Madlefty

Ooyaminartok chiude gli occhi e annuisce, mentre il fumo diventa sempre più denso, e nessuno di voi scorge più nulla. Poi Vimak sente il suo corpo tendersi, i muscoli strattonare la pelle, sente male alle labbra e ai denti e sapore ferroso in bocca! Un tremendo dolore al collo lo fa sobbalzare e cadere in ginocchio, e quando la nebbia si dirara, Jil e Vimak scoprono di essere ancora sulla collina di neve, nessuna frattura, nessuna grotta. Vimak sembra essere quello di sempre, anche se ha un forte morso alla spalla che cola sangue. Hai il Dono ora, Vimak. Non sarai feroce come i lupi, o infido come i ratti. Sarai saggio e potente come gli orsi. L'inizio sarà difficile, ma imparerai a controllarti. Il gruppo sarà con te e ti guiderà per mantenere la tua coscienza. Fa una pausa e fissa il goliath profondamente. Il Dono è una cosa che un orso mannaro non elargisce a cuor leggero. Noi non feriamo, noi non mordiamo, noi non trasformiamo. Ci controlliamo, e usiamo quel potere per il bene. Fra due notti la luna cercherà di renderti ciò che sei destinato a essere. Ricordati di affidarti al gruppo. E prima che tu possa parlare, una folata di neve arriva in mezzo a voi, e quando si abbassa, Ooyaminartok non c'è più.

Ooyaminartok, con gli occhi più saggi del mondo, fissa Vimak con un mezzo sorriso. Io rimango. Dono il potere a coloro che lo meritano. Non sei il primo, e non sei l'ultimo, ma non pensare di non essere speciale. Rari Goliath meritano il dono, e ancora meno ricevono la mia proposta. La scelta non condizionerà nessuno se non te stesso, Vimak. Qualunque cosa sceglierai, nessuno può toglierti quello che hai nel cuore.

Questa volta, il colpo è devastante e solleva di peso l'enorme ibrido! Ooyaminartok si schianta contro il ghiaccio dietro di lui, dove crepe cominciano a spargersi lungo tutta la superficie! L'orso enorme e congelato si muove leggermente, il pelo brilla, e dalle fessure del ghiaccio comincia a uscire un fumo giallo, che lentamente copre l'intera sala! Mentre Jil tossisce, Vimak lo sente invece avvolgerlo, entrare in ogni poro. Ooyaminartok si alza, ora in forma di ibrido, e osserva il goliath negli occhi. Il tuo potere è grande. La tua forza di volontà lo è ancora di più. Accetti il dono dell'orso, Vimak?

Il terribile fulmine si abbatte sull'orlo, i dardi trafiggono le sue carni, e l'ibrido ruggisce! Il sangue dell'orso si sparge a terra, ma il suo unico occhio non perde mai la lucidità! Allarga le fauci e morde Vimak, strattonandolo e cercando di scagliarlo contro una colonna di ghiaccio!

L'ibrido si volta a guardare l'orso, sospirando. No, nessuno mi dona nulla. Il potere è mio, ma questo luogo... questo mi ha reso ciò che sono. Ed è il momento che anche tu scelga la tua strada, Vimak. Se romperai la barriera, lo spirito dell'orso uscirà e io sarò più debole. Se mi sconfiggerai così come sono, ti elargirò il dono che concedo ai goliath che lo meritano. Avanti! Ruggisce terribilmente, facendo tremare il ghiaccio, che comincia a crollare da sopra di voi. Muta di aspetto, fino a diventare un vero, enorme orso bianco! Allunga il morso, ma l'attacco contro Vimak non va a buon segno perché il goliath indietreggia, evitandone le fauci! Poi si avventa verso Jil, colpendola con una zampata!

La magia di Jil si propaga con una forza che non ha mai sperimentato, il boato fa tremare a caverna e molte stalattiti cominciano a cadere dal soffitto! Oyaminartok viene preso in pieno, si copre le orecchie e ringhia, mentre la parete di ghiaccio con l'orso congelato si incrina, si crepa. Si volta dietro, e sbuffa. Attenti a quello che fate...

Il gelo si abbatte sull'ibrido, Oyaminartok rimane fermo sulle sue gambe e stringe i denti, mentre la brina si crea sul suo pelo. Scuote poi la testa, e sbuffa. Sei nato nel gelo. Il ghiaccio è la tua casa. Ma cosa sei davvero? Un goliath che percorre il sentiero scelto da altri, o un goliath che decide dove mettere i suoi passi? Si raddrizza, immenso, enorme, e quando dice "passi", scaglia un tremendo calcio a terra,e tutta la collinetta comincia a tremare! Le vostre gambe faticano a sorreggervi, finché una voragine si apre sotto i vostri piedi e crollate giù! Impattate contro una lastra di ghiaccio inclinata, che vi trascina in basso, e vi schiantate poi contro enormi colonne di ghiaccio che sorreggono una grotta di quasi sei metri. La penombra che filtra si riflette molte volte, creando un gioco di luci che vi illumina completamente. E in una parete c'è congelato un enorme orso, dagli artigli terribili e le fauci spalancate. Non è un caso che voi siate qui. O che lo sia la baita. Questo luogo è impermeato di magia, magia potente. Sciamanica. L'orso indietreggia, snudando nuovamente i denti e spalancano le braccia. Andiamo, potete fare di meglio.

L'onda devastante di Vimak prende in pieno l'ibrido, che mostra una faccia sorpresa mentre viene scagliato all'indietro, creando una scia nella neve! Si rialza ridendo e scuotendo la testa. Niente male! Non me lo aspettavo... Ora tocca a me! in un lampo, come se corresse a quattro zampe, il mannaro si scaglia contro Vimak, scagliando un suo artiglio contro il suo petto, poi spalanca le fauci e urla, con il fiato che si avvale sul goliath, come se volesse spaventarlo!

Quando lo spirito attacca Oyaminartok, l'ibrido solleva un sopracciglio e ti sembra quasi che sorrida quando la lama cade su di lui. Gli spiriti dei morti. Le loro storie. Molto interessante...

l'ibrido metà goliath e metà orso sorride snudando i denti, e fa qualche pesante passo in avanti. Sei forse tu degni di decidere, quindi? Di decidere se fare la prova o meno? Sei un disonore per i goliath, Vimak. La nostra razza è stoica, decisa, non si piega e rimane ferma al vento come le montagne. Se il fuoco che ha mosso i tuoi passi si è rivelato una menzogna, allora non era davvero lui a muoverli. Non ci hai mai pensato? Avanza ancora, e Jil sente l'imponenza della presenza dell'essere. Sembra tangibile, vivo, ma in qualche modo sembra anche effimero come gli spiriti che le parlano. Sai in cosa consiste la prova? Devi sconfiggermi, e farlo al limite delle tue forze. E la tua amica, lei è una tua forza. Hai il gruppo, Vimak. Hai loro, se sei perso. Si volta snudando i denti verso Jil, che si sente paralizzare. La prova trasformerà il tuo compagno. Lo porterà nella leggenda, con noi.

E il giorno comincia a susseguirsi alla notte, le ore scorrono placide e senza disturbo, in quella baita. Mara decide di andare nella cittadina di Lonelywood per cercare un fabbro, per imparare il mestiere e seguire le indicazioni che Jil le darà. Jil invece dal canto suo lavora alacremente per imparare la magia, l'arte arcana, e studiare un modo per ripristinare la Stella dell'Estate leggendo l'antico libro del Netheril. Narod usa tutta la sua volontà per mantenere un collegamento che possa permettere a Macreadus di insegnare a Jil, di segnalare le parti interessanti, e per quanto lo sfianchi il giovane monaco non demorde mai. ..... Siamo all'alba del dodicesimo giorno dl vostro arrivo alla baita. Vimak sta camminando sulla neve senza allontanarsi troppo, seguendo i territori che Renn ha dichiarato tranquilli e non di caccia di alcune grosse bestie. Jil questa volta ha voluto accompagnarlo, anche se rimane leggermente a distanza. Il goliath ormai è diventato ancora più chiuso, pensieroso. Arriva su una duna, superi degli alberi sempreverdi e scorge gli artigli di un orso, dove ieri non c'erano. Perplesso, perché non c'erano tante, avanza leggermente finché, da sopra una collinetta innevata, appare uno strano essere. Sembra un orso, ma le braccia sono troppo lunghe, le dita troppo simili a un uomo. Ha una collana vistosa, una benda su un occhio e porta delle vesti. Si volta, col muso animalesco, e sembra quasi sorriderti col suo occhio sano. Il tuo incedere è stanco, pesante. Ma incedi ancora. Perché? A Vimak viene la pelle d'oca, e il suo cuore manca molti battiti. E' forse Oyaminartok? E' forse il goliath orso della leggenda, il Bianco Camminatore?

Macreadus sospira, sta per rispondere piccato, poi però si calma. Scusami ragazzo. Pensavo davvero di fare una cosa buona, che Lathander avrebbe approvato. E credo sia successo, non sono morto. Sono qui, bloccato, per aiutare qualcun altro a portare a termine il compito. La mia arroganza mi ha ucciso, ma non succederà la stessa cosa anche a voi. Si rimbocca le maniche - che sono solo una proiezione del suo spirito - e si avvicina a Narod, parlando lentamente. Gira la pagina, scorri, indica quel punto... Vi rendete conto che sarà un compito impegnativo, estenuante. Narod si stanca in fretta, e ha bisogno di pause per poter portare a termine il compito, e Jil fatica a comprendere concetti che non sono per niente familiari. E così la notte comincia a calare sulla baita nera, ma siete ancora in alto mare. Gli strumenti e i materiali sono tutti nel laboratorio che avete visto, ma ci vorrà del tempo per sistemare tutto.

Quando jil tira fuori il libro, Narod sente il mago vicino a lui sobbalzare e avvicinarsi, sorpreso. Dove... dove lo avete trovato? E' una copia fedele... Guarda! Indica le pagine mentre Jil le sfoglia, e lo stregone sembra perdere la sua stocitià. C'è speranza allora! E' da lì che ho trovato le regole per crearlo! Se solo- Poi vede Narod concentrarsi e alza un sopracciglio, perplesso. E in quel momento, Mara senza, molto lontana, ovattata, e come una eco, la voce del giovane monaco. Mara, mi percepisci? Sono Narod... sono ancora qui, come forma di energia.

Mara Quando guardi libro, scorgi poche parole... "...che merav... ..ether..". Quando pronunci le parole ad alta voce però qualcosa ti suona, e l'aver parlato di Darrox ti fa balenare un ricordo, qualcosa di quella torre... Narod Il fantasma si avvicina. Il mio nome è Macreadus, lavoro in nome di Lathander. E credo sia lui che ci ha permessi di stare qui, e di non essere davvero morti. La nostra missione non è conclusa. Fluttua nell'aria e indica la sfera. Ho cercato di crearla, ma ho capito solo troppo tardi cosa è accaduto. La Stella dell'Estate ha bisogno di contenere il suo potere, ha bisogno di un terzo anello. Il problema è che solo loro possono fare qualcosa. Indica i tuoi compagni, ma lo dice come se avesse indicato dei campagnoli privi di acume. Il dannato libro è bruciato, e loro non credo siano all'altezza. E qui... bisogna concentrarsi molto anche solo per spostare un foglio di carta.

Dopo un attimo, fa capolino la testa di Renn. Il barbuto battipiste sospira vedendo i corpi carbonizzati, poi vi osserva meglio, e sospira ancora di più. Mi sembra di aver sentito il nome di Narod. Mi dispiace, quel ragazzo mi piaceva davvero tanto. So che era da poco con voi ma deve essere una grande perdita. Poi si avvicina a voi, e poggia una mano sulla spalla di Vimak. Devi farti forza, e devi trovare il tuo obiettivo. Queste lagne sulla maledizione non portano a nulla, ragazzo. Rimedia, cerca di salvare chi può essere salvato. Cerca di essere una versione migliore di te. ------------------ Narod Stai guardando il tuo cadavere. Il corpo bruciato, quasi carbonizzato, le mani chiuse ad artiglio, e ricordi vagamente l'estrema sofferenza che hai provato. Ti guardi le mani, e scopri che sono azzurre, traslucide... e che, stranamente, ne possiedi quattro di braccia. Tutto attorno a te è confuso e vago, finché non senti una voce dietro di te. Benvenuo nei morti, ragazzo. Almeno ho qualcuno che mi fa compagnia ora, visto che non avete capite nulla delle mie istruzioni. Beh, non sono morti tutti, forse qualcosa si può fare. A parlare è un uomo alto dal volto arcigno, con un mantello svolazzante e che sta camminando attraverso il tavolo di legno con sopra il libro. Sei... morto?

L'esplosione è accecante, cercate di resistere, di stringere i denti e farvi forza, ma venite tutti completamente avvolti dal bruciante potere della Stella dell'Estate! Narod viene incenerito immediatamente: il suo corpo carbonizzato collassa a terra, i vestiti sono distrutti, e la sua vita termina in quello stesso istante. Gli altri tre invece crollano al suolo, il sangue che esce da naso, occhi e orecchie, il corpo bruciato che cerca malamente di sopravvivere...

Narod è vicino alla stella, cercando di esaminarla. Mara è vicino a Jil e cerca di aiutarla, in caso il contatto col fantasma richieda troppo alla ragazza. E Vimak si china a prendere la Stella dell'Estate per metterla in borsa e portarla al sicuro. Appena la muove, la solleva dal pavimento, i due cerchi di metallo si illuminano, rune blu appaiono e sembrano brillare sempre più forti... finché la sfera non diventa troppo calda! Vimak fa quasi per farla cadere, ma in quel momento un tremendo boato si scatena dalla Stella stessa, e una deflagrazione prende in pieno tutti voi!

Jil Tutto trema nuovamente, ma questa volta ti arriva solo un esile fiato, che sembra quasi infastidito, e non vedi nessun fantasma: ...-ggiustatelo, muovetevi, prima che Auril lo percep- Poi tutto scompare, e ti senti svuotata, come priva di forze. E hai freddo, molto freddo.

Jilowyn entra in contatto con gli spiriti, con le storie, e comincia a percepire una storia già sentita, quella del Drago. I suoi occhi si modificano, la sua voce diventa roca... poi però tutto si spegne, e ode un'altra storia, leggera e sussurrata... Stavo solo... creando la Stella dell'Estate... stavo collegando i pezzi... ********* Gli altri del gruppo vedono Jil andare in trance, e a un certo punto scompare, di punto in bianco, come se non fosse mai esistita! ***** Il mondo di Jil cambia, scompare e tutto diventa sfocato e sfumato, e davanti a lei lo spirito di un umano appare, maestoso e con volto deciso, altezzoso. Non ho più forze. Ascolta, la Stella non è completa. Ho sbagliato. Deve essere modif- Tutto torna com'era prima. E' ancora nella stanza, e sente ancora più freddo di prima, se possibile. Chi diavolo era?

Quando Mara indossa il medaglione, le sembra di sentire una sorta di calore passare per il suo corpo, per poi tornare alla normalità. Sente che c'è altro, ma probabilmente dovrà prendersi il suo tempo per entrare in comunione con l'oggetto. Purtroppo non ha tempo per pensare, perché Jil sente come un formicolio al collo, e quando si volta scorge la sfera a terra oscillare leggermente, come se qualcuno l'avesse sfiorata...

Mara intanto riesce ad estrarre il medaglione dal cadavere, scoprendolo perfettamente intatto. Sopra di esso c'è il simbolo di un sole che sorge. Poi, quando parla al cadavere, vede il dito muoversi una volta sola, e con fatica. Toc.

Mentre state pensando a cosa fare, nel silenzio della sala interrotto dal vento che ulula dalle finestre, a un certo punto sentite un leggero sfregare. Vicino a Jil e Mara. Sgrat. Sgrat. E la mano del cadavere bruciato, lentamente, si trascina verso la sfera, il dito si piega in avanti, annerito. E la indica. Poi, silenzio.

Jil Aggiusti le lenti sugli occhi, e tutto ti sembra più dettagliato. Fai un po' fatica a vedere da lontano, ma quando ti fissi le mani vedi perfettamente i segni dei guanti, l'usura, e ogni altro dettaglio. Cominci a invocare la magia e a muoverti nella stanza, anche se subito il tuo sguardo cade sul cadavere, e sullo strano oggetto a terra. Sul cadavere, scorgi un'aura relativa a un medaglione semi-nascosto dalle ossa bruciate. L'oggetto a terra invece ha una debole aura di trasmutazione che lo circonda. Ti prendi il tempo di guardare bene la stanza, analizzare la situazione, e capisci che la bruciatura è partita probabilmente dal cadavere, come se una grossa esplosione avesse avuto lui come epicentro, o come obiettivo. Mara Ti guardi attorno nella stanza, osservando il cadavere con disgusto, e invochi i tuoi sensi per percepire qualunque forma malvagia. Attualmente, non senti nulla attorno a te, la stanza sembra essere libera da esseri maledetti e malvagi.

Mara entra nella stanza, le assi che scricchiolano sotto il suo peso e le ombre che danzano insieme alle luci di Jil. Osserva gli attrezzi, analizza la stanza, e sembra che qualche pezzo di comune metallo sia stato usato piuttosto di recente, anche se non ne è certa. Il gelo ricopre comunque tutto. Intanto, Narod, arrivi davanti all'altra porta, e guardi dentro tra le ombre. La stanza, piuttosto grande, emette uno strano odore di legno e pelle bruciata. Riesci anche a sentire l'odore del vino, se ti concentri. La neve è caduta da dei buchi nel muro ed è stata cacciata agli angoli dalle ventate che arrivano dalle finestre rotte. Il muro e gli oggetti sembrano anneriti, inclusa una tavola coi resti di un libro sopra di essa. Vicino al tavolo, sul pavimento in mezzo a parecchio bottiglie rotte di vino, c'è uno scheletro quasi incenerito, e un oggetto rotondo, e coperto dal gelo, di circa 15 centimetri di diametro.

Mara sale lentamente, facendo scricchiolare le assi di legno. La neve cade sotto ai suoi passi, la passerella si piega sotto il suo peso, ma sembra riuscire ad andare avanti. Quando è arrivata sopra, si accorge quasi all'ultimo di un'asse molto danneggiata, tanto che con un colpo di piede viene giù, ma dopo averla scoperta può tranquillamente proseguire, girando l'angolo. Arriva alla prima apertura e guarda dentro. Il ghiaccio ricopre tutta la superficie di quello che sembra essere un laboratorio abbandonato. Ci sono attrezzi da fabbro e da artigiano sparsi su un tavolo di legno insieme a pezzi di metallo. C'è una libreria, ma senza libri, e una coppia di scoiattoli ci ha fatto la tana, passando da un buco sul retro. Da fuori non vede altro, ma c'è anche un dannato buio dentro.