Con una certa cautela vi avvicinate alla porta principale. La osservate per qualche tempo, indecisi. Poi vi fate coraggio, e Tom la apre.
Il portone di legno si socchiude senza troppe difficoltà, mostrando un atrio ampio e sporco di terriccio, con un forte odore di terra bagnata. L'atrio conduce in due possibili direzioni: dinanzi al portone dell'ingresso c'è una porta socchiusa; una seconda porta si trova invece sulla parete di sinistra ed è chiusa saldamente. Su entrambe hanno dipinto con delle manate di argilla una croce capovolta.
Ma la stanza non è vuota. Un frate si trova qui, seduto su una vecchia sedia posta dinanzi ad un piccolo tavolo sbilenco. Sul tavolo è posato un campanello di bronzo. L'uomo è molto anziano, ha la pelle sporchissima e gli occhi coperti da una cataratta. Sembrerebbe un normale frate (seppur decrepito) se le mani posate sul piano di legno non avessero davvero troppe dita, storte e malformate.
Alza la testa al vostro ingresso "Fratelli? Già di ritorno? Mi devo... mi devo essere appisolato" borbotta tra sé e sé "o siete voi in ritardo?"