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Come da titolo.. Ho usato la funzione cerca, ma a parte qualche recensione (mi sembra di Esa;-)) non ho trovato nulla.. Cavolacci, STRANO! Credevo di trovare delle statue per lui in giro per il foro..invece neanche un topicino.. Beh si provvede sempre dai.. Comunque: è uno scrittore che, oltre ai romanzi più famosi trai i quali possono essere annoverati "Ma gli androidi sognano pecore meccaniche?" (da cui è stato tratto il film Blade Runner) ma anche "Rapporto di minoranza" (dal quale, se non sbagio, è stato tratto un film dall'omonimo titolo), ha scritto molto soprattutto in capo fantascentifico. Alcuni saggi, ed alcuni tacconti di una decina di pagine..o tutt'alpiù una ventina; quasi sempre incentrati su un mondo che possiamo annoverare come fantascienza. Oltre a quelli citati posso citare un altro libro dal quale, recentemente, è stato tratto un film: "Un Oscuro Scrutare", ache questo con un titolo omonimo: "a scanner darkly". Beh che dire, di lui non ho letto tutto. Ho letto ma gli androidi sognano percore meccaniche?; un oscuro scrutare, alcuni racconti, la svastica sul sole. tra i film tratti da suoi libri o racconti si può tranquillamente annoverare: -Terminator; (con l'idea degli androidi assassini e la figura della guerra nel futuro e anche altri particolari) -Atto di forza; -Screamers- urla nello spazio; -l'impostore; (o impostor) -I labirinti della memoria; (o paycheck) Nei suoi romanzi, imho, si può davvero trovare un attenzione particolare per la trattazione di temi come l'esistenza dell'uomo come membro di una società che spesso o lo obbliga a fare cose che, per lui, non hanno senso (ed a volte analizza molto bene il momento in cui il, o i, personaggio/i si chiede "perchè"; con tutte le conseguenze comportamentali che seguono alla domanda); oppure lo emargina e lo porta su domande differenti, spesso a delle analisi verso la società moderna (che Dick sembra vedere in una sfera di cristallo talmente i temi sono attuali) tramite il comportamento delle cosiddette "persone normali" (detti anche i "perbene"). Philip K Dick dimostra un acume, il quale traspare ad ogni pagina, senza precedenti (almeno a mio avviso); ed oserei dire senza nemmeno eredi. Basti per esempio pensare a "la svastica sul sole"; romanzo delizioso, veloce, e molto impegnato. Il quale analizza le dinamiche del post-seconda guerra mondiale modificando la storia, però, in modo che siano i giapponesi ed i nazisti a vincere; inserendo particolari (quali anche il suo stesso libro cambiato di titolo che però riporta, appunto, una modificazione della storia nella modificazione stessa..[in pratica tratta la storia guardandola come se avessero vinto gli alleati, e non i Nazi o i Giappo]). Una contorsione piacevole che attira il lettore direttamente al centro di tematiche mai così attuali, e non parlo solo del razzismo. Se qualcuno vuole esprimere la sua, magari se ha letto qualche suo libro, questo topic è qui apposta..e se qualcuno non ha letto nemmeno un suo libro e vuole domandare..beh..Sempre questo topic va benissimo! Attendo, dunque, le vostre considerazionibarradomande.
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"Draghi d'inchiostro - Concorso Racconti e Poesie DL 2007-2008"
Black God ha risposto alla discussione di Samirah in Prosa e Poesia
Piri, a chi lo dici...l'unico che mi manca da leggere è quello di Strike..anche se ho già iniziato..però sarà aruo votare codesta volta:-D Megio così. -
"Draghi d'inchiostro - Concorso Racconti e Poesie DL 2007-2008"
Black God ha risposto alla discussione di Samirah in Prosa e Poesia
Credo che non si definibile racconto breve:lol: Ma vedo che sono in OTTIMA compagnia;-) Comunque man mano che si va avanti c'è qualcuno che si agiunge eh..son contento:bye: -
Draghi d'inchiostro – Gennaio: Il furto
Black God ha risposto alla discussione di Samirah in Prosa e Poesia
Insomma ero capitato in quel Bar di Dresda, in quell’ora del giorno, sotto una pioggia torrenziale e senza troppe domande. Beh in effetti nemmeno io mi immaginerei qualcuno che capita a Dresda, senza sapere come, entra in un Bar qualsiasi, (che per quanto lo riguarda potrebbe essere una Caserma dei Carabinieri o un centro di ricovero per ex alcolizzati), e si mette a fare domande senza preavviso. E fu così che le domande fecero me. -E tu chi ca**o sei?- Non sono mai stato famoso. E non lo sono mai stato nemmeno per quel che riguarda i particolari aspetti del mio comportamento quotidiano: non sono mai stato famoso per l’amare i dolci, (potrebbe essere un simpatico esperimento quello si fare del sesso con una ciambella? Io dico di no, ma non sono mai stato famoso neppure per quanto riguarda il mio capire qualcosa delle situazioni in cui mi trovo abitualmente), non sono mai stato famoso per la mia puntualità, né, appunto, per la mia capacità di giudizio nel momento in cui questa mi dovrebbe servire di più. Insomma: la prima cosa che pensai, dopo che mi venne rivolta la suddetta domanda, fu: -Non si inizia una frase con “E”- Così con audacia, sapendo che quel pensiero, ufficializzato dalle mie parole, non avrebbe dato quello che potrebbe essere considerato un bel risultato dissi: -Non sono mai stato famoso- E credo che fosse realmente la risposta giusta. Conoscendo però la mia antipatia verso la capacità di giudicare aggiunsi dell’altro, durante il simpatico silenzio generale che sembrava avermi accompagnato da fuori insieme con la pioggia; tanto per essere sicuro di sembrare un uomo qualsiasi, capitato lì in qualsivoglia maniera, che si presenta in un modo qualunque. Usai dunque la presentazione da Bar più articolata che conoscessi: -Salve!- Quasi avessi detto Mellon con in testa un cappello a punta grigioscuro, di fronte ad una singolare (in quanto una ed una soltanto) porta di pietra, i presenti nella sala si rimisero a parlare con naturalezza. Per quanta naturalezza si potrebbe sfoggiare a Dresda in luogo come quello; un luogo senza pretese, un luogo che, per dirla tutta, non ti chiede nulla se non di riconoscerlo come luogo in quanto tale. Ecco l’inutilità dei luoghi, pensai quasi senza rendermene conto, se non ci sei non ci sono nemmeno loro; e se non ci sono loro, ovviamente non ci siamo nemmeno noi che dovremmo occuparli.. dato che, si, insomma, se devo “essere”, da qualche parte dovrò pur essere; e senza i posti in cui posso esprimere il mio essere io non esisto, in pratica. Per accentuare la serietà di quei pensieri, persi uno di quei drink da intellettuale, con un nome che balza subito alla testa, e che trovavo, al momento, molto più essenziale di tutto il resto. Compreso il luogo in cui mi trovavo. -Una media bionda, per favore- Più o meno furono queste le parole che usai per rivolgermi al barista; il quale, come la sua categoria sembra insegnare (o quantomeno mostrare), stava dietro il bancone a pulire sempre lo stesso bicchiere, classico, di vetro, da cui nessuno mai aveva bevuto. Presi la mia Birra e mi ritrovai a passeggiare per il locale nebbioso, senza accorgermene. Al che tirai un sospiro di sollievo, non sopportando l’idea di potermi perdere in un locale a Dresda. Ed ancora compiaciuto dall’essermi perso, per poi essermi ritrovato senza aiuto alcuno, mi sedetti pensieroso, al classico tavolo nell’angolo; si insomma, quello avvolto da una perpetua ombra oscura che ti copre gli occhi anche quando non hai in testa nulla se non i tuoi capelli. Risparmiandomi i pensieri di rito che precedono l’immersione di un uomo nella schiuma di ciò che chiama vita, sorseggiai con blasfema noncuranza la bevanda degli déi. Considerando che un bicchiere da 70cl è costituito, normalmente, di 22 cm di vetro contando unicamente l’altezza, riempito, nello specifico, con Birra bionda compresa di bollicine, schiuma, e quant’altro; posso con certezza quasi matematica asserire che, a 22 centimetri di profondità dalla superficie schiumosa stava esattamente questa definizione: - [Fùr-to] s.m 1(dir.) L’impossessarsi di cosa mobile altrui sottraendola a chi la detiene, con l’intento di trarne profitto per sé o per altri: commettere un__; __continuato, aggravato; __con scasso; essere condannato per__| è un__!, (iperb.) si dice di prezzo troppo alto, di conto esagerato e sim.| __musicale, letterario, plagio. dim. Furtarello, furterello 2 (non com.) la cosa rubata; refurtiva |Dal lat. Furtu(m), deriv. Di fur furis ‘ladro’. Ed, in quello, il Maiale col cappello nero si accese un sigaro ridacchiando. Ora, un maiale con un cappello in testa, che si siede ad un tavolo, si accende un sigaro, e per di più sghignazza sembra far parte della visione concettuale di quello che il mondo chiamerebbe nei seguenti modi: -Pazzo; -Rinco*******o; -Baluba; -Psicopatico; -psicolabile; -lobotomizzato; -Speciale; -cervello di gallina (con differenziazione e di specie e di animale; a seconda della fantasia di chi pronuncia la frase); -Cotolengo; -Pi**a; -Quellochecredediesserenapoleone; -incapacitato mentale; -rimasto indietro; Ed altri simpatici modi di dire. Eppure quel dannato maiale stava lì, seduto su quelle sue chiappacce enormi, (le quali sarebbero dovute, a mio parere, stare Sul tavolo, e non davanti), le quali proseguivano per un corpo porciforme quasi pulito ma comunque strano nella postura, che aveva il suo apice in una testa minuscola alla quale veniva data, però, una certa proporzione dagli occhietti languidi e, nel vero senso della parola, porcini; piccoli, neri come pece, incavati nelle orbite microscopiche, e per nulla esitanti. Le dita unghiute afferrarono quasi con grazia, (per quanta “grazia” si possa trovare in un maiale con un cappello che fuma; non il cappello, il maiale fuma), quel grosso Cubano fumante, il quale espresse la sua opinione al riguardo tramite le prime nebbiose parole del Porco. Certo, mi disse cose sconcertanti; mi disse e parlò in una maniera calma e garbata, con un timbro vocale che raramente mi sarei aspettato in un essere umano. Figuriamoci in un maiale. Modulava i propri vocaboli con calma, pazienza, e profonda caparbietà. Senza esitazione. Ma quello che mi stupì più di tutto fu l’esordire del suo discorso. Sì, proprio quelle parole che espressero l’opinione e l’utilità del sigaro cicciotto quasi quanto il padrone. Il quale disse: -Salve. Io sono..- E fece una pausa abbastanza importante, (tutto sembrava importante in quel dannato affettato respirante a tuttotondo), -.. io sono un maiale.- Rimasi quasi paralizzato da questa rivelazione, (credo tutt’oggi che questa si possa considerare una rivelazione molto vicina a quella di Fatima, almeno come emozione). A partire dalla definizione sul fondo della birra, pensando poi anche al fatto che ero a Dresda senza un motivo preciso, senza ricordarmi se ci fosse un motivo preciso per cui mi trovavo a Dresda. Che diamine ci ero andato a fare a Dresda? Non mi piaceva nemmeno Dresda, non l’ho mai sopportata, a partire dal nome. Eppure il maiale era la cosa che meno attirò le mie domande del modello 345; cioè il modello che prevedeva la formulazione della seguente domanda: “Come diamine è possibile?”. Ed era, (lo è ancora se è per questo), una cosa abbastanza strana, quasi inquietante. Fortunatamente il porcello era un gran chiacchierone e non mi diede modo di pensare troppo. -Come avrà capito subito non sono un comune maiale.- Faceva molte pause nei suoi discorsi, come se, tra i due, fossi io quello strano. -Non ho un nome vero e proprio, molti mi chiamano Mister Porco; altri credendo di offendermi chiamandomi così inglesizzano la cosa chiamandomi Mr. Pig; ma sinceramente non m’importa del nome che mi danno. Di solito quel che ti danno poi se lo riprendono; magari sotto un altro aspetto. Si insomma, nessuna da niente per niente.- Nel suo discorso, nonostante fosse qualcosa d abbastanza non-lineare, c’era qualcosa di vero. E lo incitai. -Dunque lei è..un maiale..- Dissi quasi imbarazzato, facendo probabilmente la figura del cretino, dato che riaveva informato della cosa non solo tramite l’aspetto prettamente ferino, ma addirittura a parole. -Eppure, mi scusi, non ho capito bene cosa intende.. se mi danno un nome.. beh.. io non sono mica costretto a ridarlo questo nome.. Non è mica un oggetto che posso “ridare” a chi me l’ha “dato”.. mi scusi se sbaglio signor..Maiale- Non fece una piega e continuò:- Forse per animali attaccati alla curiosa materialità astratta tipica della vostra specie. Eppure, oltre a dover identificare gli altri con un Nome propriamente detto, resta il fatto che di Tuo quel nome non ha proprio nulla.- Il fatto mi diete qualche riflesso di perplessità. -Tu dai il nome a qualcun altro perché altri lo danno a te. Quindi è una restituzione. Eppure quel nome che dai loro, come quello che loro danno a te..- Tirò una lunga boccata del sigaro che, contento, si accese di un bel rosso del tipo “brace” senza quasi darlo a vedere -..è solo, unicamente, loro.- Non capivo realmente; ma annuii come uno di quegli uccellini sintetici da mettere su un bicchiere d’acqua, di quelli che fanno su e giù. Un azione meccanica, dettata dalla mia parte biologica più che da quella intellettuale, troppo impegnata ad elaborare le informazioni fornitemi dalla bocca fumante di un salame su quattro zampe. Proseguì: - Tu non hai niente a che fare con quel nome, eppure lo senti come TUO. E questo semplicemente perché lo schema di evidenze che la società presenta, ai tuoi genitori ancor prima che a te, il bisogno di catalogare qualunque cosa. Altrimenti a cosa servirebbe il linguaggio?- Beh..in effetti mi trovai, per la prima volta dall’inizio del discorso, (prettamente suo.. per quello che poteva significare SUO), ad annuire per una ragione dettata dal sistema cerebrale sinaptico, dall’unione dei due emisferi. E ringraziai il mio Corpo Calloso. -Non ritiene dunque che, a partire dal nome; da quello che in continuazione ufficializziamo e spacciamo per il NOSTRO nome, quasi fosse una cosa che abbiamo scelto e costruito noi; non si possa attribuire a noi nient’altro che le nostre connessioni cerebrali? O meglio ancora, i nostri pensieri? Le nostre fantasie?- Mi sentii in dovere di rispondere: -No, caro il mio Maiale, se fosse come dice lei le cose sarebbero ben più contorte. Perché i miei pensieri sono condizionati dalla mia situazione biologica; e dunque, dato che essa non mi appartiene più di quanto io non appartenga a lei, nemmeno i miei pensieri sono propriamente miei.- Pensai di aver detto una cosa intelligente. E probabilmente fu cos, dato che il Porco si mise a sorridere annuendo con la testa. E dato che si era concesso un ennesimo tiro del suo sigaro il suo sorriso apparve sottolineato dal grigiume del fumo. -Ha perfettamente ragione, ma è anche vero che se ci mettessimo ad estremizzare in questo senso noi non apparterremo nemmeno più a questo mondo; considerandoci vita di altro piuttosto che del nostro Io. Insomma ci considereremmo un Ecosistema più che un Sistema vivente.- Mi chiesi dove voleva andare a parare. Non avevo mai avuto il piacere di conversare con un Maiale, e, dunque, mi sentivo leggermente spiazzato. Riprese, come un cuore colto da infarto si riprende dal malanno sopraggiunto con così poco preavviso: - Se accettiamo il fatto di Vivere, intendendo come Vita la consapevolezza di poter biologicamente e psicologicamente spostare la propria massa, (dunque spostarsi con coscienza di farlo); accettiamo anche il fatto che Viviamo perché qualcosa ce lo permette. Non parlo di Dio o cose del genere, si sa, noi animali siamo molto inferiori perché non crediamo in Dio o negli dèi e per questo non facciamo guerre di religione o quant’altro. Parlo della Convivenza Biologica di cui siamo esempi essenziali. La convivenza ci permette di soddisfare i nostri bisogni e soddisfarne altri. Dunque possiamo ammettere che la convivenza, dato che sembra essere il nostro schema vitale di base, e l’unione in società sia un comportamento naturale; quasi obbligato.- Ordinai un'altra Birra. Mi serviva la carica, quel Maiale mi impegnava più di una corsa di mezz’ora nel centro di Milano. Sia in quanto fumatore professionale, e dunque produttore di fumo abbastanza abile, sia in quanto attività biologica elementare. Lui ordinò un Whiskey che sorseggiò con calma. Inevitabilmente, dunque, riprese: - Sembra dunque che le società siano nate per nostra natura, o per meglio dire: per la natura che noi subiamo come suoi oggetti. La società presenta, come normale, le proprie regole in modo da comunicare e regolare l’attività delle proprie particelle (come vede il collegamento biologico ed etico-morale è molto più stretto di quanto sembra; o almeno sembra esserlo). Mettiamo il caso, però, che le particelle in questione, proprio perché particelle di conseguenza (formate, dunque, dall’unione di più particelle), siano abbastanza complesse da permettere al proprio composto cerebrale di posi delle questioni sul proprio funzionamento. Poniamo il caso che, anche solo ad un ristretto gruppo di particelle, venga in mente di non seguire le direttive comuni; trasformandosi in un eccezione che, dunque, offende il sistema.- Io risposi dunque: - Il sistema le eliminerebbe il prima possibile, senza pensarci due volte. Altrimenti non funzionerebbe in maniera adeguata- Il Maiale questa volta scosse la testa, risparmiandomi un'altra boccata di fumo dedicandosi allo Whiskey: - Questa non è un imperfezione; è solo un sintomo proveniente dallo stesso funzionamento della coesione cellulare, la quale funziona nel proprio modo concedendo quello che alcuni chiamerebbero libero arbitrio. Ma nessuno ci assicura che questo non sia necessario al sistema per continuare la propria mutazione..- Lo interruppi: - Evoluzione?- E lui: -No. L’evoluzione implica un miglioramento, almeno nella concezione comune della parola, quello che il sistema compie è solo un tentativo. Non necessariamente un miglioramento. Ma il punto è: se questa è una necessità del sistema, esso crea degli individui predisposti a questo scopo? La risposta dovrebbe essere Sì, con qualche subbio. Dato che il sistema dovrebbe creare delle mancanze per fare in modo che solo in queste mancanze il comportamento contro il sistema stesso fosse accettabilmente reprimibile. Pensi solo alla definizione che ha letto sul fondo della sua prima birra.- Come diavolo fa a saperlo? Mi chiesi. E mi risposi dopo: Non mi sono nemmeno chiesto come diamine fa un Porco a parlare o a portare un cappello, o a fumare; mi dovrei forse chiedere come fa a sapere di una cosa improbabile come una definizione che si forma sul fondo di una birra? E dissi, quasi con tranquillità: - Quindi per lei, signor Maiale, il Male sarebbe necessario per permettere al sistema di continuare. Ma se esso permette il male per sé stesso, non rischia, nel contempo, di lasciare all’autodistruzione troppo spazio..e dunque di sparire? Non è meglio un esistenza non troppo mutevole piuttosto che un eccitante annullamento?- Non tardò la risposta proveniente dalle “labbra” bagnate dall’ultimo goccio di Whiskey: - No. La sopravvivenza è considerata una necessità solo nel momento in cui è possibile; dopodiché la mutazione prevale sull’autoconservazione; la quale lascia il passo alla fredda rassegnazione frenetica, ed, in un qualche modo animale. Il furto, per esempio, è necessario fintanto che si sente il bisogno di avere qualcosa. Ma sapendo di non avere nulla di proprio l’individuo si accontenta di possedere per il puro gusto del possesso. Questa insensatezza si espande, per imitazione più che per contagio, ed arriva a far sì che ogni cosa sia furto; in quanto ormai tutto è possesso in quanto tale, fine a sé stesso.- Mi sentivo terribilmente depresso. Guardarmi lì, seduto in quel bar, senza sapere perché, come, chi, quando né perché. Senza sapere le cose fondamentali che uno deve sapere insomma. Parlavo con un maiale e non sapevo nemmeno sostenere la conversazione che non fosse nell’ordine inverso della catena alimentare; cosa che, vi assicuro, non fa molto bene all’auto considerazione. -Ma, se così fosse- risposi quasi svogliatamente – La società avrebbe fallito in tutti i sensi: Non avrebbe più modo di mutare; e non avrebbe adempito al compito di preservare i proprio ecosistema provvedendo invece ad un annichilimento del tutto. Questo mi deprime un po’.- Il Signor maiale mosse lievemente il proprio cappello e disse, con un sorriso ostacolato solo per un piccolo tratto dal sigaro, – Eppure la legislazione rimane, ed il furto in quanto tale viene punito. Anche se confusamente; senza capire bene che cosa sia la proprietà. Esso viene recepito ancora come male. Dunque come minoranza dannosa.- Ed io: - Ma la maggioranza si considera, proprio perché maggioranza, e, dunque, supportata dai più, sempre il Bene di un minoritario male. Dunque lei dice che se tutti ci mettessimo a rubare il reato in quanto tale sarebbe invece una pratica comune? Ma è assurdo!- Sta qui, pensai, la differenza tra i maiali e gli uomini. Noi abbiamo una visione tridimensionale della realtà, loro invece vedono solo la doppiezza delle cose; ma non vedono dentro le cose. Loro non sanno che cosa vuol dire rimanere affascinati dalla follia che sta in due occhi, brillanti. Non sanno cosa sia il possesso; la voglia di avere. Ecco, forse gli animali davvero non possono amare. Non possono amare perché non sanno cosa vuol dire avere; non sanno cosa sia la gelosia per qualcosa. Non sanno realmente il perché di azioni come il rubarsi qualcosa di molto simile a qualcos’altro. Probabilmente per loro le cose sono semplicemente dei corpi biologici che collidono l’uno con l’altro… senza particolari sforzi per ottenere il risultato di un lavoro nemmeno compiuto da loro. Mi sorprese di nuovo: -Sbaglia ancora. Lei, come tutti gli uomini, cerca le sfumature di una cosa singola, presa di per sé, dove invece ci sono solo molti aspetti della stessa cosa. Dunque ci sono molte cose; non una soltanto. Il furto è un azione, e dunque viene fatta e subita; questo implica già due punti di vista dove se ne guarda sempre e soltanto uno. In più c’è la cosa rubata che introduce un terzo punto di vista. A Sparta il furto era pratica comune, e ben accetta, lo sapeva?- Non lo sapevo. -Quindi la pratica rimane di per sé una semplice pratica, che può essere attuata singolarmente ed in massa; con giustizia o meno; senza che essa sia un azione diversa viene considerata in maniera diversa. Non è una cosa poi così sorprendente; ed appunto per questo rimane una pratica normale. E non patologicamente straordinaria. Il furto non è solo cleptomania; in alcuni casi è un obbligo, in altri semplicemente uno sfizio. Si è reso conto che siamo fuori dal locale vero?- Non me n’ero accorto. Sembrava che il mondo si impegnasse per farmi perdere la cognizione delle cose quella sera; o notte, o giorno. -Si guardi la mano destra- Avevo ancora in mano il bicchiere di birra. Ovviamente non mi ero nemmeno accorto che il locale, ora, non era nemmeno più illuminato. -Lei ha commesso un furto, ma se la sentirebbe di condannarsi per questo? Nessuno lo farebbe, e lei non è Nessuno.- Era vero, io non ero e non sono nessuno. Rimaneva solo una cosa da fare; ma il mondo decise curiosamente di esplodere prima che potessi dire qualcosa, o solo pensare a qualcosa. Il nulla mi aveva rubato anche il tempo che mi rimaneva per farmi valere con il Maiale. Ma d’altronde nemmeno il tempo era mio; come non era del Maiale. In qualche modo, la cosa, mi consola ancora. -
beh..io, dati gli ultimi volumetti..ho preso in ipotesi un idea..la quale potrebbe essere bene o male.. Insomma, pensateci, Spoiler: adesso c'è questo proto coso fulminifico..che è nemico di Grif dato che si fa chiamare imperatore e, dunque, vuole un impero mondiale [i cattivi non si accontentano mai di un impero piccolino..tipo Impero Romano..no..o il mondo o niente..dev'esserci una regola scritta da qualche parte]. Il mio personaggio preferito ha appena salvato il sulo al guerriero nero ed ora lo sta aiutando. Le ipotesi sono tre: 1)non lo sta aiutando; 2)lo sta aiutando e per tutto questo tempo, con Grif, ha bluffato aspettando il momento buono per parteggiare con Gatzu; 3)Gatzu torna nei falchi; Io delle tre credo nella seconda o nella terza..non so in quale delle due sperare.. Per il fatto della rabbia che rende Gatzu Gatzu..è vero..e quindi appendendo la spada al chiodo molti dicono che, sparita la rabbia eccetere, non sarebbe più in grado di sollevare quella cava d'acciaio su manico..chi lo sa..
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Ecco, proprio quella canzonetta è quella che mi ha fatto passare dalla pena per loro all'odio. Ascoltati una canzone, che probabilmente non conosci (hei..non è un attacco, è per farti ascoltare qualcosa che forse è nuovo;-) [per te intendo]), chiamata: "The Soft Parade". Quando l'avrai sentita tutta, oltre ad aver ascoltato ottima musica, vedrai dei grandi collegamenti con la canzone da te sopracitata..a partire dal titolo. Non bastava fossero dei perdenti..si permettono anche di citare cose divine..senza nemmeno dire che l'hanno fatto.. Ovviamente, questi collegamenti (alias scopiazzamenti) li vedo io..ma non solo io eh; io non amo, tutt'altro, i maichemicalromans..e quindi il mio giudizio è solo un giudizio;-)
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So solo che se fosse vero dovei invecchiare di minimo tre anni, se sono fortunato, prima di poter sentire il profumo della fine.. Ovvio che questi tre si trasformeranno in sei anni..e io non vedrò mai la fine di berserk..mai..mi sa che Miura aspetta che finiamo noi..altro che Berserk.. Poi..se fossero davvero sei volumetti..beh..io mi aspetto che almeno gli ultimi tre siano pieni zeppi di dialoghi che spiegano qualcosa..cioè che uniscano un po' i vari pezzetti di storia che si sono lasciati un poco indietro.. e che ci siano botte da orbi. Spoiler: Io non concepirò mai un finale dove Gatzu diventa un semidio o cose così..
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Ci provo... (e ci riesco male)
Black God ha risposto alla discussione di Kyran in Disegni e Illustrazioni
In un qualsiasi colorificio nel tuo paese o città...ne esistono di vari tipi (ne ho visti anche di colorati:rolleyes: se ne inventano proprio tutte...), dalla matita al caro vecchio pezzo di roba nera che ti annerisce tutte le dita (anche quelle che non toccano MAI il carboncino [si, quelle dei piedi])..Non è così irreperibile. Comunque complimenti, le armi sono il tuo forte..però mi piacerebbe vedere qualcuno che le impugna ogni tanto:-p;-) -
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!! Com'è che non ne sapevo un fico seccooooooo!!!!????? DEVO ASSOLUTAMENTE PROCURARMELO..dev'essere mmmmioooooooo.. è appena iniziato? sarò in grado di procurarmi il primo numero? lo vedete anche nelle edicole oppure solo nelle fumetterie??? Debbo saperne di più; abbiate informazioni da darmi..grazie:-D
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Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
Black God ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Cinema, TV e musica
Già, in realtà in momenti tristi scoltavo la stessa canzone..(la prima è un po' movimentata..rispetto alla seconda parte..ma questa rischia di mandarti diretto tra i più).. Infatti ora credo esattamente nel contrario, nei momenti tristi bisognerebbe ascoltare canzoni felici: CATETO-ELIO E LE STORIE TESE- C'era un uomo che viveva a Chicago (IL) e gli cresceva l'erba sulla faccia; egli era infelice. Sulla faccia aveva l'erba, sulla testa piante che perdevano le foglie; per tagliarsi i capelli usava la motosega. C'era poi una donna che viveva ad Erba (CO); era molto bella, pero' i suoi pori secernevano escrementi invece che sudor. Triste la sua condizione per l'infausta secrezione: cacca dalla faccia. Ella era infelice. Lui decise che per essere felice doveva emigrare da la'; addio alle delusioni chicaghesi, addio all'importantissimo nodo ferroviario. Si diresse all'aeroporto per volare fino ad Erba (CO), e li' trovare l'erba sulla faccia della gente. Lei, di contro, per un caso che potra' sembrarvi strano decollo' da Erba (CO) alla volta di Chicago (IL); questo nome suscitava nella fetida ragazza una nuova speme. Gia' dopo il decollo la gente voleva buttarla fuori. Ma il destino era in agguato sotto forma di pilota che, svenuto per le esalazioni, nel suo sogno di pilota trasformossi in kamikaze e diresse verso l'aeroplan che da Chicago (IL) andava ad Erba (CO); e il bagliore dell'impatto fece luce sui due volti, l'uno verde, l'altro invece no. E lui cadendo vide lei, e lei cadendo vide lui. "Mi presento, io mi chiamo Jonathan Grass", disse lui sfrecciando nel blu. "Chiedo scusa per l'audacia ma mi rendo conto che qui fra non molto poc'anzi moriremo, e per l'impatto al suolo, e per il grave scontro, e se mi e' concesso per lo shock che entrambi abbiamo subito poco fa". "Si figuri, caro amico, sono conscia anch'io del fatto che qui il tempo stringe; e per dimostrarle che e' vero le metto la lingua in bocca." Il contatto dei due visi misti all'impeto d'amore, fece da rimedio in quella tragedia; l'erba si allungo' all'istante per l'effetto concimante. Cacca piu' amore operano piu' miracoli di quanto non si creda. Ma la luce dell'amore fu oscurata dall'odore che quella ******* sprigionava; e lo sventurato amante, ritiratosi all'istante, si nego' all'abbraccio e disse: "Pfui" avviluppandosi nell'erba. Lui, cadendo sulla terra, disse: "Muoio sulla terra", lei gli cadde sopra e ne mori', originando li' per li' l'allegra aiuola dell'amore. In quel mentre due bifolchi, ivi intenti a tracciar solchi, videro l'evento e dissero: "Portento! Queste spoglie sovrapposte sono un monito celeste. Presto, grandi feste per celebrare il concime che rese i campi coltivabili!". E la morale di questa storia e' che la ***** non e' cosi' brutta come la si dipinge -
Soprattutto perchè, se questi due pesi e due misure sono legittimi, chiunque, a 15 anni, avrebbe il diritto di pubblicare, con eguale successo, i propri scritti e le proprie cose. Insomma, io di pubblicità dei libri ne ho visa eccome. Intendendo come pubblicità non solo quella in televisione, ma soprattutto quella fatta nelle librerie, nei cartelli pubblicitari (sempre nelle librerie), e, a volte, anche sul piccolo schermo (e, di tivì, ne guardo veramente pochissima). Quindi di bombardamente pubblicitario è stato fatto, se il prodotto è pessimo comunque vende, ed un motivo ci sarà. E dato che non mi sembra che i giudizi negativi corrispondano ad un rifiuto per l'acquisto del seguito, vorrà pur dire che, oggi come oggi, non si compra una cosa che ci è utile, o, in questo caso, che ci piace. Concordo con chi mi dicesse che, essendo un opera in più parti, giudicare solo una parte senza vederla completa sarebbe sintomo di superficialità; ma il dato sussiste.
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Su questo, hai perfettamente ragione. Su questo..beh, non credo proprio..insomma, non sarebbe la prima volta che la pubblicità induce la gente a comprare ciò che non apprezza o che non gli è di nessuna utilità.
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Facessero un lavoro decente, sarei disposto a pagare anche 3.50 al volumetto (parlo di quelli "piccoli"); anche perchè ormai compro solo berserk. Il fatto è che il lavoro che fanno è il solito. Per fortuna che ho visto l'anime prima che mi venisse anche la lontana idea di voler provare soltanto a guardare quanto costava un dividdì nelle fumetterie. Maddai, che cavolo di traduzione è? -OH NO, è GUTS [non mi ricordo se fosse questo il nome, ma ricordo che volevano chiamarlo Johnny, e non era uno scherzo come molti pensano] IL CAVALIERE NEROOOO- e subito dopo, il personaggio che ha urlato stà bestemmia, viene spalmato dulla lama di due metri e mezzo di laghezza di Gatzu. CAVALIERE??CAVALIERE?? ma diamine, lo vedete su un cavallo? NO! DANNAZIONE, NO! L'ho visto sul cavallo due volte, ed entrambe le volte il cavallo fà una brutta fine. Per non parlare del Beljelit, trasformato in BERTO..BERTO??BEEERTOOO? ma che diamine è? E soprattutto, se non sbaglio, diventa una cavolo di PIETRA MAGICA..ma stiamo scherzando? Ma a stò punto perchènon fate così, date in mano a Gatzu un arco, gli date un paio di freccie, gli fate dire: "Sono il paladino della luna, sono Zorro!" e via, gli date una sceneggiatura alla robin hood e state tranquilli. Ma almeno non spacciatelo come un lavorone aver fatto un anime così di me**a; ci credo che lo mandavano in seconda serata..
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Stà di fatto che tra la collection e i volumetti che, ormai, diventano più leggenda che realtà, cambia la traduzione. Ci sono millemila esempi di malatraduzione, in tutte e due le pubblicazioni..(anche se il peggio l'hanno raggiunto nell'anime..)
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Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
Black God ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Cinema, TV e musica
:lol::lol: Grande Piri, beh..in risposta anche io con i cari vecchi Punkreas: Ogni civetta ha la sua casa, un albero ma il barbagianni invece no ma un barbagianni invece no una civetta puo' parlare quando le pare ma il barbagianni invece no ma un barbagianni invece no Volero' via come un miraggio per questo che non e' che una questione di piumaggio preferirn grotte di tufo son sempre meglio che restar con quattro allocchi e un gufo Un barbagianni che e' da solo non puo' campare ma se son cento la civetta dovra' volare via ma il barbagianni invece no ma un barbagianni invece no Seguire schemi ben precisi di evoluzione porterr tutte le civette all'estizione noi barbagianni invece no -
Musica, ironia, demenzialità...
Black God ha risposto alla discussione di Aerys II in Cinema, TV e musica
Elio, al secondo posto i LSD, e poi gi Skiantos..che non ascolto da anni ormai.. i gem boy non li ho mai trovati poi così divertenti..insomma..non mi sono mai piaciuti. -
Questa è la tua canzone... tu non lo sai...
Black God ha risposto alla discussione di Joram Rosebringer in Cinema, TV e musica
Vediamo se la riconoscete, non metto il titolo ma vi dico che chi si ricorda la canzone è perchè la vsta molte volte, ed essendo uomo, diciamo che lo spirito maschile individuava solitamente due cose molto interessanti in questa..sigla. (superindizio:lol:) Some people stand in the darkness Afraid to step into the light Some people need to help somebody When the edge of surrender's in sight.. Don't you worry! Its gonna be alright 'cause I'm always ready, I won't let you out of my sight. I'll be ready (I'll be ready) Never you fear (no don't you fear) I'll be ready Forever and always I'm always here. In us we all have the power But sometimes its so hard to see And instinct is stronger than reason It's just human nature to me.. Don't you worry! Its gonna be alright 'cause I'm always ready, I won't let you out of my sight. I'll be ready (I'll be ready) Never you fear (no don't you fear) I'll be ready Forever and always I'm always here. 'Cause I'm always ready I won't let you out of my sight! I'll be ready (I'll be ready) Never you fear (no don't you fear) I'll be ready Forever and always I'm always here. Forever and always I'm always here. -
"Draghi d'inchiostro - Concorso Racconti e Poesie DL 2007-2008"
Black God ha risposto alla discussione di Samirah in Prosa e Poesia
Esattamente quello che volevo dire; probabilmente sono stato un po' troppo prolisso nel farlo:lol: Giusto; qui si vede proprio il fatto che è meglio non farsi troppi problemi in generale. Chi partecipa lo fa per divertirsi, o per gratificazione personale, insomma lo fa perchè di si; Chi commenta lo fa perchè ha qualcosa da dire..nel bene o nel male.. Diciamo che questi post potrebbero servire a togiere un po' di timore serioso in chi ancora L'avesse dentro. -
"Draghi d'inchiostro - Concorso Racconti e Poesie DL 2007-2008"
Black God ha risposto alla discussione di Samirah in Prosa e Poesia
Ho capito quello che vuoi dire Esa; e sono daccordo. Ma, se si vuole cogliere il pelo nell'uovo, si incorrerebbe sempre in un problema della stessa natura: Il commento negativo, accompagnato ad un commento positivo, potrebbero dare sentore di "Quel pizzico di sale per non rendere il tutto troppo dolce".. Non so se mi son fatto intendere, ma se è della sincerità dei commenti che si dubita il problema resta, anche se il commento è negativo. -
Congratulations! Good lavoro
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"Draghi d'inchiostro - Concorso Racconti e Poesie DL 2007-2008"
Black God ha risposto alla discussione di Samirah in Prosa e Poesia
Difatti non vedo dove stia il problema...Insomma, è un concorso? Si, ok, lo è..come è vero che ha poca importanza che lo sia davvero o meno. Insomma, io credo si scriva perchè ci si diverte..e se siamo in pochi a divertirci con questo mezzo, beh, resteremo noi pochi! Non è certo il numero che rende importante un evento; nè la qualità dei partecipanti, o degli astanti, di chi, i questo caso legge. Insomma, io credo che sia di importanza personale, se ti diverte ed hai tempo partecipi e leggi, altrimenti no. Non dev'essere perforza una frequentazione ad ampio raggio; e non dev'essere nemmeno una scuola nè per scrittori e tantomeno per critici io credo. Qualcuno ha un idea, ed altri no; qualcuno si sente di postare un proprio parere al riguardo dello scritto altrui e qualcun'altro no. Non siamo certo obbligati a partecipare o a commentare a fine del mese; come nessuno lo è in effetti. Che qualcuno faccia dei complimenti, e questo qualcuno ha composto di suo qualcosa per divertimento o meno ha poca importanza. Chi ha voglia scrive o commenta; entrambi se ci si sente di farlo.. Non rendiamo troppo stupidamente serioso questo divertimento, come certo sarebbe ingiusto togliere al tutto qualsiasi importanza..credo abbia importanza per il divertimento personale..non certo per un chissàquale riconoscimento nel mondo o che..Ed il divertimento personale è ciò che cerco, almeno da parte mia, ed è quello che mi da modo di dare qualcosa di più del solito.. Mentre se qualcuno si sente più stimolato dalla competizione..beh..atteggiamento personale che non condivido (ognuno ha le proprie preferenze;-)), ma che essendo questo ufficializzato come contest può anche prevedere.. Il segreto è dare alle cose il peso giusto..io credo.. -
Niente di nuovo tra i fumi e le file C'erano ancora le solite luci di festa nel ventre della bestia. Nel cielo splendeva sempre lei maculata e dorata. Si librava nei nostri pensieri e ci chiedeva come sempre "Vi piace il mio stato di Vacca cosmica?" E noi nelle nostre scatole grigie, sempre li, a risponderle. Le sigarette, i bicchieri di troppo, e le nostre sardine dello spazio in tivì. Non so cosa ti affascinasse di quei quattro deficenti in bianco, Tant'è che non si può scrivere così..quindi lascio perdere. E PER FAVORE PIANTALA DI SVUOTARE IL BICCHIERE NEL LAVANDINO.
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Mi sembra il caso di aprire un topic al riguardo..ho usato l'opzione cerca ma non ho trovato nulla..ed ho pure riguardato i topic in giro per il forum di cinema e tivì. Mi sembra una notizia favolosa..MACHETE..diventerà un film. Ottanta minuti di durata e direttamente in dividdì.. se qualcuno sa qualcosa di più..beh..qui c'è un post apposta:lol:
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film Grindhouse: Planet Terror
Black God ha risposto alla discussione di Aerys II in Cinema, TV e musica
Volevo un film trash.. Ho avuto uno dei film più trash che abbia mai visto:lol: Il colpo di genio più grande è la "bobina mancante":lol: Anche se io ho preferito la prima metà alla seconda..la seconda merita comunque. -
Grindhouse deathproof
Black God ha risposto alla discussione di Angelo Caduto in Cinema, TV e musica
Ok ok..probabilmente è un bel film sulserio.. Dei due è quello che mi è piaciuto di più, visto che avendolo visto anche in versione integrale (dove compaiono delle scene in cui si spiega un po' di più..e soprattutto si vede la Faaamosa lap dance..e merita..merita un sacco); le corse macchinistiche, ed ancor di più le macchine, son stupende ed i dialoghi azzeccati. Un voto positivo per il risultato che voleva essere raggiunto, tipico di tarantino che s'è sviluppato agli occhi del mondo da pulp fiction..(film non certo noto per la sua trama ed i suoi dialoghi:-p;-)). Le citazioni sono le cose migliori del film, ed i salti di pellicola (nonchè l'aspetto stesso della pellicola) sono una genialata.