Lexander Artoris
"Il mio nome è Lexander", dico, facendomi appena un poco più avanti. Di certo non mi aspettavo questa sorpresa, a impresa già iniziata, e mi lascia interdetto. Anche perché mi domando come abbiano capito dove fossimo esattamente... e non so se la risposta mi piacerà, in effetti.
"Ciò che dice Braknak è sostanzialmente il succo di quanto. Dobbiamo entrare nella forgia dei giganti del fuoco, per cercare delle armi speciali, capaci di ingenerare una forte luce magica", spiego.
"Questa luce ci servirà, poi, per affrontare un gigante delle ombre e le sue ombre asservite, in modo da liberare i figli di un paio di giganti delle tempeste, costretti loro malgrado, tramite ricatto, a collaborare con gli altri giganti: come forse saprete, in genere, i giganti delle tempeste sono onorevoli guardiani del mondo e collaborano malvolentieri con i loro simili più piccoli e più violenti.
Il problema è trovare un modo sicuro per entrare: i cunicoli di sfiato sono abbastanza grandi per noi e vengono ritenuti innocui dai padroni di casa, perché troppo caldi e lunghi, nonché, ai loro occhi, perché troppo piccoli per essere utilizzati come vie d'accesso.
Però le emissioni sono frequenti e terribili, in un ambiente già caldo: avevamo appena iniziato a studiare dimensioni e tempistiche, quando siete arrivati voi.
Da parte nostra, non possediamo incanti protettivi che ci garantiscano l'incolumità, pertanto stavamo valutando le dinamiche di emissione e se ci fossero condotti inutilizzati".
Faccio una pausa nel mio soliloquio.
"D'altronde, nemmeno siamo sicuri della taglia di queste armi, né se saremo davvero in grado di recuperarle; tuttavia, allo stato attuale, appare la migliore opportunità: siamo un piccolo gruppetto di individui, abbastanza capaci e indipendenti, ma altresì sacrificabili e non, per forza, collegabili a Trunau stessa".