Giorno che segue Fehmarn, tarda mattinata [qualche nube]
Rika fra le braccia di Tobias parve lentamente riprendersi. La gamba era ferita ma dato quello che aveva subito sarebbe potuta stare peggio.
Appoggiata la ragazza al sicuro ad un muro, i due compagni guardarono nella voragine che si era aperta sporgendosi lentamente dal bordo instabile. Le luci della sala mostravano al di sotto, tre metri più in basso, un ambiente buio ampio come la sala superiore. Il pavimento era ricoperto dei detriti del crollo appena avvento. Fra le macerie, ma non schiacciati da queste si vedevano, nella polvere che si adagiava, Tiberius e Vurnos, entrambi immobili. Il mostro aveva ora le gambe libere dalla corteccia che prima lo circondava. Il silenzio ora regnava.