Yurdu
Avanzo verso l'umano e, fedele a quanto ho detto, gli lascio il primo colpo: non voglio offendere gli spiriti, mentendo in un duello rituale. Ne va della mia libertà nella tribù.
Il colpo di spada si pianta, fin troppo miserevole, in una spalla, passando a malapena il metallo e facendo schizzare un'ombra di sangue.
Digrigno i denti e comando alla corazza di animarsi, per espellere l'acciaio della spada.
Non sento nemmeno quel poco di dolore che dovrei e lascio che il metallo liquido si addensi e si solidifichi attorno ai miei pugni. Vedo l'umano impallidire, mentre il frutto delle mie meditazioni e della mia solitudine si concretizza.
Un maglio scricchiolante di carne, ossa e acciaio parte verso il volto dell'umano, che prova a fermarlo; ma gli spiriti mi hanno benedetto e la lama della sua arma viene scagliata via nell'impatto col mio pugno.
Il colpo procede verso il suo tenero viso e glielo deforma, facendo esplodere in fuori diversi denti, misti a liquido rosso.
Il rumore di qualcosa che si spezza è ben udibile: l'umano, coraggiosamente, prova a restare in piedi, ma il pugno successivo è solo un favore che gli faccio.
Il suo cranio si spappola e lui cade all'indietro; forse non aveva davvero speranze di fronte al potere elargito dagli spiriti, ma almeno ha lottato con onore e salvando altri dei suoi.
Spero che ciò basti per il mio rito di passaggio.