AndreaP

Lo scontro sembrava di alcuni individui contro un solo avversario che stava soccombendo.

I due accoliti si mossero velocemente costeggiando il bordo della piazza per non farsi scorgere dai partecipanti alla collutazione.

Raggiunto un pilone di sostegno del hive celing per avvicinarsi ad uno dei due viali ed identificare la sequenza di Habstack li presente, la loro attenzione venne attirata da una voce “Hei voi, nascondetevi presto, non fate gli stupidi”

Un homeless vestito di stracci, all’uscita di un vicolo buio li vicino stava agitando la mano per richiamarli.

“Svelti vi vedranno, per il Dio Imperatore, muovetevi”. L’uomo indicava alcuni scatoloni accanto a lui. Il vicolo alle sue spalle, completamente buio come tutta l’area fatta eccezione i viali, non permetteva di vedere se ci fosse qualcuno con l’uomo.

In lontananza non si sentivano più i rumori della lotta nel viale di fronte.

Ho pubblicato una nuova mappa: eravate arrivati alla X vicino al 6 (la 3rd Tantalus Worker Union) e vi siete mossi verso i viali. Avete raggiunto il pilone (il cerchio)

Lo scontro è A

L’homeless è B. I vicoli non sono ovviamente segnati.

La mappa è qui https://drive.google.com/file/d/0B6WhRefTA9oOSWxxdkFMMEdfcWM/edit?usp=sharing

Alla richiesta di Mia di pagare il posto, Gustav rispose imbarazzato “il posto nella sala comune l’ha già pagato per tutti il suo amico, il mariemburghese. Per quanto riguarda la stanza, non mi deve nulla sorella: mi ricordi nelle sue preghiere. In quest’epoca ne abbiamo tutti bisogno.”

La stanza promessa da Gustav era sul retro della cucina. Vi si accedeva da una porta interna alla locanda. Dentro vi erano alcuni scaffali con sacchi di granaglie, tuberi e alcuni salami appesi. Una botte, non molto grossa, era stata riempita di acqua bollente, e un pagliericcio, in condizioni migliori di quelli presenti nella sala comune del dormitorio, era stato steso a terra. Un odore di cibo permeava l’aria.

L’acqua prometteva tepore e ristoro.

Messo il barile davanti alla porta, questa risultava bloccata, forse meglio di un chiavistello.

Un buon sonno accompagnò Mia: il bagno aveva lavato la stanchezza e il lerciume accumulato in 2 giorni di viaggio. Morr la degnò di sogni piacevoli che al mattino, pur non ricordandoli, le donarono una sensazione di felicità.

Il gallo le diede la sveglia. Quando uscì dalla stanza vide che la gente in cucina era già impegnata nella preparazione della colazione.

Fuori il cielo era ancora plumbeo: non pioveva ma nere nubi si muovevano lente nel cielo.

Quando Mia raggiunse la sala grande, gli altri componenti del gruppo non erano ancora usciti. Vi era però presente il giovane che, come la sera prima, continuava a studiare e lo straniero con i capelli dalla foggia particolare, che la sera prima era al bancone.

Quando l’iniziata si sedette ad un tavolo vide che il Landlord si stava dirigendo alla porta che dava sulla sala comune. Con una vecchia chiave aprì la porta e permise agli occupanti di uscirne. Gli altri 5 seguiti dai mercenari lentamente si riversarono nel salone.

Riporto il post precedente per dare la giusta sequenza agli eventi.

Dopo un bagno ristoratore un pagliericcio attendeva i 5 componenti del gruppo nella sala comune. Rettangolare col pavimento in terra battuta questa poteva ospitare una ventina di persone. Presentava due piccole finestre aperte, da cui anche un halfling avrebbe avuto difficoltà ad uscire, e in un angolo 4 vasi da notte.

Dei pagliericci, sacchi di tela sporchi ripieni di paglia, erano allineati rasente muro su un rialzo di legno. Due grossi tavoli riempivano il centro della stanza.

Nella stanza già riposavano i quattro coachman. Uno di questi era crollato su un tavolo; altri due dormivano abbracciati sotto un’altro tavolo. L’alcol doveva essere scorso abbondantemente fra di loro, come testimoniava il forte odore della stanza.

Non passò molto tempo che anche i mercenari li raggiunsero, incitati a ritirarsi dal Landlord, che sperava di concludere la serata: i guerrieri si presentarono con due brocche di vino annacquato, che continuarono a scambiarsi seduti sui loro pagliericci.

Subito dopo l’ingresso di questi, Gustav chiuse con un catenaccio la porta dall’esterno, come si usava in molte locande dell’Impero per impedire che gli avventori potessero di notte creare problemi nel locale.

Mentre gli umani e il nano cercavano di trovare una posizione sui sacchi di paglia, Haeron si appoggiò contro una parete nell’angolo più vicino alle finestre: gli elfi non avevano bisogno di dormire come le altre razze, ma necessitavano di meditare in trance per otto ore ogni due o tre giorni, al fine di recuperare le capacità psichiche e sistemare i propri ricordi; e in questo periodo non potevano in alcun modo essere svegliati.

La notte passò senza problemi. La stanchezza per il viaggio aiutò a lasciarsi trasportare tra le braccia di Morr. Neanche il vomitare in un pitale di uno dei coachman a metà notte svegliò gli avventurieri.

Quando il canto del gallo diede la sveglia, la prima cosa che colpì tutti fu il forte odore di birra, piscio, escrementi e vomito che permeava l’aria. Le piccole finestre non permettevano un corretto ricambio.

Fuori il cielo era ancora plumbeo: non pioveva ma nere nubi si muovevano lente nel cielo.

Poco dopo la porta venne aperta e tutti poterono raggiungere la sala grande.

Qui erano già presenti il bretone, il ragazzo studioso sempre alle prese coi suoi libri, e ad un tavolo Mia.

Presuppongo Haeron voglia meditare, essendo la location di per se sicura, in modo da poter essere sveglio, se necessario, nei giorni seguenti.

si, certo: presupponiamo che la discussione fosse finita

Lazerus provò a guardare dentro il locale. Era chiaramente un locale pubblico, un bar di qualche tipo. Aveva già visto posti del genere: nei quartieri più popolari le Worker Union spesso offrivano servigi di ricreazione ai lavoratori del distretto. Questo, legato alla Tantalus Combine dal nome, non ne era un eccezione: un buon modo per dare qualcosa a lavoratori che altrimenti non avrebbero avuto altro che una monotona vita incentrata sul lavoro.

Non si avvertivano rumori provenire dall’interno. L’ora tarda e il ciclo di buio forse scoraggiava la gente a venirci. La porta di ingresso era una vecchia doppia porta in metallo con un vetro smerigliato rosso che la riempiva interamente. La porta sembrava solo accostata

Spesso questi locali si trovavano al centro di una zona abitativa: altri tre viali si dipartivano da questa piazza oltre quello da cui erano venuti, viali tutti circondati da City Block circondati da Habstack.

La 3rd Tantalus Worker Union è l’edificio #6: voi venite dal viale proveniente da SE, quello con la numerazione 900. Vi è un viale verso N, uno verso SO, uno verso S. Se avete dubbi credete.

Al di la della piazza nel viale che andava a sud, l’attenzione di Ludovicus fu attirata da dei movimenti, gli unici finora visti in questa zona che sembrava soggetta ad un coprifuoco autoimposto.

Un gruppo di uomini, nella penombra generata dai soli lampioni al neon in ferro nero, sembrava dedita ad una colluttazione all’arma bianca.

La chem lamp illuminò la stanza di una luminosità fastidiosa: per un attimo l’assassino restò abbagliato. Arn spostò il cuneo e aprì la porta. Lili disse preoccupata “Stai attento!”

Come previsto il corridoio era buio. La luce illuminò inizialmente un corridoio vuoto ma, voltatosi verso la direzione opposta alle scale, alcune porte più avanti un individuo era chinato davanti alla serratura.

L’uomo era magro, con capelli grigi e un abito da lavoro blu da operaio. Veloce, il soggetto si alzò e iniziò a fuggire lungo il corridoio.

Ethan acuì tutti i suoi sensi. L’oscurità lo circondava: in quella situazione un’arma da fuoco tradizionale o un laser si sarebbe visto.

La porta socchiusa era buia e non mostrava qualche pericolo, come nessuno sembrava esserci sulle scale.

Nessuno rispose alla sua frase.

La donna a terra prona mostrando le spalle come quando era caduta: si lamentava e chiedeva aiuto. Il nobile diresse la luce verso di lei: sulla schiena esposta verso l’uomo non vi erano tracce visibili di ferite o sangue.

Il silenzio era totale: neanche Arn dava segno di altri messaggi.

Gustav guardò. Alrik “certò il bagno” disse con un sorriso “non è comune trovare gruppi di persone che desiderano farlo. Stavo comunque per chiamarvi. Non posso farvelo fare troppo tardi” concluse. Chiamò quindi un ragazzino “porta il guerriero alle stalle”.

Fuori l’aria era frizzante.

La stalla si trovava dal lato opposto del cortile.

“Qui la situazione è calma Jacob.” riprese con un sussurro Harpin” Un buon posto per fermarsi e aspettare che le acque si chetino, se intendi ciò che dico. Il pericolo viene da ciò che striscia nei boschi, non da ciò che passa sulle strade. Anche i banditi in questa zona sono poca minaccia a confronto. E i Road Wardens sono preoccupati da quello, salvo tu sia così stupido da attirare la loro attenzione. E tu, cosa ti porta da queste parti. Vai ad Altdorf?” un rumore alle vostre spalle interruppe l’uomo.

Alrik accompagnato da un ragazzo entrò nella stalla

Due barili erano stati disposte nei pressi della stalla, vicino alla fucina del maniscalco, dove poteva essere scaldata l’acqua con facilità. In uno dei due vi era immerso Jacob: parlava con il barman che prima stava dietro il bancone. "La tinozza calda era perfetta, grazie Harpin. Buona notte" stava dicendogli il wastelandiano. Harpin con un cenno della mano lo salutò e si voltò.

Il garzone gli disse subito “Ecco dove eri. Maestro Fondelburger ti cercava, torna subito dentro!”.

Harpin, annuì e fece una veloce corsa verso la locanda, mentre il giovane riempiva di acqua calda il barile e indicava ad Alrik di entrarvi.

L’acqua era calda al punto giusto per far dimenticare il freddo del giorno precedente.

Descartes sentendo il silenzio dei due proseguì “E si vi capisco, il viaggio deve essere stato pesante anche per voi. E ora è ovvio che non abbiate voglia di parlare molto. Con queste strade. Comunque mi sembrava di capire che anche voi andaste ad Altdorf. Bene allora ci vedremo sulla coach domani mattina….” Il Bretoniano fu interrotto dal Landolord che si avvicinò al tavolo.

“Devo chiedervi di prepararvi per il vostro bagno.” disse Gustav “L’ora si fa tarda ormai. Ve li ho fatti preparare vicino alla stalla. La vi aspetta un mio garzone”.

“Ahh un bagno” intervenne Descartes “segno di grande civiltà. Beh ci vediamo domani allora” e si alzò allontanandosi verso le scale che conducevano ai piani di sopra.

Fuori l’aria era frizzante. La stalla si trovava dal lato opposto del cortile.

Presto nella stalla entrarono Rim e Haeron. Vi erano due grosse botti. Jacob si stava asciugando affianco ad una, mentre Alirk stava uscendo dall’altra. Un garzone indicò ai nuovi venuti le due botti con un sorriso “i vostri bagni. Se volete aggiungo un po di acqua calda”.

Il ragazzo nel frattempo stava preparando una terza botte con acqua calda e pulita. ”Questa è per il fratello sigmarita” spiegò

Luthor e Mia iniziarono a dialogare intorno al tavolo. Poco dopo Gustav arrivò da loro. “Scusatemi, ma devo chiedere di fare il bagno che mi avete chiesto. L’ora è tarda sapete.. “ disse in tono dimesso, quasi a scusarsi.

“Dato il rispetto dovutovi e la vostra, ehm, condizione” proseguì rivolto a Mia “ho pensato che forse avreste preferito fare il bagno in modo riservato. Ho fatto portare una botte con acqua calda nel piccolo magazzino dietro la cucina. Ho fatto portare anche un pagliericcio: ho pensato che avrebbe preferito dormire li”

Si rivolse quindi a Luthor “Per voi fratello, faccio preparare il bagno nella stalla come si usa. Una botte con acqua pulita, certo…” portando il pugno destro all’altezza della testa con l’indice e il medio estesi a V a premere sulla fronte, nel noto simbolo della twin tailed comet usato dai seguaci del patrono dell’Impero.

Poi con uno stentato sorriso, quasi imbarazzato, si accomiatò verso la sala comune.

L’esterno della locanda era spazzato da un freddo vento da nord. La stalla era dall’altra parte del cortile, vicino alla fucina del fabbro da cui probabilmente prendevano l’acqua calda.

Quando infine anche Luthor entrò nella stalla, trovò Jacob e Alrik intenti a rivestirsi. Due barili erano stati messi a disposizione di Haeron e Rim, mentre un garzone stava finendo di preparne uno per l’iniziato di Sigmar. Sorridendo il ragazzo salutò il prete.

La stanza promessa da Gustav era sul retro della cucina. Vi si accedeva da una porta interna alla locanda. Dentro vi erano alcuni scaffali con sacchi di granaglie, tuberi e alcuni salami appesi. Una botte, non molto grossa, era stata riempita di acqua bollente, e un pagliericcio, in condizioni migliori di quelli presenti nella sala comune del dormitorio, era stato steso a terra. Un odore di cibo permeava l’aria.

L’acqua prometteva tepore e ristoro.

Ho portato avanti un poco la storia poiché ritenevo non ci fossero spunti di interpretazione o di ruolo se non descrittivi. Col prossimo post passerei alla notte e al sonno ristoratore per i pg.

Se qualcuno invece deve agire diversamente, posti pure a proposito.

Se non l'avete già fatto, leggete mia mail prima di postare

Alrik è un omone più alto della media e dotato di una corporatura taurina. Da sotto l'elmo a borgognotta sbucano i suoi lunghi capelli neri, che contrastano col pallore della pelle e gli occhi chiari. E' completamente vestito con abiti resistenti di cuoio rinforzato, coperti sul torace da un usbergo di maglia ferrata. Un altro indizio della sua vocazione militare sono la spada e lo scudo a targa, che porta con sé.

alto 1.95 e dal fisico massiccio La testa completamente rasata e' cinta da una fascia di cuoio borchiato su cui campeggia al centro una piccola riproduzione della cometa a due code. Il volto e' segnato da una profonda cicatrice sul lato sinistro

Jacob possiede corporatura media, leggermente più' alto della media, ed e' sulla trentina; carnagione non molto chiara, capelli castani sotto cui spiccano guizzanti occhi verdi che non stanno mai fermi, ma controllano e osservano ogni cosa. Porta una barba corta, poco curata, indice che viene tagliata periodicamente per poi farla ricrescere spontaneamente. Veste con abiti pratici, quasi da esploratore. Mantello con larghe falde con cappuccio marroni, stivali, da uno spunta l'elsa di un coltello, pantaloni verdi e sul torace una sorte di ispessimento, quella che sembra una corazza di cuoio. Porta una spada alla cintura assieme ad un coltello e appoggiato vicino a lui c'e' uno zaino a cui e' legato uno scudo. Porta saltuariamente i guanti e spesso giocherella con una mazzo di carte molto colorato...

Giovane donna, poco più di una ragazza, intorno al metro e sessanta di altezza. Il viso allegro è circondato da capelli corvini leggermente mossi, che cadono fluenti sulle spalle. Gli occhi castani sono profondi e ungrazioso nasino impreziosisce il viso dalla carnagione beige.Porta un semplicevestito grigio unico ma un briciolo di malizia e la bellezza della gioventù le permettono di apparire comunque attraente. Il vestito infatti è legatoin vita con una corda a sottolineare i fianchi e ha una scollatora che, se pur non volgare, evidenzia il seno prosperoso. Ipolpacci che escono da sotto la veste sono muscolosi e calzano scomodi zoccoli di legno.

La corporatura che si percepisce sotto il vestito non ha eccessi di grasso ma non è esile. Ha un fagotto a tracolla e accompagna i passi con l'asta di una lancia.

Haeron è un elfo (silvano per chi ne conosce le differenze) dai lunghi capelli argentei.

Il suo sguardo è deciso e puoi sembrare anche glaciale per via dei suoi occhi che, come la chioma, sono argentati,

ma che spesso presentano riflessi di vari colori a seconda dei giorni.

Rim è un nano di giovane età, alto poco meno di un metro e mezzo ma muscoloso e tarchiato. La pelle è stranamente cotta dal sole e la barba nesa è raccolta in due trecce che pendono fino alla cintura. I capelli corvini sono invece pittosto corti. Gli occhi castani sono incastonati in un volto arcigno e segnato da cicatrici e alla mano sinistra manca una falange all'anulare, nonostante la giovane età sembra averne passate di brutte. Indossa una corazza di maglia mista a parti di cuoio sopra a dei vestiti di scadente fattura ma abbastnaza robusti, sulla schiena porta uno scudo e una balestra e al fianco è agganciato un martello da battaglia.

Visto che i gruppi sono separati continuo a fare post asincroni fra i due team. Appena si riuniscono riallineo i tempi.

“Oh ma l’ascensore non va da anni, e io non ho visto passare nessuno” disse la vecchia con voce melliflua. “Ma chi aspetta al terzo, piano? io conosco tutti qui, sa?”

L’aria era particolarmente ferma e si sentiva un forte odore acido. Ethan fece girare la luce ma oltre la vecchia nessuno era visibile nel corridoio: tutte le porte erano chiuse, salvo una, che risultava accostata.

Dei forti colpi si udirono venire da piani di sopra, ed andarono ad interrompere l’oscuro silenzio. Poi l’handvox si mise a gracchiare con la voce di Arn: 'Cassian, ostili nel corridoio! ripiegare!'

“Cercano lei? Il suo amico forse?” riprese la vecchia “Sembrava preoccupato. C’è qualcosa che non va? Bisogna stare molto attenti in questo distretto, io ne so qualcosa”.

La melassa fu la cosa che venne alla mente del nobile sentendo il tono di voce della donna.

“Forse sarà meglio che rientri anch’io” la vecchia fece due passi verso il corridoio e poi crollò per terra con un urlo “Ahh”

“che succede?” chiese Lili un po’ stordita “è il momento del buio!” disse. Arn allungò le orecchie ma non sentì Lili muoversi. Probabilmente svegliata all’improvviso nel buio non si stava rendendo conto della situazione.

La cosa che colpì l’assassino fu che contemporaneamente anche i colpi alla porta smisero.

La stanza era ripiombata nel silenzio.

Probabilmente il tuo ultimo post è frutto di una mia non chiara spiegazione di dove sono le persone (da cui questo TdS).

Prima di dormire penso tu voglia fare il bagno caldo che Jacob ha pagato per tutti. Potresti modificare il post a proposito. O diversamente se preferisci. Trovo inconsistente che tu possa andare a dormire visto che nella sala comune ci sono Luthor e Mia a parlare.

L’ingresso alla sala comune è costituito da una porta spessa in legno, con un solido catenaccio. Probabilmente, come accade in altre locande, la notte viene chiusa dall’esterno dal landlord, fino al sopraggiungere dell’alba. Sulla soglia, sotto lo sguardo di Luthor che si era già seduto ad uno dei tavoli presenti nella stanza, Mia finì di parlare velocemente con Alrik e si voltò per raggiungere l’iniziato di Sigmar.

Il tavolo aveva solo 2 sedie: presentava sul pianale molte scalfitture, un forte odore di urina e tracce di paglia, segno che il suo utilizzo era più come letto che come luogo di ritrovo.

Per ora la stanza continuava ad essere vuota

Alrik rimase per un istante sulla porta mentre Mia andava a sedersi con Luthor. Guardandosi indietro vide che Erik si era fermato alluni passi indietro, in attesa dell’evoluzione della situazione: il mercenario scrollò le spalle: “i ricchi sono gente strana” disse sotto voce.

Più in la, al tavolo, un nuovo avventore si era unito e stava parlando con Rim e Haeron. Era lo straniero con la strana pettinatura che prima stava seduto al bancone e li aveva osservati all’ingresso. Olaf e Boris si erano intanto alzati e si apprestavano ad uscire. I canti dei mercenari e dei coachman continuavano.

La figura uscì presto dall’ombra e si mostrò a Jacob. Era il barman che stava dietro il bancone a preparare i boccali. Magro e alto, aveva una faccia grigia e seria, e abiti semplici da lavoratore. Con le mani fece subito un gesto del linguaggio dei ladri: “PACE”.

“Io sono Harpin, di Ahresdorf: sto dietro il bancone qui. Tu chi sei?”.

Teneva le mani, vuote, ben in vista.

“Come vi dicevo vengo da Parravon, in Bretonia” iniziò l’uomo. Aveva un viso radioso dove due lunghi baffi filiformi accentuavano una bocca pronunciata. “mi sto recando ad Altdorf a trovare un amico. Viaggio sulla coach di quei due” ed indicò i due coachman.

“Un viaggio un po troppo lungo per i miei gusti” sbuffò “e poi il cibo di qui! Grasso e unto. E tutti bevono birra! trovare buon vino è impossibile.” alzò gli occhi al cielo.

“Mi sono avvicinato a voi perché mi sembrate allegri ma non volgari come questi” continuò dando le spalle ai coachman e ai mercenari.

“State andando anche voi ad Altdorf? Cosa vi porta qui?”

Il regno di Bretonia è, a differenza dell’Impero, un regno unito sotto un re molto forte. Luogo di terre fertili, colline ondulate, alte montagne e foreste luminose. La popolazione è costituita da una classe nobliare, cavalieri di corte, gentili donzelle, e sottomessi contadini. I cuochi bretoni sono famosi per la loro arte, e il vino prodotto dalle vigne del luogo è rinomato in tutto l’Old World.

La infilandosi fra la ferrovia e il grosso city block vicino i due Acolyti erano immersi in un mondo surreale.

I grossi viali erano strisce luminose immerse, corridoi in una caverna dove l’oscurità artificiale dei city block, dell’Hive wall e del hive celing formava le pareti.

Coscarla dava la sensazione di una città sepolta e abbandonata, avvolta nel buio sotto un cielo d'acciaio. Sembrava un posto freddo e vuoto, dove caseggiati interi e habstacks erano anneriti come da incendi le finestre dei caseggiati, per lo più rotte guardavano in silenzio le strade. Antiche colonne ed archi in granito nero ormai apparentemente senza scopo volavano alti nel buio.

Vagamente ai lati delle lungo le arterie principali si intravedevano vicoli bui e ostruiti da rifiuti e detriti che davano una peggiore sensazione di degrado, nascondendo informi movimenti della feccia che brancolava in quei luoghi.

Molto al di sopra nel buio dei cieli il clamore della rete di trattamento dell’aria del l’alveare riempiva il paesaggio con tuoni lontani, mentre esalazioni periodiche di vapori causavano a livello terra piogge sporche localizzate troppo brevi per pulire le strade.

Osservando la numerazione degli habstack presenti nella via, videro che era caratterizzata dalla numerazione 900. Maledicendo il dataslate che non riportava sulla mappa le indicazioni parlanti, i due raggiunsero una piazza [#6].

Al centro vi era una costruzione nera, del tutto indistinguibile dalle altre: nel ciclo notturno al piano terra si delineavano però le luci al neon di un qualche genere di esercizio.

Avvicinandosi si avvertivano voci all’interno, nonostante la tarda ora, e rumori che lo facevano sembrare una qualche genere di bar. L’interno, nonostante il periodo di compensazione energetica, sembrava illuminato. Un’insegna al neon, ora spenta, riportava in Low Gothic la scritta 3rd Tantalus Worker Union.

Raggiunto il piano Ethan si guardò intorno. Il lungo corridoio di fonte al lui proseguiva nell’oscurità costellato di porte: la mancanza di luce gli permetteva di vedere solo una breve distanza di fronte a lui.

Alla sua sinistra la scala scendeva ancora verso il piano terra. Alla sua destra vi era la porta dell’ascensore. Il fascio verdognolo della chem-lamp andò ad illuminare il viso segnato da rughe di una vecchia con due occhiali rotti e lunghi capelli grigi. Indossava abiti di vecchia foggia di color blu. “Mi avete spaventata a morte” disse con una voce flebile ma ruvida “qui sono rimaste poche persone, pensavo foste uno di quei giovinastri che ogni tanto vengono a derubarci”.

Il silenzio. Un rumore secco di plastica contro legno. La porta spinta contro la sedia. Il cuneo che fa resistenza. Ancora un’altro colpo. Un botto: la sedia è caduta ora resta il cuneo a opporre resistenza.

Nessuna voce, nessuna luce. Un odore acido nell’aria.

La sala comune era deserta. Rettangolare col pavimento in terra battuta poteva ospitare una ventina di persone. Presentava due piccole finestre aperte, da cui anche un halfling avrebbe avuto difficoltà ad uscire, e in un angolo 4 vasi da notte.

Dei pagliericci, sacchi di tela sporchi ripieni di paglia, erano allineati rasente muro su un rialzo di legno. Due grossi tavoli riempivano il centro della stanza

Un odore di umanità riempiva l’aria.

Quando i due stavano per entrare a parlare Alrik li raggiunse per scambiare due battute con Mia.

Prima che Jacob se ne andasse Boris, si alzò per abbracciarlo, e anche Olaf gli strinse vigorosamente la mano: “a rivederci presto, e ancora grazie di tutto” disse.

Gustav guardò il marienburghese ma sembrò non capire le allusioni ladresche di questo.

“Sempre peggio amico mio, ma viaggiando con una coach dovreste essere sufficientemente al sicuro. Per quanto lo si possa essere ormai… Comunque il tuo bagno è pronto nella stalla” concluse.

Fuori l’aria era frizzante. Con una corsa Jacob raggiunse l’altra parte del cortili.

Due barili erano stati disposte nei pressi della stalla, vicino alla fucina del maniscalco, dove poteva essere scaldata l’acqua con facilità. Da uno dei barili fuoriusciva il vapore che prometteva un buon bagno caldo.

Mentre il wastelandiano era immerso, un’ombra si avvicinò alla porta

Come promesso Boris offrì a Rim e Haeron un giro di birre.

Fu quando questi boccali furono finiti che lo straniero si avvicinò loro.

“Salute a voi” disse con uno spiccato accento bretone “il mio nome è Philippe Descartes. Vengo da Parravon. Posso sedermi con voi?”

Scendendo dalla scala a chiocciola Ludovicus e Lazerus videro che la ferrovia era tenuta sopraelevata dal terreno all’altezza di un centinaio di metri da un framework metallico dalla forma scheletrica.

Usciti dalla scala si trovarono in una grossa piazza presidiata da una statua in granito di 50 metri di un grosso felino alato. La statua sembrava molto antica e aveva orma perso buona parte della sua testa. Ricordava loro le statue presenti su altri livelli ad indicare la dipendenza da una particolare casata nobiliare.

La piazza era vuota.

Numerose strade dipartivano da questa e davano accesso ad i vari habstack

Si notava subito, in un angolo della piazza a sulla sinistra, una costruzione diversa: tozza, di soli tre piani, in cemento armato e con le finestre chiuse da grate, sembrava una piccola fortezza. Era l’unico edificio visibile non residenziale che sembra animato, con luci evidentemente accese.

Il buio che riempiva la stanza era assordante. A fatica si riusciva a muoversi senza urtare gli oggetti. Anche dalla finestra non penetrava più alcuno spiraglio di luce.

Sembrava che Lili non si fosse accorta di niente.

L’apertura della porta non portò miglioramento alla situazione: il corridoio era nero e nessuna fonte di luce permetteva di orientarsi.

Arn chiuse la porta.

La chiusura della porta riportò la stanza in un silenzio che unito alla mancanza di luce dava una terribile sensazione di deprivazione sensoriale

Il buio ed il silenzio era totale. Accesa la chem-lamp, il corridoio, con le sue porte in materiale plastico in due colori e la ruvidità del pavimento che presentava le tracce di una vecchia passatoia, assumeva un aspetto spettrale. Dai piani inferiori si udivano rumori di movimenti, ma nessuna parola. Una porta, da un altro piano presumibilmente, venne chiusa violentemente producendo un forte rumore.

Il nobile imboccò le scale. Giunto al pianerottolo del tratto di scale che congiungeva il secondo piano al primo, si fermò un istante: aveva avuto la sensazione di vedere un movimento nel corridoio del primo piano nei pressi dell’ascensore. L’aria era impregnata di un forte odore acido.

Improvvisamente la luce si "spostò" da destra a sinistra: con uno strano effetto gli hubstack della parte nord della Southern Coscarla division si spensero divenendo una macchia buia, mentre quelli della parte sud si accesero, illuminandosi. Come spesso accadeva nelle divisioni più basse dell'Hive, i programmi di riduzione dei consumi prevedevano cicli di illuminazione notturna differenziati. Solo le piazze, alcuni edifici e i grossi viali mantenevano l'illuminazione.

La luce nel bagno cieco improvvisamente si spense lasciando il nobile al buio

La luce che filtrava dalla porta del bagno in cui si era rintanato Ethan si spense e parimente fece quella che proveniva dal corridoio esterno. Quasi contemporaneamente anche le fessure che rimanevano fra il cappotto del nobile e la finestra smisero di essere illuminate. La stanza era caduta nel buio più profondo.

“Com’è che conosci quella ragazza?” iniziò il Wastelandiano “l’ho accompagnata prima la primavera scorsa da Altdorf a Middenheim. Diceva di essere la moglie di un artigiano, ma aveva bisogno di protezione, e ci ha pagato molto assicurarsi che arrivasse nella città del Lupo Bianco. Ecco perché non ti interessava la mia offerta: hai già un committente che ti paga bene!”

Mi confermate che prendete i pagliericci. Inizio a scalare a Jacob. Restano il giorno seguente da pagare la coach.

se vi appartate a parlare, postate il dialogo in spoiler