Be’lakor
Essere accolto nella scorta personale della signora di Arach-Tinilith era un onore troppo grande da rifiutate per un maschio secondogenito di una casata il cui nome non incuteva ne timore ne tantomeno rispetto, fu questo che, più di ogni altra cosa, mi convinse ad accettare le lusinghe di Quenthel Baenre.
Quello che all’ inizio sembro’ un incarico che avrebbe dato visibilità al mio casato, si trasformò ben presto in un incubo. Prima lo strano ed incessante addestramento, poi gli incontri nelle fosse con avversari sempre più temibili ed infine, il mio corpo utilizzato come quello di un ratto da laboratorio al solo scopo di estrarte quella parte di me che mi rendeva un combattente astuto e letale.
La fuga mi sembro’ l unica soluzione, meglio il disonore e l esilio piuttosto che essere fatto a pezzi e messo in giare di vetro ad uso e consumo della matrona.
Raggiunto e catturato, pensai che la frusta e la lama di matrona Quentel avrebbero messo fine alla mia vita, mai avrei sospettato che ci fossero punizioni ben peggiori della morte.
Rinchiuso in quel cilindro e destinato ad un eterno oblio di non vita il tempo ha perso significato. A malapena cosciente di ciò che accade attorno a me, la sfida più grande è stata mantenere la mia sanità mentale. Spero solo che un giorno la regina dei ragni si stanchi di questo strano gioco e ponga fine alla mia miserabile esistenza…meglio l abisso e la mia anima straziata e torturata per l eternità che un eternità di nulla.
Be’lakor