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Pippomaster92

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  1. Valena Aurica Faccio un inchino marziale e secco, portandomi il braccio sinistro al petto. "Valena Aurica, eptarca e sacerdotessa di Iomedae. Lieta di fare la vostra conoscenza" per spezzare un po' l'impressione di eccessiva formalità aggiungo verso il "barbaro" "Dovreste provare il vino cheliaxiano, se il vino è di vostro gusto. Per questa occasione penso che abbiano fatto portare un paio di ottime annate" Per quel che vale, almeno alla corte degli Arabaste ho imparato alcune cose utili per questo genere di ricevimenti. Il tenore degli invitati è lo stesso, tra l'altro.
  2. Valena Aurica "Un'altra bottiglia di vino cheliaxiano, grazie" aggiungo alla richiesta di Demetrios. Almeno questo piccolo vizio me lo voglio concedere. Aspetto che il paggio si allontani per rispondere alla domanda del mio collega. Gente di Lakeshrine
  3. Z'ress Faccio venire a me le due drow e anche Iz e Shaq "Questo è il bottino ricavato fino ad ora... niente di degno della mia persona. Ebbene, ciascuno di voi riceverà un dono per la propria fedeltà e per essermi stato utile. Come ben vedete sono generosa con chi mi serve bene" mostro con un cenno gli oggetti magici trovati da Iz. "Scegliete in fretta: ci riposeremo un poco ma poi raggiungeremo quegli individui di superficie. Sorcere è problematica da prendere d'assalto, ma confido che anche loro subiranno qualche perdita lungo la strada. Noi li attenderemo con un secondo agguato, questa volta preparato con più attenzione"
  4. Zisanie "Basta! Basta lottare, vi prego!" grido ad alta voce. Sono l'unica a non essere squassata dalla paura, lo vedo, ma sono comunque piena di dolore e sconforto. Vedo che uno dei miei compagni più recenti è molto ferito e accorro ad aiutarlo, guarendolo col mio tocco divino. DM
  5. Il Tesoro è abbastanza diretto, vero. Out of the Abyss invece è diametralmente opposto, a parte l'incipit poi è abbastanza libero. Un'avventura altamente pericolosa, ma permette di girare per tutta la mappa liberamente. Anzi, è decisamente un'avventura dispersiva se il DM non mette in chiaro che i personaggi devono essere molto proattivi!
  6. Fuori dalle Mura, Cancello (Argor) Sulle Mura (Scania, Wurrzag) Strade (Arkail) Strade (Tayyip) Situazione attuale (Verde = Cavaalieri e arcieri di T'kava) (Rosso = Scania, Wurrzag, picchiatori) (Arancione = Berserker) (Azzurro = arcieri) (Nero = Tayyip e due arcieri) (Viola = truppe nemiche)
  7. Arth, Jean, Yksandr Chloe Ravynne
  8. Proseguiamo nella scoperta di Dembraava e dei suoi strani ed inquietanti segreti... Le Terre Selvagge di Dembraava - Parte 1 Articolo di GoblinPunch del 26 novembre 2015 Paladros C'è una città morta nel mezzo delle terre selvagge di Dembraava. La foresta l'ha uccisa. La città è un labirinto di radici tortuose e pietre spezzate. Nel secolo trascorso da quando è stata abbandonata gli alberi l'hanno fatta a pezzi. Noi umani non possiamo vedere tutta questa violenza, perché è accaduta troppo lentamente per i nostri sensi. Ma c'è dolore nelle fondamenta fratturate, e anche se non c'è sangue sparso sul terreno, possiamo indovinare la furia che è calata su questo luogo. Le mura sono state fatte crollare. I palazzi di pietra sono stati frammentati e i frammenti vengono afferrati da artigli di legno che nei prossimi cento anni finiranno per ridurli in polvere. Le vecchie mappe sono inutilizzabili. La foresta è piombata su questo luogo con tutta la violenza che poteva radunare. I druidi che vedono questa città per la prima volta ne vengono sempre sconvolti. Odiano le città, ma questo è l'equivalente di un elevante che calpesta a morte un bambino. Fa sgomento perché è eccessivo: i druidi non provano dispiacere per la sorte della città, ma sono sorpresi che una foresta possa diventare così feroce. Le foreste hanno emozioni, e quella predominante a Brembraava è il freddo, calcolato odio. I Ranger di Dembraava Il loro compito non è facile e molti muoiono cercando di tenere una via aperta. Lo fanno perché così i mercanti possono continuare a passarvi attraverso e arricchirsi. Ma alcuni erano, un tempo, ranger di Paladros. La foresta è la casa dei loro antenati, e nella loro testardaggine sperano ancora di poter reclamare questa città-cadavere. Non si allontanano molto dalla strada. Nemmeno quando qualcuno di essi viene catturato dai clan di selvaggi e spellato vivo su qualche albero lontano. Nemmeno quando le pelli vengono poi appese sulla strada per provocarli. Sono troppo furbi per cascarci. Il Fiato delle Mosche Ci sono molti pericoli nelle terre di Dembraava, ma quello che è più temuto è il più subdolo. Viene chiamato Fiato delle Mosche, perché si dice che venga trasmesso dal fiato delle mosche che infestano le carcasse. Altri lo chiamano "Pazzia del Costruttore di Torri", e in effetti è vero che alcuni si mettono a costruire torri nel mezzo della malattia. Negli stadi iniziali si esprime come una leggera psicosi e un forte desiderio di stare da soli. Le persone si agitano e attaccano i propri compagni di avventure o, più comunemente, fuggono nella foresta. (Può essere un bel problema se la persona colpita aveva con sé qualcosa di importante). Se la persona malata si avvicina ad una città è necessario trovarla subito e bruciarne il corpo. Se venisse lasciato in vita potrebbe infettare l'intera città. Dopo qualche tempo la persona soggetta alla malattia comincia a mostrare segni di acrofilia e una quasi totale dissociazione della personalità. Li si sente spesso borbottare di cose come sentire la loro stessa voce che gli parla, oppure si sentono frasi come "aprire il sole segreto" o parlare dei "milioni di figli luminosi che ci sono dentro di loro". A questo punto della malattia di solito si arrampicano in luoghi molto alti. Alberi, torri, precipizi. Salgono più in alto che possono, là dove le cime degli alberi ondeggiano come navi nel mare. E quando sono lì, una volta che sono fortemente aggrappati alla cima degli alberi, entrano nella fase finale della malattia. Braccia e gambe divengono rigide e li fissano lì dove si trovano. La schiena si inarca in modo folle, come per i malati di tetano, e le labbra si ritirano in un rictus. Gli occhi si fissano sul sole e le palpebre smettono di battere, e diventano ciechi. Molti dicono che a questo punto la vittima è morta. Ma non è cosa certa. Infine il fungo si fa finalmente vedere. Le spore cominciano a fioccare fuori dalla bocca della vittima, rilasciate dopo il periodo di incubazione nei polmoni. Gli arti muoiono e si trasformano in una materia resinosa. E in realtà quasi tutto il corpo muore a questo punto, disseccandosi e indurendosi in qualcosa di simile al cuoio. Restano in vita solo i polmoni, che continuano ad inalare ed esalare finché l'ultima caloria del corpo non viene consumata (ovviamente anche il cuore è vivo, in questi ultimi momenti). Il fungo è in grado di stimolare i muscoli per conto proprio. Anche se la testa venisse rimossa, o se dovesse marcire, il corpo continuerebbe a respirare. Un intero essere umano semplificato fino ad essere un mantice. E un mantice davvero efficiente. Se lasciato a sé stesso, il cadavere continuerà a respirare per settimane dopo la morte del corpo, e ad ogni esalazione emette nuove spore. Cadono come una nevicata spettrale. Questo processo è di grande interesse sia per i guaritori che per i necromanti, che apprezzano le varie gradazioni della morte. Per una persona comune c'è solo la morte, ma per gli esperti ci sono molte, piccole morti. La fine dell'ultimo pensiero di una mente. Il punto oltre il quale una mente non può più essere riportata indietro. La fine del corpo fisico, funzionante. La fine di un singolo organo. La morte dell'ultima cellula nel corpo. Chiedete ad un necromante, e vi diranno che ci vuole davvero molto prima che tutte le parti di un uomo muoiano del tutto. Togliete la testa di un uomo, impalategli il cuore, e diventerà freddo. Ma ci vorrà un giorno perché i suoi spermatozoi smettano di nuotare, e tre giorni perché il suo sangue smetta di avere della vita (i globuli bianchi). Questa maleducata ostinazione a restare in vita, simile ad un ospite che non se ne vuole andare dopo una festa, è il motivo per cui i cadaveri più freschi non sono (paradossalmente) i migliori per la non-morte. Ma sto divagando. Quando la persona colpita dalla malattia finalmente muore, l'ultimo corpo fruttifero finalmente emerge dai polmoni, percorre la trachea ed emerge dalla bocca, da dove si estende nel cielo. La malattia dissemina anche le sue spore passivamente, rilasciandole lentamente nella brezza. Il corpo fruttifero sembra una specie di corno di cervo di chitina rosa-marrone. In questo stadio a metà tra un corpo di carne e una scultura di resina, il corpo viene divorato dai predatori, tra i quali le mosche che sciamano su di esso. Le uova che le mosche depongono nella sua carne vengono intrappolate dalla resina prima della schiusa. Si dice che siano queste mosche a trasmettere la malattia. Ma in realtà i polmoni sono in questo caso l'organo che resta umido più a lungo (e quindi sono i più ricchi di appetitosa carne avariata), e la vista di migliaia di mosche che fanno avanti e indietro dalla bocca dei cadaveri ha dato il nome alla malattia. Come il cadavere, anche il corpo fruttifero alla fine si indurisce in una resina secca. Le terre di Dembraava sono piene di questi resti spaventosi. Attraverso tutta la foresta si possono intravedere cadaveri abbarbicati alle cime degli alberi. Dopo una tempesta li si ritrova sparsi sul terreno, come delle sculture di cera scolpite a rappresentare uomini mangiati dai corvi, in pose contorte. Staccare le braccia e le gambe spesso richiede martello e scalpello, ma molte si spezzano quando i corpi cadono a terra. A volte non cadono mai dalle cime e l'albero cresce attorno ad essi. Se il corpo è abbastanza intatto può essere usato da scoiattoli e vespe come nido. I ranger di Dembraava li chiamano "sentinelle" e li usano come punti di riferimento. Spesso si attribuiscono loro nomi e storie colorite. Ma stanno sempre molto attenti a non toccarli e quelli che cadono a terra vengono lasciati lì dove si trovano. La città di Paladros è piena di queste "sentinelle". Si trovano su ogni tetto in rovina, gli occhi fissi su strade in rovina. Si può vedere, attraverso le costole, ciò che resta del fungo ormai fossilizzato. Zhilov Nelle terre di Dembraava c'è anche un uomo nero, chiamato Zhilov. Un demone dei funghi. Un angelo della guarigione. Uno spirito della fertilità e della crescita. Una cosa strisciante che scava tunnel nel terreno, come un grande intreccio di piccoli vermi bianchi. Una donna con un abito verde. La voce di un uomo che parla da dentro un albero. Non c'è consenso sulla vera natura di Zhilov. Ma tutte le storie concordano su una cosa: quando Zhilov è vicino, i cadaveri delle "sentinelle" riprendono a respirare. Link all'articolo originale: http://goblinpunch.blogspot.com/2015/11/the-breath-of-flies-part-2-of-dembraava.html Visualizza articolo completo
  9. Le Terre Selvagge di Dembraava - Parte 1 Articolo di GoblinPunch del 26 novembre 2015 Paladros C'è una città morta nel mezzo delle terre selvagge di Dembraava. La foresta l'ha uccisa. La città è un labirinto di radici tortuose e pietre spezzate. Nel secolo trascorso da quando è stata abbandonata gli alberi l'hanno fatta a pezzi. Noi umani non possiamo vedere tutta questa violenza, perché è accaduta troppo lentamente per i nostri sensi. Ma c'è dolore nelle fondamenta fratturate, e anche se non c'è sangue sparso sul terreno, possiamo indovinare la furia che è calata su questo luogo. Le mura sono state fatte crollare. I palazzi di pietra sono stati frammentati e i frammenti vengono afferrati da artigli di legno che nei prossimi cento anni finiranno per ridurli in polvere. Le vecchie mappe sono inutilizzabili. La foresta è piombata su questo luogo con tutta la violenza che poteva radunare. I druidi che vedono questa città per la prima volta ne vengono sempre sconvolti. Odiano le città, ma questo è l'equivalente di un elevante che calpesta a morte un bambino. Fa sgomento perché è eccessivo: i druidi non provano dispiacere per la sorte della città, ma sono sorpresi che una foresta possa diventare così feroce. Le foreste hanno emozioni, e quella predominante a Brembraava è il freddo, calcolato odio. I Ranger di Dembraava Il loro compito non è facile e molti muoiono cercando di tenere una via aperta. Lo fanno perché così i mercanti possono continuare a passarvi attraverso e arricchirsi. Ma alcuni erano, un tempo, ranger di Paladros. La foresta è la casa dei loro antenati, e nella loro testardaggine sperano ancora di poter reclamare questa città-cadavere. Non si allontanano molto dalla strada. Nemmeno quando qualcuno di essi viene catturato dai clan di selvaggi e spellato vivo su qualche albero lontano. Nemmeno quando le pelli vengono poi appese sulla strada per provocarli. Sono troppo furbi per cascarci. Il Fiato delle Mosche Ci sono molti pericoli nelle terre di Dembraava, ma quello che è più temuto è il più subdolo. Viene chiamato Fiato delle Mosche, perché si dice che venga trasmesso dal fiato delle mosche che infestano le carcasse. Altri lo chiamano "Pazzia del Costruttore di Torri", e in effetti è vero che alcuni si mettono a costruire torri nel mezzo della malattia. Negli stadi iniziali si esprime come una leggera psicosi e un forte desiderio di stare da soli. Le persone si agitano e attaccano i propri compagni di avventure o, più comunemente, fuggono nella foresta. (Può essere un bel problema se la persona colpita aveva con sé qualcosa di importante). Se la persona malata si avvicina ad una città è necessario trovarla subito e bruciarne il corpo. Se venisse lasciato in vita potrebbe infettare l'intera città. Dopo qualche tempo la persona soggetta alla malattia comincia a mostrare segni di acrofilia e una quasi totale dissociazione della personalità. Li si sente spesso borbottare di cose come sentire la loro stessa voce che gli parla, oppure si sentono frasi come "aprire il sole segreto" o parlare dei "milioni di figli luminosi che ci sono dentro di loro". A questo punto della malattia di solito si arrampicano in luoghi molto alti. Alberi, torri, precipizi. Salgono più in alto che possono, là dove le cime degli alberi ondeggiano come navi nel mare. E quando sono lì, una volta che sono fortemente aggrappati alla cima degli alberi, entrano nella fase finale della malattia. Braccia e gambe divengono rigide e li fissano lì dove si trovano. La schiena si inarca in modo folle, come per i malati di tetano, e le labbra si ritirano in un rictus. Gli occhi si fissano sul sole e le palpebre smettono di battere, e diventano ciechi. Molti dicono che a questo punto la vittima è morta. Ma non è cosa certa. Infine il fungo si fa finalmente vedere. Le spore cominciano a fioccare fuori dalla bocca della vittima, rilasciate dopo il periodo di incubazione nei polmoni. Gli arti muoiono e si trasformano in una materia resinosa. E in realtà quasi tutto il corpo muore a questo punto, disseccandosi e indurendosi in qualcosa di simile al cuoio. Restano in vita solo i polmoni, che continuano ad inalare ed esalare finché l'ultima caloria del corpo non viene consumata (ovviamente anche il cuore è vivo, in questi ultimi momenti). Il fungo è in grado di stimolare i muscoli per conto proprio. Anche se la testa venisse rimossa, o se dovesse marcire, il corpo continuerebbe a respirare. Un intero essere umano semplificato fino ad essere un mantice. E un mantice davvero efficiente. Se lasciato a sé stesso, il cadavere continuerà a respirare per settimane dopo la morte del corpo, e ad ogni esalazione emette nuove spore. Cadono come una nevicata spettrale. Questo processo è di grande interesse sia per i guaritori che per i necromanti, che apprezzano le varie gradazioni della morte. Per una persona comune c'è solo la morte, ma per gli esperti ci sono molte, piccole morti. La fine dell'ultimo pensiero di una mente. Il punto oltre il quale una mente non può più essere riportata indietro. La fine del corpo fisico, funzionante. La fine di un singolo organo. La morte dell'ultima cellula nel corpo. Chiedete ad un necromante, e vi diranno che ci vuole davvero molto prima che tutte le parti di un uomo muoiano del tutto. Togliete la testa di un uomo, impalategli il cuore, e diventerà freddo. Ma ci vorrà un giorno perché i suoi spermatozoi smettano di nuotare, e tre giorni perché il suo sangue smetta di avere della vita (i globuli bianchi). Questa maleducata ostinazione a restare in vita, simile ad un ospite che non se ne vuole andare dopo una festa, è il motivo per cui i cadaveri più freschi non sono (paradossalmente) i migliori per la non-morte. Ma sto divagando. Quando la persona colpita dalla malattia finalmente muore, l'ultimo corpo fruttifero finalmente emerge dai polmoni, percorre la trachea ed emerge dalla bocca, da dove si estende nel cielo. La malattia dissemina anche le sue spore passivamente, rilasciandole lentamente nella brezza. Il corpo fruttifero sembra una specie di corno di cervo di chitina rosa-marrone. In questo stadio a metà tra un corpo di carne e una scultura di resina, il corpo viene divorato dai predatori, tra i quali le mosche che sciamano su di esso. Le uova che le mosche depongono nella sua carne vengono intrappolate dalla resina prima della schiusa. Si dice che siano queste mosche a trasmettere la malattia. Ma in realtà i polmoni sono in questo caso l'organo che resta umido più a lungo (e quindi sono i più ricchi di appetitosa carne avariata), e la vista di migliaia di mosche che fanno avanti e indietro dalla bocca dei cadaveri ha dato il nome alla malattia. Come il cadavere, anche il corpo fruttifero alla fine si indurisce in una resina secca. Le terre di Dembraava sono piene di questi resti spaventosi. Attraverso tutta la foresta si possono intravedere cadaveri abbarbicati alle cime degli alberi. Dopo una tempesta li si ritrova sparsi sul terreno, come delle sculture di cera scolpite a rappresentare uomini mangiati dai corvi, in pose contorte. Staccare le braccia e le gambe spesso richiede martello e scalpello, ma molte si spezzano quando i corpi cadono a terra. A volte non cadono mai dalle cime e l'albero cresce attorno ad essi. Se il corpo è abbastanza intatto può essere usato da scoiattoli e vespe come nido. I ranger di Dembraava li chiamano "sentinelle" e li usano come punti di riferimento. Spesso si attribuiscono loro nomi e storie colorite. Ma stanno sempre molto attenti a non toccarli e quelli che cadono a terra vengono lasciati lì dove si trovano. La città di Paladros è piena di queste "sentinelle". Si trovano su ogni tetto in rovina, gli occhi fissi su strade in rovina. Si può vedere, attraverso le costole, ciò che resta del fungo ormai fossilizzato. Zhilov Nelle terre di Dembraava c'è anche un uomo nero, chiamato Zhilov. Un demone dei funghi. Un angelo della guarigione. Uno spirito della fertilità e della crescita. Una cosa strisciante che scava tunnel nel terreno, come un grande intreccio di piccoli vermi bianchi. Una donna con un abito verde. La voce di un uomo che parla da dentro un albero. Non c'è consenso sulla vera natura di Zhilov. Ma tutte le storie concordano su una cosa: quando Zhilov è vicino, i cadaveri delle "sentinelle" riprendono a respirare. Link all'articolo originale: http://goblinpunch.blogspot.com/2015/11/the-breath-of-flies-part-2-of-dembraava.html
  10. Puoi fare qualche esempio specifico? Non ho ancora giocato a Saltmarsh e non ho ancora finito Candlekeep, ma per il resto le ho lette abbastanza bene (anche molti Adventure League) e non riscontro questa cosa. Sono molto open e lasciano di solito molte possibilità di azione.
  11. Non ci sono altre casse da aprire qui, ma altre due stanze da esplorare
  12. In men che non si dica i braccianti vi sospingono verso uno dei tavoli e vi fanno accomodare, mentre altri nani attirati dal piccolo trambusto arrivano per conoscervi. Sembra che nel villaggio ci siano persone abbastanza giovani, ma qui e là vedete anche nani più in là con gli anni. Vi viene offerto da mangiare, mentre due ragazzi aiutano Moggo a prendere alcuni piccoli barilotti di birra dalla dispensa, che appare ben ricca di cibi come formaggi, salumi e verdure in salamoia. E birra, naturalmente. "Abbiamo avuto un anno molto buono, e quest'anno potrebbe essere anche migliore. Perciò mangiate senza complimenti perché state assaggiando il buon cibo della nostra terra, e se Vilos è stato generoso allora dobbiamo esserlo anche noi" commenta uno dei braccianti versandovi da bere. Il pranzetto si consuma in allegria, mentre qualcuno si unisce a voi e altri dopo avervi salutato tornano ai propri doveri. Notate senza difficoltà che molti nani devono essere via, forse nei campi. Quelli rimasti qui vi stavano aspettando e quasi di certo stavano lavorando a qualche riparazione o manutenzione delle case. O forse aspettavano voi. Comunque la vostra guida si alza dopo il pranzo e si stiracchia "Eh, la via per tornare indietro è lunga, credo che mi metterò in viaggio. Ho per voi delle istruzioni per l'immediato futuro, e poi ne arriveranno altre più avanti. Così saprete come gestire la situazione... poi sono certo che ci prenderete la mano e saprete decidere per conto vostro" Da una manica estrae un piccolo rotolo di pietra: sono listelli di pietra sottile, bucati alle due estremità per farvi passare due cordini e unirli assieme in una specie di tavoletta mobile, che può essere arrotolata per maggior comodità. Su ciascun listello di pietra ci sono delle scritte in inchiostro bianco "Una volta finiti questi lavori cancellate le scritte con un po' di aceto. Quando avrete finito questi lavori potrete riconsegnare il documento vuoto ad uno dei messaggeri, e noi sapremo che avete lavorato bene" vi spiega srotolando l'oggetto sul tavolo. Ci sono cinque listelli di legno, cinque compiti. "E ora vi lascio, con gli auguri di tutta Kel Boldar e di tutto il nostro bintrog: spero che vi troverete bene e che riuscirete a dimostrare a tutti il vostro valore. Mi piace pensare che il nostro contributo sia anche questo, e che oltre al cibo noi diamo alla nostra Casa anche nuovi e validi membri" Detto ciò vi saluta e si incammina giù dalla collina, di buon passo. I braccianti sparecchiano e vi lasciano il tempo di leggere i documenti. NOTE
  13. Credo che un problema (a occhio, poi servono più informazioni) sia quello della prestidigitazione. Hai detto che hai rimaneggiato l'avventura più volte per sopperire alle mancanze del party. Non farlo. Ti spiego perché con un esempio: Hai deciso che per sventare l'assassinio del barone serve che i giocatori sconfiggano il capo dei briganti e trovino una lettera incriminante. I giocatori non affrontano il capo dei banditi, oppure lui riesce a fuggire con la lettera, oppure loro non perquisiscono il suo covo o lo danno alle fiamme distruggendo involontariamente la lettera. Queste azioni sono parte di una sessione e hanno occupato del tempo. Se tu fai in modo che la lettera compaia di nuovo perché vuoi che salvino il barone a tutti i costi... stai aggiungendo del tempo, delle altre avventure. Il tempo impiegato a sconfiggere il capo dei banditi è "sprecato" perché l'obbiettivo non è stato raggiunto, ma non ci sono nemmeno state delle conseguenze per il fallimento. Hanno fallito, e tu stai dando loro nuove possibilità. Concettualmente questo è uno dei problemi legati alla scrittura di una campagna con una storia ben definita. Se tu vuoi che i personaggi salvino il barone a tutti i costi, faglielo fare subito. Perché se non vuoi che rischino il fallimento, a che scopo costellare la loro avventura di prove e rischi? Si tratta solo di perdite di tempo. Dovresti invece scrivere l'avventura (ma questo è solo un mio consiglio personale, non un assoluto!) tenendo conto delle varie agencies. I personaggi agiscono > il mondo reagisce. I nemici o gli alleati hanno dei piani > i piani si sviluppano. Se i personaggi li interrompono bene, altrimenti proseguono. I personaggi non trovano gli indizi di un complotto contro il barone? Il barone verrà ammazzato o ferito molto gravemente.
  14. "Un poco di birra, signore, ma non è ancora fresca. L'abbiamo messa nella dispensa fredda per questa sera. Ma naturalmente se ne volete un boccale potete andare a prenderla" indica una costruzione a tronco di cono, di pietre a secco ma costruita comunque con l'usuale cura nanica. Una porta di legno rialzata dal terreno permette l'accesso usando una specie di gradino/panchetta. "Volete mangiare subito qualcosa, oppure volete prima vedere gli alloggi?"
  15. L'uomo vi guarda con interesse, ma anche con un po' di diffidenza "Shurlat Naral, è il mio nome. E sono il comandante di questa postazione. Non siamo in guerra con il vostro popolo, ma questa è una terra di conflitto. Vi suggerisco di rimandare le ambasciate a tempi più tranquilli e sereni, se non c'è urgenza. Il nemico può arrivare in qualsiasi momento" Friedrich
  16. Zisanie Vorrei dire a Faccia Rossa di arrendersi, ma è troppo furioso e troppo ferito per farlo. Messo all'angolo è praticamente una belva e non ci si può ragionare. Mi faccio forza, perché ucciderlo significa fermare questa pazzia... e mi avvento ancora contro di lui. DM
  17. Valena Aurica Mentre disfo i bagagli nelle nostre stanze sbircio fuori dalle finestre, osservando le decorazioni e i lavori che avvengono per le strade. Non mi interessa come la chiamano, questa è schiavitù. Sono molto favorevole al far lavorare i criminali per renderli individui utili alla società... ma so anche come funzionano le cose, qui. E che il Cheliax tratta gli schiavi con crudeltà. D'altra parte l'ambiente mi riporta al passato, alla corte di Ileosa: lo stesso tipo di sfarzo e quindi immagino che Lady Demetrios sia lo stesso tipo di donna. Spero vivamente che le nostre interazioni siano limitate allo stretto necessario. Mi rivolgo ai compagni "Abbiamo qualche idea su come si svolgeranno le prossime giornate?"
  18. Dall'interno della navetta giungono dei colpi di arma da fuoco: lo scontro non è ancora finito, a quanto pare. Hyde Navetta Iniziativa
  19. Sottraete qualche lingotto d'oro e richiudete la cassa. Oltre a questa stanza ne restano due: una direttamente a fianco di questa, e una dopo ancora.
  20. Z'ress "Orco, lo lascio alle cure dei tuoi. Divertitevi come preferite, ma chi lo uccide prende il suo posto. Intanto arricchiamoci in una posizione più sicura per noi"
  21. Amy Linn Con Loup
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