AlexITA81

Mara balza subito in piedi e sguaina la spada, Vento del Deserto, percependo il calore salire dalla mano. Osato? Detto da uno sbruffone del caxxo, e per giunta già morto, non ha proprio alcun valore! Viene avanti ed i Lupi del Caer ti rispediranno all'altro mondo, così porterai i nostri saluti ad Auril. Vimak si raddrizza poco dopo Mara, ed assume una posizione difensiva nei confronti di Jil. Stai qualche passo indietro Jil. E' come altro morto incontrato nelle tormenta? Tu capisci?

Come sarebbe "potremmo"? Vuoi far parte anche tu dei Lupi del Caer? Sbotta Mara dall'uscio, con un sorriso tronfio stampato sul volto. Quindi la spadaccina sposta lo sguardo su Narod, notando che è tornato in carne ed ossa, vivo in mezzo a loro. Per Lathander se questo non è un miracolo voluto dagli Dei. Ragazzino ti è appena stata data una seconda possibilità, vedi di non sprecarla facendo caxxate. Poi la spadaccina entra nella baita e si avvicina a Jil, porgendole il braccio nella stretta del guerriero, per dimostrarle il suo rispetto. Se lo è guadagnato in più di un'occasione oramai. Sapevo che saresti riuscita, non avevo dubbi. Ora riposa e poi decideremo dove andare. Ci sono ancora molte faccende in sospeso. Anche Vimak entra nella stanza ed annuisce in direzione di Narod, felice di vederlo vivo. E poi scambia con Jil un sorriso caloroso che non ha bisogno di parole. L'amica è salva e questo conta più di tutto.

Mara resta meravigliata dal potere della Stella dell'Estate. Quando le nubi si diradano mostrando il Sole, si copre gli occhi istintivamente. Da troppo tempo non vede la vera luce del giorno. Per gli Dei, che meraviglia. A momenti non ricordavo più quanto fosse piacevole ... La spadaccina allarga le braccia e solleva il viso al cielo in un bagno di luce. Per un solo istante la dura corazza che indossa per sopravvivere in questo mondo sembra incrinarsi. E dalle crepe emerge l'animo di una ragazzina con dei sogni che sono rimasti tali per molto tempo. Anche Vimak le si affianca sollevando la testa per ammirare la luce del Sole, schermandosi gli occhi con la mano. Già. Abituati a oscurità, a male, a predominio di Auril. Ora gente vede che esiste ancora luce, giorno, speranza, vita e gioia. Jil stata molto brava. La magia su Mara dura solo un istante perché il suo volto torna severo e compare il solito sorriso sprezzante. Davvero brava, le darò una bella pacca sulla spalla. E così si incammina verso la baita seguita dal massiccio goliath.

Mara sorride all'amica Jil. Benissimo! io ho riparato il metallo ma non intendo usare quell'affare dopo quello che le ho visto fare. Se dovessi finire come Narod cercheremo un modo di portarti indietro. Fa per uscire ma si ferma e parla da sopra la spalla. Comunque ricorda che sei un Lupo del Caer, Jil. Vedi di non morire. Poi la spadaccina esce fuori dalla baita. Vimak si piega su un ginocchio e cinge le spalle di Jil in un abbraccio caloroso. Tu aiutato me in bisogno, io vorrei restare ma capisco tua preoccupazione. Guardo te da porta e se bisogno urla forte nostro nome. Buona fortuna. Anche il Goliath saluta Jil e si conceda uscendo dalla baita e lasciando all'amica un grosso fardello. Ma i Lupi hanno imparato ad avere fiducia gli uni negli altri sapendo che, per quanto possano andare male le cose, ci sarà sempre un compagno ad accorrere in aiuto.

Vimak respira pesantemente e si guarda le mani, ora cambiate. Si tocca il viso sentendo la mutazione avvenuta. Ma non ha paura. Anzi ora si sente calmo, in pace. Sente una forza primordiale dentro di sé che non aveva mai percepito. E nel profondo percepisce anche una sorta di bestia assopita che la volontà è riuscita a controllare. Allora il goliath spalanca le braccia e lancia una sorta di ruggito liberatorio che dona soddisfazione e riecheggia nella notte sotto la luna per diverse miglia. Lentamente si volta verso le amiche Jil e Mara. Grazie a voi io controllo. Ecco, Mara, questa forma di Leggenda Ooyaminartok. Ora io pone forza a servizio di Dieci Cittadine e con vostro aiuto io mantiene controllo. Mara toglie la mano dall'elsa della spada e sorride. Davvero incredibile, non ho mai visto nulla del genere. Quindi dici di essere più forte di prima eh? Dimostramelo. La spadaccina guarda con aria di sfida Vimak nella sua forma di ibrido orso-goliath.

Vimak ha la sensazione che il corpo si stia spezzando. Cade carponi e stringe le mani nelle neve fino a che non diventano artigli. Sente qualcosa di primordiale e selvaggio farsi largo nella sua coscienza. Qualcosa di sopito e potente. Voi attente, difficile trattenere potere ... Il Goliath inarca la schiena e spalanca le braccia cacciando un urlo bestiale che riverbera nell'aria notturna! Mara al fianco di Jil la sente pronunciare il suo melodico canto tessuto con la magia. E teme per Vimak. Teme di dover sguainare la spada per fare ciò che non vuole. Sussurra tra sé. Avanti zuccone, forza resisti a quel potere. Non costringermi ad usare la spada. Non su di te. Mara fa appello alla propria determinazione per richiamare sui compagni una sorta di benedizione sacra. I loro sentimenti si rafforzano, così come la fiducia in se stessi e la forza di volontà.

Il battere ritmico del martello sul ferro si alterna alle rime melodiche di Jil. Mara sente dolere gli snelli muscoli delle braccia e prende una pausa poggiando gli attrezzi sul tavolo. Ora guarda Jil con rispetto, ha imparato ad apprezzare l'abilità dell'amica e compagna di viaggio. Sai Jil dovresti mettere per iscritto tutte le ballate che crei e venderle. Ci faresti molto oro, ne sono certa. Mentre la raccontavi ho avuto la sensazione di essere lì con voi, ad affrontare la furia di quell'essere leggendario. Che sia stato un pizzico di magia nelle note o solo la sua bravura, la spadaccina lo ignora, ma il risultato è il medesimo: resta affascinata dai versi che rappresentano in modo così accurato un evento. Vimak sembra più rilassato, taciturno come sempre, ma almeno in qualche modo più sicuro di sé. E anche questo non sfugge a Mara che gli dedica uno sorriso di speranza. Speriamo che ne sia valsa la pena. Mara riprende a lavorare il pezzo di metallo. Tra due notti allora, penso mi servirà altro tempo comunque per finirlo. Il metallo è duro da lavorare, più di quanto pensassi, ma non ho intenzione di mollare.

Vimak annuisce a Renn. Vera e sacra. Mio popolo fiero. Mara storce il naso e poggia anche gli strumenti da lavoro sul tavolo. Si avvicina al goliath e gli gira attorno un paio di volte prima di piazzarsi di fronte a lui con i pugni sui fianchi. A me sembri uguale a prima. Ma mi fido del vostro racconto, Jil ha usato talmente tante parole in rima che trovo impossibile che si possa inventare tutto a quel modo. Per cui cosa dobbiamo fare fra due notti? La spadaccina si volta ad osservare Jil, considerandola la più erudita in merito alla faccenda. Vimak interviene. Io aspetta fuori sotto Luna e vede mio destino. Ma forse bisogno di aiuto di Lupi per controllare potere. Mara piega l'angolo della bocca in un sorriso. Di sicuro sarà qualcosa di divertente, quel potere ci farà comodo contro Auril. Ma se perdi la testa e ti devo prendere a calci nel c*lo non mi tirerò indietro, sappilo.

Mara guarda il pezzo di metallo ancora grezzo, apprezzando i passi da gigante che ha fatto in questi giorni, ma non ritenendolo ancora all'altezza di sé stessa. Come si addestra con la spada per la perfezione, così sarà in ogni altra cosa. Lo poggia sbuffando su un panno disteso sopra il tavolo da volo e si volta ad osservare i compagni appena arrivati. Nonostante il freddo esterno, il caldo del fuoco la fa sudare abbondantemente, per cui si terge la fronte. Era ora piccioncini, avete fatto un bel viaggio rilassante godendovi questo paesaggio di assoluto niente? La spadaccina fissa entrambi con il solito sorriso beffardo. Vizio che non perde.

Vimak sente la voce dell'orso come un eco di qualcosa. Il dolore alla spalla, il sangue che cola. Porta una mano sulla ferita e si guarda attorno cercando con lo sguardo Jil. E legge una strana preoccupazione negli occhi dell'amica. Io bene Jil. Luogo magico allora? Mia ferita però non magica. Lentamente il goliath si rimette in piedi tenendo la mano sulla ferita. Fra due notte luna renderà me ciò che destinato. Tu Jil conosci cosa chiamata "mannaro"? Mai sentito, solo Leggenda di Ooyaminartok narrata tra mia gente. Credi che io diventa come lui? Ha detto tra due notti. Avrò bisogno di Lupi del Caer. Nella mente di Vimak vorticano molti pensieri ma le parole dell'essere restano salde. "Noi non feriamo, non non mordiamo, non non trasformiamo". Dovrò usare potere per bene di Dieci Cittadine, qualcunque sacrificio mi chieda.

Vimak sorride di rimando a Jil, amica preziosa in questa loro avventura che per poco non lo ha fatto perdere nell'oscurità. Tue parole sempre conforto. Sempre guida e luce nella tenebra. Chissà cosa penserà Mara di dono. Accetterà? Mi vedrà diverso? Vorrà mettermi alla prova? Allora il goliath, deciso più che mai a ricacciare per sempre lo sconforto nel posto più profondo e lontano della propria anima, fa un passo avanti imponendosi di fronte all'essere-orso. Alla leggenda. Io accetto dono allora. E giuro su mio popolo, su miei amici e su mia anima che userò potere per portare luce in queste lande desolate. Auril non più comanda mia vita, io libero da peso, per caricare di nuovo fardello. Vimak si volta a sorridere nuovamente a Jil. Assieme a mie amici. Mia famiglia.

Tutti i muscoli del corpo di Vimak si rilassano ed al contempo la magia cessa di scorrere attorno al suo corpo come vento e tempesta. Posa i piedi a terra. Dono di orso? Il goliath si volta ad osservare il mastodontico animale intrappolato per sempre nel ghiaccio. E poi guarda Jil trovando in lei e nel gruppo una forza nuova che aveva sempre avuto a disposizione ma che ignorava. Per quanto tempo io vagato nel buio alla ricerca di vera famiglia? Dopo un attimo di riflessione, Vimak torna a guardare Ooyaminartok. Se accettassi tu cosa sarai? Io ritengo che tuo ruolo importante, dare speranza a tutti giovani goliath per futuro. Spinge loro ad essere migliori. E tu già fatto dono me oggi. Io imparato quale vero potere, così grande e sacro che Auril non può nulla contro. Lei più non condiziona mia vita. Poi il goliath si volta ad osservare l'amica Jil, cercando nel suo sguardo un confronto su quanto ha appena detto.

Vimak afferra le enormi fauci con le mani usando tutta la forza possibile. Pensa per un attimo di non riuscire ma il canto di Jil, le sue note di potere, le danno nuovo vigore. Tu ragione in fondo. Noi come famiglia, noi da forza uno con altro. Io mai solo. Con un gesto al limite del possibile apre le fauci con le mani, impedendo all'orso di morderlo. E poi rilascia il potere in un boato di tuono che si espande dal proprio corpo colpendo in pieno l'avversario enorme davanti a sè.

Vimak ascolta le parole severe dello spirito-orso. E' questa la prova allora. Una sfida che qualunque goliath vorrebbe affrontare e vincere. Senza volerlo stringe forte le mani a pugno. Bene Jil, resta indietro. Io sfido me stesso affrontando Oyaminartok, solo così capire. Sfruttando il momento di allungo del morso, il goliath carica la mano di elettricità per rilasciarla sul muso dell'orso. Quindi una folata di tempesta ne avvolge il corpo, facendolo balzare in aria e fluttuare per poi atterrare in una parte più scivolosa delle caverna. La magia arcana risponde rapita e potente, tanto che con un solo gesto strali di luce saettano diretti verso il torace dell'orso affondando nella carne, impossibili da evitare. Tua sfida accettata.

Vimak si rimette in piedi lentamente osservandosi attorno e soffermandosi un istante sull'orso congelato. Che luogo è mai questa grotta sepolta? Un tempio sacro o di sepoltura o niente di tutto ciò? Poi sente la domanda di Jil e la sua voce cantilenare una formula arcana che genera un'esplosione fragorosa poco più avanti. Non so. Però piano Jil! Forse luogo sacro, trattieni potere, per favore. Il possente Goliath avanza e la neve ed il ghiaccio scricchiolano sotto il suo peso. Incredibilmente sente la magia vorticare dentro di sé in uno modo che non aveva mai percepito. La sente desiderare di essere liberata. Che luogo questo, Oyaminartok? E' questo spirito di orso che dona te potere? Io non intendo profanare luogo sacro o porterò altro disonore a mia gente. Forse tu portato noi qui per mostrare qualcosa?

Vimak si protegge con le braccia dall'artigliata ma l'impatto è notevole e viene quasi sbalzato all'indietro. Resiste solamente piantando i piedi nella neve. Con la coda dell'occhio vede Jil e le annuisce. Non risparmiare potere, non pensare me. In un impeto di forza il Goliath allontana da sé l'avversario ed inizia a richiamare il potere ancestrale nel suo sangue. Una litania si solleva sopra ogni rumore, l'aria turbina e la brina si forma nell'aria. Tu molto, molto forte Oyaminartok. Ora comprendo Leggenda. Solleva una mano ed un getto di aria gelida investe tutto in un cono lungo diverso metri, trasformando l'acqua in ghiaccio e lasciando dietro di sé solamente una scia di cristalli congelati!

Vimak vede l'amica lanciarsi all'attacco, senza timori ma richiamando in aiuto un altro spirito. Tu deciso di aiuta me. Apprezzo Jil. In qualche passo nella neve il possente goliath si sposta e raggiunge un punto vicino ad Oyaminartok, per potergli rovesciare addosso il proprio potere. Lotterò senza disonore Oyaminartok! Quindi si ferma e solleva le mani a palmi aperti. Gli occhi diventano fari di luce e la tempesta rotea attorno al corpo muscoloso dando forza alle parole arcane! Un istante dopo un boato seguito da un'onda d'urto si propaga dalle mani spazzando via la neve e centrando in pieno l'essere maestoso.

Vimak ascolta senza turbamento le parole di Oyaminartok. Perché dice il vero. Ma si volta ad ascoltare con riconoscenza le parole di Jil. Come sempre l'amica riesce a cogliere nel profondo le persone. Grazie Jil, tuo cuore molto generoso. Ora resta qui. Il goliath allora si rimette in piedi e fa qualche passo in avanti ergendosi anche a protezione di Jil. Tu dici vero, Oyaminartok. Io disonorato tribù Thunulakati e vissuto solo per molto tempo. Compreso fonte di mio potere, di mio dono, di mia maledizione e quando trovato mia prima amica capito di usare per bene. Sul viso di Vimak appare sfuggevole una nota di tristezza. Ma mie azioni volontà di Auril, se io agisce per bene alla fine causa male. Come può rimediare? Lui dice verità, mia tribù non più Thunulakati. Mia famiglia ora Lupi del Caer. Io lotta per loro, assieme a loro. Vive in loro. E se non fosse Auril a muovermi ma solo mia paura di usare potere? Mia paura portato a dolore. Una nuova consapevolezza sfiora i lineamenti duri del goliath che serra i pugni con forza. Quella mia vecchia vita. Mia nuova è con Lupi del Caer. Tu arrivato al momento del bisogno, significa che se io fallisce allora io perso, io nessuna volontà di vittoria. Io nessuna speranza. Ecco perché accetto tua sfida Oyaminartok! Solo così io capisce chi sono veramente! I piedi del goliath sembrano sprofondare maggiormente nella neve quando tutti i muscoli del suo corpo si irrigidiscono in una dimostrazione di forza. Una brezza, un vento aleggia attorno al corpo possente facendo turbinare la neve e le vesti, flebile manifestazione del suo potere magico innato. Sono pronto. Fatti avanti.

Oyaminartok, la Leggenda vivente secondo il popolo dei Goliath. Vimak stenta a crederci, ma è vivo proprio davanti ai suoi occhi e parla. Non un miraggio silenzioso che sparisce al primo battito di ciglia. Io conosco tuo nome leggendario, Oyaminartok. Per nostra gente tu sorta di Divinità, me inchino e omaggia. Il possente Goliath piega un ginocchio nella neve chinando leggermente il capo per tornare a guardare l'essere mistico. Io incedo perché devo. Creato dolore, mio dovere sanare anche se dubitare di mio stesso sangue maledetto. Vimak si osserva le mani piene di segni runici e le serra a pugno. Poi si volta ad osservare Jil. E negli occhi dell'amica trova uno strano conforto. Come se potesse darle il minimo di forza per portare un piede di fronte all'altro. Cammino ancora per miei amici. Gli occhi del goliath si fanno seri, la fronte si increspa appena ricordando le parole della storia che tutti i goliath conoscono. Quale motivo di nostro incontro? Io non degno di prova.

Vimak sembra riprendersi un attimo dal torpore ed allunga la mano per prendere il libro. La copertina ed il titolo promettono potere, nascondono qualcosa di antico. Chi sarà stato l'autore del libro? Netheril ... Dzaan parlato di potenti maghi del passato. Il Goliath solleva lo sguardo verso l'amica Jil che da sempre riesce a toccare le corde giuste del suo animo. Credi qui dentro segreto per salvare Narod? E Dieci Cittadine? Poi torna ad osservare il libro. Lentamente si siede a gambe incrociate e si mette il libro in grembo aprendolo sulla prima pagina. Inizia così a leggere, completamente assorto e focalizzato dal desiderio di poter salvare qualcuno e rimediare ai suoi stessi errori. Mara guarda Jil e Vimak e, stranamente, sorride sinceramente. Quando si accorge che Renn la stava fissando ritorna seria e lo ammonisce. Che c'è da guardare? Poi sente qualcosa nell'aria. Impossibile, sembra la voce di Narod. La spadaccina allora si guarda attorno cercando di vedere il suo amico. Ma è morto, il suo cadavere è proprio sul pavimento ora nascosto dal mantello. Possibile che il suo spirito aleggi ancora qui? Certo che ti sento ragazzino impertinente! Pensi che sia sorda? La tua anima dovrebbe già essere andata verso i Piani Divini e invece sei ancora qui. Sei stupefacente, ragazzino. Ci puoi ancora aiutare? Poi troveremo un modo per riportarti indietro, dovesse costarci tutto quello che abbiamo.

Vimak fissa gli occhi bianchi in quelli vecchi e saggi di Renn. Ma scuote la testa. Tu no capire, tu no come me. Io é tutta vita che prova a salvare ed essere migliore. E sempre fallisce. Da molto compreso fonte di mio dono e cercato di guardare oltre e trovare il buono. Il possente Goliath sposta lo sguardo grave sul cadavere bruciato di Narod. Anche mia famiglia ripudiato me. Io vissuto solo con mio dono. E quando salvato prima vita capito che forse potevo usare per bene. Ma ora? Per ogni azione verso il bene vedo una conseguenza catasfrofica ... Come posso riuscire? Devo accettare questi sacrifici per un bene superiore? Mara intanto si toglie il mantello e lo getta sul corpo carbonizzato di Narod per dargli dignità. Renn ha ragione, smetti di lagnarti. A volte si vince ed altre si perde. In guerra c'è chi non torna anche tra i vincitori e allora? Si va avanti. Ti assicuro che Darrox e Narod vorrebbero vedere il nostro successo invece che ascoltare le tue inutili lagne. Per cui ora datti una regolata o lo faccio io. Dopo le dure parole, la spadaccina si alza e si avvicina al tavolo dove sopra c'è posato il libro. Lo prende per leggerlo. Jil dammi una mano, vediamo di capirci qualcosa. Forse quel pazzo di un mago ha lasciato scritto qualche appunto utile.

Vimak si riprende grazie alle cure di Jil e rotola su un fianco cercando gli amici. Purtroppo vede la fine di Narod. E quando vede la Stella dell'Estate vicino a sé d'istinto striscia via camminando indietro. Io ... colpa mia. Auril maledetto me, io ha suo dono ed io non può nulla. Se agisco lei maledice me ... Gli occhi sbarrati del goliath mostrano per la prima volta un sentimenti che solitamente non palesa: paura. Mara tossisce quando sente le energie ritornare, lentamente si rimette in ginocchio e vede il corpo carbonizzato di Narod. Jil e Vimak vivi ma feriti. Per tutti gli Dei ci siamo andati vicino. Grazie Jil. Ma quella dannata cosa non era "incompleta"? Non pensavo di certo ad una conseguenza del genere. La spadaccina, infastidita, sputa a terra il sangue accumulato in bocca. Porca tro*a Narod ... Sei stato molto sfortunato a unirti a noi. Ora se qualcuno di voi tocca ancora quella cosa, giuro che gli mozzo la mano di netto. Usciamo. Ma vede che il Goliath non la sta ascoltando. É perso, bloccato ad osservare la stella e dietro il corpo carbonizzato di Narod.

Mara sogghigna e si poggia la spada sulla spalla coperta dall'armatura. Meglio di niente. Brava, Jil. Ma ora come pensi di aggiustarla? Non guardare me, io non so niente di stramberie mistiche o stregonerie. Vimak, dopo aver ascoltato tutto il discorso, infila la Stella dell'Estate nella borsa a tracolla stando bene attento a non toccarla direttamente con le mani. Poi si drizza in piedi ed allora nota il libro abbandonato sul tavolo. Mentre i compagni discutono, si avvicina incuriosito per leggerne il contenuto.

Vimak, preoccupato, si avvicina e posa con gentilezza una mano sulla spalla di Jil. Tu bene? Mara invece sogghigna divertita, dopo aver visto la sparizione e l'apparizione dell'amica. E brava principessina, allora è vero che parli con i fantasmi dei defunti. Ma se questa Stella dell'Estate è un manufatto che può fermare l'inverno eterno, come possiamo noi aggiustarlo? Servirebbe un erudito. Chiedigli cosa dobbiamo fare. Vimak corruccia la fronte verso Mara esprimendo il suo disappunto vista la pericolosità. Mara lo squadra di rimando. Che c'è? Ci siamo noi qui cosa vuoi che succeda? Jil è al sicuro. Comunque sentendo che l'amuleto non trasmette alcun potere magico, e non desiderando aspettare oltre, la spadaccina si sfila dal collo il majufatto. Osserva ancora una volta il simbolo del Sole di Lathander. In fondo non fa per me. Ehi Narod, prendi, lo dono a te. Fanne buon uso. E così lancia al compagno l'amuleto incantato.