Rekar Ironsmith
Fatico a tenere la bocca chiusa per lo stupore, mentre transitiamo sotto la barriera. Mi sono premurato di essere il secondo della breve colonna, dietro il nostro capo pattuglia.
L'impazienza di osservare il mondo oltre la barriera si era fatto veramente troppo pressante per non essere assecondato.
Un freddo secolare e per certi versi mistico regna sotto l'enorme massa di ghiaccio. Dopo un tempo indefinito sbuchiamo finalmente sull'altro lato.
Quello sconfinato manto bianco che per settimane ho osservato dalla formidabile altezza della barriera, ora scricchiola sotto la suola dei miei stivali.
Non sembra cambiato nulla, eppure tutto è sostanzialmente diverso, una sensazione, quasi delle vibrazioni.
Sono insofferente di addentrarmi nei boschi che, come si è lamentato un'infinità di volte il Lord comandante, sono cresciuti fino ad arrivare troppo vicino alla barriera.
So già che mi pentirò di questa impazienza, rimpiangendo la fredda scomodità della mia stanza, ma ora la brama di scoperta e l'ardore della gioventù mi spingono verso l'esplorazione.
Osservo incuriosito tutto ciò che mi circonda cercando di cogliere particolari, suoni e odori.