La serata scorre liscia, troppo liscia, io mi diverto, lei si diverte… la musica è di quella buona, un sound elettrico ma non assordante che fa muovere il corpo ma non ti sballa la mente. Il locale è pieno, la pista ingombra e Serena mi balla vicino, dolorosamente vicino, e nonostante le bibite analcoliche sento la testa che comincia a girare. Poi, come una frustata in pieno volto, vedo in uno specchio dietro al bancone del barman il riflesso dei miei occhi, dei suoi occhi… Sento le budella che si arrotolano e un senso di nausea mi fa vacillare, costringendomi a cercare il sostegno del freddo metallo del bancone.
Decido che è ora di chiudere la serata, d’altra parte domattina mi devo alzare presto per consegnare l’auto ai portoricani.
Accompagno Serena a casa, e nella via verso casa accelero a tavoletta quando sono nei pressi del bar di Popoff. Una tentazione fortissima mi stringe la gola, ma riesco a resistere per questa sera. Arrivato a destinazione mi catapulto sul materasso di schiuma, punto la sveglia alle sei, e senza neanche svestirmi piombo nel sonno.