Mìa
"E se fossimo tutti morti, facendo così e non attendendoci al piano? Non siamo certo eterni, amico mio. In questo modo, ci siamo sincerati di stabilire una testa di ponte nel maniero, abbattendo l'illusione della invincibilità dei Wittgenstein e dando speranza ai ribelli.
Abbiamo contenuto l'orrore dentro delle mura e sarà ora possibile schiacciarlo: noi, o chi per noi. Il villaggio potrà armarsi ed eliminare quel disgustoso medico bretoniano, mentre la soldataglia del maniero avrà poca facilità.
Hanno due passaggi, entrambi semplici da contenere. Mentre i ribelli ne bloccano uno e continuano l'assedio, noi useremo l'altro.
Ora, dov'è Luthor? Forse la benedizione di Sigmar potrebbe essere utile a sanare le ferite di qualcuno, prima di procedere oltre!", si spiegò Mìa, con molta calma.
Al solito, la tempestosa furia marziale dei guerrieri nordici fungeva da significativo contraltare alla freddezza myrmidone della sacerdotessa estaliana.