Clint Draconis
Clint si morse il labbro, maledicendo sé stesso. Proprio sul finale...
La fortuna aveva vacillato all'ultimo ed aveva preso il più determinato di tutti loro, tornato finalmente a casa, solo per perirvi. In attesa che una magia lo riconducesse al mondo, fosse essa uno dei miracoli inspiegabili di Oceiros o lo splendore, antico ed incomprensibile, della Fenice. La sorte, avversa ed alleata al contempo, di appartenere ad un ordine immortale. Il corpo poteva cadere mille volte, ma la battaglia non si sarebbe mai esaurita.
Clint si trovò perso a lungo in questi pensieri, da cui lo riscosse il gesto di Oceiros, che lo spronava a pensare alle numerose ferite di chi era riuscito a superare quel budello di infernale violenza. L'adepto riprese quindi uno dei suoi ruoli usuali, pensando alle recenti piaghe dei feriti, mentre già i suoi occhi infusi di sangue draconico tagliavano la penombra rossastra ed incandescente.
"Rammento bene quelle tue pozioni, amico mio. Ma, per il momento, tienile solo a portata di labbra: volare potrà forse esserti più utile a breve", suggerì a Trull, non impedendogli però di condividere con Thorlum e Tom Po gli intrugli capaci di aumentare la massa.
"Ben venga la furtività, Oceiros, ma, se siete d'accordo, io preferirei, personalmente, usare le ali e precedervi nella terza stanza. Volare non mi stanca e non mi richiede di consumare velocemente la mia riserva magica, mentre i miei occhi sono affilati come e più di quelli di un rapace...".