Il processo non sembra pensato per durare a lungo, e già le vostre difese vengono considerate definitive. Il barone pondera ciò che dite, pone alcune domande, poi confabula con la moglie.
Viene però disturbato da un trambusto oltre la porta che conduce qui, e poi da un grido di dolore. Subito lui, la moglie e le guardie si mettono in allarme e poi la porta si apre.
Sir Silvedo, il fratello di donna Eunice, entra con in pugno la spada del comandante della Rosa. Alle sue spalle una delle guardie giace riversa a terra tenendosi un braccio, e l'altra cerca di fermare il sangue che già macchia il pavimento. Il cavaliere è decisamente furente, entra a grandi passi fissando i presenti con astio, determinazione.
"Sono qui per porre fine a tutto questo! Il male che già attanaglia la corte deve essere scacciato" alza la spada verso i baroni "troppo a lungo ho danzato al suono della vostra musica, e il compleanno della cara Violette è stato il segno decisivo. Chiaramente avete intenzione di cedere Weldon all'infame Mantonero e alla mia spietata sorella. Ebbene, non lascerò che delle innocenti paghino questo complotto col sangue. Né lascerò che il vostro degno nome sia infangato dalla magia che..." intanto avanza, e viene interrotto dalla baronessa che incrocia rapidamente la spada con la sua. Il barone è colto alla sprovvista, praticamente come tutti i presenti, tanto quelli che sapevano di Silvedo quanto quelli che ne erano all'oscuro. Ma questa è l'occasione, forse, di risolvere alcuni dei problemi che vi perseguitano da un po' di tempo...
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