Green Wolf

Jilowyn Riprendo conoscenza quasi senza rendermene conto. Ho la vista annebbiata, il fiato corto e la testa che mi scoppia. Sono a pezzi e sento male ovunque. Poi ricordo ed entro nel panico. Mi guardo attorno con lentezza esasperante. Vedo Vimak e Mara a terra. Vimak... biascico, la gola in fiamme. Mi avvicino carponi, trascinandomi sul pavimento, e appoggio la mano sul petto di Vimak richiamando il mio potere magico. Lo sforzo mi provoca un colpo di tosse e del sangue scuro mi esce dalla bocca, imbrattandomi i vestiti. Mi trascino poi verso Mara, sentendo le gambe doloranti, e intanto cerco Narod. Non lo vedo da nessuna parte. Narod! cerco di gridare con voce roca, ma non ho nessuna risposta. Richiamo un'altra volta il mio potere su Mara, poi guarisco me stessa per recuperare un po' di forza. Mi alzo in piedi, barcollante e tenendomi il fianco con una mano. Narod! Dove sei? urlo. Poi li vedo. Il bastone. Le vesti larghe e semplici. Il medaglione di Lathander. E vicino a questi, della polvere scura che sembra cenere.

Jilowyn Torno alla realtà e mi avvolgo le braccia attorno al corpo, battendo i denti. È un gelo che viene da dentro, non ho modo di scaldarmi: devo solo aspettare che passi. Dopo un po', avviso gli altri. Niente, lo spirito è troppo debole. Ma sono riuscita ad afferrare qualche parola e ho capito due cose: la Stella dell'Estate è stata creata proprio per scacciare l'inverno e Auril non può ancora percepirla. Lo spirito mi ha detto di aggiustarla in fretta, Auril potrebbe accorgersene molto presto!

Jilowyn Narod prende al volo il medaglione e sembra contentissimo come se gli avessero appena comprato un cavallo. Ehi, grazie signora Mara! Non avevo mai avuto un oggetto magico. Se lo rigira tra le mani, lo mette al collo e lo rigira ancora. Strano ragazzo... a volte sembra adulto, altre volte sembra un ragazzino. Annuisco verso Vimak. Sì, sto bene, Vimak. Cioè, sto bene per quanto possa dopo aver parlato con un fantasma. Purtroppo il suo spirito è molto debole, ma posso provare a ricontattarlo. Più aspettiamo, meno sarà presente. Estraggo di nuovo la candela, puoi li guardo a uno a uno. So ancora poco del mondo spettrale. Se non dovessi tornare, tiratemi degli schiaffi finché non mi risveglio. L'atimo dopo, pronuncio le parole arcane e la candela si accende come ho fatto prima. So che continuare a chiamare gli spiriti non porta a niente di buono, ma non è il caso di dirlo ai miei compagni. Stavolta, infatti, l'effetto è ben diverso: i miei occhi si arrossano come per un vento insistente e mi sento trascinare indietro. Un verso strozzato mi parte dalla gola, poi il mio corpo viene sbattuto contro la parete vicina, come se qualcuno mi avesse spinto. Quando credo di aver fallito il richiamo, però, i miei occhi roteano di nuovo verso l'alto e la mia coscienza si disperde.

Jilowyn Scombussolata, mi guardo attorno come se fossi una pazza, cercando di capire se mi trovo in una realtà o nell'illusione. Il mago ha strappato il mio spirito e l'ha portato chissà dove, ma non è riuscito a finire la sua frase. I miei compagni mi guardano straniti. Narod è a bocca aperta. Signorina Jil, dove sei stata? Eri sparita! Cerco di fare ordine nei miei pensieri, scuoto la testa. Io... non ne ho idea. Ho visto il mago, credo. Ho visto il suo passato. Quella pietra si chiama Stella dell'Estate, ma ha detto che è incompleta, che è sbagliata. Io credo che stesse davvero cercando di fermare l'inverno!

Jilowyn Resto assorta. Forse hai ragione, Mara. Faccio un tentativo, ma non ancora capito quando e come gli spiriti mi contattano. Estraggo dalla borsa una delle candele, poi inizio a mormorare delle parole rituali, mentre passo il palmo dell'altra mano sopra lo stoppino. Pochi secondi dopo, lo sento: il gelo, il brivido, i sussurri. I miei occhi roteano verso l'alto e mostrano il bianco degli occhi. Subito dopo, la mia voce diventa roca, come se dalle viscere della mia gola qualcosa crepitasse. Un istante e i miei occhi azzurri tornano lucidi.

Jilowyn Un brivido mi scorre lungo la schiena. L'aria si fa più gelida, ma forse è la mia impressione. Dico in un sussurro: La sfera si è mossa. Narod fissa la sfera. Io non ho visto niente. È immobile. Mi sposto di un passo, quasi come se stessi guardando un animale feroce. Si è mossa, vi dico. Non avete sentito il vento sul collo? La stessa sensazione di quando qualcuno ti soffia addosso dalle spalle... Fa attenzione, Vimak, c'è ancora della magia dentro quella pietra.

Jilowyn Inarco le sopracciglia, incerta. Sembra un "no", ma non ne sarei così sicura. La sua magia è molto debole... Sì, Vimak, meglio se tieni la sfera nella borsa. Appena possibile la faremo esaminare. Arriccio il naso, stizzita. Purtroppo io non ho molte conoscenze magiche. Lo sapevo, dovevo prendere più lezioni di magia e meno di etichetta nobiliare. La mia balia continuava a insistere che una donna deve imparare le buone maniere, che non c'è nient'altro di più importante. A cosa mi servono le buone maniere adesso che impugno lo stocco? Narod intanto allunga pian piano il bastone ferrato e lo insinua sotto la mano, per vedere se lo stringe.

Jilowyn Caccio un urlo istintivo, quando la mano mi arriva vicino. Indietreggio e rovescio qualcosa di indefinito che era presente sul tavolo. Poi mi calmo, con gli occhi sgranati, e fisso la mano. Per Ilmater, si muove da sola! Che schifo! Narod entra all'interno, con cautela. Non sembra spaventato dalla mano, caso mai curioso. Allunga il bastone ferrato in avanti, pronto a colpire la mano cadaverica se fa dei movimenti strani. Signora Mara, cosa faccio? La allontano? Non capisco perché indica la sfera.

Jilowyn Mi gratto lo zigomo con l'indice pensierosa. La mia faccia è tesa, non mi piace avere a che fare con i morti. Che controsenso, gli spiriti ultimamente mi parlano di continuo. Aggiro l'oggetto a terra. L'aura è debole, forse non è pericoloso, ma gli oggetti tendono spesso a nascondere la loro magia. Mara, il... il cadavere è un medaglione magico. Non credo sia pericoloso, se vuoi prenderlo. Io non voglio toccare quelle ossa. Mi accuccio vicino all'oggetto, come se continuando a fissarlo potesse darmi delle risposte diverse. Che strana pietra... Forse è un catalizzatore. Vedete un contenitore qua attorno? Bisogna studiarlo, ma io non ho le competenze, serve un mago esperto. Ma meglio non toccarlo, nel frattempo.

Narod Ragazzi, c'è un morto qua! Bruciato, forse dopo un esperimento finito male. Sento i passi di qualcuno che sta arrivando, il legno scricchiolante della passarella. Jil a giudicare dal peso. Il libro mi incuriosisce e faccio per sfogliare i resti così da capire cosa possa essere successo. Poi Jil entra e dice: Aspetta, Narod. Non toccare niente, potrebbe esserci ancora qualche magia in sospeso. Mi fermo. Vedo Jil estrarre dalla tasca una strana lente di cristallo. Poi mormora qualche parola e comincia a guardarsi attorno, ogni tanto portandosi la lente all'occhio e ogni tanto guardando con occhi invisibili. Mi metto la mano davanti alla bocca e soffoco una risata. Così seria e con la lente nell'occhio, sembra una di quelle guardie da quattro soldi che ogni tanto vengono chiamate per indagare sui furti in casa e che poi non trovano mai niente di interessante. Esco fuori per non mettermi a ridere, mentre lancio un'occhiata a Vimak. Ma il gigante non mi risponde. Ultimamente è diventato più silenzioso del solito e il suo dolore interiore comincia a preoccuparmi. Dobbiamo trovare un modo per fargli accettare la nuova realtà delle cose.

Narod Salgo anch'io facendo attenzione alle assi e do una sbirciata dentro la stanza. Non trovando niente di utile, estraggo il bastone ferrato e lo uso per tastare il terreno, mentre proseguo sulla passerella marcescente. Vediamo cosa c'è nell'altra stanza. Questo posto sta cadendo a pezzi, fai attenzione, Mara. Jil intanto cammina dietro di me alzando i piedi come se stesse pestando sulle uova e raggiunge Mara. Poi appoggia la mano sulla parete interna e pronuncia delle parole. Poco dopo, la stanza si riempie di luci sfarfallanti. Almeno ci si vede. C'è qualcosa di utile? Cibo, giacigli? E comunque non mi sembra affatto un posto dove dormire! Ren, questo rifugio è ridotto a una catapecchia.

Jilowyn Guardo la città con delusione e quasi con repulsione. Poi mi scappa da dire: Che schifo... mi vengono i brividi. Mi accorgo di averlo pronunciato ad alta voce e quindi mi affretto ad aggiungere: Voglio dire, abbiamo visto di peggio, ma speravo almeno di dormire tranquilla senza aspettarmi che qualcuno mi pugnali nell'ombra mentre faccio una passeggiata. Guardate che facce! E poi scommetto che non hanno neanche una tinozza per fare il bagno, io che volevo darmi una ripulita. A questo punto sarebbe stato meglio dormire nelle stalle! Narod si gira a guardare Mara e sussurra: Ma si lamenta sempre così tanto?

Jilowyn Narod risponde a Mara con un'alzata di spalle. Per me va bene anche dormire nelle stalle, un posto vale l'altro. Io invece mostro un'espressione di disgusto. Io non dormo nelle stalle! Ma avete idea di quanto puzza un cavallo? E magari ci sono dei topi schifosi che si aggirano in mezzo alla paglia... non riuscirei a dormire nemmeno un secondo! L'idea del tempio mi piace di più, magari ci fanno fare anche un bagno caldo. Ho i vestiti sporchissimi E se non ci danno ospitalità, allora mi sta bene continuare, tanto non siamo lontani dalla baita. All'improvviso, l'idea di dormire in una stalla lurida mi fa passare persino la stanchezza. Narod scrolla di nuovo le spalle. Che cos'hanno i topi che non vanno? Hanno un muso simpatico. Io da piccolo giocavo spesso con i topolini che visitavano camera mia nel tempio.

Jilowyn Sospiro. Come se fosse facile "mandare all'altro mondo" il prediletto... Ma sono d'accordo con Mara, non possiamo tirarci indietro. Narod si mette a gambe incrociate, in una posizione così stretta che mi spaccherebbe tutte le ossa. Poi gira la testa verso Vimak. Gli dèi non sono molto diversi dagli uomini, signor Vimak. La loro energia scorre anche in noi. C'è un motivo se gli dèi malvagi non distruggono la nostra realtà: non hanno il potere di farlo e possono essere fermati anche da piccoli uomini con noi. Fisso il ragazzino a lungo, cercando di capire perché mi sembri così sbagliato quello che ha detto. Gli dèi non possono essere uguali alle creature terrene. Eppure, non c'è nessuna dimostrazione del contrario. Finisco la zuppa e mi sdraio a terra, allungando la coperta che mi sono portata nello zaino. Bè, intanto pensiamo alla baia e poi ci concentreremo sul resto. Sono troppo stanca per pensare, è stata una giornata terribile. Buonanotte.

Jilowyn Rabbrividisco. Come se nani grigi invisibili e un assassino posseduto non fossero già abbastanza inquietanti. Accetto con cortesia la ciotola e mi metto a mangiare con un largo sorriso. Ottima la zuppa, Renn! Sai anche cucinare bene... Potremmo pensare di tenerti a lungo nel gruppo. Poi torno seria. Se davvero c'è la possibilità di fermare questo gelo, vale la pena di controllare. Forse la baita può essere la soluzione. Forse chi c'è là dentro ha bisogno di aiuto per raggiungere il suo obiettivo. Narod spazzola la ciotola in pochi secondi. In effetti, non mangiava da tempo. È come se facesse poco caso alle esigenze del suo corpo, non si è mai lamentato nemmeno quando Kaltro l'ha colpito.

Jilowyn Racconto tutto a Renn, senza tralasciare nessun dettaglio. Il cercapiste sembra esperto e magari sa aiutarci con altri elementi che non conosciamo. Parto dal mostro marino che abbiamo incontrato e sul quale ho intonato una ballata diventata ormai famosa. Parlo anche della morte di Darrox, trasformato in una statua, e del perché inseguivamo Kaltro da tempo. Gli racconto addirittura di come la contea di Altaterra è stata massacrata, lasciandomi in vita per puro caso.

Jilowyn Il fuoco è piacevole, come sempre in queste terre sempre congelate, e mi rinfranca lo spirito. Ma i ricordi di quello che è appena successo non mi abbandoneranno troppo facilmente. Ho ucciso un innocente, è stata colpa mia... Dovrò accettarlo prima o poi, ma quanto tempo servirà per dimenticarlo? Mara e Narod non sembrano averla presa a male. Devo fare come loro. Poi Vimak si sveglia e, invece di insultare me, se la prende con se stesso. Come se fosse lui il responsabile del suo potere. Ti ho aiutato perché è così che si fa tra compagni: ci si aiuta. Mara ha ragione, Vimak, non importa chi di ha dato il potere, importa come lo usi. Ricordi Darrox? Lui era pieno di rabbia e di rancore, ma l'ho costretto a usare la sua forza per fare del bene. Tu puoi addirittura scegliere. Se Auril è malvagia, non ascoltarla: sfrutta i suoi doni per contrastarla. Allungo le mani verso il fuoco per riscaldarle e poi guardo i miei compagni uno a uno. Quello che è successo oggi è stato terribile, ma doveva essere fatto. Succederà ancora di fare degli errori, però non dobbiamo tirarci indietro per questo. Le Dieci Città hanno bisogno di aiuto, è evidente. Chi vuole mollare, è il momento di farlo adesso, perché ho idea che il futuro ci metterà ancora a dura prova. Io andrò avanti comunque e vorrei avervi al mio fianco, ma sta a voi decidere. Narod annuisce lentamente e, senza esitare, dice: Credo che verrò con voi ancora per un po', signorina Jil. Questo gruppo mi piace.

Narod Fisso Jil, disorientato. Quello che ha fatto non è etico, ha tradito un amico e gli ha piegato la mente. Ma l'ha fatto per aiutarlo, no? Per evitare che il suo stato di confusione mentale lo mandasse alla forca. Eppure è giusto costringere qualcuno, negandogli il libero arbitrio? Sono domande che mi danno da pensare. Ora capisco perché l'Estremo Maestro mi ha detto che "Nessun uomo è tale finché non intraprende il suo viaggio". Uscire dal tempio mi ha messo davanti a un mondo con sfumature di grigio. Forse continuare a seguire i Lupi del Caer può aprirmi le porte nascoste della mia anima. Ma non succederà se oggi mi lascerò catturare. Non dico niente, tengo lo sguardo fisso su Jil, che mi guarda come se si sentisse in colpa. Poi sposto gli occhi su Mara e annuisco. Signor Renn, facci strada.

Jilowyn Narod rilassa le braccia e, come se la sua frase possa spiegare tutto, dice: Le nostre preoccupazioni non sono nient'altro che illusioni. Non preoccupatevi, ce la caveremo. Inarco le soppracciglia, senza sapere cosa rispondergli. Sembra assurdo che si lascino catturare come se niente fosse... Sposto la testa da Vimak a Narod, e poi di nuovo a Vimak. Alla fine mi soffermo con un lungo sguardo su Mara: non so se mi appoggerà in quello che sto per fare. Con voce irritata dico: Tu non ragioni, Vimak, non sei in te! Non ti lascerò qua a morire in un carcere puzzolente, dopo quello che abbiamo passato! Inizio a muovere la mano e a mormorare delle parole. I miei occhi azzurri si fissano su Vimak.

Jilowyn Narod non sembra molto scosse dalla morte della donna. Dispiaciuto sì, ma è come se per lui la vita e la morte non fossero poi così diversi. Non sembra nemmeno troppo preoccupato per l'arrivo delle guardie. È un inconsciente, penso. Narod riflette sulle parole di Renn e poi scrolla le spalle. Dovremmo costituirci e raccontare la verità. Fuggire di solito è la scelta peggiore. Ma io sono di tutt'altro avviso. Penso al mio gruppo, che ha fatto tanto per aiutare la gente e che ha già perso un componente - Darrox, che dovrei detestare ma che invece ricordo con nostalgia. E penso a quanto i Lupi del Caer potrebbero ancora fare. Abbiamo ucciso una vita oggi, ma forse fermando Kaltro ne abbiamo salvate molte altre nel futuro. Scuoto la testa con sempre più convinzione. Renn ha ragione, dobbiamo ritirarci e pensare a cosa fare. È inutile restare qua, abbiamo fatto quello che andava fatto. Come dice Mara, faremo i conti più tardi con la nostra coscienza. Renn, ci serve un posto sicuro dove stare almeno fino a domani... e magari dovremmo pensare di cambiare città finché l'inchiesta non finisce.

Narod Tossisco per il fumo, strizzando gli occhi arrossati. Sposto qualche mobile. Ahia! impreco, quando appoggio la mano su un'anfora bollente. La casa sta crollando, rischio di restarci secco. Poi vedo il corpo della donna. Non si muove, è mezzo carbonizzato. Inarco le sopracciglia, più sorpreso di non averla trovata viva che sconvolto per la sua morte. Un'altra anima innocente, mormoro. Non ti preoccupare, signora, il tuo spirito troverà il giusto posto nel Piano dei Sogni. Mi avvicino, continuando a tossire, e afferro il corpo ormai cadavere. Non intendo lasciarlo bruciare, adesso che l'ho visto. Me lo carico sulle spalle, poi corro verso la finestra e spicco un balzo all'esterno, mentre le fiamme ardono alle mie spalle. Il mio corpo non esiste. Leggero come una piuma. Scivolo giù, fino a terra come se fossi più leggero dell'aria, anche se il peso del corpo mi sbilancia e mi fa rotolare alla fine. Tossisco ancora, scuoto la testa verso i compagni e con voce roca dico: Sono tutti morti. Là dentro è un inferno. Jilowyn è una maschera di dolore. È preoccupata per Vimak che si è distaccato dalla realtà, è preoccupata per se stessa e adesso scopre da me che per colpa sua sono morti degli innocenti. È stata lei a bruciare la casa, quindi di sicuro si starà dando la colpa. Mi guarda senza dire niente, trapassandomi come se non esistessi, gli occhi azzurri che riflettono le fiamme della casa.

Jilowyn Resto per qualche secondo immobile, il respiro affannoso, a guardare il corpo decadente posseduto da uno spirito... o un demonio. Ci siamo riusciti. Poi le voci mi scuotono. Corro subito da Mara e incanalo l'energia magica sulle mani, appoggiando i palmi sulle sue ferite. Poi grido: Vimak, Narod, pensate ai civili! Mi occupo io di Mara! La spadaccina respira ancora e mi sento sollevata. Andiamo, Mara, alzati!

Narod La figura che esce dalla neve mi lascia per un attimo scombussolato. Ci metto un po' per capire che è la stessa persona che abbiamo appena colpito. Il suo aspetto è decadente, la sua voce è orribile. Poco lontano, infatti, Jilowyn assume un'espressione disgustata e spaventata. Io mi scuoto subito. Ho sempre considerato il corpo come un involucro, quello che conta e che io cerco sempre di vedere è l'energia interna. E quell'energia è corrotta. Dovrei tenermi alla larga da lui, può intaccare il mio spirito come l'onda che si riversa nel mare... Poi, vedo Mara cadere e ogni esitazione scompare. Signora Mara! Scatto in avanti e brucio ancora il mio ki, colpendo con una raffica di colpi a distanza. Stavolta Kaltro - l'essere che lo domina - ha il corpo troppo debole e non riesce a schivare i miei colpi. Il primo pugno allo stomaco lo fa piegare in avanti. Poi spicco un salto e roteo il calcio, colpendo direttamente sulla tempia e mandandolo a terra.

Jilowyn Sento le urla e resto per un attico disorientata. Per Ilmater, è colpa mia, sono stata io a bruciare la casa! Kaltro deve essere fermato, ma la gente potrebbe essere in pericolo. Cosa devo fare? Uscite dalla casa, presto! grido, sperando in realtà che le urla non provengano dall'interno. Dobbiamo fare in fretta. Devo ricorrere di nuovo agli spiriti, anche se ogni volta che sento il loro sussurro mi sento rabbrividire. Non c'è tempo per esitare. Estraggo la candela spenta, che di colpo si accende con un'ampia fiamma, per spegnersi subito. Lo spirito che ha risposto è molto bellicoso, lo sento da come mi sussurra il suo racconto nella testa. Non riesco a controllarlo. I miei occhi si ruotano verso l'alto, mostrando il bianco della sclera. I miei capelli biondi si alzano, mentre l'aria comincia a crepitare. Che sta succedendo? Che succede?? Non... non riesco a controllarlo! mugugno, mentre lo spettro consuma la mia energia vitale. Un fulmine scende all'improvviso dal nulla e si abbatte su Kaltro, scaricandogli addosso un frastuono assordante.

Narod Qualcosa non va, non sono concentrato come dovrei. L'Estremo Maestro sarebbe molto deluso da come incanalo il mio ki. Mentre Renn si affianca, chiudo per un attimo gli occhi, rilasso il corpo e inspiro. Hai ragione, signor Renn. Me la sto prendendo troppo comoda. La mia aurea di energia scaturisce in un'onda verde, che mi avvolge come un fumo spettrale. Scatto di colpo verso sinistra, approfittando della distrazione di Kaltro che deve tenere a bada il ranger, e mentre continuo a corrergli attorno mi abbasso e mi alzo per colpirlo in punti diversi. Ma Kaltro è davvero rapido. Para il mio calcio spettrale che arriva al ginocchio. Mi sposto per colpirlo al fianco, ma usa l'altra mano per bloccarmi il pugno. Non è possibile, penso, sorpreso. Allora roteo su me stesso e lo colpisco alla testa con la gomitata, andando finalmente a segno. Mi fermo, guardando Kaltro a occhi spalancati. Continua a bloccare i miei attacchi, non trovo un varco nella sua difesa.