Miira era come te, spiego, ghignando un po' mentre pregusto la sua sorpresa nel senso che aveva consacrato la sua esistenza al servizio di una divinità, non per diffonderne il verbo, ma per combattere i suoi nemici.
Bada, parliamo dell'Era Splendente - quella che oggi viene chiamata la Seconda Era - e qui il mio tono è acido, visto quanto disprezzo questa definizione sterile di un'epoca tanto più avanzata di questa e Miira era chiamata anche "L'Artiglio di Bahamut", poichè ovunque si combattessero i nemici del dio-drago, lei era in prima fila.
Quando vi fu il grande cataclisma che fece cadere l'antico regno, Miira invocò il suo dio, pregandolo di poter consacrare la propria esistenza a riparare ai danni del cataclisma stesso. E così fece...
combatté per decenni contro le forze oscure che cercavano di approfittare del cataclisma per imporre il proprio predominio sulle genti divise e, quando il suo corpo di Drago d'Argento dovette arrendersi, il suo spirito non lo fece.
Conosco bene ciò di cui sto parlando, avendolo visto fare realmente al mio Maestro, ma cerco di tenere la cosa vaga, quasi mistica Lei rimase, disincarnata ma comunque potente come solo un antico drago sa essere. E - nei secoli - portò avanti la sua battaglia raccogliendo emissari, che chiamò le sue Scaglie.
Lo fisso per un momento seria, prima di aggiungere sette sono le scaglie, mai una di più. Miira le sceglie e le chiama a sè quando una di esse muore o - più raramente - quando non ce la fa più, come avvenne a suo tempo per Spada.