Green Wolf

Jilowyn L'eco della creatura mi risuona ancora nella mente. Ormai mi sto adattando alla voce degli spiriti, ma ogni volta mi sembra di sentire il loro dolore farsi strada dentro di me. Vogliono che lo accolga perché ci sia almeno qualcuno che li ricordi. Se questa è la volontà di Ilmater, vedrò di accettarla. Mi passo la mano alla base del collo, sulla pelle ancora ustionata, e rispondo a Mara: Brava, ma non abbastanza. Devo studiare di più, i miei incantesimi non bastano per affrontare creature simili. E comunque, finché staremo uniti non ci potranno mai distruggere completamente. Guardo a uno a uno i miei compagni, ai quali ormai mi sono affezionata. Siamo caduti diverse volte e gli altri di noi ci hanno riportato in piedi. Il corpo di Narod è stato persino distrutto, ma siamo riusciti a riportarlo indietro. I Lupi del Caer, insieme, non temono nulla. Narod non dice niente. È molto silenzio quel ragazzo, ma è anche sin troppo calmo per uno che appena andato nell'aldilà ed è tornato.

Jilowyn Mi rialzo un po' scombussolata e perdo qualche attimo per ricordarmi cos'è successo. Sento il vigore della magia, una sensazione che ho già avvertito quando sono caduta in passato, quindi mi scuoto subito. Il protetto di Auril è ancora in piedi e inveisce contro di noi, circondato da Narod e Vimak. Non riesco a capire quanta energia vitale gli sia rimasta. Grazie, Mara. Stavolta me la sono vista brutta, il suo potere è spaventoso... Mi tiro su le maniche in fretta e guardo con determinazione quell'essere. Dì a Auril che non la temiamo. È lei ad averci gettato nelle tenebre, è lei a doversene andare!

Narod Jil cade al fianco in un attimo. Il bagliore mi costringe a ripararmi gli occhi e, appena li riapro, lei è a terra. Il suo corpo ha qualche violenta convulsione, poi rimane immobile e Renn corre subito ad aiutarla. È un attacco magico, con la luce... Non l'ho mai visto prima. Se lo fa di nuovo, siamo tutti morti. Senza pensarci due volte, scatto in avanti come un fulmine. I miei piedi pestano silenziosi la nave e la toccano appena a ogni passo. Arrivo a portata del mostro ed estraggo in un attimo il bastone, affondando tra i suoi vestiti laceri. Poi lancio in aria il bastone e libero il ki. Mi abbasso come una scimmia e giro intorno alla figura spettrale, colpendo rapidamente con due pugni a mani nude. Il bastone finisce di roteare in aria e mi ritorna in mano. Mi porto in posizione marziale, aspettando che Mara e Vimak mi diano supporto.

Jilowyn Resto a bocca aperta quando vedo l'esplosione. Per un secondo fisso Mara, sorpresa. Ma dove l'hai trovata l'energia per creare un'esplosione del genere? Io ho provato a studiare i libri dei maghi, ma non sono mai riuscita a farlo! La creatura oscura sembra aver accusato pesantemente il colpo, quindi decido di evitare i giochi sottili e di andare subito sul diretto. Faccio un passo in avanti e pronuncio: Itchar mor gravius nak! Poi batto i palmi delle mani tra loro e un frastuono rimbomba attorno al non-morto, spazzando la neve fangosa dai suoi piedi.

Jilowyn Mi viene un colpo quando l'essere terrificante compare nella notte. Stavo quasi per addormentarmi e per un attimo penso che si tratti di un incubo. Poi mi rendo conto che è reale, mi alzo di scatto dal luogo dov'ero seduta e porto la mano all'elsa dello stocco, che comunque so essermi inutile. Oh no, ne hanno sacrificato un altro... Finirà mai questa carneficina? Non pensare a me, Vimak, stavolta è accompagnato da tre mephit! Se restiamo vicini, colpiranno tutto il gruppo. Narod è l'ultimo del gruppo ad alzarsi. Lo fa con una lentezza e una calma esasperanti, come se stesse soltanto per accogliere uno scomodo visitatore. Si spazza via la neve che si è sciolta in quei giorni di sole diventando fango, si stira i muscoli del collo e fissa l'essere senza dire una parola.

Jilowyn Sono distrutta per l'energia che mi è stata sottratta, si nota dalle occhiaie e dalle spalle accasciate; senza poca forza nei muscoli. Ma dall'esterno vedo il fascio della luce solare e capisco che è andato tutto per il meglio. Ha funzionato... mormoro, quasi incredula. Poi vedo Narod, in carne e ossa. Il giovane sta ascoltando Macreadus come se non gli fosse successo niente, come se non fosse svanito per giorni in un regno spettrale. Anzi, lo sento dire semplicemente: Troveremo un modo per rendere tutto questo permanente, signore. Non temere, puoi trapassare tra le profondità del Sogno senza lasciare niente in sospeso. A quel punto, scordo la stanchezza. Mi alzo e corro ad abbracciare Narod. Sei vivo! Piccolo delinquente, ci hai fatto morire di preoccupazione! Narod si muove a disagio tra le mie braccia. Signorina, Jil... Per favore, è imbarazzante... Mi stacco da lui, sorridendogli, poi zoppico verso l'ingresso per chiamare gli altri.

Narod Dalle pieghe del regno spettrale, guardo Jil studiare la Stella dell'Estate e collegarsi a essa. Resto in silenzio per un po' dopo che Macreadus mi ha raccontato il motivo per cui ha costruito quel potente oggetto magico. Poi mi giro verso di lui, il volto disteso. Non importa come hai vissuto, signore, quello che importa è che tu abbia raggiunto la tua pace dei sensi. Tutto è un'illusione nel mare del sogno. Io devo ancora trovare la mia pace dei sensi, ecco perché preferirei non morire. Non credo sia ancora il mio momento. Passa il tempo e Jil sembra entrare sempre più in sintonia con l'artefatto. Nella mia condizione, posso quasi vedere i fili dell'energia che scorrono dall'oggetto magico attorno a lei. Infine, si alza, prende un forte respiro e attiva la Stella dell'Estate. La mia faccia calma si tende per un attimo, il mio corpo si irrigidisce. No, non sono ancora pronto per morire.

Jilowyn Riferisco quello che Narod mi comunica, poi guardo l'oggetto con diffidenza. Davvero è così facile? Non ho molta esperienza sulla magia, ma quello che so è che niente è facile come sembra. Ma non ho intenzione di lasciarla nelle mani dei miei compagni, che di sicuro ne sanno meno di me e non possono affrontare eventuali imprevisti. Voi tre uscite. È inutile che restiate qua, se qualcosa va storto serve qualcuno per rimediare, quindi tenetevi alla larga dalla baita mentre lo provo. Se tutto andrà bene, ci vediamo tra pochi minuti.

Jilowyn Resto ancora a distanza, impaurita. La trasformazione di Vimak è stata brutale e molto veloce, e il suo aspetto adesso è più ferino. Io... Non so cosa aggiungere, perché in effetti ho molte domande per la testa. Per cui mi limito a dire: Credo che dovresti imparare a sfruttare la tua forza, Vimak. Dopotutto è un dono, no? Però sta attenta, Mara, lui non ha ancora confidenza con il suo nuovo aspetto... E dobbiamo capire se la forma è permanente, dobbiamo fare delle ricerche. Ma non abbiamo tempo, dobbiamo anche concentrarci sulla Stella. ------------------------------- Narod Ho assistito alla trasformazione con un sentimento crescente, che però non era di paura. Semmai una grande curiosità e una forte meraviglia. La sua forza vitale è aumentata, in questa forma in cui sono la posso percepire. Il suo ki è molto più stabile. Com'è possibile? Io ho impiegato anni per trovare un equilibrio. Rivolgo uno sguardo fugace al chierico. Non temere, signore, so che i miei amici faranno tutto il possibile per riportare i nostri spiriti in un corpo di carne e sangue. Ma se così non fosse, sono pronto ad accettare qualsiasi cosa mi riservi il destino. Non è nient'altro che un sogno, in fin dei conti.

Jilowyn Mi stavo quasi addormentando nell'attesa, cullata dal freddo. Poi vedo Vimak tendersi come una corda e quindi do una pacca sul braccio di Mara, che però era già sveglia. Prendo mano al rapier, mi alzo e inciampo nella neve, per poi rimettermi in equilibrio. Eccolo, sta iniziando. Vimak, siamo qua con te, non lasciarti andare! Penso ai pochi incantesimi che conosco e, tra tutti, a quelli che potrei usare per fermare Vimak senza ferirlo se le cose si mettessero male. La canzone. La sua canzone che ho appena composto. Potrebbe aiutarlo a ricordarsi chi è. Prendo fiato, rilasso la voce e comincio a intonare le prime strofe di "Il dono di Ooyaminartok": Bianche le terre, di neve sepolte Orme pesanti nel ghiaccio avvolte Vimak il gigante e io al suo fianco Il respiro affannoso, il mio corpo ormai stanco...

Jilowyn Come dice Vimak, dobbiamo stargli vicino almeno la prima volta, così controlliamo che tutto vada bene. È stato Ooyaminartok a dirlo, siamo noi la sua forza. Resto pensierosa e all'improvviso mi dimentico di tutto: dei tre compagni, della Stella dell'Estate, di Narod... Le poche rime che ho composto mentre parlavo si ordinano in strofe di senso compiuto e la mia testa si riempie di creatività. Esco borbottando tra me, come faccio sempre quando compongo. Tiro fuori il mio flauto e intono qualche nota. Resto da sola all'esterno almeno per mezz'ora, fino a quando il "Il dono di Ooyaminartok" non è completato. Poi torno nella baita e mi siedo al caldo a gambe incrociate. Un po' di musica farà bene al gruppo, quindi intono la melodia con il flauto e, mentre guardo Mara lavorare, cerco di alliettarli con la nuova canzone che suonerò nelle prossime locande. --------------------------------------- Bianche le terre, di neve sepolte Orme pesanti nel ghiaccio avvolte Vimak il gigante e io al suo fianco Il respiro affannoso, il mio corpo ormai stanco. Ed ecco, signori, il turbine che appare! Una tempesta bianca come l’onda del mare Tra la neve una voce ci chiama possente: «Vimak, il tuo cuore da giorni ti mente!». Il gigante in alto alzò il suo sguardo E davanti si levò quel cupo baluardo Un orso così grande che oscurava la terra L’espressione ferina che da lontano ti afferra I muscoli d’acciaio, gli occhi di gelo Di lame era fatto l’intero suo pelo! Ooyaminartok il dito puntò sul cammino: «Morte o vita, scegli il tuo destino Il tuo cuore è libero, Auril non vi bada Non è lei a dire qual è la tua strada Affrontami e vivi, o giacci per sempre Perché i goliath son fatti di ben altre tempre!». Vimak spazzò i suoi dubbi lontano Si erse e a pugno serrò la sua mano La magia sgorgò dal suo corpo riacceso Non esiste un goliath che si sia mai arreso! Io fui testimone della tremenda battaglia che diede al gigante la sua giusta medaglia Ooyaminartok impetuoso calava gli artigli Vimak apprendeva dai suoi saggi consigli La grotta di ghiaccio iniziò a spezzarsi Ma l’orso imponente non accennava a fermarsi La magia scorreva come un fiume di luce e il saggio sorrideva con aria sempre più truce. Infine Ooyaminartok si placò soddisfatto: «Vimak, è tempo di onorare il mio patto. La battaglia è finita, trattieni il tuo estro Nemici non siamo, ma allievo e maestro». «A due giorni da ora avrai un altro volto Mentre io tornerò nel mio regno sepolto Accogli il mio dono, accetta il potere Soltanto a te dovrà appartenere». «Ma ricorda sempre che il dono più prezioso Già lo possiedi e si trova nel tuo gruppo glorioso I compagni vicini ti daranno conforto Quando starai naufragando saranno loro il tuo porto». Ooyaminartok il saggio svanì in un istante Tra un turbine di neve e una luce abbagliante Io sola rimasi a cantare le gesta Di Vimak il gigante, diventato tempesta!

Jilowyn Mi sembra di sentire le soavi parole di Mara, dico a Vimak con un sorriso mentre stiamo per entrare nella baita. Quando entro c'è un po' di confusione, ma vedo che la spadaccina è ormai a buon punto. All'improvviso, mi sento piena di ansia e allo stesso tempo di ottimismo. Dopotutto, c'è ancora speranza che vada tutto per il meglio. Ottimo lavoro, Mara! È perfetto! Nemmeno un mago fabbro avrebbe saputo fare di meglio. E comunque, non è che ci siamo goduti molto il paesaggio. Adesso ti racconto una storia che ti farà morire d'invidia... Le mie parole escono come un fiume in piena, mi succede sempre quando racconto una storia straordinaria. Mi viene da raccontarla come se fossi in una locanda e quindi enfatizzo su tutto, trasformando Vimak in un eroe. Parlo in breve dello spirito-orso, del combattimento allucinante che Vimak ha dovuto affrontare e del successo che ha riportato. Quando arrivo a parlare del dono, il mio entusiasmo scema un po' ed esito: Tra due giorni sapremo quale dono ha concesso a Vimak.

Jilowyn La preoccupazione non accenna ad andarsene. Scuoto la testa. Ho sentito molte notizie contrastanti sui mannari, niente di veramente affidabile. Farò qualche ricerca, anche se abbiamo solo due giorni. E dobbiamo anche riportare lo spirito di Narod nel suo corpo... se è possibile farlo. Resto sovrappensiero, guarando il luogo dove un attimo prima si trovava Ooyaminartok. Poi cerco di mostrarmi positiva. Sono sicura che andrà tutto bene. Ha parlato di un dono, non di una maledizione. Ma forse dovremmo andare sul sicuro. Sai, magari quando arriverà la luna piena evitiamo di dormire. Mi metto a ridere e do un pugno sulla spalla di Vimak. Andiamo, ragazzone. Mara ci sta aspettando. I Lupi del Caer hanno ancora molto lavoro da fare.

Jilowyn Quando ricompaio in mezzo alla pianura, mi avvolgo nel mantello mentre il vento mi sbatte in faccia la neve. Ma il gelo non proviene solo dall'esterno. Magia illusoria... mormoro, anche se non sono convinta che si sia trattato di un'illusione. La spalla di Vimak sta sanguinando. Poi le parole di Ooyaminartok mi terrorizzano. Mannari. E questo sarebbe un dono??

Jilowyn Fisso Vimak negli occhi, in silenzio. Poi sposto lo sguardo su Ooyaminartok per qualche secondo, diffidente. Un dono non viene mai dato senza niente in cambio. Io lo so bene, gli spiriti mi tormentano ogni notte e io devo assecondarli per ottenere da loro quello che mi serve. Vorrei metterlo in guardia, ma Vimak ha bisogno di fiducia, di conforto. È arrivato qua per questo. Così sposto di nuovo gli occhi su di lui e gli sorrido, mettendogli una mano sulla spalla. Accetta il dono, Vimak. Te lo meriti, l'hai sentito, no? Sei speciale, altrimenti Ooyaminartok non sarebbe apparso davanti a te. Vacillo un attimo, ancora incerta se metterlo in guardia. Poi finisco: E qualsiasi cosa succeda, io sarò al tuo fianco per aiutarti, come tu sei stato al mio fino a questo momento. I veri amici sono rari e non si abbandonano mai.

Jilowyn L'orso sembra inarrestabile e comincio a pensare che Vimak non possa riuscire a batterlo da solo. Ma è la sua prova, io non ho il diritto di intervenire. Come ha detto Oyaminartok, io devo essere solo di supporto: solo in questo modo riuscirà a uscire dalla disperazione in cui è piombato. Inizio a intonare una canzone e faccio scorrere la trama magica attorno al mio compagno, spingendo la sua mente a diventare più attiva.

Jilowyn Il colpo mi toglie il respiro. Non ho mai affrontato un orso, ma potrei giurare che la sua zampata sia più potente di quella di un orso qualsiasi. Scusa, Vimak, starò più attenta. Appoggio la mano sul braccio di Vimak e mormoro qualche parola: le ferite del goliath si rimarginano quasi del tutto. Forse dovresti essere tu ad affrontarlo, io cercherò di darti supporto. La mia magia a volte è un po' instabile!

Jilowyn Mi rialzo dolorante da terra, immersa nella neve e infreddolita. Quasi grido quando mi appare l'orso davanti, prima di accorgermi che è intrappolato nel ghiaccio. Vimak, guarda! Questo posto deve essere un antico luogo di culto. Perché ci ha portato qua? Oyaminartok si avvicina. So che è qua per insegnare qualcosa a Vimak, ma non riesco a capire di che si tratta. La cultura dei goliath mi è incomprensibile. Tutto quello che posso fare è aiutare Vimak ad affrontare i suoi demoni. Sento uno strano vigore magico attorno, un'aura di potere che mi fa formicolare le dita. Quando scaglio il mio successivo incantesimo, l'energia mi esce con una facilità incredibile. Itchar mor gravius nak! L'aria si increspa, mentre una bolla trasparente si espande attorno a Oyaminartok. Quando la bolla esplode, le stalattiti di ghiaccio nell'area si frantumano.

Jilowyn Un solo artiglio e Vimak è già in difficoltà. Il colpo è potente, se l'avessi preso io starei già sanguinando come una fontana. Se solo ci fosse Mara con noi! Ma Mara è lontana. Narod non ci può aiutare. Quindi non posso permettermi di risparmiare le forze. Devo chiedere aiuto agli spiriti, devo farlo anche se mi metteranno in ginocchio. Loro sono più potenti di me, senza di loro sono inutile in questa battaglia! I miei occhi stavolta diventano subito rossi, come il fuoco. Sento le energie essere risucchiate. Lo spettro che ho richiamato è furioso, iracondo. Inveisce contro di me, mi insulta, è così pieno di rancore che... Basta, smettila! urlo, digrignando i denti e battendomi il palmo sulla tempia. Lo spettro mi sta trasmettendo la sua rabbia, non riesco a trattenerla. Giro gli occhi arrossati verso Vimak e con irritazione gli dico: Ti vuoi dare una mossa a vincere la tua battaglia o devo sempre fare tutto io? Rivolgo il palmo verso di lui e gli scarico addosso l'energia che mi ha soffocato. Vimak si sente avvolgere di uno strano calore. La mia furia si spegne e mi rendo conto di quello che è successo. Una vena nel mio occhio si è rotta ed è rimasto arrossato. Scusa, Vimak... Non intendevo offenderti, non ero in me.

Jilowyn Vimak è deciso a combattere. Aspettavo solo un suo cenno di determinazione, mi ero già preparata ad agire. Appena la brezza aleggia attorno a lui, le mie pupille diventano bianche e le mie iridi perdono il colore azzurro. Un'ombra spettrale esce dal mio corpo, interagendo a malapena con la realtà: i miei vestiti sbattono, il sole già flebile crea una vaga penombra nel terreno. La penombra di uno spadaccino. Lo spadaccino spettrale avanza con la velocità della luce e si getta contro Oyaminartok, affondando la lama fino all'elsa. Le mie iridi tornano azzurre e le pupille si dilatano: torno a vedere. Lo spettro si gira verso di me - gli vedo appena la sagoma della testa girare - si porta la mano sulla fronte come per salutarmi. Poi, così com'è apparso, scompare. Mi accorgo di aver trattenuto il respiro e lo lascio uscire in ansito. Poi mi sposto di un passo di lato e intono un canto di battaglia.

Jilowyn Quando vedo la figura imponente, il mio primo istinto e di snudare lo stocco e di allontanarmi. È grande, massiccio... ma ha stranamente qualcosa di umano. Poi si rivela e Vimak si inginocchia come se avesse davanti un dio. Il nome mi torna nella mente. Ti abbiamo perso tra le montagne... mormoro tra me. Ma è chiaro che sia stato lui a non farsi trovare. A un tratto, mi sento fuori posto, troppo piccola per il confronto che i due stanno avendo in quel momento. Dovrei andarmene, la paura mi paralizza, ma non posso lasciare Vimak da solo. Anzi, quando insulta Vimak dandogli del disonorato, sono persino sul punto di rispondergli a tono. Poi le sue zanne mi rimettono in riga e un brivido mi scorre lungo la schiena. Questa creatura emana un potere enorme! Sono incerta se inchinarmi anch'io, ma Oyaminartok non è il mio dio e io non intendo mostrarmi indifesa con chi non conosco. Vimak ha solo bisogno di ricordare chi è. Le parole mi escono da sole senza riflettere, come spesso mi capita. Noi abbiamo bisogno di lui, come lui di noi. Vimak lo sa, sa che può contare sul gruppo. Io... farò tutto quello che serve per aiutarlo. Sguaino parte dello stocco e indietreggio di un passo, mettendomi in mezza guardia; la mia faccia si fa più decisa, cerco di nascondere la paura. Anche combattere contro il suo dio, se necessario. Ma tu non sei un dio, non è così? Eri un goliath come Vimak e hai raggiunto l'apice del potere quando ti sei legato agli spiriti degli orsi. Ho sentito la storia in una locanda. Una leggenda, credevo, mentre ora sei qui davanti a me. Poi mi viene in mente qualcos'altro che ho sentito nelle Valli. Inarco le sopracciglia, rinfondero lo scocco e dico quasi con stupore. Tu sei una guida spirituale dei goliath, non è vero? Non sei qui per uccidere Vimak per il suo disonore. Sì, lo ricordo. Si dice che appari per mettere alla prova la tua specie ed elargire un dono a chi si mostra degno. Sposto lo sguardo su Vimak, incerta.

Narod Mi viene da spiccare un salto sul posto, ma anni di meditazione mi obbligano a mantenere un comportamento composto. Però faccio un accenno di sorriso al mago. Mi sentono! Lo sapevo, il Mondo dei Sogni attraversa ogni altra realtà. Signore, puoi indicarmi su quali pagine si devono concentrare? Poi parlo di nuovo a mente a Mara. Il corpo non è mai stato reale, Mara, non preoccupatevi per me. Finché il Ki sopravvive, io continuerò a esistere. C'è il mago qui con me, il suo nome è Macreadus. Può dirci cosa leggere di quel libro per contenere la Stella dell'Estate. Dice che serve un terzo anello.

Narod Quando le figure dei miei compagni. Anche se le vedo bene, sono in parte indistinte... oppure sono io a esserlo. Piacere di conoscerti, Macreadus. Io mi chiamo Narod. Giro attorno alla stanza, provando a toccare le cose senza riuscirci. Concentrarsi, dici? Fisso l'attenzione su Mara, che è davanti a me. Devo provarci. Provo ad aprire un collegamento mentale. Mara, mi percepisci? Sono Narod... sono ancora qui, come forma di energia. ------------------------------- Jilowyn Aspetta, che cos'hai detto? Il titolo mi ricorda subito qualcosa. Prendo lo zaino e lo rovescio a terra. Le mie dita stanno ancora tremando, le perdite dei miei compagni uccidono sempre una parte di me e so che per giorni avrò degli incubi dovuti ai rimorsi: avrei potuto salvarlo in qualche modo? Mi era successo persino con Darrox. Abbiamo perso due compagni. Vimak sta crollando. Non posso lasciarlo andare, ho bisogno che il gruppo resti unito. Vimak, guarda! "Magiche Meraviglie del Netheril". Gli allungo il libro. Dagli un'occhiata quando hai tempo, io l'ho già sfogliato ma non ho trovato niente di interessante. Forse parla della Stella dell'Estate e a me è sfuggito.

Narod È una scena così surreale che per almeno mezzo minuto resto a fissare il mio corpo. Non provo nemmeno a chiamare i miei compagni, è chiaro che sono "passato oltre" e che non potrebbero sentirmi in nessun modo. Poi abbasso gli occhi sulle mie braccia. È questa la forma del mio Ki? La voce dell'uomo mi coglie alla sprovvista e mi giro di scatto, prima di ricordare che non sono più nel mondo materiale. Non posso temere quello che non può distruggermi. Tu sei lui, sei il mago... Dove sono finito, signore? Sono nel Mondo dei Sogni? Il Mondo dei Sogni. La vera realtà. Alla fine è successo: ogni illusione attorno a me è stata distrutta e ho raggiunto la mia vera essenza. Certo, non avrei immaginato che sarebbe successo così presto.