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SilentWolf

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  1. A volte le campagne migliori sono quelle che si pianificano attorno a un preciso tipo di gruppo. Scegliere tutti assieme il gruppo di personaggi, infatti, vi aiuterà a creare e vivere avventure che corrispondono meglio alle vostre esigenze, oltre che magari a giocare a campagne diverse dal solito. In D&D e Pathfinder i PG sono tradizionalmente conosciuti come “Avventurieri”, termine dal significato talmente generico da incarnare, in realtà, una vastissima quantità di personaggi: esploratori, mercenari, cacciatori di tesori, eroi in cerca di gloria, ecc. Se, da un lato, poter contare su un concept tanto generico può apparire vantaggioso (i giocatori sono liberi di spaziare con la creatività, in modo da provare molti personaggi differenti), in realtà, dall’altro, questa circostanza può risultare incredibilmente confusionaria e rendere difficile a un gruppo di giocatori trovare una linea comune su come giocare la propria campagna. Il DM magari s’immagina una campagna pensata per un gruppo di classici eroi destinati a salvare il mondo, un giocatore aspira a giocare un cacciatore di tesori simil-Indiana Jones, un altro ha scelto di giocare il mercenario opportunista che accetterà solo i lavori che gli faranno guadagnare denaro e potere, mentre un altro ancora ha deciso di giocare il personaggio spinto all’avventura solo per via della sua devastante tragedia personale, la cui risoluzione è l’unica ragione che lo spinge a fare qualunque cosa. Nessun giocatore in realtà ha interesse per una classica storia da “salvatori del mondo”, il DM invece magari non penserà a creare Avventure in grado di fornire ai giocatori ciò che realmente vorrebbero sperimentare con i loro PG e, alla fine, si sceglierà di partecipare tanto per partecipare, dedicandosi, a quel punto, principalmente alla raccolta di PX e tesori. Ho la sensazione che molti di voi hanno, almeno una volta, nella propria vita da giocatore di ruolo, avuto a che fare con una campagna simile, in cui ogni partecipante al gioco ha portato separatamente al tavolo una diversa aspettativa su come dovrebbero andare le cose. Non di rado, situazioni simili lasciano tutti insoddisfatti, ogni giocatore costretto ad accettare tutta una serie di compromessi per non far andare il gioco verso il disastro. Questo articolo vuole mostrare come, invece, concordando fin da subito il tipo di campagna e il tipo di gruppo di PG che si desidera sperimentare, sarà più facile ottenere un’esperienza molto più divertente e coinvolgente per tutti. Se tutti i partecipanti al gioco, infatti, accettano di discutere fin da subito i termini della campagna, si avrà maggiore possibilità di coordinare i propri sforzi per ottenere qualcosa in grado di divertire tutti nel modo migliore possibile. La progettazione concordata del gruppo, in particolare, può aiutare i giocatori a collaborare più efficacemente fra loro e può fornire al DM idee migliori su come preparare la campagna. L’IMPORTANZA DI ASCOLTARE e SCOPRIRE I GUSTI DI TUTTI Molto spesso si sottovaluta l’importanza di una buona organizzazione della campagna fatta ancora prima di iniziare a giocare. Non è raro che si scelga, per mancanza di tempo o per desiderio di iniziare il prima possibile, di creare tutto al volo, in modo da passare immediatamente al gioco vero e proprio. Poi, però, a campagna iniziata, si scopre che qualcosa nel gioco non funziona e il divertimento viene meno, o ci si trova costretti ad adeguarsi a partecipare a qualcosa che non ci fa sentire davvero coinvolti, tanto per stare con gli amici. Darsi il tempo di preparare le cose per bene, tuttavia, aiuta a far funzionare meglio le cose. In particolare, è sempre importante informarsi a vicenda sui propri gusti e accordarsi fin da subito su quello che a tutti farebbe piacere provare. I giocatori dovrebbero sempre aiutare il DM a creare qualcosa che possa divertirli, informandolo dei loro interessi e accettando di collaborare per definire le basi della campagna, e dovrebbero collaborare anche con gli altri giocatori per riuscire a ottenere un gruppo unito che segua il più possibile gli interessi di tutti. Il DM, invece, oltre a informare gli altri dei suoi gusti, dovrebbe sempre ascoltare gli interessi dei suoi giocatori e collaborare con loro per progettare una campagna basata sul gusto dell’intero gruppo (di cui pure lui fa parte). Prima di iniziare a giocare, sedetevi al tavolo e discutete bene di quello che vi piacerebbe provare, puntando con lo scegliere le cose che siano in grado di soddisfare il più possibile tutti voi. Iniziare fin da subito a progettare la campagna basandovi su un’idea del gruppo, piuttosto che cercare di incollare assieme le diverse idee di ogni singolo partecipante, vi potrà semplificare enormemente il lavoro. Con questo non intendo dire che le idee del singolo giocatore non sono importanti, ma che pensare fin da subito come un gruppo vi aiuterà a trovare più facilmente idee capaci di soddisfare tutti quanti. Un modo semplice per trovare una unità tra di voi è, come cercherò di mostrare in questo articolo, iniziare con lo scegliere il tipo di gruppo a cui appartengono i vostri personaggi, ancora prima di decidere chi sono questi ultimi. UN GRUPPO PER UNIRLI TUTTI Chi è il vostro gruppo? Come ho provato a spiegare più in alto, all’interno dell’espressione “Gruppo di Avventurieri” possono rientrare infiniti tipi di personaggi, il che può portare i giocatori a farsi idee e aspettative sul gioco anche radicalmente diverse tra loro. Per evitare confusione, quindi, l’idea migliore è decidere tutti assieme una tipologia di gruppo più specifico: Mercenari? Cacciatori di tesori? Criminali? Eroi in cerca di gloria? Predestinati? Esploratori? Predicatori? Circensi? Cabala di Maghi? Ma perché decidere il tipo di gruppo ancora prima di aver scelto i personaggi e il tipo di Avventure a cui essi parteciperanno? La risposta a questa domanda è che, se i partecipanti al gioco si focalizzano fin da subito su un’idea comune riguardo a quale sarà il gruppo protagonista del gioco, avranno poi maggiore sicurezza nel creare personaggi che s’inseriranno bene nella campagna, senza rischiare di creare qualcosa che, poi, non riuscirà a funzionare come sperato. Iniziare con in mente già un’idea comune vi permetterà di dirigere la vostra personale creatività verso personaggi e storie che avranno maggiore probabilità di successo e, soprattutto, maggiore probabilità di divertire sia voi, quanto i vostri amici. Ancora più importante, avere fin da subito un’idea comune di quale deve essere l’identità del gruppo, vi consentirà di ottenere uno maggiormente unito e affiatato. Avere un’idea ben precisa di gruppo, infatti, consentirà ai singoli giocatori di creare personaggi con maggiori punti in comune, dunque personaggi che avranno maggiori motivi per collaborare durante la campagna e di seguire con interesse le stesse avventure. Questo non significa che i personaggi dovranno essere tutti uguali, con lo stesso carattere e gli stessi obbiettivi: semplicemente, focalizzare il gruppo su un medesimo ambito aiuterà i personaggi ad avere una base comune su cui creare legami più forti, rispetto a una vaga aspirazione all’Avventura. E un gruppo di PG con legami più forti consentirà ai giocatori di giocare in maniera più affiatata. Ovviamente, concordare su una tipologia di gruppo può non bastare a questo scopo, ma è già un’ottima base di partenza. Per aumentare le probabilità di affiatamento, consiglio ai giocatori di collaborare assieme addirittura per quel che riguarda la costruzione dei singoli personaggi, scambiandosi idee e suggerimenti, in modo da arrivare a progettare il gruppo come un personaggio ulteriore. Un personaggio di tutti i giocatori. IL GRUPPO COME UN PERSONAGGIO AGGIUNTIVO Naturalmente, un personaggio deve sempre essere costruito in modo da divertire colui che lo interpreta. Il PG, dopotutto, è il mezzo attraverso il quale i giocatori interagiscono con il gioco. Se un giocatore non si trova in sintonia con il suo personaggio, difficilmente riuscirà a divertirsi. Il Gdr, tuttavia, è un passatempo collettivo e le idee di ogni singolo partecipante al gioco devono per forza confrontarsi con quelle degli altri. Non serve a nulla arrivare al tavolo con in mente un Background super-complesso per il proprio personaggio o con un’Avventura perfetta per un romanzo, se poi queste idee mal si combinano con quelle portate al tavolo dagli altri. Visto che il Gdr è un gioco collettivo, il modo migliore per far funzionare le cose è prendere le decisioni collettivamente, rispettando il più possibile i gusti di tutti. Su più cose i partecipanti al gioco concorderanno, più semplice sarà la loro vita durante la campagna, perché un gruppo unito è un gruppo che consentirà a tutti i giocatori di ottenere occasioni di gioco senza scontrarsi con le idee degli altri. Un metodo utile per riuscire a creare affiatamento durante la campagna è progettare il gruppo stesso come se fosse un personaggio, studiando tutti assieme la sua identità, il suo background, i suoi obbiettivi, i ruoli dei singoli personaggi e magari anche i personaggi stessi. Durante questa fase di progettazione tutti i giocatori dovrebbero essere costruttivi e ricordarsi che non vale la pena giocare a un Gdr se non ci si diverte (pertanto collaborate per cercare tutti una giusta soddisfazione, anche accettando qualche compromesso, ma senza provare a forzarvi l’un l’altro; come scritto più su, un personaggio deve permettere al giocatore di divertirsi). Costruire il gruppo come se fosse un personaggio consente di ottenere in particolare tre cose importanti: tutta una serie di informazioni preziose su cui creare forti legami tra tutti i personaggi, individuare fin da subito l’apporto che un personaggio può dare agli interessi del suo gruppo e fornire al DM maggiori spunti attraverso cui creare Avventure meglio focalizzate sulle necessità dei PG (dunque dei giocatori). Ma come progettare un gruppo? Innanzitutto, come verrà mostrato di seguito, decidete il tipo di gruppo che volete creare. A questo punto, decidete tutti assieme la sua identità, la sua storia e i suoi scopi: definire questo tipo di informazioni vi aiuterà ad agire assieme in gioco come una vera e propria squadra. Per molti giocatori addirittura appare divertente l’idea di dare un nome e un motto al proprio gruppo, informazioni che aiutano a creare un legame più forte con lo stesso. Sentire parlare di un gruppo composto da Frodo, Sam, Peregrino, Merry, Gandalf, Legolas, Aragorn, Gimli e Boromir dice poco, mentre fa più effetto sentir parlare della Compagnia dell’Anello. Decidere che i propri personaggi appartengono alla compagnia di mercenari nota come i Vendicatori di Aloran, città distrutta dall’esercito del malvagio regno di Tameria e che i personaggi hanno deciso di vendicare, non solo consentirà ai PG di avere motivazioni comuni durante la campagna, ma aiuterà a far sentire i giocatori stessi come parte di una squadra con interessi comuni e a farli sentire maggiormente coinvolti negli avvenimenti del gioco. Fissata l’identità, il passato e gli scopi della squadra, può essere ulteriormente utile collaborare per decidere quali personaggi effettivamente comporranno il gruppo. Qui è importante consentire a ogni giocatore di poter ottenere un PG che rispecchi i suoi interessi. Aver fissato, però, già alcune informazioni comuni sul gruppo aiuterà ogni giocatore a creare PG maggiormente costruttivi e coerenti con le necessità tanto del gruppo, quanto della campagna. Nonostante sia importante lasciare a ogni giocatore almeno una certa autonomia nella creazione del suo PG, può essere estremamente utile riflettere assieme sulla scelta dei PG stessi, tanto per quel che riguarda le regole, quanto per quel che riguarda le informazioni personali (Background, scopi, personalità, ecc.). Collaborare su questi aspetti non solo aiuterà i giocatori a creare PG che non si complichino la vita a vicenda (evitando quelli con personalità troppo in conflitto fra loro, scegliendo magari storie comuni che aiutino a rafforzare il legame fra i PG o evitando di creare PG troppo identici fra loro), ma permetterà loro di fornirsi consigli e aiuto a vicenda. Il DM, dal canto suo, può fornire pure lui ottimi consigli ai giocatori, potendo osservare i personaggi da una maggiore distanza, ma, venendo coinvolto nella progettazione del gruppo, avrà anche maggiori informazioni per creare Avventure che meglio corrispondono alle cose che i giocatori vorrebbero giocare. Ovviamente, è importante che il DM non pretenda mai di avere un controllo rigido sulla creazione dei PG, lasciando piuttosto ai giocatori la libertà di ottenere personaggi che possano divertirli. Tuttavia, come appunto si sta cercando di consigliare in questo articolo, la collaborazione tra tutti i partecipanti al gioco rimane un’ottima occasione per riuscire ad avere una campagna che appassioni tutti. Insomma, non cercate di prevaricarvi, ma aiutatevi a vicenda. IL GRUPPO COME SPUNTO PER CREARE CAMPAGNE INTERESSANTI Come già anticipato, scegliere uno specifico tipo di gruppo può essere anche un’ottima opportunità per il DM di ottenere nuovi interessanti spunti per creare la campagna. Basandosi sulla collaborazione con i giocatori non solo egli aumenta la probabilità di creare qualcosa in grado di far sentire tutti maggiormente coinvolti, ma ottiene anche idee per dare alla campagna una direzione che magari non avrebbe mai preso in considerazione. Non è raro che, per cercare di creare qualcosa in grado di accontentare un po’ tutti senza impazzire troppo, spesso si scelga per la campagna uno stile un po’ stereotipato, magari prendendo spunto dai grandi classici del Fantasy, così da andare sul sicuro. Non è difficile, però, che lo stereotipo ben presto finisca con il far calare l’interesse dei giocatori verso la campagna, in quanto incomincia a essere vissuto come qualcosa di già visto, già provato. Questo non significa che il DM dovrebbe cercare di essere originale ad ogni costo, utilizzando il suo tempo e le sue energie per inventare per forza qualcosa di completamente nuovo. Semplicemente, la cosa importante da ricordare è che si gioca di ruolo per poter riuscire a divertirsi, il che significa che tutti i partecipanti al gioco in fondo vogliono avere l’opportunità di sentirsi coinvolti in una campagna che li appassioni e che li aiuti a svagarsi. A volte basta poco per ottenere idee entusiasmanti, anche solamente introducendo un tocco originale allo stereotipo. Per riuscire a creare campagne interessanti è innegabile che ci vogliono idee ed è per questo che il DM, piuttosto che scervellarsi da solo nel poco tempo a sua disposizione, dovrebbe considerare i suoi giocatori come una opportunità d’ispirazione. Integrare le idee dei giocatori nella campagna non solo contribuisce a far sentire tutti più affiatati, ma consente al DM di ridurre di molto la mole del suo lavoro creativo. In particolare, accordarsi fin da subito con i giocatori riguardo al tipo di gruppo che questi vorrebbero provare a giocare, può avere l’opportunità di ottenere spunti per campagne e avventure meglio focalizzate sui gusti di tutti e, magari, addirittura dal sapore nuovo e originale. Sapere che il proprio gruppo, ad esempio, sarà composto da Cacciatori di Mostri può consentire al DM di progettare Avventure che aiutino ad approfondire specificatamente dello studio, dell’inseguimento e della cattura (o uccisione) dei mostri. La scelta di una campagna focalizzata su un tema specifico come questo, può aiutare a farsi le giuste domande: Perché i PG cacciano i mostri? Perché la gente teme i mostri, tanto da pagare dei cacciatori professionisti per eliminarli? Da dove originano i mostri e perché hanno iniziato ad affliggere il mondo con la loro presenza? Questi ultimi sono tutti malvagi? La caccia ai mostri è anche paura del diverso e dello sconosciuto? Quali informazioni sui mostri sono vere e quali solo frutto della superstizione? I personaggi cosa devono imparare dei vari mostri per riuscire ad eliminarli o a catturarli? Come si può notare, già il solo fatto di avere a disposizione una informazione precisa quale la tipologia del gruppo dei PG può aiutare a riflettere più approfonditamente su tematiche che in campagne generiche magari sarebbero state solo abbozzate. STILI DI CAMPAGNA Prima di iniziare con la lista delle tipologie di gruppi, credo sia importante fermarsi un attimo a descrivere alcuni stili generali di campagna che secondo me vale la pena prendere in considerazione. Le campagne incentrate su alcuni particolari tipi di gruppi, infatti, possono ottenere maggiore risalto dall’utilizzo di uno stile di campagna piuttosto che un altro. Grazie ai miti e alle leggende classiche e, poi, alla fama di romanzi come Conan il Barbaro e il Signore degli Anelli, nel genere Fantasy si è imposto come modello fondamentale la storia incentrata sul tema del viaggio degli eroi: i protagonisti, per motivi che possono essere tra i più vari (i più comuni sono il fato avverso o la necessità di assolvere un compito importantissimo), si trovano a dover viaggiare da un luogo all’altro dove prenderanno parte ad avventure straordinarie, fino a quando avranno l’opportunità di raggiungere la loro meta, luogo in cui risolveranno anche il loro obbiettivo fondamentale. Questo tipo di modello è inevitabilmente diventato quello principalmente utilizzato per ideare le campagne di molti Gdr Fantasy, tra cui in particolare D&D. E’ importante sapere, tuttavia, che questo stile non è necessariamente l’unico che DM e giocatori possono utilizzare. Anzi, ne esistono almeno altri due, che possono essere usati per creare campagne dal sapore differente. Le campagne di D&D o di Pathfinder non devono obbligatoriamente riguardare un viaggio o una serie di viaggi. Al contrario, certi tipi di storie e di eventi possono essere più facilmente sperimentati se si sceglie uno stile differente. A volte le vicende in cui sono coinvolti i personaggi non richiedono che questi si spostino da un luogo all’altro, ma piuttosto che essi abbiano l’opportunità di rimanere sempre fermi nello stesso luogo, così da poter continuare ad avere a che fare con le persone, le organizzazioni e le risorse presenti sul posto. Quella che segue non è necessariamente una lista definitiva di stili di campagna, ma è un breve elenco di quelli che mi sembrano essere i più comuni. Sentitevi liberi di aggiungerne alla lista degli altri. Quando progetterete la vostra campagna, dopo aver deciso coi vostri giocatori la tipologia del gruppo di PG, prendete in considerazione l’idea di usare uno stile di campagna differente, a seconda del tipo di situazioni e di atmosfere che desiderate sperimentare. Un diverso stile vi consentirà, infatti, di focalizzare la campagna su aspetti diversi. Campagna basata sul viaggio: è, come già descritto più in alto, lo stile più tradizionale delle campagne Fantasy. Prevede che i personaggi si spostino in continuazione, spinti dai loro obbiettivi o dallo svolgersi degli eventi. Attraverso il viaggio, i personaggi avranno l’opportunità di scoprire nuovi luoghi, conoscere nuove genti, entrare in contatto con nuove meraviglie e di imbarcarsi in nuove strabilianti avventure. Il viaggio è, dunque, l’occasione per esplorare posti nuovi, apprendere nuove cose e migliorare sé stessi, oltre che il mezzo per raggiungere i propri obbiettivi. In questo tipo di campagne, infatti, è solo viaggiando che ci si avvicina alla meta, tradizionalmente agli inizi molto lontana. Poiché la campagna si basa sul viaggio, il DM avrà la necessità di creare un intero mondo o, quantomeno, una grande regione (tipicamente almeno un regno o un continente) che i giocatori dovranno avere l’opportunità di esplorare e scoprire attraverso i propri personaggi. Il viaggio, tuttavia, non necessariamente deve essere fisico, ma può anche essere metafisico: l’esplorazione di luoghi ultraterreni o di differenti piani d’esistenza rispetto a quello materiale. Il viaggio può anche essere il superamento del confine conosciuto e l’esplorazione dell’ignoto, con il rischio di non poter più tornare indietro: ad esempio, tentare di mappare un continente mai visitato prima da alcuno, oppure tentare di scoprire che cosa si trova oltre a un portale che conduce nel Reame Remoto (Far Realm). Campagna regionale: le campagne che utilizzano questo stile sono ambientate per tutto il tempo in un’area decisamente circoscritta del mondo immaginario: ad esempio, una città, una provincia, una piccola regione o un gruppo di isole. Esiste un mondo al di là dei confini di quell’area, ma ciò che accade in quei luoghi non è e non sarà di alcun interesse per i personaggi, considerato che il fulcro dei loro obbiettivi e delle loro passioni sarà proprio quella specifica regione. Un esempio di storia regionale è quella di Robin Hood, le cui attività e vicissitudini sono totalmente legate alla regione dove sorgono la Foresta di Sherwood e la città di Nothingam. In una campagna regionale tutte le Avventure vissute dai personaggi sono legate a quello specifico luogo e hanno tutte un significato importante per quest’ultimo. I personaggi stessi avranno un profondo legame con il luogo e agiranno per cercare di intervenire in qualche modo nei suoi riguardi, ad esempio proteggerlo, liberarlo, conquistarlo, acquisirne il controllo commerciale, ecc. Proprio per il fatto che l’intera campagna sarà ambientata sempre nello stessa zona, i PNG e i posti presenti al suo interno acquisiranno tutti una importanza maggiore, tanto da consentire al DM di costruirli e usarli in maniera più approfondita, mentre ai giocatori di creare con essi legami più forti e magari anche più coinvolgenti. Campagna incentrata sulle Fazioni/Organizzazioni: utilizzabile in combinazione con gli stili di campagna descritti precedentemente, la campagna basata sul viaggio e la campagna regionale, questo stile focalizza la sua attenzione sulla presenza nel mondo di Fazioni e di Organizzazioni. Fazioni e Organizzazioni sono gruppi di persone che hanno uno scopo comune e che hanno acquistato (o tentano di acquistare) un certo peso all’interno della società. Le Fazioni/Organizzazioni possono essere di vario tipo e possedere numerose caratteristiche differenti: possono essere laiche o religiose, segrete o pubbliche, dedite a interessi di parte o ad attività altruistiche, essere parte delle stesse istituzioni che governano un territorio oppure essere totalmente autonome e indipendenti, e avere una struttura interna di varia natura (associazioni, fratellanze/sorellanze, corporazioni/gilde, ordini religiosi, sette, fazioni politiche, Case nobiliari, ecc.). In un campagna incentrata sulle Fazioni/Organizzazioni i personaggi possono far parte di una Fazione/Organizzazione specifica o non appartenere a nessuna, ma piuttosto avere l’interesse o la necessità di interagire con queste ultime in qualche modo. In ogni caso, in questo tipo di campagne le Fazioni/Organizzazioni influenzano in maniera importante gli eventi della campagna, tanto che le avventure avranno in genere sempre a che fare con esse o con gli eventi provocati da queste ultime. I personaggi avranno il compito di decidere come rapportarsi con le varie Fazioni/Organizzazioni, come proteggersi da loro, come influenzarle, come ostacolarle e, più in generale, decidere come reagire ai piani di queste ultime. Se esistono Fazioni/Organizzazioni, inoltre, è molto probabile che almeno alcune di esse saranno in concorrenza fra loro, mentre altre sceglieranno di allearsi tra loro per combattere contro nemici comuni. La lotta tra Fazioni/Organizzazioni può essere un aspetto molto importante di questo tipo di campagne, evento all’interno del quale i PG dovranno decidere che posizione prendere. Le Fazioni/Organizzazioni, inoltre, possono essere anche una straordinaria risorsa, un mezzo per ottenere successo e potere, o per consentire ai personaggi di conseguire i loro obbiettivi. Dall’altra parte, anche le varie Fazioni/Organizzazioni potrebbero avere scelto uno scopo o un destino per i personaggi, e aver deciso di provare con ogni loro sforzo a utilizzare questi ultimi come pedine nei propri piani. Un esempio di storia basata sulla presenza di Fazioni/Organizzazioni è quella della serie di romanzi “Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” (o della serie tv “Il Trono di Spade”), incentrata sulla lotta delle oramai celebri Case Nobiliari (Stark, Lannister, Targarien, Baratheon, ecc.) e sulla presenza di numerose altre Fazioni/Organizzazioni, come l’Ordine dei Maestri della Cittadella, la Chiesa dei 7 Dei, la Chiesa di R’Hllor, la gilda degli Uomini Senza Volto, i Guardiani della Notte, ecc. TIPI DI GRUPPI La creazione di un gruppo può essere una straordinaria occasione per chi gioca di ruolo, perché a seconda del gruppo è possibile dare alla propria campagna una direzione diversa. Qui di seguito vi farò una serie di esempi di tipi di gruppo, dando per ognuno di essi consigli su come utilizzarli per dare forma a una campagna particolare. Questa lista di esempi non è pensata per essere esauriente e i consigli che fornirò per ogni tipologia di gruppo hanno il semplice intento di fornirvi qualche spunto. Sentitevi liberi di aggiungere nuove tipologie di gruppi all’elenco e di provare nuove idee in combinazione dei tipi di gruppo da me qui descritti. Vi basterà riflettere sul tipo di gruppo che vi piacerebbe creare e, quindi, chiedervi quali avventure interesserebbero davvero a simili personaggi. Inoltre, sentitevi liberi di mischiare fra loro i suggerimenti riguardanti tipi di gruppi che possiedono caratteristiche e tematiche in comune: non c’è nulla di male, ad esempio, a combinare fra loro gli spunti adatti ai Criminali e ai Politicanti, ad esempio, se i personaggi che compongono il gruppo hanno a che fare con entrambi i gruppi. Consiglio, piuttosto, di non farsi ingannare dai nomi dei gruppi descritti qui di seguito: nessuno di essi è stato scelto con in mente un solo tipo di Classe. Qualunque PG può appartenere tranquillamente a ognuno di questi gruppi, garantendo con le sue particolari abilità un vantaggio alle attività del gruppo stesso. I criminali non devono essere per forza Ladri, così come i soldati non devono per forza essere Guerrieri, i predicatori per forza Chierici o gli indagatori dell’ignoto per forza Maghi o Warlock. Avvicinatevi in maniera creativa alla scelta e all’uso delle varie Classi, provando a riflettere sul modo in cui ognuna di esse può contribuire al gruppo scelto. ARTISTI e ARTIGIANI Se ci sono persone che nella storia hanno spesso girato il mondo, esponendo loro stesse a ogni genere di avventura, questi sono gli artisti: cantastorie che viaggiano di villaggio in villaggio a narrare le glorie di un tempo passato, bardi e scaldi che seguono gli eserciti per apprenderne le gesta o che cantano le azioni degli eroi presso le corti dei nobili, musici e poeti che allietano i palazzi nobiliari con le loro canzoni e che sono testimoni degli intrighi politici, attori e giocolieri che viaggiano di continuo in cerca di un pubblico che consenta loro di sbarcare il lunario, muratori e scultori che viaggiano alla ricerca di un cantiere dove creare le loro straordinarie opere, fabbri e spadai rinomati per le loro armi straordinarie, ingegneri capaci di creare macchine tanto singolari da apparite quasi magiche, ecc. Nelle campagne tradizionali di D&D si è abituati all’idea di singoli personaggi legati al mondo dell’arte in gruppi composti da “eroi”, ma quando il gruppo intero è composto da artisti la campagna assume un sapore diverso. In una campagna incentrata su un gruppo di artisti l’arte stessa diventa protagonista. Si consiglia caldamente ai giocatori di riflettere bene sul tipo di arte praticata dai loro PG, così da aiutare il DM a creare Avventure più interessanti. E’ attraverso l’arte che gli artisti rappresentano il mondo che osservano ogni giorno e, dunque, a seconda della propria arte, i PG possono dare origine a o partecipare ad esperienze diverse. Innanzitutto, non diversamente da mercanti, criminali, soldati ed esploratori, anche gli artisti e gli artigiani viaggiando si trovavano esposti a ogni tipo di peripezie, tanto quelle pericolose, quanto quelle entusiasmanti. Nel frattempo, essi sono ovviamente coinvolti nelle varie attività richieste dalla loro professione artistica o artigianale, la quale può essere lei stessa l’origine di interessanti circostanze. Nel medioevo i cantastorie, i poeti, i bardi e gli scaldi non erano solo artisti, ma erano anche l’equivalente di ciò che noi oggi chiamiamo “giornalisti”: essi avevano tanto il compito di ricordare alla gente il passato, quanto annotare gli eventi del presente, così da poter tramandarli alle generazioni future: un gruppo di simili personaggi avrebbe l’opportunità di registrare importanti avvenimenti attraverso le proprie opere, di diffondere la conoscenza di certi eventi in territori lontani (eventi che, magari, qualcuno vorrebbe tenere nascosti o che, in generale, potrebbero in qualche modo cambiare le sorti di una regione o, addirittura, del mondo intero), potrebbero essere la voce della tradizione, avere la capacità di mutare l’opinione della gente su un tema o una persona, e/o per via del contenuto delle loro opere venire coinvolti in situazioni pericolose. Per lungo tempo, invece, nella storia attori, cartomanti, giocolieri, acrobati e in generale i circensi, soprattutto se appartenenti a una compagnia di artisti nomadi, sono stati visti come personaggi tanto affascinanti, quanto loschi: capaci di attirare grande pubblico nei vari luoghi da loro visitati, non raramente erano tra i primi ad essere sospettati quando nei dintorni succedeva qualcosa di strano; in aggiunta, non di rado circhi, teatri e compagnie nomadi sono stati piccoli mondi a parte, con propri usi e costumi, e magari ricchi di grandi misteri e segreti. Molte categorie di artigiani, infine, furono per secoli associati alla magia: non solo, come accadde per praticamente qualunque attività nel medioevo, gli artigiani accostavano al loro lavoro numerosi riti propiziatori e usavano “formule” per creare gli oggetti, ma più in generale la società medievale riteneva che per poter lavorare certi materiali fosse necessario possedere una certa dose di potere magico. E’ per questo motivo che diverse categorie di artigiani, come i fabbri e i muratori, vennero per lungo tempo considerate in possesso del potere di piegare le forze della natura al proprio volere, ad esempio acquisendo la capacità magica di plasmare il metallo o quella di imporre alla pietra degli edifici di non cadere (non casualmente la famosa Massoneria è nata dalle antiche Corporazioni di Muratori). A prescindere che tali artigiani possedessero o meno simili poteri, in un mondo in cui rari erano i Maestri in grado di conoscere l’arte di progettare cose o edifici, non era insolito che muratori, carpentieri, vetrai, fabbri, scultori, ecc. girassero il mondo ricevendo, grazie al loro prestigio, incarichi per la realizzazione di opere, od offrissero i loro servigi nei vari luoghi di passaggio per potersi sostentare. Una fonte d’ispirazione per una campagna incentrata su un gruppo di artigiani può essere i Pilastri della Terra di Ken Follet: quest’opera mostra come anche dalla semplice costruzione di una cattedrale possano nascere numerose occasioni d’Avventura. Una campagna incentrata su un gruppo di artisti e artigiani può, infatti, essere anche di tipo regionale se si crea il giusto presupposto (la costruzione di una cattedrale o di un castello, il lavorare presso una corte importante, ecc.), anche se forse per questo tipo di gruppo le vicende più interessanti è più facile presentarle in una campagna incentrata sul viaggio. A prescindere dalla decisione di creare una campagna basata sul viaggio o regionale, comunque, numerose possono essere le occasioni per creare eventi interessanti in cui artisti e artigiani possono avere la loro particolare ragione di esistere: tornei, competizioni, spettacoli teatrali, lotte politiche tra le corporazioni di artigiani, avvenimenti straordinari che si desidera immortalare attraverso la propria arte, ecc.. Organizzazioni e Fazioni, infine, possono avere un grande peso in una campagna incentrata su artisti e artigiani: Compagnie di Artisti possono essere il lotta fra loro per la vittoria di un ambito premio in un torneo, oppure avere antiche rivalità dovute ad ex membri o a vicende passate; Corporazioni o Gilde di Artigiani possono essere in feroce concorrenza per il controllo sulle materie prime necessarie alla produzione dei loro oggetti, litigarsi le opportunità di lavoro all’interno di un territorio, allearsi fra loro per ottenere il monopolio sui prezzi (ostacolando gli altri artigiani) o cercare di rubarsi il potere politico all’interno di una città. BARBARI Il nome scelto per questa tipologia di gruppo non deve ingannare: non mi sto riferendo solamente a personaggi in possesso della Classe Barbaro, ma a tutti quelli che, indipendentemente dalla Classe da loro scelta, appartengono a una società barbarica e tribale: sciamani e sacerdoti, cacciatori, guerrieri della tribù, guerrieri sacri, guaritori, guide, ecc.. Una tribù è una comunità le cui persone hanno in comune la discendenza da uno stesso antenato (il quale, spesso, è una figura mitica, appartenente alle leggende della tribù), le stesse leggi e tradizioni, la stessa lingua e, in genere, lo stesso territorio (il luogo di abitazione, nel caso delle tribù stanziali, o la regione percorsa abitualmente, nel caso delle tribù nomadi). Quando più tribù sentono di possedere una origine comune esse si considerano un Popolo, anche se non raramente le culture tribali fanno coincidere l’idea di popolo con l’intera razza a cui appartengono (in questo caso, le genti che hanno scelto uno stile di vita più civilizzato vengono spesso percepite come persone che hanno perduto la memoria del loro passato, che hanno tradito le antiche tradizioni o, addirittura, come creature bizzarre che hanno imparato strani e folli costumi). Considerando che le tribù barbariche non possiedono e, quindi, non possono contare sugli avanzati strumenti a disposizione delle popolazioni più civilizzate, per sopravvivere esse di solito fanno grande affidamento sulla forza della comunità, sulla religione e sulle tradizioni. Proprio per la mancanza di certi strumenti, la loro vita è costantemente in balia delle potenti forze naturali, che vengono temute e rispettate nella forma di divinità e/o di spiriti. Allo stesso tempo, però, leggi e tradizioni utilizzate dalle tribù tendono ad essere regole molto pratiche, non solo cerimoniali, il cui scopo è consentire ai barbari di restare in vita in un mondo duro e selvaggio: quando le risorse sono poche e i pericoli innumerevoli, nulla va mai sprecato, nulla va sottovalutato, e tutto ciò che può salvare o minacciare la vita va rispettato. E’ per questo motivo che le popolazioni barbariche tendono ad avere valori profondamente diversi da quelli delle popolazioni civilizzate, ed è per questo che spesso ritengono assurde le leggi e i costumi utilizzati da queste ultime. Una campagna basata su un gruppo di barbari può essere, infatti, l’occasione per giocare il tema del conflitto tra terre selvagge e mondo urbano, tra tecnologia e metodi naturali, tra nuove leggi e antichi tradizioni. Le popolazioni barbariche spesso non utilizzano i costumi e le tecnologie possedute dalle popolazioni civilizzate, non capiscono o non credono ai valori considerati importanti da queste ultime. Tutto questo porta spesso i due mondi a vedersi con sospetto e, a volte, i due mondi a scontrarsi fra loro. Allo stesso tempo, un gruppo composto da barbari può essere l’occasione per esplorare in gioco credenze e costumi delle società tribali, attraverso le quali la campagna può ottenere una forma nuova rispetto alla tipica campagna di D&D o Pathfinder. Miti, leggende e informazioni storiche riguardanti popolazioni realmente esistite quali i Celti, i Vichinghi, le popolazioni germaniche del nord Europa, le popolazioni dell’africa, gli indios dell’America del Sud, gli Indiani dell’America del Nord, ecc. possono fornire grandi spunti per creare le popolazioni barbariche del vostro mondo immaginario. Allo stesso tempo, possono aiutare a fornire qualche idea anche serie tv come Vikings e Outsiders, oppure film come Balla coi Lupi o L’ultimo dei Mohicani. E’ possibile sperimentare molto sulla creazione delle popolazioni barbariche, anche se di norma possiedono quantomeno le seguenti caratteristiche: possono basarsi sulla Caccia e la Raccolta (ovvero, le loro comunità si concentrano principalmente sulla ricerca del cibo e tendono a combattere solo per salvare sé stesse o ciò che reputano prezioso), avere una Società Guerriera (molte delle risorse della comunità provengono da altri territori, che vengono depredati; contrariamente alle società basate puramente sulla caccia e sulla raccolta, queste popolazioni barbariche si basano fondamentalmente sulla guerra e, per questo, hanno la tendenza a espandere il loro territorio a danno delle comunità vicine) o essere un mix fra queste due soluzioni; possono, inoltre, essere tribù nomadi (si spostano continuamente seguendo le stagioni per cercare il cibo dove è reperibile, oppure cercano costantemente nuovi bersagli da depredare) o tribù stanziali (le comunità praticano almeno un minimo di agricoltura e, quindi, hanno iniziato a sentire il bisogno di fermarsi in un preciso luogo, dove hanno costruito case e magari villaggi); non utilizzano la scrittura oppure quest’ultima è conosciuta solo da alcuni saggi, i quali le attribuiscono un valore magico/sacro (la parola è potere, motivo per cui si crede che scriverne o pronunciarne una equivalga a dare vita a ciò che quella parola rappresenta). Una campagna barbarica può, naturalmente essere incentrata sul viaggio. Anche tra le popolazioni barbariche possono nascere esigenze che spingono a compiere lunghi viaggi per assolvere a un prezioso compito, o che rappresentano prove da superare. Molte delle tematiche tipicamente usate nelle campagne di D&D possono essere riutilizzate in una campagna barbarica, con la sola differenza che tutto in questo caso avrà una forma maggiormente tribale. Un gruppo di barbari, in alternativa, può avere il compito di affrontare il pericoloso viaggio all’interno del mondo civilizzato, dove può trovarsi a doversi confrontare con il pregiudizio, con le tentazioni e con la difficoltà ad interpretare gli usi di mondo radicalmente diverso dal proprio. Una campagna barbarica può anche essere di tipo regionale e incentrata, ad esempio, sulla lotta di una specifica tribù per sopravvivere in un mondo selvaggio e pericoloso, sulla sua lotta per difendere il proprio territorio dall’invasione altrui oppure sul tentativo di una tribù guerriera di prendere il controllo dell’intera regione a danno delle altre popolazioni. Una campagna regionale può beneficiare in particolare dell’uso delle Fazioni per distinguere l’esistenza delle varie tribù presenti nella regione, le quali possono essere alleate o, soprattutto, nemiche di quella dei PG. Le Fazioni, inoltre, possono aiutare a rappresentare i vari clan famigliari interne alla tribù dei PG, consentendo di introdurre in gioco anche una rivalità interna a quest’ultima. Clan famigliari differenti, inoltre, possono consentire di creare una società in cui ogni singola famiglia della tribù possiede una propria storia e proprie capacità particolari, che le distinguono dalle altre (in questo caso, spunto interessante può essere il cartone animato Naruto, anche se una tribù non deve necessariamente possedere dei clan familiari così particolari e sovrannaturali). CACCIATORI DI MOSTRI Quando la popolazione si sente minacciata dalle creature che si aggirano nei pressi delle proprie case, cerca dei professionisti che la aiutino a eliminare la fonte della sua paura. A volte è solo il timore verso ciò che è sconosciuto o incomprensibile a spingere la gente a chiedere soccorso, ma in alcuni casi l’emergenza è dovuta alla reale presenza di creature mostruose che minacciano concretamente la pace e la sopravvivenza delle persone. Molti mercenari vengono assunti per risolvere simili problemi, ma nessuno di essi può contare sulle abilità, sulle conoscenze e sull’esperienza di una squadra di Cacciatori di Mostri. Questi ultimi, infatti, hanno scelto di dedicare la vita alla caccia, alla catalogazione, alla cattura ed eventualmente all’uccisione dei mostri che circolano per il mondo. Alcuni di essi cacciano per denaro, interessati a mettersi sulle tracce di qualunque mostro per la cui cattura o uccisione vengono pagati; altri lo fanno per sport, desiderosi di mettersi alla prova con sfide sempre maggiori; altri ancora lo fanno per la conoscenza, desiderosi di apprendere il più possibile sulle creature innaturali e misteriose che popolano la terra; altri ancora, infine, praticano questa attività per necessità personali, allo scopo di debellare il mondo dalle mostruosità che hanno stravolto le loro vite, oltre che quelle di molti altri. A prescindere dalle loro specifiche motivazioni, ci sono poche persone al mondo che arrivano a conoscere i mostri meglio di loro. Questo, ovviamente, quando arrivano a conoscere tutto ciò che c’è da sapere sulle creature da loro cacciate… Il vero divertimento della caccia ai mostri, infatti, è legato al mistero che questi ultimi rappresentano. Certo, un Cacciatore professionista che si rispetti inevitabilmente presto dovrà risultare più esperto di altri in materia, ma sapere fin da subito già tutto sui mostri rende tutto meno appassionante. Ciò che realmente differenzia, almeno agli inizi, un Cacciatore di Mostri da una persona comune, è semplicemente il fatto che il Cacciatore di Mostri ha il coraggio e la curiosità di inseguire ciò che è inspiegabile, sconosciuto, terrificante e pericoloso. Essere Cacciatori di Mostri non da e non deve dare accesso subito a tutte le vere informazioni sulle creature innaturali che si aggirano nel mondo immaginario: la verità sarà qualcosa che i PG dovranno imparare col tempo, man mano che affronteranno le cacce durante la campagna. Per questo motivo, DM, vi consiglio di introdurre sempre una certa dose di mistero riguardo alle creature inseguite dai PG. I mostri sono tali perché sono sovrannaturali e straordinari, dunque sconosciuti ed esotici: se i PG (dunque i giocatori) sanno tutto fin da subito sui mostri, questi diventano creature ordinarie, prevedibili e, quindi, noiose. Alla fine la caccia si tramuterebbe solo nella monotona attività “Prendi l’incarico, trova il mostro, catturalo ed eliminalo”. Al contrario, tutta l’esperienza acquista un sapore del tutto diverso se ogni caccia diventa l’occasione di nuove straordinarie storie, scoperte e avventure. Quando si tratta dei mostri che i PG dovranno cacciare, anche nel caso di quelli più comuni, preparatevi la loro origine, la loro natura e il perché stanno agendo in un determinato modo, e fate in modo che i vostri giocatori rimangano sorpresi e intrigati da queste informazioni man mano che ne verranno a conoscenza. Una campagna incentrata sulla caccia ai mostri può anche essere l’occasione per rivedere la presentazione e la natura dei tipici mostri usati in D&D: non è infatti detto che i mostri incontrati dai PG nella vostra campagna debbano essere per forza esattamente identici a quelli descritti nel Manuale dei Mostri, né che le conoscenze diffuse nel mondo su quelle creature debbano essere tutte corrette e vere. Superstizione, fraintendimenti, luoghi comuni e fantasie che si sostituiscono alla realtà possono aver contribuito a far circolare informazioni false sui mostri, difficili da distinguere dalla verità. Compito dei Cacciatori, dunque, sarà anche effettuare ricerche sul campo, così da riuscire a distinguere cosa è vero e da cosa è falso. Solo scontrandosi effettivamente con i mostri e registrando l’esperienza vissuta sul campo, essi diventeranno gli esperti cacciatori che sanno sui mostri più di tutti gli altri. La Caccia può diventare, così, non solo l’occasione per farsi intrigare dal mistero, ma anche quella di consentire ai PG di creare i propri cataloghi sui mostri, dove potranno segnare informazioni sulla loro natura, sulla loro origine, sulle loro debolezze, sulle tattiche utili per catturarli, ecc. Non necessariamente tutte queste informazioni possono essere apprese dai PG in una volta sola: spesso, infatti, per scoprire la vera natura di un mostro ci vuole del tempo, eseguendo più cacce e studiando più approfonditamente le creature cacciate. Come già precisato, questo tipo di campagna può anche essere l’occasione per il DM di modificare i mostri descritti sui manuali e di sorprendere i giocatori con idee nuove, modificandone la natura, la storia, l’origine, gli scopi e/o l’aspetto. In alternativa, le creature classiche possono essere inserite in contesti o situazioni misteriose o per loro insolite, così da modificare le carte in tavola. La caccia al mostri, in ogni caso, diventa più emozionante se non si basa solo sulla individuazione e sulla eliminazione di una creatura, ma anche su una indagine riguardante la natura del mostro stesso. Spunti per una campagna di Cacciatori di Mostri possono essere film come IT, Dragonheart, Il patto dei lupi (un esempio di storia nella quale il mostro non è esattamente quello che si credeva), oppure serie tv come Grimm, Penny Dreadfull e Stranger Things. La caccia al mostro, infine, può anche essere l’occasione per esplorare il tema del confronto con ciò che ci spaventa, con il diverso, con l’innaturale. Non necessariamente tutti i mostri sono creature malvagie, orribili e distruttive. Alcune creature, per quanto orribili d’aspetto o aliene nei tratti, potrebbero essere innocue, pacifiche, addirittura altruiste, o magari semplicemente interessate a starsene per conto proprio. Cosa faranno in questo caso i PG? Cattureranno o elimineranno il “mostro” indipendentemente dalla sua effettiva pericolosità? Denaro, paura, sete di sangue, vanagloria o interesse scientifico verranno prima della pace e del rispetto? E quali saranno le conseguenze delle scelte compiute dai PG? Come reagirà un mostro minacciato o come si comporteranno le genti che non si sentono protette dai PG? Se, invece, i PG diffondessero la conoscenza di un mostro nuovo, quali conseguenze provocherebbe questa nuova informazione? La questione morale può essere un tema importante nelle campagne legate a questo tipo di gruppi: i PG potrebbero sentire di dover riflettere attentamente sulle azioni da compiere nei confronti delle varie creature, trovandosi con il dover ricordare che la loro professione è quella dei Cacciatori e che il mondo intero li giudicherà in base a quanto efficienti saranno nel portare a termine il loro lavoro. Come si può immaginare una campagna incentrata sul viaggio può funzionare benissimo nel caso di un gruppo di Cacciatori di Mostri. Le Avventure possono riguardare i vari incarichi che i PG sceglieranno di accettare, approfittando del lavoro per eseguire qualche indagine. Al contrario, il viaggio può essere stato consapevolmente deciso dal gruppo di PG, desideroso di intraprendere una spedizione per la catalogazione, cattura e/o eliminazione dei mostri in circolazione. Il viaggio, allo stesso tempo, può anche essere l’occasione di una crociata personale contro una o più specie di mostri, i quali potrebbero aver provocato conseguenze gravi per i PG o per il mondo intorno a loro: la loro responsabilità professionale, in questo caso, potrebbe coincidere con le attività e le avventure che ho descritto nella sezione dedicata agli Eroi in Cerca di Gloria. Anche la campagna regionale può essere perfetta per un gruppo di Cacciatori di Mostri. In questo caso, invece di girare da un luogo all’altro alla ricerca dei vari mostri in circolazione, il gruppo sceglierà di rimanere fermo all’interno della stessa regione, decidendo di studiare e cacciare tutte le mostruosità che trovano al suo interno. Poiché i PG, in questo caso, avranno maggiori legami con il luogo scelto per la campagna, la caccia diventerà certamente una questione più personale, a prescindere che nel proprio passato i PG abbiano o meno subito tragedie causate da qualche creatura. In questo tipo di campagna, infatti, i PG otterrebbero il ruolo di una sorta di guardiani della regione, impegnati a proteggere quest’ultima dalla presenza di eventuali creature pericolose o misteriose. I personaggi potrebbero avere ricevuto l’incarico di guardiani in via ufficiale da qualche autorità locale, oppure essere un gruppo di persone interessate che privatamente ha scelto di agire, per non rimanere indifferenti a ciò che avviene nella propria terra. Una campagna incentrata su un gruppo di Cacciatori di Mostri, infine, può decisamente avvantaggiarsi della presenza di Fazioni e Organizzazioni. Prendendo spunto dal Gdr della White Wolf “Hunter: the Vigil”, in particolare, non è difficile immaginarsi la presenza di numerosi gruppi organizzati di Cacciatori, pronti a sostenersi nella caccia al nemico comune o a litigarsi i trofei ricavati dalle prede: dai piccoli gruppi di Cacciatori resi celebri dal proprio nome di battaglia (con pochi mezzi, ma con tanto entusiasmo), ai gruppi regionali di media dimensione (fortemente collegati a interessi e identità locali), fino ai grossi gruppi internazionali (con a disposizione straordinari mezzi e tecnologie, ma spesso anche con obbiettivi e relazioni decisamente sospetti). CACCIATORI DI TESORI e PREDATORI DI TOMBE Questo gruppo è composto da personaggi interessati unicamente a scovare tesori perduti in antiche tombe, città dimenticate, sotterranei misteriosi e in rovine di civiltà remote. La caccia e il ritrovamento di grandi patrimoni della storia è l’unico vero motivo per cui questi personaggi hanno deciso di dedicarsi all’avventura. Alcuni di essi cercano i tesori perché possiedono un grande senso del valore storico-culturale di tali oggetti, motivo per cui cercano di recuperarli per restituirli ai legittimi proprietari ancora in vita o per celebrarli in qualche collezione messa a disposizione del mondo intero; altri, invece, pensano solo al guadagno che possono ottenere dalla vendita di simili preziosi e/o esotici monili; altri ancora, invece, sono spinti alla ricerca di un oggetto in particolare, una reliquia tanto grandiosa da valere la fatica di una intera vita. Una campagna incentrata sulla caccia al tesoro può essere l’occasione sia per esplorare rovine e luoghi misteriosi di ogni tipo, sia per consentire ai giocatori di tirare le fila degli straordinari misteri che coinvolgono uno o a più oggetti perduti. In questo tipo di campagne Indiana Jones, e Tomb Taider, la serie TV Relic Hunter o la serie di videogiochi Uncharted possono fare da maestri, spingendo a creare Avventure infarcite di indagini per il ritrovamento di luoghi perduti, esplorazioni di dungeon misteriosi e pieni di trappole, lotta all’ultimo sangue contro nemici pericolosi (dai cacciatori di tesori concorrenti, ai mostri straordinari o addirittura mitici posti a guardia dei tesori), fino al ritrovamento di monili preziosissimi o dotati di strabilianti poteri. A seconda del gusto dei giocatori, la campagna può essere focalizzata su una delle 3 seguenti possibilità: l’esperienza dell’esplorazione del dungeon, l’azione dello scontro con i concorrenti o i nemici incontrati lungo la strada, oppure la ricerca di un mistero straordinario capace di dare vita a più di una Avventura. Nel primo caso, il DM può creare numerose Avventure collegate ogni volta a tesori differenti, i quali porteranno i PG ad esplorare dungeon sempre più particolari e interessanti, pieni di trappole, enigmi, sfide naturali, nemici particolari, e storie avvincenti. Nel secondo caso, invece, il DM, oltre a creare Avventure incentrate su un tesoro in particolare o su più tesori diversi da scoprire, può decidere di basare la campagna sulla lotta contro i concorrenti che provano a ritrovare i manufatti prima dei PG. Il terzo caso, invece, richiede che il DM costruisca una serie di Avventure incentrate su un unico manufatto o un unico gruppo di manufatti, la cui storia e il cui mistero dovranno essere in grado di coinvolgere tutto il gruppo di giocatori; sullo stile di quanto avviene nei film di Indiana Jones, ciò che i PG si troveranno a cercare sarà una reliquia o un gruppo di reliquie talmente uniche da rappresentare una leggenda (straordinarie storie si raccontano su questo tipo di manufatti, perduti secoli o eoni addietro, e il loro ritrovamento richiederà una complessa ricerca di indizi perduti nel tempo, cosa che porterà i PG a visitare luoghi diversi e magari anche pericolosi). Naturalmente, nulla vieta che una campagna riguardante un gruppo di Cacciatori di Tesori abbia avventure che appartengono a due o più dei 3 casi su descritti. Il modo più classico per giocare alla caccia al tesoro è attraverso una campagna incentrata sul viaggio: come mostrato dalla gran parte delle storie di questo genere, infatti, è attraverso il viaggio che i PG affronteranno numerose peripezie, grazie alle quali troveranno gli indizi utili a completare la loro ricerca e, quindi, a recuperare il tesoro. Anche se la cosa è più insolita, comunque, un gruppo di cacciatori di tesori può essere anche protagonista di una campagna regionale: in questo caso, invece di viaggiare da un luogo all’altro, i PG si dedicheranno alla ricerca di uno o più tesori nascosti da qualche parte nell’area in cui è ambientata la campagna. Una campagna regionale può essere l’occasione per legare la caccia al tesoro a eventi specifici del luogo in cui si trovano i PG, oppure quella per scoprire il lato nascosto di una regione che si credeva familiare (pensate, ad esempio, alla presenza di misteriosi dungeon nascosti sotto le fogne della città, un sinistro edificio costruito secoli addietro presso le fondamenta di quello che adesso è un tempio, un palazzo che presenta al suo interno un intero piano nascosto e normalmente inaccessibile, ecc.). Infine, la caccia al tesoro può trarre grande vantaggio anche dalla presenza di Fazioni/Organizzazioni a cui i PG potrebbero appartenere o che potrebbero tentare in ogni modo di ostacolare la loro ricerca (gruppi di cacciatori di tesori avversari, sette segrete, istituti di ricerca archeologica, ecc.). CRIMINALI Il gruppo è costituito da criminali di vario tipo, quali truffatori, topi d’appartamento, borseggiatori, trafficanti/contrabbandieri, tagliagole/teppisti, rapinatori, falsari, ricettatori, estorsori/usurai, briganti/razziatori/pirati e assassini su commissione. Le campagne incentrate su un simile gruppo non possono essere progettate come quelle riguardanti i tradizionali eroi di D&D: questi personaggi, infatti, non sono per nulla degli eroi e non hanno, in genere, alcun interesse a salvare il mondo, compiere gesta degne di essere cantate o cose simili. A meno che l’intento sia di creare un gruppo di criminali in cerca di redenzione (ma, a questo punto, si cadrebbe sempre e comunque nella campagna incentrata sugli eroi in cerca di gloria, descritta più in alto, solamente riguardante un gruppo di criminali desiderosi di cambiar vita), le campagne riguardanti questo tipo di gruppi dovranno essere progettate su basi completamente diverse. Le avventure, in particolare, dovranno piuttosto riguardare i veri interessi di simili personaggi: avere successo nelle proprie attività criminali, riuscire a conquistare il proprio posto ai vertici della società criminale, e/o riuscire a ottenere la supremazia in un settore criminale o in una specifica regione. Serie televisive come Leverage, White Collar, Breaking Bad e I Soprano possono fornirvi alcuni spunti nel caso di campagne più classicamente criminose. Per quanto riguarda, invece, banditi e pirati, utili spunti possono essere le serie tv Vikings e Black Sails, la storia di Robin Hood e, in generale, le storie di pirati e di fuorilegge del Vecchio West. Anche se di genere differente, anche la serie Firefly risulta un’ottima fonte d’ispirazione, in quanto mostra le peripezie di un gruppo di contrabbandieri e furfanti che, per quanto buoni, viaggiano costantemente alla ricerca del prossimo lavoro illegale che consenta loro di sbarcare il lunario. Una campagna incentrata su un gruppo di criminali può, difatti, essere basata sul viaggio: i PG si spostano da un luogo all’altro magari perché alla ricerca di nuovi bersagli da colpire per fare loschi guadagni, oppure per assicurarsi i prodotti necessari ai loro traffici illegali. Esempi di simili campagne possono essere: i PG creano appositamente emergenze e minacce, in modo da spacciarsi per eroi e aiutare le persone in cambio di un pagamento; i PG organizzano rapine o truffe in ogni luogo in cui si recano, e magari si spostano proprio perché hanno sentito parlare di un bottino o di “polli” particolarmente interessanti che si trovano in un certo luogo; i PG sono banditi nomadi o pirati che assaltano carovane/navi, città e territori per conquistare ricchi bottini; i PG si trovano a gestire importanti traffici di prodotti illegali e, viaggiando, devono assicurarsi di trovare la merce, trasportarla e venderla. Nelle campagne criminose basate sul viaggio il tema delle attività criminali andrà a mischiarsi con il genere dell’avventura, con i PG che si ritroveranno a dover superare le numerose peripezie collegate alle attività illecite da loro praticate. Quali difficoltà presenta il colpo che i PG vogliono portare a termine? Chi sono le persone o le organizzazioni da loro colpite? Quali saranno le conseguenze prodotte dalle loro attività illegali? Quali nemici si faranno e come reagiranno questi ultimi? Cosa succede se i PG falliscono un lavoro e come agiranno per fuggire dalle forze di polizia? Sarà sempre facile vendere il bottino o quest’ultimo potrebbe nascondere, a volte, un lato negativo? Come reagiscono gli altri criminali alle azioni dei PG? Gli alleati saranno sempre tali oppure qualcuno prima o poi tradirà? Ci sono criminali ancora più cattivi e balordi dei PG, che magari si metteranno sulla strada di questi ultimi? Una Campagna criminale basata sul viaggio richiede la presenza di disavventure, sfide e ostacoli che i PG dovranno affrontare e superare. Semplicemente non si tratta di quel tipo di sfide tipicamente poste di fronte ai PG eroici. Una campagna criminale, invece, può essere di tipo regionale: i PG rimangono all’interno di una specifica regione, la quale diventa il loro principale luogo di attività. Anche in questo tipo di campagne può valer la pena inserire una dosa di avventura e di peripezie, ma le campagne regionali tenderanno più a incentrarsi sulla capacità del gruppo di criminali di conquistare la propria posizione all’interno della regione. Il gruppo, infatti, in questo luogo avrà la sua base e sarà, dunque, fondamentale per loro assicurarsi che le loro attività proseguano degnamente nel tempo e, piuttosto, si evolvano, consentendo loro di fare sempre più soldi, di conquistare sempre più territorio, di scalare la gerarchia criminale della regione e di sopravvivere a coloro che desiderano abbatterli. Una campagna criminale di tipo regionale, quindi, tenderà ad avere le caratteristiche della creazione e della gestione di un impero criminale, oppure della creazione e della gestione di un dominio territoriale governato da criminali (ad esempio, nel caso di banditi e pirati). I PG potrebbero partire come un piccolo gruppo di criminali fra tanti. Il loro scopo, quel punto, sarà espandere le loro attività, eliminando la concorrenza, assicurandosi che le forze dell’ordine guardino da un altra parte o che non siano in grado di eliminarli, creando una rete di contatti/alleati e proteggendo i loro traffici. In questo tipo di campagna l’azione s’incentrerà su ciò che i PG dovranno fare per impedire che il loro sempre più grande impero crolli, andando magari a scoprire perché un carico di merci rubate non è arrivato al magazzino come previsto (la carovana è stata intercettata dai concorrenti? E’ stata, piuttosto, fermata dalle guardie cittadine? Il capo spedizione ha tradito e si è rubato il carico? E così via), andando a colpire le basi di un concorrente, andando in prima persona a compiere alcune specifiche attività criminose (ad esempio, organizzare e poi attuare un furto), ecc. Una campagna criminale può anche riguardare la presenza di Fazioni e Organizzazioni, nelle quali i PG mirano ad entrare o che sono loro concorrenti. Gilde di Ladri, Corporazioni di Mercanti, Case Nobiliari, ecc. possono avere grande interesse a lottare contro i PG o ad allearsi con loro per ottenere vantaggi comuni. EROI IN CERCA DI GLORIA I personaggi di questo gruppo sono accomunati dal desiderio di trovare la gloria grazie alle gesta da loro compiute. Per alcuni ciò che conta è ottenere fama nella vita terrena, potersi godere l’ammirazione e i favori ricevuti da coloro che hanno aiutato, o da coloro che li idolatrano per ciò che rappresentano; per altri, invece, conta di più il prestigio immortale, ovvero l’assicurarsi che, grazie alle azioni compiute, il loro nome venga ricordato per generazioni o che la loro anima abbia l’opportunità di ottenere un degno posto nell’aldilà. Indipendentemente dal loro fine, ciò che accomuna questo tipo di personaggi è il fatto che essi scelgono di dedicarsi a una vita di gesta eroiche e altruistiche. Le avventure adatte a loro, dunque, sono quelle che possono mettere in luce la loro grandezza, la loro positività e il loro valore, come il proteggere i deboli, assistere chi è in difficoltà, affrontare imprese in grado di dimostrare il loro coraggio e il loro valore, o sconfiggere coloro che minacciano la pace e la sicurezza delle genti del mondo. Anche se alcuni di questi eroi sono più interessati a loro stessi che alle persone che salvano, essi scelgono comunque di fare del bene, perché è facendo del bene che possono ottenere la gloria che cercano (e attraverso cui possono accedere ai guadagni personali che si aspettano). Un eroe smette di essere tale, dopotutto, se inizia a far sentire la gente ingannata, ignorata o, peggio ancora, vessata dalle stesse persone che un tempo glorificava. Nelle campagne di questo tipo, dunque, è importante presentare Avventure che consentano ai personaggi di potersi mettere in buona luce di fronte alle varie popolazioni incontrate. Allo stesso tempo, è importante anche far sentire in maniera concretamente tangibile il successo, la fama e l’onore conquistati man mano che gli eroi risolvono le loro missioni. La fama dei PG, ovviamente, sarà direttamente proporzionale alle loro gesta: se ottengono successo salirà; se, invece, falliranno o si comporteranno in maniera negativa, scenderà. Per rendere percepibile ai giocatori la fama dei loro PG, il DM può fare in modo che, nel tempo, questi ultimi si troveranno ad avere a che fare sempre più spesso con le voci riguardanti le loro gesta, con bardi che cantano le loro imprese e persone che li salutano con ammirazione quando li incontrano. All’inizio potrebbero non venire subito riconosciuti (se non da coloro che sono stati direttamente testimoni degli eventi), ma iniziare a sentir parlare delle imprese da loro compiute. Man mano che passa il tempo e che la loro fama cresce, invece, alimentata da numerose altre grandi azioni, il loro nome potrebbe iniziare a girare in luoghi sempre più lontani e la gente iniziare a riconoscerli. Nuove Avventure potrebbero essere offerte loro proprio grazie alla loro fama, e con l’aumentare di quest’ultima storie e soprannomi potrebbero iniziare a circolare tanto sul gruppo, quanto sui singoli personaggi, in base agli eventi effettivamente accaduti, al modo di comportarsi dei PG, ai loro tratti distintivi…e in base alla creatività di coloro che narrano le loro gesta. Una delle sfide con cui i personaggi si potrebbero trovare a confrontarsi, dopotutto, è quella riguardante il doversi misurare costantemente con l’immagine che gli altri inizieranno ad avere di loro. Il DM, ovviamente, non dovrà usare la fama dei PG come mezzo per irridere o per cercare di controllare le loro azioni, spingendo i giocatori a interpretare i PG in base alle aspettative del loro “pubblico”. Al contrario, la fama dei PG, che i giocatori devono meritarsi attraverso una attenta scelta delle azioni dei loro personaggi, deve essere utilizzata come mezzo per far sentire l’intero gruppo coinvolto e per farlo divertire. Questo tipo di gruppo è ottimamente inseribile non solo nelle campagne basate sul viaggio, ma anche nelle campagne regionali, come è ben dimostrato dalla storia di Robin Hood. La differenza sta nel fatto che, nelle campagne di tipo regionale, i personaggi tenteranno di conquistare pian piano la benevolenza del popolo di quella specifica regione. La presenza di fazioni e organizzazioni, invece, può contribuire a rendere ancora più interessante l’esperienza: non solo, infatti, i PG potrebbero tentare di ingraziarsi con le loro azioni fazioni diverse, ma queste ultime potrebbero essere anche al centro degli eventi disastrosi che i personaggi stessi sono chiamati a risolvere. ESPLORATORI e PIONIERI Fintanto che in un mondo non si sviluppano tecnologie abbastanza avanzate da consentire un facile viaggio sulle lunghe distanze, tenderanno sempre ad esistere luoghi sconosciuti o capaci di nascondere misteri antichi, a cui nessuno ha potuto ancora dare una risposta. L’epoca delle grandi esplorazioni della nostra storia e le numerose leggende sorte attorno ad alcuni luoghi mitici, sono una grande fonte d’ispirazione per le campagne incentrate su un gruppo di esploratori. Cristoforo Colombo partì per l’occidente senza avere la certezza assoluta di incontrare la terra e si trovò ad esplorare un mondo su cui praticamente alcun europeo aveva posato occhio fino ad allora. Per secoli molti esploratori, invece, ritennero che la mitica terra del Paradiso Terrestre (quello stesso luogo dal quale Dio stesso avrebbe – secondo il credo cristiano ed ebraico - scacciato Adamo ed Eva, dando inizio alla storia umana e alla nostra caduta dalla grazia) fosse da qualche parte nel nostro mondo fisico reale, più precisamente a Oriente delle terre conosciute. Lo stesso Colombo, credendo di poter raggiungere l’oriente viaggiando verso ovest, ritenne di esserci passato vicino, indicando la presenza del Paradiso Terrestre in un luogo all’incirca coincidente con quella che oggi sappiamo essere l’America del sud. Innumerevoli sono state, invece, le imprese organizzate per ritrovare mitici luoghi quali Atlantide, El Dorado, la città di Shangri-La e numerosi altri. Oltre i confini del mondo conosciuto esiste sempre il mistero, dal quale nasce un profondo desiderio di scoperta. Storie e leggende nascono dall’ignoto, a causa del spasmodico desiderio di riempire il vuoto e della necessità di tingere di esotico il nostro mondo. Fintanto che non scoprono la verità che si nasconde dietro al velo, gli esploratori sentono il bisogno di credere ad alcune di quelle leggende o, quantomeno, sentono il desiderio di provare se sono vere o false. Poter apparire al mondo come le persone che hanno provato l’esistenza della leggenda o, quantomeno, svelato il grande mistero, non ha prezzo. E anche se al di là di quei misteriosi confini non si nasconde il luogo mitico tanto cercato, di sicuro si avrà l’ebbrezza d’imbarcarsi nell’avventura della scoperta di un luogo esotico, oscuro, pieno di grandi potenzialità. La visita di un luogo ignoto, tuttavia, può anche nascondere terribili pericoli e segreti, minacce terrificanti che sarebbe stato meglio lasciare nascoste. Nessuno può dire che cosa si nasconde là dove nessuno è mai stato ed è proprio per questo che il viaggio di esplorazione è innegabilmente una grande avventura. In una campagna incentrata su un gruppo di esploratori, il tema centrale riguarda naturalmente il luogo da esplorare: può essere semplicemente una zona geografica sconosciuta, che i PG dovranno mappare e di cui dovranno scoprire natura, popolazioni e prodotti d’interesse; altrimenti, può trattarsi di un luogo di cui parlano le leggende e che sarà oggetto della ricerca dei PG, così da svelarne misteri e segreti. La campagna potrebbe incentrarsi, non su un solo luogo, ma su più luoghi legati ad Avventure differenti. Infine, la campagna potrebbe invece riguardare non l’esplorazione di un luogo del mondo materiale, ma addirittura il mondo ultraterreno o un diverso piano di esistenza. A prescindere dalla scelta fatta, la cosa fondamentale è mantenere l’alone di mistero sul posto da esplorare e lasciare che le sue caratteristiche si svelino un po’ per volta, man mano che i personaggi avanzeranno con l’esplorazione. I PG, dunque i giocatori, non devono possedere fin da subito le informazioni sul territorio che andranno ad esplorare, quantomeno non informazioni certe: garantire tutta una serie di miti, leggende, voci di corridoio e informazioni errate, aumenterà la sensazione di mistero e farà in modo che la campagna s’incentri sullo scoprire qual è la differenza fra verità e fantasia. A prescindere dalla vera realtà del luogo esplorato, tuttavia, le campagne di esplorazione dovrebbero essere sempre dense di pericoli e ostacoli, che mettano alla prova i PG e che trasmettano ai giocatori costantemente un senso di avventura, se non addirittura un senso di tensione (in quelle campagne dove si sceglie di focalizzare il gioco maggiormente sul pericolo dell’esplorazione, più che sulla scoperta di nuove meraviglie). In genere il tema dell’esplorazione funziona bene principalmente con le campagne basate sul viaggio, poiché è tramite il viaggio che si enfatizza meglio questo tipo di tema. Tuttavia, è possibile organizzare una campagna di tipo regionale sull’esplorazione, se si sceglie di creare una regione specifica piena di misteri. In questo caso, l’esplorazione non riguarderà più l’idea di oltrepassare i confini del mondo conosciuto, quanto quella di scoprire i misteri nascosti nei luoghi che già si conoscono. Molte storie, dopotutto, parlano di come, nascosto dietro alla facciata della nostra realtà ordinaria, esista un mondo misterioso, che merita di essere scoperto. I luoghi magici e nascosti dell’Inghilterra di Harry Potter ne sono un esempio, come lo sono tutte quelle storie che parlano di luoghi occulti, nascosti nelle profondità delle nostre fognature, nei sotterranei dei nostri monumenti, al di sotto dei nostri mari o negli anfratti oscuri delle nostre città. A prescindere che si scelga di far intraprendere ai PG un viaggio o meno, comunque, è anche possibile creare una campagna basata sul conflitto tra fazioni e organizzazioni, in lotta fra loro per conquistare il primato della scoperta di nuovi luoghi, per essere i primi a poter vantare diritto sul dominio di un nuovo luogo o per trovare il più veloce accesso per raggiungere un territorio ancora più lontano. A partire dall’età moderna, ad esempio, le varie Compagnie Commerciali dipendenti direttamente dalle monarchie, come le famose Compagnie delle Indie Orientali e Occidentali appartenenti alla corona inglese, furono protagoniste di vere e proprie guerre per la scoperta e il controllo commerciale di nuove aree del mondo. Più tardi, durante il 1800, diverse aziende ferroviarie si fecero spietata concorrenza per riuscire a conquistare il primato nella costruzione di ferrovie in grado di congiungere la costa est con la costa ovest degli USA, motivo per cui furono effettuate pericolose esplorazioni dell’entroterra americano alla ricerca della strada più vantaggiosa. In generale, l’esplorazione è una grande avventura, anche se non riguarda eroi desiderosi di salvare il mondo, ma magari solo uomini assetati di conoscenza, desiderosi di esplorare l’ignoto o bramosi di avere successo. INDAGATORI DELL’OCCULTO Il mondo può nascondere straordinari quanto terribili segreti, misteri celati nelle ombre della storia, intessuti nella trama stessa dell’universo, o protetti da entità od organizzazioni la cui esistenza è essa stessa un enigma oscuro. Forze ultraterrene, eventi impossibili, poteri sovrannaturali e orrori inimmaginabili si manifestano quotidianamente nella vita delle persone, anche se non sempre queste ultime si accorgono di ciò che avviene attorno a loro oppure rimangono talmente sconvolte dall’esperienza da preferire non porsi ulteriori domande. Anche quando il sovrannaturale è conosciuto da molti, ci sono avvenimenti talmente fuori dall’ordinario da far impazzire anche i più sani di mente oppure segreti tanto pericolosi da minacciare il mondo intero. Svelare l’arcano, quindi, diventa una sfida rischiosa: riuscire nell’impresa può consentire di apprendere cose straordinarie, ma il prezzo da pagare per la scoperta potrebbe essere anche molto alto. Gli Indagatori dell’Occulto, sono personaggi fortemente attratti da tutto ciò che è misterioso e sovrannaturale, tanto da dedicare addirittura la propria intera esistenza a questa particolare ricerca. Come gli Investigatori e gli Uomini di Legge essi hanno la passione per la risoluzione dei misteri ma, a differenza dei primi, si curano poco di attività criminose e omicidi, a meno che dietro ad essi si nasconda qualcosa di estremamente insolito. Similmente ai Cacciatori di Mostri, invece, la loro materia è la caccia al sovrannaturale ma, mentre i primi sono interessati unicamente alle strane creature che si aggirano nel mondo, gli Indagatori dell’Occulto sono attratti da ogni tipo di evento o fenomeno che si riveli fuori dall’ordinario (anche se non è raro che alcuni Indagatori scelgano di specializzarsi su un tipo specifico di sovrannaturale). Alcuni hanno come proprio obbiettivo semplicemente il riuscire a trovare una spiegazione a ciò che è incomprensibile, in modo da proteggersi dal pericolo rappresentato da quest’ultimo, da testare la propria forza e il proprio coraggio, o per pura sete di conoscenza (sia che si tratti del bisogno di ottenere una risposta ai propri dubbi, sia che si tratti del desiderio di scoprire qualcosa di più sui segreti dell’universo). Altri, invece, cercano il soprannaturale perché in realtà lo vogliono per loro stessi: collezionisti dell’occulto, incantatori bramosi di nuovo potere, sperimentatori temerari e studiosi senza scrupoli si dedicano quotidianamente alla ricerca del prodigioso per poter superare i confini imposti alle normali creature mortali. Anche se, certamente, non è raro trovare numerosi incantatori tra le fila degli Indagatori dell’Occulto, non bisogna credere che solo questi ultimi siano interessati a questo tipo di attività. Ogni tipo di persona, infatti, può avere un buon motivo per dedicarsi alla ricerca di ciò che è misterioso e fuori dall’ordinario. Una campagna costruita attorno a un gruppo di Indagatori dell’Ignoto può prendere forme differenti, a seconda di come si preferisce presentare il sovrannaturale. All’interno della campagna, infatti, quest’ultimo può avere un aspetto più oscuro, terrificante e sinistro (perfetto per i generi gotico e horror), più bizzarro e meraviglioso (perfetto per i generi fantasy e fiabesco), oppure più alieno e scientifico (perfetto per i generi fantascientifico e science fantasy). Fonti d’ispirazione possono essere rispettivamente: per i generi gotico e horror la serie tv Penny Dreadful, i racconti di H.P Lovecraft e la serie di videogiochi Silent Hill; per i generi fantasy e fiabesco, invece, il romanzo o la serie tv Jonathan Strange & Mr Norrel, la serie tv Haven, e film fantasy come Labyrinth o Il labirinto del Fauno; per il genere fantascientifico, infine, serie tv come Fringe, Lost, X-Files o Doctor Who. Una fonte d’ispirazione valida per tutti i generi, invece, è la serie televisiva Stranger Things. Indipendentemente dal sovrannaturale scelto, comunque, la cosa fondamentale in campagne di questo tipo è evitare di trattare quest’ultimo in maniera scontata. Una campagna incentrata sull’indagine dell’occulto, infatti, risulterà meno divertente se il mistero sottostante non sarà almeno un minimo sorprendente, affascinante e coinvolgente. In particolare se avete deciso di utilizzare un sovrannaturale molto classico, cercate di presentarlo in maniera stimolante e particolare, provando a introdurre elementi e avvenimenti che i giocatori non si aspettano. L’indagine del mistero è interessante, dopotutto, quando è in grado di sorprendere, quando non si ha idea di cosa possa realmente nascondere. Come già precisato nel caso dei mostri per le campagne incentrate su un gruppo di Cacciatori di Mostri, ciò non significa che dovrete essere originali ad ogni costo, ma solo che dovrete provare a escogitare misteri che siano in grado di divertire i vostri giocatori. Ricordatevi che, anche se avete tutti comunemente deciso che il gioco comprenderà una grande quantità di combattimenti, una campagna basata su un gruppo di Indagatori dell’Occulto avrà comunque bisogno d’incentrarsi su un sovrannaturale degno di essere scoperto, studiato, esplorato, conquistato ed eventualmente eliminato. Se i giocatori scelgono di creare un gruppo di Indagatori dell’Occulto, ciò significa che s’aspetteranno molto più di una serie d’incontri con le stra-note creature di D&D o la ricerca di qualche nuovo oggetto magico. Al contrario, si aspetteranno di trovarsi a indagare su eventi misteriosi, per i quali i loro PG dovranno trovare una spiegazione. Quando dovete progettare le avventure per questo tipo di campagna, dunque, chiedetevi quali misteri nasconde il vostro mondo immaginario, quali strani poteri sono all’opera al suo interno e/o quali strani avvenimenti potrebbero essere in grado di sconvolgere la vita della popolazione. I PG non parteciperanno a simili imprese tanto perché sono degli “eroi”, quanto piuttosto perché sono spinti da un profondo desiderio di scoprire ciò che è ignoto. Un gruppo di Indagatori dell’Occulto può trovarsi al centro di una campagna basata sul viaggio, con i PG impegnati a spostarsi da un luogo all’altro all’inseguimento dei misteri di cui hanno sentito parlare o di cui hanno trovato indizi. Una campagna di questo tipo potrebbe riguardare misteri completamente slegati fra loro, oppure connessi tutti assieme in un’unica tela che i PG avranno il compito di districare. L’origine degli eventi anomali potrebbe addirittura essere la stessa a prescindere dal luogo visitato, anche se questa verità potrebbe non essere fin da subito chiara ai PG. In alternativa, i personaggi potrebbero aver iniziato la campagna allo scopo di trovare risposta a un mistero in particolare, il quale li porterà a viaggiare: a questo punto, mentre essi indagano sul mistero principale, potrebbero decidere di dare una risposta agli strani avvenimenti che avvengono sul posto, indipendentemente che siano connessi o meno con il loro vero obbiettivo. Un gruppo di Indagatori dell’Occulto, invece, potrebbe essere protagonista di una campagna regionale: in questo caso valgono gli stessi consigli forniti più su, tranne per il fatto che ogni mistero sarà in genere sempre fortemente legato agli avvenimenti, alle persone e ai luoghi della regione in cui è ambientata la campagna. I PG, dunque, non viaggeranno nel mondo, ma avranno il compito, la responsabilità o l’interesse di scoprire cosa sta succedendo nella regione in cui abitano. Gli Indagatori dell’Occulto, infine, possono anche messi al centro di una campagna incentrata sulle Fazioni/Organizzazioni: sette segrete, culti oscuri, gruppi di Indagatori dell’Occulto avversari e organizzazioni con secondi fini o con legami nascosti con il mondo sovrannaturale possono essere le fazioni con cui i PG dovranno lottare o si dovranno alleare per risolvere i vari misteri. Le varie Fazioni/Organizzazioni potrebbero nascondere pezzi del puzzle, avere differenti e misteriosi obbiettivi, essere loro stessi all’origine di strani avvenimenti, oppure avere il comune interesse con i PG di fermare ciò che sta avvenendo. INVESTIGATORI, INQUISITORI, UOMINI DI LEGGE, CACCIATORI DI TAGLIE e VIGILANTI L’investigazione, il mistero e la caccia ai criminali possono avere un grande spazio all’interno di una campagna di D&D o di Pathfinder. I tipi di personaggio che danno il titolo a questo paragrafo hanno tutti in comune il desiderio di risolvere il crimine, semplicemente ognuno a proprio modo: gli Investigatori non lavorano necessariamente per le istituzione pubbliche, ma si dedicano alla risoluzione dei crimini per passione o per professione; gli Inquisitori, invece, indagano dei crimini ben precisi, quelli relativi alla violazione del credo religioso, in particolare dando la caccia ad eretici e ad adoratori delle forze del male; gli Uomini di Legge, categoria al cui interno rientrano guardie cittadine, sbirri, avvocati e giudici (tra cui possono essere inseriti i nobili, che possono giudicare coloro che vivono all’interno della loro feudo o del loro regno), perseguono i crimini in nome dell’autorità pubblica e hanno il compito di mantenere l’ordine all’interno del loro territorio; i Cacciatori di Taglie, invece, cacciano i criminali al solo scopo di fare soldi e, per questo, spesso non s’interessano tanto di ordine e giustizia, quanto della taglia posta sul ricercato; i Vigilanti, infine, vivono perseguendo gli ideali assoluti di ordine e giustizia, oppure giurando di difendere ad ogni costo il territorio a cui appartengono, e spesso per combattere il crimine non si fanno problemi ad agire essi stessi al di fuori della legge. Quando create il gruppo, il mio consiglio è di riflettere prima su quali indagatori del crimine volete che sia composto. Naturalmente è possibile creare un gruppo variegato, il che può aiutare a creare una campagna con diverse sfumature, ma scegliere personaggi appartenenti tutti alla stessa categoria può aiutare a focalizzare meglio la campagna su un’esperienza ben precisa. Un gruppo di investigatori può consentire di giocare una campagna più puramente incentrata sull’enigma costituito dal crimine, per il fato che essi non sono vincolati a un preciso tipo di stile d’indagine. Scegliere, invece, un gruppo di Uomini di Legge può permettere ugualmente di esplorare situazioni tipiche del genere Giallo, ma con la differenza che, in questo caso, gli indagatori del crimine saranno spinti ad agire secondo le regole e i costumi delle locali istituzioni pubbliche; si tratta, inoltre, di un’occasione per esplorare cosa significa appartenere a una istituzione giudiziaria (ad esempio le guardie cittadine o un corpo di polizia locale), con i suoi pregi e i suoi difetti (corruzione, lassismo, limiti delle leggi locali, ecc..). Un gruppo di Inquisitori, invece, può consentire di esplorare più da vicino il tema del processo religioso, della lotta contro le forze del male, ma anche il tema della condanna per eresia di chiunque non la pensi come il tempio o la chiesa dominanti (e i PG come si comporteranno di fronte al libero pensiero o rispetto agli ordini ricevuti dai superiori?). Un gruppo di Cacciatori di Taglie, invece, concede l’occasione per giocare non tanto l’indagine del crimine in sé per sé (che può comunque costituire una parte delle varie Avventure che compongono la campagna), quanto l’avventuroso inseguimento dei criminali che cercano di sfuggire alla giustizia; inoltre, un simile gruppo può anche essere l’occasione per spingere i giocatori a riflettere sui limiti che i loro PG sarebbero disposti a superare pur di catturare una taglia (ad esempio, è più importante incassare la taglia o lasciar libera una persona condannata per sbaglio, o incastrata da qualcuno?). Un gruppo di Vigilanti, infine, può consentire di giocare una campagna che può richiamare tanto la storia di Robin Hood, quanto le oramai numerose storie di supereroi; in questo caso, le avventure possono essere caratterizzate sia dal lato investigativo, sia dal lato dell’azione e dell’inseguimento del criminale, con però in aggiunta la possibilità di esplorare il tema del “fuorilegge” che da la caccia ai criminali. Questo tipo di gruppi, insomma, può permettere di giocare in maniera più profonda i temi dell’indagine investigativa e del rapporto dei PG con la giustizia. Le avventure tenderanno a riguardare crimini da risolvere, delinquenti da catturare o innocenti da scagionare. La quantità di enigmi e/o di azione all’interno della campagna dipenderà totalmente dal gusto dei partecipanti al gioco. Una campagna incentrata sul viaggio può essere ottima per quanto riguarda un gruppo di cacciatori di taglie alla ricerca dei criminali che si nascondono nelle varie regioni di un regno o di una nazione (utile fonte d’ispirazione, in questo caso, possono essere i vari film western, tra cui cito in particolare Django Unchained), per un gruppo di investigatori interessati a offrire i loro servigi nei luoghi dove vengono chiamati o dove si presentano casi particolarmente interessanti (possono tornare utili le storie di Scherlock Holmes, le opere di Agatha Christie oppure le numerose serie televisive poliziesche alla Signora in Giallo), per un gruppo di giudici itineranti inviati dal re ad assicurare la giustizia della corona in diversi territori del regno (come succedeva, ad esempio, nel regno d’Inghilterra medievale), o per un gruppo di inquisitori e loro aiutanti inviati dal loro tempio a indagare su vari casi di eresia o di stregoneria. Una campagna regionale, invece, può essere l’occasione per esplorare in maniera più ravvicinata la gestione del crimine e della giustizia in un luogo preciso, con investigatori, esponenti delle forze dell’ordine e/o vigilanti che prestano continuamente servizio per contribuire a sventare i numerosi reati che vengono perpetrati sul luogo. Nel caso di un gruppo di inquisitori, invece, una campagna regionale può essere l’occasione di esplorare il tema di un luogo minacciato dal dilagare dell’eresia, del peccato e/o dalle forze del male. Una campagna regionale, inoltre, è l’occasione per approfondire i temi dell’ordine e della giustizia, usando un luogo specifico per osservare in maniera più ravvicinata come funzionano le forze dell’ordine e/o per analizzare le condizioni della popolazione di un territorio. Rimanendo sempre nello stesso luogo, infatti, i PG possono conoscere sempre meglio lo sviluppo della situazione locale e sentire concretamente quanto le loro azioni sono in grado di avere un peso. Infine, una campagna regionale può consentire anche di trattare i temi della giustizia e dell’ordine in maniera più personalmente collegata ai PG, considerando che essi avranno maggiori legami personali con l’area e con chi ci abita. Anche le Fazioni e le Organizzazioni possono arricchire notevolmente la campagna, soprattutto se questa è di tipo regionale: organizzazioni di cacciatori di taglie, chiese o templi, club di investigatori, organi delle forze dell’ordine, ecc. possono essere tutte fazioni che possono aiutarsi oppure ostacolarsi nell’attività della lotta al crimine. Il fatto che tutte queste Fazioni/Organizzazioni abbiano in comune, quantomeno formalmente, l’interesse a salvaguardare ordine e giustizia, non significa che abbiano tutte gli stessi obbiettivi o che abbiano interesse ad aiutarsi. Alcune di queste fazioni potrebbero litigare per decidere chi ha la giurisdizione a indagare su un caso, mentre altre tentare di rubarsi la cattura del criminale; alcune potrebbero mostrare interesse per la giustizia di facciata, mentre di nascosto avere quello di difendere i loro profondi legami con il mondo del crimine; altre ancora, infine, potrebbero avere un’idea di ordine e giustizia tanto elevato da essere pronte a condannare atrocemente chiunque anche per il minimo reato, creando un clima di rigido moralismo o addirittura di terrore. MERCANTI Prima che il mondo s’industrializzasse e vedesse una larga diffusione di banche e borse finanziare, i mercanti erano costretti a viaggiare per vendere i loro prodotti. Durante il medioevo, ad esempio, importanti vie commerciali univano l’intera Europa, dalle fredde terre della Scandinavia, all’Inghilterra, alla Francia, fino all’Italia e addirittura all’oriente asiatico. Numerosi mercanti, provenienti da ogni angolo d’Europa, in particolare si recavano alle Fiere della Champagne, in Francia, dove avevano l’opportunità di comprare e vendere prodotti provenienti da tutto il mondo conosciuto. Le navi delle grandi città marinare, come Genova e Pisa, solcavano il mar mediterraneo per commerciale con i Saraceni del nord africa o, in particolar modo, con l’Impero Bizantino: tramite questi viaggi, i rinomati mercanti italiani avevano l’opportunità di acquistare merci dall’oriente, in particolare le spezie, che poi avrebbero venduto nelle fiere del nord Europa ad altri mercanti. Oltre alle grandi vie commerciali di tipo internazionale, mercanti locali viaggiavano costantemente tra città e fiere provinciali, così da vendere i loro prodotti alla popolazione. Questi tragitti erano estremamente pericolosi, per via della difficoltà del cammino, dei rischi di instabilità politica locale e della minaccia di criminali pronti ad attaccare le carovane piene di merci. Per questo motivo, non pochi mercanti pagavano guardiani armati o sceglievano di viaggiare in gruppo per darsi una mano a vicenda. In generale, la vita del mercante non era meno avventurosa di quella di combattenti, criminali ed esploratori. Simili vie di scambio commerciale possono esistere anche nel mondo immaginario della vostra campagna, percorsi che i mercanti girano durante l’anno per scambiarsi i prodotti fra loro o per vendere le merci alle genti che incontrano per strada. Nel caso di un gruppo di PG mercanti, diventa importante che i giocatori riflettano assieme al DM sull’attività praticata dai loro personaggi: preferiscono commerciare un prodotto in particolare o si dedicano alla vendita di qualunque cosa possa loro fornire un buon guadagno? In quale luogo hanno la loro base principale? La loro è una attività familiare oppure lavorano per una gilda di mercanti? Hanno incominciato a mercanteggiare da poco oppure hanno una attività avviata da qualche tempo? Viaggiano per terra, per mare o attraverso entrambe le vie? Dispongono di un veicolo specifico a cui sono affezionati oppure cambiano mezzi a seconda della necessità? E così via. Per il DM, invece, importante sarà anche considerare quali incontri faranno i PG durante il viaggio: che genti e culture incontreranno? Avranno l’opportunità di fare nuove esotiche esperienze? Si troveranno coinvolti nelle vicende locali delle zone attraversate? Come vivranno l’esperienza del viaggio e come sceglieranno di rapportarsi con gli altri mercanti? Esistono leggi e consuetudini che normano l’attività degli scambi e che risultano valide ovunque, oppure ogni luogo possiede le sue leggi particolari a cui i PG dovranno prestare attenzione? Quali saranno i nemici che i PG potrebbero trovare lungo la strada? I loro affari andranno bene oppure qualcosa (o qualcuno) minaccerà la loro buona riuscita? La vita del mercante può essere estremamente pericolosa in un mondo in cui viaggiare è insicuro. Nelle campagne incentrate sul viaggio, dunque, anche lo smercio dei beni può diventare una grande avventura. Non solo, come già precisato, il viaggio stesso può essere denso di pericoli, imprevisti e di circostanze emozionanti, ma anche lo stesso reperimento e la stessa vendita dei prodotti possono diventare un’avventura. Trovare la giusta mercanzia capace di far fare un buon guadagno non è necessariamente cosa semplice e un buon mercante deve avere il naso per gli affari: al centro delle Avventure dei PG, dunque, può non esserci solo il pericolo del trasporto, ma anche storie riguardanti la ricerca di nuove merci da vendere, la scoperta di prodotti esotici mai visti prima, la gestione dei rapporti con i fornitori e con gli acquirenti (che potrebbero agire contro il PG o loro stessi trovarsi coinvolti in circostanze pericolose, capaci di trascinare il gruppo in nuove disavventure). Anche se parla di un gruppo di ladri e contrabbandieri, la serie televisiva Firefly può essere un ottimo spunto per farsi un’idea del tipo di peripezie in cui può imbattersi un gruppo di mercanti. Praticare un mestiere onesto non significa necessariamente essere al riparo da difficoltà, imprevisti o da circostanze pericolose. Inoltre, c’è da considerare che essere un mercante non significa necessariamente essere molto diversi da un criminale: non pochi mercanti, anche se trattano merci legali, agiscono in maniera losca e sono pronti a fare ciò che serve loro per aumentare il proprio profitto. Ci sono mercanti, difatti, che non si fanno problemi a corrompere gli ufficiali doganali per non pagare le tasse di trasporto o altri mercanti per ottenere un prodotto a prezzi di favore; ancora più comune è la presenza di mercanti capaci tranquillamente di truffare il popolo, vendendo prodotti scadenti o gonfiando i prezzi delle proprie merci. In alternativa, il gruppo di mercanti può essere al centro di una campagna di tipo regionale. In questo caso, la campagna sarà molto simile a quella descritta per un gruppo di Criminali, tranne per il fatto che le attività praticate dai PG saranno legali: interesse per i PG sarà conquistare una posizione di rilievo all’interno della zona in cui hanno la loro attività, puntando ad accaparrarsi il predominio nella vendita di certi prodotti, a riuscire a conquistare il proprio spazio all’interno di mercati prestigiosi, a vincere sulla concorrenza, a fare grandi incassi e/o a migliorare sempre più il proprio status sociale (nel medioevo, ad esempio, i mercanti hanno sempre cercato di venire accettati all’interno della cerchia dell’aristocrazia, diventato nobili essi stessi). Nel frattempo, le Avventure vissute dai PG potrebbero riguardare il dover intervenire per risolvere eventuali imprevisti venuti fuori, capaci di mettere in pericolo il loro impero commerciale: ad esempio, i PG potrebbero dover indagare per risolvere cose come alcuni attacchi alle loro carovane, la sparizione di un importante carico, la fuga di un proprio dipendente con il denaro, il panico generato dal sospetto di avvelenamento provocato da alcuni dei prodotti venduti dai PG, ecc. Una campagna mercantile può anche vedere la presenza di numerose Fazioni e Organizzazioni: varie Corporazioni di mercanti potrebbero essere in lotta fra loro per il controllo dei traffici commerciali in specifiche regioni, mentre numerose possono essere le Organizzazioni con cui i PG possono avere bisogno di intrattenere rapporti per acquistare o vendere prodotti. Infine, ci sono da considerare le Case Nobiliari o, in generale, le istituzioni, che, ad esempio, potrebbero avere interesse a pretendere una certa percentuale dalle vendite in cambio dell’autorizzazione per la partecipazione a una fiera, una tangente per consentire l’accesso attraverso una dogana, o desiderare di proteggere i mercanti locali a danno degli stranieri. MERCENARI Questo gruppo è composto da combattenti e avventurieri di professione interessati ad agire per il guadagno. Mentre altri combattono per la gloria, i mercenari sono gente più pratica e sostanziale: a meno che si disponga di una cospicua eredità, bisogna lavorare per sopravvivere. I mercenari, dunque, vendono agli altri la loro competenza, ovvero la loro abilità nell’affrontare e sconfiggere i nemici, nel risolvere i problemi e nel saper far fronte alle avversità. A molti mercenari non interessa per cosa combattono, purché vengano pagati al termine del lavoro; altri, invece, valutano attentamente le offerte di lavoro, evitando di accettare quelle che ritengono più compromettenti e infami. I personaggi potrebbero aver scelto di costituire una piccola compagnia di mercenari, interessata a recarsi ovunque sia disponibile qualche incarico pagato, oppure potrebbero aver deciso di far parte di una compagnia più grande, di cui vanno così a costituire una piccola unità. In questo secondo caso, i personaggi si troveranno a dover seguire gli incarichi forniti dai loro capi in comando e ad essere, volenti o nolenti, coinvolti nelle macchinazioni orchestrate dalla loro compagnia. Le Avventure di un gruppo di mercenari possono essere le stesse compiute da un gruppo di eroi in cerca di gloria, con la sola differenza che essi agiranno principalmente per desiderio di guadagno. Al contrario degli eroi in cerca di gloria, inoltre, i mercenari possono avere l’opportunità di accettare anche incarichi molto meno nobili e altruisti: i mercenari, dopotutto, non hanno la necessità di dover cercare di salvaguardare ad ogni costo il loro buon nome o, quantomeno, quest’ultimo non è tanto legato alla loro moralità, quanto alla loro efficienza nel compiere le missioni per cui sono pagati. Il fatto che i mercenari guardino prima di tutto al guadagno, tuttavia, non implica necessariamente che essi siano malvagi o disinteressati al bene altrui. Alcuni mercenari pensano solo ad arricchirsi, mentre altri combattono per denaro perché è solo così che essi possono avere l’opportunità di sopravvivere. Questa, infatti, può essere l’opportunità di giocare nella vostra campagna il tema dell’impossibilità di una scalata sociale, con il popolo costretto a rimanere in basso, il potere e la ricchezza tramandati solo nelle famiglie nobiliari, e dunque con molti uomini d’armi costretti a vivere di guerra per sbarcare il lunario. A prescindere che si faccia o meno questa scelta, una campagna incentrata su una compagnia di mercenari tenderà a basarsi sulla selezione degli incarichi da parte dei PG e, dunque, sulle conseguenze che tali incarichi produrranno nel mondo, in particolare sui PG stessi: come reagiranno i PG a tali conseguenze? Tenteranno di approfittarne per ottenere ulteriori guadagni? Oppure cercheranno di rimediare in qualche modo? I PG metteranno prima il denaro o la sorte degli altri? In campagne come queste è giusto che i PG abbiano l’occasione di perseguire prima di tutto il loro interesse personale, ma come contraltare si troveranno a dover subire la reazione del mondo alle loro scelte. Questo non significa che il DM dovrà agire in modo punitivo contro i PG, ma far evolvere gli eventi semplicemente secondo le naturali conseguenze. I giocatori, d’altro canto, devono sempre tenere presente che un guadagno facile spesso presenta altri tipi di costi. In generale, comunque, le conseguenze prodotte dalle scelte dei PG possono essere un ottimo spunto per sviluppare nuove quest interessanti. Un simile gruppo può essere usato sia in una tradizionale campagna basata sul viaggio, che in una Campagna incentrata sulle fazioni. In questo secondo caso, in particolare, i PG potrebbero trovarsi a doversi confrontare con altre compagnie di mercenari, piccole e grandi, o con altre fazioni od organizzazioni, come Case Nobiliari, Templi, Gilde, ecc. desiderose di assumerli o di eliminarli. I personaggi potrebbero anche essere al centro di una campagna regionale, magari incentrata sulla lotta fra varie fazioni del luogo (in qualità di mercenari i PG potrebbero tentare di vendendosi di volta in volta al miglior offerente, contribuendo a decidere le sorti della regione) oppure sul bisogno da parte della popolazione locale di professionisti in grado di risolvere una serie di minacce (le quali, magari potrebbero essere molto più di quanto inizialmente creduto). Il gruppo di PG stesso potrebbe trovarsi a subire tradimenti e raggiri, eventi per cui dovrà decidere attentamente la reazione, in modo da evitare che riaccadano in futuro. Anche per questo tipo di campagna può essere utile tracciare la fama del gruppo: se per gli eroi la notorietà serve a conquistare la gloria, per i mercenari essa servirà a ricevere sempre più incarichi e determinerà quanto i loro committenti saranno più o meno fedeli nel rispettare il patto di pagamento. POLITICANTI Per molte persone l’unica cosa che conta è l’acquisizione del potere: alcuni perseguono questo obbiettivo con l’interesse di contribuire a migliorare la situazione della comunità in cui vivono, altri invece lo fanno per il desiderio personale di diventare ricchi e potenti. Aristocratici, esponenti di partiti politici, importanti figure delle gilde di artigiani e mercanti, cortigiani, esponenti delle gilde criminali, ecc. sono tutti personaggi che possono avere l’interesse di partecipare a un gioco, quello politico, attraverso il quale si possono condizionare le sorti di una comunità, se non addirittura del mondo intero. Ognuno di loro deve essere pronto a guerreggiare utilizzando le arti della dialettica, della diplomazia, dell’inganno e dell’intimidazione. La conquista del potere, dopotutto, è una dura e spietata lotta, nella quale solo i più scaltri, i più determinati, i più abili o coloro con meno scrupoli saranno in grado di avere la meglio. Ma che cos’è effettivamente il potere? Esso altro non è che la concreta capacità di fare, di agire, di poter raggiungere un ben preciso obbiettivo. Si ha potere, insomma, quando attraverso le proprie azioni si è in grado di influenzare e modificare concretamente la realtà delle cose. E per riuscire ad ottenere questa “capacità di fare” è inevitabilmente necessario avere a propria disposizione delle risorse: denaro, beni, contatti, alleati, servi/dipendenti/vassalli/seguaci, territori, cariche o titoli, informazioni, favori e consenso. In una campagna politica, le varie personalità interessate a conquistare il potere (PG e PNG) si litigheranno il controllo delle risorse e cercheranno di usare queste ultime per realizzare i propri obbiettivi, mentre proveranno a ostacolare quelli degli altri. Il tipo di obbiettivi che i personaggi potrebbero decidere per loro stessi dipenderà molto dagli eventi su cui il DM incentrerà la campagna, oltre che dai loro interessi personali. Le avventure di una campagna politica possono riguardare cose come il tentativo di organizzare o sventare complotti, il riuscire ad arrivare ai vertici delle istituzioni politiche (ad esempio, diventare il nuovo signore della città, diventare il nuovo signore feudale di un territorio, diventare il nuovo re), conquistare di fatto una zona controllandone le risorse e le persone fondamentali, mantenere il controllo su una zona nel tempo tenendo a bada i propri avversari, riuscire ad ottenere potere per influenzare le sorti della propria comunità (potendo, ad esempio, riuscire finalmente a introdurre nuove leggi, cacciare tiranni, ecc.) e così via. Insomma, si tratta di un tipo di avventure che hanno una cosa profondamente in comune con quelle delle campagne di spionaggio: l’intrigo. La differenza con una campagna incentrata su un gruppo di spie è che in quella riguardante la politica tutto ruota attorno alla conquista e alla gestione del potere. I Politicanti sono personaggi che hanno un profondo interesse a conquistare una posizione nel mondo, in modo da poter realizzare le loro aspirazioni: queste ultime possono essere del tutto personali o altruiste, ma sono la ragione per cui i personaggi hanno deciso di lottare per il potere. Quando si inizia una campagna politica, è importante che i giocatori decidano per i loro personaggi almeno un obbiettivo di lungo termine e che concordino con il DM alcuni obbiettivi di breve termine: il primo rappresenta il vero obbiettivo fondamentale dei PG ed è tentando di esaudire quest’ultimo che essi parteciperanno all’intera campagna; i secondi, invece, sono obbiettivi intermedi, una serie di traguardi che i PG dovranno superare se vogliono avvicinarsi sempre più al conseguimento del loro obbiettivo fondamentale. Il DM, inoltre, potrà usare gli obbiettivi a breve termine dei PG come agganci per creare le prime avventure. A questo punto, durante la campagna i vari ostacoli che il DM metterà di fronte ai PG potranno spingere questi ultimi a fissare nuovi obbiettivi a breve termine da risolvere, in modo da poter procedere con il proprio piano. I PG stessi, d’altra parte, avranno la libertà di decidere di porsi da soli nuovi obbiettivi a breve termine, se ritengono fare una certa cosa per riuscire a ottenere quello che gli interessa (il DM, a questo punto, descriverà ai giocatori le conseguenze delle loro azioni). La campagna politica, quindi, prenderà la forma di un gioco nel quale i PG tentano di ottenere i loro scopi, mentre il DM mette di fronte a loro nuovi ostacoli da superare. Ovviamente, non si dovrebbero mai progettare queste sfide politiche con l’intenzione di battere i giocatori o il DM: le varie sfide politiche introdotte dal DM e le varie azioni compiute dai PG dovranno sempre avere lo scopo ultimo di creare un’esperienza che sia la più divertente ed entusiasmante possibile per tutti i partecipanti al gioco. Fonti d’ispirazione utili per creare campagne politiche sono la serie di romanzi delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (o la sua trasposizione televisiva conosciuta con il nome de Il Trono di Spade) o la serie tv House of Cards. Una campagna politica è maggiormente portata per essere regionale: la lotta per il potere, infatti, diventa più concretamente gestibile se si basa sull’azione dei PG e dei loro avversari in una regione ben precisa del mondo, come una città, una provincia o un regno. E’ più difficile, infatti, tentare di acquisire il controllo sulle cose, dunque ad ottenere la capacità di fare, se ci si sposta continuamente. Nelle campagne regionali i PG possono avere l’opportunità di aspirare concretamente a prendere il controllo della zona, delle sue risorse e/o delle persone che vivono al suo interno. Rimando fermi nell’area essi potranno continuamente fare affidamento sulle risorse locali da loro possedute, reagire velocemente nel caso in cui queste vengano minacciate dai loro avversari o poter stabilire più costanti e forti legami con i vari PNG che abitano sul luogo (nemici compresi). Inoltre, rimanendo all’interno dello stesso luogo si potrò sviluppare un legame ancora più personale tanto con gli alleati, quanto con gli avversari. Maggiore sarà la profondità che il DM darà ai PNG, e più coinvolgenti saranno le azioni che essi faranno o gli eventi che li riguarderanno, più emozionante e divertente sarà la campagna per i PG. Se lo scontro non riguarda anonimi avversari ma nemici con una chiara identità, sarà più facile per i giocatori farsi coinvolgere da ciò che avviene (in particolare se i nemici si riveleranno in grado di infliggere loro qualche colpo significativo e, ancora di più, se i PG riusciranno prima o poi a determinare personalmente la caduta dei loro odiati nemici). Il modo migliore per strutturare una campagna politica regionale è costruire bene un certo numero di PNG fondamentali (aggiungendo, poi, una serie di abbozzati PNG minori quando necessario) che si muovono all’interno dello scenario scelto: al DM basterà andare a definire storia, personalità, legami personali, segreti/difetti, ideali e obbiettivi dei vari PNG principali e, poi, decidere gli eventi semplicemente in base alle azioni e reazioni di PG e PNG. Ulteriore trucco è quello di non rendere subito palesi tutti gli attori in gioco nell’agone politico: i PG potrebbero all’inizio confrontarsi con alcuni avversari politici minori che, però, in realtà agiscono a favore di giocatori più potenti e misteriosi o che vengono da questi manovrati (non raramente, difatti, il gioco politico si basa sulla differenza tra l’essere pedina o manovratore). Una delle tante possibilità di gioco, infine potrebbe quella nella quale i PG stessi sono coinvolti a loro insaputa nei loschi piani di un politico di grande peso, il quale potrebbe aver deciso di usarli come vittime sacrificali nel suo tentativo di raggiungere un ben preciso obbiettivo oppure aver scelto di trasformarli in propri ignari alleati, nonostante in realtà i PG avrebbero tutti i motivi per cercare di eliminarlo. A questo punto, riusciranno i PG a scoprire il tranello e cosa vi reagiranno? Una campagna incentrata sul viaggio, invece, come già anticipato si presta meno all’essere politica, ma anche in questo caso c’è spazio di gioco se c’è interesse. Prendendo spunto dalla storia di Daenerys delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco/Trono di Spade, si può prendere in considerazione l’idea che i PG siano persone con poche risorse che, viaggiando, avranno il compito di dover fare ciò che necessario per raccogliere man mano le risorse necessarie per potersi, poi, confrontare con gli avversari che li attendono alla meta. Una campagna politica, invece, può guadagnare molto dall’utilizzo di Fazioni e Organizzazioni. Quando c’è di mezzo la politica, numerosi sono i gruppi di potere che possono avere l’interesse di prendere il controllo della situazione. Sia in un ambito regionale, che in una campagna di viaggio, numerose fazioni e organizzazioni potrebbero decidere di assistere i PG nella loro scalata o nella loro lotta contro i loro avversari. Al contrario, i PG potrebbero essere coinvolti in una feroce guerra politica tra numerose fazioni e dovranno, quindi, decidere per chi patteggiare, in base agli ideali che li convincono di più o in base al guadagno che possono trarne. Tradimenti, complotti e corruzione possono essere minacce costanti di simili campagne, così come di qualunque campagna di tipo politico. PREDICATORI Non in tutti i luoghi è presente la stessa religione. Ci sono territori in cui una credenza è ancora sconosciuta o all’interno dei quali essa non è ancora riuscita a penetrare (per la mancanza di sacerdoti capaci di insegnarne la fede o per la resistenza degli abitanti del luogo, disinteressati ad abbandonare la loro fede per un’altra). Tuttavia, una delle necessità che tutti i templi e le chiese hanno in comune è il riuscire a conquistare più luoghi possibili, e a ottenere il più alto numero di proseliti possibile. I motivi per i quali le istituzioni religiose scelgono di dedicarsi a una massiccia e, spesso, ben pianificata predicazione della loro fede possono essere diversi: fede e desiderio di compiacere la propria divinità, potere e denaro (maggiore è il numero dei fedeli, maggiore è il numero di persone che avrà bisogno dei sacerdoti, e che fornirà al tempio donazioni, servigi, sostegno e protezione), oppure preoccupazione per gli altri e il desiderio di ricondurre i popoli pagani su quella che si ritiene essere la “giusta via”. A prescindere dall’obbiettivo ultimo per cui queste istituzioni agiscono, in genere esse inviano numerosi sacerdoti a predicare nelle terre infedeli, così da conquistare più anime possibili. Allo stesso tempo, compito affidato a questi predicatori è combattere e demolire le “false credenze” diffuse dai predicatori di altre religioni o culti, coloro che vengono spesso chiamati idolatri, pagani, infedeli o eretici. Poche religioni, di solito quelle politeiste, sono in grado di accettare il culto di più dei, ma anche in questo caso lo scontro religioso può essere estremamente feroce: anche se politeiste, religioni differenti potrebbero considerarsi reciprocamente una minaccia; allo stesso tempo le varie divinità, a prescindere che appartengano alla medesima religione o a religioni differenti, potrebbero essere in rivalità fra loro e spingere i loro sacerdoti a combattere per ottenere il sopravvento sul culto delle altre. In una simile campagna i PG andrebbero a formare un gruppo di predicatori che, per senso del dovere, per desiderio personale, per fede o per puro interesse scelgono di dedicarsi alla divulgazione del loro credo. Non è necessario che i PG siano Chierici per ricoprire un simile ruolo: in genere sono i sacerdoti ad avere la responsabilità della predicazione, questo è vero, ma non è obbligatorio che questi ultimi siano per forza solo Chierici (nulla vi vieta di studiare background dei personaggi che consentano loro di appartenere alla cerchia degli ecclesiastici, indipendentemente dalla Classe scelta); inoltre, è importante tenere presente che non necessariamente tutto il gruppo deve essere composto da predicatori, ma alcuni potrebbero essere soldati, guardiani, assistenti o, più generalmente, uomini o donne di fede che hanno ricevuto l’incarico o hanno scelto di dedicare la loro vita al servizio della divinità, dei fedeli, del tempio e/o dei predicatori. Una campagna riguardante un gruppo di predicatori (ed eventuali loro aiutanti) sarà incentrata inevitabilmente sui temi della fede, della religione e su quello della lotta interiore virtù e peccato, ma può anche riguardare i temi dello scetticismo, dell’eresia, dei culti malvagi, del rapporto fra religioni, del funzionamento delle istituzioni religiose, e della relazione fra queste ultime e la società. La nostra storia è piena di spunti per creare campagne di questo tipo: la prima cosa che i romani facevano, una volta conquistato un luogo, era vedere se si poteva inglobare le divinità locali nel pantheon romano, dopodiché imponevano alle genti del posto di essere fedeli alla religione di stato romana, così da aumentare le possibilità di controllo su di esse; durante i primi secoli del medioevo numerosi missionari sono stati inviati nelle vaste terre del nord Europa per convertire al cristianesimo le popolazioni ancora pagane; tra il XIII e il XIV secolo, invece, numerosi predicatori furono inviati nella Francia meridionale assieme ai crociati, prima, e agli inquisitori (predicatori essi stessi), dopo, per combattere l’eresia Catara; dopo la nascita del protestantesimo e dopo il Concilio di Trento (seconda metà del 1500) la Chiesa di Roma istruì i propri sacerdoti affinché predicassero ovunque il credo cattolico e lottassero contro i culti protestanti sempre più diffusi; durante primi secoli dell’età moderna, mentre esploratori e conquistatori ottenevano il controllo di numerose regioni del mondo a nome delle corone europee, migliaia di missionari partirono allo scopo di diffondere il cattolicesimo e il protestantesimo là dove ancora dominavano le religioni considerate pagane; in tutta la storia dell’occidente cristiano, numerosi predicatori si dedicarono al compito di istruire la gente cristiana sui valori morali e a tentare di scacciare il vizio dai luoghi caduti preda della corruzione. La diffusione di una religione raramente è stata pacifica. Nella maggioranza dei casi essa è stata simbolo di avventura o, addirittura, di lotta. Le avventure di una simile campagna riguarderebbero, quindi, vicende nelle quali i PG devono lottare per diffondere la propria fede nei luoghi da loro visitati. Numerosi possono essere gli ostacoli presenti lungo il cammino, come l’esistenza di culti avversari, la necessità di dare alla popolazione locale le giuste motivazioni per convertirsi, il dover decidere come demolire la sopravvivenza di pratiche pagane o eretiche, il dover individuare pecore nere nella comunità dei fedeli, il doversi confrontare con i limiti o i diversi interessi del proprio tempio o, in generale, combattere contro coloro che vogliono impedire la riuscita della missione dei PG. In alternativa, piuttosto che avere il compito di diffondere il proprio culto, i PG potrebbero invece avere la necessità di spingere la popolazione a comportarsi maggiormente in rispetto della morale prevista dalla religione, combattendo contro la diffusione del vizio e del male in un data regione. Queste avventure, inoltre, possono avere a che fare sia con ostacoli di tipo sociale e di fede, sia riguardare pericoli di tipo sovrannaturale, come demoni, diavoli, antiche divinità o forze del male che cospirano per impedire la diffusione del culto dei PG (in questo caso, diversamente dalle campagne incentrate su un gruppo di indagatori dell’Ignoto, le Avventure non si focalizzeranno tanto sullo scoprire il mistero nascosto dietro a tali entità o avvenimenti, quanto sul riuscirne a ottenerne la sconfitta, e sulla necessità di far vincere il proprio credo e i valori da esso incarnati). Anche i PG, inoltre, potrebbero trovarsi con il dover lottare contro le tentazioni o con eventi in grado di mettere in discussione la loro fede e il compito che hanno scelto di portare a termine. Prima di iniziare, discutete con i vostri giocatori riguardo al tipo di temi che la vostra campagna dovrà andare a toccare. Un gruppo di Predicatori può essere al centro di una campagna basata sul viaggio, con i PG che si spostano da un luogo all’altro a seconda di dove è richiesta la loro opera di predicazione. Il loro tempio potrebbe, di volta in volta, assegnargli incarichi differenti in zone diverse del mondo, oppure potrebbero essere i PG a decidere dove andare in base a quanto sentono che un luogo richieda il loro intervento. In alternativa, un gruppo di predicatori può essere al centro di una campagna regionale: in questo caso, i PG avrebbero principalmente il ruolo di difensori della fede e della morale di quel luogo oppure, nel caso in cui sia il credo dei PG ad essere perseguito nella zona, trovarsi con il compito di diffondere il proprio credo di nascosto, all’ombra della religione dominante. Numerose possono essere, infine, le Fazioni/Organizzazioni utilizzabili in gioco, dai vari templi o dalle varie chiese, ai vari Ordini religiosi appartenenti a questi templi o chiese, fino alle varie gilde o fazioni locali che possono essere interessate a sostenere una religione o un’altra, una divinità o un’altra. SOLDATI , CROCIATI e CONQUISTATORI Questo tipo di gruppo è composto da soldati, uomini e donne (anche nel nostro passato, nonostante magari non in tutte le culture, le donne hanno combattuto nell’esercito; ad esempio, nella cultura vichinga e in quella celtica le donne erano in genere considerate guerriere valorose al pari degli uomini) desiderosi di difendere la loro patria, oppure obbligati dal loro stato o dal loro signore feudale a prestare servizio nell’esercito per combattere le guerre di qualcun altro. Una campagna incentrata su un gruppo di soldati, crociati o conquistatori, dopotutto, avrà come suo fondamento la guerra. Il mondo in cui vivono i personaggi è, dunque, dominato dal conflitto: eserciti si muovono all’attacco contro i propri nemici, campagne e città vengono flagellate dagli scontri, soldati e civili vengono uccisi o fatti prigionieri, mentre il mondo un tempo pacifico sprofonda nel caos più profondo. In tempi di guerra due tendono ad essere le ragioni che spingono le persone ad agire: sopravvivere o fare ciò che serve per far vincere la propria fazione. Il tema della guerra può essere un’ottima occasione per giocare a campagne incentrate su soldati in cerca di gloria, desiderosi di compiere gesti straordinari per rendersi noti, per inserire il proprio nome nella storia o per difendere eroicamente le povere genti dalle sorti del conflitto: in questo caso conviene, tuttavia, seguire i consigli da me forniti per le campagne riguardanti gli Eroi in Cerca di Gloria. Allo stesso tempo, una campagna riguardante soldati, crociati e conquistatori può consentire di esplorare il caso di un gruppo di mercenari che offrono i loro servigi alle varie fazioni o alla popolazione in cambio di denaro: in quest’altro caso, invece, consiglio di riferirsi ai suggerimenti forniti per il gruppo di Mercenari. Se si cerca, al contrario, una campagna che aiuti ad esplorare più approfonditamente le implicazioni della guerra e che consenta ai PG soldati di poter compiere azioni più concretamente legate al tema del conflitto, le Avventure in cui essi saranno coinvolti riguarderanno più direttamente gli eventi bellici: partecipare alle battaglie, agli assedi delle città, trovarsi con il dover gestire i piani d’attacco e decidere in quali territori conviene avanzare per poter aumentare le proprie chance di vittoria, dover tenere sotto controllo una popolazione conquistata, dover difendere un proprio territorio dagli assalti del nemico, ecc.. I personaggi potrebbero far parte dell’esercito di un re o di un signore feudale, e dover sottostare agli ordini ricevuti dall’alto; in alternativa, potrebbero far parte di una forza bellica autonoma (ad esempio, un gruppo armato di rivoltosi), che tenta di conquistare il suo spazio nel mondo, o che sceglie di combattere contro o a favore di una determinata fazione durante un conflitto; infine, potrebbero essere i personaggi stessi a far parte delle alte gerarchie dell’esercito e avere responsabilità tattiche nella gestione di quest’ultimo, oltre a dover partecipare personalmente alle azioni belliche. Il tema della guerra, inoltre, può essere anche l’occasione per approfondire il rapporto dei PG con le condizioni provocate dai conflitti: Cosa significa per i PG prestare servizio in un esercito o in una simile forza armata? Sono fieri di quello che fanno oppure vivono questa esistenza con difficoltà? In che modo si rapportano con le atrocità provocate dalla guerra? Come vivono l’idea di dover uccidere per non essere uccisi? Come vivono l’idea che le loro azioni possono provare conseguenze sui civili? In che modo scelgono di sopravvivere in un mondo devastato dalla guerra, spesso senza legge, senza risorse e costituito da rovine della vecchia civiltà? Utili fonti d’ispirazione per simili campagne sono le serie tv Band of Brothers e il Trono di Spade, oppure film come Salvate il Soldato Ryan, Braveheart e World Invasion:Battle Los Angeles. Riguardo al tema delle crociate, invece, uno spunto può essere il film Le Croaciate, con Orlando Bloom. Le campagne incentrate su un gruppo di soldati, crociati o conquistatori possono tranquillamente avere a che fare con il viaggio e, dunque, vedere il gruppo di PG muoversi da un posto all’altro seguendo lo svolgimento del conflitto. Se i PG sono soldati agli ordini di comandanti in capo, potrebbero venire spediti in un posto in un altro ad eseguire specifiche missioni strategiche. Nel caso in cui, invece, i PG fossero loro stessi comandanti in capo, potrebbero avere il compito di decidere quale dovrà essere il successivo luogo in cui muovere le truppe, anche tenendo presente le strategie del nemico: a seconda della decisione presa, la loro situazione bellica potrebbe migliorare o peggiorare. Anche se meno comune. Una campagna incentrata sulla guerra potrebbe anche essere di tipo regionale. In questo caso, essa sarà maggiormente focalizzata sugli sforzi necessari per conquistare ogni metro del territorio in cui si trovano i PG, sulle decisioni da prendere per riuscire a mantenere il controllo della regione assediata dal nemico o nell’esplorare in maniera più ravvicinata le condizioni imposte dalla guerra sulla popolazione locale. I PG, quindi, potrebbero trovarsi a dover decidere come agire per riuscire ad avanzare nel territorio nemico, come raggiungere specifici obbiettivi tattici o magari come gestire particolari situazioni critiche senza infliggere sofferenze ai civili. Una campagna regionale, inoltre, è perfetta anche per focalizzare maggiormente l’attenzione sul tema della sopravvivenza in un luogo devastato dalla guerra: là dove tutto ormai è caos, dove giornalmente gli eserciti in conflitto minacciano le più semplici regole del viver civile, là dove le case sono distrutte e la gente è costretta a fare cose indicibili per sopravvivere, come si comporteranno i PG? Come otterranno quello che serve loro? Come agiranno nei confronti di chi li assale? E se nella zona essi hanno amici o familiari, come reagiranno se questi ultimi si trovassero in pericolo? Una campagna incentrata sulla guerra, inoltre, può avere a che fare con la presenza di numerose Fazioni/Organizzazioni in lotta fra loro. Non necessariamente un conflitto deve avere a che fare con regni interi coinvolti in un conflitto. Guerre minori, ma pur sempre sanguinarie, possono scoppiare tra le Corporazioni artigianali e mercantili che dominano una città, tra le famiglie consortili (nobili che hanno peso in una città) che si spartiscono i quartieri cittadini o tra le numerose Case Nobiliari che mirano a conquistare il potere in una regione o in un regno. I PG potrebbero trovarsi nella possibilità o, addirittura, nella necessità di dover scegliere una fazione e agire per determinare la sconfitta delle altre. Ciò che è certo è che in simili campagne non c’è spazio per la pace, la quale può essere ottenuta solo rischiando la vita nel conflitto. SPIE Quando due o più regni, oppure due o più fazioni, sono in lotta fra loro, allora è molto probabile che vi siano delle spie che cercheranno di ottenere un vantaggio tattico contro la fazione avversaria o di proteggere la loro parte da eventuali attacchi. I personaggi che compongono questo tipo di gruppo sono tutti spie e, in qualche modo, agiscono per riuscire a rubare, nascondere o proteggere informazioni, oppure per riuscire a sconfiggere i loro nemici scoprendo i loro piani e capendo, dunque, come agire. In linea generale tre sono, in particolare, i tipi di storie di spionaggio che la maggioranza della gente conosce e avrebbe interesse a provare: lo spionaggio fantasioso, rappresentato da serie televisive come Chuck o dai più vecchi film della saga di 007; lo spionaggio d’azione, rappresentato dai film di Bourne o dai più recenti film di 007 (quelli con Daniel Craig); e lo spionaggio realistico, rappresentato da serie tv come Homeland o, ancora di più, come Turn (serie spionistica ambientata nell’America del tardo Settecento). Lo spionaggio fantasioso si cura poco del realismo e si focalizza, piuttosto, sull’aspetto romantico ed epico della vita delle spie. In questo tipo di storie conta soprattutto la possibilità di accentuare il lato straordinario ed eccitante dello spionaggio: attraverso straordinari equipaggiamenti ed eroiche capacità, le spie sono in grado di sconfiggere i loro terribili nemici (i quali saranno tanto fantasiosi ed epici, quanto i protagonisti) e di compiere gesta al di fuori dell’ordinario. In questo caso non è per nulla importante andare a capire com’è realmente la vita delle spie, quanto piuttosto consentire di utilizzare lo spionaggio come mezzo per vivere avventure epiche e straordinarie. Lo spionaggio d’azione, invece, focalizza la sua attenzione sul combattimento, che tenderà il più possibile ad essere scenico, emozionante e dinamico. Non è necessario che la campagna sia iper-realistica, così come non deve essere necessariamente fantasiosa: ciò che conta è che tutta la campagna sia dominata dall’adrenalina e risulti veloce, potente, fondata sull’azione e sul combattimento epico-coreografico. Questo tipo di campagna mischia i tradizionali temi della segretezza e della cospirazione presenti nel genere spionistico con la presenza di straordinari combattimenti e scene d’azione indimenticabili: non solo lo scontro con i nemici ha qui grande rilievo, ma sono importanti anche gli inseguimenti, le fughe o, in generale, i momenti d’azione provocati dalla necessità di concludere una missione. Lo spionaggio realistico, infine, è quello che appunto mira a replicare in gioco le vere attività delle spie e, per questo, in genere prevede una maggiore presenza di intrigo, di giochi d’astuzia, della necessità dover agire in segreto e di saper colpire i propri nemici nei propri punti deboli. Questo tipo di spionaggio ha meno a che fare con l’azione (anche se i combattimenti sono più che possibili), non riguarda l’uso di equipaggiamento irrealistico e non mira ad essere epico, ma punta ad esplorare la tensione della vita di chi deve agire in segreto per battere i propri avversari, per scoprire segreti di grande rilievo e proteggere i propri. Nel nostro mondo reale, dopotutto, le spie hanno sempre avuto l’importante compito di difendere la propria patria dagli assalti invisibili, ma ugualmente letali, portanti avanti da professionisti come loro: mentre i soldati si confrontano a viso aperto sul campo di battaglia, le spie portano avanti uno scontro più sottile, basato sul controllo delle informazioni e sulla comprensione delle tattiche avversarie, conoscenze che possono consentire loro di decidere il destino di interi eserciti o addirittura nazioni. Nonostante una spia raramente combatte a viso aperto contro i propri avversari, la sua vita rimane estremamente pericolosa: spesso questo lavoro richiede di operare in territorio nemico, sotto mentite spoglie, con il rischio di essere beccati a compiere atti considerabili reati di cospirazione, sedizione e/o tradimento. Questo tipo di campagna, dunque, tenderà ad avere molto a che fare con la capacità di influenzare i PNG, di creare reti di contatti e alleati, di sapersi infiltrare di nascosto o sotto mentite spoglie in certi luoghi e di conseguire specifici delicati obbiettivi come il rubare informazioni, posizionare prove false, individuare le spie avversarie, arruolare nuove spie o nuovi contatti, ecc.. Fatte queste distinzioni, è importante ricordare comunque che i temi della segretezza e dell’inganno sono caratteristiche importantissime di qualunque campagna di spionaggio, indipendentemente dalla tipologia. Semplicemente, ogni stile di campagna spionistica affronta questi temi in maniera differente: lo spionaggio fantasioso ne sviluppa il lato epico, quello d’azione il lato action, mentre lo spionaggio realistico, invece, lo fa, infine, evidenziando l’aspetto dell’intrigo, della tensione e del mistero. Tutte le campagne di spionaggio, tuttavia, tendono ad avere a che fare con missioni sotto copertura, recupero di segreti, individuazione di spie nemiche, protezione dei propri segreti dallo spionaggio nemico, ecc. Durante una campagna incentrata sul viaggio, il gruppo di spie si sposterà da luogo a luogo per adempiere alle proprie missioni: come si può vedere in certi film, informazioni, segreti e incarichi possono portare una spia in luoghi diversissimi del mondo, allo scopo di sventare i piani del nemico o di realizzare i propri. Al contrario, il gruppo di spie può partecipare a una campagna regionale: in questo caso, tutto potrebbe incentrarsi sulla necessità di costruire e gestire una rete di spionaggio in un luogo preciso, tentando di non farsi scoprire mentre si compiono le varie missioni necessarie a far vincere la propria fazione; i PG potrebbero trovarsi ad agire in un territorio in gran parte dominato dal nemico, motivo per cui dovranno compiere le loro missioni senza farsi individuare; altrimenti, potrebbero lavorare in un luogo dominato dalla loro fazione, ma con la presenza di un pericoloso gruppo di dissidenti da scovare e distruggere. Una campagna di spionaggio, infine, può fare anche largo uso di Fazioni e Organizzazioni, le quali possono tutte avere ampi motivi per spiarsi fra loro o per aiutare/ostacolare la fazione per cui militano i PG. Circoli occulti di cospiratori, servizi segreti legati a vari regni, Clan nobiliari e Fazioni politiche interne a una città sono tutti esempi di Fazioni/Organizzazioni che possono avere interesse a spiarsi a vicenda. Gli atti di spionaggio, dopotutto, vengono spesso eseguiti anche in tempo di pace, in modo da consentire a una delle fazioni di vincere la partita che consente di ottenere potere, successo o supremazia. Visualizza articolo completo
  2. Sto mese credo abbiano avuto grossi problemi di logistica e abbiamo postato una cosa al volo. Mearls è, comunque, già in lavorazione da un pò sull'Arcani Rivelati di Agosto. Vediamo un pò...
  3. Intanto ti faccio i miei complimenti. Apprezzo sempre quando vedo utenti che provano a riutilizzare un sistema per giocare a cose diverse, e ancora di più apprezzo vedere persone proporre varianti Sci Fi per D&D 5e. Il tuo progetto m'incuriosisce molto, quindi tienimi pure aggiornato con i tuoi progressi, se vuoi. Riguardo a questo tuo preciso topic credo, però, di poterti aiutare solo fino a un certo punto (anche io arrivo fino a un certo punto riguardo al bilanciamento delle Razze). IL termine "estetici" non è malissimo, anche se capisco l'esisgenza di trovare un nome che ti suoni meglio. IL problema è che non è facile trovare una alternativa simile, perchè il tuo bio-mech incarna diverse tipologie di sintetici: con la tua Sottorazza si possono creare gli androidi/sintetici di piacere, diplomatici, domestici, negoziatori della polizia, ecc. Proverò a rifletterci su e, se mi viene in mente qualcosa, ti faccio sapere. Riguardo alla razza in generale, il concept è intrigante. Per quel che riguarda le Sottorazze, forse sono un po' deboli rispetto alle sottorazze Core di D&D. Quelle che mi lasciano più dubbi sono in particolare la Sottorazza degli Estetici e quella degli Operai. Come concept sono ottimi e la direzione che hai preso mi piace....forse, però, serve qualcosa in più. Su questo, però, non mi dispiacerebbe anche a me sentire l'opinione anche di qualcun altro.
  4. A volte c'è bisogno di personaggi creati velocemente per la sessione di D&D. In questo nuovo Arcani Rivelati, ecco a voi le regole per improvvisare al volo i personaggi della vostra campagna. Se state giocando a una campagna improvvisata con un tempo limititato per la creazione dei personaggi, avete il desiderio di introdurre velocemente un nuovo giocatore in una campagna già iniziata, o avete bisogno di un nuovo PG per rimpiazzare un avventuriero morto, queste regole opzionali sono per voi. Potete pensare al materiale qui presentato come similare alla prima ondata di materiale del playtest della quinta edizione. Queste meccaniche di gioco sono in forma abbozzata, usabili nella vostra campagna, ma non ancora forgiate del tutto tramite playtest ed iterazioni ripetute. Sono altamente instabili e potrebbero essere sbilanciate; se le usate siate pronti a risolvare le varie problematiche che potrebbero presentarsi. Sono scritte a matite, non con l'inchiostro. Per queste ragioni il materiale presentato in questi articoli non è legale per gli eventi di D&D Organized Play. Arcani Rivelati: Personaggi pronti al volo Visualizza articolo completo
  5. Se state giocando a una campagna improvvisata con un tempo limititato per la creazione dei personaggi, avete il desiderio di introdurre velocemente un nuovo giocatore in una campagna già iniziata, o avete bisogno di un nuovo PG per rimpiazzare un avventuriero morto, queste regole opzionali sono per voi. Potete pensare al materiale qui presentato come similare alla prima ondata di materiale del playtest della quinta edizione. Queste meccaniche di gioco sono in forma abbozzata, usabili nella vostra campagna, ma non ancora forgiate del tutto tramite playtest ed iterazioni ripetute. Sono altamente instabili e potrebbero essere sbilanciate; se le usate siate pronti a risolvare le varie problematiche che potrebbero presentarsi. Sono scritte a matite, non con l'inchiostro. Per queste ragioni il materiale presentato in questi articoli non è legale per gli eventi di D&D Organized Play. Arcani Rivelati: Personaggi pronti al volo
  6. Sono alla puntata 5 e sono straordinariamente contento di aver scoperto questo piccolo gioiello. Non solo è un grande omaggio agli anni '80 e a molti dei film che hanno segnato la mia infanzia (ET, Stand by me, IT, i Goonies, ecc.), ma è anche una avventura di D&D inserita nel mondo reale!! Ottima serie per il momento, anche se da quello che leggo sembra tutta decisamente validissima.
  7. Ma è molto probabile che alla WotC stiano discutendo anche dell'andazzo dei PDF su Magic. Ma come ho provato a spiegarti, dal rilasciare amatorialmente dei PDF (perchè è Wyatt che li scrive nel suo tempo libero) al progettare ufficialmente dei manuali ne passa. nel secondo caso c'è la necessità di impiegare soldi e personale che, attualmente la WotC sta concentrando su altro. Anche se alla WotC in questo momento avessero già deciso di creare prima o poi dei veri e propri manuali su Magic (cosa che ancora non possiamo sapere), questo tipo di prodotto verrebbe posticipato rispetto a cose ritenute più importanti, ovvero regole per giocare ai setting tradizionali di D&D. Lo so che ti piacerebbe vedere rilasciati decine di manuali su Magic, ma non è così che funziona. Prima devono valutare se c'è mercato (e 2 PDF, anche se vanno bene, non consentono di registrare un dato consolidato...ti basta ricordare che per trovare una versione Core di D&D 5e che fosse adeguata al responso del pubblico, ci sono voluti 2 anni di playtest pubblico), poi il materiale viene messo a confronto con altre necessità e organizzato in base alle prerogative della WotC. Magic, mi spiace, non viene prima di Ravenloft, Eberron, Dark Sun, ecc. Se vuoi vedere dei seri manuali di magic dovrai aspettare. L'Attuale WotC non ha abbastanza dipendenti e risorse per fare una produzione di massa di decine di manuali all'anno. Anche a me piacerebbe avere le regole di Spelljammer, ma queste verranno per ultime dopo tante altre ambientazioni. Lo stesso accadrà per magic, se mai nel tempo i numeri dei PDF concretizzeranno all'attenzione della WotC che c'è mercato. Al momento puoi solo accontentarti dei PDF gratuiti oppure crearti le tue HR. Purtroppo la WotC non cambierà improvvisamente struttura interna, passando da 15 a 200 persone disponibili al design, solo perchè noi vorremmo vedere manuali di D&D 5e legati a cose differenti dai setting core. Ci vorrà il tempo che ci vorrà. Considerato che il materiale su magic è gratuito e creato nel tempo libero da James Wyatt, che potrebbe anche fare tutt'altro, personalmente non mi lamenterei troppo. Niente obbliga la WotC a rilasciare questo tipo di materiali e, se questa cosa viene fatta, è perchè si ha piacere a fornire ai giocatori qualcosa che gli piacerebbe giocare. Visto le attuali risorse e l'attuale personale, la vita della WotC sarebbe più semplice e tranquilla a non pubblicare nulla di tutto ciò. Anzi, le sarebbe convenuto stare zitta e, prima o poi, pubblicare un manuale di Magic sorprendendo tutti. Se James Wyatt si sta sbattendo a scrivere le regole che sta pubblicando è per amore verso D&D, verso magic e verso il pubblico, oltre che per vedere se in futuro c'è qualche possibilità di mercato. Ma James Wyatt non ha a disposizione un team di designer e di playtester professionisti per creare seri manuali di D&D Magic, quindi quello che fa è già ottimo. Avrebbe potuto benissimo fregarsene e dedicarsi solo al suo lavoro sulle carte di Magic.
  8. Altro grande articolo, DB_Cooper!! Avevi conquistato il mio favore già all'inizio, quando hai parlato dell'utilità del reskinn e del tirare fuori tanto dal poco. Poi, però, hai scritto nero su bianco una delle mie convinzioni fondamentali come giocatore di ruolo, motivo per cui per me ti meriti un grande applauso. Prima di tutto è importante capire il personaggio "chi è", piuttosto che il "cosa fa".... Mai stato più d'accordo. Secondo me, come mi pare tu stesso hai a tuo modo descritto, la ricerca dell'efficienza che ha dominato negli ultimi anni ha fatto perdere di vista la profondità narrativa dei personaggi, il chiedersi chi sono questi personaggi a prescindere dalle statistiche che li compongono. La tendenza che ho percepito negli anni è che nei gdr come D&D si è spesso persa la "magia" del partecipare a un racconto creato collettivamente, a favore del puro (e spesso freddo) calcolo matematico. La sempre più grande attenzione verso la somma dei vari bonus o verso la scelta delle capacità che aiutano a rendere il PG più efficiente in un dato campo, hanno secondo me fatto perdere di vista la considerazione del PG come una persona immaginaria in un mondo immaginario. Tanto che, poi, non raramente oramai un personaggio viene giudicato in base alle sue statistiche meccaniche e non più attraverso la sua identità immaginaria. Il personaggio, insomma, spesso viene pensato ormai in base a quello che fa (il PG con N livelli di Classe e M livelli di CDP, con tot talenti, capace di eseguire le tot azioni in combattimento con tot bonus), piuttosto per chi è (qual è la sua storia? Perchè è diventato un membro di quella classe? Perchè sa fare quel che sa fare? Quali sono i suoi effettivi scopi? Perchè avrebbe interesse a uccidere mostri e svaliguare dungeon? E' davvero necessario che abbia interesse in uccidere mostri e svaligiare dungeon? C'è magari altro che il PG potrebbe avere interesse a fare?). Personalmente ritengo un peccato che ci si sia persi per strada la magia del vivere un racconto. L'altra soluzione è più che legittima, ma negli ultimi anni sento anche io che un certo spirito sia in parte stato perduto. E' per questo che tendo ad avere l'interesse, pure io, a mostrare che ci possono essere numerosi modi per rendere sorprendente la propria esperienza di gioco, senza per forza essere costretti a cambiare Gdr o a utilizzare infinite liste di nuove meccaniche. Riguardo a questo, credo che potrebbero piacerti alcuni articoli che ho intenzione di pubblicare nella Home di Dragon's Lair da qui ai prossimi mesi.
  9. Di mercati ce ne sono sempre nella teoria, ma è la pratica che a un'azienda interessa. Se vai in giro a chiedere a dei giocatori se loro comprerebbero un manuale di D&D 5e Magic, ne troverai a migliaia......ma il numero che davvero conta è quanti andranno poi effettivamente a spendere i soldi per quegli stessi manuali. E' per questo che, prima di buttarsi sulla pubblicazione di manuali (la cui progettazione e la cui stampa richiedono tempo e denaro), i designer rilasciano materiale gratuito per testare il terreno. Il materiale gratuito serve per 3 ragioni: Scoprire in maniera concreta il numero di persone che scaricano il materiale nel tempo (numero che da una concreta visione dell'effettivo mercato di base, più di un generico "a tanti piacerebbe"; in particolare tenere conto dei download durante il passare dei mesi aiuta a capire se c'è un gruppo di acquirenti potenziale o se si tratta solo di gente che scarica solo perchè attratta dalla curiosità del momento, per poi abbandonare la cosa dopo aver letto 3 righe del primo PDF). Aggiustare le regole in base ai feedback rilasciati dalla gente (sicuramente nel caso del primo PDF su D&D 5e Magic c'è stato un sondaggio). Ricevere feedback aiuta a creare regole che meglio rispondono alle esigenze dei giocatori, dunque aiuta ad attirare l'attenzione di quei giocatori. Non ultimo, attirare l'attenzione della gente e iniziare a costruire nella comunity di giocatori l'idea che un simile prodotto è un progetto concretamente considerabile. Il mercato reale, quello di chi realmente spenderà i soldi, in genere lo si costruisce attraverso la promozione, ovvero iniziando a convincere la gente che ha un reale interesse nel prodotto. La prima cosa essenziale da fare, in questo caso, è dare visibilità al prodotto stesso. E' a questo che serve la release di una serie di PDF gratuiti. Tieni presente che, per quanto molti abbiano giò da anni il desiderio di simili manuali, è la prima volta che un simile prodotto viene presentato come concretamente possibile, quindi bisogna farlo apparire davvero reale nella mente dei giocatori promovuendone la progettazione. Sembra facile vendere una cosa, soprattutto quando si ritiene che "molti desidererebbero giocare una cosa del genere". Un'azienda, purtroppo, non può rischiare di muoversi fintanto che non ha numeri concreti su cui basarsi. E' facile perdere cifre enormi nella produzione di cose che, poi, alla fine non vendono quanto si credeva. Il mercato c'è solo se ci sono i numeri concreti. Nella teoria pure io so che il mercato c'è.....ma una azienda come la WotC (soprattutto l'attuale WotC, con le risorse diminuite dalla Hasbro) ha bisogno prima di capire se c'è il mercato nella pratica, numeri alla mano. Soprattutto considerando che la stessa community di giocatori gli ha dato il feedback per un'edizione basata su un ritmo lento di release. E, quindi, prima di tutto vengono i grandi classici di D&D, poi si può pensare ad altro. Questo è ciò che i giocatori hanno detto alla WotC tramite i sondaggi. A parte che quelle 3-5 persone da dedicare solo ai manuali di D&D 5e Magic non ce le hanno (James Wyatt sta creando le regole per pura passione, al di fuori del suo lavoro nel team Magic), la produzione di un manuale di Gdr non è cosa tanto semplice come quasi lasci intendere (a meno che non lo si voglia pubblicare senza un adeguato e professionale playtest). Già solo per un manuale ben focalizzato e ridotto nei contenuti può partire via un anno, se non due, tra creazione delle regole, playtest, correzioni, rifiniture, editing e stampa; periodo durante il quale i designer devono rimanere ben concentrati sulla progettazione del supplemento. Qui stiamo parlando di pubblicare materiali legati a una linea, Magic, piena zeppa di setting differenti fra loro, ognuno dei quali richiederebbe meccaniche specifiche. Considerando che, nel frattempo, i giocatori si aspettano che la WotC pubblichi anche praticamente tutti i setting ufficiali di D&D, solo se avesse a disposizione un grosso team di Game Designer l'azienda avrebbe la possibilità di pubblicare in parallelo una simile mole di materiale. Visto che, però, il D&D team è composto da solo una 15ina di persone, la Hasbro tiene ben stretti i cordoni della borsa e ha imposto alla WotC una procedura di release basata su più prodotti (ogni manuale deve essere progettato in parallelo a videogiochi, board game, fumetti, romanzi, ecc.), il Magic Team è concentrato sulla progettazione delle carte, e i giocatori sia aspettano prima di tutto i setting ufficiali, oltre a una release lenta dei supplementi (sondaggio del Marzo 2015), è praticamente impossibile che l'attuale WotC possa nell'immediato dedicare il proprio tempo alla creazione di manuali D&D 5e Magic completi e bilanciati, in modo da rilasciare tutto da qui a pochi mesi. Realisticamente parlando è più probabile che ci sarà una lunga lista di PDF gratuiti, che potrebbero portare alla creazione di manuali seri solo una volta che i setting più importanti di D&D saranno finalmente rilasciati. A meno che la WotC si decida a esternalizzare la produzione di qualcosa ad altre case editrici.
  10. Purtroppo James Wyatt ha già dichiarato che, per il momento, non staranno a creare regole che modificano radicalmente l'impianto di D&D, ma piuttosto ad aggiungere meccaniche che aiutino a ricreare in maniera giocabile le ambientazioni di Magic. E' da tenere presente che queste regole non rappresentano il piano fondamentale su cui è concentrata la WotC e che, piuttosto, siamo ancora nella fase in cui la Wizards stessa sta rilasciando questo tipo di PDF per registrare l'interesse dei giocatori riguardo a simili materiali. Vedete tutto questo come una sorta di Playtest Pubblico, non come materiale ufficiale definitivo. Queste che vediamo sono sperimentazioni per capire se c'è potenziale mercato. Finchè la WotC non è sicura al 100% di poter puntare seriamente su una simile idea, non starà a focalizzarsi sulla creazione di sistemi complicati. L'attuale WotC ha troppe poche risorse per potersi concentrare pienamente su progetti simili. La possibilità c'è, ma dipende tutto dal feedback dei giocatori e dalla decisione di esternalizzare il progetto. Difficilmente manuali per simili ambientazioni verranno progettati internamente dalla WotC, non prima che questa sia riuscita a pubblicare almeno qualche altra roba di più classicamente D&D....insomma, la gente si aspetta prima i setting tradizionali di D&D, poi eventualmente il materiale per Magic o altro. In parole povere, o si aspetterà che siano rilasciate prima le cose considerate dal pubblico essenziali, o si esternalizzerà il progetto ad altre aziende....ma solo se si avrà certezza che c'è un reale mercato.
  11. AD&D 2nd Edition Revised....la mia versione di D&D preferita dopo la 5a Edizione. Bell'articolo, DB_Cooper.
  12. Sul reddit Unearthed Arcana l'utente Faolyn ha postato una nuova lista di equipaggiamenti per gli Avventurieri di D&D, completa di nuovi oggetti d'avventura, nuovi strumenti, nuovi beni per il commercio , il prezzo per l'acquisto di nuovi animali e un paio di nuove armi (la falce e la garrota). Si tratta di equipaggiamenti utilissimi per una grande varietà di campagne di D&D, da quelle più tradizionalmente medieval-fantasy a quellle che traggono spunto dall'ambientazione rinascimentale e moderna. Qui potete trovare direttamente il PDF dell'equipaggiamento: https://drive.google.com/file/d/0B0Qx4NeOkTzTSjEwMWJVRWhvTWc/view?pref=2&pli=1
  13. In realtà non mi sembra tanto forte quanto può sembrare. Certo, ottenere la competenza in 4 Abilità è decisamente vantaggioso, ma non tanto da creare un effettivo sbilanciamento (soprattutto se si considera che il PG non ottiene dalla sottorazza altro). Anzi, l'Umano Variante in confronto mi sembra ancora quello più forte.
  14. Devo dire che questo setting di Magic non mi dispiace. Mi piace molto l'idea di un mondo popolato solo da umani (anche se mi trovo sempre meno convinto dell'utilizzo delle Sottorazze per rappresentare le differenze culturali da regione a regione, o da popolazione a popolazione; mi suona assurda l'idea che la gente di un dato luogo o di una data sottorazza nasce tutta uguale, come se fosse fatta con lo stampino) e trovo molto carine le revisioni di molte creature. La regola che mi ha colpito di più, però, è il nuovo Background Inquisitore. Lo vedo bene in una campagna di stampo Medievale-Dark Fantasy, con un gruppo di PG incaricati dalla Chiesa di andare ad indagare su una serie di inquietanti casi di possessione demoniaca in una particolare regione (o scenari simili).
  15. Confermo che mancano molte sezioni dei 3 Manuali Core in Next. Non ho avuto la possibilità di leggere tutto l'ottimo lavoro di Michele, ma mi trovo spesso a consultare Next quando ho bisogno di spunti di traduzione per le mie HR e confermo che, in genere, le sezioni "a pagamento" tipici dei manuali Core non ci sono, per quello che ho notato. Lo si può notare, in particolare, dalle regole dell'Arbitro, mancanti di molto di quello che invece è presente sulla Guida del DM. Michele ha fatto bene. Dopotutto, per quello che ho capito, anche solo la traduzione di materiale non gratuito o non lasciato sotto SRD è violazione di copyright. Si possono usare le regole, ma non usare le esatte parole o tradurre le esatte parole, a meno che chiaramente rilasciate gratuitamente dai designer (compresa la RSD) o non specificatamente poste sotto copyright (ad esempio, molti nomi e termini ufficiali di D&D sono sotto copyright e non possono essere usati...motivo per cui Next usa termini particolari).
  16. Wow davvero!!! Grazie mille per l'onore, ragazzi!! Me ne sento davvero lusingato. Pure io cercherò di dimostramene degno.
  17. @Nesky, se non ricordo male eri tu a chiedere una meccanica più pericolosa sulla Sanità Mentale e sulla Follia.
  18. Sommario: Variante: Sanità Mentale e Follia Regole Opzionali La Sanità Mentale nelle Campagne Gotiche e Horror La Sanità Mentale nelle Campagne Mitiche La Sanità Mentale nelle Campagne Fiabesche Mondi violenti e terrificanti Campagne Investigative D&D 5e, alle pagine 258-260 e 264-266 della Guida del DM, fornisce le regole ufficiali sulla Follia e sulla Sanità. Per quanto secondo me già molto buone, personalmente trovo che queste regole possono essere perfezionate ancora, così da ottenere una meccanica più adatta a quelle Campagne in cui giocatori vogliono vivere in maniera più concreta il rischio della caduta nella follia. In questo articolo il mio scopo sarà presentare una nuova meccanica della Sanità Mentale, attraverso la quale voglio provare a risolvere quelli che sono, secondo me, i punti deboli della meccanica originale: La regola originale di D&D 5e sulla Follia presenta un alcune Follie, le Follie Indeterminate (Indefinite Madness), che si fondano semplicemente sull'idea di attribuire al personaggio semplicemente un nuovo Difetto. Ciò significa che la Follia Indeterminata non ha una effettiva conseguenza meccanica e, quindi, può essere più facilmente ignorata da quei giocatori che non hanno troppa voglia di mettersi in gioco nell'interpretazione del proprio personaggio. L'idea, quindi, è quella di creare un sistema che, mentre da un lato elimina le Follie Indeterminate, utilizzi in maniera più importante le Follie a Lungo Termine, queste ultime maggiormente capaci di crere effetti di follia più tangibili in gioco. La regole originali di D&D 5e sulla Sanità e sulla Follia lasciano al DM la totale libertà della scelta su quale tipo di Follia (a Breve Termine, a Lungo Termine o Indeterminata) attribuire a un personaggio. Mancando una regola che determini una reale progressione della follia nel personaggio, ciò significa che queste meccaniche non aiutano di per loro il giocatore a sentire realmente il rischio di una sempre più pericolosa caduta verso la follia. L'idea quindi, è quella di ristrutturare la meccanica della Sanità, in maniera da far percepire un rischio sempre maggiore di perdere la ragione man mano che il punteggio di Sanità del PG diminuisce. La regole originali della Sanità e dell'Orrore di D&D 5e non affrontano in maniera chiara il rischio che un PG corre di perdere la testa di fronte ad eventi che per lui siano psicologicamente devastanti (intendo quelli che non sono necessariamente prodotti dal mero orrore). Attraverso la meccanica della Sanità Mentale, dunque, voglio introdurre un sistema per determinare se il PG rischia di perdere il controllo o addirittura impazzire se si trova ad assistere a scene o a vivere situazioni che egli non è psicologicamente in grado di reggere, come l'assistere alla morte di una persona cara, essere testimone di una terribile violenza, perdere uno status considerato fondamentale per la propria esistenza, ecc. VARIANTE: SANITA' MENTALE E FOLLIA Nelle Campagne di D&D in genere ci si è abituati al fatto che il principale pericolo vissuto dai PG sia quello di morire a causa delle ferite subite. Vi sono campagne, tuttavia, in cui ci sono altre tristi fini che un personaggio può subire, come la totale perdita della propria sanità mentale. Il rischio della perdita del controllo è una tematica che può valere decisamente la pena di essere giocata. Non necessariamente le minacce che i personaggi si troveranno di fronte saranno creature da combattere, ma piuttosto orrori terrificanti che misureranno la loro capacità di rimanere saldi e minacce incommensurabili da fermare prima che la propria mente crolli del tutto. La meccanica qui descritta permette di esporre i personaggi al concreto rischio di finire preda della follia man mano che perdono la loro Sanità Mentale. Affrontare sfide psicologicamente traumatizzanti o addirittura sconvolgenti può destabilizzare la mente dei personaggi, e rendere loro sempre più difficile affrontare ulteriori minacce (a causa delle conseguenze imposte dalle varie Follie). La Sanità Mentale, inoltre, può essere l'occasione per approfondire in gioco il tema della follia e degli oscuri abissi in cui può sprofondare la mente. Attraverso le varie Follie collezionate dai PG, i giocatori possono esplorare il lato intimo dei personaggi e decidere di studiare in maniera più specifica il lato personale della loro condizione mentale. La discesa attraverso la follia può essere usata non solo come strumento per enfatizzare il tema orrorifico, ma anche come mezzo per intraprendere un viaggio personale nella psiche del proprio personaggio. MODIFICHE ALLA MECCANICA DELLA FOLLIA Alle pagine 258-260 della Guida del DM, come già precisato, può essere trovata la regola ufficiale sulla Follia. Tale regola, però, prevede l'esistenza delle Follie Indefinite (Indefinite Medness), le quali altro non sono che nuovi Difetti permanenti che il personaggio subisce nel momento in cui ottiene questo tipo di Follia. Il problema delle Follie Indefinite è che, come già accennato in precedenza, non attribuiscono effetti meccanici che influenzano concretamente i personaggi e, dunque, si tratta di Follie che possono letteralmente essere ignorate, se i giocatori non sono troppo propensi a interpretare con corenza il proprio personaggio. Questa nuova regola ignorerà, dunque, l'esistenza delle Follie Indeterminate e utilizzerà (come si vedrà più avanti) in maniera maggiormente importante le Follie a Lungo Termine, che potranno trasformarsi nei casi pià gravi in follie di tipo permanente (insomma, Follie a Lungo Termine che possono essere rimosse solo alltraverso il recupero di Sanità Mentale). Inoltre, con questa regola cambia significativamente il modo in cui si ottengono le Follie. Come verrà meglio spiegato più avanti, infatti, con questa meccanica le Follie ricevute e possedute dal personaggio dipendendono totalmente dal punteggio di Sanità Mentale posseduto da quest'ultimo. Avere un'alta Sanità Mentale renderà il personaggio soggetto, in genere, solo a Follie a Breve Termine, mentre un basso punteggio di Sanità Mentale esporrà prima al rischio di una Follia a Breve Termine , poi, a una Follia a Lungo Termine o a una Follia a Lungo Termine resa permanente. Man mano che la psiche del personaggio cola a picco, infatti, la sua stabilità mentale peggiorerà sempre più ed egli sarà soggetto a turbamenti mentali sempre più gravi. Le Follie a Breve Termine andranno a rappresentare il trauma immediato vissuto dal personaggio appena dopo aver assistito all'evento traumatico; le Follie a Lungo Termine temporanee, invece, vanno a rapresentare una maggiore fragilità della mente del personaggio che, dopo aver vissuto un trauma e aver conseguito una Follia a Breve Termine, si troverà a dover affrontare conseguenze sul lungo periodo; le Follie a Lungo Termine rese permanenti, infine, vanno a rappresentare una frattura talmente profonda nella psiche del personaggio da aver lasciato conseguenze indelebili, a meno che il personaggio decida di fare qualcosa per guarire la sua mente oramai radicalmente traumatizzata. CURARE LA FOLLIA Alcuni incantesimi possono influenzare l'effetto delle Follie. Calm Emotions può sopprimere l'effetto di una Follia, permanente e temporanea, per la durata dell'incantesimo. Lesser Restoration, invece, può eliminare del tutto l'effetto di una Follia temporanea (ovvero, Follie a Breve o a Lungo Termine). Al contrario, le Follie a Lungo Termine rese permanenti possono essere guarite solo con il recupero di punti Sanità Mentale. Recuperare Sanità Mentale, inoltre, può consentire di eliminare del tutto o ridurre la durata delle Follie temporanee subite in precedenza, modificando le conseguenze che il personaggio si trova a subire nel caso del fallimento di un Tiro Salvezza su Sanità Mentale. Per maggiori dettagli sulle regole della Sanità Mentale, leggere più avant. Anche la terapia può aiutare a sopprimere temporaneamente o eliminare del tutto l'effetto di una Follia: un medico/psicologo o una guida spirituale che scelgano di dedicarsi per 10 minuti a colloquiare con il soggetto o a praticare su di lui una terapia di qualche tipo, possono effettuare una prova di Saggezza (Medicina) con CD 20 (è necessario eseguire una prova differente per ogni Follia posseduta dal soggetto); se chi effettua la prova ottiene successo, può cancellare del tutto una Follia a Breve Termine o sopprimere per 1 minuto una Follia a Lungo Termine (temporanea o permanente). Come è spiegato più avanti nella sezione dedicata alla Sanità Mentale, un personaggio può eseguire una prova di Sanità Mentale per sopprimere temporaneamente su sè stesso gli effetti di una Follia a Breve o a Lungo Termine (temporanea o permanente). NUOVO PUNTEGGIO DI CARATTERISTICA: SANITA' MENTALE La Sanità Mentale rappresenta la lucidità del personaggio e la sua capacità di resistere di fronte agli eventi psicologicamente sconvolgenti. I personaggi con alta Sanità Mentale sono in grado di rimanere lucidi anche di fronte a circostanze chiaramente folli, mentre i personaggi con basso punteggio di Sanità Mentale sono instabili, costantemente in preda al rischio di crollare di fronte all'orrore e alle situazioni capaci di sconvolgere la loro esistenza. I personaggi con Sanità mentale pari a 0 impazziscono completamente e diventano ingiocabili, fino quando non hanno la possibilità di beneficiare di un trattamento ospedaliero che gli consenta di recuperare Sanità Mentale. Contrariamente agli altri punteggi di Caratteristica, la Sanità Mentale non si calcola e non può essere aumentata nel modo tradizionale. All'inizio della Campagna, tutti i personaggi cominciano con un punteggio di Sanità Mentale pari a 16. A seconda delle esperienze vissute, tale punteggio potrà decrescere fino ad arrivare a 0. Gli unici modi per aumentare la Sanità Mentale sono il trattamento ospedaliero, il sostegno psicologico fornito da medici/psicologi o guide spirituali, l'utilizzo di incantesimi e l'utilizzo di farmaci, pozioni o addirittura droghe (non raramente, le sostanze in grado di far recuperare la Sanità Mentale possiedono, tuttavia, altri effetti collaterali). Maggiori dettagli sulla perdita e sul recupero dei punti Sanità Mentale saranno forniti di seguito. Un personaggio non può possedere più di 20 punti di Sanità Mentale. Prove di Sanità Mentale. Il DM può chiedere a un personaggio di eseguire una prova di Sanità Mentale al posto di una prova di Intelligenza allo scopo di ricordare conoscenze riguardanti creature aliene o con natura ignota, per decifrare le scritture deliranti di un lunatico, per ricordare conoscenze relative a culti/misteri oscuri e terribili, o per imparare incantesimi provenienti da fonti proibite o aliene. Il DM, inoltre, può chiedere una prova di Sanità Mentale quando un personaggio tenta di eseguire una delle seguenti attività: Decifrare una porzione di testo scritta in una lingua così aliena da minacciare di spezzare la mente del personaggio. Resistere temporaneamente agli effetti della Follia. Capire una porzione di magia, la cui natura risulta essere estranea alla logica della magia considerata comune. Cercare di ottenere informazioni utili investigando all'interno di un luogo alieno o la cui natura è totalmente estranea alla logica del mondo materiale. Come descritto più in alto, il personaggio può eseguire una prova di Sanità Mentale per sopprimere temporaneamente gli effetti di una Follia (è necessario eseguire una prova separata per ogni Follia posseduta). Una prova riuscita consente di sopprimere per 1 round gli effetti di una Follia a Breve Termine o di una Follia a Lungo Termine (temporanea o permanente). La CD di questa prova è decisa dal DM in base alla circostanza (in particolare, la presenza di fonti di stress in grado di alimentare la follia del personaggio sarà in grado di determinare CD più alte, rispetto invece a circostanze di maggior quiete). Tiri Salvezza di Sanità Mentale. Il DM può chiedere di eseguire un Tiro Salvezza di Sanità Mentale quando il personaggio si trova coinvolto in eventi che minacciano la sua stabilità mentale, come nelle seguenti situazioni: Vedere per la prima volta una creatura del Far Realm, di un altro piano di esistenza alieno o, in generale, caratterizzata da una natura talmente mostruosa o inconcepibile da provocare un crollo nella psiche del personaggio. Entrare in contatto diretto con la mente di una creatura aliena o di un'entità ultraterrena (ad esempio, una divinità). Essere soggetti a incantesimi che influenzano la stabilità mentale, come l'opzione "Insanity" dell'Incantesimo Simbolo (Symbol). Resistere all'effetto conferito ad attacchi o incantesimi che infliggono danni psichici. Trovarsi al cospettto di eventi psicologicamente traumatizzanti per il personaggio, come il veder morire una persona cara, l'assistere a scene di estrema violenza, subire la tortura, perdere uno status considerato fondamentale per la propria esistenza, ecc.. I Tiri Salvezza su Sanità Mentale funzionano in maniera diversa rispetto ai comuni Tiri Salvezza. Quando un personaggio è costretto a confrontarsi con qualcosa che può minacciare la sua stabilità mentale deve eseguire un primo Tiro Salvezza su Sanità Mentale: se riesce, la sua mente rimane salda e non subisce alcuna conseguenza; se fallisce, la sua mente s'incrina e si trova a subire gli effetti di una Follia a Breve Termine (leggere a pagina 258 della Guida del DM per ulteriori informazioni sulle Follie a Breve Termine). Terminato l'effetto della Follia a Breve Termine, il personaggio subisce le conseguenze stabilite in base al corrente punteggio di Sanità Mentale da lui posseduto, come descritto nella tabella seguente. Allo stesso tempo, il personaggio dovrà eseguire un secondo Tiro Salvezza di Sanità Mentale: se fallisce, il personaggio perde 1 punto di Sanità Mentale. Punteggio di Sanità Mentale Conseguenze 16-20 Nessuna conseguenza 13-15 La Follia a Breve Termine conseguita al fallimento del primo Tiro Salvezza dura il doppio dei minuti normalmente stabiliti. 10-12 Alla conclusione della Follia a Breve Termine, il personaggio subisce gli effetti di una Follia a Lungo Termine temporanea. 7-9 Alla conclusione della Follia a Breve Termine, il personaggio subisce gli effetti di una Follia a Lungo Termine temporanea. La prima Follia a Lungo Termine subita a questo livello di Sanità Mentale diventa permanente (il personaggio può avere solo una Follia permamente a questo punteggio di Sanità Mentale). 4-6 Alla conclusione della Follia a Breve Termine, il personaggio subisce gli effetti di una Follia a Lungo Termine temporanea. Il personaggio ottiene una seconda Follia a Lungo Termine resa permanente (il personaggio può avere solo due Follie permamenti a questo punteggio di Sanità Mentale). 1-3 Alla conclusione della Follia a Breve Termine, il personaggio subisce gli effetti di una Follia a Lungo Termine temporanea. Il personaggio ottiene una terza Follia a Lungo Termine resa permanente (il personaggio può avere solo tre Follie permamenti a questo punteggio di Sanità Mentale). 0 Il personaggio impazzisce completamente e diventa ingiocabile, fino a quando non recupera almeno 1 Punto di Sanità Mentale RECUPERARE SANITA' MENTALE Come descritto in precedenza, vi sono alcuni metodi per guarire le Follie a prescindere dal recupero di Sanità Mentale. Tuttavia, l'unico modo per guarire le Follie a Lungo Termine rese permanenti è aumentare il proprio punteggio di Sanità Mentale. Aumentare tale punteggio è importante, inoltre, anche per salvare il personaggio dalle sempre più gravi conseguenze a cui è esposto il personaggio se perde i Tiri Salvezza su Sanità mentale. La Sanità Mentale può essere recuperata solo attraverso il trattamento ospedaliero, la terapia psicologica garantita da un medico/psicologo, il sostegno fornito da un sacerdote o un simile guida spirituale, l'utilizzo di particolari tipi di incantesimi o l'utilizzo di medicine, pozioni e droghe. In genere, un personaggio può recuperare 1 Punto di Sanità Mentale per ogni settimana che trascorre in terapia presso un ospedale, un medico/psicologo o una guida spirituale. Alcune medicine, pozioni e droghe, a discrezione del DM, possono far recuperare 1, 1d4 o 1d6 punti Sanità Mentale. Molte di queste sostanze, tuttavia, sono note per produrre altri tipi di effetti indesiderati. E' possibile utilizzare le regole da me create sulle Droghe e la Dipendenza, per introdurre in gioco alcuni di questi effetti indesiderati. L'utilizzo di un incantesimo Greater Restoration , diversamente da quanto accade per altri punteggi di Caratteristica, può consentire di riguadagnare 1d6 punti di Sanità Mentale. SANITA' MENTALE e LA REGOLA SULL'ORRORE Se si decide di utilizzare questa regola sulla Sanità Mentale, essa di fatto va a sostituire del tutto la regola sull'Orrore, descritta a pagina 266 della Guida del DM. Ciò che normalmente richiederebbe di eseguire un Tiro Salvezza per resistere all'Orrore, andrà a richiedere un Tiro Salvezza di Sanità Mentale, esponendo il personaggio alle conseguenze descritte più in alto. Al contrario, la regola sulla Paura descritta alla medesima pagina della Guida del DM può funzionare perfettamente in accordo con la regola della Sanità Mentale. REGOLE OPZIONALI REGOLA OPZIONALE: SANITA' MENTALE COME CARATTERISTICA PER IL LANCIO D'INCANTESIMI Questa Regola Opzionale prevede che la magia sia, in generale, uno strumento troppo potente e inconoscibile per poter essere usato dalla gente senza rischi per la propria sanità mentale. Il contatto con poteri e forze sovrannaturali espone il personaggio a conoscenze, realtà e poteri che la mente umana non è in grado di reggere. Con questa Regola Opzionale, tutti gli incantatori utilizzano la Sanità Mentale come Caratteristica per il lancio dei loro incantesimi, al posto della Caratteristica normalmente decisa dalla loro Classe. Questo significa che le prove di Attacco magico e le CD dei Tiri Salvezza dei loro incantesimi saranno basati sul modificatore concesso dalla loro Sanità Mentale. In aggiunta, il lancio degli incantesimi può minacciare la stabilità mentale dell'incantatore: dopo aver lanciato un incantesimo, l'incantatore dovrà eseguire i Tiri Salvezza su Sanità Mentale, rischiando in questo modo di acquisire Follie e di perdere punti di Sanità Mentale. Naturalmente, questa Regola Opzionale implica che, man mano che scenderà la Sanità Mentale del personaggio, diminuiranno il suo Attacco magico e le CD dei suoi incantesimi. REGOLA OPZIONALE: PERDITA DEFINITIVA DEL PERSONAGGIO A 0 SANITA' MENTALE Utilizzando questa Regola Opzionale, se i personaggi finiscono a 0 Sanità Mentale impazziscono del tutto e smettono di essere giocabili in maniera definitiva. La loro mente è perduta per sempre ed è esattamente come se fossero morti in termini di gioco. Questo costringerà i giocatori a prestare molta attenzione al punteggio di Sanità Mentale del loro PG ed aumenterà la percezione del rischio che questi ultimi corrono decidendo di affrontare creature mostruose, realtà aliene, eventi terrificanti e a inseguire misteri inconoscibili per una mente mortale. REGOLA OPZIONALE: MOSTRI CHE FANNO DANNI ALLA SANITA' MENTALE Utilizzando questa regola opzionale alcuni mostri possono ottenere la capacità di infliggere direttamente danni alla Sanità Mentale di un personaggio. Tipicamente, questo tipo di azione è un assalto alla mente del bersaglio, perpetrato grazie all'aspetto del mostro o al potere alieno della sua mente. L'assalto concede un Tiro Salvezza di Sanità Mentale al bersaglio, la cui CD dipende dal Grado di Sfida del mostro (guardare la tabella "Monster Statistics by Challange Rating" a pagina 274 della Guida del DM, per fissare tale CD): se il bersaglio fallisce il TS subirà la perdita di una certa quantità di punti Sanità Mentale, tipicamente 1d4. I punti Sanità Mentale persi possono essere recuperati attraverso i normali metodi, come descritto più in alto. Tipicamente, inoltre, questa capacità possiede la proprietà "Ricarica (5-6)" oppure, nel caso dei mostri più potenti, può essere usato a volontà 1 volta al turno. Nonostante questa capacità possa essere potenzialmente ottenuta da praticamente ogni mostro, sarà più probabile vederla in possesso delle creature più potenti. Il DM, ovviamente, ha la libertà di attribuire questo tipo di azione ai mostri che preferisce, in base alle necessità della sua campagna. Allo stesso tempo, il DM può anche decidere di modificare le regole della capacità qui descritta: in questo caso, tuttavia, sarà il DM a dover valutare l'impatto delle modifiche sul GS del mostro. E' importante tenere in considerazione, comunque, che un simile tipo di attacco può consentire a un mostro di risultare facilmente letale, soprattutto se si unisce questa Regola Opzionale a quella che fa "morire" i PG che arrivano a 0 punti Sanità Mentale. LA SANITA' MENTALE NELLE CAMPAGNE GOTICHE E HORROR Se ci sono delle campagne nelle quali la regola della Sanità Mentale calza a pennello sono quelle Gotiche e Horror. Il caso più scontato è, ovviamente, quello delle campagne ambientate nel mondo di Lovecraft o in setting che ne traggono fortemente spunto: le antiche, inquietanti e oscure divinità create dalla penna di H.P Lovecraft sono l'incarnazione del terrore in grado di far sprofondare nella follia coloro che sono tanto incauti o sfortunati da incontrarle; le sconvolgenti verità nascoste nelle viscere della terra, nelle profondità degli oceani o perdute attraverso gli eoni del tempo, sono misteri terribili che potrebbero distruggere le fondamenta stesse dell'universo, figurarsi la debole mente di umili creature mortali. Anche il più classico genere Gotico, tuttavia, può fare ampio uso di una meccanica come la Sanità Mentale. In D&D si è, in genere, abituati all'idea di affrontare tranquillamente in combattimento certe creature, ma in una campagna puramente gotica Lupi Mannari, Zombie, Vampiri, Mummie, Fantasmi, Demoni ed altre classiche creature gotiche possono provocare Paura e Follia (come spiegato in precedenza, la regola dell'Orrore descritta a pagina 266 della Guida del DM viene del tutto sostituita dalla regola sulla Sanità Mentale ) in coloro che vi entrano in contatto. Questa scelta può donare un maggiore spessore a questo tipo di creature e a renderle una sfida ancora più pericolosa per i PG, a prescindere dal loro effettivo Grado di Sfida. Invece di essere solo una delle tante creature che i personaggi si troveranno a combattere durante le loro avventure, i mostri gotici possono essere usati come principali antagonisti della Campagna. La Sanità mentale può essere un valido strumento di gioco nelle Campagne Gotiche e Horror in senso più generale. Quando i personaggi si trovano a confronto con eventi disturbanti o per loro psicologicamente devastanti, il DM potrà richiedere loro di eseguire Tiri Salvezza di Sanità Mentale. Si può decidere, infatti, che non solo le creature mostruose o i misteri proibiti inneschino i Tiri Salvezza, ma anche, più in generale, gli eventi traumatici che toccano personalmente l'animo dei personaggi. Trovarsi ad affrontare il proprio fallimento personale, la perdita di persone o cose importanti, essere testimoni di scene psicologicamente destabilizzanti, potrà implicare il rischio di caduta nella follia. Riguardo alle Campagne Horror, invece, incoraggio i DM a considerare di mettere di fronte ai personaggi sfide che siano più di semplici mostri da abbattere, ma di giocare con il sorprendente e con l'orrorifico per creare vere avventure tanto cupe, quanto sorprendenti. L'horror, infatti, è prima di tutto una sfida psicologica e l'incontro con l'incarnazione stessa della paura (per i personaggi, ovviamente ). Questo significa che, utilizzando la Sanità Mentale, le Avventure di una Campagna Horror possono anche incentrarsi, più che sull'azione, anche e soprattutto sull'investigazione e sul confronto con fenomeni o eventi orrorifici, in grado di sconvolgere i personaggi. Il trucco, in questo caso, è porre l'accetto sugli eventi innaturali/inquientanti e sul tono sinistro. Mentre nelle tipiche campagne di D&D si tende a presentare tutto in stile Fantasy e allegro, in una campagna profondamente horror tutto è e dovrebbe essere declinato in maniera cupa e inquietante, ponendo un forte accento sul mostruoso, sul violento, sul disturbante e sullo spaventoso. Mentre nelle tradizionali campagne Fantasy tutto è, invece, descritto attraverso la lente del meraviglioso, nelle campagne horror l'inquietudine e l'orrore devono venire prima. Non prendete in considerazione solo gli eventi prodotti dalle creature mostruose, ma provate a immaginare circostanze anomale in grado di provocare eventi sinistri, angosciosi e spaventosi. Ad esempio, perchè ogni tanto all'interno di un palazzo compare una stanza inesistente che fa svanire gl'incauti che vi entrano? Cosa sta succedendo alle persone di un villaggio, le cui fattezze si stanno lentamente deformando in qualcosa di mostruoso? Perchè mai quella che sembrava una persona si è rivelata, invece, essere un cadavere controllato da uno sciame d'insetti? Come mai chi sente un determinato suono poi è spinto a compiere un raptus omicida? In simili Campagne horror la Sanità Mentale può risultare l'aggiunta perfetta per rendere maggiormente percepibile la sensazione di un orrore sempre più sconvolgente. LA SANITA' MENTALE NELLE CAMPAGNE MITICHE Anche se questo può suonare un po' strano, considerando che il tema della follia è più facile immaginarlo collegato in particolare all'horror o in generale a tematiche cupe, in realtà la Sanità Mentale è una meccanica che può avere un grande ruolo nelle Campagne Mitiche, ovvero nelle campagne incentrate sull'azione di divinità, potenze celesti e potenze demoniache. Miti e leggende mostrano spesso, infatti, come l'incontro con il potere divino o con quello demoniaco possa portare la gente alla follia: demoni e divinità malvage mirano a seminare il caos e a corrompere i popoli; più in generale, il contatto con le entità sovrannaturali, siano esse buone o malvage, è spesso descritto come un evento talmente straordinario da far vacillare la mente dei comuni mortali. Quale mente, dopotutto, sarebbe in grado di rimanere sana alla pura e diretta visione della divinità o delle sue cerchie angeliche? Anche solo una fugace visione dell'ultraterreno (compresi i mitici luoghi dell'oltretomba) potrebbe far impazzire i più saldi. Questa opzione si basa sull'idea che il potere e la natura divine sono qualcosa che va completamente al di là della comune capacità di comprensione mortale. Le creature del mondo non sono fatte per riuscire a sostenere le verità profonde dell'universo e a entrare, dunque, in diretto contatto con le entità che governano quest'ultimo. Nelle campagne mitiche le divinità e le creature ultraterrene esistono ma, utilizzando la regola della Sanità Mentale, qualunque contatto diretto con il potere divino (sia che si parli delle creature stesse o di eventi prodotti da queste ultime, come i miracoli) può minacciare la Sanità Mentale di un personaggio. Questo non varrebbe solo per le entità divine propriamente dette, ma anche per creature quali gli Angeli, i Demoni, Spiriti e creature di natura divina in generale. Inoltre, anche il privilegio di visitare da vivi i luoghi ultraterreni, come il regno dei morti o la dimora delle potenze divine, può far impazzire i mortali. Le divinità, naturalmente, possono decidere di graziare i mortali del fardello della follia, ma raramente questo accade: solo pochissimi privilegiati, scelti dalle divinità stesse per compiere straordinarie missioni, sono risparmiati dalla follia riguardo a specifici accadimenti. Nelle campagne mitiche, inoltre, il tema della follia si collega direttamente al tema dell'arroganza: nei miti e nelle leggende, coloro che sono tanto arroganti da non accettare il proprio posto nell'universo e da provare a superare i limiti imposti dalle divinità, sono minacciati non solo dalla distruzione, ma anche dalla caduta nella follia. Fissati i limiti che le divinità considerano sacri (in base a quelli che sono la natura e gli scopi della divinità stessa), quando un personaggio decide di provare ad agire contro di essi, il DM potrà in questo caso chiedere l'esecuzione dei Tiri Salvezza su Sanità Mentale. LA SANITA' MENTALE NELLE CAMPAGNE FIABESCHE Anche se le storie Disney ci hanno abituato a fiabe tutte allegre e colorate, le leggende e i racconti fiabeschi originali sono stati sempre caratterizzati da un meraviglioso tanto splendido, quanto cupo e minaccioso. Splendore e follia sono due volti della stessa medaglia, quando si parla delle creature, dei mondi ultraterreni e della magia descritti nelle fiabe. Le corti fatate e i mondi ultraterreni da cui esse provengono si basano su regole aliene rispetto al normale ordine delle cose nel mondo mortale. Le fate, in particolare, amano giocare con i mortali, usandoli come pedine nei loro complessi piani, bersagliandoli con scherzi terribili per passare il tempo o cercando di ottenere da loro l'oggetto dei loro desideri più sfrenati. Altre creature più oscure, come gli orchi, i Troll o le Streghe, possono essere in grado di sconvolgere la mente di un mortale grazie al terrore che sono in grado di ispirare, alle maledizioni o grazie ad altri trucchi magici. La magia stessa, dopotutto, nelle storie fiabesche ha un lato cupo e folle: è un potere che può concedere straordinari vantaggi, ma che può anche portare alla caduta e alla follia. Nelle storie fiabesche, avere a che fare con le creature sovrannaturali e con la magia è sempre pericoloso, perchè anche se una cosa può apparire bella, non significa che risulterà sicura. I mondi ultraterreni, infine, sono luoghi di straordinario splendore, luoghi del sogno, dove i desideri possono diventare realtà; allo stesso tempo, tuttavia, tali mondi sono la terra degl'incubi e della follia, dove un comune mortale può perdersi per mai più tornare indietro. Tenendo in considerazione questo aspetto sinistro e pericoloso del sovrannaturale fiabesco, la Sanità Mentale può essere utilizzata per rappresentare il rischio che corrono i PG di cadere preda della follia quando entrano in contatto con le creature, i luoghi e la magia sovrannaturali. Incontrare certe creature fatate, essere soggetti ad alcuni dei loro incantesimi, utilizzare certi incantesimi o certi oggetti magici, oppure visitare certi luoghi può costringere i personaggi ad eseguire Tiri Salvezza di Sanità Mentale per non subire Follie e non perdere punti Sanità Mentale. MONDI VIOLENTI E TERRIFICANTI Se il gruppo desidera giocare a una campagna cruda su ogni tipo di aspetto, una possibilità che può prendere in considerazione è mischiare assieme la Sanità Mentale con tutta una serie di regole in grado di aumentare la pericolosità del mondo immaginario. Ho descritto nel mio articolo Un D&D crudo e letale le varie opzioni che i giocatori possono prendere in considerazione per ottenere una campagna molto più pericolosa sul piano fisico per i loro PG. Attraverso la Sanità Mentale, invece, è possibile introdurre anche la minaccia psicologica. Mischiando queste regole, insomma, il gruppo può avere la possibilità di giocare a campagne di D&D in grado di apparire un po' più realistiche e, sicuramente, in grado di ricreare mondi più violenti e terrificanti. CAMPAGNE INVESTIGATIVE Chi ha letto almeno qualcuno dei racconti di H.P. Lovecraft sa bene che essi non s'incentrano tanto sull'azione e i combattimenti, quanto sull'esplorazione e sull'investigazione. Questa considerazione potrebbe far erroneamente pensare che D&D, dunque, sia il Gdr sbagliato per giocare a simili tipi di Campagne, perchè si tende a credere che D&D si debba giocare combattivo solo perchè presenta un sistema di Combattimento molto approfondito. L'ottimo Gdr Numenera, tuttavia, mostra chiaramente come si possa tranquillamente incentrare il gioco sull'investigazione e sulla ricerca ci conoscenze perdute, pur avendo un sistema di combattimento ben strutturato. Possedere ottime meccaniche di Combattimento, infatti, non significa essere impediti nell'incentrare le Avventure o addirittura l'intera campagna sull'esplorazione e sull'investigazione. Lo stesso Numenera mostra come il modificare il metodo di assegnazione dei Punti Esperienza consente di cambiare gli obbiettivi fondamentali della campagna, indipendentemente che i personaggi possano o meno combattere. In D&D 5a Edizione, inoltre, le opzioni per personaggio non sono costruite unicamente avendo in mente il Combattimento, il che consente al gruppo di utilizzare più tranquillamente le stesse opzioni per giocare a tipologie di campagne differenti. A questo punto, basta modificare il meccanismo di attribuzione dei Punti Esperienza per spingere il gruppo a rendere più importante in gioco le azioni di investigazione, rispetto al combattimento. Nelle Campagne Investigative una delle parti, se non addirittura LA parte fondamentale dell'esperienza vissuta dai personaggi è, appunto, l'investigazione: lo scoprire nuove informazioni, nuovi indizi, nuove conoscenze, nuovi misteri. Una parte o addirittura LA parte fondamentale dei punti esperienza ottenuti dai personaggi deve provenire dalla scoperta di tali informazioni, indizi, conoscenze o misteri. Le Campagne Investigative tipicamente girano intorno a cose quali la ricerca degli indizi per individuare e arrestare i colpevoli di un crimine, fare nuove scoperte scientifiche, svelare antichi misteri, ecc.. La regola della Sanità Mentale può funzionare in perfetta combinazione con le Campagne Investigative. Come si è potuto leggere nei precedenti esempi di Campagne (Horror, Gotiche, Mitiche e Fiabesche) la scoperta di antichi misteri e terribili verità può essere la causa della caduta dei personaggi nella follia. il gruppo, dunque, può decidere di giocare a Campagne Investigative in parte o del tutto incentrate sull'indagine della scoperta di conoscenze, verità e misteri che potrebbero risultare sconvolgenti per la mente dei personaggi. PUNTI ESPERIENZA PER LA SCOPERTA Nelle Campagne Investigative i personaggi ricevono punti esperienza quando scoprono nuove cose: nuovi indizi, nuove tecnologie, nuove conoscenze nelle discipline di studio, nuove informazioni, nuove spiegazioni relative ad alcuni oscuri misteri, nuovi luoghi, ecc. Il DM può decidere di premiare ogni tipo di scoperte, oppure decidere di privilegiare solo alcuni tipi di scoperte in base al tipo di campagna effettivamente giocata (ad esempio, in una campagna d'investigazione poliziesca, l'attività dei personaggi girerà in particolare attorno alla ricerca d'indizi per sventare reati e scoprire i colpevoli dei crimini, mentre in una campagna di esplorazione scientifica i punti esperienza potrebbero essere garantiti in particolare per la scoperta di nuove regioni del mondo, di nuovi vie di passaggio, di nuove conoscenze relative alle popolazioni locali, ecc.). Nelle Avventure delle Campagne Investigative è importante ricordare che il principale obbiettivo dei personaggi sarà quello di riuscire a scoprire la verità su un evento o un fenomeno in particolare: Chi è l'assassino del re? Dove si trova l'antica città senza nome descritta nei maledetti libri Chtoniani e cosa si nasconde al suo interno? Dove si trova la misteriosa porta della Chiave d'Argento e dove conduce? Qual'è l'origine della misteriosa stanza numero 236 e per quale motivo coloro che vi entrano vi svaniscono? Esiste la misteriosa terra di Eldorado e quali sono le vie che possono consentirne l'accesso? Durante l'Avventura i personaggi dovranno cercare di scoprire più indizi e porzioni di informazioni possibili, attraverso i quali aumenteranno la loro probabilità di scoprire la grande verità che stanno inseguendo. Per fornire PX in base alla scoperta, utilizzate la regola dei Milestone descritta a pagina 261 della Guida del DM. Indizi, informazioni, conoscenze e in generale scoperte minori saranno da considerare Pietre Miliari Minori (minor Milestones), mentre le grandi scoperte su cui si fonda una intera Avventura sono da considerarsi Pietre Miliari Maggiori (major Milestones). E' anche possibile premiare le singole scoperte che i PG possono fare riguardo a questioni di tipo personale, anche se tali scoperte non riguardano strettamente i misteri o gli enigmi principali della Campagna: anche in questo caso, il DM dovrà trattare le scoperte minori come Pietre Miliari Minori, mentre le grandi scoperte personali saranno da trattare come Pietre Miliari Maggiori. CAMPAGNE IBRIDE Nelle Campagne Ibride i personaggi alternano l'investigazione ad altri tipi di attività, come il combattimento, la ricerca di tesori, l'Interazione Sociale, ecc. Proprio per questo motivo, nelle Campagne ibride i personaggi possono tranquillamente ricevere punti Esperienza per obbiettivi di diverso tipo, a seconda del tipo di attività richiesta dalla specifica Avventura in cui sono imbarcati i PG. In questo tipo di Campagne, quindi, i giocatori hanno la libertà di far spaziare i loro personaggi nelle attività più varie, scegliendo di privilegiare le esperienze che più li divertono. Il DM, d'altra parte, può utilizzare vari tipi di premi in Punti Eesperienza per spingere i giocatori a variare un po' il loro gioco, così da permettere ai giocatori di scoprire il lato attraente di attività differenti dal solito combattimento contro un numero infinito di mostri. CAMPAGNE DI PURA INVESTIGAZIONE Nelle Campagne puramente Investigative, i PG non prendono punti esperienza per i Combattimenti, ma solo per la scoperta. Questo non significa che ai personaggi sia impedito combattere, ma che semplicemente non sarà grazie al combattimento che essi saliranno di livello. Questa scelta consentira al DM di focalizzare la campagna principalmente sull'investigazione, l'esplorazione e la scoperta, pur lasciando ai giocatori la totale libertà di divertirsi con l'azione del combattimento. Garantendo punti esperienza solamente per la scoperta, tuttavia, si spingerà i giocatori a considerare con maggiore attenzione le implicazioni dell'investigazione. Garantire punti esperienza per la scoperta, ovviamente non renderà l'investigazione magicamente coinvolgente ed attraente per i giocatori. Anche se il fornire punti esperienza per una determinata cosa consente al DM di focalizzare meglio l'attenzione dei giocatori su quella cosa specifica, è importante sempre ricordare che i giocatori faranno sempre volentieri solo le cose che sono in grado di coinvolgerli, intrigarli e divertirli. Questo significa che, se volete che i vostri giocatori seguano con attenzione le indagini i misteri che metterete loro di fronte, assicuratevi che essi riguardino vicende e tematiche in grado realmente di stuzzizare il loro interesse e di fare perno sui loro gusti personali.
  19. @greymatter Naturalmente ogni medium ha le sue logiche e tutto va adattato alle logiche del medium scelto. E' come quando si decide di fare una trasposizione di una storia da un libro a un film/telefilm, o quando si decide di creare un gdr basato su una nota serie di film o di romanzi: le idee si possono trasporre, ma bisogna regolarle sulla logica del medium in cui si vuole inserirle. Lo stesso vale per le tecniche narrative. Come le storie e le ambientazioni, le tecniche narrative sono idee, ovvero concetti slegati dal singolo medium...tanto che le medesime tecniche narrative sono comunemente utilizzate tanto nei romanzi, quanto nei film, nei telefilm, nei fumetti, nei videogiochi, ecc. Naturalmente, così come avviene per una storia o una ambientazione, una tecnica narrativa deve essere regolata secondo le necessità del medium scelto, se la si vuole introdurre al suo interno. La gestione dei Punti di Vista o le tecniche per mantenere la Sospensione dell'Incredulità, ad esempio, saranno differenti da medium a medium, a seconda delle sue caratteristiche. Un videogioco non consentirà di utilizzare esattamente gli stessi metodi usati in un romanzo, così come non consentirà di usare gli stessi metodi usati in un film. Ciò non cambia, però, che in ogni narrazione valgono sempre le stesse tecniche narrative, indifferentemente dai metodi specifici richiesti dal medium. Le tecniche narrative, infatti, non dipendono dal medium....dipendono dalla presenza o meno di narrazione. Se c'è una narrazione, c'è una strategia per veicolare la narrazione, dunque ci sono le tecniche di narrazione. Era quello che tentavo di spiegare tempo fa a Fenna. Credo di capire appena un poco il tuo disagio riguardo a certi Gdr (tempo fa avevo quantomeno letto Avventure in Prima Serata) e la tua sensazione che spezzino l'immersione. Questo succede perchè, se ho capito pienamente il tipo di giochi di cui parli, essi scelgono di meccanicizzare le tecniche di narrazione. Se tenti di meccanicizzare le tecniche di narrazione, trasformi il Gdr in un esercizio di utilizzo delle tecniche di narrazione. Percepisci la rottura dell'immersione, perchè il gioco fa in modo di mostrarti il retroscena della costruzione della narrazione, invece, che mostrarti il prodotto della narrazione (ciò che chiamiamo "storia" o trama, a prescindere che sia il prodotto di un solo giocatore o il prodotto della collaborazione costante di più giocatori). Meccanicizzare le tecniche di narrazione e far girare il gioco sull'idea che i giocatori gestiscano le tecniche di narrazione, è come leggere un romanzo guardando costantemente alle tecniche usate piuttosto che pensare a farsi coinvolgere dalla storia. Se ti focalizzi sulla tecnica di scrittura, non t'immergi nella storia. Il fatto, però, che alcuni giochi scelgano di mettere in evidenza le tecniche di narrazione a danno (anche se inconsapevolmente) dell'immersività, non significa che solo questi giochi facciano uso delle tecniche di narrazione o che l'utilizzo delle tecniche di narrazione di per sè annullino l'immersività. Quando guardi un film o leggi un libro sei costantemente esposto alle tecniche di narrazione, ma non te ne accorgi. Perchè? Perchè il narratore/autore non ti fa costantemente presente che sta usando su di te tecniche narrative. Le tecniche narrative agiscono su di te, ma rimangono invisibili alla tua attenzione. E', però, attraverso le tecniche narrative che il narratore/autore è in grado di farti godere pienamente la narrazione, catturando la tua attenzione e trasmettendoti specifici messaggi e sensazioni. Se vuoi usare le tecniche narrative nel gdr in maniera proficua, senza però uccidere l'immersità, devi semplicemente usare le tecniche narrative in maniera invisibile, ovvero usarle senza che i tuoi giocatori se ne rendano conto. Esattamente come, incosapevolmente, hai consigliato in questo articolo. Il fatto che i giocatori non siano consapevoli dell'utilizzo di tecniche narrative o il fatto che il gioco non meccanicizzi queste ultime, non significa che non siano utilizzabili e non significa che il DM non possa usarle. Anzi, come tu stesso hai fatto notare riguardo al Scene framing, tutti i DM le utilizzano senza nemmeno rendersene conto. Se, però, i DM apprendessero qualche trucco narrativo in più, diverrebbero in grado di preparare per i propri giocatori esperienze di ruolo ancora più intense, coinvolgenti ed emozionanti.
  20. Sempre ottimi articoli, Greymatter. Ti tolgo un po' d'impiccio riguardo alla definizione. Quello di cui parli è una tecnica narrativa, diventata più nota grazie alla cinematografia (che ha reso celebre il termine "scena" introdotto dal teatro), ovvero la costruzione della Scena. Nel momento in cui si sta creando una storia, inevitabilmente ci si troverà a progettare una serie di Scene. Le Scene, assieme, formano gli Atti (tradizionalmente sono 3) che compongono la Trama. Le Scene sono piccole porzioni della trama, collegate a un preciso luogo e momento. Si tratta, insomma, di questioni importanti per il Gdr, perchè il Gdr è una forma di narrazione. E, in effetti, hai perfettamente ragione a spiegare che la gestione della scena può aiutare il gruppo a rendere l'esperienza del Gdr più emozionante. A seconda del modo in cui si gestisce la scena, si possono declinare gli avvenimenti in maniera diversa, fornire spunti ai giocatori riguardo a cose che altrimenti non avrebbero preso in considerazione e, quindi, creare più o meno Roleplaying, spingere il Roleplaying in una direzione o in un'altra. In quanto tecnica di narrazione, l'effetto ottenuto dalla costruzione della Scena dipende giustamente dal fraseggio utilizzato. A seconda delle parole scelte per descrivere gli eventi si sarà in grado di trasmettere alla mente dei giocatori diversi tipi di idee, diversi tipi di immagini e diversi tipi di emozioni. L'attenta scelta delle parole usate per descrivere la scena può fare una enorme differenza, perchè può cambiare radicalmente il modo in cui i giocatori immagineranno lo svolgimento della scena. Bravo per aver deciso di approfondire l'argomento.
  21. The Stroy, manteniamo tranquilli i modi. 1. Lo spunto è "il Troll ti fa paura", così come lo è "il discorso ti sembra convincente" oppure "La bellezza di quell'elfa ti colpisce a tal punto che una parte di te vorrebbe soddisfare qualunque sua richiesta". Non c'è alcuna differenza tra "il Troll ti fa paura" e "ti senti coraggioso": qualunque essa sia, l'informazione narrativa è lo spunto. E lo spunto è una informazione sul PG per spingere a riflettere sul PG, sul modo in cui il giocatore farebbe reagire il PG a quel l'ostacolo. A quel punto la palla passa nelle mani del Giocatore, che deve spiegare perchè il PG agisce contro o a favore di quell'impulso. Il fatto stesso di avere una condizione da considerare, richiede di dover riflettere su quella condizione. Di esempi pratici ne ho fatti diversi in tutto il topic. 2. L'ostacolo è la condizione narrativa non ignorabile (lo stato d'animo del PG suscitato dal PNG e collegato agli eventi della scena). Non è diverso dal dire al giocatore che il suo PG si trova di fronte un muro. Fissato l'ostacolo la palla passa in mano al giocatore, che deve dire al DM come il suo PG reagisce al o aggira l'ostacolo. Lo sforzo che il giocatore deve affrontare è quello di reagire a qualcosa che è al di fuori del suo controllo. Il tuo metodo, come tu stesso hai testimoniato, lascia il controllo al giocatore. Avere il controllo consente al giocatore di fare più o meno sforzo, a secondo di quanto vuole sforzarsi. Non avere controllo sull'ostacolo impone di dovercisi confrontare. E puoi ripetere quanto vuoi che certe cose sono definite da Contratto Sociale, ma io parlo di abusi...e gli abusi sono per definizione violazioni del regolamento e/o del contratto sociale, potendo contare sui buchi di metodi e sistemi. Mi sembra di aver spiegato la cosa nel modo migliore possibile. Non so cos'altro aggiungere per chiarire il metodo.
  22. Per due ragioni: Serve a fornire ai giocatori uno spunto esterno sul proprio PG, così da stimolarli a trovare idee e ragioni di roleplaying che altrimenti faticherebbero a considerare. Non è un modo per obbligarli a interpretare come voglio io DM, ma è un modo per stimolare la loro creatività. Non è un caso se c'è un detto che dice "Necessità genera virtù": gli ostacoli ci costringono a riflettere sulla circostanza e a trovare nuove idee. Se faccio semplici domande, al contrario, non è detto che il giocatore sappia rispondere o trovi idee. Spesso e volentieri per trovare idee c'è bisogno di spunti. E, secondo me, uno dei compiti del DM è fornire spunti ai giocatori. Non è raro che i giocatori trovino come rispondere alle Domande solo quando hanno ricevuto degli spunti che li aiutino a riflettere su come formulare la risposta (il che, come spero si sia compreso dopo tutte queste pagine, non significa che io intenda dire che il DM deve mettere in bocca al giocatore la risposta; io parlo di una cosa completamente diversa). Questo aspetto si collega, però, anche al punto successivo. Come da punto 1, gli ostacoli sono lo strumento migliore, in base a quella che è la mia esperienza, per stimolare la riflessione nel giocatore. Una domanda senza conseguenze può non ricevere risposta, visto che tanto l'assenza di una risposta non provoca conseguenze. Una condizione non ignorabile, invece, renderà fondamentale fornire una risposta per riuscire a superarla. Al contrario, se la domanda che poni riguarda un aspetto che è totalmente nelle mani del giocatore, questi può decidere semplicemente di non darti alcuna risposta perchè tanto la questione è totalmente nelle sue mani. Imporre uno stato d'animo evita che il giocatore fugga di fronte alla necessità d'interpretare ed evita che il giocatore possa nascondersi dietro l'autorità del suo PG per fare metagaming negativo contro l'intero gruppo. Vuoi superare l'ostacolo? Non basta che dici che il tuo PG ci riesce perchè è il tuo PG, ma devi dare una spiegazione valida e interpretare. Come ho scritto altrove, non è diverso dal piazzare di fronte al PG un muro da superare: se lasci al giocatore il controllo totale sulla riuscita della scalata del muro, potrà decidere di riuscire nell'impresa "perchè il mio PG ci riesce e basta", senza riflettere sulle difficoltà imporste dal tipo di muro, se usare altre strade, se usare una fune con il rampino, se farsi issare dai compagni, ecc. Imporre una condizione costringe i giocatori a mettersi in gioco e a non pretendere di riuscire solo perchè loro vogliono riuscirci.
  23. Ah, ma io ho sempre scritto e ho sempre discusso pacificamente. Premessa: non sono offeso, non sono arrabbiato e non scriverò questo per fare polemica o per fare flame, ma solo per chiarire le cose per il futuro. Non c'è bisogno che su questo rispondi (che sarebbe OT). Vorrei semplicemente che riflettessi sulla questione. Essere in disaccordo non significa litigare. Anzi, essere in disaccordo va benissimo, è decisamente ok e una conclusione legittima di una discussione come tante altre (tu non sei costretto ad essere d'accordo cone me e io non sono costretto a pensarla come te). Il problema, al massimo, è la mancanza di rispetto altrui: è la mancanza di rispetto che può offendere e generare flame. Tu che sei Mod dovresti essere il primo a saperlo. Se non sei d'accordo con me, scrivi che sei semplicemente in disaccordo con me. Non mancarmi di rispetto, così come non è giusto che io ti manchi di rispetto. E' questo a creare problemi, non il disaccordo. Una discussione può essere civile solo se la gente che vi partecipa scrive in maniera pacifica e si garantisce reciprocamente rispetto, a prescindere che si sia o meno d'accordo con quanto scritto dagli altri. Se non c'è il rispetto, manca totalmente la base per discutere. Certo che si possono fare domande e basta, in quanto il puro roleplaying senza tiri è tranquillamente previsto da D&D 5e. Lo stesso vale per il tuo metodo: non c'è bisogno di tirare un dado per fornire ai giocatori una descrizione del comportamento/atteggiamento di un PNG. Puoi fornirgliela e basta. Il tiro di dado è una scelta di stile. Punto. Allo stesso modo, anche riguardo al tuo metodo la prova di dado contro una CD fissa (10+mod PNG) è una scelta di stile. Tirare non è obbligatorio, ma è una scelta. E perchè si sceglie di tirare? Perchè si preferisce lasciare al caso un aspetto del gioco che si ritiene essere una contesa o un evento incerto. Perchè non tirare? Perchè non si considera necessario risolvere la contesa o l'evento incerto con una prova di dado, ma con l'interpretazione e con la descrizione narrativa. Utilizzando la regola di D&D 5e "Ignoring the Dice" (pagina 236 della Guida del DM), in realtà sono numerose le circostanze in D&D in cui si può decidere di non tirare il dado, nonostante lo standard preveda il tiro. Se vuoi, puoi anche non far tirare il dado ai PG per scalare un muro. Chi dice che si debba tirare Forza(Atletica) contro una CD? Si può decidere che il PG riesce a scalare il muro se il giocatore dimostra al DM che il suo PG possiede i giusti strumenti e le giuste capacità per riuscirci. La domanda "perchè tirare un dado?" si può applicare a qualunque cosa. Non serve chiedersi se si deve tirare un dado per una cosa...piuttosto, bisogna chiedersi se il gruppo sente di voler tirare un dado per quella cosa. Ognuno di noi, con il proprio gruppo, è libero di decidere se tirare o meno il dado per cose diverse. Allo stesso modo, non è chiedendomi perchè tirare o meno il dado che il mio metodo perde od ottiene valore. Se c'è una cosa che ho imparato giocando di ruolo, soprattutto come giocatore, è che l'interpretazione raramente è una cosa che nasce spontanea. Non tanto perchè ci sono alcuni giocatori che non hanno voglia di interpretare (anche se mi fa piacere vedere un giocatore che tenta almeno un minimo d'interpretare e amo poco gli svogliati, ritengo sbagliato costringere la gente a fare qualcosa ad ogni costo, motivo per cui, prima di utilizzare qualunque metodo, ritengo importante capire che giocatori ho di fronte e scoprire cosa li può divertire), ma perchè la mia esperienza mi ha insegnato che l'interpretazione si sviluppa attraverso l'interazione. La mia esperienza mi ha mostrato che sono molto pochi i giocatori che sono sempre capaci di trovare in loro stessi gli stimoli giusti per riuscire a divertirsi con l'interpretazione e per riuscire ad arricchire la campagna di ruolo. Nella maggioranza dei casi, invece, la gente sente il bisogno di ricevere il feedback dagli altri. Usare gli spunti forniti dagli altri è uno dei metodi più semplici per trovare idee sul modo in cui interpretare e contribuire alla campagna. Molti fanno fatica a contribuire al gioco con proprie idee se il gruppo in cui partecipano non li stimola con altre idee. Per questo, credo poco nell'idea di lasciare puramente ai giocatori l'iniziativa dell'interpretazione, a meno che questi si sentano sicuri di riuscirci. Il modo migliore per ottenere interpretazione è garantire feedback che possa stimolare i giocatori, i quali poi risponderanno con loro idee e garantiranno a me DM il feedback che serve a me per tirare fuori idee che divertano i giocatori. Il metodo da me descritto ha questo scopo: non costringere i giocatori a fare la volontà del DM, ma contribuire a mantenere vivo uno scambio di idee. Il metodo avallato da Crawford, invece, non lo amo troppo, non perchè voglio che i giocatori interpretino come dico io, ma perchè mi è capitato spesso di vedere giocatori che usano l'autorità assoluta sul proprio PG come scusa per fare i fannulloni (per non usare parole più cattive) o per legittimare azioni totalmente incoerenti con il PG, se non addirittura distruttive riguardo alle necessità del gruppo e della campagna. In parole povere, ho visto usare certe scuse come mezzo per praticare un metagame negativo, attraverso cui i giocatori sfruttano come scusa l'autorità sul proprio PG per ottenere risultati che interessano a loro e non ai loro PG, andando invece a rovinare il divertimento dell'intero gruppo. Detto questo, ripeto, io sono convinto che non ci sia IL metodo giusto, ma solo il metodo giusto per il gruppo. Ciò significa che, in base al gruppo che mi trovo di fronte e al feedback che mi trasmette, tenderò ad utilizzare metodi differenti. Nessun problema ad usare il metodo da te suggerito....solo che, se posso scegliere, preferisco il mio. Ma qui non stiamo parlando delle conseguenze d'interpretazione provocate dalla perdita di PF, ma della conseguenza d'interpretazione per via dell'interazione con un PNG (che può non implicare la perdita dei PF del personaggio). Giustamente, a ognuno la sua opinione.
  24. Con il mio metodo, innanzitutto c'è una prova di dado: se il PG vince, non è spaventato, non è affascinato o non è ingannato dal PNG. Se, invece, il PG fallisce, il DM può solo stabilire una notazione generica e minima sullo stato d'animo del PG rispetto al PNG o a un'idea trasmessa dal PNG: sei spaventato, sei affascinato, sei rimasto ingannato. Il DM, però, non può in alcun modo decidere al posto del giocatore come il suo PG si relazionerà intimamente con quell'emozione che si scopre a provare e come vi reagirà. Nel mondo reale, noi non decidiamo le emozioni che gli altri sono in grado di suscitare in noi, ma possiamo decidere come interpretare quelle emozioni e come reagire ad esse. Questo significa che, ad esempio, un PG che perde una prova contro i Grozov si sentirà intimorito da questi ultimi, ma il suo giocatore sarà libero di decidere cosa significa per il suo PG quel timore e in che modo far reagire il suo PG a quest'ultimo. Il DM non applica alcuna condizione meccanica, ma descrive solo una informazione narrativa, alla quale il giocatore può appoggiarsi come spunto per decidere la sua interpretazione. Il DM non può in alcun modo costringere il PG ad agire in un determinato modo. Il giocatore è libero di rinnegare la spinta psicologica effettuata dal PNG....solo deve fornire una giustificazione d'interpretazione. Non basta che il gicoatore dica "perchè il mio PG non si spaventa di fronte a nulla". La cosa fondamentale è dire perchè il tuo PG non si spaventa di fronte a nulla? Per quale esatto motivo? Il mio metodo serve a spingere i giocatori a focalizzarsi sui reali motivi dei loro PG, spingerli a riflettere sul perchè i loro PG fanno qualcosa, spingerli a riflettere sulle implicazioni delle situazioni e delle motivazioni. Questo stimola l'interpretazione, visto che è solo chiedendosi perchè un PG fa qualcosa che si interpreta davvero. Lo scopo, quindi, non è spingere il giocatore dove vuole il DM, ma spingere il giocatore a chiedersi perchè il suo PG reagirà in un modo o in un altro. Il giocatore vuole che il suo PG agisca in maniera coraggiosa nonostante il timore suscitato dai PNG? Deve riflettere sul perchè il suo PG riesce ad essere coraggioso. Il giocatore ha il totale controllo sulla gestione del suo PG (tranne che per quella emozione), ma è stimolato semplicemente a riflettere sul perchè delle sue azioni e delle sue scelte intime. Il PG è intimorito dai Grozov? Il giocatore non è costretto a fuggire via gridando istericamente. Il giocatore ha il totale controllo sull'interpretazione dell'emozione: il PG fugge via spaventato a morte; il PG arretra di un passo sudando freddo e cerca qualcosa che lo rassicuri; il PG si vergogna di provare quell'emozione e sente il bisogno di dimostrare al mondo intero che lui non prova nulla del genere; e così via. Il giocatore ha il totale controllo sul modo in cui il suo PG reagisce all'emozione: il PG fugge istericamente; il PG prega il suo dio e, nonostante sia in preda al nervosismo, affronta la minaccia grazie al conforto religioso; il PG attende i suoi compagni e, confortato dall'assistenza dei suoi fedeli alleati, si confronta con la sua paura; il PG si ferma e prova a scagliare una freccia contro i Gorzov, sentendosi sicuro di poter affrontare lo scontro se dio gli dimostrerà che essi possono essere colpiti; il PG è paralizzato dal terrore, ma appena vede i suoi compagni riescono ad abbattere un Gorzov, capisce che essi non sono tanto potenti quanto temeva; il PG non si sente sicuro di abbattere i Gorzov, motivo per cui sceglie di provare ad aggirarli; e così via. Come si può vedere, il DM non può costringere il giocatore a non scontrarsi con i Gorzov. Semplicemente, il metodo richiede che il giocatori spieghino perchè il PG si comporta in un dato modo. Purtroppo su questo non credo potremo mai essere d'accordo (ovviamente rispetto la differenza di vedute e ritengo che il fondamentale sia che tu riesca a far divertire i tuoi giocatori). Secondo me, infatti, il DM non dovrebbe mai ignorare le opinioni dei suoi giocatori (accettare le opinioni ma renderle ininfluenti difatto è un ignorare le opinioni). Sono in grado di accettare tranquillamente un gioco con una certa dose di Railroading, ma attenzione che le opinioni dei tuoi giocatori contano come la tua. Giocate a un gioco che che vi coinvolge tutti, che è loro quanto tuo, motivo per cui non dovresti, secondo me, ignorare le loro aspettative e le loro opinioni. Attenzione, che ignorare le opinioni dei giocatori è l'anticamera per l'inferno, in quanto loro stanno investendo nel gioco parte del loro tempo e delle loro energie come te...e, quindi, si aspettano che la loro opinione conti. in un gioco collettivo dovrebbe sempre valere l'opinione di tutti quelli che vi partecipano. Altrimenti, si rischia di finire a giocare da soli.
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