Ettore Proietti
Da molti mesi ormai stabile a Tokyo e da quasi altrettanti nel duro mondo della ristorazione nipponica, finalmente ottengo un meritata vacanza. Decido così assieme a due amici giapponesi Takeko-san e Daichi-kun, conosciuti prima online e poi di persona al ristorante dove lavoro, e una conoscente scandinava di Takeko di fare un bel viaggio.
La prima tappa è Osaka e nonostante l'ormai quasi totale abitudine alle fitte gallerie sotterranee di Tokyo e la guida di due 'indigeni', tra una chiacchierata e l'altra, un tentativo di comprendere qualche kanji a me sconosciuto (troppi ce ne sono) giungiamo al castello in ritardo per le visite.
Passeggiando veniamo attratti da inconfondibili rumori di bokken, decidiamo quindi di avvicinarci per seguire i tardi allenamenti di alcuni kendooka. Completamente preso dall'allenamento e dai movimenti dei praticanti non mi accorgo che altri allievi ci sorprendono.
Faccio eco alle parole di Takeko chiedendo subito scusa, per aver forse invaso la privacy dei praticanti, che però sono totalmente fuori strada sulle nostre intenzioni.
"Scusateci anche da parte mia. Sono un appassionato di arti marziali anche se la via della spada non l'ho mai praticata con costanza ma di certo mi incuriosisce più di uno spogliatoio." dico sfoderando un nihongo più che degno.
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Un ragazzone di quasi un metro e novanta, ben piazzato. Grande volontà e fisico da atleta. Cresciuto con la passione della cucina in una famiglia normale. Dopo essere uscito dalla scuola alberghiera ha intrapreso subito la carriera da cuoco lavorando sodo e spostandosi nei vari continenti. Alla fine, anche per unire mestiere e passioni si è recato in Giappone, sua meta prediletta per approfondire le sue conoscenze. Grazie a dei contatti costruiti nella capitale italiana è riuscito a ottenere un posto in un ristorante di Ebisu, a Tokyo. Per ora lo hanno messo a cucinare esclusivamente piatti mediterranei ma è volenteroso di imparare molto di più.