e venir sotto casa tirare sassi alla finestra accesa prendere a calci la tua porta chiusa chiusa.. Ancora ancora ancora perché io da quella sera non ho fatto più l'amore senza te e non me ne frega niente senza te Ancora amore ancora ancora ancora ancora
  2. viridiana

    Mago de Oz

    Non disdignerei (esiste sta parola?) nemmeno Finisterra......
  3. Tutta per te :rock: Neurosis - Given To The Rising We stand encircled by wing and fire Our deepest ties return and turn upon us The shrouded reason, the bleeding answer The human plague in womb Bring clouds of war Let us rest Our future breed is the last In the conscience waits Dreams of the new sun We're blood in the dust Given to the Rising Through this we claw roots Of trees in the world of iron Our father's steps fueled the boiling sea The wretched harvest reaped by the hands of dawning Our pain cannot forgive the silent machine of the fatal flaw in man That brings us to the end
  4. buahahahahahahahahaah!! è fantastica!!!!!
  5. Vigilia di Natale. Nel centro commerciale, non troppo grande, le persone sono impegnate nelle loro spese ed ultimi acquisti per Natale. Sembra una danza frenetica. Un enorme formicaio intento al lavoro. Le persone escono con enormi e piccoli pacchi colorati, nastrini, lucine ed altro. Veloci. Poche persone si fermano a guardare l’albero appesantito dai troppi addobbi natalizi. Sembra quasi triste, i suoi rami piegati da bolle colorate e festoni a lui inutili. Ricorda ancora il boschetto dove era nato, in mezzo agli altri alberi. Se ne stava quieto ed in pace a crescere, dando ospitalità a nidi che gli uccellini avevano deciso di fare su di lui. Poi un giorno sono venuti degli uomini. Hanno preso lui ed altri alberi, li hanno messi su dei furgoncini e li hanno portati lontano dal bosco. Ora il suo unico nutrimento è un vaso ricoperto con della ghiaia. La poca luce che filtra dalle porte a vetro è pallida e sbagliata e l’acqua a volte la porta una ragazza che fà le pulizie lì dentro. Scosta i suoi rami, l’accarezza, e lui si sente un po’ più vivo. L’albero guarda il fiume di persone che vanno e vengono. “io cosa c’entro?” pensa “non dovrei essere qui” Stanco, sfinito, piano piano accumula la poca energia rimastagli ed inizia a crescere e crescere. Le persone non lo notano. Il rumore del centro commerciale nasconde il suo crescere e aprirsi. I suoi rami cercano vie d’uscita cercando di rompere i vetri, di uscire dalle porte. La gente inizia a vederlo, si sentono urla, corrono spaventati fuori. In effetti non è cosa da tutti i giorni vedere un “albero di natale” che all’improvviso cresce a dismisura, veloce, e cerca di scappare dal luogo in cui è costretto. Rompe le vetrate, riesce ad uscire con i suoi rami e finalmente, i suoi rami sentono di nuovo il freddo e la luce dell’esterno, sensazioni a lui familiari. Non fa del male a nessuno, vuole solo respirare di nuovo e sparire da tutto quel rumore. Rivuole il suo bosco, i suoi uccellini, i suoi alberi. Spinto dal desiderio l’albero cresce, rompe e si libera, spingendo i suoi rami fuori, alla luce del pallido sole invernale. Il muoversi di una delle sue bolle colorate scaccia i pensieri dell’albero che si ritrova di nuovo piccolo ed imprigionato dentro al centro commerciale. Un bambino sorridente sta giocando con i suoi festoni ma presto una donna se lo porta via con se. L’albero sembra piegarsi su stesso dalla tristezza. Si rende conto che il suo è stato solo un sogno, che non potrà mai uscire da solo da li e, soprattutto, non potrà mai crescere cosi tanto e velocemente da riuscire a rompere tutto e poter respirare la sua aria. Ora se ne sta li, in mezzo al via vai della gente, semplice arredamento di un centro commerciale. Passato natale dove lo porteranno?
  6. A me, e solo a me, perchè me sò propio rotta er c***o|| (e a tutti quelli a cui piace, giusto perchè siamo sotto natale è!!) Deftones - Change (In The House Of Flies) I watched you change Into a fly I looked away You were on fire. And I watched a change in you It's like you never had wings Now you feel so alive I've watched you change I took you home Set you on the glass I pulled off your wings Then I laughed And I watched a change in you It's like you never had wings Now you feel so alive I watched you change It's like you never had wings I look at the cross And I look away Give you the gun Blow me away And I watched a change in you It's like you never had wings now you feel so alive I've watched you change Now you feel alive You feel alive You feel alive I've watched you change It's like you never had wings You change. You change. You change.
  7. viridiana

    Mago de Oz

    Dopo pochi ascolti posso tranquillamente dire che questo album è molto diverso dagli altri. Lo sento molto più sul celtico, con un forte violino, che adoro. La voce di Josè la sento a volte diversa. Ed è cosa buona in quanto si mette in gioco in continuazione. Secondo me è un disco diverso questo, quasi a provare nuove cose. Sono curiosa di sentirlo dal vivo per vedere come rende realmente, ma son sicura che non rimarrò delusa....
  8. viridiana

    L'Arte del Sogno

    è un film fantastico, non credevo. al cinema l'avevo accuratamente evitato a causa del titolo (ma chi li traduce in questo modo??) un film particolare, a volte esilarante, a volte paradossale. una stporia bellissima con un finale
  9. Perchè è bellissima Subsonica - Veleno Come gli adesivi che si staccano Lascio che le cose ora succedano Quante circostanze si riattivano Fuori dai circuiti della volontà. Come il vento gioca con la plastica Vedo trasportata la mia dignità. Oggi tradisco la stabilità Senza attenuanti e nessuna pietà. Oggi il mio passato mi ricorda che Io non so sfuggirti senza fingere. E che non posso sentirmi libero Dalla tua corda, dal tuo patibolo. E un’altra volta mi avvicinerò Alla tua bocca mi avvicinerò E un’altra volta mi avvelenerò Del tuo veleno mi avvelenerò. Come gli adesivi che si staccano Come le cerniere che si incastrano Come interruttori che non scattano O caricatori che si inceppano Io tradisco le ultime mie volontà. Tutte le promesse ora si infrangono. Penso ai tuoi crimini senza pietà Contro la mia ingenua umanità. Scelgo di dissolvermi dentro di te Mentre tu saccheggi le mie lacrime. E sarò cieco, forse libero Solo nell’alba di un patibolo. Dentro una storia senza più titolo Scegliendo un ruolo senza credito Strappando il fiore più carnivoro Io cerco il fuoco e mi brucerò. E un’altra volta mi avvicinerò Alla tua bocca mi avvicinerò E un’altra volta mi avvelenerò Del tuo veleno mi avvelenerò
  10. quasi quasi mi proporrei come studente nel corso del black.....una rispolveratina non può certo farmi male
  11. viridiana

    Inland Empire

    io l'ho visto. come ho visto quasi tutti i film di Linch. non è semplicissimo da seguire....ma......
  12. ho visto che hanno fatto anche il 2, credo sia un epansione ma forse anche no. spero di provarla presto;-)
  13. Secondo me l'idea dei vari futuri è geniale. Razze che vengono dai più disparati posti dell'universo o multiverso che si voglia. Che sia questione di marketing o meno sta di fatto che cosi facendo non sono limitati e si possono sempre evolvere con nuove razze e nuovi futuri, oltre che fare continue nuove edizioni (evoluzioni?) degli eserciti già esistenti. Potrebbe essere anche un gioco di spazio tempo, razze che vengono risucchiate e che si buttano in futuri differenti. Ma forse sto andando OT......
  14. sono arrivata tardi?? non cè un posticino anche per me?? io vorrei imparare le tecniche del disegno a matita ed il corso di Gid m'ispira moltissimo. Gid, io avrei ancora un carico di bambole gonfiabili........
  15. Nonostante tutto la luna sorride di nuovo........ Subsonica - La glaciazione Gelidi tramonti un tempo erano fuoco sulla terra, gelidi i tuoi occhi due orbite in un cielo senza luce. Nel tuo cuore il vento l’eclissi di una sazia e spenta civiltà. Questo vuoto esploderà, esploderà questo vuoto esploderà, esploderà questo vuoto esploderà, esploderà questo vuoto esploderà, esploderà. Muoiono le stelle, tra gli ultimi bagliori e un assordante nulla. Sò che non mi senti, noi ci riscalderemo tra i rottami ardenti. Quando il vuoto esploderà, esploderà perchè il vuoto esploderà, esploderà questo vuoto esploderà, esploderà questo vuoto esploderà, esploderà. Gelidi tramonti un tempo erano fuoco sulla terra, muoiono le stelle tra gli ultimi bagliori e un assordante nulla Quando il vuoto esploderà, esploderà perchè il vuoto esploderà, esploderà questo vuoto esploderà, esploderà questo vuoto esploderà, esploderà….
  16. e ci sei riuscito particolarmente bene a mio parere. mi piacciono assai. se facessi ancora Live avrei potuto "rubarti" qualche spada per farla in kerimat (ignoro come si scriva). Mi piace particolarmente la seconda. Ebbbravo Kyr, continua cosi
  17. La mia storia inizia qui. Col tempo che passa. Che è passato. Che passerà. Persone che vanno e vengono. Gente che cambia. Che si perde. Ho scelto di restare a vivere la mia vita qui, bloccato dietro uno scaffale mentre il mondo attorno a me continuava a girare. Io mi son fermato, non cambiando. Dalla vetrata vedo la gente che passa. Le vite che s’incrociano, anche solo per attimi, che non torneranno più. Ne ho visti tante. Persone cordiali. Persone sgarbate. Persone indifferenti. Persone che non si rendevano conto di stare vivendo, estraniate da tutto e perse, perse chissà dove. Mi sembra di essere l’osservatrice del mondo, del mio mondo. Le persone entrano ed escono dalla mia vita in una velocità che quasi perdo i loro sguardi, a volte sfuggenti e me ne dimentico subito. Certo, che se ricordassi tutte le persone che vedo, conoscerei il mondo intero. Almeno, il mio di mondo. Non mi serve anche quello degli altri. Sono ancora sdraiato a letto e tutti questi pensieri non riescono a librarsi nell’aria lasciando la mia testa, finalmente, in silenzio. Mi alzo a fatica. Ogni giorno è sempre più difficile. Perché dovrei alzarmi quando ho la prospettiva di una giornata in solitudine, rinchiuso e protetto da queste quattro mura. Avrei voluto visitare i posti, i colori, ma nessuno mi ci ha mai portato, cosi sono rimasto qui, a guardare il mondo che gira. Bisogna essere abili per farlo girare dal verso giusto. Ma a volte te ne freghi, e lo girare come vuole, rimanendo in balia degli avvenimenti. Mi lavo e vesto quasi contro luce, come se a farlo non fossi io ma qualcun’altro, un qualcun’altro che non conosco. Scendo in strada e di nuovo tutto mi assale. Le persone, nella loro fretta, quasi non si accorgono di me. Sembrano passarmi attraverso, come se fossi trasparente. Un nulla in mezzo al nulla. La giornata prosegue come al solito. Le solite facce e i soliti stranieri. Oscuri ed allegri. Come più vi piace. All’improvviso sento un profumo. Quasi mi sembra di riconoscerlo, di ricordarmelo. All’improvviso i ricordi invadono la mia testa come un uragano e nel bel mezzo di questa giornata mi sembra di rivederti. I tuoi sorrisi, i tuoi pianti. Dio mio, mai avrei pensato che saresti ritornata, e ti trovo qui, in mezzo a tutta questa gente, in mezzo a tutti questi sconosciuti. Sei tornata. Ora tu sei…..ed io sono qui…….
  18. chiedo venia......:pray: rimedierò al più presto....
  19. http://cthulhuthemovie.com/ oddiiiioooooo!!!!
  20. fantastico! quanti ricordi!!! eravamo davvero 11 cavalieri.....
  21. viridiana

    Vale la pena?

    premetto che questo non è il solito racconto fantasy dove tutto ha i suoi schemi e le sue regole. Non mi ha ispirato Licia Troisi bensì Terry Pratchett. Vuole essere un racconto molto umoristico (come quelli di Pratchett in effetti) dove il mondo fantasy viene un pò scombussolato, come ad esempio le sigarette, e non tutto abbia i suoi schemi. ti ringrazio per la tua attenzione!
  22. viridiana

    Vale la pena?

    questo è l'inizio di un racconto che ho modificato mille e mille volte. ho bisogno, dalle vostre critiche, di sapere se vale la pena continuarlo. grazie in anticipo per le critche "sincere" Aragash stava tornando alla casa dopo la notte di lavoro. Era sicuro che suo fratello l’avrebbe sgridato di nuovo. Lui s’impegnava, ma era come se qualche pianeta, qualche costellazione o tutto l’universo gli fosse contraria. L’alba aveva poca voglia di sorgere. Tutto sembrava come rallentato, pigro, quasi che stesse aspettando qualcosa. Le strade erano pressoché deserte. I cani che incrociava lo guardavano con una specie di pietà, come se sapessero e pensavano –che ci vuoi fare, ormai le cose stanno così…- . Cercava di andare pianissimo. Sospirava. Cercava di capire cosa c’era che non andava. Cercava di capire se era lui che non andava… Le luci della casa erano accese. Lo aspettava sempre dopo un lavoro. Intorno era tutto silenzioso, a parte il terribile frastuono che il silenzio faceva nelle sue orecchie. Era come se il mondo avesse deciso che non valeva più la pena emettere un singolo suono. Entrò. “Bentornato Aragash” disse il fratello appena lo vide entrare “com’è andata?” Il tono di Eistan, il fratello, era piuttosto calmo. Sembrava quasi che sorridesse speranzoso. “Ehm…uhm…eee…..” “Di nuovo?” Eistan interruppe bruscamente i vagiti del fratello che rimase con la bocca aperta senza emettere alcuna sillaba. “Come è possibile?! Sei un ladro! e ti fai derubare ogni volta che finisci un lavoro! Senza nemmeno accorgertene!” “ehm…uhm…” “Ci credo che ti hanno buttato fuori dalla Gilda!” “Ehm….” “Forse qualcuno ce l’ha con te!” “uhm…” “Dobbiamo andarcene, cercare un posto che la Gilda non controlla, partiremo domani!” “Eh?” Eistan aveva abbandonato la Gilda molto presto. Era un ladro pentito. Era arrivato a pensare del perché la gente, se voleva qualcosa, semplicemente non se la comprava. Persone che piangevano per la perdita dei loro oggetti preziosi, dei loro ricordi. Era molto bravo nel suo lavoro, ma i sensi di colpa gli facevano passare le notti insonni. Se ne andò dalla Gilda prima di andare in depressione. Al direttore aveva solo detto che era stanco di lavorare di notte. Un po’ allibito, questi, lo fece andare via senza obiezioni, anche se c’era l’opportunità di lavorare di giorno… Aragash, invece, più piccolo di Eistan, voleva fare il ladro. Sapeva di avercelo nel sangue. Non era male, ma dopo qualche tempo iniziò a tornare a mani vuote, giurando che l’oggetto o il documento l’aveva effettivamente rubato. O magari lo perdeva. Alla Gilda avevano provato di tutto. Persino attaccarsi la collana d’oro, che aveva appena rubato, ai pantaloni. Quella sera rientrò alla Gilda in mutande. Lo mandarono via senza alcun commento. Fecero i bagagli in silenzio. Misero le loro poche cose in due zaini. Aragash era silenzioso. Ripensava al tempo trascorso alla Gilda come se vi fosse stato qualcosa o qualcuno di sbagliato. Forse era lui stesso, ma non era sicuro di questo, eppure…. Eistan interruppe il vorticare dei suoi pensieri. “Su, mettiamoci in marcia” “Ne sei proprio sicuro?” “Ci sarà un posto in cui potremo vivere bene. Ci sarà un posto per noi da qualche parte, dove le cose ci vadano dannatamente bene!! E adesso noi andiamo a cercarlo!” “Si, ma dove?” Andarono fuori ed Eistan guardò teatralmente l’orizzonte con un braccio alzato. “Andremo dove il mondo ha bisogno di noi, dove la gente non ci guarderà strano e, cosa più importante, ci saluterà. Finalmente saremo felici!!” Se fosse stato in un teatro gli spettatori avrebbero sicuramente applaudito. Ma Aragash lo guardò solo con la testa inclinata e sospirò. Partirono. Dopo mezz’ora di cammino Aragash cominciò a lamentarsi. “Non abbiamo neppure fatto colazione. Ora che siamo “finalmente” partiti ci fermiamo a mangiare?” Erano a malapena usciti dal villaggio. Si guardarono intorno. La strada era deserta, tranne che per alcuni carri che stavano entrando nel villaggio. Si misero a sedere e mangiarono. Durante il pasto frugale di pane e formaggio Eistan cominciò a pensare al passato senza neppure rendersene conto. Pensò a quando erano alla Gilda. Ognuno aveva la sua stanza in modo da rimanere concentrati su quello che avevano appreso durante la giornata. Le notti passate a guardare dalla piccola finestra. Erano trovatelli e le persone che si erano presi cura di loro per sei anni li portarono alla Gilda. Erano praticamente diventati adolescenti lì, sottratti alla loro infanzia. Erano persino diventati bravi, ma col passare del tempo a lui non piacque più quella vita e Aragash cominciò a tornare dai lavori strano e senza la merce, con la sola cosa che ricordava, di averla presa ,la merce!!!! Guardò il fratello che finiva di mangiare e, come se qualcosa dentro di lui si fosse mosso, si alzò e disse “Diventerò un guerriero!!!!” Aragash quasi si strozzò col boccone che aveva in bocca. Ripreso il cammino nessuno parlava, dopo di un po’ Aragash ruppe il silenzio “E sentiamo…. La spada la vuoi comprare, con l’armatura e lo scudo o la vuoi rubare ad un guerriero addormentato?” Eistan non disse nulla. Si limitò a fulminare il fratello con lo sguardo. Ora sapeva cosa era l’odio!!!! Stavano camminando da qualche ora quando videro, non molto lontano, un uomo seduto sotto un albero che come notò i fratelli avvicinarsi si alzò velocemente e se ne nascose dietro. Man mano che si avvicinavano udivano le grida dell’uomo ancora nascosto. “State lontani! Ancora un passo e vi ucciderò in nome….in nome…..di qualcosa!” Sentivano poi che borbottava qualcosa con una vocina accanto a lui. I due fratelli si lanciarono un occhiata perplessa. Si avvicinarono cautamente con le mani che stringevano i manici dei pugnali. Iniziarono a sentire la discussione molto accesa che faceva l’uomo ad una vocina, quasi metallica. “Fuggiamo non ho alcuna intenzione di graffiarmi tutta!!” “Non facciamo in tempo. Sono in due, facciamo i bravi, magari ci lasciano andare!” “E se……aaahh!!!!” I due si erano avvicinati lentamente all’uomo e all’urlo si spaventarono tutti e quattro! L’uomo si accucciò dietro l’albero e i due corsero dietro quello più vicino. “Hai visto com’è vestito?” “Come è vestito?” “E’ un paladino! Se volesse potrebbe ucciderci in una mossa senza nemmeno spostarsi, ma, teoricamente, non lo può fare, è un paladino!!” “Allora perché se ne stà accucciato dietro a quell’albero? Sembra addirittura che stia tremando! Ma con chi stava parlando?” “In effetti è u po’ strano” Eistan si sporse un poco, per vedere meglio. “Ehi! Chi sei?” “Chi sono? Ehm… Com’era? A si” si schiarì la voce.”Il tuo peggior incubo!” “Perché il mio peggior incubo se ne stà tremante dietro ad un albero?” “Perché? Perché? Non me lo ricordo!!” risponde il forse paladino quasi in lacrime. “Ehm…ma sei un paladino?” azzardò Aragash “Forse si o forse no!!” rispose quello cercando di non far capire di non ricordarsi neppure questo piccolo particolare. “Ma in chi ci siamo imbattuti?” sussurrarono tra loro i fratelli “Non credo possa farci del male, non si ricorda neppure chi è!!” Eistan si scostò dall’albero e si avvicino all’uomo. “Non farmi del male!” urlò l’uomo in preda ad un attacco di terrore…. Eistan sorrise…. Sparita la paura si sedettero tranquilli a parlare. L’uomo, di cui non ricordava neppure il nome, raccontò di essersi risvegliato ai piedi di un albero e non si ricordava nulla di quello che era successo nella sua vita prima di allora. “Nemmeno la mia spada, se è mia, credo sia magica,ma non vuole più combattere ….credo che abbia avuto uno shock!!” “Ma sei un paladino?” “Dite?” disse guardandosi l’armatura che indossava. “Hai mica un’altra spada?”chiese speranzoso Eistan. L’uomo si guardò meglio addosso per paura di esserselo dimenticato. “Credo di no” “E’ una cosa molto strana. Se per il momento non sai dove andare puoi venire con noi. Però hai bisogno di un nome, te ne piace uno in particolare?” L’uomo cominciò a pensarci su quando da un carro di passaggio sentirono una donna urlare: “Ariosto!! Vuoi smuovere quei muli!! Vorrei arrivare prima che il figlio appena nato di mia sorella diventi nonno!!!” L’uomo fece una faccia compiaciuta. “Ariosto?” “Se a te piace” I fratelli si scrollarono le spalle. “Voi chi siete, di grazia? E dove sono diretti i vostri passi?” “Lui è Aragash ed io Eistan….siamo fratelli…ehm…..fratelli e….stiamo andando……” Aragash guardò di sottecchi il fratello. “…..ehm….stiamo facendo un viaggetto….sai…..vedere cose nuove……….” I tre viaggiarono per tutto il giorno senza incontrare nessuno di particolare, parlando del più e del meno che Ariosto se ne dimenticava dopo un paio d’ore, a volte persino di minuti!!!! Quando, arrivati al villaggio di Bar, si fermarono in una taverna. Avevano da poco iniziato a mangiare tranquillamente il loro stufato quando la porta si aprì molto rumorosamente ed entrò un figura alta avvolta in un mantello. La figura, dapprima cercò un tavolo vuoto, poi cercò, barcollando, di arrivarci, centrò di poco la sedia. Nel frattempo che aspettava la cameriera cominciò a farsi una sigaretta. Arrivò la cameriera dicendogli che il tavolo era riservato a dei soldati che andavano lì tutti i giorni ed erano affezionati a quel tavolo. La figura ammantata si alzo senza proferir parola e si avvicinò, barcollando, al tavolo dei tre compagni. ”Lè libero sto posto?” disse che già era seduto. I tre si guardaro “Bè……sì……..lo era prima che arrivassi tu…” Lo straniero continuò tranquillo il suo capolavoro di ingegneria senza nemmeno abbassarsi il cappuccio. I tre continuarono tranquillamente a sorseggiare il loro stufato......non saziava completamente la fame ma la sete si. Lo straniero alzò improvvisamente lo sguardo con un attimo di spavento dei compagni. Sorridente, anche se un poco strano, finalmente rivolse loro la parola “Ce l'avete d'accendere?” “Non me lo ricordo” disse il paladino “ devono avermelo rubato” disse Aragash “Io ce l'ho” disse Eistan, e porse l'acciarino allo straniero. “Potremmo essere onorati dal conoscere il vostro nome?” “Io sono Gato il Drow” si tolse il cappuccio “Il Drow Gato, per gli amici Trip” disse in tono compiaciuto. Tutti smisero di mangiare per fissare il drow che tranquillo iniziò a trangugiare rumorosamente il propio pasto poggiando la sua opera d'arte a fianco della scodella. “Sei scappato da qualche parte?” Provò Eistan “E da dove dovrei essere scappato?” chiese il Drow “Era una semplice domanda” “Anche la mia” ribattè con la bocca piena. Eistan a quel punto cercò di rigirare la domanda. “Da dove vieni?”chiese con un sorriso
  23. oh maef! è una gran genialata ed anche lo stile del racconto e gustoso e lineare. complimento aaaaarrrrrrrrrgghhoooott!!!!!
  24. straloooool!!! grande aaaaaaaaarrrrrrrrggggggghhhhhhh!!!!!! ma non ci dormi la notte per ideare ste cose??? fantastico!!
  25. abbiamo "giocato" senza espansione. penso che a giocare con l'espansione il gioco possa durare i media 48 ore......
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