Salve!!!! Sono nuova in questo forum! Vorrei sentire la vostra opinione su un racconto che ho scritto di recente e che ho inviato a un concorso...
Ecco il racconto:
Viaggiatore davanti al mare di nulla
Una nuvola. Una nuvola bianca in un cielo terso. Mi piace il colore di questo cielo, anche se è molto diverso da quello di casa mia. Mi ricorda il colore degli occhi della mia ragazza. Quegli occhi che non vedrò più. Quella nuvola. Sto cercando di decifrarne la forma. E’ l’unica cosa che riesco a vedere. Non riesco a muovermi. Ora il dolore ha smesso di trafiggermi la carne. Non lo sento più. E’ solo come un sordo e languido malessere, in fondo alla mia mente. Dicono che prima di morire si veda la propria vita scorrere davanti agli occhi. Non è vero. Non riesco a focalizzare neanche un pensiero. Sembra che tutto l’intrico della mia mente si agiti ora dentro di me, che tutte le cose accumulate per una vita intera cozzino una contro l’altra in un frenetico caos. Forse è meglio se non riesco a vedere il mio corpo. Ho sentito il piombo trafiggere il mio collo e frammenti anche nelle braccia e nel petto. Non riesco a muovere le braccia. Non riesco a sentire il mio corpo, solo un grande calore. Ho visto molta gente bruciata. Non voglio vedere il mio corpo. Non voglio pensare che fra poco sarà solo polvere, cibo per i maledetti sciacalli. La nuvola si è allungata, sospinta dal vento. Mi ricorda qualcosa. Non so cosa. Non riesco a pensare. I pensieri mi si confondono nella mente, mi sento sempre più debole. Devo stare perdendo molto sangue. Lo sento fluire, caldo. Il sangue, che tinge di rosso i colori senza senso di questa divisa sbiadita. Mi sento sempre più debole, sempre più debole… E questo senso di vuoto, di assoluto vuoto… Perché, ne sono sicuro, non c’è niente dopo la morte. Il nulla, il nulla eterno. Mi si chiudono gli occhi. L’oblio, voglio solo la pace del sonno eterno…
No! Non posso morire. Non può essere che tutta l’immensità della mia anima muoia qui, adesso, assieme a questo disgustoso corpo martoriato. Non posso morire. Non per una ragione come questa. Non può tutto ciò che sono stato semplicemente sparire, , come cenere al vento. Paura. Un terrore profondo paralizza i miei pensieri. Non posso accettarlo. Non posso accettare che tutto quello che ho vissuto verrà semplicemente dimenticato, perduto nei recessi di una mente che fra poco, semplicemente, si fermerà. Non posso accettare che non vedrò più questo cielo, che non vedrò più questa terra, che semplicemente non sentirò più niente. Persino il dolore mi risulta gradito, mi ci aggrappo quasi spasmodicamente. Ma ormai non lo sento più, la mia mente è sempre più vuota…
Che senso ha avuto tutto ciò? Perché soffrire, amare, se tutto doveva finire qui, in questo dannato deserto? Sono solo, di fronte alla morte. Tutti sono soli, di fronte alla morte. Cerco di trovare un perché, ma non ci riesco. Non ricordo perché mi trovavo qui. Ricordo solo che mi dissero: vai, e combatti per la tua Nazione, da eroe e che una granata è scoppiata davanti a me. Non ricordo la ragione per cui combattevo. Non riesco a trovare la ragione per cui sto morendo. Ha tutto così poco senso… Ma non ha importanza, perché tutto tra poco sarà dimenticato. Penso con distacco agli uomini, ai loro inutili affanni, ai loro vuoti scontri. La nuvola è sparita. Dico addio al suo bianco candore. Dico addio anche al cielo e a tutte le cose belle che questo mondo avrebbe potuto riservarmi, se una stupida guerra non avesse posto la parola fine. Pazienza. Sono stanco. Chiudo gli occhi. Il buio. Che pace. Mi sembra quasi di vederlo, di sentirlo. Il nulla.
Il cadavere del soldato n° 7152689 non fu mai rinvenuto. Di lui rimane una lapide nera, con la scritta in bianco:”Morì coraggiosamente, servendo la patria”. Parole vuote, incise per sempre nel marmo.
Se il racconto vi è piaciuto potete votarmi andando su questo sito: www.nuovofriuli.it . Così facendo mi fareste vincere un computer portatile: il concorso, infatti, si basa sui voti via internet che i racconti ricevono. Cliccate sulla scritta in alto a destra "Concorso Trovare la parole". Il mio racconto è il numero 26. VOTATEMI!!! E ditemi cosa ne pensate!!!