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piri

Circolo degli Antichi
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Inserzioni blog inviato da piri

  1. piri
    Ebbene si. Ho deciso che questo sarà l'ultimo mio post nel blog DL.
    E non perché ho intenzione di smettere di scrivere, ma semplicemente perché non ho intenzione di sottoscrivere nuovamente la tessera di socio.
    Perché socio effettivo, non lo sono mai stato. O per lo meno socio per come intendo io la parola.

    Se essere socio implica solamente avere i piccoli privilegi informatici sul forum, beh, non mi interessa averli.

    Io credevo che essere socio fosse la possibilità di mettere bocca nella fase organizzativa dell'associazione.
    Credevo che fosse il modo di poter dare un contributo sincero e sentito (al di là di quello economico) a quest'associazione che anni fa mi ha accolto...
    E invece pare che essere socio non sia null'altro che essere un azionista senza diritto di voto o di veto.

    Perché dalla scorsa riunione soci non c'è stata alcuna progressione nella risoluzione del nuovo regolamento, perché non è cambiato nulla di quel che c'era prima e perché il fatto che i soci prendessero coscienza del loro status è (magari mi sbaglio) stato interpretato dalle altre sfere come una sorta di sollevamento popolare.

    E poi si scoprono cose come quella di cui si discute in area soci e, beh...di restare socio di un regime dittatoriale non ce n'ho affatto voglia.

    Auguro alla D'L un raggiante futuro, ma il mio ruolo al suo interno (ormai) sarà di semplice fruitore marginale e spammer.
    Di più, anche volendo, non mi è concesso dare...



  2. piri
    Ora, so che è difficile crederlo. Ma son stato bambino pure io.
    E da bambino ero figlio di due ragazzini, perché quando son nato mio padre doveva ancora compiere 23 anni e mia madre non ne aveva nemmeno 20.

    Quando mio padre aveva la mia età, io andavo alle elementari e mia sorella finiva l'asilo.
    E questa penso sia stata la mia grandissima fortuna. E ne sono stato conscio fin da allora.
    Al di là di tutte le considerazioni pedagogico/evolutive che possono venir fuori dal fatto di esser cresciuto insieme ai miei, di rimbalzo a loro ho potuto vivere gli strascichi degli anni '70 che si tuffavano prorompenti negli '80.
    Di tutte le rivoluzioni che si sono realizzate in quegli anni quella che mi ha colpito in pieno non è stato il boom dell'industria e del miracolo italiano, non è stata l'apertura delle prime frontiere, non è stato il muro di Berlino...è stata la rivoluzione musicale.

    Perché io, la musica, ho iniziato a sentirla ancora prima di nascere.
    Nella pancia di mia madre, seguivo le vibrazioni che mi arrivavano da fuori. Non che ne capissi molto, ma probabilmente le note che meglio si propagavano in mezzo a tutti quei sughi amniotici, erano le note basse e credo sia per questo che sono sempre stato particolarmente legato ed attratto dai riff ritmici.

    La prima canzone di cui ho memoria storica è un singolo innovativo, per l'epoca, che denunciava i cambiamenti che di li ad un decennio avrebbero portato alla MTVgeneration.
    Ebbene si, il mio imprinting musicale fu
    dei Buggles. Suppongo che le origini del mio odio viscerale per i dARI o per i ToNkio Hotel siano da ricercarsi qui. Probabilmente è colpa/merito anche di questa canzone se son nato imbecille e sono andato avanti così.

    Ho infatti avuto un'evoluzione musicale atipica per quelli della mia generazione.
    Mi sono totalmente perso il Grunge, ad esempio: per me Kobain è sempre stato un biondino capellone che non sapeva cantare e che fumava troppo. E mentre i miei amici si mettevano jeans strappati, si lasciavano crescere i capelli e avrebbero voluto avere la barbetta incolta io cercavo di capire come facesse a stare in equilibrio su una gamba sola e a suonare il flauto traverso quel demonio di Ian Anderson.
    Nel periodo del liceo i miei compagni di classe ascoltavano gli Iron Maiden a palla mentre io spluciavo tra i 45 giri di mio padre in cerca di ritmi funky da http://www.youtube.com/watch?v=5MMkSYwrf0Q, quella degli anni '70 (come canta Elio).
    Agli Smashing Pumpkins ribattevo con
    e, ahimé, http://www.youtube.com/watch?v=GDNl1Cn100k.
    E poi ho compiuto 17 anni. Ho comprato Follow The Leader dei Korn che nessuno ancora sapeva chi fossero, ho scoperto gli Skunk Anansie grazie ai due singoli presenti nella colonna sonora di Strange Days (si tratta di
    e Feed, per i curiosi) mi son fatto arrivare Home dei Sevendust apposta dagli USA solo per il singolo Licking Cream in cui cantava anche Skin (e ne è stravalsa la pena)...insomma, mi son fatto il mio bel giro nel rock peso sempre un passo prima dei miei amici.
    E poi ho fatto un passo indietro. Ho deposto le armi dell'adolescenza e penso di essermi musicalmente un po' evoluto. Ho lasciato da parte growl, headbanging e poghi per andare ad apprezzare il più riflessivo Jazz.
    E quindi dopo Jarrett, Petrucciani, Metheney, ho esplorato un po' di fusion, anche brasiliana, tipo con gli Azymuth (che i più teledipendenti non potranno non associare al faccione di Gianni Minoli e ai primi esperimenti di grafica 3D) .

    Insomma, ho ascoltato di tutto, ma sempre al basso e alla ritmica son stato legato. Quando gli amici di cui sopra avrebbero voluto avere i ricci di
    e lo scimmiottavano con la sigaretta pendente dal labbro e la papalina in testa (perché è sempre stato un po' difficile trovare una tuba), io volevo essere pelato e suonare come http://www.youtube.com/watch?v=exy2TIIikxY. Ci ho pure provato a suonare il basso. Ho tenuto un Fender tra le mani per un intenso pomeriggio, cercando di capire come maneggiarlo.
    Ed è stato come tornare ragazzino, quando ti trovi ad avere i primi strusciamenti amorosi, che hai un'idea molto ben precisa di dove mettere le mani, ma non sai come farcele arrivare e soprattutto l'inesperienza ti rema contro. Desistetti.
    La faccenda è che non ho la costanza necessaria per suonare. E mi limito ad ascoltare. Più che posso.
    Ecco che quindi giusto ieri mi accingo ad ampliare le mie conoscenze in questo senso e ad ascoltare un po' di uno dei miti del basso, Jaco Pastorius. Per completezza mi leggo un po' della sua biografia...


    Se avessi saputo che era LUI il bassista dei Weather Report quando hanno inciso Heavy Weather, cavolo, probabilmente adesso suonerei il basso...
  3. piri
    Pensavo fosse amore invece era un Caressa





    È la storia di due giovani fidanzati napoletani, Tommaso (Massimo Troisi) e Cecilia (Francesca Neri), la cui vita è estremamente regolare: soliti amici, frequentazioni ed un matrimonio alle porte. Senonché, un farfugliamento di Tommaso durante delle effusioni intime mal interpretato da Cecilia, scatena la gelosia di quest'ultima, che non vuole più maritarsi e sparisce.

    Ecco che finisce il primo tempo e gli attori vanno negli spogliatoi a bersi un tè caldo.

    Il secondo tempo inizia con Cecilia che scatta sulla fascia in una fuga che vorrebbe fosse solitaria, ma Tommaso la tallona e con un incredibile tackle ai limiti del paranormale riesce a bloccarla. L'arbitro però non è d'accordo e ammonisce Tommaso.
    Cecilia, sugli sviluppi di un calcio da fermo, realizza l'uno a zero, ma si scopre in difesa e Tommaso si fa trovare pronto a pareggiare i conti.
    Ad un tratto, a pochi minuti dal termine delle ostilità, l'arbitro estrae inspiegabilmente un cartellino rosso per Cecilia che viene espulsa. Il colpo di scena c'è: L'arbitro è in realtà Tommaso.
  4. piri
    Inspiri, espiri, inspiri, espiri.
    Un passo dopo l'altro.
    AC/DC per cominciare. Back in Black. Ed è perfetta. Perchè è l'intro di Iron Man e perchè sei completamente vestito di nero. Tintinni, mentre corri. Hai le chiavi legate con una catena intorno al collo. La gente ti sente arrivare e si scansa.
    Rimbalzi splendido, con movimento elastico, falcata ampia, braccio ad angolo retto, la tua mano descrive un semicerchio perfetto e il respiro è coordinato ai tuoi passi.
    Inspiri, espiri, inspiri, espiri.
    Hai l'udito azzerato dalla musica, ma sei all'erta. Non ti sfugge nulla, nessun movimento nel tuo campo visivo, anche periferico, sfugge alla tua attenzione.
    Ti stai prendendo la tua rivincita sulla giornata che ti ha splamato su una sedia con la sua afa.



    I've been looking at the sky
    'Cause it's gettin' me high
    Forget the hearse 'cause I never die
    I got nine lives
    Cat's eyes
    Abusin' every one of them and running wild


    Passi una signora che annaffia, che si volta stupita quando le passi dietro. Non ti ha sentito arrivare da quanto sei elastico. Hai un buon movimento del piede a terra. E anche le gambe, sebbene non più freschissime, non si muovono male.
    Incroci un altro corridore. Cenno d'intesa col capo e ognuno per la sua strada, col proprio ritmo.
    Passi agile e spedito accanto ad un giardino con una quarantina di persone tra giocatori di calcetto, cuochi intorno al barbecue, bambini che giocano a moscacieca. Nessuno si accorge di te. Rapido, silenzioso e nero. Come un ninja.
    Inspiri, espiri, inspiri, espiri.
    Last dei Nine Inch Nails spodesta gli AC/DC. Il Random del lettore MP3 ti supporta alla grande. Continui col ritmo giusto.
    Arrivi alla stazione. Davanti a te un rettilineo.
    Il ritmo cala un po'. In questa parte del percorso a parte la musica gli stimoli esterni sono pochi. Ma continui, stesso ritmo, passo più corto.
    Inspiri, espiri, inspiri, espiri.
    Passa il regionale delle otto meno venti. E sei nel rettilineo.
    Solo il pensiero che alla fine vomiteresti anche il pranzo di Pasqua del 1986 ti trattiene dal fare a gara col treno. Ma intanto torni ad allungare il passo.
    Inspiri, espiri, inspiri, espiri.
    La gente che frescheggia ti guarda con sospetto, o come se fossi un folle masochista.



    I know it's all getting away it comes to me as no surprise
    I know what's coming to me is never going to arrive
    fresh blood through tired skin
    new sweat to drown me in
    dress up this rotten carcass just to make it look alive


    Quando anche i Nine Inch Nails lasciano il passo agli Aerosmith, cerchi di far coincidere i tuoi passi con la grancassa di Livin' on the edge. In cielo un enorme tuorlo d'uovo ti guarda bonario, come un occhio di bue.
    Inspiri, espiri, inspiri, espiri.
    Inspiri, e ti ridcordi di avere un paio di polmoni.
    Espiri, e ti rendi conto che dodici anni da tabagista non gli hanno certo fatto bene, anche se è storia antica di tre anni.
    Inspiri, e ti accorgi che hai anche un fegato.
    Espiri, e ti chiedi i tre quarti di litro di birra di oggi a pranzo non siano stati un errore con gli altrettanti di ieri notte.
    Inspiri, e il rene destro ti dà una fitta.
    Espiri, se fa male vuol dire che c'è e che funziona.
    Continui a mantenere il passo. Il sudore inizia a cadere a goccioloni, ti riga la faccia, scende sul collo e si insinua nella maglietta.
    Inspiri, espiri, stringi i denti, inspiri, espiri.


    If chicken little tells you that the sky is fallin
    Even if it wasnt would you still come crawling
    Back again - I bet you would my friend
    Again & again & again & again

    Something right with the world today
    And everybody knows its wrong
    But we can tell em no
    Or we could let it go
    But I would rather be a hanging on


    E poi, nell'attimo di silenzio della canzone, sei sospeso nel vuoto. Assoluto (in senso etimologico) dal mondo. Sospeso nel nulla cosmico.





    E poi, BUM BUM BUM BUM.

    We're Livin' on the edge
    You can't help yourself from fallin'
    Livin' on the edge
    You can't help yourself at all!
    Livin' on the edge
    You can't stop yourself from fallin'
    Livin' on the edge



    Inspiri, espiri, inspiri, espiri.
  5. piri
    Visto che nell'angolo dello sfogo ho già scritto anche troppi post...

    Ne lascio uno anche qui, che male non fa...


    :banghead::banghead:


    Meno male che c'è questo che mi dà un po' di carica...

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  6. piri
    Caldo. L'aggregante unità che accomunava tutto il popolo di BigOstery e tre quarti degli altri abitanti la piana dell'UmileRomanza.
    S'era da poco conclusa l'ora del pasto e sul tutto aleggiava un'aria da siesta.
    Qualche bimbo caricato a Duracell giocava sotto il sole, a rischio della propria integrità fisica e col colpo di calore che gli vegliava il coppino come la famosa spada faceva con Damocle.
    Timido un meticcio di cane sostentato dalla benevolenza del rione, e amorevolmente chiamato dai più Bitorzolo per via delle sue leggiadre forme, si allontanava da una ciambella fumante, tangibile segno del suo passaggio. Un meticoloso moscone ispezionava il temporaneo monumento con curiosità certosina.
    Eppure, in questa immobile afa, si percepiva del fermento, in sottofondo.
    Le carpe del laghetto si muovevano con nuoto marziale in branchi di sei col resto di due. Un grosso luccio, con una cicatrice al posto dell'occhio destro ed un amo da balena come piercing al labbro, dirigeva le operazioni saltando a destra e sinistra.
    I piccioni volavano in formazione e si allenavano nei bombardamenti prendendo di mira la statua del Patrono, nella piazza principale.
    Sugli alberi le cicale frinivano in Marcia Trionfale, mentre interi sciami di calabroni si muovevano a ritmo, per dare l'enfasi necessaria.
    In lontananza ronzava un Garelli truccato.
    Non era una giornata come tante. Era il giorno della finale del Torneo.

    Al BarCentrale, che stava in realtà in piena periferia, Mihn, il proprietario cinese, puliva con uno straccio l'interno di un bicchiere.



    ----- MIGLIORARE DA QUI IN POI -----

    Nei giorni precedenti contendenti provenienti da ogni parte del mondo emerso conosciuto si erano dati battaglia, combattendo all'ultimo sangue per conquistare la finale. Ma solo due gruppi erano riusciti a raggiungerla. E manco a dirlo una delle due era la più acclamata squadra del luogo.
    Ogni abitante di Yertsogib conosceva i partecipanti e qualche accanito fan sfidava l'avversità del termometro sostando con cartelli di incoraggiamento di fronte alle dimore dei Campioni.
  7. piri
    Perchè ci son delle sere che sei di nuovo immerso fino al naso in quello che per due mesi avevi lasciato...e sei tornato pari pari a com'eri prima, come se i due mesi sull'altro pianeta non ti avessero fatto nulla, nè alla persona nè alla personalità.
    Ci son delle sere che, come prima di partire, te ne stai al PC, la notte, a far finta di giochicchiare a poker, ma solo perchè ti annoi.
    E bevi birra FORST, che tanto ti mancava negli States.
    Ascolti Jethro Tull, ma solo quelli di molto prima che nascessi, perchè gli altri non valgono la pena.
    E parte "Nothing is Easy", che hai dedicato ad un caro amico che non senti da tempo ma che avresti voglia di vedere...e ti rendi conto che da quando hai rimesso piede in Italia non hai ancora rivisto UN SOLO Cungino, ti accorgi che uno di loro manca e mancherà, purtroppo, per sempre e torni a pensare ad una pioggia battente in un giorno dei primi di giugno di un anno fa.
    MA (ed il ma è majuscolo), sorseggi la FORST e non ti vuoi far prendere dalla sbornia triste, giacchè di FORST da bere ne hai altre due, volendo e sarebbe un peccato sprecarle lasciandosi andare a pensieri tristi. Ma ti senti, alla fine, un po' solo.
    MA (ed è un altro ma majuscolo), domani sai che sarai con altri Amici e non vedi l'ora.
    E diciamocelo, è solo la noja che ti fa pensare di essere solo...e la scarsa voglia (ma per fortuna allo stesso tempo responsabile) di metterti ad analizzare i dati per la tesi o pulire camera (che all'una di notte magari non è il caso).
    Peccato che il fusorario ancora non si è stabilizzato...o meglio, sei tornato agli stessi ritmi con cui sei partito: ti addormenti alle 3 e ti svegli alle 10...e ti manca fare come in America, con la nanna a mezzanotte al massimo e la sveglia intorno alle 7.
    Perchè si deve ripartire, non ci si può fermare un attimo. Riposarsi adesso vuol dire non ripartire più, lasciarsi andare ad un ozio che ti risucchia in un vortice di nulla e ti sballotta a destra e sinistra, senza farti muovere di un passo.
    E dopo un po' che scrivi ti rendi conto che non sai nemmeno cosa hai scritto, ne hai vaga idea e/o rimembranza...ma non ti piace.
    Perchè se vale la pena di scrivere vale la pena di fare del nonsense, lanciato in caduta libera sui tuoi pensieri, assecondando un assolo di chitarra con le parole che ti sferzano il viso e ti portano a confidarti col mondo.
    Ma l'assolo finisce e tu non sei ancora abbastanza (oppure sei troppo) ubriaco per lasciarti andare. Ti senti frenato, inibito, ancora non libero di esprimere quel che senti. Perchè quel che senti, forse, ha bisogno di una bella ciucca per essere scritto.
    MA, come già detto, ti sei ripromesso di non lasciarti andare a voli pindarici di tristezza, ergo, filminodazione, poi letto.

    Snakavasta spanizghespik fustireni, forehentesfiord missimissi yjidiotyj yjidiomomji.

    Arkmadò, Spaniz!
  8. piri
    Inda stagmanè solitada, grafomanikaja blogura in Spanizghespik.
    Isti idyomj largura olispot inda forumalles. Poigmanè allesforum forehentesfiord Spanizghespik gespikander, kratoslimpo sentireni.
    Nama alles clavikka aberunt kapit, pokanzia ferstunt, puripuri inda eil kaminaria kranie glossoloquisk gutgut.
    Fatikanzia pelloburse skontorieren noest, puripuri gebolt mordenful.
    Debi cilnmajonemenes-menàl, evrospendieren-visdòm...post drittalancia uratura.

    Pelloburse skontorieren biraitbek...

    Arkmandù, mani eheh-menàl
  9. piri
    Nacque fra due parentesi quadre, con altri due fratelli. Era quello di mezzo, il più coccolato, tuttavia era ancora considerato poco (lo chiamavano puntino) e non capiva ancora bene cosa ci stesse a fare in mezzo a tutte quelle Lettere importanti. Man mano che cresceva rimaneva sempre più abbagliato ed ammirava molto le Signore Lettere perchè erano capaci, quando si riunivano, di creare queste associazioni, queste combriccole che avevano un senso, un significato. Signore e Signori, formavano le PAROLE.


    Si sentiva triste, il puntino, perchè pensava di non aver nulla da dare. In mezzo ai suoi fratelli pensava di essere una bestia da circo, il sostituto di parole troppo poco importanti per essere citate, imprigionato fra le due parentesi quadre.
    Tutto ciò lo depresse molto, al punto che si sciolse un po' e divenne un virgolo.
    La sua depressione e la sua prima metamorfosi furono quello che credette la sua salvezza, venne fatto uscire dalle parentesi perchè così conciato non era un belvedere. Venne sostituito da un suo fratello, un altro punto che con lo sguardo inebetito di un fiero eroe scelse di venire imprigionato al posto suo.


    Il Signor Virgolo (adesso si dava delle arie) faceva di tutto per restare il più depresso e il più musone possibile, cercava di mantenersi "in forma" per svolgere al meglio la sua mansione. Ma qual'era la sua mansione? Il suo unico scopo era quello di far prendere fiato al lettore, era un intermezzo, un diversivo, un breve spot pubblicitario. Ancora una volta uno schiavo della tirannia delle parole, a volte messo a caso, così, in mezzo ad una frase e sapeva di non avere un senso o, spesso, solitario in mezzo a centinaia di lettere che lo guardavano torve. Solitario e solo in mezzo alla moltitudine.
    Iniziò quindi a chiedersi, nonostante la sua giovane età, la sua ragion d'essere, il suo PERCHÈ. Si chiese se il Grande Scrittore lo avesse veramente voluto in mezzo a quelle frasi o se fosse solo un piccolo frego scaturito dalla sua penna. Iniziò così una lunga e travagliata trasformazione che lo portò ad essere dapprima punto di domanda, sempre storto e appollaiato ai suoi contorti pensieri, in seguito, esaurite le domande e trovate da solo le risposte ai suoi quesiti sul Grande Scrittore si calmò, torvò un equilibrio e divenne un ben più sicuro punto e a capo.
    Adesso sentiva di essere veramente diventato importante.

    Era assurto al ruolo di gendarme e le lettere lo temevano. Ove era lui quelle letterucole, impaurite, erano costrette a fermarsi e a cambiare rigo.
    E stava quindi lì, impettito e con lo sguardo in cagnesco a squadrare le ultime lettere della frase che impaurite stavano.
    Lì.
    Dove Lui voleva.

    Ancora una volta però la sua condizione, dopo un breve iniziale entusiasmo, iniziava a stargli stretta.
    Questa volta cercò però di dimenticare, non aveva più voglia di fare il bullo e lasciò che alcune lettere (ma solo quelle grosse e importanti, le Signore Maiuscole) gli passassero oltre. Tuttavia non era ancora soddisfatto e iniziò a bere, a presentarsi con la barba lunga (ormai non era più un puntino) e a lasciarsi andare. Era ogni giorno più sconvolto, ogni giorno più ubriaco e più trasandato. Ormai era un asterisco...e gli asterischi, si sa, non sono ben visti nella bella società delle lettere.

    Iniziò così a frequentare posti strani come liste della spesa e affini: Proseguì per un po' nel suo periodo autodistruttivo ed era sempre più asterisco, finchè un bel giorno decise di uscire da quel brutto giro.
    Andò in una comunità dove lo rasarono e lo misero insieme ad altri due suoi compagni di sventure coi quali confrontarsi e sostenersi, in questo loro periodo transitorio, da punto di sospensione.

    Ebbe modo quindi di riflettere sulla sua vita, sul suo passato, sull'utilità che aveva avuto fino ad allora e, nuovamente, si chiese se esistesse o meno il Grande Scrittore.
    Ne trasse la conclusione che magari il Grande Scrittore esisteva davvero, ma una volta impresso su quel foglio stropicciato che si chiama vita lo aveva lasciato li, disinteressandosi di lui e occupandosi di altri fogli, di altri racconti, di altri libri.

    Allo stesso tempo però capì di avere un grande significato e un grande scopo: quello di dare un senso alle frasi. Capì che senza di lui tutte quelle lettere snob avevano meno significato, o, se lui lo avesse voluto, avrebbero potuto avere significati diversi.
    Si prefisse così di portare gioia ed allegria, di diventare un animatore, di essere quel qualcosa che cambiava la vita delle lettere che lo incontravano. E stava bene.

    Signore e Signori, era nato un punto esclamativo!
  10. piri
    Nella vita sono le piccole cose quelle che contano, ma non le piccole grandi cose di cui ti accorgi...sono le piccole cose che passano inosservate, quelle piccolezze che sono dieci gradi fuori dal tuo centro di attenzione.
    Dieci gradi.

    Possono essere di tutto.

    Possono essere indice di gerarchia, possono essere il livello di miopia, possono essere la conversione di rotta, il livello d'alcool nel vino che ti dà la botta...

    Sono quelli che mancano all'angolo retto per bollire, quelli che d'inverno ti fanno starnutire...

    Oppure quei 10 stramaledettissimi gradi in più che ti fanno stingere una felpa rossa...


    Così adesso hai uno splendido paio di mutande rosa...
  11. piri
    Rimestando tra i documenti ho trovato questa robba vecchia.
    L'immagine iniziale l'ho usata già altrove, ma effettivamente mi dà molta misura della sensazione che volevo comunicare.
    Et voilà l'ANSIOnetto...

    Apatia

    subisco subdole sevizie sonore
    appeso per l'ombelico ad un gancio
    in uno stato di non-dolore
    assolutamente privo di slancio

    con le interiora rampicanti
    che sostengono il mio peso
    assoggettato al volere di quanti
    vorrebbero vedermi arreso

    decanto indolente la mia angoscia
    in appositi recessi dell'anima
    ed attendo il prossimo strappo

    per vedere di quanto si affloscia
    quanto riesce a divenir minima
    quella parte di me che fa tappo
  12. piri
    Il paciugo è un piccolo animaletto di scarsa visibilità.
    Da lontano gli avventurieri che lo incontrano possono pensare si tratti di una chiazza di vomito.
    In realtà il paciugo è un ammasso di piccoli pezzetti di nonsisacosa incastrati alla bene e meglio nonsisacome.
    L'origine del paciugo è del tutto ignota, si sa però che ogni tanto appare agli avventurieri senza che questi riescano a riconoscerne due della stessa razza. Perchè non esiste paciugo uguale (o anche minimamente simile) ad un altro.
    Per cui quando vi trovate di fronte ad un potentissimo coboldo o uno sgarrupatissimo golem di ferro che al terzo colpo va in terra, quelli in realtà erano paciughi nati dalle penne di master troppo perfidi nel primo caso, troppo buoni nel secondo.
    Il paciugo poi non ha coerenza mentale o logica. Il paciugo è una tigre delle nevi in mezzo al deserto, un catamarano in alta montagna, un groviglio di pezzi di animali morti e piante vive che ti assale nel cuore della notte mentre sogni di coibentare tetti con Angelina Jolie (od omologo sex symbol per le signorine)...insomma...è un paciugo...incoerente, incostante, inadeguato, incipiente, intraprendente, interessante, inutile, infimo e infondato...
    A seconda delle regioni, il paciugo assume diversi nomi. Ci si può riferire a lui anche come pastrocchio, miscuglio, groviglio, patchwork (ma solo nei paesi anglofoni), dituttunpò, smazzafingardo, astraulopedonte e anche fallodigomma, ma solo nei paesi bassi.
    L'ultimo paciugo conosciuto aveva nome Sewrsiuhnbasdfmbhsjvlaòsdklxkghjkscegldctkjhv detto Ciro, dagli amici.



  13. piri
    Piccola dedica, fra me e me...



    http://it.youtube.com/watch?v=DKhnmUdmz74






    Keep you in the dark
    You know they all pretend
    Keep you in the dark
    And so it all began

    Send in your skeletons
    Sing as their bones come marching in...again
    They need you buried deep
    The secrets that you keep are at the ready
    Are you ready?
    I'm finished making sense
    Done pleading ignorance
    That whole...defense

    Spinning infinity, boy
    The wheel is spinning me
    It's never-ending, never-ending
    Same old story

    What if I say I'm not like the others?
    What if I say I'm not just another one of your plays
    You're the pretender
    What if I say I will never surrender?

    What if I say I'm not like the others?
    What if I say I'm not just another one of your plays
    You're the pretender
    What if I say that I'll never surrender?

    In time our soul untold
    I'm just another soul to sell... oh, well
    The page is out of print
    We are not permanent
    We're temporary, temporary
    Same old story

    What if I say I'm not like the others?
    What if I say I'm not just another one of your plays
    You're the pretender
    What if I say that I'll never surrender?

    What if I say I'm not like the others?
    What if I say I'm not just another one of your plays
    You're the pretender
    What if I say I will never surrender?


    I'm the voice inside your head
    You refuse to hear
    I'm the face that you have to face
    Mirrored in your stare
    I'm what's left, I'm what's right
    I'm the enemy
    I'm the hand that'll take you down
    Bring you to your knees

    So who are you?
    Yeah, who are you?
    Yeah, who are you?
    Yeah, who are you?

    Keep you in the dark
    You know they all pretend

    What if I say I'm not like the others?
    What if I say I'm not just another one of your plays
    You're the pretender
    What if I say that I'll never surrender?

    What if I say I'm not like the others?
    What if I say I'm not just another one of your plays
    You're the pretender
    What if I say that I'll never surrender?

    What if I say I'm not like the others?
    (Keep you in the dark)
    What if I say I'm not just another one of your plays
    (You know they all... pretend)
    You're the pretender
    What if I say I will never surrender?

    What if I say I'm not like the others?
    (Keep you in the dark)
    What if I say I'm not just another one of your plays
    (You know they all... pretend)
    You're the pretender
    What if I say I will never surrender?

    So who are you?
    Yeah, who are you?
    Yeah, who are you?

  14. piri
    Un'altra notte in cui le metafore sull'antipatia che Morfeo ha per il sottoscritto potrebbero essere molteplici e pedisseque.
    Un'altra notte in cui mi lascio andare ai piaceri del luppolo (ma senza foga) mettendo saporiti farinacei (salatini) a galleggiare in un tumultuoso mare di birra.
    Un'altra notte in cui mi son rotto le palle di stare nel letto a rigirarmi come un fesso.
    Un'altra notte in cui l'insonnia è un'ottima scusa per ascoltare buona musica.
    Un'altra notte in cui, tutto sommato, i pensieri ancora sorvolano lei.
    Un'altra notte in cui provo a studiare, capendo che comunque non ci capisco un tubo.
    Un'altra notte in cui mi lascerò sedurre dal sex-appeal del codice, dalla sua rigida logica e dal suo rigore catechistico nel sado-masochistico gioco dell'apprendimento.
    Un'altra notte in cui mi sento di scrivere sul blog...





    Un'altra notte che mi sforzo di non perdere.
  15. piri
    Ok, so che su D'L non si può parlare di politica. Ma io questo cruccio di dentro in qualche modo me lo devo togliere, voglio togliermi un dubbio...non voglio pensare di essere rimasto il solo ancora capace di indignarsi.
    La cosa è nata quando sono stati postati alcuni spezzoni di Nanni Moretti da qualche parte.
    Sono andato a fare il mio girolurido di youtube e sono incappato in questi:

    http://it.youtube.com/watch?v=xj2-_9EtjV4

    http://it.youtube.com/watch?v=jd1Wm7mE_G0

    e poi mi ronzava ancora in testa questo:

    http://it.youtube.com/watch?v=R2EN_QI55aU


    E non ho potuto fare a meno di notare quanto queste parole mi ferissero:
    http://it.youtube.com/watch?v=jDdDlYjNrdo

    Alla fine di tutto magra consolazione (se di consolazione si può parlare) l'ho trovata in questo:
    http://it.youtube.com/watch?v=MJ-qHTAzvF8


    PS: non so per quanto tempo questo post avrà vita, ma spero abbia un minimo di visibilità. Sono prontissimo a qualsiasi conseguenza dovesse portare.
  16. piri
    Antonia
    Scrive manifesti sbagliando punteggiatura. È la sua laurea in Lettere e Filosofia che glielo permette.

    Amedeo
    Rumina serafico un tozzo di pan secco davanti alla TV, mentre il coinquilino sfascia il resto della casa credendosi King Kong.

    Chiara
    Si veste sempre in tiro, strizza le tette in gloriosi push-up, porta pantaloni a vitabassa di una taglia più stretti, perchè così le fasciano meglio il sulo.
    Si lacca le unghie di scuro. Perchè è vergine.

    Francesco
    Ogni tanto telefona ai suoi amici d'infanzia, quelli più cari, quelli a cui vuol davvero bene.
    Perchè non si sa mai quando possono tornargli utili.

    Caterina
    Cambia pettinatura, ogni tanto. E il trucco di conseguenza. Cerca ancora il look adatto a far credere in giro che è capace di pensieri profondi.

    Daniele
    Scrive brevi storie di piccole persone. Gli serve a credere che la sua vita sia più grande.
  17. piri
    Condurre timide esistenze
    Ad inseguir cliché
    Cercando le chimere
    Nei disegni di un parquet
    Scomponi il tuo avvenire,
    Le molecole di te
    Sperando di scoprire
    Qualcosa che non c'è
    La voglia di fuggire
    Rimane sempre grande
    Perché non vuoi sparire
    Sommerso di domande
    Ti chiedi donde vieni
    Ti chiedi dove vai
    Se avrai giorni sereni
    Se invece mai li avrai
    Ti chiedi cosa cerchi
    Ti chiedi cosa vuoi
    Sfuggendo dagli alterchi
    Per farti i fatti tuoi
    Poi scopri cosa brami:
    Vuoi solo star con te
    Lontano dai problemi
    Lontano dai cliché
    Lontano dalla gente
    Che invece vuole te
    Che solo raramente
    Sta fuori dei cliché
    Vuoi essere sincero
    Saper la verità
    Vuoi essere davvero
    E vuoi sincerità
    Vorresti un paio d'ali
    Per scappar dal mondo
    Ma ovunque vada voli
    Costantemente in tondo
    Mai giungi ad una meta
    Mai scopri un perché
    Vaghi solo nel pianeta
    Fuggendo dai cliché
    Decidi allora adesso
    Che speranze più non hai
    Di vivere lo stesso
    In mezzo a questi guai
    Capisci finalmente
    Che scappando dove vuoi
    Mai giungerai a niente
    Se non a nuovi guai
  18. piri
    No, cioè, ti rendi conto? Orfano di madre. Draghessa mi hanno detto. Sticazzi dico io. Cioè, questa mi sputa fuori no? mi molla in braccio a papà no? E se ne và. Cioè, fuori di testa!
    Da morir dal ridere. Cioè, io e Hlal (la mia Dea preferita) ce la spassiamo da matti. Fin da piccolo il babbo mi ha insegnato a volergli bene a questa Dea no? Perché le piacciono le risate no? E anche a me piacciono le risate, quindi, perfetto mi son detto! (quarzo, ho fato la rima!).
    Insomma, il babbo è il capo di questa comunità, no? Che c’ha un sacco di adepti no? E son tutti persi in questa storia dell’Ammore Cosmico e della Pace Universale, no? Cioè, scopano come matti a prescindere dalla razza e si fumano delle gran canne all’insegna della comunità e delle Esperienze Extracorporee, no? E oh, io e la mia Dea preferita Hlal ci sganasciamo dal ridere. Cioè, io son diventato adepto del suo culto no? Subito dopo aver intrapreso la carriera di agricoltore di erba pipa, ma l’erba pipa che dico io, non so se mi spiego. Cioè ho creato negli anni dell’erba sempre più potente. Ci sono stati alcuni raccolti devastanti. E io così per provare a vedere se era buona ho provato a mischiarla un po’ a quella che fumano di solito i vecchi no? Oh, ho creato dei mostri. Sono stati a ridere tre giorni di fila, qualsiasi cosa succedesse. Cioè, c’era il Nano, il Prof. di Ammore, che si arrampicava sugli alberi dicendo che era un orango, il babbo, che già all’epoca aveva una certa età, correva nudo con l’alzabandiera gridando “C’ho l’organo gonfio d’amore, prendete e assaggiatene tutti!” i miei amici della scuola di Hlal erano un groviglio unico di risate a crepapelle. L’unico che è rimasto uguale e sembrava non capire cosa stava succedendo era il figlio del Nano, Pisenlov, che è già sufficientemente cotto di suo.
    Quello è stato l’apice. Cioè non sono mai riuscito ad ottenere un raccolto come quello. Quindi c’ho qui la mia bella scorta, no? Che mi porto dietro per i momenti di grama, no? Più ce ne ho un po’ da vendere in giro perché non si sa mai, capisci?
    Eh si, perché ad un certo punto ho deciso che non era redditizio né troppo divertente restare in quella comunità. Cioè, ci si divertiva eh, ma ero convinto che nel mondo là fuori ci si divertisse molto di più. Cioè, il babbo di Pisenlov ci raccontava degli aneddoti divertentissimi sulle scorribande che faceva no? E quindi quando suo figlio ha deciso di andare in giro per il mondo a portare il suo Messaggio, ho scelto di seguirlo, no?
    Cioè, sempre fedele alla mia Dea, no? Ma per ridere di più se ne devono vedere di più mi son sempre detto.
    E quindi abbiamo girato un po’ per il mondo, no? Per fare delle Esperienze direbbero li a Frick’ton, no?
    Beh, adesso, quarzo se siamo esperti!
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