Sandrine Alamaire
Riesco a malapena a trattenere il respiro, quando mi rendo conto, senza troppe difficoltà, di ciò che abbiamo trovato.
Ricolloco immediatamente l'uovo nel suo nido di calore, non senza avergli prima alitato sopra un poco di caldo dei polmoni, in un gesto istintivo e curiosamente materno. Senso di colpa? O celebrazione di una vittoria e di un sacrificio?
Mi soffio sulle mani, liberandole da cenere e fuliggine; mi soffermo, così, a guardare il mio volto riflesso sul metallo argenteo, lucido, specchiante del mio bracciale, uno dei pochissimi legami con la mia vita precedente. Mi accorgo di uno sguardo più... vecchio... forse maturo, quasi come se l'ultimo anno e mezzo avesse tracciato un nuovo solco sui miei lineamenti, il contorno a carboncino di una nuova esistenza, sovrapposto alla precedente.
Mi porto alle spalle di Asvig, che sembra patire ben più delle bruciature subite. Lui, che non si lamenta mai. In cosa l'ho costretto ad imbarcarsi? Possibile che non ne avesse già abbastanza di morte e violenza? Sorprendo me stessa, abbracciandolo con delicatezza da dietro, cingendogli lievemente il collo, per poi dargli un bacio sulla guancia destra: "Grazie, mio Lord. Avete fatto ciò che vi avevo domandato, ed anche più. Avete preso una ragazzina umorale ed inesperta e l'avete condotta in battaglia contro un drago.
Un drago!
Se e quando vorrete, potrete ritenervi libero da ogni vincolo e giuramento. Se e quando vorrete.
Ma, qualora desideriate continuare a restare al mio fianco, sappiate che il titolo di cui vi ho investito sarà sempre vostro".
Sposto infine il mio sguardo sul ritrovamento fatto da Randal: è ora di scoprire gli ultimi segreti di Barusha e di Tiberius.
Inconsciamente, sorrido.