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Tayan Chingachgook

Circolo degli Antichi
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  1. Annuisco in segno di approvazione, è stata un'ottima idea quella di mandare qualcuno nella locanda. -Che gente c'era dentro Drak? Quanti e che aspetto avevano? Quanti armati? Hai visto stemmi o cavalli da guerra? Dohan, c'era qualcuno che girava sta notte?- Un'ora è un'osservazione misera, se fossimo al fronte mi nasconderei con loro ed aspetterei almeno 12 ore prima di fare qualunque cosa, ma siamo in territorio amico, almeno in teoria, per cui mi sento relativamente sicuro. Non appena ho ricevuto le risposte che volevo, volto il cavallo verso i miei. -Dohan, salta in sella, tu vieni con me. Con me anche due dei miei (intendo i veterani che comando personalmente) e, ovviamente, il nostro ospite.... Voglio in giro per il villaggio altri dieci dei nostri, tutti umani, non voglio turbare l'animo di questi razzisti sottosviluppati più del dovuto, muovetevi in gruppi da due/tre e non date l'impressione di conoscervi. Tutti quelli che vengono al villaggio senza archi, siamo già stranieri, evitiamo di farci riconoscere come arcieri. Il resto della banda si trovi un buco per infrattarsi, non fatevi vedere, non fatevi sentire, curate i cavalli e riposate. Exan, a te il comando, appena finite di sistemare le bestie e mangiare, riduci i turni di guardia, basta un terzo degli uomini sveglio, ma che quelli svegli abbiano l'arco incordato. Non mi fido di chi non sa tendere un arco di tasso.- Appena finito di dare gli ordini, conduco il mio cavallo al passo, in testa al mio minuscolo drappello.
  2. -Quindi che si fa capo?- Chiede scherzosamente Ace, inspiegabilmente di ottimo umore. Ti guardi attorno e noti almeno due personaggi sospetti (persona 2 e persona 4) mentre sei in dubbio per una signora che si sta attardando un po' troppo nel caricare la spesa (persona 3) gli altri due presenti sono un signore di mezz'età con una tuta da meccanico bisunta (persona 1) ed una donna con un bambino in braccio (persona 5).
  3. Ace scuote la testa. -Credo che questi qui siano in attesa degli amici in metro...-
  4. Non sono il tipo che ama farsi precedere da una banda di musici, se ne ho la possibilità, preferisco arrivare di notte. Aumento l'andatura, tuttavia mi fermo ancora fuori vista dalla locanda, prima di procedere aspetto che qualcuno della squadra di Dohan si faccia vivo per informarmi della situazione.
  5. Scoppio a ridere, lo trovo sinceramente divertente, anche se in un certo senso inquietante. -Mi vai a genio, resta con noi finché lo desideri ma bada, verrà presto un momento in cui non sarà possibile fare la stessa strada, presto ci sarà "con noi" o "contro di noi"... Allora dovrai scegliere e non potrai rifugiarti dietro una dialettica che non si addice ai tuoi vestiti- Mi piace parlare con quest'uomo misterioso, se non accade nulla, passo il resto della giornata a conversare con lui, domandandogli dei suoi viaggi e cercando di apprendere quanto posso soprattutto riguardo alle terre dove si trova l'attuale fronte e sulle città, fortezze, villaggi eccetera che vi sono. Mi fermo solo quando manca meno di un'ora alla locanda.
  6. Ace si ferma e si volta verso di te con l'aria di chi sta litigando con la ragazza. -Ci ho parlato ieri notte, quando si è svegliato malissimo perché ha scoperto che l'uomo nell'auto precipitata dal ponte sulla baia non ero io, bensì quell'idiota del suo sicario, al quale io avevo preso il telefono... Si, ho intascato anche la taglia per la mia morte, mi sembrava un discreto risarcimento per la macchina... Che comunque era a noleggio, ma torniamo a noi... Tramite il cellulare di quel genio del crimine sono risalito a Gagarin ed al motel dove alloggiava qui a Night City... Ci sono andato, abbiamo fatto quattro chiacchiere, sono arrivati i suoi amici e io li ho ammazzati tutti... Fine della storia e vissero tutti felici e contenti- Noti che il tizio ben vestito è decisamente allarmato dal comportamento di Ace, che gesticola animatamente mentre parla. Ad un certo punto lo vedi estrarre un telefonino, mentre il tuo "compagno" non sembra neppure notare la sua presenza.
  7. -Allora mettimene a parte, se vuoi far parte di questa compagnia io sono felice di accoglierti, come ti ho già detto mi sembri un elemento valido. Se non vuoi unirti a noi sei libero di andare per la tua strada, ma se vogliamo usare un modo di dire caro a voi cavallerizzi, non puoi stare con un piede in due staffe.- L'uomo m'incuriosisce, mi piace chi mi tiene testa e mi piace il modo in cui vive la propria disabilità, ma mi preoccupa anche. Se prima di questo colloquio avevo già deciso di farlo controllare con discrezione, ora mi fido ancor meno di lui. Non credo intenda attentare in qualunque modo alla mia vita, ma ho il forte sospetto che il suo compito sia quello di controllarmi. E a me non piace essere controllato. -Parlami di te- Riprendo. -Da dove vieni? E chi ti ha affidato la missiva?-
  8. Ace ti sorride. -Veramente IO sono qui per prendere quel SUV... Ti ho detto quello che sapevo, per me puoi anche andare... Oppure partecipare alla festa, vedi tu... Dei tuoi fratelli inchiostro non so niente... So solo che quei simpaticoni della stazione mi tenevano il telefono sotto controllo e sono molto interessato a scoprire per chi lavorano, visto che Gagarin non me l'ha saputo dire...-
  9. -Un uomo che supera i passi in pieno inverno solo per portare una lettera ha abbastanza determinazione per svolgere quei lavori anche con una sola mano. Puoi farti fare un uncino o qualcosa del genere dal fabbro, altrimenti puoi prendere con te un apprendista in qualche villaggio, ma lo dovrai pagare di tasca tua. Stando con noi imparerai che a me non interessa più di tanto il "come", io voglio che i miei uomini portino a termine gli incarichi, il modo in cui lo fanno è affar loro. In ogni caso, qui tutti hanno una mansione, tu cosa sai fare?-
  10. Ace si stringe nelle spalle e non rallenta. -Tu sei qui perché volevi sapere quello so io... Ora lo sai... Io sono qui per entrare in quel suv... In un modo o nell’altro-
  11. Ti guardi attorno con l'occhio del felino a caccia. C'è gente nel parcheggio, e non sono li per caso, hanno tutta l'aria di aspettare qualcuno. Noti un tizio in particolare, un bestione ben vestito di fianco alla portiera aperta di un suv nero. -Vedi quel cretino vestito da funerale?- Ti domanda Ace senza smettere di avvicinarsi proprio a lui. -Si chiama Nicolaj Adavic, o meglio è così che si fa chiamare... è il braccio destro di Gagarin, il giustiziere di New York... Esattamente come il suo capo, si crede dannatamente in gamba, ma è una mezza sega...-
  12. -Dohan, prendi dieci uomini e vai in avanscoperta, procedete a cavallo per una mezza giornata, poi avvicinatevi alla locanda in modo da non farvi vedere ed osservate tutto. Quando arriviamo noi non voglio sorprese- Poi mi rivolgo al secondo di Dohan e gli dico di piazzarsi in avanguardia, mentre ad Exan affido il tergo. Appena riprendiamo la marcia, con i cavalli al passo, perché non vedo ragione di sfiancarli, mi rivolgo di nuovo al messo. -E così hai deciso di rimanere con noi Khadgar? Ne sono felice. Ho bisogno di qualcuno che si occupi dei cavalli, magari anche con capacità da maniscalco. Ti interessa?-
  13. Sorrido riconoscendo la veridicità dell'affermazione di Axhaan, il mio ego mi ha già messo nei guai in passato. Studio rapidamente la mappa, cercando di capire dove ci troviamo rispetto al fronte. Studio inoltre la zona della marca con la quale si erano persi i contatti. Lo faccio ogni volta che ne ho occasione da quando siamo partiti, cercando di imprimermi nella mente nome e posizione di città, villaggi, strade, fiumi, alture e ponti. Se la regina ha deciso di chiamarmi, dubito che intenda schierarmi al fianco di quegli stessi nobili che ho offeso in passato. Potrebbe riunirmi a coloro della stima dei queli ancora godo, ma lei non è donna da perdonare un tradimento. Se si è disturbata per venirmi a cercare fin nella mia tana, vuol dire che le serve qualcuno per azioni non convenzionali. Spedire un messo e poi un inviato per avere 60 arcieri è uno spreco, ne ha centinaia che tirano bene quanto noi. Quindi ha bisogno di qualcosa che sappiamo fare solo noi. E per quel tipo di cose, la marca in questione mi appare come uno scenario molto probabile. All'arrivo del messo ripiego la carta e la restituisco al mio ventenario. -Bentrovato- Saluto cordialmente l'uomo stringendogli l'avambraccio sano. -Non abbiamo avuto molto tempo di parlare da quando sei arrivato da noi, come ti chiami?-
  14. -Lo prometto sempre, ma sono un bugiardo- Ti risponde a tono Ace. Stesso dubbio umorismo, stesso modo di porsi, lui ed Elliot sembrano fratelli. A diferenziarli solo la colossale strafottenza di Ace, che si contrappone alla ruvida gentilezza di Elliot. -Non sono di Night City neanche io, sono di New York... E non ho idea di chi siano questi due signori.... Ma so chi lo sa senza alcun dubbio...- Nel frattempo vi state addentrando nel parcheggio multipiano, siete ormai al terzo livello sotterraneo.
  15. Il fondoschiena è ben tenuto, evidentemente Ace si tiene in forma, più di Elliot, se questo era il paragone che la tua curiosità cercava. Lui fischia. -Tutta la storia dei russi?! Ringrazia il cielo di averlo chiesto a me, Elliot sarebbe partito con una filippica sulle tribù vichinghe dei Rus... Io invece te la farò breve... Circa un mese fa, io ed il tuo ragazzo siamo riusciti a far collaborare la polizia distrettuale di NY con la polizia corporativa Arasaka... Non è stato facile, ma ne è valsa la pena visto che abbiamo messo dietro le sbarre il boss della mala di origine baltica di tutto lo stato di NY. I suoi ragazzi se la sono un po' presa e da allora provano a farci la pelle....-
  16. Ace scoppia a ridere e ti da tranquillamente le spalle, evidentemente il fatto che tu sia amica di Elliot per lui basta ed avanza. Ti precede lungo la scala che conduce alla superficie, poi gira subito a destra, verso quello che sembrerebbe un parcheggio multipiano di un supermercato. -Allora- esordisce rallentando leggermente per affiancarti -Cosa vuoi sapere da me?-
  17. -L'inverno non mangia i lupi- Rispondo scherzosamente. Una verità a volte amara, ma non per questo meno reale. Io e i miei uomini siamo lupi, un branco che porta la morte e che nessuno vuole sui suoi terreni. La corona è l'inverno, che nulla da, tutto chiede e tutti governa. Ma l'inverno non mangerà mai i lupi, perché un inverno senza lupi è solo un'estate con la neve. Era di nostro padre questa frase, amava ripeterla e per anni ho creduto fosse stato lui stesso a coniarla. Ma poi, al tempio, ho scoperto che era il motto dei primi Von Kharakar, quando ancora non si vergognavano del sangue orchesco che scorre nelle nostre vene. Stringo l'avambraccio a mio fratello. Ci sono molte cose che vorrei discutere con lui, ma non avremo occasione di farlo... Almeno per un po'. Dopo essermi accomiatato dal Conte, saluto allo stesso modo quelli che conosco fra i suoi soldati ed armigeri, quindi volto il cavallo. -Dohan! Come siamo messi a provviste? Exan! Portami la carta di queste terre per piacere! Ah, a proposito, come mai il seno della Signora della foresta è più grosso ogni volta che racconti questa storia?- Poi mi volto di nuovo verso Dohan e gli chiedo di chiamarmi il messaggero. Ho deciso di offrirgli un posto da staffetta nella mia compagnia, poco m'importa che sia monco, per me un uomo con una simile determinazione è una risorsa da non sprecare. E poi avevo bisogno di qualcuno che s'intendesse di cavalli.
  18. -E tu giochi davvero bene, ti muovi sinuosa e vai dritta al punto... Magari questo non lo raccontiamo ad Elliot eh?- Risponde un Ace Mallen decisamente divertito, mentre ti lascia andare.
  19. Nel momento in cui estrai, il braccio dalla forza sovrumana ti strattona di nuovo e ti ritrovi schiacciata con la faccia contro la parete. la mano sinistra è libera ed ha trovato la pistola, ma schiacciata come sei non riesci a puntarla dove desideri. Lui deve essersi appoggiato col gomito sulla tua spina dorsale perché ti senti svuotare dolorosamente i polmoni. -Scusa- Ti dice questa volta in inglese. -Ma è meglio non sparare qui dentro, sai quei ragazzi tendono ad innervosirsi quando sentono gli spari... Poi quando siamo fuori per me possiamo anche fare a schioppettate, ma prima leviamoci di qua eh?!-
  20. Ti volti ed il tuo occhio allenato coglie immediatamente i punti salienti. Ti trovi di fronte un uomo di circa 1.80 di statura, indossa pantaloni larghi, scarpe da skateboard ed una felpa decisamente comoda vol cappuccio tirato su. Il suo viso è mascherato da un paio di appariscenti occhiali da sole a specchio. Indossa un guanto alla mano destra. Estrai rapida come un fulmine e stai per raggiungere la posizione di fuoco, con l'arma aderente al tuo fianco, quando qualcosa blocca la ritazione verticale della pistola. Ci metti un attimo a capire che lui si aspettava una reazione ed ha afferrato l'arma con la sinistra, attraverso la felpa. Quando la sua mano destra afferra la tua felpa e strattona, hai appena il tempo di pensare a quanto è dannatamente veloce. Poi una forza disumana ti solleva da terra e ti sbatte dietro l'angolo, nell'anfratto delle casse automatiche.
  21. I cinque entrano nei bagni e sono li dentro da cinque minuti buoni quando senti qualcuno parlare a meno di un metro dietro le tue spalle. L'arrivo degli uomini ti ha messa in allarme ancora più di quanto tu non lo fossi già, eppure non hai sentito questa persona arrivarti alle spalle. Un brivido di disagio ti corre lungo la schiena, seguito da un segnale d'allarme, perché la persona parla in russo ed ha tutta l'aria di rivolgersi a te. -U vas yest' legkiy kompan'on? "Hai da accendere compagna?- Dice con un pessimo accento.
  22. I minuti passano ma nessuno si presenta. Verso le 10.15 inizi a spazientirti, ma finalmente noti qualcosa di strano. Indossano vestiti alla moda dei boosters, ma potrebbero anche essere vestiti da unicorni alati, non possono ingannare un occhio esperto. Si guardano attorno come felini diffidenti, camminano in una sorta di formazione in modo da coprirsi a vicenda e si controllano l'un l'altro con la coda dell'occhio. Solitari. Ne conti cinque e sono tutti diretti ai bagni.
  23. C'è una fauna molto varia nella stazione, dai gruppetti di boosters ai tossici, fino agli impiegati di medio livello che vanno al lavoro. il vagone è così affollato che non riesci ad evitare strusciamenti e palpate varie, tanto che temi per il cellulare e per i tuoi credichip. Tuttavia, quando finalmente scendi a Dapantown South, hai ancora tutto quello che avevi in tasce prima. La stazione è affollatissima, una vera calca. Qui la gente è più da "periferia" e noti parecchi che hanno strani rigonfiamenti nei pantaloni o nelle felpe, armi dissimulate malissimo. Sono le 09.50.
  24. La stazione appare affollata e piuttosto squallida. C'è sorveglianza, ma i poliziotti sembrano più interessati alla loro sicurezza personale che non al controllo delle persone che entrano ed escono. Sospetti firtemente che se decidessi di scavalcare i cancelli, senza pagare il biglietto, nessuno avrebbe da obiettare.
  25. Il veicolo supera velocemente i posti di blocco, lasciando il quartiere corporativo di Miltech Bridge per addentrarsi fra i vicoli di Dapantown. Ian guida sicuro nel traffico, con l'aria di chi conosce bene quelle stradine. Dopo pochi minuti si ferma davanti ad un ingresso della metropolitana. -In bocca al lupo Jade- Ti dice a mo' di commiato. -Fai quello che devi, badiamo noi ad Elliot-
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