Tutti i contenuti pubblicati da Dark_Megres
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Manuale dei Livelli Infimi
Il fatto che sia più difficile non significa che sia più appropriato al lavoro che sto facendo ora Ma questo è un tuo problema di visibilità. La domanda che dovresti porti è "perché quattro sbandati armati di padelle rischiano la pelle decidendo di piacchiare il grosso cane randagio? cosa li spinge?" Nulla di tutto questo è cambiato. Inutile dire che nel manuale è specificato che nei livelli infimi rischio e mortalità sono più alti, e che il lieto fine non è da dare per scontato. Eccovi il primo spoiler, due paragrafetti presi dalla sezione EQUIPAGGIAMENTO Spoiler: DISPONIBILITÀ Differentemente dai personaggi che possiedono livelli di classe, spesso i personaggi di livello infimo devono fare i conti con le loro finanze e, soprattutto, con la difficoltà nel reperire il loro prezioso equipaggiamento. La maggior parte degli oggetti elencati nel manuale del giocatore sono tutt’altro che facili da reperire, e non è assolutamente detto che un personaggio di livello infimo abbia la possibilità di procurarseli. Per questi motivi equipaggiare un personaggio di livello infimo è un lavoro tutt’altro che semplice. È compito del Game Master valutare quali sono gli oggetti accessibili al personaggio. Il contesto in cui il personaggio nasce, il suo ceto sociale e le caratteristiche dell’ambientazione sono solo alcuni tra i molteplici fattori che vanno considerati al fine di valutare il grado di disponibilità di ogni oggetto. ARMI SCADENTI Un’arma scadente è la versione imperfetta di un’arma di normale fattura. Utilizzare un’arma scadente comporta un malus di -1 ai tiri per colpire e ai danni, cumulativo con qualsiasi altro malus, di competenza o di altra natura. Un’arma scadente con cui venga tirato un fallimento critico a colpire ha una possibilità del 20% di rompersi, divenendo inutilizzabile. Un’arma scadente è un’arma che annovera un difetto di fabbricazione alla base, come una cura superficiale nella fabbricazione, o un difetto del materiale con cui è stata costruita. Non è possibile “riparare” un’arma scadente al fine di migliorarne la qualità. La qualità scadente riduce a un quarto (arrotondato per eccesso) l’effettivo costo dell’arma o di una munizione. Per esempio, uno spadone scadente costerà 13 mo, mentre 20 dardi scadenti costeranno 3 ma. Una munizione scadente viene distrutta quando la si usa, che colpisca o che manchi il bersaglio. Nessuna arma scadente può essere resa magica. La sezione equipaggiamenti è molto ampia, e annovera tutta una serie di equipaggiamento parecchio più quotidiani e reperibili. Questa è solo una minima parte della sezione. Una sezione fatta di oggetti di recupero, raffazzonati alla bell'e meglio, da persone che non posso permettersi l'armatura brilla brilla, e magari non possono permettersi neppure l'armatura scadende! Vedi ancora le padelle risplendere? Questi paragrafi li ho riportati pari pari dal manuale, e ti assicuro che risultano comunque parziali. Dado, cosa ti fa pensare che dopo aver lavorato mesi e mesi sul manuale io sia stato così stupido e cieco da dimenticarmi il perché l'ho fatto nascere? Perché devi, su elucubrazioni basate su supposizioni scevre da qualsiasi riscrontro sul materiale, farti un'idea su una deviazione del manuale in negativo? Con il termine fiabesco dovresti cominciare a immaginarti fate che fanno scherzi, spiritelli dispettosi che mettono a soqquadro i paesi, gremilns malintenzionati che chiudono la povera vicina di casa in cantina, un ragazzino che si mette con la sua spada di legno e null'altro tra una folla inferocita e la piccola elfa, che non ha nessun'altra colpa se non quella di avere le orecchie a punta, e che probabilmente ci lascerà la pelle. Sto dicendo che i livelli infimi saranno solo questo? NO! Saranno anche torte rubate dai davanzali, giochi di ragazzini che vogliono fare i grandi, sconsiderate birbonate di teste calde... ma non sara necessariamente solo questo. Non ti confondere, io non voglio elevare i personaggi più umili. Ma lastricare il sentiero della loro grandezza e donare risalto alle loro infanzie turbolente, preludio di grandi avventure. Ora, prego chi leggerà queste poche righe di cercare di non far caso al mio malcontento. Non vorrei creare malumori in un topic che tutto dovrebbe essere tranne che grave nei toni. Sto lavorando alacremente da mesi a questo progetto, e più lo vedo crescere più ne sono felice. Non minate l'entusiasmo finora coltivato, mantenetelo saldo... soprattutto tu, Dado, non trincerarti in una bolla di malcontento. Chiediti invece cosa può avermi spinto verso un certo tipo di scelte.
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Nuove skin disponibili
Ottime skin; la titanium mi accompagnerà nelle visite notturne
- Nuovo arto per chierico
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Hot Fuzz
Certo che ho visto l'alba dei morti dementi. Oltre che un film da sfracellarsi dalle risate è anche un ottimo esempio di satira... tanto diretto da essere aghiacciante O_O
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Che miniature usate?
Per i personaggi ho personalizzato e dipinto delle miniature games workshop, mentre per i mostri (quando posso) uso modelli fatti da me, ma nella maggioranza dei casi vado di dadi e sagome di carta. per il BG invece è diverso. di norma uso dei battleground plastificati lavabili su cui disegno al volo, mentre per alcune battaglie importanti costruisco battleground con gridSmith
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[Progetto] Quando D&D e Warhammer si incontrano...
Più o meno due volte un normale campo di battaglia di Warhammer, se non vuoi fare un'accozzaglia (direi almeno 3,5m x 2, come minimo). Il mio consiglio è di andare direttamenet in games workshop, e commissionare la creazione di uno scenario. Come vedi loro hanno li tutte le materie prime per creare scenari ottimi (anche dotati di edifici) e sono abituati a farlo relativamente in fretta. Alucni dei loro scenari, (quelli he diventano obsoleti perché creati per particolari battaglie\eventi) poi rimangono li nel loro magazzino a occupare spazio. Mi ricordo di essermi portato via dalla games due interi scenari (villaggio halfling, villaggio degli ogri e uno scenario tiranide), perché li avevano li a occupare spazio e non sapevano che farsene. Creare begli scenari non è difficilissimo, soprattutto se si tratta di terreni naturali, ma fartene fare uno li alla games potrebbe voler dire che potresti metterci una bella cattedrale, dei ponti, degli edifici in rovina, e chissà cos'altro. Io proverei a riferirmi direttamente al negozio, o di cercare li tra gli appassionati che bazzicano il negozio (magari mettendo un volantino)
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Non servono ali per volare
Grazie a entrambi dei commenti @saky: assolutamente d'accordo, sono parecchio migliorato rispetto a quando l'ho scritta... era comunque un pezzettino di me, l'ho messa qui
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Manuale dei Livelli Infimi
Ragazzi, a volte davvero non vi capisco Sono sempre pronto a fare una bella parodia, ma una parodia è di per se stessa sottomessa all'argomento che parodizza. Non è stato per malavolontà, ma al contrario per una forte maturazione che i livelli infimi sono diventati quelli che sono. I MLI non ha perso nulla dello stile fiabesco, gioviale e scanzonato che aveva prima, ha solo abbandonato la satira e la parodia... perché è qualcosa di più. Poi mi conoscete, vogliamo fare un progetto unicamente parodistico dal titolo Burger&Backon? Facciamolo! Ma la svolta del manuale è una maturazione, non un involuzione... e io che l'ho fatto (e visto) crescere ne sono pienamente convinto Sarei felice che altri (che hanno potuto visionare il lavoro), si pronunciassero in merito, in modo da fugare ogni possibile dubbio a riguardo
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[Progetto] Quando D&D e Warhammer si incontrano...
Non vuoi badare a spese per il campo di battaglia? ora... chi ti può fare un diorama bello grande lo conosco, e sono molto veloci (molto più di quanto tu possa pensare) intanto guarda qui se qualcosa ti ispira... http://www.dwarvenforge.com/store/home.php (in linea di massima i prezzi non mi sebrano convenienti, ma forse trovi qualcosa che ti esalta)
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[Progetto] Quando D&D e Warhammer si incontrano...
Ecco la lista delle minature che ho a casa io, è più o meno la metà della lista completa, che purtroppo non ho (e che deve completare Elayne) CAOS 20 sanguinari di korne 10 cavalieri del caos 10 pestigor del caos 20 furie del caos 20 mastini da guerra del caos 20 uomini bestia (1 reggimento) 16 predoni del caos (1 reggimento) 12 guerrieri del caos (1 reggimento) ELFI SILVANI 8 cavalieri degli elfi silvani 8 cavalieri delle radure 12 driadi 24 guardie delle radure
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Manuale dei Livelli Infimi
Si, come detto da Hiade il lavoro è tutt'altro che fermo. Il progetto procede a gonfie vele, e giusto per dare qualche piccola News posso anticiparvi che quello dei livelli infimi sarà una vero e proprio manuale accessorio, oltre il centinaio di pagine, e avrà un'illustrazione di copertina fatta da Gid in persona, oltre che un layout dedicato completametne a colori. Sul tema dell'illustrazione o la natura dei contenuti non mi pronuncio, ma non escludo la possibilità di qualche piccolo spoiler prima dell'uscita definitiva del manuale. Lo stile dei livelli infimi durante la stesura è cresciuto, perdendo la sua impronta parodistica e diventando qualcosa di molto più simile ad un manuale a se stante. Quindi quello che avrete non sarà un riflesso distorto dei livelli epici, ma un manuale dalla forte identità, capace di suscitare grandi emozioni. Alla prossima, e grazie ancora a tutti coloro che seguono l'andamento dei lavori
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D&D 4a edizione - Commenti e impressioni
ma questo chi l'avrebbe detto? O_O mi era sfuggita!
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D&D 4a edizione - Commenti e impressioni
che in tutto fanno 11, quindi non è vero che ce ne saranno di meno ^^ quali classi hanno confermato?
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D&D 4a edizione - Commenti e impressioni
Ecco i link della nana warlock http://www.enworld.org/index.php?page=4e#style Come vedete qui c'è il link diretto http://www.enworld.org/images/4e/dwarfwar.jpg e questo è il disegno comunque alla luce di cio che ha detto sub rimango dell'idea che toglieranno il monaco.
- Modificare la razza mezzo gigante
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Heroes - il telefilm
E quale sarebbe? Che rimane sempre vergine?
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D&D 4a edizione - Commenti e impressioni
Dove l'hai letto? Perché a questo punto ad andarsene è lo stregone... nei concept art della 4 ho visto una nana warlock, quindi a conti fatti sarà lo stregone la figura depennabile. (sicuramente non il bardo, altrimenti non avrebbero parlato di presenza ispiratrice dei mezzelfi...)
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Concorso Dragons' Lair miglior PNG edizione 2007 - Domande & commenti
Esiste un limite (massimo o consigliato) alla lunghezza delle informazioni e del BG del personaggio?
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-Noi- (IV)
TERZA GIORNATA Sul finire della piccola vacanza, decidiamo di fermarci in un parco di strada, e visitarlo prima di arrivare a casa. Ecco alcune foto del mirabolante Archeopark, ed i suoi effetti deleteri... Dark Megres si trasforma in un Grimlock non cieco, quindi pure hanicappato Aura scopre le pitture rupestri non contenta, scatena le sue innate capacità druidiche per avvicinarsi a due cigni CM. Riesce a mettersi in posa e scappare prima di essere beccata a morte. In ultimo, ma non meno importante, immagini varie. The great filetto La casa dell'hobbit bergamasco Il Brucaliffo La piccola vedetta lombarda vs Predator (Predator, win. Flawless victory!) Ed eccoci alla fine (avrei incluso anche la Dungeon&Dragonfly, ma si possono mettere al massimo 8 immagini per post). Grazie dell'attenzione
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Non servono ali per volare
Stavo girando per il PC, facendo pulizia. Ed ecco che mi imbatto in un brevissimo raccontino scritto anni fa. Ora come ora lo trovo davvero goffo, inadatto, impacciato. Ma il fatto di rileggerlo dopo qualche anno di totale oblio ha avuto la forza di strapparmi un sorriso. Lo posto perché non mi costa nulla, e in un certo senso è un pezzettino di me. NON SERVONO ALI PER VOLARE Lo sguardo di Ester indugiava fuori dalla finestra del piccolo appartamento, soffermandosi di tanto in tanto sul solito albero in controluce rispetto al sole che, placido e rossastro, stava nascondendosi dietro i condomini. Era singolare come la figura ricurva dell’acero riuscisse sempre a riportarle alla mente uno sgradevole episodio della sua vita, con messaggio di monito annesso. Ester aveva sempre avuto il desiderio di vivere in un palazzo, un grattacielo, per poter stare in alto. L’idea di potersi affacciare ad una finestra e vedere le piccole figure delle case sotto di lei l’aveva sempre affascinata, e per questo pallino aveva risparmiato e fatto sacrifici; tutto per potersi trasferire in quel palazzo del centro. Aveva avanzato precisa richiesta di una stanza situata in uno dei piani superiori e con grande soddisfazione era riuscita ad accaparrarsi un piccolo appartamento proprio all’ultimo piano, nel solaio. La cifra spesa per l’affitto non era assolutamente ragionevole per la qualità dell’abitazione ma, che diamine, a parere di Ester quelli erano soldi ben spesi e la sua impressione veniva confermata tutte la volte che la ragazza si affacciava sul piccolo balcone malandato. Chiudeva gli occhi per un istante di incalcolabile poesia e quando li riapriva, teneva lo sguardo alto proteso in avanti, dimentica del palazzo alle sue spalle. Era il suo modo di volare, appesa alla piccola ringhiera, con i pugni serrati e il vento fra i capelli guardava il mondo dall’alto, piena di gioia innocente. Questo sino al momento in cui il portiere dell’albergo, un uomo che le ricordava Danny De Vito privato del carisma, venne a dirle che l’ultimo piano del palazzo, a detta dell’ufficio delle imposte, non era abitabile. La norma 21bis del comma “chessòio” di un articolo sconosciuto le aveva troncato le ali tutto d’un colpo e visto che la caparra anticipata che aveva pagato era di sei mesi si ritrovò a dover accettare a malincuore un rimpiazzo al suo appartamento, che consisteva in un alloggio sostitutivo situato al piano terra. La prima volta che Ester vide l’acero davanti alla sua finestra lo odio profondamente, gli fece addirittura una linguaccia, ma evidentemente l’albero non era intenzionato ad attaccare briga e non reagì. In quei sei mesi di vita con i piedi per terra la sua passione per i luoghi elevati ebbe il tempo di sfumare, non tanto perché il desiderio di volare si fosse sopito, quanto per il fatto che non era facile trovare un appartamento in città e quello era comunque un posto decente dove stare. Erano passati mesi dalla delusione domestica della ragazza, ma quell’albero riusciva sempre a rammentargli lo spiacevole aneddoto che, come un racconto zen, recava un messaggio che per metà era una massima e per metà un monito. Quella pianta era diventata un simbolo che ogni giorno ricordava a Ester che i sogni a volte sono pericolosi, ed è giusto vivere la vita con gli occhi bene aperti. Forse era quello il motivo per cui la pianta non stava per niente simpatica a Ester, che aveva sempre visto la vita come un bel sogno. Che senso ha vivere se non si hanno dei desideri, sogni da realizzare? Questo era uno dei pilastri della filosofia di vita della ragazza, ed ecco che adesso doveva vivere davanti ad un grinzoso monolito che non faceva altro che ricordarle il contrario con la sua corteccia ruvida e il suo tronco curvo. -Forse mi sta antipatico perché mi ricorda mia madre- pensò Ester –...saranno le rughe.- Il trillo acuto del cellulare la fece sobbalzare, la stanza si riempì di un suono intermittente che le ricordava la colonna sonora di alcuni vecchi film dell’orrore. Ester volse gli occhi verdi a destra e a sinistra, guardò su e giù per la stanza, senza spostarsi, per cercare di capire da dove provenisse il suono. Vista fuori dalla finestra dell’appartamento la ragazza avrebbe ricordato un gatto alle prese con un insetto fastidioso. Tutto ad un tratto gli occhi della ragazza trovarono il cellulare e lei si lanciò con felina destrezza verso di esso, prendendolo con la mano sinistra. “Un messaggio ricevuto”, recitava il piccolo display LCD, lampeggiando in segno di saluto. Ester contrasse le piccole labbra, dischiuse un attimo la bocca e la richiuse, mordicchiandosi il labbro inferiore. –Fa che sia lui- Chiuse gli occhi forte e premette con il pollice il pulsante in alto a sinistra, quello con la cornettina verde stilizzata. Passarono cinque secondi, più o meno cinquecento anni, poi Ester riaprì gli occhi e lesse tutto d’un fiato. Premette il pulsante in alto a destra, quello con la cornettina rossa stilizzata. Tutto ad un tratto la ragazza sembrò sgonfiarsi espirando l’aria che aveva nei polmoni in un sospiro estremamente eloquente, un sospiro grave che la svuotò, facendola assomigliare per un attimo ad un palloncino forato. Scrollò la testa, raddrizzò le spalle curve e andò a buttarsi sul divano. Affondò la testa nel suo cuscino rosso e mugugnò una volgare quintessenza di rabbia. Cavolo, erano passati più di dieci giorni! Dov’era andato a cacciarsi? Ester si ricordò di come lo aveva salutato alla partenza, con un bacio appassionato – Mi dispiace tanto amore, ma il lavoro è lavoro, e non posso farmi sfuggire un’occasione del genere - aveva detto – ti telefonerò tutti i giorni, promesso!- Cominciava a essere davvero preoccupata, chissà cosa poteva essere successo. Si rannicchiò sul divano, stringendosi al cuscino, si voltò a fissare l’orologio a muro che le aveva regalato la madre, si voltò una seconda volta pensando che non le era mai piaciuto e poi si voltò ancora, sentendosi cattiva per averlo pensato. Si alzò e andò a preparasi una tisana alla menta, attingendo dall’armadietto sopra il lavandino, prese la tazza con Snoopy che le piaceva tanto, ma oggi non le piaceva poi così tanto. Cominciò a sentirsi agitata, si sedette sul divano e accese il televisore, trasmettevano una puntata dei Muppets dove Kermit litigava con Miss Piggy, lo spense subito. Doveva porre subito rimedio alla situazione, non aveva assolutamente intenzione di passare la giornata in apprensione e, maledetto il suo animo troppo sensibile, ora rischiava seriamente di cedere alla malinconia. Si mise a braccia conserte, seduta con le gambe accavallate, alzò la mano destra e si picchiettò la punta del naso con l’indice, contemplando l’idea di uscire a fare due passi. L’idea non le sembrava così malvagia, guardò fuori dalla finestra… e rivide lo stramaledetto acero. –Uffa, a quel paese!- strinse i pugni finché le nocche non le diventarono rosse, e se li premette sulle tempie, gli occhi serrati e le mascelle contratte. Il visino delicato somigliava ad un palloncino troppo gonfio, quasi sul punto di esplodere. –A quel paese!- ripeté, sentendosi un po’ stupida. Si alzò con fare deciso e strattonò le tende, chiudendole con violenza. Non si sentiva bene, decise con gli occhi lucidi, simili a dei kiwi maturi. E tutto ad un tratto sentì improvviso l’inappellabile bisogno di volare come aveva fatto tante volte. E perché no? Non c’era niente di male, dopotutto. Al diavolo il nastro rosso e bianco davanti alla porta e al diavolo gli avvisi dei lavori di ristrutturazione che intimavano gli inquilini a non salire all’ultimo piano. Voleva volare e avrebbe volato. Uscì dalla porta principale e salutò il portiere, che rispose imbarazzato, come sempre. Gli disse che le sembrava proprio di aver dimenticato una cosa di sopra. –Ma signorina, non sono autorizzato a darle le chiavi senza…- Ester sorrise, uno di quei sorrisi più che cortesi, quasi dolci ma che lasciano il beneficio del dubbio –…D’accordo!- sbottò il portiere atteggiando il viso a chi sa che stai cercando di imbambolarlo. –Grazie mille!- disse Ester raggiante –A proposito, bella camicia- il portiere arrossì guardandosi la camicia scozzese rossa e verde che di solito si vede indossare ai muscolosi boscaioli della Zelanda. –Grazie, anche tu stai bene vestita così- Ester chiamò l’ascensore sorridendo, picchiettò la scarpa ritmicamente due o tre volte e poi, rosa dall’impazienza, decise di imboccare le scale. Il portiere alzò un braccio come per chiamarla, ma si fermò a osservare la manica della sua camicia, pensando che non era ne boscaiolo, ne muscoloso, ne Zelandese. Arrivata davanti alla porta della sua vecchia abitazione Ester si accorse di essere senza fiato, aveva percorso le scale di corsa ed evidentemente non era più abituata. Stette un attimo con la fronte appoggiata alla porta, sentendosi respirare forte e vedendo il petto andare su e giù, sincrono al suono. Quando decise di essersi ripresa aspettò ancora un poco, fece un gran sospiro e si calmò. Non c’era fretta. Quello, come tutte le altre volte, doveva essere un momento magico. Il suo momento. Strinse piano il pomello d’ottone della porta, infilò la chiave nella serratura e girò fino a quando non sentì il primo scatto; quasi si stupì quando si ritrovò a spingere una porta ancora chiusa, lei era abituata a chiuderla una volta sola, per aprire la porta dovette girare quattro volte, quattro mandate che le sembrarono scandirsi in un tempo infinito, interminabile. Varcò la soglia e diede un’occhiata in giro, la sua vecchia casa era spoglia, ma si aspettava di vederla più impolverata. Si incamminò verso quella che era stata la sua camera da letto guardando le particelle di polvere che vorticavano nell’aria illuminate dalla chiarore rossastro del tramonto. Entrò nella stanza con calma e si accostò alla portafinestra del piccolo balcone. La aprì lentamente e stette sulla soglia per un istante che sembrava non dover finire mai. Chiuse gli occhi e avanzò di un passo, avanzò ancora e il piede destro incontrò la piccola ringhiera metallica. Il sinistro lo imitò e le mani della giovane ragazza si serrarono forte al bordo della ringhiera. Ester poggiò delicatamente il piccolo ventre al bordo del parapetto e solo allora, dopo un lungo respiro, aprì gli occhi. Era davvero uno spettacolo splendido. La città si stendeva poco sotto di lei, quel tanto che bastava per darle la sensazione di vederla davvero dall’alto, lontana dalle preoccupazioni e dai problemi della gente comune, al di sopra del suono dei clacson, delle voci, delle incertezze e dei dubbi che tutti i giorni pesano sulle spalle di tutti. Si sentiva libera, una figlia del vento, il cielo sembrava un quadro di Monnè, chiaro e scuro allo stesso tempo, illuminato di rosso che cangiava al viola, all’azzurro ed infine al blu profondo. Guardò l’orizzonte e le venne in mente, come da bambina, che se solo avesse saputo volare avrebbe potuto raggiungerlo. Pian piano stacco le mani dalla ringhiera, pesandosi su di essa. Alzò le braccia appena al di sopra delle spalle, distese le dita e si pesò ancora un poco in avanti, sorrise sentendo crescere leggera la pressione della ringhiera sul ventre delicato. Si sporse un po’ di più. Volare, per lei, era sinonimo di vivere. Come dice un vecchio detto, al destino non manca il senso dell’ironia. Fu un attimo, il cigolio che Ester sentì cominciò durante, non prima del collasso della ringhiera. Ester smise di sentire la pressione sul ventre, i fotogrammi che si susseguirono furono pochi, vide il sopra diventare sotto, l’orizzonte capovolgersi, la ringhiera che penzolava sghemba da un angolo del balconcino. Ester cadde, cadde e continuò a cadere per un lunghissimo lasso di tempo, un tempo interminabile. -Finalmente volo per davvero- pensò quasi felice, con un sorriso per metà mesto e per metà divertito, Easter guardò in basso consapevole del fatto che stava per morire; fu in quel momento che sotto di lei vide un vecchio Acero che le si avvicinava in maniera inesorabile, inevitabile. Il sorriso scomparve e una lacrima venne versata, anche se lei non la sentì mai cadere dal viso –Non stai volando, stai solo cadendo- La testa di Ester colpì un ramo con violenza, un altro ramo le colpì il braccio sbalzandola di lato. Il corpo della ragazza, già più simile a quello di una bambola disfatta, cadde con un tonfo sordo.
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Incantatori Arcani/ Divini
Dark_Megres ha risposto a Il Minotauro Daarmork a un messaggio in una discussione D&D 3e personaggi e mostriio consiglierei retributive spell, a mio avviso molto caratterizzante per un dweomerkeeper basato sugli incantesimi divini. Ecco... la trama mi protegge, accettalo o imparalo a tue spese
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Samsung 20'' €199?!? MIO! o forse no?
Quoto. Dipende da che uso ne fai. I per esempio sono un fan degli widescreen, proprio perché ci lavoro. oltretutto sono semper di più i giochi che ti permettono di settare la risoluzione per lo schermo wide, quindi niente fastidiosi modelli defromi. tutto in regola
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-Noi- (IV)
SECONDA GIORNATA Acclimatati ben bene, con davanti tutta la giornata, decidiamo di intraprendere un superpasseggiatone da millemila ore, che si inerpica su per una montagna per far guadagnare oltre 900 metri di quota, fermandosi in una valle con tre laghetti di origine glaciale. Si parte, si cammina, ci si perde, si ritrova la strada, si cammina, si cammina e si cammina... il sentiero è bello aspro, e mette a dura prova i nostri impreparati fisici. Dopo 3 ore di marcia, però, la vista ci ripaga della fatica fatta. Ancora non abbiamo superato la cresta del monte, ma siamo molto in alto, e abbracciamo tutta la valle con lo sgruardo. Il paesello da cui siamo partiti è quello indicato dalla gentil consorte, sotto di noi nulla, tranne che uno scosceso dirupo. Compiamo l'ultima grande fatica, e aggiriamo la cima del monte sbucando nella valle. Lo spettacolo è stupendo, il cielo e i monti si specchiano nei laghetti, e la vista della valle toglie il fiato (già esaurito durante la salita ^^') Mangiamo e riposiamo, ma siamo ben consapevoli che ci aspetta ancora un'ora a piedi. La valle va percorsa interamente, fino ad arrivare ad un passo con rifugio annesso. Eccovi il Dark Megres che guarda la valle e pensa "ancora così tanto???" Aura che ad un tratto si deprime, per motivi ignoti. E la mia grottesca figura che in vista del rifugio (erano le 16.00, camminavamo dalle 10 del mattino) si lancia in uno scatto suino. Dopo una cioccolatosa pausa al rifugio ci incamminamo per tornare, la strada si prospetta davvero lunga tanto che dopo oltre due ore di camminata su un sentiero battuto malissimo ci rendiamo conto che si sono fatte le 18.30 e la luce sparirà a breve. Risaliamo in salita libera la valle fino a incrociare la strada asfaltata e da li ci facciamo venire a prendere in macchina dalla (gentilissima) signora del B&B Ottima giornata, tantissima stanchezza. Gran bella avventura. Frasi del giorno: "Ma si, questo dovrebbe essere il sentiero principale" "Ma il fiume non dovrebbe scorrere alla nostra destra?" "Ho imparato ad amare questi cespugli a palla." A dopo cena per la terza e ultima giornata.
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-Noi- (IV)
questo è il primo di 3 o 4 posts che documentano la mia vacanza di 3 giorni vicino a boario, con Aura, la gentil consorte. PRIMA GIORNATA Il viaggio va liscio come l'olio, il tempo sembra buono. Arriviamo in orario al B&B, giusto per l'ora di pranzo. mettiamo giù i bagagli, mangiamo in un buon ristorantino e partiamo per la prima camminata, una cosa soft, per cominciare. ecco la camera del B&B Durante la prima passeggiata (ci stiamo dirigendo verso la cascata del Vò, a poco più di una mezz'oretta di camminata) incontriamo un signore gentile che ci mostra uno tra i minuscoli funghetti che ha trovato in giro. "ma che bruuutoo!!!" diciamo noi "sicuramente non è buono da mangiare. e poi si chiama porcino, che nome poco invitante! Raccogliamo invece questi, guarda come sono belli, sicuramente sono anche buoni... magari ci troviamo anche dentro un puffo succoso e saporito" In men che non si dica arriviamo alla meta, e li ci rilassiamo ben bene. camminata piacevole, ottima giornata, grandi mangiate
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Il Mago (2)
Io consiglierei uno PsionTelepate\Asservitore